Il Mondo: Le alluvioni in Libia nella cronaca di una giornalista a Bengasi. Perché Finlandia, Svezia e Paesi Bassi vietano l’uso dei telefoni a scuola
Internazionale 9/14/23 - Episode Page - 26m - PDF Transcript
Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi
Marcelli e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.
Oggi vi parleremo delle alluvioni in Libia e dell'uso di telefoni e tablet a scuola
e poi della nuova copertina di Internazionale e di un podcast.
È giovedì 14 settembre 2023.
Dalla nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
La nuova copertina di Internazionale
Ha contato di aver perso 30 membri della sua famiglia
in seguito alle inondazioni che hanno devastato la sue città
abbiamo sentito la dica crollare e l'acqua è non dato tutto
la gente dormiva, nessuno era preparato, dice
Sono almeno 5000 ai morti e 10.000 le persone dispersi in Libia
dopo le pi Whitney Portale di la tempesta Daniel
che hanno colpito il nord-east de Faese nella notte tra domenica e lunedì
All'inizio di settembre la tempesta aveva colpito la Grecia,...
... la Bulgaria e la Turchia, uccidendo 26 persone...
gravi danni, poi si è rafforzata attingendo energia dalle acque eccezionalmente calde
del Mediterraneo prima di raggiungere la Libia. La città più colpita è Derna, una città
portuale di circa 90.000 abitanti dove interi quartieri sono stati spazzati via dall'acqua
e dal fango dopo la rottura di due dighe. Abbiamo chiesto a Rimmel Breki, direttrice
dell'Agenzia di Stampa Libica AC Bar Libia 24, che in questo momento è in viaggio da
Benghazi a Derna di descriverci la situazione nell'ordest della Libia.
Catastrofo, non siamo abituati al disastro inaturale, non siamo adestrati, non abbiamo
una squadra di scorso professionale per il disastro inaturale, quindi il catastrofo
era dobiato.
Dove ti trovi adesso?
Sto muovendo da Benghazi verso Derna. Quasi tutti le strade sono interrotte, quindi bisogna
veramente fare diverse strade per arrivare a Derna o per arrivare a Sousa. Il discorso
che è non solo Derna è colpita, tutta la regione di Cirinaica è colpita completamente.
Quando si parla di Cirinaica si parla più o meno di quattro città principale o cinque
città principale. Tobruk, Derna, Albeva, Almerge e Benghazi. Solo il Benghazi e Tobruk
non sono stati colpiti fortemente, però Almerge e Albeva, Derna, sono completamente
colpiti e di più tutti i villaggi vicino o tra queste cinque città principali. Quindi
per la strada da Benghazi verso Derna possiamo notare che ci sono 10 villaggi, sono scombarsi
completamente dalla Mabba che abitava lì non c'è più, quindi non si tratta di 10 morti
qui o 10 morti qui, no, si tratta di un villaggio, non esiste più, un'ambicurissima
città, non esiste più, negli casi, negli animali, negli personi.
Tu come ti stai muovendo verso Derna, come stai viaggiando?
Con le macchine, però macchina forse strada è molto potente.
La situazione più grave è a Derna, ci puoi spiegare come è venuto il disastro in questa
città?
Quando il successo, quello che è successo e la diga è stata piena di acqua, è esplosa
praticamente, ha portato con sé tutta la chiasa tutti le persone a mare, quindi quando
si parla di 2000 o 3000 o 5000 morti sono le persone lontano della diga, però quello
nel percorso della diga è stato buttato tutto nel mare, quindi se noi fino a ora abbiamo
trovato 5000 o 6000 a morte, queste perché sono lontane nel percorso della diga, però
quelle che vicini nel percorso della diga sono portate tutti verso il mare, ecco perché
Derna è molto colpita.
Il Centro Nazionale di Meteorologia Libico ha registrato 414,1 mm di pioggia in 24 ore
ad Albay da un centinaio di chilometri a ovest di Derna, dove in genere ne cadono 543 mm
in un anno però, quindi questo disastro è senz'altro attribuibile alle condizioni meteorologiche
estreme, non si era mai visto niente di simile.
