Indagini: Mare Mediterraneo, giugno-luglio 1988 - Prima parte
Il Post 9/1/23 - Episode Page - 44m - PDF Transcript
Pensate a quanto sia esaltante, quasi liberatorio, partire per un viaggio che volevate fare
da tanto, andare verso una meta per cui avete lavorato, iniziare un progetto che avete immaginato
e costruito, partire a bordo di una barca, la vostra barca, lasciare la costa italiana
diretti verso un punto preciso, lungo una rotta che conoscete a memoria, per quanto
avete pensata e ripensata, e lì una volta arrivati sapete esattamente che cosa volete
fare, volete organizzare crocere e condurre persone, con la vostra barca, tra un'isola
e un'altra, andare sempre per mare, questo è quello che voleva fare una ragazza, una
trentonenne di pesaro, ognuno ha un suo progetto, a volte si concretizza, a volte
non, quella ragazza aveva lavorato per portarlo a termine, stava per farlo, immaginatela
una mattina d'estate mentre parte dalla costa italiana diretti alle isole baleari,
e al timone della sua barca, un catamarano di dieci metri, sul molo ci sono i genitori
e il fratello, gli amici, salutano fanno foto, viene realizzato un video, sulla barca
ci sono altre due persone, un uomo di 34 anni e una ragazza molto giovane, 17 anni, qualche
giorno dopo con la ragazza di pesaro, la proprietaria della barca, viene trovata in mare, il suo
corpo è sul fondo, hanno molte mille ad alla costa, e a volte non ha coperta, alla caviglia
ha legato una ancora che quando verrà pesata, risulterà di 17 chini, sarebbe rimasta per
sempre lì sul fondo se un peschereggio non avesse gettato le arretti proprio in quel
punto, è l'alba del 28 giugno 1988 quando, a largo della costa marchigiana, i pescatori
rissano a bordo il corpo di quella ragazza, questa è la storia di un amicidio commesso
per un movente stupido, futile, quasi infantile, è la storia di una fuga, in mare nel deserto
e poi di altre fuga, è la storia di una red notice, letteralmente avviso rosso, è una
nota, un avviso che viene diffuso dall'interpol su ricchezza della polizia di uno stato, l'interpol
è l'organizzazione internazionale della polizia criminale, in pratica è una struttura
di collegamento tra le polizie di tutto il mondo, o meglio, per la precisione, tra le
polizie di 195 paesi del mondo, in ognuno di questi paesi c'è un ufficio che collabora
con le polizie nazionali, la sede centrale è Alione, in Francia, quando l'interpol
emette una red notice, vuol dire che la persona citata in quella nota, in quell'avviso, deve
essere individuata e fermata, in attesa che poi arrivi il mandato di estradizione, dal
paese dove è ricercata, in pratica se a una persona vengono chiesti documenti in un paese
straniero e se il nome sui documenti compare in una red notice, la persona viene fermata,
la donna all'uomo, nei cui confronti viene messa una red notice, è un ricercato internazionale,
l'avviso non contiene solo il nome e le generalità, ma anche una foto segnaletica, una descrizione
dell'accusa per la quale la persona è ricercata, l'indicazione del reato di cui è sospettato
per il quale è già stata condannata, la red notice in forma moderna, equivale ai manifesti
wanted che comparivano nei film western, e come per i manifesti wanted ci sono anche
most wanted, e cioè li è l'enco dei latti tanti di massima pericolosità, sono le persone che
compaiono in una lista molto ristretta, in Italia è sussito del ministero dell'interno e la
lista in cui compariva per capirci Matteo Messina Denaro, il boss mafioso di Castelvetrano arrestato
nel gennaio di quest'anno. Nella lista italiana rimangono tre nomi, c'è quello di Renato Cimbo,
Granella, Camorrista ricercato dal 2002, di Giovanni Mutisi che è l'attitante da 25 anni ed è
appartenente alla mafia, ed i Attili Occubeddu, che è ricercato da 26 anni e faceva parte
dell'anonima sequestrisarda, un sequestratore di persone. Questi sono i latti tanti considerati di
massima pericolosità, poi ci sono tutti gli altri, divisi comunque per pericolosità e sono
tanti. Sul sito dell'interpol c'è un elenco di 6.950 persone con foto, sono persone di tutto
il mondo per le quali è stata emessa una red notice, l'elenco però, quello dei 6.950 nomi,
contiene solo circa il 10% dell'effettiva red notice emesse. Il nome di uno dei
protagonisti di questa storia, una delle persone che quel giorno d'estate era su quella barca,
è associata a una red notice e considerato un latitante pericoloso. Nei suoi confronti
erano già stati emessi altri avvisi, era stato arrestato e poi era scappato, ripreso era scappato
di nuovo, presa una terza volta, una terza volta è scappato. Tre volte sono stati emesse
avvisi internazionali nei suoi confronti, l'ultima volta è scappato per un clamoroso errore.
