Il Mondo: Sarà il Kenya a guidare la missione di sicurezza dell’Onu ad Haiti. In Francia esplode la psicosi per le cimici dei letti.

Internazionale Internazionale 10/5/23 - Episode Page - 24m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli e questo

è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di una missione per la sicurezza ad Haiti e di cimici dei lettri e poi della

nuova copertina di Internazionale e di un'intervista.

È giovedì 5 ottobre 2023.

Una situazione il più seroso e più voce

Vi racconto della nostra determazione che questa missione

riguarda un voce divergente does工 in una storia..

...di Internazionale in Haiti.

Nel frattimo è amato soltanto per dare attenzione intorno del

zach sonore all'avito un evitamento proprio perche' the leadership of...

...both..

...i politici ed okten슬 Scotlanda drunk.

Ma anche la società dell'Asia.

di stabilità, sviluppo, e democrazione democratica

attraverso un framework politico,

abituato ed attraverso le persone di Haiti.

Ne parliamo con Camilla Desideri, editor di America Latina,

di Internazionale e Francesca Sibani, editor di Africa,

alla quale abbiamo chiesto di raccontarci i dettagli e della missione.

Il 2 ottobre, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha provato una risoluzione

che porterà, come è detta, la creazione di una missione internazionale

per ripristinare la sicurezza da Haiti.

La risoluzione è stata promossa da Stati Uniti e Ecuador,

in seguito a quella che è stata una richiesta esplicita del governo haitiano

di avere aiuto dall'estero per riportare la situazione nel paese sotto controllo.

La risoluzione ha ricevuto 13 voti a favore, nel Consiglio di Sicurezza,

mentre Cina e Russia si sono astenute,

ma almeno non hanno posto il veto dopo che sono state accettate alcune delle loro richieste.

La missione durerà un anno, è rinnovabile per altri 9 mesi,

e sarà guidata, per l'appunto, dal Kenya, che manderà un migliaio dei suoi poliziotti.

Maltri paesi contribuiranno, si pensa, la Jamaica a Barbados ed Antigua a Barbuta,

mentre gli Stati Uniti provederanno a finanziare l'avvio da una missione con una somma

che, secondo alcune fonti, è di 100 milioni di dollari, secondo altri 200.

In ogni caso, questa somma dovrà essere approvata dal Congresso,

mentre il Canada, che era un altro dei possibili candidati a guidare la missione,

fornerà semplicemente assistenza tecnica.

Praticamente, che cosa faranno queste forze ad Haiti?

Chi interverrà non avrà i tradizionali compiti affidati ai caschi blu,

nelle missione di Piscipin, perché non farà da forza di interposizione,

dal momento che non ci sono due belligeranti.

Dovrà, però, sorvegliare infrastrutture chiave come aeroporti, porti, ospedali.

Inoltre, dovrà coordinarsi con le forze locali per condurre delle operazioni anticrimine.

L'obiettivo, in ogni caso, è quello di creare le condizioni adatte

per organizzare delle lezioni credibili.

Camilla Francesca ci ha detto che la missione è stata approvata dal Consiglio di Sicurezza,

ma non opererà sotto la bandiera delle Nazioni Unite. Perché?

In passato, la missione di stabilizzazione a Haiti guidata dalle Nazioni Unite

è stata un disastro. La più recente è stata istituita nel 2004,

dopo che l'ex presidente Aristide fu destituito da un colpo di Stato

e aveva proprio la missione di stabilizzare la democrazia da Haiti.

Ma si è macchiata di crimini molto gravi.

Innanzitutto, i caschi blu dell'ONO sono stati accusati di violenza sessuale,

anche contro bambini, contro minorenni.

Poi c'è stato un episodio nel 2005 in cui vari caschi blu

hanno ingaggiato per ore uno scontrafuoco a Sitesso Leia,

che è la più grande baraccopoli di Haiti dove vivono circa 500.000 persone,

sparando decine di miliari di proiettili, uccidendo almeno 50 persone,

tra cui donne e bambini.

E per questo fatto, le Nazioni Unite non si sono mai scusate.

E poi c'è stata l'epidemia di colera, che è cominciata nel 2010,

ed è stata portata dai caschi blu nepalesi,

i quali hanno oggettato nel fiume Arti Boni deliquami dalla loro base,

inquinando quindi le acque del fiume.

L'epidemia ha causato quasi 10.000 vittime.

