Il Mondo: Una storia di molestie sessuali nella redazione del Guardian. Ascesa e caduta di Elizabeth Holmes, la grande truffatrice della Silicon valle

Internazionale Internazionale 6/1/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli.

Io sono Giulia Zoli e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di Mitune, le redazioni dei giornali e del caso Terranos,

e poi della copertina del nuovo numero di Internazionale e di un album di musica classica.

A giovedì 1 giugno 2023.

La storia di Weinstein non è stata iniziata con il tipo, è stata iniziata con la questione.

Nel sumore del 2017, l'investigazione dei giornali ha rappresentato che Bill O'Reilly,

il posto del Fox News, è stato accusato di sexualmente arrasciare le donne in situazioni di lavoro per decenni,

ma ha scoperto questa comportazione con settimane di settimane di multimillioni.

Durante i settimane di la storia, O'Reilly, che era il più grande star dei cable televisioni,

non era perché il Fox News è stato sorpresso con i pagamenti,

è perché si è diventato una liabilità.

Nel momento dopo questo, un gruppo di riportatori e editori di The Times

chiamavano la questione,

sono there other men in other industries

con semplici histori secoli di misconducto leggero?

Le molezze sessuali subite dalle donne in vari ambienti di lavoro,

dalle fabbriche alla finanza, da Hollywood alla Silicon Valley.

Lunedì, il New York Times ha raccontato un'altra di queste storie,

pubblicando un'inchiesta sugli abusi sessuali

nei mezzi di informazione britannici,

firmata dalla corrispondente Jane Bradley.

Tutto è cominciato quest'inverno,

quando una giornalista investigativa del Financial Times

ha raccolto in un articolo le prove degli abusi commessi dal collega di un altro giornale.

Ne parliamo con Jenny Fairguerra,

giornalista e scrittrice esperta di questioni di genere,

femminismi e diritti alle GPT,

che appena pubblicato per Rooted, il saggio un'altra donna.

Madison Marridge, che è una reporter del Financial Times,

ha scritto un'inchiesta su un collaboratore del Guardian,

Nicoyne, che si è dimesso lo scorso gennaio,

in seguito alle accuse di molesti e ai danni delle sue colleghe

che si protraevano da decenni.

Nonostante Marridge avesse numerose fonti e testimonianze dirette per la sua inchiesta,

la direttrice del Financial Times, Rula Kalaf,

si è opposta alla pubblicazione dell'articolo,

e quindi Marridge ha deciso di collaborare con i New York Times,

che a sua volta ha pubblicato e ampliato questa inchiesta.

Nicoyne era un opinionista molto stimato

all'interno del Guardian e dell'Observer,

che è il Domenicale del Guardian,

e si era dimesso a gennaio ufficialmente per ragioni di salute.

Tuttavia, il New York Times, grazie a questa soffiata di Marridge,

ha scoperto che almeno set dipendenti del Guardian

avevano subito molestie, palpeggiamenti, avance

nel corso di circa vent'anni,

specialmente nei confronti di colleghe con ruoli meno prestigiosi.

E i comportamenti di Coine erano noti all'interno della redazione

e il Guardian aveva anche avviato un'indagine interna nei suoi confronti,

solo che l'aveva avviata dopo la pubblicazione di alcuni tweet

nel 2021 da parte di un ex dipendente

che aveva già segnalato questa cosa nel 2018.

E questa indagine poi si è conclusa con un accordo di non divulgazione.

Le dimissioni di Coine sono quindi avvenute nel silenzio

e diverse detestate britanniche,

nonostante numerose prove dei suoi comportamenti molesti,

si sono rifiutate di parlarne.

Tra l'altro Coine, confrontato dal New York Times,

ha minimizzato queste accuse e ha citato i suoi avversari politici

come autori di una campagna di famatoria nei suoi confronti.

Hai parlato di vent'anni di molestie,

come è possibile che questa storia sia rimasta nascosta così a lungo?

Uno dei fattori citati dal New York Times

è il fatto che Coine fosse un ex alcolista

e infatti alcune di queste molestie sono avvenute proprio nel contesto di feste azientali

e lui stesso, quando è stato incalzato dal New York Times sulle accuse,

ha detto che probabilmente si trattava di cose che aveva fatto da ubriaco.

