Il Mondo: L’assedio di Gaza. Il Nobel a Claudia Goldin è anche un atto politico.

Internazionale Internazionale 10/11/23 - Episode Page - 24m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli e questo è il mondo il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo della situazione a Gaza e della vincitrice del Premio Nobel per l'economia e poi di un lavoro fotografico e di un disco pop.

È mercoledì 11 ottobre 2023.

C'è no way out, se non c'è no water, non c'è no way out.

Che dobbiamo fare? Dronare? Comitare la suicidia di Massa?

E non andiamo a fare questo.

E ho detto a qualcuno, a un'altra persona che io sono un'academia,

probabilmente l'unica cosa più difficile che ho a casa è un marco expo.

Se l'Israeli si è invaduto, io andrò a usare i marcoli, a farlo con i soldi israeli,

anche se è l'ultima cosa che potrei farlo.

E questo è il sentimento di tutti che siamo aiutati, abbiamo nulla a perdere.

Il Ministero della Salute palestinese gli attacchi aerei israeliani hanno ucciso 770 palestinesi,

in gran parte civili, mentre i feriti sono almeno 4.000.

Intanto continuano i bombardamenti su Gaza, anche sulle infrastrutture civili,

ai quali potrebbe aggiungersi un'invasione da terra.

Secondo il Ministero della Salute palestinese, gli attacchi aerei israeliani hanno ucciso 770 palestinesi,

in gran parte civili, mentre i feriti sono almeno 4.000.

Dopo l'intervista di lunedì al giornalista israeliano Merron Rappoport da Tel Aviv,

e quella di ieri all'esperta di Medio Oriente Paola Caridi sul ruolo di Hamas,

li sentiamo Wasim Damash, saggista e traduttore palestinese che ha insegnato di alettologia araba

all'Università Sapienza di Roma e lingua e letteratura araba all'Università di Cagliari.

Certamente quello che sta avvenendo è terribile,

è terribile per il costo in vita e umane,

ma anche per il disegno politico che sta dietro a tutto questo.

Il disegno politico è evidente.

Quello di sempre, quello che israele cerca di fare da oltre 75 anni,

come diceva Ariel Ciaronno e come hanno ripetuto in questi giorni,

finire il lavoro iniziato nel 1948.

In realtà il lavoro era iniziato molto prima,

però nel 1948 è stato il momento più drammatico,

cioè eliminare l'indigeni che saremmo noi i palestinesi,

quello che stanno tentando di fare ancora oggi.

Ci sono già state cinque guerre a Gaza, questa è l'ennesima guerra di Gaza?

La guerra contro i palestinesi va avanti dal 1917,

dal momento dell'occupazione militare del Paese, della Palestina.

Gli inglesi occupano con la Palestina dichiarando,

tutti lo sapevano che avrebbero trasformato la Palestina in un paese per gli ebrei,

creare uno stato ebraico,

cioè avrebbero portato gli ebrei dall'Europa come i coloni

e avrebbero eliminato gli indigeni.

I palestinesi d'allora resistono,

quindi non c'è una nuova guerra, c'è una guerra antica ormai,

che va avanti da 106 anni.

Per dimensione e per impatto però l'operazione di Hamas è stata senza precedenti?

Sicuramente è stata una cosa sorprendente,

forse eclatante, ma non si può parlare assolutamente di vittoria militare.

Ci sono alcune cose poco chiare.

Ad esempio, si sa che Hamas e altre formazioni, non solo Hamas,

riuscivano a confezionare razzi che hanno lanciato altre volte

e altri momenti che non facevano danno a nessuno,

quindi non avevano la capacità di fabbricare armi,

dove arrivano oggi invece i razzi che uccidono.

Questo è un aspetto da chiarire insomma.

In risposta all'attacco, Israele ha imposto il blocco di tutte le forniture a Gaza.

Il Centro per i diritti umani Almezzan di Gaza ha parlato di una punizione collettiva,

di un crimine di guerra.

Che cosa significa concretamente questo blocco per gli abitanti della striscia?

Gaza è sotto blocco totale da 17 anni.

Da quando Hamas ha vinto le elezioni che non sono state riconosciute,

ovviamente dai sostenitori di Israele,

e da allora che Gaza è sotto assegno,

le poche cose che arrivano a Gaza arrivano perché le paga al Qatar.

Il fatto che oggi si annuncia anche di tagliare l'acqua,

non permettere che arrivi l'acqua a Gaza,

è una vecchia storia anche questa,

perché anche in Cicciordania i coloni sequestrano le fonti di acqua,

non permettono ai palestinesi di bere e così via.

È una vecchia storia.

Che notizia hai delle persone che si trovano nella striscia ora?

È possibile comunicare con Gaza?

