Il Mondo: L’attacco senza precedenti di Hamas contro Israele. La legge sugli extra profitti delle banche è inutile.

Internazionale Internazionale 10/9/23 - Episode Page - 28m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli e

questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo dell'attacco di Amaz contro Israele e della legge su gli

extraprofitti delle banche e poi di accumulatori seriali e di un libro.

È lunedì 9 ottobre 2023.

L'attacco di Amaz di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli,

io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli, io sono Giulia Zoli,

건 ش bok GelHeас, sh sh sh sh sh Benjam

MKB

גביūש oczywiście

private

Eslamista palestinese Hamas aveva lanciato un ampio attacco contro Israele dalla striscia

di Gaza, lanciando migliaia di razzi, sfondando le barriere di confine via terra ed entrando

il territorio israeliano anche via mare e dal cielo usando dei parapendii.

Per la prima volta i miliziani di Hamas hanno preso il controllo di città e centri abitati

del territorio israeliano intorno a Gaza, dove hanno ucciso centinaia di civili e di

soldati, catturato ostaggi e conquistato basi e mezzi militari.

Mentre registriamo questo podcast, secondo le autorità israeliane l'operazione ha causato

almeno 600 morti, anche civili e più di 2.000 feriti.

L'attacco, uno dei più sanguinosi degli ultimi decenni, ha colto in preparato l'esercito

israeliano, che finora ha reagito con pesanti bombardamenti sulla striscia.

Secondo il Ministero della Salute, 370 palestinesi sono morti e 2.200 sono rimasti feriti a Gaza.

Ne parliamo con Meryl Rappoport, giornalista del sito d'informazione israeliano 972 magazine,

che abbiamo raggiunto a Tel Aviv.

La situazione qui è un giorno e mezzo, quasi due giorni, dopo l'inizio di quello che

Hamas chiamano il diluvio di Iraqsa, non è abbastanza chiara, in numeri dei uccisi

in Israele stale ogni ora, adesso si parla di 600 israeliani uccisi fra soldati, polizioti

e maggior parte civili.

A Gaza ci sono più di 300 morti dei bombardamenti israeliani, ancora ci sono di miliziani di

Hamas dentro Israele, dentro i territorio israeliano, dentro i Qibuzin, non è stato finito.

La situazione è un po' più chiara, ma non del tutto.

Qual è l'obiettivo di un attacco di questa portata e perché adesso?

Hamas ha parlato di una risposta alla profanazione della moschea del Aqsa a Gerusalemme e alle

violenze dei coloni in Cisjordania.

È difficile dire soprattutto perché mentre nel passato Hamas ha annunciato un attacco,

adesso tutto questo è venuto in sorpresa, allora non si sa esattamente.

Hamas dice che per difendere l'Aqsa, ma questo è una causa che si può usare quasi sempre,

ci sono dei minacce su el Aqsa secondo i palestinesi e c'è anche la violenza dei coloni

contro i palestinesi nella Cisjordania che si è aumentata nelle ultime settimane e nelle ultime mesi,

ma non è chiaro se c'è un legame diretto.

Quello che si può dire forse è che questo accordo con l'Arabia Saudita che si è discuso non è ancora concluso,

ma di una pace o qualche normalizzazione della relazione fra Israele e l'Arabia Saudita

è stato forse all'origine di questo attacco perché anche questi si chiamano accordi di Abramo di 2022

con le mirati e Bahrain e Sudane e Marocco sono basati sull'esplosione dei palestinesi dal dibattito politico

e non fanno parte di questi accordi. C'era un'impressione che anche l'accordo con l'Arabia Saudita sarebbe simile.

Per Hamas questo attacco era un modo di dire noi siamo qui e il conflitto israeliano e palestinese

è qui e fra ebrei e palestinesi su questa terra e non c'è nessuna possibilità per una pace.

Non ho ni stabilità in questa zona senza parlare dei diritti dei palestinesi, non è possibile.

Parliamo della reazione di Israele. Netanyahu ha detto che il paese è in guerra e ha aggiunto che sarà una guerra lunga e difficile.