Infatti per questo dicevo noi non siamo abituati al disastro naturale, è quello che
c'è creato il crisi, il crisi è stato praticamente creato perché è l'acqua che arriva in Libia
quasi in due anni, è arrivata in 24 ore, anche meno di 24 ore.
Oltre alle condizioni meteorologiche estreme sul crollo delle díge possono aver influito
anche le condizioni delle infrastrutture?
Beh certo, diciamo che gli ultimi 10-12 anni nessuno si è tenuto conto l'infrastruttore
a Libia, ma anche prima, gli ultimi 40 anni si è fatto pochissimo cosa a Libia.
Attualmente la Libia è divisa tra due governi rivali, uno a Tripoli e l'altro con sede in
Cirenaica, la parte est del Paese, quella appunto più colpita dalle alluvioni.
Chi si sta occupando di questa emergenza?
I libici, noi a prescindere che il Paese diviso in due o in tre o spaccato anche in
cinque.
A me veramente mi fa bene a pensare che la Libia divisa in due.
Libia è spaccata in cinque, ma a prescindere di questo fatto è che non è il momento veramente
a discuterlo, l'abbiamo discosso per 12 anni, oggi i libici sono in uniti per aiutare Cirenaica.
Quindi non si tratta di un governo Cirenaica o un governo in Tripoli e Stania.
Assolutamente no, si tratta che i cittadini proprio che si occupano praticamente di risolvere
questo catastrofe.
L'aiuto internazionale sono arrivati negli ultimi 6-7 ore, però i tre giorni che sono
ben abassati ci siamo occupati noi, cittadini, esercito, tantissimi volentari.
Fino oggi si contolo 50 soldati morti, ma questo non significa che il governo di Adelhamid
beiva non ha fatto il suo adovero, assolutamente no, votiva a fare di più, non lo so, però
i libici che si occupano di questa, è un catastrofo mai successo nella nostra storia.
Io posso dire che l'11 settembre è il giorno biobuio nella storia della Libia, non è
nella storia contemporanea, è la storia della Libia.
In questo momento quindi c'è una sola Libia, tutti i libici stanno portando il loro aiuto.
Non possiamo negare il fatto che Libia divisa solo il piano economico, militare e politico.
E questo è un fatto, e questo l'abbiamo discusso per 12 anni e continuo praticamente a discuterlo
nel futuro.
Però quello che vorrei veramente sottolineare, che l'aiuto stanno arrivando da tutti le
cittadini di tutti, appriciendere del fatto che il governo ex o il governo no ex hanno
fatto il loro dovere o non l'hanno fatto il loro dovere, e cittadini proprio hanno
fatto il loro dovere.
Mi dispiace moltissimo che non siamo soltivi per poter mandare in onda il video di centinaia,
di migliaia, di camion, di macchine di imbolanze, di squadre mediche che arrivano da tutta
Libia verso Darne, o da tutta Libia verso Cerenaica.
Ti dico solo che praticamente per arrivare a Darne, di solito da Prendase, ci volono
due ore.
Oggi ci vogliono cinque, non solo perché le vie interrotta o le strade sono interrotta,
però perché le macchine di scorso, perché il camion di cibo, perché le squadre mediche
stanno dappertutto.
Cosa sappiamo del numero dei morti e degli sfollati?
Allora di sicuro noi fino a ora abbiamo usato circa 7000-8000 sacchi da cadaveri, e questo
praticamente ci indica che ci sono 8000-7000 morti, ma queste sono le scorbe che sono stati
trovati.
Penso che arriviamo anche a 15.000 tra due e tre giorni massimo, e sfollati rimane un
buco veramente molto, molto nero, perché sulla città di Darne si parla di 50.000 sfollati,
come famiglie, quindi una famiglia di quattro persone e cinque persone, quindi si parla
di 250 sfollati.