Sì, se si conosce qualcuno,

se ha la possibilità di accedere a una corrente elettrica,

magari generata da un generatore,

se ha la possibilità di accedere alla rete, all'internet,

quindi si potrebbe comunicare.

Faccio parte di un'associazione che si occupa di bambini feriti a Gaza,

che si chiama Gazella,

e c'è una nostra compagna che doveva lasciare Gaza,

infatti, nei giorni scorsi,

ma è stata bloccata da questa ennesima escalation,

e cerca di comunicare con noi

quando può, mandando messaggi vocalici di Whatsapp,

quindi in qualche modo è possibile comunicare, sì.

Almeno per ora, perché il blocco continua e i bombardamenti anche?

Sì, sì, ma dai messaggi che ho ricevuto anch'io,

sia da questa nostra amica che da altri,

si sente il bombardamento, stanno bombardando ovunque,

pare che ci siano al momento 600 edifici demoliti.

Secondo la testimonianza di questa nostra amica,

che si trovava nel 2014 durante Piumbo Fuso, era a Gaza.

Lei dice che rispetto ad oggi Piumbo Fuso,

che ha fatto miliaia di vittime, centinaia di bambini,

era poca cosa, insomma, è qualcosa di terribile.

Infatti, ad esempio, i bombardamenti questa notte

sono continuati tutta la notte, come la notte precedente.

Ancora una volta i civili stanno pagando un prezzo altissimo?

Tutti i palestinesi non hanno nulla da perdere,

se non la propria vita, perché sono cent'anni

che sono sottoposti a una repressione senza precedenti.

Cioè, Israele è un progetto di colonialismo d'insediamento,

che vuole eliminare, per diventare indigeni israeliani,

devono eliminare gli indigeni veri tutto qua,

e quindi stanno cercando di eliminare la presenza dei palestinesi.

Gli abitanti di Gaza sono in maggioranza,

forse il 75% o l'80%,

sono profugi, profugi che vengono dai territori

che adesso sono abitati da coloni bianchi, da israeliani,

e come primo passo è creare il profugo,

e allontanarlo sempre di più.

Nel 1948, i profugi che non avevano ancora case,

che vivano sotto le tende,

Israele ha bombardato la striscia di Gaza.

C'è la documentazione di giornalisti,

non sono i giornalisti di oggi,

e non dei giornali mainstream,

della croce rossa, del personale internazionale.

Quindi quello che stanno cercando di fare oggi,

è quello che hanno fatto nel 1948,

cioè creare nuovi profugi, allontanare il problema.

Comunque non ci riusciranno,

potranno allontanare con i bombardamenti

alcune miliaia di persone,

ma la striscia di Gaza è abitata da 2 milioni di persone.

E come fanno?

Dal 2007 c'è una divisione nella Palestina tra Gaza,

governata da Mass e la Cizzordania,

governata dall'autorità nazionale palestinese.

Come stanno reagendo i palestinesi in Cizzordania?

Come vedono questo attacco di Mass?

La Cizzordania vive da molti anni,

le perquisizioni, l'irruzione notturna dei soldati,

dei coloni, nelle case,

l'arresto, la demoluzione delle abitazioni.

E certo, sono mobilitati, manifestano.

Poi la Cizzordania non è governata da Mass,

è governata da Israele.

Grazie a Mass.

Grazie, grazie a voi.

La fotografa Silvia Camporesi parla del suo reportage

uscito sull'ultimo numero di internazionale.

L'Italia è piena di luoghi insoliti,

di luoghi che contengono un carattere bizzarro,

un carattere particolare che normalmente

non sono indicati nelle rotte turistiche classiche.

In questo numero di internazionale

sono pubblicati alcuni di questi luoghi

che fanno parte del volume Mirabilia appena uscito.

Ho viaggiato per l'Italia per circa 5 anni,

individuandone 99.

Sono luoghi naturali e artificiali.

Tra i luoghi naturali ci sono per esempio vulcani,

montagne, laghi,

ci sono le piramidi di Perca,

ci sono la balena bianca di San Filippo dei Bagni.

Tra i luoghi artificiali ci sono le bizzarrie

create dai cosiddetti artisti irregolari,

come per esempio la Casa Volante di Castello Nuovo Magra

o il Museo Agostinelli di Dragona,

luoghi dove si può vedere una forma di collezionismo estrema.

C'è per esempio anche il Vilino della Flanella,

che ora è un hotel,

ma un tempo era un famoso bordello che si trova a Modena.

Insomma, questi luoghi ci fanno vedere un'Italia unica,

un'Italia che ha una dimensione infinita

nelle sue enormi possibilità di esplorazione.

L'importante che ha cambiato l'esplorazione

in qualsiasi paese nel mondo è l'incresione delle donne

in l'esplorazione.