Che cosa farà adesso?

Si prepara ovviamente e questo succede adesso a un attacco su Gaza, su obiettivi di Hamas a Gaza,

ma fin adesso è l'avviazione israeliana che ha fatto questi attacchi e c'è una pressione dell'opinione pubblica

e soprattutto nel suo governo di estrema-destra di andare oltre questo e di occupare o riooccupare la streccia di Gaza

per eradicare Hamas in modo totale. Questo è l'obiettivo. Se sia possibile, io non lo so, è molto, molto difficile e molto complicato.

Uno degli ossacoli è il gran numero di ostaggi israeliani, civili e militari che in questo momento si trovano a Gaza.

E soprattutto c'è il problema di ostaggi. Non si sa esattamente quanti ci sono, ma sembra che più di 100 fra soldati e civili che sono lì

sarebbe molto difficile sia un attacco dell'aria, sia di riconquistare il terreno di Gaza senza rischiare la vita di questi ostaggi.

Questo è un problema. Secondo problema che non è meno rischioso è un ingangimento di rizballa e forse di altri, anche paesi arabi, forse l'Iran, forse Siria, forse altre.

E questo sarebbe molto complicato e non si parla di la reazione internazionale. Severamente ci saranno de miliaia di palestinesi uccisi, centinaia di miliaia di palestinesi, che dovranno lasciare le loro case.

Tutto questo è molto complicato parlare di un attacco di riooccupare la Gaza è facile, farlo è un po' più difficile.

Quello che possiamo dire è che Israele risponderà e che i civili gli abitanti di Gaza pagheranno il prezzo più alto. Israele ha anche annunciato che smettrà di fornire elettricità carburante e altri beni a Gaza.

È chiaro che gli abitanti di Gaza pagheranno un prezzo altissimo. Di quello che io sento in un certo modo sono pronti a pagare questo prezzo perché dopo più di 15 anni di assedio e veramente sono pronti a tutto.

Che la vita non vale troppo in questa situazione allora sì anche perdere la vita non ha molto significato in questo momento.

Allora sono pronti a pagare questo prezzo ma ci sarà un prezzo altissimo questo non c'è dubbio e già hanno pagato più di 300 civili sono morti è chiaro che il numero aumenterà.

Israele è sotto shock per questo attacco così coordinato così imponente e così inatteso. Cosa pensi di quello che appare come un fallimento dell'intelligenza israeliana?

È un fallimento veramente spettacolare si può dire perché c'era l'impressione non soltanto l'impressione perché Israele ha sempre detto che ha un vantaggio enorme sui palestinesi sull'intelligenza perché

Israele controlla praticamente tutto il sistema del telefono sia normale sia il cellulare controlla tutto controlla il cielo sopra Gaza e anche

a degli agenti dentro Gaza sembrava che non è possibile che Hamas farà qualcosa senza l'Israele saprà e quello è accaduto e sono centinaia o forse miliaia di miliziani di Hamas che hanno partecipato in questa operazione.

Anche su livello dell'esercito stesso il fatto che hanno pagato la frontiera in modo così facile forse più di due mille palestinesi con il loro camion è una cosa che non si capisce macro un shock totale per tutti gli israeliani.

Sabato per la prima volta a Tel Aviv non c'è stata la grande manifestazione di protesta contro i tentativi del governo più di destra della storia di Israele di stravolgere le istituzioni democratiche del Paese.

Queste manifestazioni si svolgevano ogni sabato da dieci mesi. Ora torneranno? Che clima c'è lì a Tel Aviv dove ti trovi?

Il clima di Tel Aviv con un città un po' sotto guerra, i razzi da ieri non sono caduti su Tel Aviv, ma Tel Aviv è vuota, le strade sono vuote, c'è un'atmosfera di alta tensione.

E' un grande questione e queste manifestazioni ricominceranno perché era veramente una spaccatura vera nella società israeliana fra la parte liberale, laica e la parte di destra religiosa, più estremista e sciobinista, direi anche fascista.

Era una spaccatura vera e in una società in guerra come Israele avere questa spaccatura nella società è molto molto difficile di fare andare avanti.