Come ha scritto il giornalista John Landerson in un articolo uscito

quest'estate sul New Yorker, nel 2017,

quando le Nazioni Unite hanno finalmente ritirato i loro soldati,

hanno lasciato tra gli Etiani la sensazione di essere stati completamente abbandonati

dalla comunità internazionale,

e un vuoto di sicurezza che è stato subito o riempito dalle bande criminali.

Abbiamo già parlato della situazione dramatica di Haiti

in questo podcast qualche mese fa, il 30 giugno.

Dall'ora che cosa è cambiato?

Purtroppo dall'ora non è cambiato nulla, se non forse impeggio,

nel senso che Haiti è il paese più povero delle Americhe

e ha una lunghissima storia di violenze e povertà,

di sassi naturali colpi di Stato, ingerenze politiche e straniere.

Ma la situazione che era già grave è precipitata negli ultimi anni,

in particolare dopo il luglio del 2021,

quando è stato ucciso il Presidente Jovenel Moise.

Adesso c'è un governo guidato dalla Presidente Adinterim,

Ariane Enri, che di fatto non ha nessun potere e nessuna autorità,

non è riconosciuto come legittimo dagli Etiani.

E soprattutto le bande criminali che da sempre erano state usate dai politici

per coptare il consenso hanno dilagato

e oggi controllano quasi tutta la capitale Port au Prince

e intere zone del paese creando una situazione

per cui non ci si può muovere da una parte all'altra di Haiti

e addirittura da un quartiere all'altro.

Le scuole hanno chiuso, negozi, bar, ristoranti, banche,

anche l'economia informale su cui si leggeva il paese

è completamente paralizzata.

Ci sono sparatorie, linciaggi, violenze,

danni soprattutto delle donne.

Dall'inizio dell'anno, secondo un rapporto delle Nazioni Unite,

sono state uccise più di 2.500 persone,

950 sono state rapite e altre 900 ferite.

La situazione è quindi assolutamente drammatica

e proprio per questo è necessario che delle elezioni trasparenti

si svolgano il prima possibile,

anche perché al di là del Presidente, che non ha nessuna autorità,

a Haiti non ha più nessun parlamentare letto,

quindi di fatto governa l'anarchia.

Francesca, il via libera del Consiglio di Sicurezza

è arrivato dopo mesi di discussioni,

anche perché, come ci diceva Camilla,

le esperienze precedenti di missioni internazionali ad Haiti

sono state fallimentari.

Perché il Keny è accettato di prendere il comando?

Un primo motivo può essere che per il Presidente Kenyano,

William Ruto, partecipare a questa missione,

è sicuramente un'occasione per aumentare il suo prestigio all'estero,

per proiettare un'immagine di Kenya come potenza africana di domani,

quindi un Paese che si mette quasi sullo stesso piano delle grandi potenze.

Ricordo che Ruto, quando ha annunciato pubblicamente la missione,

ha usato delle parole piuttosto cariche,

ha parlato di un impegno di solidarità e a favore dell'umanità,

e vuole fare giustizia per il popolo di Haiti,

che, e qui è sottinteso, come il popolo Kenyano,

ha subito il giogo e la spogliazione coloniale,

così come lo sfruttamento coscoloniale.

Quindi assistiamo a quello che vuole essere presentato

come uno slancio di solidarietà verso Paesi in difficoltà,

ma che tutto sommato appartengono in un certo senso allo stesso gruppo.

La decisione del governo Kenyano allo stesso tempo

viene presentata come una naturale conseguenza

del fatto che il Kenya è già stato impegnato

in tante missioni di peacekeeping dal Somalia,

al Sudano, ancora nella Repubblica Democratica del Congo.

E per questo le sue forze sono titolate

a intervenire anche in altre parti del mondo,

come per esempio i Caraibi.

Infine c'è la spiegazione forse più pragmatica di tutte

che emerge da alcune ricostruzioni pubblicate sulla stampa internazionale

che vuole il Kenya come, diciamo, partner

che ha accettato una richiesta degli Stati Uniti

che sono loro stretti alleati

e che erano la ricerca di un Paese che guidasse questa missione

ma che non fossero gli Stati Uniti.

E non è un caso che pochi giorni prima del voto sulla risoluzione,

Washington e Nairobi abbiano firmato un importante accordo di difesa.

Quindi Camilla, qual è il ruolo degli Stati Uniti?

