Il Mondo: Perché si parla di nuovo di Ustica? Risponde un corrispondente francese. Alla Russia non conviene riaprire l’accordo sui cereali ucraini.

Internazionale Internazionale 9/6/23 - Episode Page - 25m - PDF Transcript

Dalla redazione di internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli, io sono Giulia

Zoli e questo è il mondo il podcast quotidiano di internazionale.

Oggi vi parleremo di Ustica e dell'accordo sui cereali ukraini e poi di

Zanzare Tigre e di un disco. è mercoledì 6 settembre 2023

Il 27 giugno 1980, un'aereo di tranquillità che si tracchia con l'aerocrafft e che

si tracchia con l'aerocrafft, non c'è un numero a chiamare?

Non c'è un numero a chiamare... se l'aerocrafft si tracchia con l'aerocrafft e si tracchia con l'aerocrafft,

il 27 giugno 1980 un'aereo 19 della compagnia Etavia decollato dall'aeroporto di Bologna e

diretto a Palermo precipitava in mare vicino a Ustica nel Martirreno. A bordo c'erano 81

passeggeri, morirono tutti. Nella registrazione che avete sentito un controllore di volo di Roma

Ciampino cerca di mettersi in contatto con l'ambasciata statunitense. A 43 anni di distanza non si

conoscono ancora i motivi irresponsabili di quel disastro e le vittime non hanno avuto giustizia.

L'ipotesi più accreditata e confermata dal giudici di uno dei processi sull'incidente è che l'aereo

sia stato colpito per sbaglio nel corso di un combattimento tra aerei dell'anato, statunitensio

francesi e aerei lipici. Le indagini si sono sempre scontrate con la resistenza ai silenzi e dei

pistaggi di politici militari e servizi segreti. La strage di Ustica è tornata al centro della

attenzione in seguito all'intervista rilasciata la settimana scorsa al quotidiano della Repubblica

dall'ex presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. Nel 1986, quando era sottosegretario

alla Presidenza del Consiglio, Amato fu incaricato dall'alora presidente del Consiglio Bettino

Craxi di occuparsi del caso. Ne parliamo con Eric Joseph, corrispondente del quotidiano francese

Giuliano Amato, nella sua recente intervista Repubblica, fa parte della sua intima convinzione

rispetto al disastro di Ustica del giugno 1980. In qualche maniera, poi lo dice nella Repubblica

di martedì, dice che ha voluto in qualche maniera lasciare un segno, mandare un messaggio

e dice che in tutti questi anni in cui è stato al potere ha incontrato vari esponenti

politici, militari, diplomatici dei servizi e è arrivato alla convinzione che l'abattimento

del 19 di Italia a Ustica fu opera di un misile francese. Non è una tesino nuova, però il

che Giuliano Amato, che è stato appunto al vertice della politica italiana, è stato

due volte il Presidente del Consiglio, lo dica così esplicitamente e che chiede ai francesi

di fare la luce e chiede al Presidente Macron di chiedere perdono per questo, è in qualche

maniera sensato una novità, riprende in qualche maniera anche la tesi che aveva avanzato l'ex

Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che nel 2018 puntò anche lui il dito contro

la Francia dicendo che è un misile francese che aveva abbatuto o l'aereo direttamente o

un aereo che si nascondeva sotto il 19. La cosa interessante nuova nell'intervista di

Giuliano Amato è che lui apporta un nuovo elemento, dice che i francesi avrebbero tirato

questo misile per colpire i Gaddafi che doveva prendere un aereo, l'aereo che si sarebbe nascosto

sotto il 19. Afferma che Gaddafi non prese questo aereo perché fu avvertito dal suo compagno

di partito da Bettino Craxi che pochi anni dopo diventerà Presidente del Consiglio.

E dunque Amato afferma che secondo alcune sue informazioni ne ha dedotto che fu Craxi

avvertire i Gaddafi del tentato a tentato da parte dei francesi.