Dobbiamo dire che l'alberga di tutte Cerenaica, il resort di tutte Cerenaica, sono strabbieni,
ma anche le scole, e questo ci ha portato un blocco tutuali di tutta la scola, se
elementari, se secondaria, per esempio più di 50 scole a Benghazi sono viene di famiglie
sfollati di varie città e vari villaggi di Cerenaica, quindi questa scendica ci sarà
molto da fare per sestimare questa persona in diversi casi per poter anche iniziare l'anno
scolastico, l'anno scolastico già entro rotto da quattro giorni.
Anche gli ospedali quindi sono danneggiati?
Possiamo dire che l'ospitale di Darne e del Merge di Ueda sono fuoriservizio, sono fuoriservizio
e non è perché sono crollati, no no, sono fuoriservizi perché praticamente sono nagati
di acqua, non funzionano più per via del disastro, però l'ospitale principale di
topro e l'ospitale principale di Benghazi sono stramenti sfollati.
Tra poche ore arriverai a Darne dove la situazione è ancora più disastrosa.
La quella che vede dal tiro giornale, la quella che mi raccontano, la mia squadra è un disastro.
Spero che realmente trovo un' situazione migliore, però se la mitacità già distrutta quindi
questa si spiega da solo.
Grazie a Rim e il brecchi.
Grazie a voi.
Maisa Moroni, fato editor di Internazionale, racconta la copertina del nuovo numero.
Una mattina dello scorso inverno, alla lune di una scuola secondaria femminile di Tehran,
è stato detto che alcuni funzionari del Ministero dell'Istruzione sarebbero venuti a verificare
il rispetto del codice di abbigliamento.
Le insegnanti hanno quindi chiesto a un gruppo di alunne di riunirsi in cortile.
Una di loro ha sollevato il braccio, era il segnale concordato e le altre si sono tolte
il velo e lo hanno gettato a terra.
Il giorno dopo, quasi tutte le ragazze si sono presentate a scuola senza il velo.
Inizia così l'articolo uscito sul New Yorker che racconta le proteste e il coraggio delle
giovanissime iraniane e come, nonostante una repressione molto dura, il regime non
si è ancora riuscito a schiacciare la contestazione guidata dalle donne.
L'immagine di copertina è un ritratto di Masa Amini, disegnato dalla fumettista e
regista iraniana Marjana Satrapi e contenuto nel libero Donna Vita Libertà, una raccolta
di fumetti curata dalla Satrapi stessa, di cui pubblichiamo una storia in questo numero.
Masa Amini era una donna curda di 22 anni in visita a Teheran, arrestata dalla polizia
religiosa con l'accusa di indossare il velo in modo scorretto.
Poco dopo l'arresto è stata ricoverata in ospedale, lì è morta, il 16 settembre dell'anno
scorso.
Al suo funerale le donne si sono tolte il velo gridando Donna Vita Libertà, uno slogan
del Movimento di liberazione delle donne kurde.
La morte di Masa ha segnato l'inizio delle proteste in tutto il Paese.
Un anno rivoluzionario per l'Iran è la nuova copertina d'internazionale.
Per molti, ha provato un livello d'educazione, come l'ha fatto durante la pandemica.
Ci ha aiuto a portare le idee fresche, ci ha messo a testare, a share, e a engagerare
con l'ultimo.
Ma la tecnologia non è sempre riuscita a vivere al suo potenziale.
Molti non possono accettare, non può usare, non può usare per aiutare.
La tecnologia non può scegliere il modo in cui apprezziamo.
Il video rapporto delle Nazioni Unite, di cui avete sentito un estratto, restano dubbi
sugli effetti negativi che può avere l'uso di apparecchi digitali in classe.
Negli ultimi mesi, Finlandia, Holanda e Svezia, tre paesi considerate all'avanguardia nell'istruzione,
hanno introdotto leggi che limitano in vario modo l'uso di telefonini e tablet durante
le ore di lezione.
In Svezia, dove questi apparecchi si usano fin dalla silo, la ministra dell'istruzione
Lotta Edholm ha chiesto a tutti gli insegnanti di tornare il più possibile ai libri di carta
e a la scrittura a mano, soprattutto per i bambini con meno di sei anni.