Questo porterebbe insomma un clima di golliardia

che minimizza o giustifica i comportamenti molesti agiti dagli uomini

anche nel contesto del giornalismo.

Inoltre bisogna considerare che l'ambiente giornalistico britannico

è piuttosto ristretto e delitario e come sottolinea il New York Times

molti giornalisti sono amici fra di loro da molti anni

e hanno anche frequentato le stesse scuole.

Ci sarebbe un clima di protezione reciproca

che si collega ovviamente anche al fatto che le giornaliste donne sono poche.

Cosa pensi di questa inchiesta del New York Times? Ti ha sorpresa?

Diciamo che è stata una inchiesta abbastanza sorprendente per certi versi

perché appunto la stampa britannica è nota per gli suoi standardetici molto alti,

specialmente poi una testata prestigiosa come il Guardian

che spesso viene presa a modello da molti medi internazionali

e una testata che a sua volta ha coperto molti casi del M2 in passato

e ha una copertura di questioni di genere molto valida e molto autorevole.

Però appunto è stata una testata americana

che ha rivelato i veri motivi dell'allontanamento di Cohen

anche il Financial Times che è una testata inglese

si era rifiuttata di pubblicare questa inchiesta.

Quindi anche il Financial Times alla fine non esce molto bene

nonostante tra l'altro sia diretto da una donna Rula Calaf

lo scorso anno 56 i datrice avevano già scritto una lettera aperta

per denunciare il climo stile nei confronti delle donne

e la loro esclusione dai processi decisionali del Financial Times.

Il New York Times scrive che i mezzi di informazione britannici

non hanno mai fatto i conti con il M2 mentre negli Stati Uniti

le cose sono andate in maniera molto diversa.

È vero? Cosa è successo negli Stati Uniti?

In effetti questo è il primo caso di alto profilo

di un caso di molessi all'interno del giornalismo britannico

e come ha sottolineato anche il New York Times

negli Stati Uniti invece sono emersi diversi casi

anche all'interno del New York Times stesso.

Il più celebre è quello che riguarda l'emittente Fox News

che ha coinvolto alcuni delle più celebri conduttrici del telegiornale

che venivano molestate e ricattate sessualmente

da niente meno che il proprietario della Fox, Roger Eiles.

Più di 20 donne lo hanno accusato di molestie

e poi da questa vicenda è stato tratto anche un film di grande successo

nel 2019, Bombshell.

Altri casi celebre hanno riguardato altri network televisivi

come la CNN dove è stato accusato il giornalista Chris Cuomo

che tra l'altro è il fratello dell'ex governatore

dello Stato di New York, Andrew Cuomo.

E l'NBC che nel 2017 licenziò per molestie

il conduttore di uno dei suoi programmi più famosi, il Today Show.

E se è vero che negli Stati Uniti le cose sono andate diversamente

rispetto a Regno Unito però questi processi sono stati comunque

molto difficoltosi, ci sono voluti molti anni

perché venissero alla luce e spesso si sono conclusi

con degli accordi extra giudiziali.

Cosa sappiamo delle giornaliste che lavorano in Italia?

Qual è il clima che si respira nelle nostre redazioni?

Secondo i dati della federazione nazionale della stampa italiana

che è il principale sindacato dei giornalisti in Italia

l'85% delle giornaliste ha subito molestie

mentre svolgeva il proprio lavoro almeno una volta nella vita.

L'indagine ha riguardato più di mille giornaliste

che lavorano nei quotidiani, nelle TV e nelle agenze di stampa

e le molestie più diffuse sono le battute a sfondo sessuale

ma circa il 50% del campione ha subito veri e propri ricatti sessuali

e ha avuto conseguenze negative sulla propria carriera.

Nel 20% dei casi queste molestie sono avvenute

durante il colloquio di assunzione

quindi un comportamento estremamente grave

che può avere gravi ripercussioni poi sulla carriera.

Inoltre, secondo l'indagine, sono proprio le lavoratrici precarie

quelle più esposte a questi tipi di violenza

e soltanto il 2% ha denunciato questi episodi

e se ne ha parlato con i colleghi non l'ha fatto con i superiori.

Quindi anche in Italia c'è un grosso problema di genere

nel giornalismo in generale

e le donne sono il 42% del totale dei giornalisti

che è un dato che in realtà rispecchia il livello di occupazione femmiddile

nel nostro Paese, però in poche ricoprono ruoli decisionali

e questo si riflette anche sulla ritribuzione ad esempio

e infatti le giornaliste guadagnano circa il 18%

in meno dei loro colleghi uomini.