Come diceva Francesca poco fa,

Washington fornirà sicuramente un aiuto economico e supporto logistico

ma non si è assunta il comando della missione internazionale

e ne manderà suoi soldati.

Bisogna ricordare che il ruolo politico degli Stati Uniti ad Haiti

è sempre stato forte,

ma non sempre ha prodotto risultati positivi.

Anzi possiamo sostenere tutto il contrario.

Ci sono state ingerenze, interventi militari

ma anche gli aiuti forniti dopo il terribile terremoto del 2010

che sono stati faldimentari

e anzi hanno destabilizzato ancora di più il Paese.

Bisogna poi ricordare che sicuramente Haiti

ma in generale tutta l'America Latina

non è una priorità geopolitica per l'amministrazione Biden

e anche se sicuramente suo interesse è quello di ridurre i flussi migratori

che hanno ricominciato a crescere soprattutto di migranti

che partono da Haiti

ma anche altri Paesi dell'America centrale

e che poi attraversano il Messico

e cercano di entrare negli Stati Uniti dal confine meridionale.

Quindi sicuramente un interesse politico di Washington

affarsi che la situazione a Haiti possa in qualche modo stabilizzarsi.

Per stabilizzare la situazione Francesca

il Kenya userà degli agenti di polizia non dei soldati.

Saranno a altezza del compito.

Partiamo dalla premessa che anche in Kenya questa missione

ha suscitato molte interrogative, molte critiche

anche da parte di personalità importanti che l'hanno definita illegale

e possibilmente molto complicata

anche a partire dal semplice fatto che

gli agenti keniani parlano inglese

mentre invece la popolazione haitiana parla francese.

Un altro elemento problematico invece è proprio

il fatto che il Kenya mandi dei poliziotti.

Purtroppo la polizia keniana ha una reputazione pessima

le organizzazioni per i diritti umani attive nel Paese

ne denunciano spesso gli abusi,

l'uso eccessivo della forza, l'impunità e la corruzione estremamente diffusa.

Un periodo estremamente buio è stato quello della pandemia

quando la polizia era protagonista quasi ogni giorno

di notizie di un uso della forza eccessivo

contro le persone che violavano le regole sul distanziamento e il lockdown.

Quelli erano solo esempi molto frequenti

ma le violazioni commesse dalla polizia keniana sono all'ordine del giorno

e questa non è una buona premessa

per una missione di stabilizzazione

che dovrebbe portare la pace in un Paese.

In tutto questo Camilla, la popolazione di Haiti,

cosa dice, come vede questo intervento?

Credo che la popolazione di Haiti nutra poca speranza

e sia soprattutto concentrata a sopravvivere.

Cioè ricordiamo che c'è una crisi umanitaria molto grave,

circa 5 milioni di persone,

su un totale di poco più di 11 soffrono la fame

e anche le esperienze del passato portano la popolazione a essere sfiduciata.

Probabilmente, come ha scritto il Guardian,

molto dipenderà da quanto questa missione riuscirà a coinvolgere

in modo attivo gli Haitiani

e quindi a permettere loro di guidare in prima persona

un cambiamento significativo nel proprio Paese.

Grazie a Camilla Desideri.

Grazie a voi.

Grazie a Francesca Sibani.

Grazie a voi.

Ma Isa Moroni, foto editor di Internazionale,

racconta la copertina del nuovo numero.

Il dibattito sull'intelligenza artificiale

tende a concentrarsi sui rischi,

pregiudizie e discriminazioni a causa degli algoritmi,

perdita di posti di lavoro e perfino l'estinzione dell'umanità.

Ma mentre alcuni osservatori si preoccupano di questi scenari dystopici,

altri si concentrano sui potenziali vantaggi.

L'intelligenza artificiale sostengono potrebbe aiutarci a risolvere molti problemi,

soprattutto velocizzando radicalmente il ritmo delle scoperte scientifiche,

in settori come la medicina, la climatologia e la tecnologia verde.

Ma chi ha ragione?

La risposta è negli articoli che pubblichiamo questa settimana,

usciti sul settimanale britannico di Economist,

e per cui abbiamo chiesto al fotoillustratore Doug Chaika

di realizzare per noi un'immagine che tenesse insieme l'intelligenza artificiale e la scienza.

Un vaso di fiori, dove però il vaso è un ampolla dal laboratorio,

rivestita di circuiti informatici, e i fiori sono delle molecole molto colorate.

