Il Mondo: Patrick Zaki è stato graziato. Dopo 64 anni Barbie debutta al cinema.

Internazionale Internazionale 7/20/23 - Episode Page - 25m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli, io sono Giulia Zoli

e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di Patrick Zaki e di Barbie, e poi della nuova copertina di Internazionale

e dei Blur.

È giovedì 20 luglio 2023.

Sulla ordine dei lavori chiedo scusa Presidente, è arrivata in questi istanti la notizia

in agenzia che il Presidente Egiziano Alsisi avrebbe proceduto alla conferimento della

Grazia per Patrick Zaki.

La seduta del Senato è stata interrotta ieri dalla notizia della Grazia con cessa dal Presidente

Egiziano Delfattà Alsisi all'attivista Patrick Zaki.

La Grazia è arrivata il giorno dopo che un tribunale di Mansura, la città del nord

dell'Egitto dove Zaki è nato, l'aveva condannato a tre anni di carcere per aver diffuso informazioni

false.

Oltre a Zaki è stata concessa la Grazia a Mohamed al-Baker, l'avvocato di Ala Abdel-Fattah,

uno dei più importanti attivisti egiziani che si trova in carcere.

Ne parliamo con Francesca Agnetti, editor di Medioriente di Internazionale e con Riccardo

Nuri, portavoce di Amnesty International Italia, che abbiamo raggiunto ieri in piazza

della Rotonda a Roma, dove stava partecipando al presidio e al sostegno di Zaki organizzato

all'indomani della sentenza di condanna.

Ha ricevuto la Grazia anche Mohamed al-Baker, l'avvocato di Ala Abdel-Fattah, uno dei

leader della rivoluzione di piazza Tarire e uno dei più noti prigionieri politici egiziani.

Ora possiamo sperare che qualcosa cambi anche per le decine di migliaia di prigionieri

politici che si trovano nelle carcere egiziane?

Intanto è scandaloso che viene rilasciato con una Grazia, l'avvocato di Ala Abdel-Fattah

rimane in carcere alla Ala Abdel-Fattah, il Gramsci d'Egitto, il prigioniero d'opinione

più prestigioso dell'Egitto insieme ad Ahmed Duma, uno dei leader della rivoluzione al

2011.

Secondo te il governo italiano ha avuto un ruolo in questa decisione?

Beh, le dichiarazioni che sono state fatte ieri dalla Presidente del Consiglio e dal Ministro

di Gestali questa mattina evidentemente un peso l'hanno avuto prima che in Italia si

vedete se la parola in Egitto avevano preso la parola sul tema della Grazia e indubbiamente

quello che è la reazione che c'è stata in Italia a tutti i livelli compreso con l'istituzionale

accelerato questa cosa che è in Egitto e la generalia.

Francesca, ci ricordi come è cominciata la vicenda di Patrick Zaki?

La vicenda di Patrick Zaki è cominciata il 7 febbraio 2020 quando è terrato l'aeroporto

internazionale del Cairo, era partito da Bologna dove stava frequentando un master in

sudidigenere per andare a visitare la sua famiglia a Manzura, la sua città di origine.

Zaki non è mai uscito però dall'aeroporto perché è stato arrestato e secondo le ricostruzioni

ha subito un interrogatorio durato 17 ore riguardo al suo lavoro su diritti umani e

al motivo della sua risidenza in Italia.

Durante questo interrogatorio Zaki è rimasto bendato, ammanettato, è stato picchiato e

torturato con scosse elettriche, dopo di che le autorità hanno ordinato la sua detenzione

per 15 giorni, in attesa di indagini sulle accuse che gli erano state rivolte, cioè

aver diffuso notizie false, aver incitato a partecipare a protesto e non autorizzate

e a commettere violenze crimini terroristici.

Così Zaki è finito nel limbo della detenzione preventiva che è una condizione in cui secondo

le organizzazioni per la difesa dei diritti umani egiziani si trovano tra i 25.000 e 30.000

detenuti nel Paese che sono trattenuti in carcere senza una accusa precisa, senza potersi

difendere.

E la loro detenzione è rinnovata senza un processo ogni 15 giorni o poi ogni 45 giorni

può approtarsi anche per anni.