Dal punto di vista dei rapporti tra la Francia e la Libia dell'epoca è vero simile questa

ipotesi del misile francese? Quali erano all'epoca i rapporti fra i due paesi che interesse aveva

la Francia in Libia? Sicuramente la Francia nel 1980 all'epoca c'era il Presidente

della Repubblica Francese Valle Giscadesta e i rapporti erano molto tesi. Era tesi in

generale con Gaddafi perché i Gaddafi in qualche ammiassi eravamo ancora in periodo

di guerra fredda e Gaddafi si era in qualche modo alienato a Mosca e dunque c'era una grande

parte dell'Occidente e era vissuto come un nemico non soltanto dai francesi ma anche

degli americani. Con la Francia il rapporto era particolarmente delicato perché c'era

la guerra nella Occiada. C'era la Francia che sosteneva il leader della Occiada Isenabre

mentre i libisci sotevano il ribello Guccuni Guedaia. C'era la volontà da parte dei libisci

di prendere una parte dell'Occiada e di farne uno stato più largo e dunque c'era un conflitto

in atto in cui poi di più un alieni successivi francesi mandarono delle truppe pesanti in

Occiada e dunque c'era una guerra interposta nello Occiada tra Francia e la Libia e dunque

senz'altro c'era anche la volontà da parte della Francia all'epoca oggi è molto cambiato

c'era una volontà anche di mantenere da parte della Francia una presenza molto forte in

Africa. Come hai detto già nel 2007 poi anche in seguito

Cosiga che all'epoca dell'incidente di Ustica era Presidente del Consiglio disse che

ad Abat 1319 era stato un missile sparato da un aereo francese. Come avevano reagito

all'epoca le autorità francesi e come hanno reagito oggi? Anche i rapporti tra Roma e

Parigi sono cambiati? Dopo le dichiarazioni di Cosiga che fu il primo modo così plateale

esplicito appuntare il dito contro Parigi ci fu una nuova inchiesta giudiziaria da parte

italiana e i francesi in qualche maniera hanno deciso di rispondere in parte. Si sa che

gli giudici italiani hanno potuto sentire dei militari francesi, si è saputo ad esempio

che le autorità francesi sono tornati su una delle loro affermazioni che la base di Solenzara

in Corsica era stata chiusa ore prima dell'abbattimento del 19 di Italia e che invece

la base di Solenzara fu in attività anche molte ore dopo.

E dunque ci fu in qualche maniera una piccola collaborazione. Dopodiché non sappiamo quale

sono anche le conclusione dell'inchiesta, oggi la Francia continua a dire che è disponibile

a rispondere alle richieste italiane, sembra che ci sia comunque una certa reticenza a

collaborare e questa reticenza anche dovuto al fatto che i francesi si rintriccerano dietro

la confusione italiana, cioè nel senso che sapendo che c'erano molti depistaggi, molto

elementi sono fatti scomparire. Ad esempio si è saputo che l'archivio del mistero dei

trasporto fino all'ottanta, dal 68 o 69 fino all'ottanta si è saputo Martedì da Repubblica

che sono scomparsi gli archivi che avrebbe forse permesso di avere elementi e dunque

i francesi dicono dati e scelimenti precisi, visto che ci sono stati tanti depistaggi

in Italia è difficile dare tanti elementi molto precisi per esigere delle risposte

francese. E dunque in qualche maniera c'è una collaborazione formale però non passi

decisivi per regalare la verità. Il presidente francese Manuel Macron aveva

per me anni in 1980. Questa distanza na grafica di Macron dalla vicenda chiamato a

sottolineato potrebbe fare la differenza? Il fatto che Manuel Macron fosse un bambino

all'epoca del disastro di Ustica fa sì che senz'altro è un'altra epoca, la guerra

fredda è finita, Macron ha dimostrato ad esempio sul caso degli ex attivisti di sinistra

rifugiati in Francia di aver rotto con la dottrina Mitterrand e di essere molto più

pragmatico e collaborativo rispetto al passato politico.

E dunque questo potrebbe essere un elemento. La cosa che comunque è più complicato

è prima perché è vero che tanti testimoni ormai sono scomparsi, dunque è difficile

anche fare testimoniare, spingire a testimoniare ai gente che non c'è più.

Il tempo è passato e dunque in qualche maniera Ustica è ancora molto vivo

perché le ottanto nuove vittime debbono avere giustizia però in qualche maniera

quasi appartiene alla storia già. E dunque è difficile.

E poi l'ultimo punto è che i rapporti tra Francia e Italia non sono buoni

e in particolare sulla nordafrica. Vediamo che ad esempio l'Italia non sostiene

totalmente le posizioni della Francia sul Niger dopo il colpo di Stato

oppure ancora che c'è la Premier Meloni che in qualche maniera ha lanciato

un guanto di sfida alla Francia cercando di andare a sedure i paesi del nord

d'Africa. Ad esempio è andata in Algeria portando avanti il Piano Mattei.