Il reato segnato sulla red notice accanto al nome di quel uomo di cui stiamo parlando è appunto
omicidio. La condanna che deve scontare è l'ergastolo. La storia di cui è protagonista un
meglio uno dei protagonisti, venne chiamata nel 1988 il giallo dell'estate e un'abitudine
vecchia. Quasi esi delitto a venga il luglio agosto diventa il giallo dell'estate come se fosse
un romanzo apuntate, un intrattenimento. Non è così, fu inciso una ragazza. Questa storia racconta
di un rapporto squilibrato tra due persone, uno adulto e una molto giovane, di come una ragazza
di 17 anni che girava all'Italia non capendo nulla di italiano, venne descritta come una
fan fatale, la chiamarono Lolita. E la storia di come un delitto venne trasformato ancora
una volta in una sorta di racconto d'amore d'avventura e di come tre persone fuggirono
nel Mediterraneo e tanti si miserà a cercarle, non solo le polizie. Di come i fuggitivi poi
scapparono anche a cavallo per il deserto del nord africa, con un cane lupo che li seguive e
quel cane lupo si fere in questo modo gravemente le zambe, e per questo che alla fine li presero.
Questa è però soprattutto la storia di un omicidio, la storia della morte di una ragazza,
uccisa perché prese a bordo della sua barca le persone sbagliate. E' la storia di un peschereccio
che una notte, come tutte le notte, usce in mare per andare a pesca e torno al mattino con una ragazza morta.
Io mi chiamo Stefano Nanzi, faccio il giornalista da tanti anni e nel corso della mia carriera mi sono
occupato di tante storie come questa, quelle che nel tempo vi sono diventate familiari e altre
che potreste non avere mai sentito nominare. Storia di Cronaca, di Cronaca Nera, di Cronaca
Giudiziaria. Il podcast che state ascoltando si intitola Indagini ed è prodotto dal post. Vi
racconterò ogni mese, una volta al mese, una di queste storie, tentando di mostrare non tanto il
fatto di Cronaca in sé, il delitto in sé, bensì tutto quello che è successo dopo, il modo in cui si è
cercato di ricostruire la verità, le indagini giudiziari e i processi con le loro iniziative,
le loro intuizioni e loro errori, il modo in cui le indagini hanno influenziato la reazione
dei media e della società e il modo in cui media e la società hanno influenziato le indagini.
Il peschereccio si chiamava Zurra 83. Era stato chiamato così in onore di Azurra,
la prima barca italiana a partecipare all'America Scap' nel 1983. Il peschereccio
quella mattina, era il 28 giugno 1988, aveva appena recuperato le reti a largo davanti alla
spiaggia di Marzocca, una frazione del comune di Senigaglia in provincia di Ancona nelle Marche. Era
stato una buona pesca, ma quella mattina a bordo di Azurra 83, tra ciò che era stato pescato,
c'era anche un corpo rimasto impigliato in una rete, quando lo tirano a bordo e a volte non
a copero. È una donna. I pescatori capiscono che è in mare da parecchi giorni. Alla caviglia è
legata un'ancora pesante di 17 kg. Quando viene diffusa la notizia, due ragazzi si presentano la
polizia. Dicono che da giorni non hanno notizie di un'amica. Lei si chiama Annarita Curina,
a 31 anni ed è di Pesaro. Fa la schipper, è la proprietaria di una barca che pilota e
noleggia per crocere. La sua barca, di cui in realtà proprietari a metà, insieme a un altro
ragazzo, Giorgio Guidi, è un catamarano di 10 metri. Si chiama Arx. Uno dei due ragazzi che va a
parlare con la polizia è proprio Giorgio Guidi. L'altro si chiama Stefano Bersani. Averebbe dovuto
partire con l'amica, ma poi ci sono stati alcuni spostamenti di date. Lui l'avrebbe raggiunta in
seguito. Bersani spiega che Annarita Curina è partita il 10 giugno dal porto di Pesaro e
da allora non ha più dato notizie. Identificare il corpo non è facile. La donna è rimasta in
acqua molto lungo. È un taglio, una pesante ferita sul viso che ha devastato elineamente. Un taglio
lungo, netto, profondo, sembra dato con un ascia, comunque con qualcosa di grosso, potente. All'orecchio
destra della vittima è rimasta attaccato un orecchino e il riconoscimento del corpo viene
il 30 giugno, due giorni dopo il ritrovamento. È Annarita Curina. Giorgio Guidi e Stefano
Bersani parlano ancora con la polizia. Raccontano la storia di quel catamarano in compropretà.
Annarita l'aveva comprato l'anno prima, nel 1987. Si era laureata in lingua bologna, poi aveva
vissuto a Parigi dove si era specializzata all'università della Sorbonna. Si era sposata e
trasferita in Puglia, ma si era separata presto ed era tornata a Pesaro. Aveva una passione,
andare per mare. Anni prima aveva anche costruito con il fratello una barca con cui veleggiava
davanti alle spiagge. E abilissima nei lavori manuali. Restaura mobili antichi. D'estate lavora
bordo di barche di altri. Gli amici la descrivono come una strana via di mezzo tra un falegname e
una velista. Vuole guadagnare abbastanza soldi per comprare una barca e viaggiare nel mediterraneo.