È quello che è successo a Zaki che è rimasto in carcere per 22 mesi fino al 7 dicembre

2021, quando un tribunale di Mansour ha ordinato la sua liberazione, però non l'ha assolto

dalle accuse.

Quindi Zaki era libero ma non poteva lasciare al Paese doveva essere processato.

Il processo è cominciato nel settembre 2021 e delle accuse che gli erano state mosse

al momento dell'arresto era rimasta solo quella di diffusione di notizie falze dentro

e fuori dal Paese, per cui è prevista una pena massima di 5 anni.

Le accuse erano legate a un articolo che aveva pubblicato nel 2019 sul sito Lebanese d'Arage

in cui denunciava le discriminazioni e i danni dei cristiani copti, la minoranza a cui appartiene.

Leudianze del processo erano state rinviate più volte fino poi alla sentenza di martedì.

Qual è invece la vicenda che ha portato in carcere Mohamed Albakker, l'altro condannato

graziato?

Mohamed Albakker è un noto attivista per la difesa dei diritti umani, fondatore dell'ONG

Adala Center for Rights and Freedoms e tra i suoi clienti c'è anche Alab del Fatah,

che peraltro è anche un suo amico e che appunto è il volto della rivoluzione eggeziana del

2011.

Alab del Fatah è un attivista eggeziano e britannico perché ha ottenuto anche la città

di lanza britannica, è stato in carcere varie volte.

L'ultima volta è stato arrestato nel settembre del 2019 e subito dopo è stato arrestato anche

Mohamed Albakker che era andato proprio ad assistere a un interrogatorio del suo cliente.

Dopo essere stati tenuti per più di due anni in detenzione preventiva, nel dicembre del

2021 sono stati entrambi condannati da un tribunale speciale a 5,4 anni di carcere,

5 al Ab del Fatah e 4 Mohamed Albakker per aver diffuso false informazioni.

Ad aprile di quest'anno la moglie di Albakker, Nehamatallah Isham, è stata solta arrestata

e poi subito rilasciata dopo aver denunciato pubblicamente che suo marito aveva subito abusi

e violenze in carcere insieme anche ad altri detenuti.

Torniamo a Zaki, fin dall'inizio molti osservatori hanno detto che le accuse contro di lui erano

pretestuose che l'obiettivo era reprimere chiunque criticasse i regimi, giornalisti,

iscrittori, dissidenti, attivisti.

Molti dei quali sono spariti o sono stati torturati in carcerati.

Oggi che signali arrivano dal Cairo?

Ci sono motivi per sperare in un ammorbidimento?

Questa vicenda si inserisce Indi in un momento particolare in Egitto dove all'inizio di

maggio è stato lanciato con grande fanfare alla parte del governo di Alzizi il Dialogo

Nazionale che è un'iniziativa governativa con l'obiettivo di dare la parola a tutti

di creare un dibattito sul futuro del Paese, discutere delle questioni più spinose e produrre

anche delle raccomandazioni sulle riforme politiche, economiche e sociali da presentare

ad Alzizi.

È una delle misure avviate per contrastare l'immagine del Paese soprattutto all'estero

come un regime che via la diritti umani e attirare quindi imprenditori, turisti, secondo

gli oppositori e gli attivisti per i diritti umani però si tratta solo di un'iniziativa

difacciata per nascondere le detenzioni, gli arresti dei dissidenti che continuano e per

evitare qualunque cambiamento vero e profondo e spianare anche la strada, la riconferma

agli Alzizi alle elezioni presidenziali che dovrebbero tenersi nel febbraio del 2024.

Come hanno denunciato alcuni osservatori in realtà questi dialoghi, questi incontri, non

sono altro che una serie di interventi a sostegno del regime.

In ogni caso la condannale Zaki aveva subito provocato delle reazioni tra i partecipanti

al Dialogo Nazionale, innanzitutto il coordinatore di Ara Shuan ha pubblicato lo stesso giorno,

il 18 luglio, una dichiarazione al nome del forum in cui chiedeva l'Alzizi la liberazione

immediata di Zaki e affermava che una grazia presidenziale avrebbe contribuito a creare

un clima positivo per il successo del Dialogo Nazionale, altri invece avevano proprio ritirato

la loro partecipazione tra cui i vari avvocati egiziani.