Tra i quotidiani più venduti in Italia,

tra i 10 quotidiani più venduti in Italia,

c'è solo una direttrice responsabile che è Norma Raggeri del Manifesto

e al momento nessuna donna ha direggete le giornali RAI

quindi sono veramente poche le donne in posizione di potere.

Grazie a Gianni Perguerra.

Grazie a voi.

Maisa Moroni, fato editor di Internazionale, racconta la copertina del nuovo numero.

La competizione tra le due grandi potenze mondiali,

Cina e Stati Uniti, è destinata a segnare il corso del ventunesimo secolo

e un'isola a largo delle coste cinesi

è il punto della mappa in cui potrebbero scontrarsi.

Un reportage uscito sul Paese Manal,

il suplemento dominicale del quotidiano spagnolo del Paese,

ci racconta la storia di Taiwan

e perché si trova all'origine di uno dei più grandi conflitti geopolitici della nostra epoca.

Discutendo in redazione sul tipo di immagine più adatto a visualizzare l'argomento,

abbiamo pensato che più che un'illustrazione concettuale,

magari proprio sulla rivalità tra Cina e Stati Uniti,

fosse più coerente scendere una fotografia di Taiwan,

tra quelle che il fotografo James Rajot ha scattato per il Paese Manal.

Siamo stati combattuti fra tre foto,

una con un relitto di un vecchio caro armato statunitense,

mezzo sepolto dalla sabbia su una spiaggia dell'isola,

un'altra di uno scorcio notturno di una via caratteristica di Taipei, la capitale di Taiwan

e infine una veduta notturna d'insieme di Taipei con i suoi grattacieli illuminati,

scintillanti come pietre preziose

e con le luci che per un gioco di riflessi fanno apparire la città sospesa nel vuoto, quasi in bilico.

Per rappresentare il concetto di quest'isola contesa e imperenne attesa di un possibile conflitto,

quest'ultima ci è sembrata decisamente la scelta migliore.

Taiwan, al centro dello scontro, è la nuova copertina d'internazionale.

Questo è quello che sta succedendo quando si trova a cambiare le cose.

Prima si pensano che sei meraviglioso, poi si arrabbiano,

e poi, all'inizio, si trova a cambiare il mondo.

Penso che ero shock di vedere che l'internazionale avrebbe pubblicato qualcosa di questo

quando abbiamo sentito di più di 1.000 paghi di documentazione

dimostrando che i stati nella sua città erano falsi,

ma cosa che stiamo facendo è diverso,

e ci stiamo lavorando a fare una differenza,

e questo significa che la gente ha preso domande, e questo è ok.

Promettendo di offrire una nuova tecnologia

che avrebbe radicalmente innovato il settore delle analisi mediche,

ma la scoperta che si trattava di una gigantesca frode

ha portato al collasso della Teranos e all'arresto di Elizabeth Holmes,

la quale Martedì ha cominciato a scontare la sua pena in un carcere federale in Texas.

Ripercurriamo la sua storia con Pier Francesco Romano, capore di attore di internazionale.

L'apparecchio chiamato Edison era in grado secondo Holmes di fare più di 250 tipi di analisi,

compreso il test dell'HIV usando solo un campione di poche gocce di sangue,

di quelli che si prelevano con una puntolina su un dito.

Un'inchiesta di John Carrero, non so se si pronuncia così,

è un giornalista del Wall Street Journal all'epoca e oggi del New York Times,

svelo che non era vero niente.

I risultati delle analisi, quando erano fatte davvero con Edison

e non con altri apparecchi usati di nascosto dalla Teranos, erano quasi sempre sballati.

Quindi erano risultati potenzialmente pericolosi per la salute dei pazienti.

L'inchiesta giornalistica spince poi le autorità sanitarie statunitanzi a fare delle verifiche,

che hanno confermato le denuncie contenute negli articoli Carrero,

e da lì si è arrivati a un processo che si è chiuso a gennaio del 2022

con la condanna di Holmes per truffa danno degli investitori

e con la condanna di Ramesh Balwani, altro massimo dirigente della Teranos

e al lungo compagno di Holmes nella vita privata.