Riesce a comprarla una barca nell'inverno del 1987. È un catamarano costruito nello
stabilimento dei fratelli guidi di Pesaro. Per riuscire ad acquistarla, Annarita Curina si
accorda con uno dei fratelli, suo amico. La barca, l'Arx, resterà in compropietà metà di Annarita
Curina e l'altra metà di Giorgio Guidi. Quando viene acquistato l'Arx è ormeggiato a Corfu.
Annarita Curina parte e da sola lo riporta in Italia. All'ora di catamarani nelle acqui
italiane se ne vedevano abbastanza poche. È una barca particolare. Ecco cosa dice Pietro Parrocchetti, esperto di vela.
Il catamarano nasce nella notte dei tempi. Non si sta comprecisori quando una certa
popolazione da Tamil del sud dell'India certamente li è faccita a Uluso per andare a Pesca nell'Oceano
dell'Indiano e arrivarono probabilmente fino alle isole dell'Indonesia e anche oltre. Anche i
popoli del Pacifico avevano un barcaccio resibile, il Proa, una sorta di catamarano simmetrico,
sostanzialmente una canoa abitabile con un bilanciere, il tutto collegato da traverse.
Il primo esploratore occidentale che ne parla è Magellano, siamo verso la metà del 500.
Quest'ultimo raccontò di questa strada in barcazione rientra l'Europa. Il catamarano
è ben inizialmente scrasissimo successo tra i marinari occidentali per due ragioni molto
semplici. Non risale il vento e ha a poca o nulla capacità di carico. S'è dovuto quindi aspettare
la fine dell'Ottocento quando Natal Elshoff, io ho designato l'architetto navale di grande successo,
le cui barche hanno vinto 6 dizioni dell'America's Cup, disegnò il primo catamarano sportivo
e moderno e occidentale per una certa rigate che vince a mani basse ma viene successivamente
squalificato per le numerevoli protesti degli avversari. Da quel giorno però la vera cambiò,
di performance dei catamarani in barcazioni molto veloci perché le gire plenanti non sono
parregolabili a uno scafi, i quali sono pesanti e dislocanti.
Corina e Guidi scrivono l'Arx a una regata, la Pesaro, Rovigno e Pesaro. La vincono.
Poi lei vuole partire, girare il Mediterraneo, anche in solitaria. Guidi la sconsiglia,
da sola potrebbe avere problemi. È così che nasce l'idea di cercare compagni di viaggio
con cui condividere la traversata. È un modo poi per guadagnare un po' di soldi.
Anna Rita Curina vuole navigare fino alle isole baleari e una volta lì organizzare
brevi crocere a pagamento tra i bizzi e formentera. Bisogna trovare qualcuno che viaggi con lei
fino alle baleari appunto. Prepara un volantino. C'è scritto una crocera diversa per gente
diversa. Un possibile passegero che anche Velista si fa vivo subito. È un uomo che
Giorgio Guidi ha conosciuto a Rimini. A 34 anni si chiama Filippo de Cristoforo, vive
tra Milano e i Paesi Bassi dove si è sposato, separato e ha una figlia. De Cristoforo dice
che salirà a bordo con la sua fidanzata. È una ragazza di Utrecht, molto giovane,
a 17 anni si chiama Adriana Diana Beyer. In più sul catamarano ci sarà anche Stefano
Bersani, amico di Anna Rita, anche lui Velista, in tutto 4 persone. Anna Rita Curina deve
conoscere i due ospiti. Viene organizzato una cena a Pesano, a bordo della barca. Ecco
il racconto che fece anni dopo Stefano Bersani in un'intervista per un programma di Raiuno.
Gli ho conosciuti a una cena sul catamarano. Qualche giorno prima io partiremo. E ho avuto
l'impressione di queste due persone. Lei totalmente sottomessa, era una ragazzina, noi tutti
30 anni per cui non parlava, prendeva dalle labbre di lui. Poi lo accompagnai alla stazione,
tornava a Rimini, lui col treno. E tornava al catamarano e dice ad Anna Rita cosa ne pensi
e lei disse, è uno sbruffone, ma ce ne liberiamo dopo questo viaggio.
Lei sarebbe dovuto salire in barca con loro e partire con loro, però li avrebbe dovuti
raggiungere qualche giorno dopo. Ma la storia è diversa, c'è nel senso che io dovevo,
al 10 avevo un impegno di lavoro a Bologna e lui insistette per partire proprio quel giorno,
aducendo una scusa che la fitta camera di Rimini non mandava fuori, scadeva il contrato, cosa non
vera. E poi dopo i fatti, purtroppo non hanno smentito. La partenza è programmata per il
13 giugno, ma De Cristofaro è impaziente. Trova una scusa, vuole partire prima. Anna Rita
Corina dice di sì, non vuole perdere quei clienti e la possibilità di arrivare presto
alle baleari. Stefano Bersani avrebbe potuto raggiungerla più avanti. De Cristofaro poi
interrogato, settimane più tardi, disse che in realtà la partenza era stata fissata in un
primo momento per il 6 giugno, poi spostata su richiesta proprio di Stefano Bersani e negò
di aver mai fatto pressioni su Anna Rita Corina per partire il 10 anziché il 13. Ecco cosa disse,
intervistato da Franca Leosini in una puntata di storia maledette, programma di Rai 3.