E perciò io credo che questa tensione fra la parte liberale, laica di Israele e la parte religiosa, sciobinista del governo Netanyahu continuerà.

Vedremo delle proteste, non sto in che modo, ma vedremo queste proteste, vedremo una posizione nella strada.

Grazie, Meron Rapoport.

Grazie a voi.

La notizia di scienza della settimana raccontata da Elena Boille, vice-direttrice di Internazionale.

Libri, scatole, vestiti, molte persone hanno difficoltà a buttare le cose e tendono ad accumulare un'infinita quantità di oggetti in casa.

Portato all'eccesso questo comportamento può essere il segnale di un disturbo mentale che può mettere a rischio la sicurezza di chi ne soffre e delle altre persone, per esempio in caso di incendio.

A Londra racconta il Guardian nell'articolo che pubblichiamo questa settimana.

Nel 2022 i vigili del fuoco hanno frontato più di mille incendi in cui le montagne di cose bloccavano porte e corridoi ritardando le operazioni di soccorso.

Da una decina d'anni il disturbo d'accumulo è considerato un problema a sé e non più una forma di disturbo ossessivo compulsivo.

È una condizione insolita perché è definita da oggetti esterni e non solo da uno stato psicologico.

Diventa un problema quando impedisce intenti di avere una vita funzionale, come nel caso di un uomo che aveva varie case ma dormiva nel suo auto perché erano tutte inaccessibili.

Capita che gli accumulatori dormano sul divano o in corridoio per anni perché non riescono a raggiungere la camera da letto,

o vivono al gelo o senza acqua corrente perché sono troppo imbarazzati per fare entrare in casa degli operai.

Accumulare spesso un modo per gestire l'insicurezza, evitando ogni separazione e per proteggersi dal mondo esterno.

Ma quando è che il collezionismo o il piacere di circondarsi di cose diventa patologico?

La differenza del margine di interesse

Abbiamo deciso di introdurre una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse.

Cioè che cosa è la differenza ingiusta del margine di interesse?

E' la differenza tra l'ammontare degli interessi passivi e degli interessi attivi delle banche.

Cioè la differenza su quanto le banche ti applicano per prestarti i soldi e quanto ti riconoscono quando depositi i soldi.

Una tassazione su quei margini extra che hanno registrato gli istituti bancari anche grazie ai cittadini e alle imprese che depositano in banca

che è secondo noi non una tassa su un margine legittimo, ma una tassa su un margine appunto ingiusto.

Il 5 ottobre il Parlamento italiano ha convertito in legge il decreto che tra le altre cose introduce la tassazione degli extraprofitti delle banche.

Si tratta di una misura che ha fatto molto di scutere, con cui il governo istituisce un prelievo fiscale su ricavi che le banche italiane ottengono da quando la banca centrale europea ha cominciato a aumentare i tassi di interesse.

L'obiettivo, almeno nelle intenzioni iniziali dell'esecutivo, è di redistribuire queste entrate per aiutare quei cittadini che proprio per via dell'aumento dei tassi europei

sono in difficoltà a pagare i mutui variabili che diventano sempre più alti.

Ma secondo molti osservatori, le modifiche che sono state fatte alla legge nel corso della sua approvazione non permetteranno allo Stato di raccogliere la quantità di fondi che aveva ipotizzato.

Ne parliamo con Stefano Feltri, giornalista economico che cura la newsletter Appunti e conduce sul Radio 3 il programma le parole dell'economia.

Il decreto asset introduce l'unica tassa che non è obbligatorio pagare.

Questa è la principale novità nella sua conversione in legge rispetto al decreto di ferragosto,

perché le banche che dovevano essere bastonate, sanzionate, punite per fare troppi profiti in tempi di tassi di interesse crescenti

sostanzialmente possono scegliere o pagano un piccolo prelievo fiscale calcolato su una parte del loro attivo,

oppure si tengono una somma un po' maggiore come riserva aggiuntiva nel loro bilancio, cioè sostanzialmente non pagano la tassa.