Tra l'altro il governo pubblicizza molto anche l'attività di un comitato per le grazie

presidenziali, riattivato anche qui in Pompamagna nell'aprile del 2022.

I responsabili del comitato hanno dato grande risalto alle grazie che sono state concesse,

che sono quasi mille, però dall'altro l'ONG rispondono che è tre volte maggiore il numero

delle persone che nello stesso periodo di tempo sono state arrestate.

Secondo gli attivisti il clima di depressione è inaugurato fin dalla salita al potere di

Alzizi nel 2014 non si è estemperato e le persone che denunciano sul social network

la situazione politica o economica che è di grande difficoltà rischiano di essere accusati

di diffusione di notizie falsi o di terrorismo, non solo giornalisti, avvocati, attivisti

e sindacalisti ma anche molti cittadini e cittadini comuni.

Grazie a Riccardo Nuri e grazie a Francesca Agnetti.

Grazie a voi.

Maisa Moroni, fotoeditor di Internazionale racconta la copertina del nuovo numero.

Al Civico II di Via Constantin da Icoviciu nella città di Cluj in Romania c'è un palazzo

faticcente che ospita la collezione del Museo Nazionale di Storia della Transilvania.

Qui si trova una cassa forte che contiene tre piccole tavolette da argilla su cui sono

incisi dei segni.

Alcuni studiosi pensano che si tratti delle prime testimonianze di scrittura della storia.

L'uso di segni per conservare e trasmettere la conoscenza è una delle invenzioni più

geniali dell'umanità.

Se la scrittura non ci fosse, il mondo in cui viviamo semplicemente non esisterebbe.

L'articolo che pubblichiamo questa settimana uscito sul giornale tedesco Dizait è una

passionante viaggio nella storia della scrittura che ci aiuta a capire perché il suo futuro

è fondamentale.

Siamo partiti dall'idea di una copertina tipografica da far realizzare a un calligrafo

o una calligrafa, ma avevamo l'impressione mancasse qualcosa, abbiamo quindi cercato

immagini di matite che completassero l'idea.

Ne abbiamo provate varie, con diverse dimensioni angolazioni, fino a scegliere il dettaglio

di una matita fotografata su fondo bianco.

L'abbiamo impaginata con la punta che sfiora la parola scrittura, scritta a mano dall'illustratrice

Teresa Sdralevic.

L'invenzione della scrittura è la nuova copertina d'internazionale.

La scopera di un film di Barbie

La scopera di Barbie

La scopera di Barbie

La scopera di Barbie

Barbie, non abbiamo mai evenato questo scopera, stavo parlando di qualcosa e ora

la scopera di un film di photographer ha chiuso.

I suoi cote sono un grande parte di questo film e un grande parte di Barbie, come tutto

nel film di Barbie.

È super, supero, ma è anche incredibile profondo all'induzione.

Si può mettere in una cotta e si è un lawyer, si può mettere in un spazio e si è un

astronaute.

Si può fare tutte queste cose e si fa in un momento in cui le donne non potevano

neanche per aprire un conto in banco al nome loro.

L' nadie australiana Margo Robbie racconta alla rivista Vogue

Cosa le piace della bombola Barbie, che l'essessa interpreta nel film Barbie.

signalsa l'associazione MELTcarbon.

Sì, fa un suolo.

Sì, si October.

Sfarà Marketplace erased

Legger.

Gli celluli fanno un video per comprare la jouna subito

Con mattina di un ninja al fuoco veloce vero.

A Bellja eternalnathose che si female

Gli ultimo video di

in uscita al cinema oggi. Messa in commercio nel 1959, Barbie è stata fin da subito un

grandissimo successo commerciale, ma è anche finita al centro di polemiche e critiche per

il modello estetico irraggiungibile e stereotipato che proponeva le bambine. Oggi l'azienda che

la produce presenta Barbie come un modello di mancipazione e inclusività, anche se per molti

si tratta solo di una nuova strategia di marketing. Ne parliamo con Claudio Rossi Marcelli,

giornalista d'internazionale. Questo film su Barbie è un progetto che è incantiere da tantissimi

anni, quasi vent'anni, che viene ripreso e abbandonato più volte nel corso degli ultimi

cinque anni, con attrici e attori registi di volta in volta famosi ma che poi si tirano indietro.