L'Arx lascia il canale di Pesaro la mattina del 10 giugno. A bordo ci sono la
skipper, proprietaria del catamarano, Filippo de Cristofaro e Diana Beyer. Poco prima della
partenza, un ozio di Anna Rita Corina fa un video. L'ozio disse poi alla polizia che mentre lui
filmava la partenza, de Cristofaro e Beyer cercarono di non farsi riprendere. Ecco ancora
di Cristofaro, sempre da storia maledette. Ora bisogna capire chi sono di Cristofaro e Beyer,
da dove vengono, qual è la loro storia?
Filippo de Cristofaro è nato a Bari e orfano di padre da quando a 14 anni, a 5 sorelle,
è l'unico maschio. Con la madre si trasferisceomba a Milano, fregono molto la parrocchi e l'oratorio
della sua zona. Quando a 19 anni, in vacanza sulla riviera romagnola, conosce una ragazza, una turista
l'andese di 18 anni, nasce una bambina di cui non faremo il nome così come di quello della madre,
non centrano nulla con questa storia. I due si sposano, più o meno costretti. Filippo de Cristofaro
si trasferisce За Rotterdam, lavora come impiegato in un'azienda, tenta di aprire una pizzeria
e dopo una gelateria si separa dalla moglie, poi divorzia. Con un amico, Peter Gronen and Dick,
che poi avrà un ruolo importante in questa vicenda, apre una scuola di ballo, a quella scuola
i genitori scrivono Diana Bayer, che è andata a vivere a Rotterdam. A 14 anni, è figlia del Custode
de Lozzo e il padre a chiedere al maestro di danza della ragazza, Filippo, che loro chiamano Filippo,
di ricompagnarla a casa dopo le lezioni. Di lui, i genitori di Diana diranno che era bravo
in segnare danza, dissero anzi che creava balletti come Michael Jackson. De Christofaro spesso
a casa Bayer, nasce una storia, lui la convince a scappare, partono per la nuova Caledonia,
un territorio francese nell'oceano pacifico, tra Australia e Nuova Zelanda. De Christofaro dirà
che quella fuga era stata fatta per sottrarre Diana i genitori, che descrivesse come inaffidabile e
pericolosi. Quella fuga dura tre mesi, i genitori di Diana Bayer hanno denunciato de Christofaro.
Lui consulta un avvocato italiano che conosce, illegale li consiglia di tornare indietro,
così ritornano. Arrivano in Italia a Milano, dove li aspettano i genitori della ragazza,
che ritirano la denuncia. Ma la storia è solo all'inizio. Qualche mese dopo Filippo de Christofaro
e Diana Bayer si incontrano in una discoteca di Rotterdam, decidono di andarsene subito.
Dirà de Christofaro. Abbiamo deciso di riprendere il discorso che era stato interrotto.
Vanno in Belgio, poi in Grecia. Lì de Christofaro rubo una barca, anche se lui dirà di averla
solo presa in prestito a un amico. Dalla Grecia, sbarcano sulla costa Adriatica. L'obiettivo è
arrivare all'Ibbaleari e poi di nuovo nel Pacifico, in Polinesia. E a quel punto che de Christofaro
vede il volantino, conosce Giorgio Guidi e poi Anna Rita Curina. Si iscrisse molto e si discuse del
rapporto tra Filippo de Christofaro e Diana Bayer. Lei venne descritta come una lolita,
la protagonista del romanzo di Vladimir Nabokov, pubblicato nel 1955 da cui poi
venne tratto un celebre film di Stanley Kubrick. Ludovica Lugli, giornalista del post e autrice
del podcast Comodino, spiega il termine lolita. Lolita, scritto con la L minuscola, è una di quelle
parole che derivano dal nome del personaggio di un'opera letteraria, come ad esempio Don Giovanni e
Azzekka Garbugli, oppure nel caso di aggettivi amletico, don quischottesco, pantagruelico o
faustiano. Lolita con la L maiuscola è infatti uno dei personaggi dell'omonimo romanzo di Vladimir
Nabokov. È probabilmente il suo libro più letto e conosciuto, in parte perché subì varie forme
di censura, e da sempre i libri censurati fanno parlare di sé e quindi vengono letti da più
persone, e in parte perché Stanley Kubrick ne trasse un film. Il romanzo è ambientato negli
Stati Uniti alla fine degli anni 40. Il protagonista e narratore, Humbert Humbert, è un uomo che prova
attrazione sessuale per le bambine e ragazzine che hanno un'età compresa tra i nove e i
quattordici anni, quelle che lui chiama Nymphette. Lolita ha 12 anni quando Humbert prende in affitto
una stanza nella casa in cui la ragazzina vive con la madre. Senza entrare nei dettagli della
trama, nel corso della storia, Humbert ha una relazione sessuale abusiva con Lolita che dura
diversi anni e che nel romanzo si conosce solo dal punto di vista di Humbert perché è lui che
racconta la storia. Nel linguaggio comune, la parola Lolita con la L minuscola oggi viene usata
per indicare una ragazza adolescente di aspetto provocante che suscita desideri sessuali anche
in uomini maturi. Così dice il vocabolario Nuovo de Mauro. Non si tratta in realtà di una definizione
che descrive bene la Lolita di Nabokov. Non solo perché per gran parte del libro Lolita non è
ancora un adolescente, ma una ragazzina che sta attraversando la pubertà, ma soprattutto perché
a pensare che Lolita sia provocante è Humbert Humbert. Non si tratta di un punto di vista
oggettivo. Nel romanzo prevale la percezione che Lolita sia vittima di un gravissimo abuso e
odia Humbert. Probabilmente la percezione un po' distorta di Lolita che è passata nella parola
di uso comune dipende soprattutto dal film di Kubrick dove il personaggio fu interpretato da
Sue Lyon, un attrice che aveva 14 anni quando fece il provino per la parte e che nel film sembra
anche più grande. C'entra anche il fatto che il film ha un tono più comico rispetto al romanzo
e che nel film Lolita non sembra soffrire particolarmente per i rapporti con Humbert.