Balwani ha già cominciato a scontare la sua condanna.

Il mese scorso dovrà fare 13 anni di prigione.

Holmes invece è entrata in carcere martedì

e in base alla sentenza dovrebbe passarci 11 anni.

Qual è stata la portata di questo imbroglio?

Cioè, quante persone e quanti soldi ha convolto?

La portata della truffa è clamorosa per vari aspetti.

Innanzitutto, per la quantità di soldi raccimolati da Holmes,

semplicemente raccontando un'idea, offrendo concretamente molto poco

per dimostrare che era un'idea realizzabile.

Si parla di almeno 700 milioni di dollari di finanziamenti

che avevano spinto la valutazione della Teranos addirittura fino a 9 miliardi di dollari.

Tra gli investitori che ci hanno rimesso di più,

ci sono nomi come quelli di Betsy DeVos,

che è stata la segretaria all'istruzione del governo di Donald Trump.

DeVos aveva investito 100 milioni di dollari.

Cifre simili per filo maggiori sono state versate anche dalla famiglia Walton,

quella che possiede la catena di grandi magazzini Walmart,

da Rupert Mardock, notissimo, ricchissimo proprietario di tv e giornali,

e padrone anche del Wall Street Journal,

cioè del giornale che poi pubblicherà l'inchiesta di Carrero.

Perdite milionarie, li hanno avute anche Carlo Slim,

uno degli imprenditori più ricchi del Messico,

e la famiglia Oppenheimer,

che possedeva una delle più grandi compagnie di commercio e di diamanti del mondo.

La lista di nomi che fai è impressionante,

ma come è fatto l'Isabet Holmes quasi da sola a tirare su questa truffa così enorme?

Anche se non è proprio un'artista della truffa come si direbbe negli Stati Uniti,

sicuramente Holmes ha creato un personaggio fittizio

e lo ha interpretato fino a quando è stato chiaro a tutti che era una maschera.

La sua credibilità, finché al retto,

si è fondata sulla rete di relazioni che era riuscita a creare.

Quelle relazioni, anche senza volerlo,

funzionavano da garanzia agli occhi degli altri.

Basta pensare ai nomi degli investitori che abbiamo citato prima,

e a questi vanno aggiunti convoli diversi,

non c'hanno rimesso dei soldi,

ma sicuramente c'hanno rimesso un po' della loro reputazione,

nomi come quello del generale James Mattis,

o di politici come Henry Kissinger,

o di Larry Ellison,

il fondatore del Colosso informatico Oracle,

che è una delle cinque persone più ricche del mondo.

Tutti quelli che hanno avuto a che fare con Holmes,

racconta l'autore dell'inchiesta che ha fatto nascere lo scandalo.

L'hanno descritta come una persona affascinante e convincente,

ma è chiaro che una volta costruita una base di pseudocredibilità,

grazie a queste relazioni,

Holmes non ha dovuto fare più tutto da sola,

anzi non doveva fare quasi più nulla,

perché il fatto di avere certi amicizie

in pratica faceva già tutto.

Al di là della figura individuale di Holmes,

però secondo te c'è anche una cultura nella Silicon Valley

che ha reso il terreno fertile a questa sua truffa.

Carrero racconta che l'affermazione di Theranos

arriva dopo quella di tanti altri enormi successi imprenditoriali

nel settore tecnologico,

che avevano raggiunto dimensioni mai viste prima,

pensiamo a Facebook, Twitter, Uber e Airbnb.

Tutti questi successi hanno alimentato il metodo delle start-up,

cioè le aziende che partono dal nulla,

create da una persona sola o da un piccolissimo gruppo di persone,

che però si fondano su idee estremamente innovative di rompenti

e grazie a queste idee arrivano a realizzare in poco tempo

dei giganti economici di dimensioni mondiali.

Questo mito è stato inclinato solo leggermente

dalle rivelazioni che ci furono sul ruolo di Facebook

nella propaganda elettorale intorno al 2015-2016, se non sbaglio.

Ma la fiducia nella capacità di affermazione dell'individuo innovatore,

nel merito, nel genio del singolo,

capace di immaginare e realizzare trasformazioni industriali

e sociali clamorose, quello che ormai viene definito un visionario.

Questo mito ha avuto un ruolo determinante nel successo di Holmes,

che l'ha saputo sfruttare per attirare i finanziamenti.