Di base tutti avevano paura di fare questo film, ma prima di tutti la paura ce l'aveva la Mattel,

l'azienda che produce Barbie, perché aveva paura di scalfire in qualche modo la sua gallina dalle

uova d'oro. In questi ultimi anni però questa decisione è diventata obbligatoria per la Mattel,

perché i giocattoli si sono trasformati da gioco, in senso stretto, a delle proprietà

intellettuali, cioè di base sono dei marchi, sono delle immagini da piazzare su pijami, su tazze, su

cartelle e quindi vanno utilizzati su tutte le piattaforme compresa quella cinematografica.

Prendendo un po' l'esempio da quello che fa la Marvel con i supereroi, che fa questi film

blockbuster che poi servono a vendere una marea di prodotti correlati, anche Barbie adesso arriva

sul grande schermo e insieme a lei arrivano quindi degli hamburger con il formaggio rosa,

arrivano vestiti per cani marchiati Barbie, Airbnb ha perfino costruito una casa di Barbie

a grandezza naturale a Malibu che si può affittare e poi ovviamente ci sono le bambole che restano

comunque il prodotto principale di questo marchio. Barbie è in commercio da 64 anni ed è ancora uno

dei giocattoli più venduti al mondo. Qual è il motivo di questa sua longevità?

In effetti da quando è stata messa in commercio sono state vendute oltre un miliardo di Barbie

e la Mattel dice che vengono vendute tre Barbie ogni secondo nel mondo. È un giocattolo obiettivamente

geniale perché è un giocattolo contenitore di base è un corpo e una figura neutra su cui le

bambine ma oggi anche i bambini possono proiettare la loro immaginazione e poi però va detto anche

che si basa sulla nostalgia cioè un meccanismo che si nutre della nostalgia dei genitori un po'

come succede con i padri che passano la passione per il calcio ai figli le madri continuano a

comprare Barbie con cui loro hanno giocato da bambine perché è qualcosa che gli ricorda l'infanzia

e poi cioè dire che Barbie è riuscita a rimanere un prodotto culturalmente rilevante cioè ha

riflettuto in questi anni un po' la nostra idea di donna attraverso i decenni è nata come una

pin-up sexy in costume da bagno e coda di cavallo poi negli anni sessante è diventata la perfetta

fidanzatina e donna di casa poi è diventata una donna in carriera negli anni 80 e poi una

celebrità e oggi ovviamente è diventato un influencer con il suo account Barbie Style che

ha 2 milioni e mezzo di follower fa concorrenza Chiara Ferragni e fa esattamente lo stesso mestiere

perché vengono riprodotti dei mini prodotti addosso a lei che li vende e li pubblicizza a pagamento.

Quindi insomma Barbie in questi decenni ha riflettuto l'idea di donna che noi abbiamo

avuto di volta in volta nei suoi mestieri per esempio se noi guardiamo i mestieri che ha

fatto negli anni negli anni sessanta Barbie era un infermiera negli anni settanta è diventata

dottoressa e anche il suo corpo è stato adattato di volta in volta a seconda delle mode quindi i

fianchi sono diventati più o meno larghi le labbra più sporgenti la statura praticamente il corpo

di Barbie si può studiare con le stesse tecniche della storia della scultura per avere un'idea

della nostra idea del corpo umano. Come è nata Barbie chi l'ha inventata? Barbie come molte

celebrità in carne rossa ha un passato un po' scabroso perché nasce come protagonista di

una strisce erotica sul quotidiano tedesco build negli anni quarente e cinquanta dove con il nome

di Lily era questa donnina in costume d'abbagno e coda di cavallo che flirtava e faceva battute

erotiche per un pubblico fondamentalmente maschile ed è proprio per questo pubblico che poi viene

realizzata una versione giocattolo che quindi veniva venduta inizialmente nei tabaccaio,

nei negozi frequentati dagli uomini che però col tempo fu scoperta da bambine e bambine tedesche

che iniziano a giocarci con vestitini e a trasformarla nel giocattolo che conosciamo.