Il tipo di rapporto tra De Christopho e Bayer fu anche molto discosso durante tutto il percorso
processuale, ma lo fu anche in seguito e vedremo il perché. Ecco cosa dice la psicologa clinica
Chiara Magliore. Per quanto riguarda la relazione tra Dianne Filippo, quello che si può ipotizzare
è la presenza in lui di una personalità piuttosto grandiosa, con dei tratti manipolatori e che
trovano ampiamente luogo in una ragazza così giovane. Lui è caratterizzato da quello che si
può sopporre da una scarsa empatia poco rimorso ma da un grosso desiderio di ammirazione tanto che
appunto lui nella vita aspira a fare questa bella vita a bordo di barche catamarani quant'altro,
apre questa scuola di danza, fa il ballerino, viene definito anche un playboy in alcune cose
che si possono leggere e quando incontra questa ragazza diciamo che si crea una configurazione
relazionale particolarmente disfunzionale e molto dipendente. Dianne è caratterizzata da una
dipendenza psicologica nei confronti di quest'uomo adulto, possiamo immaginare che in lui possa
vedere il sostituto di una figura adulta che è fiaccudente ma sia una figura da ammirare.
Del rapporto di Dianne con la sua famiglia non sappiamo molto, non voglio neanche entrare
nel merito delle cose che non si possono sapere, però possiamo immaginare che potesse avere qualche
difficoltà nel rapporto con i genitori come tra l'altro può succedere una ragazza di 17 anni.
Lei aveva una fragilità psicologica che però è anche un po' fisiologica per l'età, era una
ragazza molto giovane e quindi più facile da manipolare di una donna adulta e maggiormente
strutturata e tra l'altro c'è un dato che è reale, più che psicologico, ma che assume una
valenza psicologica, cioè che lei non parlava l'italiano e quindi in questa serie di dinamiche,
soprattutto a bordo del catamarano, lei era vittima di quello che le veniva detto dal
decristoforo e non aveva modo di sapere se le cose fossero diverse da quelle che lui raccontava.
Quindi è una relazione molto asimmetrica, molto idealizzata perché chiaramente un uomo più
grande è un uomo più facile da idealizzare perché le fa promesse di una bellissima vita,
l'adultizza molto, l'aiuta a sentirsi più grande, diciamo che lei probabilmente poteva
avere delle fantasia di autonomia di indipendenza dalla famiglia di origine con cui lui collude
perfettamente perché la prende, la porta via, le fa fare tutta una serie di cose anche molto
interessanti per una ragazza di 17 anni e quindi lui trova una facile preda tra virgolette in questa
ragazza, nonostante lui dichiare di essere innamorato e questo io non lo posso escludere
assolutamente, è certo che una personalità come quella del decristoforo è una personalità che
non è caratterizzata da una grande capacità di mentalizzare, da una grande capacità di provare
delle emozioni autentiche, sicuramente la capacità di simularle è evidente.
Torniamo ai giorni dopo il ritrovamento del corpo di Annarita Curina,
l'autopsia ha stabilito che la ragazza è morta da circa 20 giorni, si capirà poi che è morta
lo stesso giorno della partenza dal porto di Pesano, il 10 giugno. Qualche giorno dopo che
la barca ha lasciato la costa italiana, Stefano Bersani ha iniziato a preoccuparsi. Ecco cosa
rispose sempre intervistato da Raiono, la domanda so quando avesse iniziato ad allarmarsi?