Questo perché il rendimento degli alunni svedesi è calato molto negli ultimi anni, ma mentre
alcuni condividono la sua richiesta, convinti che l'uso della tecnologia abbia un effetto
negativo sull'apprendimento, altri dicono che criticare la tecnologia è un atteggiamento
tipico dei governi di destra e conservatori per evocare un generale ritorno ai vecchi
valori.
Ne parliamo con Carlo Milani, saggista, traduttore e ricercatore che collabora con Circe, il
centro internazionale di ricerca per le convivialità elettriche.
L'anno letto le notizie che il filo conduttore di questi divieti per gli smartphone e per
la tecnologia a scuola sarebbe un calo di rendimento.
Questo calo di rendimento però viene calcolato su base di statistiche abbastanza discutibili
a mio parere, visto anche che Singapore risulta in testa queste classifiche di performance
e quindi ne deduco che i diritti delle libertà civili non sono direttamente collegate alle
tifo di prestazioni misurate, mi sembra ragionevole pensare che la svolta conservatrice
della Svezia, della Finlandia, dell'Olanda porti avanti una tradizione proibizionista.
Noi, come Circe, io personalmente siamo risolutamente a favore di approccianti proibizionisti,
perciò non posso che esprimere un disaccordo da questi divieti, vietato vietare, direi.
Al di là di questo c'è una certa nostalgia passatista sul ritorno alla Carta e la Penna
e questo è come se esistesse un mitico passato in cui l'insegnamento dell'apprendimento
non era mediato dalla tecnologia e si imparava in maniera più naturale, meno artefatta,
non digitale ma analogica. Quando si profilano delle contrapposizioni binari di questo tipo
che tendono a polarizzare in buoni cattivi, Gatta ci cova, perché il mondo non è in
bianco e nero, ci sono tanti colori e tante sfumature. Il punto mi sembra rimane che
le competenze su libri cartacei e così via sono diverse da quelle con i dispositivi
digitali, almeno per come sono stati concepiti finora questi dispositivi, quindi distinguerei
fra le scuole che propongono attivamente tablet e smartphone come mezzi privilegiati
per la didattica, cercando magari con fatica una loro metodologia e sistemi come quelli
attuali che sono di fatto succubi delle innovazioni tecnologiche. Purtroppo questi
rivieti vengono nella direzione di dire no a delle tecnologie che effettivamente sono
tossiche, sono tossiche by design, ma potrebbero essere diverse.
Ecco volando scendere un po' più nel dettaglio, quali sono secondo te i pro dell'uso di tablet
e telefoni in classe? Mi sembra di poter dire minimi, nel senso
che si riducono al fatto che si porta meno peso sulle spalle degli studenti e sono meno
affaticati da tomi di migliaia di pagine. Cioè non toglie che se fossero sviluppate
in altro modo, questi dispositivi di mediazione delle conoscenze, dell'apprendimento e dell'insegnamento
potrebbero essere degli compagni straordinari, delle tecnologie convidiali per usare un termine
che ci piace diffondere, solo che al momento attuale queste tecnologie sia l'hardware come
sono fatti fisicamente, i materiali che vengono usati, la catena di montaggio, l'approvisionamento
e sia il software, cioè come funzionano a livello di interfacce, sono completamente
chiusi, quindi sono di fatto l'introduzione del privato nella scuola e l'abbandono alle
gemmonie delle multinazionali statunitensi, di solito, ma se fossero cinesi tipo TikTok
cinesi, non è che cambierebbe molto, anzi, sarebbe dalla padella alla braccia e questo
porta addestramento cognitivo, lato negativo è che sono strumenti pensati per addestramento
