Il Mondo: Re Carlo potrebbe sorprendere tutti. Perché l’intelligenza artificiale preoccupa i suoi stessi inventori.

Internazionale Internazionale 5/5/23 - Episode Page - 25m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo dell'incoronazione di Carlo D'Inghilterra e del dibattito sull'intelligenza artificiale, e poi di i droni armati e di una serie di busta atunitense.

È venerdì 5 maggio 2023.

Il discorso di Carlo D'Inghilterra

Questa è il discorso con cui Re Carlo III di Inghilterra si è rivolta alla nazione all'indomani della morte della regina Elisabetta II, avvenuta l'8 settembre dello scorso anno.

Carlo è diventato Re in quella stessa data, ma la cerimonia ufficiale per la sua incoronazione si terrà il 6 maggio nella bazziera di Westminster.

Ne parliamo con John Foot, storico britannico che ha da poco pubblicato per la terza il saggio gli anni neri.

L'abbiamo raggiunto a Bristol per sapere che Aria si respira la vigilia di questo passaggio importante per la monarchia britannica.

Abbastanza sotto tono tutto. Non c'è molto per strato, non ci sono bandiere di quella che ho visto particolarmente.

Quindi è un po' strano, perché questo è il primo coronazione nella vita di tantissima, la grandissima mangiuranza dei britannici.

Neanche nel mio giornale in TV si è parlato moltissimo, in confronto con la morte della regina, è abbastanza chiaro.

Quello aveva un impatto fortissimo su tutta la società, anche quelli ripublicani, non ripublicani comunque, hanno una cosa molto sentita o discusso parlato, qui molto meno.

C'è un sondaggio pubblicato dalla BBC nei giorni scorsi che ha rivelato un dato preoccupante per la corona.

E cioè che per la prima volta la maggioranza dei giovani che hanno tra 18 e 24 anni si sono detti a favore di un capolistato eletto.

C'è un dibattito in corso sul futuro della monarchia all'interno delle opinioni pubbliche britanniche?

Molte difficile tariare uno spazio, anche piccolo, per una discussione sull'istituzione stessa, sul ruolo, come funzione, come finanziato, come il potere che ha.

Perché la monarchia britannica ha ancora un grandissimo potere nello Stato e non è solo una cosa formale o di facciata.

Ogni legge firmato del re, il re, ha un grandissimo influenza, incontro ogni settimana il primo ministro, eccetera eccetera eccetera.

Però lo spazio per questa discussione è molto ridotto. C'è questo grande contrasto nella società, una grande discussione, un grande cambiamento di opinioni, sembra.

È l'establishment di cui non si parla mai di queste cose.

Ma secondo te, tra le facce di popolazione più giovane, che poi sono quelle di cui parla il sondaggio della BBC, ci può essere stato un effetto anche della vicenda di Harry e Meghan?

Sicuramente non solo quello, però quella vicenda che è molto complicato, ha sicuramente avuto un impatto non solo sui giovani, ma anche su tanti altri.

La crisi della famiglia reale è un lungo crisi. Non è una crisi di ieri o di Meghan e Harry o così via.

È una lunga crisi di scandali di una famiglia che, a parte della regina, è questa l'importanza della morta della regina.

È una famiglia che erano diventati della celebrità, delle personaggi di gossip, personaggi coperte di una serie di scandali.

E la regina stava sopra tutto questo. Senza di lei, secondo me l'istituzione fatica molto a essere un istituzione trattato con rispetto e sopra le parti,

in cui la regina era riuscita in un certo modo di stare sempre fuori nell'immagine pubblica di polemica politica, scandali e così via.

Ma questo senza di lei è molto molto difficile e che tutte queste cose sono dimenticate.

Parlando proprio della figura di Elisabetta, noi qui da fuori il vostro Paese siamo abituati a vederla come una figura popolare che ha dato stabilità e continuità alla corona.

Ma è davvero così? Cioè, come è cambiata la monarchia durante il lungo regno di Elisabetta II?