Tutto questo sarebbe rimasto sepolto in germania se non fosse per Ruth Handler che era la moglie di

uno dei due fondatori della Mattel che durante un viaggio estivo in Europa vide in una vetrina

questo giocattolo ne comprò una decina, la portato in America e ha convinto il marito a produrla su

larga scala perché aveva capito la potenzialità di questa bambina in un mercato che prima di allora

era fatto solo da bambolotti, erano solo finti bambini e neonati mentre invece lei ha detto

diamo un giocattolo alle bambine che possa essere invece una proiezione verso il futuro in quanto

loro stesse in quanto donne non come madri e quindi Barbie è stato il primo giocattolo al mondo

pubblicizzato in maniera massiccia sulla televisione nei programmi per bambini e fin dal 1959 quando

è stata messa in commercio ha venduto cifre altissime. Un andeddoto particolare è che il nome Barbie

viene dalla figlia di Ruth Handler che si chiama Barbara e ovviamente il figlio più piccolo cioè

il fratello di Barbie si chiama Kenneth, cioè Ken. E poi sono arrivati gli anni delle polemiche

e negli scorsi decenni Barbie è stata anche molto criticata perché? Questo suo rollo di giocattolo che

riflette la società è sempre stato il segreto del suo successo ma anche molto scomodo perché

negli anni Barbie come semplice giocattolo si è trovata al centro dei polemiche molto più

grandi di lei. Vi faccio un esempio negli anni 90 è uscita la prima Barbie sulla serie a rotelle

che sembrava un passo bellissimo di inclusività della Mattel che voleva rappresentare anche le

persone di Sabili solo che appena stata messa in commercio qualcuno si è accorto che la serie

a rotelle non entrava nell'ascensore della casa di Barbie e quindi c'era una barriera

architettonica e quindi tutte le associazioni a favore delle persone di Sabili hanno utilizzato

questa Barbie per cominciare una protesta e una denuncia delle barriere architettoniche che

perfino nella casa di Barbie esistevano e quindi la Barbie è stata ritirata dal mercato un altro

caso divertente quando negli anni 90 è uscito un ken accanto alla sua barbico rispettiva ken è

sempre un accessorio diciamo collaterale quindi questo ken che però era di una linea che si

chiamava magic hearing sui piercing e gli orecchini eccetera per qualche strano caso aveva tutte le

caratteristiche dell'uomo gay stereotipo una maglietta in rete un gilet di pelle un orecchino

i capelli mesciati alla mattel non se ne erano resi conto ma il pubblico invece se ne è accorto e

quindi i uomini omosessuali hanno cominciato a comprare a palate questo ken che è diventato

il più venduto della storia prima che la mattel ritirasse imbarazzata perché comunque sembrava

che avesse messo sul commercio un kei omosessuale negli anni 90 che era una cosa assolutamente

impensabile quindi insomma le polemiche ruotano intorno ai dibattiti sociali che ci sono stati

intorno alle varie epoche che barbio attraversato quando mij la sua migliore amica è stata venduta

in versione incinta il fatto che fosse venduta incinta col pancione ma senza un corrispettivo

padre nella scatola ha costretto la mattella a ritirare di nuovo le bambole e a riproporla con

un cartonato di un finto ken accanto nella scatola perché altrimenti walmart la grande

catena americana di distribuzione non avrebbe venduto la bambola però ecco queste critiche per

quanto riguardano le questioni sociali riguardavano più l'epoca che aveva intorno barby che poi il

giocattolo stesso molti hanno accusato barby anche di proporre alle bambine un modello sbagliato

dal punto di vista sia sociale sia fisico allora in realtà barby all'inizio era un giocattolo

socialmente soversivo perché comunque alla fine degli anni 50 era una donna single che non mirava

a mettere su famiglia che aveva una carriera tutta sua e che era indipendente dagli uomini poi

però è stata superata dalla società intorno e già negli anni 70 era diventata un modello

irraggiungibile soprattutto poi per la sua forma fisica nel 1965 è riuscita barby pijama

parti che aveva tra i vari accessori una bilancia fissa sui 50 chili e un piccolissimo libro in

miniatura che diceva how to lose weight come perdere peso e che all'interno contieneva una