I primi due tre giorni no, era quasi normale, bisogna dire che non c'erano i cellulari,
bisognava scendere a terra con la cabina, telefoniche eccetera. Dopo il terzo,
quarto giorno abbiamo cominciato a preoccuparsi, dopo una settimana avevamo tutti in ansia,
avevamo. Verso il decimo giorno il padre andranno in capitaneria dove il comandante ci rassicurò,
dicendoci che avrebbe in diramato un comunicato per questo catamarano particolare, solo che
purtroppo lo stesso giorno uscì col radeatico con la notizia di questo ritrovamento. Io andai
con gli uomini della squadra mobile di Pesaro a fare il riconoscimento, sperando non fosse lei,
purtroppo, poi gli chiamo a calmi. Iniziano le ricerche, si fanno le prime ipotesi,
soprattutto sui giornali. Può essere accaduto che due ospiti dell'Arx non si sa per quale
ragione, abbiano ucciso Anna Rita Curina e poi abbiano gettato il corpo in mare,
oppure che tutti e tre siano stati uccisi da qualcuno e che i corpi di The Christopher
Bayer non siano stati trovati. Sui giornali il titolo che si ripete è Il catamarano dei misteri,
e naturalmente arrivano i soprannomi per le due persone salite a borgo della barca. Lele abbiamo
già detto diventa Lolita, oppure la biondina dagli occhi verdi o, ancora più scontato,
la bella olandesina. Lui per i giornali è il ballerino Geramondo, diventerà poi il Rambo
dei Mare, e la storia perfetta per l'estate, il giallo del catamarano, Rambo e Lolita,
l'amore impossibile. La storia del catamarano in fuga occupa per giorni le pagine dei giornali
e i minuti dettagli ai giornali. Sembra che in Italia, in quei giorni, non si parli d'altro.
Ha scritto Rianna Binnick, dottore di ricerca in criminologia, nel suo libro Quando il crimine
è sublime. In una società in cui il numero dei crimini reali è in diminuzione è come se la
loro rappresentazione mediatica avesse la funzione di mettere in trama il momento fondativo della
soggettività e della comunità, una sorta di l'infavitale necessaria a riattualizzare la forza
dell'uomo e del patto sociale tra consociati. In altre parole, abbiamo bisogno del crimine per
capire chi siamo, ma anche che cosa vorremmo essere, come singoli e come gruppo sociale.
È leggendo la società a partire dalle sue derive e dunque dalle sue storie più cupe,
che si manifesta forse anche il desiderio di prendersi cura del mondo. L'abiezione diviene
allora la superficie deformante dove si specchia il desiderio di sentirsi umani, mortali e, a volte
maldestramente, uniti. Iniziano gli avvestamenti. Il catamarano viene visto da qualcuno lungo le
coste pugliesi poi in Sicilia. Alcuni giornali parlano di traffico di droga. Secondo un quotidiano
dei Paesi Bassi, di Cristofaro avrebbe portato a bordo venti chili di cocaína,
ma non si sa da dove il giornale abbia preso questa notizia. La Polizia Marittima avvisa
le capitanerie di Porto. A cercare il catamarano non è però solo la polizia. La notizia si è
diffusa velocemente. Chiunque sia in barca, a largo delle coste italiane in cui giorni,
fa attenzione alle altre embarcazioni, cerca un catamarano. Come detto, non ce n'erano
molti in quel periodo. Sono soprattutto gli amici di Anna Rita Curina a darsi da fare. Via radio
le informazioni vengono condivise con tutte le embarcazioni e navigazioni nel Mediterraneo.
Stefano Bersani non legge un aereo piper, vola sull'Adriatico in perlustrazione.
Altri amici volano nelle baleari, fanno una conferenza stampa di fondono la notizia. Ci sono
molti avvistamenti che però non hanno riscontro. Il catamarano è una barca veloce. Quali sono
le sue caratteristiche, lo spiega l'esperto di Vela, Tommaso Albonetti? Allora, il catamarano è
un'imbarcazione a vela o motore che presenta due scafi affusolati di lunghezza variabile,
collegati tra loro da due strutture laterali chiamate ponti. Nella fattispecce, i catamariani
a vela sono due scafi collegati da ponti con un albero e una copulsione a vela,
solitamente una vela principale chiamata reanda e una vela di pruva. Il vero vantaggio tecnico o
di costruzione del catamarano, che avendo due scafi, ha una superficie molto più ampia,
tendenzialmente il catamarano è quasi lungo quanto è largo. Questo li permette di avere
molta più stabilità, quindi poter ridurre la profondità della chiglia e diminuire molto la
resistenza sull'acqua e quindi avere tendenzialmente velocità maggiori rispetto a una barcavela
delle stesse lunghezze. Per essere precisi, un catamarano di 10 metri ha un pescaggio di circa
350 e 80-90 cm, poi dipende ovviamente dalla superficie verica più ampia, per la superficie
verica più bisogna aumentare un pochettino la lunghezza della deriva, mentre una barcavela
delle stesse dimensioni ha un pescaggio di circa 10-1,5 m. In termini di velocità,
direi che un catamarano del 1988 di 10 metri monta un motore a diesel 330 e 40 cavalli,
quindi il motore può raggiungere una velocità intorno agli 8 nodi e mezzo 9 nodi, dipende
ovviamente dal moto ndoso e dal vento, però in condizioni normali è circa 8-9 nodi a motore,
di bolina, quindi in andature dove il catamarano va contro il vento, quindi cerca di andare
una direzione contraria alla direzione del vento, può raggiungere una velocità intorno ai 7 nodi
e mezzo 8, poi ovviamente dipende dalla capacità riconduzione dell'equipaggio e dal tipo di vele,
mentre in andature portanti, quindi quando il catamarano si muove nella direzione del vento e
il vento a spingere il catamarano, può raggiungere una velocità un po' più alta intorno agli 8 nodi,
anche lì dipende molto dal moto ndoso e dall'intensità del vento e dalla capacità riconduzione
dell'equipaggio. Un nodo corrisponde a 1,8 kmh, quindi veleggiare 8 nodi significa andare a 14,8 kmh,
10 nodi corrispondono a 18,5 kmh. Però ci sono anche avvistamenti reali, concreti.
