Il Mondo: L’Italia impone ai migranti un prezzo per la libertà. C’è un boom dei concerti, e durerà a lungo.

Internazionale Internazionale 9/28/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

Sali sulle spalle dei giganti, fino al 9 ottobre, meno 20% sui grandi classici del Molino

in libreria e online. Info su www.molino.it

Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli

Io sono Giulia Zoli e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di richiedenti a Silo in Italia e di musica dal vivo e poi della nuova

copertina di Internazionale e di un podcast.

A giovedì 28 settembre 2023

Dicono ma come fanno questi qui che non hanno neanche una lira a metterla a cauzione di 5.000 euro?

Guarda che ne hanno pagati altrettanti per venire qui. Poi ormai non so se...

Molti arrivano telefonino, scarpe, catenina, orologino...

Il governo italiano ha annunciato che in questi giorni sarà aperto in provincia di Ragusa

un centro di trattenimento per i richiedenti a Silo, cioè una struttura dove saranno portati

e trattenuti i migranti sbarcati in Italia in attesa che si è esaminata la loro richiesta da Silo.

Si tratta di un progetto sperimentale che funzionerà in modo diverso rispetto ai centri

per impatri già esistenti e in particolare ha fatto molto discutere che si possa uscire

da questo centro pagando una cauzione di 5.000 euro. Nell'audio che avete sentito,

il ministro dell'infrastrutture Matteo Salvini commentava questo aspetto in un programma TV.

Parliamo di questo e degli altri decreti sull'immigrazione che il governo sta emanando

in questi giorni con Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale esperta di migrazioni.

In effetti in questi giorni è stata annunciata l'apertura di questa novità assoluta,

un centro per il trattenimento di richiedenti a Silo nel territorio di Pozzallo Modica.

È stato un centro che è stato costruito nel tempo record di 40 giorni,

un centro fatto di container circondati da filo spinato e recensioni.

Inizialmente era stato costruito per estendere i posti in accoglienza a Pozzallo o ospita già

un hotspot, quindi un centro di prima accoglienza per l'identificazione dei migranti. Apparentemente

quindi sembrava che dovesse essere solo l'estensione di questo centro con ulteriori 300 posti.

In realtà è stato annunciato che 84 posti all'interno di questo centro,

che complessivamente a 300 posti, saranno destinati a chi proviene da paesi considerati

sicuri dall'Italia, tra cui per esempio la famigerata Tunisia, ma anche la Nigeria,

la Costa d'Avorio, a queste persone sarà applicata una procedura accelerata per la

domanda da Silo, una procedura così detta di frontiera e quindi queste persone saranno

trattenute e detenute. È la prima volta in Italia che succede una cosa del genere

in attesa che la loro domanda sia esaminata. E poi c'è la questione della cauzione dei

5.000 euro di cui si è molto parlato, ma che senso ha questa misura?

Questo elemento della cauzione è stato introdotto con un decreto attuativo che è stato pubblicato

nella cazzetta ufficiale la scorza settimana. Questa cauzione appunto di circa 5.000 euro,

secondo chi ha scritto il decreto, dovrebbe consentire di coprire le spese dell'accoglienza

ed un eventuale rimpatrio. Diciamo che il governo pensa che queste persone che arrivano

da paesi così detti sicuri o che vengono considerati sicuri, siano persone sicuramente

destinate al rimpatrio e essere rimpatriate, quindi è come se volesse fare pagare al loro

stesso rimpatrio e la loro stessa accoglienza. La norma è evidentemente incostituzionale,

rischia di etnicizzare l'asilo nel senso che tutte le persone che arrivano dalla Tunisia,

posto che la Tunisia si possa considerare un paese sicuro, ricordiamo insomma un paese

in un momento di crisi politica in cui c'è un governo molto autoritario che ha sospeso

il Parlamento, ma insomma le domande di asilo, secondo le nostre leggi fondamentali, andrebbero

esaminate caso per caso perché ciascuno individualmente potrebbe avere bisogno di una protezione individuale,

quindi questa misura vedremo insomma come sarà attuata nella realtà perché stiamo ancora

parlando di una norma che non è stata applicata nella realtà, il rischio è che violide leggi

fondamentali, tra l'altro crea una discriminazione molto forte tra chi ha la possibilità di

fornire queste garanze finanziarie e chi questa possibilità non c'è là e già la

Corte Europea su questo si è espressa dichiarando che l'accoglienza deve essere fornita non

certo in base alla propria disponibilità economica, c'è un principio discriminatorio

su base economica che non rispetta appunto le leggi fondamentali, nazionali e internazionali.