La prima cosa che ha fatto quando è andata in Algeria è andata a rendere

omaggio a Mattei. Era Mattei, fu sostinutore dell'indipendenza

d'Algerina e probabilmente aveva ragione di farlo. Dopodiché è senz'altro una sfida

alla Francia simbolicamente. Poi vediamo anche che Francia e Italia non hanno

interessi totalmente convergenti sulla Libia. E dunque questo è un elemento

che forse ci porta a pensare che anche su Uistica non ci sarà una volontà di

grande collaborazione su un tema che riguarda proprio quest'aria.

Tu vivi in Italia dal 1992 e in tutti questi anni hai seguito anche la vicenda

di Uistica per il quotidiano in liberazione. Che detti sei fatto di questa storia?

Quando sono arrivato appunto nel 1992 subito mi sono interessato alla vicenda di

Uistica. Non soltanto perché riguarda la Francia ma perché pensavo che non fosse

possibile archiviare la morte di 81 persone nel mistero. Di dire non sappiamo

quello che è successo. Dovere di verità per un paese civile qualsiasi fossero

irresponsabili. E dunque ho lavorato molto su Uistica. C'era una cosa che ero andato

a verificare che mi aveva subito incoriosito. Il fatto che ad esempio la Libia e

il regime di Gaddafi tramite l'ambasciata in Italia avesse fatto un necrologio

per rendere omaggio e porgere condolenza della Libia alle vittime.

E dunque questo era veramente inconsueto. Ero andato alla Biblioteca

Castor Petorio qui a Roma per verificare e c'è questo annuncio sull'ora di Palermo.

Che cosa molto inconsueto. E dunque ci sono tanti elementi totalmente inconsueti.

Poi ci traccererà ad archi che sembrano veramente che c'erano attività militare

in corso. E dunque delle elementi che fanno vedere che c'è un'opacità.

È stata la mia volontà già dall'inizio di raccontare questo.

Ho fatto tante pagine su Uistica. E devo dire che anche io in qualche maniera

mi sono scontrato con un muro di goma perché andando avanti su questa storia

ho posto delle domande anche in Francia. Ma in Francia rispondono in qualche

maniera che intanto le carte italiane non sono ben chiare anche le richieste

anche perché ci sono stati tantissimi depistaggi da parte dei militari

in particolare su quello che è successo il 27 giugno.

E dunque è molto difficile arrivare a una delle elementi chiari di richiesta

alla Francia. La Francia si rintricia dicendo fatte prima chiarezza

da parte italiana e poi chiedetesi a noi. E poi l'altro è che è molto complicato

di sapere perché un'operazione del genere ovviamente potrebbe implicare

anche altri paesi in particolare gli Stati Uniti.

Si sa gli esperti militari francesi dicono che comunque sarebbe possibile

che dei cacci francesi fossero arrivati fino a Uistica

per abbattere l'aereo o il mig che avrebbe causato la distruzione del 19.

Però ci vogliono di complicità. Perché dal punto di vista militare

c'erano bisogno di la copertura radar. La Francia all'epoca non aveva lì a

wax che li poteva sopportare in mirage. E dunque c'era bisogno o di

una complicità italiana o di una complicità americana.

E dunque ci sono le ipotesi che sono molto più larghe.

E questa mancanza di collaborazione in particolari dall'inizio

delle autorità militare italiane fa sì che la situazione

continua a essere a tutti questi anni di distanza

molto poco chiara. Però penso che sia il dovere

e in questa cosa la dichiarazione di Amato

anche se non porta grande novità precise, concrete e importante

perché rimette un faro su una vicenda in cui

c'è bisogno di rendere giustizia a questi 81 vitime

sapendo la verità su Uistica.

Grazie Eric Joseph.

Grazie a voi.

Giulia Testa, editor dei video di Internazionale,

racconta un video pubblicato sul sito.

La Zanzara Tigre raramente vola a più lontano di 150 metri

dal suo luogo di Nascita.

Eppure questo insetto originario delle foreste del sud

aziasiatico è riuscito a colonizzare tutto il mondo

e a diventare una presenza fissa nelle nostre Stati.

Il video di Le Monde che abbiamo pubblicato sul sito

di Internazionale spiega come ha fatto.

Innanzitutto grazie ai esseri umani che le hanno dato un passaggio.

La Zanzara Tigre infatti ha l'abitudine di deporre le uova

nell'acqua cristagna negli pneumatici

ed è proprio attraverso il commercio e quindi il trasporto

degli pneumatici che ha viaggiato da un continente all'altro.

Così nel 1990 è arrivata in Italia

per poi conquistare tutta l'Europa.