Lei è stata una presenza costante nella vita della persona, molto ritirato da tutta la vicenda che, come ho detto, ha copito la famiglia sotto, che sicuramente è entrato in crisi.

Quindi anche in certo senso popolari fari pubblicani, ma da un altro epoca, un altro tipo di mondo, lei veniva da un altro mondo proprio e ha sopravvisuto a tutto.

Molto lei l'istituzione è un po' smascarato in certo senso.

Non ha più questa coppatura della figura costante sempre lì, ha creato benissimo un mito che una persona che lavorava per noi

sarà molto più difficile per la famiglia reale di Elisabetta II.

Un altro tema di cui si dibatte in questo periodo, soprattutto visto che i britannici, come molti europei affrontano un forte aumento del costo della vita, è quello dei costi della monarchia e anche la ricchezza del suo patrimonio.

C'è un cambiamento dell'opinione pubblica anche su questo aspetto secondo te?

È difficile dire in generale. Sicuramente c'è molto più conoscenza.

C'è la questione del Pesimo Augusto, perché il Gran Britannia adesso sta vivendo un momento di costo della vita che è dramatico, con gente che non hanno proprio da mangiare.

C'è questo deposit di cibo e food banks dove la gente va che non hanno abbastanza roba in casa per dare a mangiare i loro figli.

È un muto in espansione incredibile negli ultimi anni. C'è molta gente che ha fatica di pagare le bollette.

Qui avremo un ceremonio certo un po' ridimensionato, ma comunque di un grandissimo costo.

Anche già per la sicurezza si parla di cento, di milioni di sterile, solo per la sicurezza, solo di qual giorno.

Quindi c'è questa questione di immagine in questo momento.

E anche se Carlo è un po' più in linea con il pubblico in un certo senso più della regina, comunque la ceremonia sarà molto strano in questo senso.

Sui soldi, sì, c'è stato molto in chieste giornalistica.

Io non credo che hanno avuto un grandissimo effetto tutt'ora nella posizione del pubblico.

Però c'è questo gap fra la vita nomale della persona e alla vita della famiglia reale.

E poi c'è anche la riflessione storica sul colonialismo che in questo momento viene fatta in Gran Bretagna e non solo, e anche su eventuali riparazioni.

Secondo te in che modo questo dibattito coinvolge la monarchia britannica?

Devo dire che Carlo, che è un persona, secondo me, molto intelligente, che anche è stato, si dice, iscritto al patito laborista quando ero studente.

E anche su questioni ambientali è abbastanza interessante sui posizioni.

È stato abbastanza interessante su posizioni su questa cosa.

Ha chiesto scusa. Non è fuori del mondo su questo temi.

Però diventa sempre più difficile per la famiglia reale di fare finita di niente.

Loro per tanti anni sono andati in giro nel mondo e sono state acclamati dalla folla.

Ma questo non è più possibile, perché la conoscenza del passato è sempre più forte.

C'è la gita in Gemaica di William Gates che è stato un disastro da questo punto di vista,

perché c'è stata un'incapacità di capire il problema, non solo era scuovito, ma dell'impero in generale.

Quindi questa è una questione che sarà sempre più presente secondo me.

Per concludere, vorrei parlare proprio di Carlo.

Da qui abbiamo l'impressione che non sia una figura altrettanto popolare e carismatica come sua madre.

Secondo te, sarà un re debole?

In confronto di lei sarà sicuramente debole, nel senso che non ha questo senso di essere fuori di tutto.

Poi lui è stato coinvolto nei scandali, nel gossip, nel love story, nel disastro di Diane, eccetera.

Lui è stato ovviamente direttamente parte di queste cose che hanno coperto le pagine giornali per anni e anni e anni.

Comunque, come persona, secondo me sarà un re molto più interessante di lei.

Come ho detto, lui ha delle posizioni sull'ambiente, su alcune cose che sono interessante, sono molto più moderne di tanti altri.