La differenza è ovvia, le banche preferiranno ottenersi i soldi a cantonarli, certo non posso ne rogarli come dividendi ai soci,

ma è sempre meglio averli a rafforzare il patrimonio piuttosto che pagarli come tassa.

È abbastanza un'unico, ma di una tassa in cui il passato può decidere se pagarla o meno.

Cosa sono esattamente gli extraprofitti delle banche e perché il governo aveva deciso di tassarli?

Extraprofitti è una definizione non tecnica, diciamo, una definizione politica.

Il governo Meloni considera extraprofitti il cosiddetto margine di interesse, cioè le banche pagano un interesse molto basso a noi correntisti

che prestiamo loro i soldi, mettendoli sul conto corrente, e poi si fanno pagare un tasso di interesse molto più alto

quando prestano i soldi a famiglie e imprese, le famiglie per comprare casa, le imprese per fare investimenti, etc.

Quando i tassi di interesse fissati dall'ABC sono bassi, questa differenza è molto piccola,

qualche punto percentuale al massimo, un punto percentuale, due punti.

Adesso che tassi di interesse sono al 4,5%, noi correntisti riceviamo zero,

ma una famiglia o un'impresa che va a finanziarsi può pagare il 4,5, il 5, il 6, il 7%.

Quindi questa differenza di reddittività si è molto allargata,

quindi vuol dire che fare il mestiere della banca è diventato molto più redditizio

e il governo Meloni ha deciso che questo è sbagliato e va punito, sanzionato e va colpito con questa tassa sugli extraprofitti.

Rispetto a questa intenzione iniziale del governo, hai detto però che invece questa tassa di base

non avrà grandi effetti sulle entrate per lo stato, perché cosa è successo da quando è stata pensata, quando è stata approvata?

Giorgia Meloni l'aveva presentata come una tassa che toglieva le banche per dare alle famiglie

e quindi l'idea era di colpire questi extraprofitti e con quei soldi trasferirli, almeno così sembrava di capire da quello che diceva,

alle famiglie che sono in difficoltà perché la rata del mutuotasso variabile è salita.

Questo non può succedere per due ragioni.

La prima è che la banca centrale europea ha imposto molti cambiamenti alla tassa

e quindi sostanzialmente adesso le banche non sono neanche obbligate a pagarla.

La seconda ragione è che non c'è una connessione diretta tra quanti extraprofitti fanno le banche e quanti soldi avranno le famiglie.

Si dice semplicemente nella legge che deve essere istituito un fondo al Ministero delle Finanze che un domani offrirà un appoggio,

una garanzia alle famiglie che vogliono comprare la prima casa.

Quindi, diciamo, aspetta e spera, si fa prima ad attendere che scendere i tassi di interesse da soli quando passata la crisi di inflazione a un certo punto la BCE li ridurrà.

L'altra ragione per cui questa cosa non può funzionare è che colpisce un aspetto molto specifico delle banche, c'è solo quell'attività lì.

Ma l'attività bancaria è più complessa.

Ci ricordiamo a marzo scorso, la Siri con Valley Bank è fallita perché i tassi di interesse stavano salendo troppo e quando i tassi salgono,

si riduce il valore delle obbligazioni che una banca importa foglio.

Quindi la BCE ha detto non potete fare la tassa come avete immaginata,

perché si rischia di peggiorare non oggi, ma fra pochissimo la stretta nel credito che si innescherà quando le famiglie non chiederanno più mutui perché costano troppo,

le imprese uguale e quelli che devono pagare le rate inizieranno a fare fatica a pagarle.

Quindi in quel contesto più difficile intervenire solo sul margine di interesse avrebbe messo le banche in condizione di dover stringere ulteriormente il credito.

Quindi tutti questi aspetti apparentemente tecnici hanno neutralizzato l'obiettivo politico che era quello di dare un segnal,

diciamo così, populista di un governo che si schiera contro i poteri forti e favore delle famiglie colpite dall'inflazione dai tassi.

Quando è stata annunciata questa misura c'è stata una reazione molto forte sia in Italia sia all'estero e perfino repercussioni sui mercati finanziari.