cognitivo nella peggiore delle ipotesi quasi sempre, comportamentale, sociale o per scopi
aziendali, che quindi non sono pensati per un insegnamento, un apprendimento inclusivo
o ampio e democratico. Però dal punto di vista proprio dell'apprendimento
del rendimento, ci sono ricerche che fanno vedere che la tecnologia ha qualche effetto
in questo senso? Recentemente sono uscite delle ricerche dell'Università
Bicocca di Milano, in particolare di ricercatori che conosciamo, che effettivamente sottolinea
come l'abuso di tecnologie digitali in età evolutiva abbia degli effetti negativi sulla
memorizzazione a medio e lungo termine soprattutto e in generale sulla capacità di interazione
più ampia rispetto a quelle proposte dagli schermi. Però la mia opinione è sinceramente
che questi ricerche, pur essendo assolutamente fondate dal punto di vista scientifico, si
scontrano evitabilmente con il fatto che le tecnologie utilizzate nelle scuole sono delle
tecnologie che sono le stesse tecnologie di massa, che sono altamente tossiche perché
sono state create così dall'industria dell'entertainment globale, quindi sì lo sono, ma queste tecnologie
non è la tecnologia digitali in assoluto, sono queste tecnologie digitali che sono la
stragrandissima maggioranza. Ecco, parlando proprio di un utilizzo
quasi di dipendenza nei confronti della tecnologia, c'è una sfida continua per i genitori che
è quella di tenere i figli e lontani da telefoni, tablet e videogiocchi durante le ore di studio
nel pomeriggio. Però ora la scuola prevede che gli studenti usino piattaforme elettroniche
per poter fare i compiti, parlo per esempio del registro elettronico, delle dispense da
scaricare online, delle ricerche da fare su Wikipedia. Ecco secondo te questo bisogno
di usare il telefono per scuola, può essere una fonte di distrazione?
È senza alto una fonte di distrazione ed è quasi sempre nocivo, soprattutto direi
che è una fonte di confusione, nel senso che andrebbero separati degli ambiti. In generale
la nostra opinione è che meno tecnologia già pronta, già papa pronta, già predigerita
è meglio, creare ad arte una situazione di dipendenza dalle connessioni interne, da dispositivi
che devono essere adatti a fare determinate cose, all'ultimo tipo di dispositivo perché
il vecchio telefonino non funzionerà, questa dipendenza proprio anche dell'hardware tende
ineritabilmente a riprodurre e amplificare il baratro sempre in crescita tra chi è
bene equipaggiato per nascita, per senso, per occasioni che li si pongono nella vita,
da chi non lo è e quindi tende ad accentuare le diseguaglianze sociali. Quindi paradossalmente
l'introduzione di una tecnologia che dovrebbe essere abilitante ha come effetto opposto quello
di amplificare le diseguaglianze sociali. Sempre tenendo presente che non sono tutti
uguali e che quindi la ricerca su Wikipedia non è la ricerca su un portale dedicato a
uno specifico argomento o su un forum in cui si possono passare ora a cercare dei link
a paper specifici e ricerche mirate, quindi anche internet e web c'è un po' di tutto,
dipende da quello che si cerca e che si trova. L'uso della tecnologia a scuola però riguarda
anche i genitori, che oggi sono molto più partecipi, oggi per esempio sanno in tempo
reale delle assenze dei figli, conoscono i voti, vedono le foto delle gite, sono in
continuo contatto tra di loro nei gruppi WhatsApp. Secondo te c'è il rischio che la
maggiore partecipazione dei genitori alla vita scolastica attraverso la tecnologia risulti
troppo invadente per gli studenti e li possa perfino de responsabilizzare.