Ci può fare un esempio di figure che hanno incarnato questo mito?

Sicuramente la prima che viene in mente è quella di Steve Jobs,

il cofondatore e poi rinnovatore della Apple.

Holmes sapeva benissimo che Jobs aveva incarnato il mito della Isiri Convalle

in modo quasi perfetto e lo aveva copiato perfino nell'estetica,

nel modo di presentarsi a partire dal famoso dolce vita nero

che Jobs indostava nelle presentazioni dei prodotti di maggior successo.

Nell'intervista alla CNBC che abbiamo sentito in apertura,

Holmes dice,

questo è quello che succede quando cerchi di cambiare le cose.

Prima pensano che si pazza, poi ti danno contro

e poi all'improvviso hai cambiato il mondo.

È un tipo di storia che fa ancora presa sulla Isiri Convalle

e di riflesso in buona parte del mondo ricco.

La storia di Holmes comincia all'università di Stanford a Palo Alto,

in uno dei luoghi simbolo della Isiri Convalle,

a cui è stato dedicato un libro uscito pochi mesi fa che si chiama Palo Alto.

Lo traducco una storia della California del capitalismo e del mondo.

Il libro è di Marco Merris e lo raccontiamo in uno degli articoli

sul numero di internazionale inedicola da oggi.

A Stanford, Holmes è allieva di Chenning Robertson,

un professore di energiegneria chimica che è il primo a credere

alle promesse della sua studente

e che sarà poi a capo del gruppo di consulenti tecnologici della Terra NOS.

È stato proprio Robertson, che dopo lo scandalo ha lasciato la sua cattedra,

a mettere Holmes in contatto con le personalità e influenzi della scienza

e della politica di cui abbiamo parlato,

fino ad arrivare appunto perfino a Eric Kissinger.

Lo stesso Carrero, l'autore dell'inchiesta che ha svelato lo scandalo,

ha spiegato in un'intervista al Guardian che questi contatti di Holmes

erano serviti a realizzare quella che l'autorità statunitense

per la supervisione delle attività finanziarie, la SEC,

chiama Affinity Fraud, che si potrebbe tradurre con truffa per prossimità,

che somiglia vagamente al nostro millantato credito,

anche se in realtà nel caso di Holmes non veniva millantato il credito,

ma l'efficacia della tecnologia.

È una storia che forse aiuta a capire che la presunta meritocrazia

tanto loggiata dalla cultura della Silicon Valley

nasconde invece una certa complicità a settaria tra milionari

e spesso molto pressa a pochismo.

Grazie per Francesco Romano.

Grazie a voi.

Il disco della settimana è consigliato da Alberto Notar Bartolo,

vice direttore di Internazionale.

Tra in 1770 e 1773 il giovane Mozart fece tre lunghi soggiorni a Milano.

Il Coro e l'Orchestra Ghislieri di Pavia, diretti da Giulio Prandi,

erano appena pubblicato Mozart in Milano,

un disco dedicato a quel periodo con la produzione sacra milanese di Mozart

e di altri musicisti attivi in città alla fine del 700.

Di Mozart troviamo il grande mottetto exultato e iubilate

e il meno noto mi si ricordi a Stony.

Composto a Monaco di Baviera, ma molto legato alla musica milanesa dell'epoca.

Poi c'è Johann Christian Bach, che in gioventù passò anche lui un periodo a Milano.

Infine, ecco Giovanni Andrea Fioroni e Melchior Rechiesa,

due compositori milanesi meno noti, ma comunque molto interessanti.

Coro-Orchestra Ghislieri, diretti da Giulio Prandi.

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L'appuntamento con il mondo è l'une di mattina alle 6.30.

Buon appetito!

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Sette donne hanno detto di essere state molestate per anni da Nick Cohen, opinionista del quotidiano britannico. La fondatrice ed ex amministratrice delegata della Theranos è entrata in carcere, dove ha cominciato a scontare una pena di 11 anni per frode.

Jennifer Guerra, giornalista e scrittrice
Pierfrancesco Romano, caporedattore di Internazionale


Video Rebecca Corbett: https://reutersinstitute.politics.ox.ac.uk/news/rebecca-corbett-her-role-editor-weinstein-story-metoo-not-same-thing-journalism

Video Theranos: https://www.youtube.com/watch?v=rGfaJZAdfNE&t=2s

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.