Il Mondo: L’Europa ha deciso di ripristinare il 20 per cento delle superfici naturali. Donne che invecchiano con le amiche.

Internazionale Internazionale 7/13/23 - Episode Page - 23m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli e questo

è il mondo il poca spottidiano di Internazionale. Oggi vi parleremo di una legge europea per

l'ambiente e della vita delle donne anziane in Italia e poi della nuova copertina di

Internazionale e di PJ Harvey. È giovedì 13 luglio 2023.

Miren, lo che le spediamo è questa mañana,

los grupos que apoyamos, los diputados que somos una mayoría, pero le spedimos al resto que le

den una oportunidad. Este Parlamento no puede ser un obstaculo para una ley de la naturaleza.

Por eso, por el futuro, por el papel de este Parlamento y también por la historia respido un

voto favorable.

Quella che sentite è la voce di Cesar Luena, deputato del gruppo dell'alleanza progressista

dei socialisti e dei democratici al Parlamento europeo.

Luena è il relatore della Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura,

e con questo discorso, ieri aperto a Strasburgo il dibattito parlamentare che poi si è concluso

con l'approvazione del provvedimento. Come è sottolineato Luena, la legge è un elemento

essenziale del Green Deal europeo, cioè il pacchetto di norme presentato dalla Commissione

europea per combattere il cambiamento climatico. Ma leader che porterà la sua approvazione

definitiva non è ancora finito. Ne parliamo con Gabriele Crescente, editor di Ambiente

d'Internazionale.

Ieri il Parlamento europeo ha provato in seduta plenaria la sua posizione negoziale

sulla legge sul ripristino della natura, con un margine piuttosto stretto di 336 voti

a favore e 300 contrarie. A favore della legge hanno votato i partiti di sinistra, di centro

sinistra, compresi i liberali, i verdi e la sinistra radicale. Contro ha votato tutto

praticamente il centro destra dal Partito Popolare e conservatori e riformisti europei

alle forze più estremi e indipendenti che siedono nel Parlamento europeo. Questa legge

era considerata un elemento cruciale del piano della Commissione per rendere l'Unione europea

più sostenibile dal punto di vista ambientale e il suo fallimento avrebbe inferto un duro

colpo a questa ambizione l'intero grandile europeo.

Ecco che cos'è esattamente questa legge, cosa dispone?

Soprattutto l'impegno a riportare una quantità considerabile dei terreni, delle aree dell'Unione

europea, lo è stato naturale, partendo dal presupposto che 81% degli ecosistemi europei

sono in uno stato giudicato negativo, sono stati degradati al punto di minacciare la loro

sopravvivenza, quindi è necessario ricostituire questi ecosistemi in modo da garantire la

loro sopravvivenza a lungo termine. L'obiettivo primario di questa legge è

riportare almeno il 20% del territorio europeo allo Stato naturale entro il 2030, con l'obiettivo

a lungo termine di riportare tutti questi ecosistemi giudicati in declino allo stato

di equilibrio entro il 2050.

Prima hai detto che la legge è passata per pochi voti, ma come mai la sua approvazione

era così imbilico?

La sua approvazione era imbilico soprattutto a causa del voltafaccia del Partito Popolare

europeo, che è la forza politica più grande del Parlamento europeo e che ricordiamolo

è uno dei partiti che sostiene la Commissione europea di Ursula von der Lein, quindi in

teoria avrebbe dovuto sostenere una proposta che è stata avanzata dalla Commissione stessa.

In realtà negli ultimi mesi il Partito Popolare europeo ha fatto completamente marcia indietro

e ha cominciato a sostenere che questa legge nella sua forma attuale non era accettabile

perché avrebbe messo in pericolo la sicurezza alimentare europea in un momento in cui la

guerra in Ukraine ha già fatto salire i prezzi e ha limitato l'esportazione dall'Ukraine

e dalla Russia e che avrebbe portato alla rovina un gran numero di piccoli agricoltori in tutto

il continente perché appunto una parte considerevole di queste aree che dovranno

essere riportate allo Stato naturale sono attualmente utilizzate per l'agricoltura,

quindi mettendo insieme i voti del Partito Popolare europeo con gli altri partiti di

destra che fin dal primo momento che si erano schierate contro la legge i numeri erano veramente

imbilico.