Dopo l'emergenza all'ampedusa delle settimane scorse sembra che il governo sia molto attivo

sul fronte dei decreti sull'immigrazione, sono misure efficaci?

A un anno dall'inizio del governo di Giorgia Meloni per sua stessa missione proprio la

questione migratoria è quella che le ha dato più problemi nel senso che in un'intervista

al TG1 la stessa Giorgia Meloni ha dovuto ammettere di non aver tenuto fede alle promesse

elettorali, aveva promesso stop, sbacchi, la riduzione degli arrivi e invece appunto

l'Italia in questo momento sta registrando dei numeri importanti di arrivi e quindi per

rispondere a questa difficoltà abbiamo visto negli ultimi giorni un attivismo del governo

proprio su questi temi, di fatto è stato pubblicato il Decreto attuativo del Decreto

cutro che prevede appunto la cauzione e la costruzione di questo centro per il trattenimento

dei richiedenti a silo e poi un altro decreto che prevede l'essenzione fino a 18 mesi

del trattenimento nei centri Permanenza per il rimpatrio, nei CPR, quindi nuove norme

per i CPR e poi il 27 settembre il Consiglio di Ministri ha pubblicato un nuovo decreto

sicurezza che era stato promesso appunto subito dopo gli arrivi importanti all'ampedusa

che ha indirizzato soprattutto ai minori migranti, abbiamo visto che in quest'ultima

ondata sono particolarmente presenti i minori e i minori soli e che non ci sono in Italia

per quello che è avvenuto rispetto ai centri d'accoglienza, non ci sono abbastanza posti

nei centri per minori in Italia, invece di estendere di allargare i centri di accoglienza

dedicati ai minori il governo fa un decreto sicurezza in cui di fatto si consente di mettere

i minorenni sopra ai 16 anni insieme nei centri con gli adulti, si estende automaticamente

la capacità dei centri di accoglienza di accogliere il 50% di persone in più quindi

se la capienza di un centro è di 50 si può arrivare a norma di legge ad ospitare fino

a 100 persone, la presunzione di minorità, questa è un'altra norma importante di solito

se un minore si dichiara minorenne all'inizio gli si dà credito e invece sta il minore

dover dimostrare di essere appunto minorenne, quindi una serie di misure che come è stato

un po' il primo e secondo decreto sicurezza negli anni in cui si alvini era ministro

dell'interno ridurranno ancora la capacità di accoglienza dell'Italia e che continueranno

a criminalizzare le persone che arrivano appunto nel nostro paese in particolare i minorenni.

Nei giorni scursi poi la Premier Giorgia Meloni ha protestato per il fatto che la Germania

finanzierà alcune ONG per l'accoglienza ai migranti in Italia. Cosa sta succedendo

tra Roma e Berlino in questo senso?

In realtà il governo tedesco danni finanzi a alcune ONG tedesche per il soccorso in mare

è sempre stata la posizione di Berlino che le persone vanno soccorse. La Germania è

sempre stata una sostenitrice del soccorso in mare quindi tirare fuori ora questa questione

tra l'altro su delle organizzazioni non governative che sono in influenti nella fotografia

attuale perché ricordiamo che le persone che sono arrivate in Italia nell'ultimo

anno solo nel 5% dei casi sono state soccorse da organizzazioni non governative. Nella maggior

parte dei casi sono arrivate autonomamente sulle coste italiane in particolare alla

Lampedusa o sono state soccorse addirittura dalla Guardia Coste Italiana. È evidente

che appunto in un momento di crisi del governo su questo tema ci sia ondarsi da fare ci sono

state appunto tre decreti nel giro di pochissimi giorni anche creando una grande confusione.