Quella è la preoccupazione dei mercati.

La reazione che c'è stata sui mercati era sproporzionata rispetto all'entità del problema e quindi uno dice non hanno capito o hanno capito fin troppo bene.

Leggendo la stampa finanziaria, parlando con persone che operano sui mercati, l'idea che mi sono fatto io è che il messaggio che il governo ha trasmesso è che tutto è possibile.

Cioè un governo che ha fatto di tutto per presentarsi come affidabile e rassicurante, nonostante l'inesperienza del primo ministro,

la connotazione molto schierata dei partiti che lo compongono, schierati sulla destra anche estrema.

Ecco, tutto quel lavoro lì fatto per due anni è stato neutralizzato da questa singola decisione.

Una decisione che non è stata concordata con le banche, non è stata preannunciata, che non è stata annunciata neanche dal ministro dell'Economia in conferenza stampa a Ferragosto,

e che Giorgia Meloni ha rivendicato di poter fare anche, diciamo così, alle spalle dei suoi alleati di governo.

È chiaro che per chi opera sui mercati e vuole fare previsioni su quello che succede nei prossimi giorni, mesi, anni,

avrà che fare con un governo che ti dà come messaggio che tutto si può fare e che se il primo ministro lo ritiene perché vuole avere un titolo in più sui giornali

e risposta a fare cose alle spalle, anche dei suoi stessi alleati, ecco questo genera incertezza.

L'incertezza si paga in finanza perché si richiede un premio a rischio più elevato, nel nostro caso, sul debito pubblico,

quindi sale il costo dell'indepitamento e quindi alla fine ci sono meno risorse per fare tutto il resto,

perché la spesa pubblica e le nostre tasse devono andare in misura maggiore a coprire gli interessi sul debito.

A livello di principio tu pensi sia giusto che lo stato intervenga per aiutare i cittadini che hanno preso tassi variabili?

Questa è una questione molto delicata, cioè da un lato chi ha scelto il tasso variabile negli anni scorsi ha pagato meno e adesso si trova a pagare un po' di più,

mentre chi ha scelto il tasso fisso ha sempre pagato la stessa cifra, quindi diciamo hai voluto la bicicletta adesso pedala.

Questa è una prima reazione. L'altra è che non tutti sono in grado di valutare quello che fanno quando vanno in banca,

quindi dovrebbero essere le istituzioni, la banca d'Italia, l'ABI, ad assicurarsi che le banche propongano la soluzione più vantaggiosa

per il risparmiatore, in questo caso per il debitore e non per i loro conti.

Il problema ulteriore è che spesso le famiglie che hanno fatto una scelta tasso variabile quando i tassi fissi erano così bassi,

erano famiglie che non potevano permettersi neanche quella piccola differenza di costo mensile,

il che significa forse che in Italia abbiamo venduto tante case, famiglie che non se le potevano davvero permettere,

che è un po' la dinamica in piccolo che ha causato la crisi finanziaria del 2008.

Detto questo ci possono essere dei modi per aiutare le famiglie in maniera più efficace,

non azzerando la differenza tra tassi fissi tasso variabile o premiando chi magari ha fatto una scommessa rischiosa,

e i modi sono possibilità di spalmare il muto su un arco di tempo più lungo per cui si pagano più soldi,

ma con rate pensieri più basse, oppure assicurare una vera trasparenza nella competizione tra le banche,

in maniera che se una persona è in difficoltà oggi con un muto sbagliato fatto qualche anno fa,

ci può essere magari un'altra banca che offre oggi condizioni migliori,

oppure questa è una cosa un po' più tecnica,

ma verificare che le banche che offrono tassi variabili lo facciano nell'interesse del debitore,

cioè un conto che tu col tasso variabile ripaghi subito il capitale, quindi sfrutti il momento positivo,

un conto che paghi subito i tassi di interesse il servizio del debito alla banca,

e poi ti trovi la montagna del tuo capitale,

quindi la somma che ti hanno prestato da rimborsare quando i tassi sono più alti.