Ma questo non spiega tutto,

se si è diffusa così tanto

è anche per una combinazione unica di tre caratteristiche

quasi dei superpoteri che la rendono

una zanzara molto più forte e adattabile delle altre.

Il video di Le Monde si può vedere sul sito di Internazionale.

Saremo pronti a rilanciare l'accordo sui cereali

appena gli accordi sulla revoca delle restrizioni

sull'esportazione dei prodotti agricoli russi

saranno pienamente attuati.

Con queste parole il 4 settembre

il presidente russo Vladimir Putin

ha informato i giornalisti che l'accordo internazionale

per far transitare cereali ucraini nel mar nero

per ora non sarà rinnovato.

La conferenza strada è stata rinnovata

con le tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue tue.

La stampa si è tenuta al termine del faccia faccia

con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan

che sperava di convincere Mosca a mediare.

Da quando lo scorso luglio la Russia ha smesso di garantire

il passaggio nel mar nero delle esportazioni provenienti dall'Ucraina

il prezzo dei cereali è aumentato in tutto il mondo

e a subire nelle conseguenze peggiori sono i paesi più poveri.

Ne parliamo con Gabriele Crescente, editor d'Europa di Internazionale.

Questo è stato il primo incontro

da Putin e Erdogan dopo il mancarato rinnovo dell'accordo a luglio.

Ricordiamo che Erdogan era stato l'architetto e mediatore di questo accordo

che era stato introdotto a luglio del 2022

e aveva in sostanza creato un corridoio per il transito delle navi

che trasportavano le esportazioni di prodotti agricoli ucraini

per i porti del mar nero fino a Istanbul

dove poi venivano espezionate dalla marina meditare russa

e poi raggiungevano le loro destinazioni verso il resto del mondo.

Questo accordo aveva avuto una grossa importanza

nel vandamento del conflitto e anche nelle sue conseguenze per il resto del mondo

perché quando la Russia aveva invaso l'Ucraina a febbraio del 2022

la flotta aveva bloccato i porti del mar nero

quindi aveva interrotto del tutto le esportazioni dell'Ucraina

che è uno dei principali paesi esportatori di molti prodotti agricoli.

E a questo punto che conseguenze stavendo il mancato rinnovo

dell'accordo sui cereali sul mercato globale?

Per il momento le conseguenze sono state più limitate rispetto a febbraio

quando il primo blocco imposto dalla Russia

aveva provocato una vera impennata dei prezzi sul mercato globale.

L'Ucraina è uno dei principali paesi produttori esportatori

di molti prodotti agricoli, prima di tutto il grano,

l'olio di girasole, il gran turco.

La sua importanza è soprattutto per molti paesi in via di sviluppo

che dipendono dalle sue importazioni per un gran parte

e lo fa bisogno soprattutto nell'Africa orientale.

È importante soprattutto per il programma alimentare delle Nazioni Unite

che acquista e distribuisce grano e altri prodotti per i paesi

colpiti da carestia e che acquistava fino al 40% del soverano dell'Ucraina.

Per il momento i mercati sembrano un poco preoccupati

anche perché parte delle esportazioni ucraine

sono state compensate da quelle della Russia

che ha aumentato la sua produzione

con un raccolto record quest'anno.

Ma appunto se la situazione dovesse continuare

soprattutto per i paesi più dipendenti

le conseguenze sarebbero grave.

Perché la Russia non sembra invece interessata a rinnovare questo accordo?

La Russia diciamo ad acquadagnare dal fallimento dell'accordo

da due lati. Primo perché indebolisce l'economia ucraina

togliendole un ulteriore fonte di finanziamento

oltre a tutti i danni che l'invasione ha già provocado.

Dall'altra perché appunto la Russia

essendo un concorrente diretto dell'Ucraina sul mercato globale

ha visto crescere la sua quota di mercato

e anche il prezzo che riesce a strappare per i prodotti che esporta.

Sul livello piuttattico il fallimento dell'accordo

è stato anche una specie di avvertimento di rappresaglia contro Erdogan

che era stato il principale mediatore dell'accordo

e che Putin sembra potrebbe aver voluto punire

perché dopo essere stato rieletto le elezioni presidenziali

sembra aver scelto di riavvicinarsi all'Occidente

distaccandosi un po' dalla partnership con la Russia.

L'incontro di soci infatti era anche soprattutto

forse pensato per ristabilire questa partnership

e Erdogan aveva creato grossi aspettative

in merito al rinnovato dell'accordo

ma Putin sembra aver fatto capire che ci vorrà altro

per ristabilire il rapporto ai livelli precedenti.