Si parlava di CPR che sono centri appunto per il rimpatrio confondendo questi centri

per il rimpatrio con i centri di trattenimento per i richiedenti asilo quindi creando volutamente

in certi casi una confusione su un tema che è molto complesso ma che è soprattutto molto

strumentalizzato politicamente. Grazie da Annalisa Camilli. Grazie a voi.

Maisa Moroni, foto editor di Internazionale racconta la copertina del nuovo numero.

La globalizzazione è stata dichiarata morta moltissime volte ma nonostante tensioni e

difficoltà il sistema globale di produzione, commercio e finanza è rimasto in piedi. L'economia

mondiale ha superato varie crisi dal crollo finanziario del 2008 alla pandemia. Si sarebbe

tentati di concludere che la globalizzazione sia troppo radicata nella società contemporanea

perché si possa tornare indietro ma oggi deve affrontare la sfida più difficile, quella geopolittica.

Due articoli usciti sul mensile britannico prospect e sul sito di informazione statunitense

Bloomberg raccontano che le tensioni tra Stati Uniti e Cina e la guerra in Ucraina stanno

spostando gli investimenti verso paesi che la pensano allo stesso modo. La dimostrazione che,

quando il mondo è attraversato da profonde rivalità, la politica conta più del libero mercato.

Discutendo degli articoli di copertina durante la riunione di redazione,

abbiamo subito trovato un titolo, l'era della frammentazione. C'è quindi venuto

in mente di rompere visivamente la copertina testata compresa. Per farlo abbiamo chiamato

un ardirector spagnolo, Rodrigo Sanchez, che si diverte molto a scomporre di sturbare rompere

le testate dei giornali e a creare copertine dal forte impatto visivo. Sanchez ha creato per noi

una copertina tipografica con un titolo molto grande che occupa tutta la pagina e dove le

lettere del titolo e la testata d'internazionale appaiano distorte, frammentate, come se la

copertina, così come la globalizzazione, fosse rotta. L'era della frammentazione è la nuova copertina

d'internazionale.

700 dollari per il biglietto del concerto di Taylor Swift a Santa Clara, in California.

Troppi per questa ragazza, che racconta di essersi rassegnata ad ascoltare la sua cantante

preferita fuori dallo stadio in cui si esibirà. Il settore dei concerti sta vivendo una stagione

d'oro e almeno negli Stati Uniti durerà ancora a lungo. Lo afferma un recente rapporto

della Bancova America. Nei prossimi anni si legge nel documento, gli appassionati di

musica continueranno a spendere soldi per gli eventi dal vivo, nonostante l'aumento

vertiginoso dei prezzi dei biglietti. Cosa che non succederà invece in altri settori

dell'intrattenimento. Ne parliamo con Giovanni Anzaldo, editor di musica d'internazionale.

La Bancova America ha pubblicato il 13 settembre questo studio, che è dedicato proprio alla

musica dal vivo negli Stati Uniti e ha definito la musica dal vivo la stella più brillante

nell'universo dell'intrattenimento. Spiegando che, per lo meno nel prossimo anno, ma probabilmente

anche oltre, gli risparmi delle persone verranno spesi soprattutto per eventi di musica dal

vivo. Cosa che invece non succederà in altri settori. In giargo si chiama proprio revenge

spending che letteralmente vuol dire spendere per vendicarsi e questo succede quando le

persone dopo dei periodi di crisi economica o sociale spendono i loro risparmi in alcune

cose, in questo caso appunto nei concerti. Perché si spendono tanti soldi per la musica

dal vivo, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa, giusto? Sì anche in Europa. È

semplicemente aumentata la domanda, cioè sempre più persone fanno di tutto per andare

a vedere certi concerti e quindi sono le scelte dei consumatori che hanno cambiato in gran

parte il mercato. E questo è guidato anche dalle generazioni più giovani, per esempio

dai millennial e dalla generazione zeta. E poi c'è tutta una fetta di consumatori anche

più anziani che hanno possibilità di spendere e anche loro fanno di tutto per andare a vedere