Ma c'è davvero una questione di sicurezza alimentare sollevata da questa legge?

Gli agli scienziati, gli esperti del settore e anche molti aziende del settore agroalimentare

non pensano che sia così perché anche se è vero che la superficie complessiva lessinata

l'agricoltura sarebbe leggermente ridotta la produttività dell'agricoltura sarebbe

aumentata dal ripristino per la biodiversità perché la biodiversità aiuta l'agricoltura

in molti modi a cominciare dal ritorno degli insetti impollinatori da cui dipende l'impollinazione

di un grandissimo numero di colture fondamentali e soprattutto la minaccia principale alla

produzione agricola europea non è tanto il ripristino delle siepi o dei fossati o delle

aree umide che è quello di cui appunto si parla in questa legge ma la degradazione del

suolo e la riduzione appunto della biodiversità nel suolo e nell'ambiente agricolo che sta già

minacciando la produttività dell'agricoltura che in futuro potrebbe rappresentare un problema

veramente esistenziale per l'agricoltura europea. Ma allora se non c'è una questione di sicurezza

alimentare qual è il motivo per cui il Partito Popolare ha fatto questo dietro fronte?

Il motivo secondo molti osservatori è essenzialmente che il Partito Popolare ha

meglio molti dei partiti nazionali che fanno parte del Partito Popolare europeo hanno tra

i loro lettori un gran numero di agricoltori di persone che vivono nelle aree rurali e sono

preoccupate per gli effetti di pesta legge e anche per le altre iniziative tutela dell'ambiente

che sono state lanciate negli ultimi anni in tutta Europa ci sono stati diversi campanelli

dall'arme per il Partito Popolare europeo cominciare dalla vittoria di diversi partiti

appunto agrari legati a questi interessi dei piccoli agricoltori in diversi paesi tra

quei paesi bassi recentemente soprattutto l'impulso fondamentale da parte del partito legge giustizia

polacco che è appunto una grande base nell'area agrippe della Polonia e che è preoccupato per le

elezioni che si terranno in autunno una possibile insoddisfazione degli elettori delle aree rurali

tutto questo in un contesto in cui si avvicinano le elezioni europee del 2024 in cui appunto

il Partito Popolare europeo è minacciato da diverse forze della nuova destra e vede l'opportunità

di recuperare voti tirando il freno sulle iniziative e sostenibilità dell'Unione europea che

hanno societato una forte resistenza in molti paesi e che appunto alcune frange e pp hanno

deciso di cercare di cavalcare e a questo punto cosa succede la legge entra in vigore subito no

adesso la legge dovrà seguire l'altro passo del processo di legislazione europea cioè il

dialogo tra il Parlamento e il Consiglio che dovranno ne formare le loro versioni il Consiglio

europeo aveva già approvato la sua versione del testo a giugno e ricordiamolo in quell'occasione

alcuni governi tra cui quello italiano avevano espresso la loro forte contrarietà a questo

testo ma in quel caso si trattava di un foto a maggioranza qualificata e quindi la maggioranza

aveva deciso contro il parere di questi paesi questi paesi torneranno a far sentire la loro

voce durante questo processo negoziale e odrebbero sollevare altri ostacoli e ovviamente

l'avvicinarsi dell'elezione europea non farà che aumentare la versione politica quindi anche se

una bocciatura è un po' meno probabile adesso non è comunque da scartare. Grazie Gabriele Crescente.

Grazie a voi.

Maisa Moroni, foto editor di internazionale racconta la copertina del nuovo numero.