Quindi sarà, secondo me, molto interessante vedere come lui così comporta, anche nel senso politico,

in confronto di lei che non prendeva mai posizione politica.

Però ha tante difficoltà di essere dopo di lei, il fatto che ha aspettato così tanto.

Secondo me sarà un re moderno e questo senso era ora, è l'unico modo per cui questa istituzione potrebbe sopravvivere al futuro,

è di modernizzarsi, è di tirarsi fuori di questi poteri che ha.

Vedere un esempio assurdo che succede ancora.

Quando il governo nuovo in Ingotterra fa un programma, il re, o la regina, va in Parlamento, le legge a opto voce e devanzi parlamentari.

Queste cose sono residue di federalismo che non esistono in un stato moderno.

E quindi sarebbe bello di tirarsi fuori di tutte queste cose e di modernizzare lo stato inglese.

Grazie, John Fult.

Grazie mille.

IACO POZANCHINI

IACO POZANCHINI, vice-direttore d'internazionale, racconta l'ultimo video pubblicato sul sito.

Mentre il mondo si interroga su chi possa essere l'autore del misterioso attacco con i droni del 3 maggio al Kremlin

e mosca accusa Kiev di voler uccidere Putin e ne approfitta per aumentare i suoi bombardamenti sulle città Ukraine,

i droni armati si confermano tra i protagonisti del conflitto.

Oltre a quelli felinti sul Kremlin, ci sono i droni kamikaze Shahad di fabbricazione iraniana usati dai russi contro le città Ukraine.

La maggior parte viene intercettata, ma i pochi che vanno a segno provocano vittime e danni.

Veicoli da combattimento senza pilota e robot killer sono però sempre più usati sui campi di battaglia di tutto il mondo,

non solo in Ucraina, e i progressi nella robotica e dell'intelligenza artificiale stanno rendendo queste armi sempre più potenti e raffinate.

Il video del Guardian, che pubblichiamo sul nostro sito tradotto in italiano, spiega come funziona questo tipo di armi

e perché la loro diffusione preoccupa le Nazioni Unite e addirittura alcune imprese del settore della robotica.

Are we close to the computers coming up with their own ideas for improving themselves?

Yes, we might be.

And then it could just go fast.

That's an issue, right? We have to think hard about how to control that.

Yeah, can we?

We don't know, we haven't been there yet, but we can try.

That seems kind of concerning.

Yes.

You're seen as like a godfather of this industry. Do you have any concern about what you've wrought?

I do a bit, on the other hand, whatever's gonna happen is pretty much inevitable.

In questa intervista a una tv statunitense di un mese fa, il ricercatore ed esperto d'intelligenza artificiale Geoffrey Inton

si dice preoccupato per la possibilità che le macchine diventino talmente intelligenti da non essere più controllabili dagli esseri umani.

Il primo maggio, Inton si è dimesso da Google, dove lavorava da 11 anni.

Nato nel 1947 è stato uno dei primi ricercatori nel campo dell'intelligenza artificiale, dedicando alla sua vita allo studio delle reti neurali.

Ha spiegato che si è dimesso per poter parlare liberamente dei rischi dell'intelligenza artificiale senza danneggiare Google.

La sua voce si unisce a quella di altri esperti del settore che sono preoccupati per le conseguenze che lo sviluppo di questa tecnologia può avere sul futuro dell'umanità.

Ne parliamo con Pier Francesco Romano, capo redattore di Internazionale.

Geoffrey Inton, britannico dinascita, lavorato a Cambridge, è una delle figure di riferimento nel campo dell'intelligenza artificiale di cui è considerato un padrino.

Ha lavorato in California a lungo, ma poi ha scelto la cittadinanza canadese per prendere le distanze in un certo senso dall'invadenza dei programmi militari nella ricerca statunitense.

Insegna ora all'università di Toronto e ha lavorato per un decennio a Google nella divisione che si occupa di apprendimento automatico,

che è uno dei suoi settori di specializzazione del settore nel quale ha messo appunto insieme a due dei suoi studenti un algoritmo considerato poi fondamentale per l'ardestramento delle reti neurali artificiali.