A questo punto l'Ukraine ha delle alternative per aggirare il blocco russo.

Sì, le alternative esistono, ma sono tutte abbastanza complicate.

La principale prevede di passare attraverso il Danubio

raggiungendo l'Europa centrale attraverso delle chiate fluviali

e poi distribuendolo attraverso gli snodi terrestri.

Questa è l'ulternativa che l'Ukraine ha cercato di perseguire

con più decisione, ma è stata messa in discussione

quando la Russia ha cominciato a attaccare sistematicamente

bombardando i porti sul Danubio e altre infrastrutture

che venivano usate per questa rotta.

L'altra alternative sarebbe passare per la frontiera terrestre

con la Polonia, con gli altri paesi dell'Europa centrale orientale,

ma è un'alternativa ancora più costosa

che prevederebbe volumi di traffico ancora più ridotti,

almeno per i primi tempi.

Abbiamo visto che l'Occidente su questioni come

il rifornimento di armi all'Ukraine o anche la crisi energetica

dello scorso inverno è riuscito a fare fronte unito.

Su invece la questione dei cereali ukraini, come si sta comportando?

Non c'è stato finora un approccio coordinato come il cosiddetto formato

di l'Unione Europea, con cui i paesi occidentali hanno stabilito

un canale collettivo per convogliare gli aiuti militari,

le forniture militari e l'Ukraine.

Come questo era stato chiesto da più parti,

ma finora non c'è stato niente del genere.

L'Unione Europea ha promesso di stabilire,

ha cominciato a stabilire di corrido di solidarietà

che dovrebbero favorire le sportazioni attraverso il suo territorio,

ma finora non c'è stato niente che possa portare la soluzione di questo problema.

Anzi il problema dell'esportazione attraverso i paesi frontalieri

ha creato una grossa divisione polenica in Europa

perché questi paesi a cominciare della Polonia si sono visti in ondare di grano

e altri prodotti provenienti dall'Ukraine a buon mercato

che poi sono finiti sul mercato interno e hanno fatto impoverire i loro contadini

e i loro produttori che non riescono a vendere i loro prezzi

e quindi questi paesi hanno finito per impurre un blocco delle importazioni

pur consentendo il passaggio verso il resto d'Europa.

Quindi è una questione politicamente sensibile che ha già creato diversi malumori

e bisogna dire che l'interesse dei paesi occidentali è molto minore

rispetto a quello per la crisi energetica che toccava tutti dal vicino

dato che gli unici paesi europei che importano una quantità significativa

di prodotti alimentari dell'Ukraine sono l'Italia, la Spagna e la Grecia

quindi nessuno dei paesi centrali d'Europa viene colpito da questa crisi.

Grazie Gabriele Crescente.

Grazie a voi.

Il disco della settimana è consigliato da Alberto Notar Bartolo,

vice direttore di Internazionale.

Il regto è un ritmo di danza che dalla fine dell'Ottocento andò molto di moda

in nord america per una ventina d'anni.

Il suo padre fondatore è Scott Joplin.

Poi il regto orno di moda negli anni 70,

il pezzo più famoso probabilmente di entertainer sempre di Scott Joplin,

che finì nella colonna sonora della Stangata fin con Paul Newman e Robert Redford.

Oggi finalmente la RCA ha ripubblicato l'integrale della musica per pianoforte di Scott Joplin

registrata da Dick Hyman nel 1975.

Hyman è un musicista interessante perché ha una formazione da pianista classico

ma è diventato soprattutto famoso come autore di colonna sonore,

per esempio quelli di tutti i film di VD Allen degli anni 80.

Il suo Scott Joplin è perfetto perché è molto rispettoso del testo

ma ha sempre un swing veramente irresistibile.

Scott Joplin, l'integrale della musica per pianoforte.

Il pianista è Dick Hyman.

Dalla redazione di internazionale per oggi è tutto.

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In un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica dall’ex presidente della corte costituzionale Giuliano Amato ha detto che l'aereo fu abbattuto per errore da un caccia francese. Il faccia a faccia tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan non è servito a convincere Mosca a rilanciare l’accordo da cui è uscita lo scorso luglio.

Eric Jozsef, corrispondente di Libération
Gabriele Crescente, editor di Europa di Internazionale

LINK
Ustica:
https://www.youtube.com/watch?v=6OAV1HgMUv8
Video cereali: https://www.ilsole24ore.com/art/ultime-notizie-mondo-oggi-vertice-putin-erdogan-sochi-russia-distrugge-droni-e-motoscafi-kiev-AFifyij?refresh_ce=1


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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.