A seconda di quale scelta fai, può essere più o meno nell'interesse congiunto,

in alcuni casi spremi il risparmiatore,

negli altri casi fai un accordo ecco.

Si può intervenire su tanti aspetti, colpire le banche con questa tassa fatta così male,

con l'idea che poi si crea un fondo, ci si mettono dei soldi,

e a un certo punto delle persone diverse da quelle che sono in difficoltà oggi ne avranno un beneficio,

mi sembra un po' farraginosa e po' efficace.

Per concludere, torniamo alla legge appena approvata.

Quali conseguenze avrà quindi dal punto di vista pratico e politico?

Consequenze pratiche secondo me sostanzialmente nessuna,

cioè le banche organizzeranno un po' diversamente le voci in bilancio,

ma non credo che nessun banchiere oggi stia pensando

che suo bilancio sarà seriamente toccato da questa legge.

Le conseguenze politiche sono due,

uno appunto, come diciamo prima, che Giorgia Meloni è in difficoltà nella sua credibilità verso l'esterno,

e dal punto di vista interno è in difficoltà uguale,

perché questo è il primo momento in cui prova a fare una cosa di cui si è presa la piena responsabilità,

la rivendicata come scelta, diciamo così, anche demagogica,

e non c'è riuscita sostanzialmente, l'impatto finale è molto ridotto.

È il genere di storie che, se si sedimentano, possono trasmettere l'impressione che un governo arrivato

con la premessa di essere duro, risoluto ed efficace,

alla fine si trova impantanato nella burocrazia, nei compromessi come tutti gli altri.

Grazie a Stefano Feltri.

Grazie a voi.

Il libro della settimana è consigliato da Giuseppe Rizzo, giornalista di Internazionale.

L'ultimo libro di Cormac McCarty si intitola Stella Maris,

ed è uno degli oggetti più strani, originali e radicali della letteratura degli ultimi anni.

Uscito 16 anni dopo la strada e 17 dopo non è un paese per vecchi,

negli Stati Uniti è stato pubblicato insieme al romanzo Il Passeggero,

poco prima che McCarty morisse lo scorso giugno, all'età di 90 anni.

McCarty ci lavorava dagli anni 80.

È anche se raccontano la stessa storia, quella di un fratello e una sorella

alle prese con misteri e dilemmi morali più grandi di loro,

i due libri si possono leggere in modo autonomo.

Stella Maris si concentra su Alicia.

Malata di anoressie schizofrenia, Alicia è un genio della matematica,

figlia di uno dei creatori della bomba atomica.

Ha 20 anni e arriva nella clinica psichiatrica Stella Maris solo con un sacchetto,

in cui però conserva 40.000 dollari.

Il romanzo è interamente costruito sul suo dialogo con il dottor Cohen.

I due parlano di tutto, delle ossessioni di Alicia naturalmente,

ma anche della musica di Bach e delle teorie di Wickestein.

Come ha scritto Xenbrux sul Guardian,

questi libri sono degli inviti a perdersi.

Ci si imbatte di continuo in oggetti oscuri e ci si chiede cosa significano.

E le domande che sollevano sono molto di più delle risposte che danno.

Ma per quanto Alicia sia un personaggio estremo,

queste domande riguardano ognuno di noi, più di quanto immaginiamo.

Stella Maris, Cormac McCarty e in Audi Editore.

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L'appuntamento con il mondo è domattina alle 6.30.

Sottotitoli a cura di QTSS

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Dopo l’ampio attacco lanciato contro Israele dalla Striscia di Gaza, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che il suo paese è in guerra. Il 5 ottobre il parlamento italiano ha convertito in legge il decreto che, tra le altre cose, introduce la tassazione degli extra profitti delle banche.

CON
Meron Rapoport, giornalista di +792 Magazine, da Tel Aviv
Stefano Feltri, giornalista

LINK
Discorso Netanyahu: https://youtu.be/sM7Hc7a0vZY?si=6bPuC_BUw-Uqn4Mx
Video banche: https://www.youtube.com/watch?v=sidEBYJ9sYc

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.