Questa decisione è fatta

considerando la costa opportunità

di essere nel paese.

Quando il paese è più remunerato,

esplorando l'esplorazione e andare a lavorare.

E questo può avverso perché l'incresione reale

ha più alternativi.

All'inizio che devi pensare

è quello che è piacere il paese

di sbagliare,

invece di vendere il paese.

E' stato dato il premio Nobel,

questo suo lavoro ha migliorato la nostra comprensione

del mercato del lavoro femminile.

Parliamo di Claudia Golden con Marcella Corsi,

docente di economia politica

all'Università Sapienza di Roma,

coordinatrice di Minerva,

un laboratorio su diversità di seguiglianze di genere

e cofondatrice di InGenere.it.

E' stato dato il premio Nobel a Claudia Golden,

un economista molto nota negli Stati Uniti,

la terza donna che riceve il premio Nobel per l'economia,

in realtà la prima donna che lo riceve da sola.

E lo riceve per una motivazione molto importante

per i suoi studi,

sull'analisi di genere,

dell'andamento del lavoro,

delle retribuzioni,

delle condizioni di lavoro.

E' la prima volta che questo accade

ed è sicuramente un dato importante

per chi crede nell'approccio di genere in economia.

Parliamo più nello specifico della ricerca

per questa Tata Premiata.

La ricerca per questa Tata Premiata

riguarda un'intersezione importante,

anzi, direi, una contaminazione importante

tra la storia e l'economia.

Claudia Golden ha studiato,

anche con grande difficoltà,

rintracciando documenti storici

non facili da reperire,

200 anni di storia

del mercato del lavoro americano.

E guardando all'interno di questi documenti

il ruolo delle donne

dal punto di vista della loro entrata

nel mercato del lavoro,

ma anche delle loro condizioni

di permanenza nel mercato del lavoro.

Ha studiato, ad esempio,

la transizione dal lavoro agricolo

al lavoro industriale,

ma ha studiato anche l'incidenza

nel permanere nel mercato del lavoro

delle scelte individuali

che riguardano, in particolare,

l'entrare in coppia ed avere figli.

Incidenze negative,

potete immaginare,

e questo è stato uno

dei caratteristichi fondamentali

della sua analisi,

anche dal punto di vista

dei differenziali salariali di genere

che lei ha studiato molto da vicino.

E come mai i membri dell'Academia Svedese

hanno ritenuto che questa ricerca

fosse meritevole addirittura del Nobel?

La motivazione è molto esplicita su questo.

Loro riconoscono a Claudia Golden

la capacità innovativa

rispetto al paradigma dominante

della economia, di guardare

ai fenomeni economici con nottica di genere.

Loro esplicitano chiaramente

tra le loro motivazioni

il fatto che il lavoro della Golden

rivela le cause del cambiamento

e le principali fonti

del di vario di genere ancora esistente.

Quindi da questo punto di vista

potremmo dire che si sono comportati da veri Svedesi

perché se c'è un paese

sicuramente in Europa

più in genere nel mondo

che ha anche introiettato da un punto di vista

delle politiche, dello sguardo economico

all'esistente

e la dinamica di genere proprio la Svezia.

Parlando proprio di Claudia Golden

qual'è il suo profilo

accademico, chi è da dove proviene?

Claudia Golden si forma l'Università di Chicago

un'università

nota in economia

anche per le sue caratteristiche

conservatirici

per chi conosce

un po' la storia dell'economia

è l'università

di Friedman, dei monetaristi

dei consiglieri

di Reagan

di Pinochet in Cile

quindi stiamo parlando di una scuola di pensiera

estremamente conservatrice

però si forma come storica economica

non come economista

transita in economia

e anzi ne entra, ne esce

dall'economia nel corso

della sua vita lavorativa

con grande flessibilità

non difficile per chi crede in un'economia

che si alimenta della contaminizione

con le scienze sociali

arriva a Proda

all'Università di Harvard

inutile dire un'altra università

estremamente prestigiosa

ma nel frattempo è anche Presidente

dell'American Economic Association

e contribuisce almeno

in una primissima fase

alle discussioni che poi porteranno

alla costituzione

dell'associazione internazionale

di economia femminista

in un 1992

in cui

le prime teoriche di economia femminista

si confrontano

per dare poi slancio

ad un approccio alternativo

all'economia dominante

Goldin è solo la terza donna

a vincere il Nobel per l'economia come hai detto tu

ed è la prima a vincerlo da sola

che cosa ci dice questo dato?