i loro artisti preferiti dal vivo. Però di base la spesa è aumentata perché i biglietti

dei concerti sono diventati molto costosi negli ultimi anni? I biglietti dei concerti

sono aumentati molto. Nel 2000 il prezzo medio dei biglietti negli Stati Uniti era di 35

dollari, oggi è di 79 dollari. E questo dovuta una serie di fattori. C'è il dynamic pricing,

quel fenomeno in base al quale il prezzo dei biglietti varia a seconda del variare della

domanda, un po' come succede con i biglietti aerei per capirci. E questo quindi ha portato sempre

più in alto il prezzo dei biglietti. E poi c'è il secondary ticketing, che è il mercato di

rivendita legale dei biglietti. Potremmo definire una specie di bagari in aggio legale. Su questo

mercato secondario i prezzi dei biglietti raggiungono cifre veramente folli a tratti.

Sul mercato secondario oggi i biglietti dei Taylor Swift vanno in media dai 157 dollari ai 3.800

dollari, con punte di 200.000 dollari. Uno dei casi più recenti è quello della pop star

Olivia Rodrigo, che da poco ha messo in venita i biglietti per il suo nuovo tour. Per comprare

questi biglietti le sue fan erano costrette a registrarsi al suo sito ufficiale e poi a mettersi

in attesa. In seguito gli arrivava via email un codice che permetteva loro di entrare sul

sito e comprare un numero limitato di biglietti. Ticketmaster all'inizio ha detto che al massimo

i biglietti sarebbero costati 199 dollari. In realtà alcune fan si sono trovate a spendere

900 dollari per un biglietto di un concerto. Infatti TikTok è pieno di video di ragazzine che

si lamentano disperate per le cifre che sono state costrette a spendere o per le cifre che

non sono state disposte a spendere, quindi hanno rinunciato ad andare al concerto da loro

cantante preferita perché i biglietti costavano troppo. In effetti molte persone alla fine sono

costrette a rinunciare, cioè nonostante questi prezzi altissimi i biglietti vanno venduti tutti

in pochi minuti. Cosa succede? Spesso si sottovaluta una cosa molto banale, un tempo dove li

metterte in coda per comprare i biglietti di un concerto di fronte a un negozio di ischia o

una ricevitoria. Oggi semplicemente dal tuo computer o dal tuo telefono puoi comprarli con un click.

Il problema è che questa cosa ha ampliato a dismisura la platea di ogni singolo concerto.

Una persona può comprare il biglietto per un concerto in un altro paese e poi comprare il volo

e andare a vedere il concerto. Quindi non c'è solo la spesa del biglietto per il concerto ma anche una

serie di altre spese connessi come il viaggio per esempio. A settembre su internazionale abbiamo

pubblicato un articolo del New York Times che parlava del tour di Beyonce e di Taylor Swift negli

Stati Uniti e che spiegava come i concerti delle due artisti avessero avuto un impatto sulle

economie locali delle città statunitensi perché attorno ai concerti c'erano tutta una serie

di altre cose. Hotel, negozi di vestiti, estetiste, cioè per esempio prima dei concerti molte fan

decidevano di farsi una manicure apposta per l'evento e quindi gli estetisti vicino ai luoghi dei

concerti ma devono presi da salto oppure si creavano eventi apposta per il concerto aperitivi,

riunioni di fan, insomma c'è tutta un'economia che ruota attorno a questi eventi che si alimenta

costantemente. In tutto questo anche gli organizzatori dei concerti promoters si stanno

arricchendo. Si stanno arricchendo soprattutto i grandi promoter, in particolare la live nation che