sola istruzione don't eat non mangiare e già allora questo ha creato delle proteste oggi barby

pijama parti viene venduta con una tazza di cioccolata calda una maschera per il viso e un

computer portatile il problema però che nonostante molte proteste la parte del mondo

femminista ma anche in generale delle mamme barby è continuato a vendere a palate e questo quindi

non ha spinto l'azienda a cambiare niente nella sua forma fisica c'erano studi che collegavano

i disturbi alimentari a bambine che avevano giocato con barby senza poi spiegare se questa era la

causa solo uno strumento perché poi chiaramente le cause erano tante però insomma sicuramente

è stato uno strumento di diffusione di uno stereotipo fisico molto pesante per le bambine

quando questa opinione è diventata imperante quando il mercato si è accorto che questo

modello non era più sostenibile ha iniziato a non comprare più barby nel 2010 barby per

la prima volta ha iniziato a vedere un calo di vendite e lì in modo molto veloce la mattela

ha cambiato tutto ha iniziato a presentare barby con le curve con diverse altezza statura e più

rappresentative del corpo femminile e le vendite sono tornate a salire per dire che comunque

alla fine la mattela è un'azienda che fa quello che il mercato le chiede di fare oggi che modello

di donna propone barby oggi per barby la parola d'ordine è inclusività ci sono centinaia di etnie

diverse e di stature forme fisiche come abbiamo detto e poi c'è la disabilità esistono barby con

la sindrome di down con la vitiligine con una gamba protesica esiste barby loves the ocean che

è prodotta solo con bottiglie di plastica recuperate dall'oceano però non va dimenticato che barby

alla fine ha un marchio e come ha sempre fatto il suo scopo è quello di vendere più giocattoli

possibili e non di cambiare il mondo quindi fa quello che il mercato le chiede è presentata

comunque oggi come un modello di emancipazione per le bambine eppure c'è un aspetto ironico

interessante da notare barby ha fatto tutti i mestili del mondo e sembrerebbe poterli fare

tutti però in questi 64 anni non ha mai fatto quello di madre grazie a claudio rossi marcelli grazie a voi

il disco della settimana ha consigliato da Giovanni Anzaldo editor di musica di internazionale

demon alberne abituato a guardare sempre avanti e a sperimentare ma nel nuovo disco dei bler che

si intitola the ballad of darren per la prima volta sembra essersi consegnato la nostalgia

le nuove canzoni della band britannica parlano di addi vecchi amori e dei luoghi di londra dove

il cantante è cresciuto the ballad of darren è un disco di poc proc introspettivo dove le

chitarre di gran coxson sono tenute abbastanza sotto controllo e graffiano meno che ai bei tempi

attratti sembra quasi un disco solista di alberne anche se le registrazioni sono state frutto di

un lavoro collettivo l'album si apre con the ballad un brano splenido e malinconico che il cantante

aveva nel cassetto da 25 anni e non era ancora riuscito a finire ci sono poi pezzi più energici

come sen charl square e l'ottima barbari che con quei soni un po' anni 80 potrebbe essere un pezzo

degli smiths la conclusiva the heights invece è una riflessione sulla mortalità oltre che uno

dei momenti più intensi i bler sono invecchiati e si sente ma nella loro nostalgia c'è ancora un

po' di vitalità e tanta poesia the ballad of darren dei bler dalla redazione di internazionale per

tutto scriveteci a podcast iocciola internazionale.it o mandate un messaggio vocale al numero che trovate

nelle descrizioni del podcast e dell'episodio e per ricevere una notifica quando esce un nuovo

episodio iscrivetevi al podcast l'appuntamento con il mondo è domattina alle 6 e 30

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La grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi è arrivata 24 ore dopo la condanna a 3 anni di carcere. Dal 1959 Barbie è la bambola più venduta al mondo, ma è anche al centro di polemiche e critiche.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international Italia
Francesca Gnetti, editor di Medio Oriente di Internazionale
Claudio Rossi Marcelli, giornalista di Internazionale

Zaki: https://twitter.com/nomfup/status/1681688479497945088
Barbie: https://www.youtube.com/watch?v=LAz1ATucm3Q&t=488s

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.