è un risultato importante

indobbiamente perché in economia

di donne ce ne sono poche

anche tra le nuove generazioni

quindi va preso come

un buon augurio

un risultato simbolo

anche se va sottolineato

che la carriera di Claudia Goldin

non è una carriera qualsiasi

non è facilmente replicabile

quindi non si può certo

sperare che con questo Nobel

la situazione

e i problemi che hanno le donne

economiste nell'academia

siano automaticamente

risolti

sono problemi che riguardano

la natura stessa della disciplina

ancora troppo incentrata

su questa idea

dell'agente rappresentativo

di tipo maschile

il cosiddetto home economicus

da un punto di vista della letteratura

e che quindi vede una tendenza

alla cooptazione maschile

in un settore

dove gli agenti sono

tutti uomini

uomini qualunque

uomini bianchi, uomini occidentali

uomini benestanti

uomini razionali

la dove la razionalità però

dipende dalla libertà di scelta

e la libertà di scelta non è che

legata un relativo benessere

che permette effettivamente

di poter scegliere

dove allocare le proprie risorse

con facilità

quindi è un risultato importante

un risultato simbolo

Claudia Goldin

dovrebbe essere la prima

di una serie di donne

economiste

anche eterodosse

che il premio Nobel

speriamo va da apprimiare

in un prossimo futuro

Goldin non è propriamente una femminista

e la sua ricerca e i suoi riferimenti teorici

non sono quindi quelle ascrivibili al femminismo

in che modo questo secondo te influenza il suo lavoro

il femminismo e l'economia

ha uno scopo molto preciso

che non appartiene al percorso di Claudia Goldin

mettere in discussione

il paradigma dominante

proprio partendo

tra le altre cose

dalla ridiscussione del concetto di lavoro

il lavoro che analizza Claudia Goldin

è un classico lavoro remunerato

quindi è quel lavoro

che noi siamo abituati e abituate

a misuare in ore e in salario

ma l'economia femminista

ha fatto proprio

il concetto di riproduzione sociale

il concetto di lavoro non retribuito

cioè a quel lavoro che l'economia

non riconosce

officialmente

dal punto di vista anche degli indicatori

che lo vanno a misurare

ma che serve per permettere

non solo la produzione di ogni bene

ma la riproduzione sociale

del sistema economico

insomma per parlare molto semplicemente

è il lavoro di tutte quelle donne

che rimanendo a casa

badando alla cura dei figli

batterici, cucinando

andando a fare la spesa

accogliendo i propri compagni a casa

rifornendoli di cibo

e quant'altro permettono ovviamente

a tutti questi soggetti

di partecipare in modo attivo

al sistema produttivo

ecco l'economia femminista

di questo lavoro non ritribuito

ha fatto il centro

uno dei centri

della propria attenzione

e sappiamo bene durante la pandemia

quanto si sia discusso di cura

ma sappiamo anche bene

lo stiamo osservando proprio in questi giorni

come di cura poi si tente

a dimenticare il significato profondo

questo anche per quanto riguarda le cure

finanziate attraverso

i sistemi pubblici di sanità

Grazie a Marcella Corsi

Grazie a voi

Il disco della settimana

consigliato da Daniele Cassandro

editor di cultura di internazionale

Quando uscì con il suo primo singolo

nel 1987

nessuno avrebbe scommesso

su un fatto che Kylie Minogue

sarebbe diventato una grande popstar

con più di 30 anni di carriera davanti a lei

Tension è il suo 16. album in studio

e la vede è celleri

in quella che da decenni è la sua specialità

una pop dance brillante

e ottimamente prodotta

In 30 anni di carriera

Kylie ha cantato con Nick Cave

si è fattare mixare dai chemical brothers

dai Fisher Spooner e ha cambiato centinaia di look

ma di fondo è rimasta fedele al suo personaggio

ed è un po' rivedente

leggerissima showgirl

Tension è in qualche modo la messa a punto finale

di questa sua formula

nessuna pretesa di sostituirsi

alle star più giovani o di mandare

chissà quale messaggio generazionale

solo purissimo, perfetto

e luccicante il trattenimento pop

pezzi come Padam Padano

Tension e Things We Do For Love

con la loro produzione asciutta

ma sempre accattivante

sono già dei piccoli classici

Dalla redazione di internazionale

per oggi è tutto

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ho mandato un messaggio vocale

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Sottotitoli a cura di QTS

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Israele ha ordinato bloccato tutte le forniture a Gaza, mentre continuano i bombardamenti, anche sulle infrastrutture civili. Goldin è una docente di economia all’università di Harvard e la ricerca per cui è stata premiata punta a scoprire le origini storiche del gap salariale tra uomini e donne.

CON
Wasim Dahmash, saggista e docente palestinese
Marcella Corsi, docente di economia all’Università Sapienza di Roma

LINK
Video Gaza: https://twitter.com/Lowkey0nline/status/1711443257836618101?s=20
Video Nobel: https://www.youtube.com/watch?v=D9I5CNpUoaY

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.