Negli ultimi anni la california ha fatto notizia soprattutto per la siccità e gli

incendi catastrofici che la colpiscono regolarmente ma lo stato più popoloso degli Stati Uniti è in

realtà stretto dal punto di vista climatico tra periodi molto secchi seguiti da alluvioni

devastanti. In un certo senso purtroppo anticipa il futuro del pianeta. Ma come racconta l'articolo

uscito sul magazine del New York Times indica anche la strada e le possibili soluzioni per

capire come adattarsi a condizioni climatiche sempre più difficili. L'immagine di copertina è del

designer e illustratore spagnolo Guillem Casasus. Vediamo una signora elegante mentre taglia

il prato perfetto di casa sua, ignara o indifferente al fatto che alle sue spalle avanza un incendio.

L'immagine come divisa metà in diagonale, una parte è nera e completamente bruciata dal

fuoco, un'altra verde rigogliosa. La posizione del titolo, composto da due parole,

sistemate agli estremi opposti della copertina, rafforza questa divisione. Trasicità e alluvioni,

ma anche tra chi insista denunciare raccontare il cambiamento climatico e chi invece continua

a fare finta di niente. Estremi climatici è la nuova copertina d'internazionale.

Accorda ai due esperti, l'Italia è la più più di più popolazione, è la più

pressione che ha bisogno di essere addresdita. C'è detto che il futuro del paese molto

dipende a questo e a come ripartire il trend. Per la prima volta in la storia del paese del

2015, l'Italia ha perduto circa un milione di residenti e il forcorso per i prossimi 30

anni è il verde. È passato meno di un anno da quando questo notiziano in lingua inglese

parlava del preoccupante declino demografico dell'Italia. E, stando ai dati dell'ultimo

rapporto annuale dell'Istat, del 7 luglio, la tendenza è destinata a peggiorare. L'Italia

ha dimostrato di essere in grado di reagire e resistere alle grandi sfide dell'ultimo

anno, quella energetica e quella dell'inflazione si legge nel rapporto. E la situazione di ragazzi

e ragazzi è preoccupante, visto che un giovane italiano su due ha qualche difficoltà nel

campo dell'istruzione, del lavoro, della salute o per questioni legate al luogo dove

vive. E intanto l'età media della popolazione continua ad aumentare inesorabilmente. L'Italia

è il paese con più anziani d'Europa e gli ultracentenari sono in grande maggioranza

donne.

Ne parliamo con Barbara Ledacchenni, esperta di politiche di genere della fondazione Giacomo

Brodolini, coordinatrice di Ingenere.it e collaboratrice di Internazionale.

Il rapporto annuale Istat è un rapporto che mette insieme i dati demografici, economici

e sociali del paese per darci una fotografia aggiornata. Uno dei focus del rapporto è

quello sulla popolazione.

La prima cosa che ci dice Istat ma ce l'aveva già annunciata è Eurostat e che siamo il

paese più vecchio d'Europa con un'età media che ha superato i 48 anni. Ma non è

tutto, siamo sempre più vecchi, ma siamo sempre di meno. Siamo 58.851.000 persone che

significa 179.000 in meno rispetto all'anno scorso e come se avessimo cancellato Taranto

o Modena dalla mappa. Un altro dato che ci caratterizza è il numero di ultracentenari

che nell'ultimo ventennio è triplicato. Al contrario, sono diminuite le persone inetattiva

quelle tra il 15 e il 64 anni e soprattutto si è ridotto il numero degli under 14. Quindi

la nostra è una piramide demografica totalmente invertita, in cima abbiamo moltissimi anziani

e alla base abbiamo pochi bambini. Le previsioni però ci raccontano che questo trend dell'invecchiamento

è un trend in crescita che significa che abbiamo sempre più anziani, molto anziani.