Alle 19 del 10 giugno c'è lo stesso giorno della partenza, un catamarano viene ormeggiato al
circolo Stamura di Ancona. Lo notano alcuni altri velisti. A bordo sembrano esserci solo due
persone. Un uomo e una ragazza, giovane. Un passante si ferma a guardare la barca. Allora l'uomo
da bordo li dice, bella la mia barca, vero? Poco dopo la stessa persona viene notata in una
cabina telefonica del porto. Ed Alicke de Christofor chiama in Holanda Peter Groenendegg e
suo amico, quello con cui ha aperto la scuola di Danza a Rotterdam. Li dice, vieni, ho trovato
una barca, ho bisogno di aiuto per portarla alle baleari. Non li fa nessun accenno a Danarita
Curina, spiega l'amico che gli hanno commissionati il trasporto fino alle isole. I due si danno
appuntamento a Porto San Giorgio, una cinquantina di chilometri a sud di Ancona. Qualche giorno
dopo, Groenendegg, raggiunge di Christofor e sale a bordo dell'Arx. Con lui c'è il suo cane,
un pastore tedesco. Pochi giorni dopo il catamarano è a largo di Santa Maria di Leuca,
in fondo alla Puglia. Un amico di Anarita Curina riconosce la barca. Ancora non è stato diramato
nessun allarme, il corpo non è stato ritrovato, nessuno sospetta che la skipper sia morta.
L'amico si avvicina, ma i tre che sono a bordo li fanno dei gesti, li dicono di allontanarsi. L'uomo
nota che oltre i tre a bordo c'è un grosso cane lupo. Qualche giorno dopo il catamarano con
le tre persone a bordo viene visto ormaiato a San Vito Locapo vicino a Trapani. Lo notano alcuni
turisti milanesi. Ci sono i due uomini che passeggiano in Porto, li seguono un cane lupo e una ragazza.
Questi avvissamenti verranno riferiti in un secondo momento perché in quei giorni nessuno ancora
stava cercando il catamarano. La barca comunque ha già cambiato nome. La scritta ARKS è sparita,
ora si chiama Fly 2. Il nuovo nome è stato impresso con alcune lettere adesive. La data
in cui quelle lettere adesive sono state comprate avrà una nottevola importanza ai finiti processuali,
sarà determinante per capire la premeditazione o meno di ciò che ha accaduto. Il Fly 1 era una
barca che De Cristofaro aveva avuto anni prima. Per questo ha voluto ribattezzare l'ARKS con
il nuovo nome. Come se cambiare nome bastasse a rendere un catamarano irriconoscibile.
Dalle cose siciliane la barca riparte. Si ferma poco dopo all'isola di Marettimo,
a largo di Trapani, quindi parte di nuovo. La destinazione non è gibilterra,
non sono le baleari. L'ARKS, che ora si chiama Fly 2, viaggia verso l'Africa. La meta
sono le coste tunisine e una navigazione di circa 80 mili. Quando Anna Rita Curina viene trovata,
il catamarano è in navigazione. Arriva qualche giorno dopo al porto di Garen-Mell,
poco nord di Tunisi. È lì che De Cristofaro, Bayer e Greeningdeck si dirigono. A Tunisi ci
sono i giornali italiani. Tutti parlano del catamarano fantasma, che fantasma però non è per
niente. Sulle prime pagine c'è la fotografia di Anna Rita Curina. Ci sono anche le foto di loro tre.
Greeningdeck chiede a De Cristofaro spiegazioni, vuole capire che cosa sia successo. Lui davvero
non sapeva nulla fino a quel momento, questo almeno appurrerà il processo. Però ormai è coinvolto.
La barca viene abbandonata nel porto di Garen-Mell. I tre scappano. L'idea di De Cristofaro è quella
di raggiungere l'algeria. Non si sa quale sia il progetto, probabilmente non c'è nessun progetto,
se non quello di cercare di andare il più lontano possibile. Quella storia diventa ancora più assurda.
Il catamarano viene ritrovato dalla polizia tunisina allertata dagli avvisi dell'interpol.
Però i tre fuggitivi non si trovano. Hanno comprato tre cavalli poco fuori tunisi.