Uno dei due studenti era Ilya Satskever, che è uno dei fondatori della OpenAI.

Nell'intervista a New York Times in cui ha annunciato le sue dimissioni, Inton ha detto che fino all'anno scorso era tranquillo,

pensava che gli esseri umani sarebbero stati in grado di gestire questa nuova tecnologia, ma poi ha cambiato idea all'anno scorso,

quando c'è stata un'improvvisa accelerazione nello sviluppo dell'intelligenza artificiale. C'è aiuti a ricostruire questa corsa?

Allora, l'accelerazione avviene più o meno nell'autunno dell'anno scorso, quando la OpenAI, una delle aziende adesso più famose nel campo dell'intelligenza artificiale,

rilascia prima d'alli un software per la creazione di immagini e poi ci ha GPT, che è un software che fa conversazione sembrando quasi un esser umano.

Questo spinge altre grandi aziende del settore della tecnologia, come la Meta, a rilasciare al pubblico una sua versione di un software conversazionale,

come Galactica, che commette però grossi errori e viene subito ritirato, attira però gli investimenti della Microsoft,

che aveva già dato un miliardo di dollari a OpenAI e a gennaio del 2023 fa un ulteriore finanziamento di 10 miliardi di dollari.

Già GPT viene integrato in Bing, motore di ricerca della Microsoft e quindi Google rilascia il suo software di intelligenza artificiale, che si chiama BARD,

che ha un inizio un po' zoppicante, ma cerca di contrastare l'avanzata di Bing.

Nel frattempo cominciano i problemi, Stability AI, un'azienda che ha prodotto un software per la creazione di immagini,

viene denunciata dagli artisti per violazione dei diritti d'autore e un'inchiesta di time rivela che la OpenAI ha pagato a dei lavodettori cheniani

meno di due dollari allora per fargli revisionare il materiale che fa funzionare Già GPT.

A marzo comunque Già GPT esce nella sua quarta versione.

Inton non è il primo a mettere in guardia sui rischi dell'intelligenza artificiale,

alla fine di marzo un migliaio di scienziati e esperti del settore hanno firmato una lettera in cui chiedevano di rallentare,

di sospendere per sei mesi lo sviluppo di questa tecnologia.

Tra i firmatari ci sono Elon Musk, uno dei fondatori di OpenAI e alcuni ricercatori di DeepMind,

quelli che si occupano di intelligenza artificiale a Google.

Insomma, sono gli stessi creatori dell'intelligenza artificiale o quelli che ci hanno investito all'inizio ad avere paura adesso?

Cosa è cambiato?

Fundamentalmente è cambiato che questi software hanno avuto un successo che nessuno si aspettava,

il fatto che 100 milioni di persone nel giro di pochi mesi e il numero sta crescendo.

Si siano divertite a sperimentare tutto quello che si può fare a chiaramente creato scompiglio nell'industria.

Innanzitutto c'è una preoccupazione di tipo industriale,

molte delle persone che hanno firmato la lettera dei mille, chiamiamola così, hanno interessi materiali nella questione.

Prima di tutti Elon Musk, il quale tra i vari commenti che ha fatto sull'intelligenza artificiale ha detto che

fare ricerca in questo campo è molto più pericoloso che mandare in giro delle macchine senza conducente.

Alludendo chiaramente alla Tesla, la sua azienda che ha brutto record di incidenti di percorso, veri incidenti.

È cambiato poi che la consapevolezza così diffusa di tutto quello che questi software possono fare ha fatto crescere e diffondere anche le preoccupazioni.

Non solo delle istituzioni, ma anche degli stessi ricercatori che fino a quel momento pensavano di lavorare in un ambito protetto,

il fatto che le prime versioni di questi software che oggi siamo usando tutti quanti fossero state rilasciate soltanto a piccoli gruppi selezionati,

ci dice proprio questo, che all'inizio erano le stesse aziende a rendersi conto che i punti deboli di questi software, di queste tecnologie sono tantissimi e quindi anche i rischi connessi.