Intelligenza artificiale, la nuova rivoluzione scientifica,

è la copertina di internazionale di questa settimana.

L'interningere ad Cookies

C'è contained un flashing, o il St. Claude Fontini vorrai venire nel stagionale?

ITTI

Peut-être non ont-il pas accé a tous les services comme les autres?

Est-ce que c'est lié à cela?

Nelle ultime settimane, a Parigi e in tutta la Francia,

si sono moltiplicate le segnalazioni di punture di cimici dei letti,

un piccolo insetto che si annida tra l'enzola e punge gli esseri umani.

Questo ha generato un'ondata di panico tra la popolazione,

per quella che sembra essere un'infestazione molto diffusa.

E sui social media stanno circolando voci e video

di presulte invasioni di cimici negli ospedali, nei cinema e su mezzi pubblici.

C'è perfino che instrumentalizza la situazione,

come il giornalista televisivo Pascal Pro,

che avete sentito in apertura e che è arrivato a suggerire

che la diffusione delle cimici sia un effetto della scarsa igiene degli immigrati.

Ma mentre il governo annuncia misure di emergenza,

è ancora difficile capire quanto si tratti di un effettivo picco

e quanto invece sia imputabile una phobia di massa per un fenomeno che non è nuovo.

Ne parliamo con Gianumberto Acinelli, entomologo e scrittore,

che quest'anno ha pubblicato Verde come l'Italia per il battello a vapore.

Sono delle cose vere e c'è un fenomeno di massa.

È vero che la popolazione delle cimici deletti sta aumentando,

ma sta aumentando da tanti anni, è iniziata negli anni 50, negli Stati Uniti d'America,

poi si è diffuso in Australia, in tutti i paesi anglofani

e poi è arrivata anche così, nell'Europa continentale.

Ora ce ne sono tante di cimici deletti, ce ne sono in Francia, ce ne sono in Germania,

ce ne sono tante in Italia.

La bolla mediatica è semplicemente scoppiata, c'è del panico,

però sicuramente si basa su un fatto vero.

Che tipo di insetti sono le cimici deletti?

Possono diventare effettivamente un problema di salute pubblica.

Le cimici deletti sono animali ematofagi,

cioè si nutono di sangue, escono di notte dagli affratti da loro rifugi

e pungono le persone spesso nelle cosce, nei gluti e in pancia

e possono dare delle irritazioni,

decisamente più gravi rispetto, per esempio, a quelle delle zanzare.

Fortunatamente sembra che non veicono delle malattie,

quindi sono meno da questo punto di vista pericolose le zanzare,

però certo, sono un problema di salute pubblica.

E perché si assiste a una esplosione,

seppur già da qualche anno, di questi insetti nelle grandi città?

Le cimici deletti sono figlie del progresso,

perché da una parte amano l'eterna primavera delle nostre case

e dall'altra amano viaggiare con noi.

Noi siamo degli animali, una specie che si sposta velocemente

da un capo all'altro del mondo

e le cimici deletti se ne approfittano.

Si insidiano, si infiltrano i nostri vestiti, le nostre valigie

e si spostano una città all'altra.

In più, dato che abbiamo ignorato con gli insetticidi,

l'abbiamo cercato di debberlare con gli insetticidi per anni e anni,

abbiamo indotto una resistenza agli insetticidi

e quindi queste non muoiono più a causa dei pesticidi.

Ha fatto molto discutere una domanda del giornalista televisivo Pascal Pro

che ha ipotizzato che la presunta invasione di cimici in Francia

sia una conseguenza della scarsa igiene degli immigrati.

Al di là del contenuto inacceptabile di quest'uscita,

la presenza di questi insetti è effettivamente collegata a livello di igiene?

No, l'igiene non c'entra niente.

Le cimice deletti si nutrono di sangue

e amano in particolare, tra tutto, il sangue del mondo animale, il nostro.

E quindi cercano di entrare nelle nostre case, di pungere proprio noi.

Quindi non c'entra assolutamente niente l'igiene.

Anzi, spesso sono più diffuse nelle città europeo-americane,

proprio perché noi viaggiamo tanto

e proprio perché nelle nostre case ci sono delle situazioni

microclimatico ottimali per loro.

Le città dove c'è un movimento di persone sono generalmente le più colpite.

Per esempio in Italia, Milano, Roma, Firenze,

sono le città con una maggiore frequenza abbondanza di questi insetti.

Parlando dell'Italia, è un confronto con la Francia?