Sicuramente c'è una sicura posizione, a mio parere è nocivra ed è nociva anche per
gli insegnanti perché se un domani venessero introdotte, in alcuni luoghi sono già state
introdotte, le telecamere in classe per vedere se il docente o i ragazzi si comportano bene,
accessibili da remoto ai genitori, questo esautora di fatto l'autoregolezza dell'insegnante
oltre ad irresponsabilizzare i ragazzi. Quindi meno meglio e poi l'idea di essere lì in
tempo reale, pur essendo da un'altra parte a fare altro, avere delle notifiche real
time, è sorveglianza normalizzata ed è probabilmente una delle ragioni per cui i
ragazzi considerano normale il controllo e la sorveglianza e quindi ci vorrebbe senza
altro meno esposizione in generale, meno real time, meno produzione di dati e più attenzione
alle cose significative, cioè a vari momenti della giornata della vita, momenti privati,
assolutamente privati, momenti condivisi con alcune altre persone in quel luogo, momenti
pubblici o semi pubblici, cosa che è estremamente difficile da fare per gli adulti, che hanno
generalmente un Dictat schizofrenico nei confronti dei ragazzi e gli danno in mano degli smartphone
e che soprattutto non spegnerlo mai, così posso sapere dove sei, più o meno legittimo,
ma comunque le generazioni precedenti non sono cresciute così e sono cresciutelo stesso,
e però dall'altra parte gli vietano di usarlo per altro, è complicato, sembra un doppio
vincolo alla Bezzon, sì, espontaneo, non si può essere espontaneo, cioè ci viene imposto
di essere espontaneo. Grazie a Carlo Milani. Grazie a voi.
Il podcast della settimana, consigliato da Jonathan Zenti, produttore di podcast che
scrive per la rubrica Suoni su Internazionale. Nel giugno di quest'anno è scoppiato un caso
di molestie all'interno delle agenzie pubblicitarie milanesi, che ha coinvolto alcuni dei nomi
più importanti tra gli ardirector e le società del settore. Il caso è partito da un intervista
pubblicato su Facebook a un importante pubblicitario, che ha fatto per primo i primi due nomi,
ai quali è seguito un quasi-me-too, con centinaia di segnalazioni di lavoratrici e lavoratori
che hanno raccontato di molesti o comportamenti esgradevoli subiti sul luogo di lavoro.
Al centro di questo vortice inaspettato si è ritrovata la copirata Ertania Loschi, che
dopo aver condiviso su Instagram alcune sue esperienze di rette ha iniziato a ricevere
centinaia di segnalazioni. Per questo dicevo che è stato un quasi-me-too, perché non c'è
stato un coming out individuale sui social come è accaduto nel mondo dello spettacolo
nel 2017, ma è stata più una raccolta di testimonianze che hanno aiutato a ricostruire
il quadro di un problema strutturale esteso che va bene al di là dei singoli nomi coinvolti.
Tania Loschi è anche una delle voci di Reclam, un podcast indipendente e intermittente che
parla di pubblicità. L'altra voce è quella dell'autrice comica e speaker radiofonica Chiara
Galeazzi, e insieme, in episodi che trattano dalla promozione degli elettrodomestici,
a quella degli assorbenti, a quella dei cosmetici, affrontano come la pubblicità
impatti sulla nostra cultura e sulla nostra vita di tutti i giorni. Nell'episodio del titolo
Reclam Me Too, di chat molesti e budget, Chiara e Tania parlano del caso molesti e esploso a
giugno, sottolineando quanto sia necessario iniziare un cambiamento delle regole all'interno
di un settore così intrecciato e così vitale per la nostra società che si è sempre raccontato
molto meglio di quello che è. Reclam, di Chiara Galeazzi e Tania Loschi, indipendente,
su Apple, Spotify e tutte le altre piattaforme d'ascolto.
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Sono almeno cinquemila i morti e diecimila le persone disperse in Libia dopo le piogge torrenziali portate dalla tempesta Daniel che hanno colpito il nordest del paese. In Svezia, dove telefoni e tablet si usano fin dall’asilo, la ministra dell’istruzione Lotta Edholm ha chiesto a tutti gli insegnanti di tornare il più possibile ai libri di carta e la scrittura a mano.
CON
Reem Elbreki, direttrice dell’agenzia di stampa Akhbarlibya24
Carlo Milani, saggista, traduttore e ricercatore
LINK
Video Libia: https://www.youtube.com/watch?v=SloqB7dPE0s
Video scuola: https://www.youtube.com/watch?v=1SOySp8QJtk&t=7s
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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.