Siamo il primo paese del mondo per ultrottanteni e questo significa che siamo in una situazione

demografica che non ha precedenti storici dove convivere con un numero di anziani così

grandi e di anziani anziani così grande è una delle sfide che ci pone non il nostro

futuro ma il nostro presente. Questo dato sull'invecchiamento della

popolazione italiana non è una novità, è una tendenza in atto da anni però.

È vero, è una tendenza in atto da anni e adesso siamo in un momento in cui questa

tendenza vi è un momento di grande spanzione anche perché arrivano alla vecchiaia. I figli,

le figlie del boom è anche questo che li rende molto numerosi ma c'è un altro dato che dobbiamo

osservare ed è che non stiamo parlando di anziani ma quando parliamo di persone con più

di 80 anni di centenari e di ultracentenari tendenzialmente stiamo parlando di anziani e

le donne sono infatti in generale la leggera maggioranza della popolazione ma dai 60 anni

in poi la forbice si allarga progressivamente e tra chi ha più di 110 anni le donne sono

il 100%. Il modo in cui si vive dopo i 60 anni cambia con il tempo anche in relazione a come

cambia la demografia. Se pensiamo che l'età media arrivata a 48 anni e la spettativa di vita per

le donne di 85, vediamo come questo dato sia un dato che è cresciuto nel tempo. Poi ci sono

cambiamenti sociali, l'età pensionabile, l'età in cui si deventa genitori o nonni che si sono

alzate considerevolmente e questo ci porta come risultato di un insieme ai trasformazioni ad

avere una fascia più larga di quelle che potremmo chiamare le giovani anziane. Quindi oggi sono

anziane donne che sono entrate in massa nel mercato del lavoro, donne che si sono sposate ma anche

separate, donne che hanno una vita attiva che viaggiano, che hanno strumenti culturali che

hanno possibilità economiche e voglia di godersi la vita e il tempo. Però non tutte le donne anziane

hanno tutte queste possibilità? No infatti se per alcune la vecchiaia l'età in cui godere

della stabilità economica e del tempo libero per molte altre invece coincide con condizioni

disastrose. La qualità della vecchiaia infatti dipende moltissimo dalla qualità del lavoro

nella fase e la vita attiva perché la pensione è correlata al lavoro così come lo è la possibilità

di avere una casa confortevole, di pagare servizi di cura e anche di essere di supporto per il

resto della famiglia. La minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, la discontinuità

delle carriere, i part-time, le peggiori condizioni contratuali e salariali creano condizioni che

incidono negativamente sulla vecchiaia anzi che nella vecchiaia manifestano tutta la loro criticità e

a questo si aggiunge tutto il lavoro domestico e di cura non retribuito che pesa quasi esclusivamente

sulle donne per cui anche quando non partecipano al mercato del lavoro le donne lavorano più

ore degli uomini e dunque arrivano alla vecchiaia più logurate. La somma dei vari gap di vario

salariale e quello pensionistico si somma con quello della ricchezza per cui sappiamo che le donne

hanno anche meno ricchezza e con un gap che è il gap della salute per cui le donne si vivono di più

e più a lungo ma arrivano alla vecchiaia in peggiori condizioni di salute. I dati ci dicono che

ad eccezione le malattie croniche gravi che sono più diffuse tra gli uomini e le donne hanno

condizioni peggiori per tutti gli altri indicatori di salute. A questo gap si aggiunge un gap che

possiamo chiamare sentimentale nel senso che solo tre donne su dieci dopo i 75 anni vivono in

coppia mentre per gli uomini la proporzione è totalmente invertita. E da cosa dipende anche

questo è legato a qualche di vario che le donne sperimentano da giovani? Questo dipende da vari

fattori le donne hanno meno tendenza a risposarsi forse perché durante il primo matrimonio hanno

scoperto che non ne volevano un secondo ma anche perché ancora pesa lo stereotipo per cui uomini

più grandi si sposano con donne più giovani. Questo forse in qualche momento storico era legato