è la più grande multinazionale dei concerti al mondo che hanno la possibilità anche di rischiare,

cioè se la live nation organizza un concerto e il concerto va male non è un grosso problema perché

la live nation ha molti artisti da promuovere in questo momento in giro per il mondo e quindi per

un concerto che va male magari ce ne sono altri venti che vanno benissimo e poi la live nation che

si è arricchita sempre di più negli anni espandendosi e per esempio acquistando nel 2010 ticket

master che è il principale servizio per la rivendita dei biglietti ha sempre più capitale nelle

sue casse e quindi ha sempre più soldi banalmente da poter usare per fare degli investimenti

rischiosi questo discorso invece non vale per i promoter più piccoli per quelli indipendenti che

se puntano molti soldi su un tour e il tour va male poi si trovano scoperti. Per gli artisti c'è

un'alternativa? L'alternativa c'è negli Stati Uniti in questo momento c'è in corso un ampio

dibattito il presidente Joe Biden per esempio ha preso più volte posizione pubblicamente contro

le spese di commissione cioè le spese che vengono aggiunte ai prezzi dei biglietti dei concerti e

alcuni Stati americani hanno provato delle leggi che impongono il prezzo cosiddetto all in cioè

che contiene già le spese di spedizione nel prezzo originale quindi una persona sa da subito

quanto deve spendere per andare a vedere un concerto e non ha brutte sorprese e poi c'è un

esempio virtuoso che è quello dei cure. April e cure hanno fatto un tour negli Stati Uniti e il

cantante della band Robbersmith ha preso da subito posizione contro i prezzi alti dei biglietti e

contro il dynamic pricing e quindi ha imposto un prezzo ribassato a tutti i tagliandi. Cosa

è successo però che molti spettatori sono trovati comunque di fronte a dei prezzi alti dei biglietti a

causa delle spese di commissione e quindi si sono lamentati pubblicamente di questa cosa. Cosa

ha fatto Robbersmith quindi ha fatto rimborsare i suoi fan e ha fatto di più in realtà ha fatto

togliere dal commercio circa 7.000 biglietti che erano finiti sul circuito del secondary ticketing e

anche in questo caso ha fatto annullare le transazioni e ha dato in beneficenza i soldi delle

transazioni annullate e la band si è occupata personalmente di rivendere quei biglietti che

erano finiti sul secondary ticketing ad altri fan che non ho rimasti senza. Questo dimostra che gli

artisti più importanti se vogliono possono dare un segnale forte. Grazie Giovanni Anzaldo. Grazie a voi.

Il podcast della settimana è consigliato da Jonathan Zenti, produttore di podcast che scrive per la rubrica

Suoni su Internazionale. Ci sono dei casi di cronaca che di tanto in tanto non sappiamo bene perché

escono dalla cronaca e diventano pubblici di tutti e diventano così storia. Ogni volta che ne

risentiamo le vicende e risentiamo i protagonisti parlarne ci sembra di rivivere quella vicenda una

volta in più e di capirla un pochino di più. È quello che succede anche a chi ascolta rumore di

Francesca Zanni che racconta l'omicidio del 18e Federico Aldrovandi morto il 25 settembre del 2005

durante un controllo di polizia a Ferrara. A parlare in questo podcast è soprattutto il padre di Federico

Aldrovandi dopo un percorso processuale complesso durato 10 anni e inquinato da molteplici tentativi

di depistaggio. Oltre a lui a prendere parole anche l'avvocato che ha rappresentato la parte civile

della famiglia, gli amici della vittima che oggi sono adulti e anche i protagonisti dei grotteschi

e svolti mediatici che il caso ha avuto in questi 18 anni. Francesca Zanni chiuderà anche

l'arsegna Mondoascolti al Festival di Internazionale a Ferrara nei prossimi giorni. Il podcast quindi

che vi consiglio di ascoltare è rumore di Francesca Zanni, indipendente su tutte le piattaforme.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Il governo italiano ha annunciato che in questi giorni sarà aperto in provincia di Ragusa un centro di trattenimento per i richiedenti asilo. Il settore dei concerti sta vivendo una stagione d’oro, e almeno negli Stati Uniti durerà ancora a lungo, secondo un recente rapporto della Bank of America.
CON
Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale
Giovanni Ansaldo, editor di musica di Internazionale

LINK
Video 5mila euro: https://www.open.online/2023/09/25/immigrazione-cauzione-5mila-euro-polemiche-salvini-scarpe-collanine-video/

Concerto: https://www.youtube.com/watch?v=CE0Z_1KhRJA

Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un’informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcast

Scrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050
Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.