Qual è? Cioè da noi non viene avvertita come un'emergenza,

ma ci sono le cimici deletti?

In Italia ci sono, sono molti diffuse, forse tanto quanto la Francia,

solo che, stranamente, se ne parla meno.

Quali sono i modi per debbellare o addirittura prevenire

l'arrivo delle cimici deletti? Ci sono?

Sì, ci sono dei modi.

Per esempio, quando si ritorna da un viaggio,

pulire tutti i vestiti e possibilmente anche alla valigia,

a temperature superiore ai 60 gradi.

Se invece le troviamo in casa, dobbiamo chiamare un tecnico,

una vita specializzata, che da una parte riesce a scovare

gli anfrati dove si nascondono,

e dall'altra li riesce a debbellare e a uccidere

con mezzi fisici, come l'anide carbonica o l'azzotto,

mai con gli insetticili.

A livello pubblico può o è così in qualche modo incentivare,

favorire, insomma, gli interventi privati

di queste persone nelle case,

oppure intervenire negli ospedali,

nei luoghi pubblici dove queste cimici ci sono.

Oltre le cimici dei letti, quali sono gli insetti

che stanno creando problemi in Europa

e che potrebbero diffondersi più del previsto?

Ci sono le zecche in Germania,

le zecche non sono degli insetti, sono degli achari,

ma sono anche loro degli animali hematophogici,

cioè si nutrono di sangue,

e questi si stanno diffondendo un po' in tutta Europa,

e quindi arriveranno anche in Italia.

È un animale che si infiltra nelle zone più nascose

nel nostro corpo, spesso lingui nelle ascelle,

e succhi al sangue,

perché lui rimane attaccato al nostro corpo

e si gonfi e inizia a sutiare il sangue,

e debbellarlo è molto complesso.

Poi ci sono anche, queste sono gli insetti,

anche la scabbia,

che sembrava così un animale ormai scomparso,

e anche questo invece si è ripresentato

proprio nei luoghi con maggiore benessere

come la Germania e la Francia.

Grazie Gianumberto Cinelli.

Grazie a voi.

Gaia Berruto, che scrive la rubrica

in rete su Internazionale,

segnala un video su YouTube.

Forse in pochi ricordano il suo nome,

ma da giugno Linda Iaccarino

è la ministratrice delegata di EX,

l'azienda di Elon Musk, prima conosciuta come Twitter.

Sul canale YouTube di The Verge,

è possibile recuperare l'intervista

che Iaccarino ha realizzato qualche giorno fa

durante una conferenza.

Il reporte del riuscite,

Mike Isaac, la definita una delle interviste

più mediocria a un dirigente che io abbia mai visto.

Il motivo è semplice.

Iaccarino ha dato l'impressione di non sapere

cosa annuncia il proprietario, Elon Musk,

e quali siano i piani della società per il futuro.

Così, quando la giornalista li ha chiesto un commento

sulla volontà di imporre un pagamento a tutti gli utenti,

la manager è sembrata quasi persa.

Sicuramente non ha aiutato che a un certo punto

mostrasse il suo telefono e sulla prima schermata

fra le tante app non comparisse quella di ex,

che la dirige.

Per vedere l'intervista integrale,

cercate su YouTube il canale di The Verge.

Titro del video,

l'Iaccarino da Elon Musk, ex e herself,

et code 2023.

L'appuntamento con il mondo è do mattina alle 6.30.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

L’obiettivo è aiutare la polizia haitiana a contrastare le bande criminali che hanno fatto precipitare Haiti nel caos. Nelle ultime settimane a Parigi e in tutta la Francia si sono moltiplicate le segnalazioni di punture di cimici dei letti, un piccolo insetto che si annida tra le lenzuola e pizzica gli esseri umani.


CON
Camilla Desideri, editor di America Latina di Internazionale
Francesca Sibani, editor di Africa di Internazionale
Gianumberto Accinelli, entomologo

LINK
Il discorso di Ruto: https://www.youtube.com/watch?v=87kZ2tdHj3k

L’articolo di Jon Lee Anderson: https://www.newyorker.com/magazine/2023/07/24/haiti-held-hostage

Video Francia: https://tvmag.lefigaro.fr/programme-tv/actu-tele/j-ai-ete-insulte-harcele-diffame-pascal-praud-reagit-a-sa-question-polemique-sur-l-immigration-et-les-punaises-de-lit-20231002

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.