alla solidità economica del partner maschile diciamo ad oggi non è più così e ci rimane soltanto

lo stereotipo dell'uomo più grande che però è totalmente improduttivo diciamo così se andiamo

a vedere poi quali saranno i percorsi di vita per cui avrebbe molto più senso che essere più

grandi fossero le donne. Quindi sostanzialmente ci ritroviamo con una popolazione molto numerosa

di donne anziani fragili da vari punti di vista e sole. Che modello di società dovremmo immaginare

per accogliere queste donne? Intanto una società in cui se inizia a parlare nel senso in Italia ci

sono quattro milioni e mezzo di donne oltre a 60 anni che vivono sole come abbiamo visto non

sempre vivono bene sono nubili divorziate separate e vedove sono soprattutto vedove e sono una parte

della popolazione abbastanza rilevante di cui però si parla molto poco e si parla poco del come

stanno cambiando le loro vite come sta cambiando l'immaginario quali sono i nuovi modelli di

vicchiaia quindi forse inizia a parlarne e rompere il silenzio potrebbe essere un primo passo interessante.

Del resto molte anziane di oggi appartengono alla generazione che ha fatto il femminismo e questo

ci dà una speranza nel senso che praticare nuovi modelli basati sulle relazioni significa uscire

fuori dallo schema patriarcale e significa anche uscire fuori dal mondo di riferimento che

ti crea intorno la famiglia patriarcale per cui è la famiglia l'unica risposta che tu hai per

organizzare i tuoi bisogni se invece i tuoi bisogni gli organizzi con le amiche fai come hanno

fatto in Francia le babayaga che sono state le prime ad aprire un cocausing femministra per

donne anziane e se dobbiamo immaginarci dove andremo a vivere con le nostre amiche nella

vecchiaia sappiate che si vive di più è meglio vicino al mare si vive di più è meglio quando

si mangiano prodotti genuini quindi facendo l'orto e si vive di più è meglio quando si legge tanto

quindi tre cose da tenere a mente per proiettarci nei nostri cent'anni grazie a barbarale da kenny

grazie a voi il disco della settimana è consigliato da giovanna da scienzi foto editor di internazionale

gli album di pj ardi sono sempre molto attesi anche perché ogni volta ci portano su strade diverse e

raccontano ulteriori tappe evolutive di questa artista se nel 2016 con the hope six demolition

project ci raccontava un diario di viaggio tra l'afghanistan il cossopo e washington dc con

il nuovo inside the old year dying ci riporta in una dimensione più intimistica e legata

alla tradizione folk inglese non è la prima volta che attende dal suo luogo natale il dorset ma ora

sembra lo faccia per ricalibrarsi e tornare a un carattere più essenziale della sua musica i testi

sono presi direttamente da orlam un poema di formazione che ha scritto l'anno scorso e che

racconta in maniera enigmatica e onerica le vicende di una bambina di nove anni usa il dialetto del

dorset come nel libro per amplificare la musicalità del suo linguaggio mentre insieme

produttori storici john perish e flood sceglie un effetto immediato senza curarsi troppo di

suoni sporchi imperfetti i tromboni le chitarre i sintetizzatori e le voci costruiscono così un mix

strano che ondeggia tra melodia e rumore una colonna sonora perfetta per una storia sulla

vita e la morte che ci lascia con molti misteri da cui restare affascinati inside the old year

dying di piggiarvi dalla redazione di internazionale per oggi è tutto scriveteci a podcast

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La legge sul ripristino della natura è un elemento essenziale del Green Deal europeo, il pacchetto di norme presentato dalla Commissione europea per combattere il cambiamento climatico. L'Italia è il paese con più anziani d’Europa e gli ultracentenari sono in grande maggioranza donne.

Gabriele Crescente, editor di ambiente di Internazionale
Barbara Leda Kenny, esperta di politiche di genere della fondazione Giacomo Brodolini

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni
Assistente di produzione Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.