Quando però un'azienda più giovane e più spericolata come la OpenAI ha capito che per fare un salto di livello senza poi spendere troppi soldi,

aveva bisogno di una platea di utenti gigantesca e quindi ha deciso di lanciarsi sul mercato anche spinta dalla concorrenza, questo ha fatto la differenza.

A cosa serviva avere più utenti?

Avere più utenti permette di aumentare, migliorare in qualche modo l'allenamento, così viene chiamato, di questi software.

Più sono le persone che lo usano, più è facile rendersi conto di cosa funziona davvero e di quali sono invece i limiti su cui bisogna lavorare.

Ci può fare qualche esempio concreto dei rischi a cui potremmo andare incontro, dei rischi di cui parlano questi esperti?

Una delle cose più facili a cui pensare è la fotografia di Papa Francesco con il più o meno alla moda,

che era un clamoroso falso che ha fatto immediatamente il giro del mondo.

Quando i software riescono a creare dei falsi così verosimili, i cosiddetti deepfakes,

è chiaro che c'è un problema per esempio di disinformazione che salta immediatamente agli occhi di tutti.

Ci sono poi altri rischi che è più difficile valutare.

Tra gli scettici dell'intelligenza artificiale, c'è un sociologo che si chiama Aaron Benanov, che ha scritto sul New Statesman,

un articolo ricordando come nel 2013 c'era stato molto scalpore per una ricerca che diceva che nel giro di 10 anni i robot avrebbero fatto sparire il 47% dei possi di lavoro.

Adesso il 10 anni è passato dal 2013, siamo nel 2023, il problema semmai è che non si trovano abbastanza lavoratori

per coprire tutti i possi di lavoro a disposizione, almeno questo succede negli Stati Uniti.

È vero che queste tecnologie sconvolgono radicalmente anche il mondo del lavoro, cosa succederà davvero e troppo presto per dirlo.

Abbiamo parlato degli scettici, ma ci sono anche degli entusiasti tra gli esperti, persone che pensano che invece questi pericoli siano esagerati?

Forse gli scettici sono quelli con il pensiero più lucido perché capiscono quale può essere la vera utilità a prescindere

da tutta la fanfare suonata dalle aziende che hanno interessi economici nel campo.

È vero che questi software fanno cose eccezionali per cui i più entusiasti sono gli utenti, quelli che ci giocano,

ma anche molti giornalisti che stanno scoprendo strumenti molto utili.

C'è un aggregatore di notizie che si chiama Artifact, che usa l'intelligenza artificiale per esempio per fare riassunti delle notizie

che siano comprensibili da bambini delle elementari.

È una cosa meravigliosa che ci sembra complicatissima, in realtà è uno strumento molto semplice da mettere appunto

perché i bambini conoscono poche parole rispetto a un adulto.

Quindi si tratta solo di dire al software che non può usare più di tante parole, che sono quelle del vocabolario di base,

probabilmente che aveva indicato Tullio De Mauro e quindi con un massimo 5.000 parole bisogna spiegare la geopolitica.

Farlo fare a una macchina sembra una cosa strabiliante, dovrebbe essere un esercizio invece che tutti i giornalisti dovrebbero poter fare

certo il software lo fa in una frazione di secondo.

Però l'impressione in effetti è proprio quella che hai detto, cioè che siamo di fronte né una semplice processo tecnologico,

ma qualcosa di più grande.

Sì, sembra strabiliante perché queste versioni dell'intelligenza artificiale fanno qualcosa di clamoroso,

cioè usano il linguaggio verbale e sembrano produrre arte tra virgolette, almeno arte visiva.

Creano immagini e creano frasi, testi, poesie, fanno riassunti, ma possono dare il seguito in inizio di romanzo,

delle cose che non avremmo mai pensato che una macchina potesse fare perché li associiamo fondamentalmente alla creatività degli esseri umani.