Vogliono percorrere cavalcando la strada che li separa dal confine con l'algeria. Sono circa 110
chilometri. Se allontanano dalle strade principali fanno anche tratti desertici. Loro tre in
sella e il canelupo che segue. Intanto a Garen-Mell sono arrivati agenti della polizia
italiana, hanno perquisito la barca. A bordo sono stati trovati i bagali di De Cristofaro,
Bayer e Groenendig. Nel piccolo bagno della barca c'è un flacone di valium. I genitori
dei amici di Anna Rita Curina dicono che lei non ne faceva uso, che a bordo dell'Arx quel farmaco
non c'era mai stato. E sarà anche questo un elemento importante per la ricostruzione
di quanto è avvenuto a bordo. I tre sono in viaggio da alcuni giorni. Il cane di Groenendig
non ce la fa più. Percorrere dietro i cavalli si è ferito alle zambe. Groenendig non ne vuole
sapere di abbandonare il suo canelupo. I tre si fermano. In Tunisia, nel novembre del
1987, con quello che venne chiamato colpo di stato medico, aveva preso i poteri Zin el
Abidin Benali. Aveva convinto i medici del presidente Avita, Abib Burgiba, a dichiararlo
incapace di far fronte ai propri doveri. Ai tempi di questa storia Benali era presidente
da poco. Militarie e polizie erano molto presenti nelle strade. I controlli erano molto
serrati. I tre fugitivi non avevano fatto registrare alle autorità il loro arrivo,
così come invece avrebbero dovuto fare secondo le disposizioni del Paese. Così quando una
pattuglia di poliziotti chiede loro i documenti, incuriosita da quelle tre persone a cavallo,
il loro nome non risulta tra quelli in viaggio nei Paese in quei giorni. De Cristofaro, Groenendig
e Beyer vengono portati in un posto di polizia. Li rilasciano poche ore dopo. Loro pensano
di poter stare tranquilli. Hanno dato agli agenti il nome di un piccolo albergo dove
passeranno la notte. Però i loro nomi sono stati comunicati a Tunisi e lì c'è anche
la segnalazione dell'interpo. La polizia attorna del tre all'albergo. La fuga finisce prende
lì, è il 19 luglio, a Narita Curina, in Borta da 40 giorni. La collaborazione tra autorità
italiana e tunisiena è sempre stata stretta. I tre sospettati del delitto sono trasferiti in Italia. Per
accorciare i tempi la tunisie spelle i tre sospettati. Non c'è bisogno di richiesta di estradizione.
Arrivate a Roma vengono separati. Groenendig e de Cristofaro vengono portati nella casa circondariale
Montacuto, a Dancona. Diana Beyer entra invece nell'Istituto Penale per minorenni Casal de Armarno
a Roma. De Cristofaro interrogato, dice di aver fatto tutto per amore.
Spiega di essere innamoratissimo di Diana Beyer, dice che non ha potuto impedire che succedesse
quello che è successo. Diana Beyer incontro i magistrati.
Racconta la sua storia, dice, sono stata io, ho fatto tutto io. Ma la sua,
quella che racconta i magistrati quel giorno, è solo una delle storie. Ce ne sarà un'altra
pochi giorni dopo, molto diversa dalla prima. Avete ascoltato la prima parte di indagini sulla
storia dell'omicidio di Annarita Curina. Trovate la prima parte e tutte le altre storie sull'app
del post, su tutte le principali piattaforme di podcast e su YouTube. Indagini è un podcast
del post, scritto e raccontato da Stefano Nazzi.
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Il 28 giugno 1988 il corpo di una donna rimase impigliato, al largo della costa marchigiana, nelle reti di un peschereccio. Si chiamava Annarita Curina, era una skipper: era stata uccisa e gettata in mare legata a un’ancora del peso di 17 chili. Era partita il 10 giugno da Pesaro a bordo della sua barca, un catamarano, l’Arx. Con lei a bordo c’erano due persone, Filippo De Cristofaro, 34 anni, e Adriana Diana Beyer, 17. Il progetto era quello di una traversata fino alle Baleari dove poi Annarita Curina si sarebbe fermata. Per non fare la traversata da sola aveva accettato a bordo le altre due persone che avrebbero dovuto aiutarla nei lavori sulla barca.
Dopo il ritrovamento del corpo iniziarono le ricerche nel mare Adriatico che poi si allargarono a tutto il Mediterraneo. L’Arx, che nel frattempo aveva cambiato nome in Fly2, era stato avvistato largo della Puglia e poi in Sicilia. Venne poi ritrovato ormeggiato nel porto tunisino di Ghar el Melh. De Cristofaro e Beyer però non c’erano. Assieme a una terza persona, che si era unita a loro dopo l’omicidio di Annarita Curina e che viaggiava assieme a un cane lupo, erano fuggiti a cavallo verso l’Algeria. Vennero arrestati il 19 luglio ed estradati in Italia. Inizialmente diedero la stessa versione dei fatti, poi ognuno raccontò una storia diversa. De Cristofaro e Beyer vennero processati per omicidio: l’uomo ricevette la pena più pesante, l’ergastolo.
Indagini è un podcast del Post, scritto e raccontato da Stefano Nazzi