In realtà non sarà per queste cose che questa tecnologia sarà veramente utile.

Il software DeepMind della Google che è stato usato per creare un programma capace di battere il campione mondiale di un gioco da tavolo che si chiama Go,

è lo stesso software che viene usato per analizzare la struttura delle proteine,

permettendo progressi nel campo medico molto più rapidi di quelli che abbiamo potuto immaginare fino a ora.

Un'altra intelligenza artificiale che si chiama Builder.ai, riesce a scrivere codici per un software 6 volte più rapidamente di qualunque programmatore,

almeno questo di chiara l'azienda che lo produce, e ha un costo del 70% più basso.

Questi strumenti saranno quelli che veramente probabilmente si imporranno e stravolgeranno il nostro modo di lavorare, di vivere, di relazionarci forse con gli altri,

perché avremo forse una vita migliore grazie a questi strumenti, ma non perché ci scriveranno delle poesie.

E poi, se volessimo ascoltare gli avvertimenti degli scienziati più preoccupati, sarebbe davvero possibile sospendere la ricerca sull'intelligenza artificiale? Che senso avrebbe?

Qui posso dire solo quello che penso io, sembra probabile innanzitutto perché le aziende più grandi hanno sempre trovato il modo di agilare queste regole,

e quindi forse sospendere o mettere leti potrebbe paradossalmente far finire nell'ombra qualcosa che è meglio che sia la luce,

è un po' la filosofia dell'open source, è meglio se tutti hanno gli occhi su quello che succede, piuttosto che se qualcuno lo faccia di nascosto da qualche parte.

E a parte gli colossi, poi ci sono piccole aziende che finora hanno spesso dimostrato di poter fare enormi progressi con un grande fantasia e innovazione,

e quelle comunque non sappiamo dove sono, non sappiamo come stanno lavorando, e probabilmente se ne fregherebbero di queste regole.

Grazie a Pier Francesco Romano.

Grazie a voi.

La serie della settimana è consigliata da Marta Russo, grafica di internazionale.

Having a beef with someone in inglese vuol dire litigare con qualcuno, avere uno scontro, e in effetti lo scontro è proprio il titolo in italiano della serie di Netflix Beef.

Una dei due protagonisti è Ali Wong, la fantastica comica statunitense di origine asiatica, che è già famosa per spettacoli di stand-up comedy come Baby Cobra e Hard Knock Wife.

Lei nella serie è un imprenditrice apparentemente pacifica e zen, ma segretamente frustrata.

L'altro protagonista è Stephen Yon, un operario tutto fare che cerca di dare un senso alla sua vita per non farla finita.

I due si incontrano litigando in un parcheggio di un centro commerciale.

Lei gli suona il Clarkson in modo rabbioso e da lì monta un duello infinito tra questi due sconosciuti, che sono accumulati solo dal fatto di essere insoddisfatti, frustrati e encazzati con la vita.

Lo stile della serie è un po' folle, demenziale, divertente, con una colonna sonora nostalgica degli anni 90.

E anche se lo fa con un tono surreale, Beef celebra l'umanità imperfette e disperata, e questo rende impossibile non provare empatia per i due protagonisti.

Beef, lo scontro, si può vedere su Netflix.

Buon appetito!

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Il 6 maggio Carlo d’Inghilterra sarà incoronato ufficialmente con una grande cerimonia nell’abbazia di Westminster. Il ricercatore ed esperto di intelligenza artificiale Geoffrey Hinton si è dimesso da Google per poter parlare liberamente dei rischi di questa tecnologia.

John Foot, storico britannico
Piefrancesco Romano, caporedattore di Internazionale

Video Carlo III: https://www.youtube.com/watch?v=aA-mbFTeIjs
Intervista Geoffrey Hinton: https://www.youtube.com/watch?v=qpoRO378qRY
Video sui droni: https://www.internazionale.it/video/2023/05/04/droni-robot-guerra

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