Il Mondo: La vittoria dei populisti avvicina la Slovacchia all’Ungheria di Orbán. La Svezia affronta un’ondata di violenza senza precedenti.
Internazionale 10/3/23 - Episode Page - 23m - PDF Transcript
Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli e questo
è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.
Oggi vi parleremo della vittoria dei populisti in Slovakia e di gang criminali in Svezia
e poi di una scuola per dirigenti politici in Tanzania e di una sitcom.
È martedì 3 ottobre 2023.
Il progetto dell'Unione Europea
Il progetto dell'Unione Europea
La Slovakia e le persone in Slovakia hanno più problemi come l'Ukraine.
Questo è tutto che possiamo dire a questo camion.
Siamo pensati che l'Ukraine è una grande tragedia per tutti.
E' anche per le unioni europee per farcire i più ricordi.
Alla voce di Robert Fizzo, che lo scorso fine settimana ha vinto le elezioni in Slovakia
con più del 23% dei voti.
Fizzo, che guida il partito populista di ispirazione socialista Smer,
ed è stato incaricato di formare un nuovo governo,
negli ultimi anni si è mostrato più volte contrario all'invio di armi all'Ukraine,
una posizione che preoccupa molti governi europei perché lo avvicina a leader ungherese Victor Orban.
La Slovakia e cittadini in Slovakia hanno problemi più gravi dell'Ukraine,
detto Fizzo, nella conferenza stampa che avete ascoltato.
Poi ha precisato che farà di tutto per organizzare dei colloqui di pace il prima possibile.
Ne parliamo con Andrea Pepino, editor di Europa di Internazionale.
Durante la notte i primi exit poll avevano in effetti dato la vittoria al Partito Liberale Slovakia Progressista,
che è guidato da Mikhail Shimechka, che è il giovane presidente del Parlamento europeo,
e che è figlio di Martin Shimechka, intellettuale e giornalista a Slovakia,
e soprattutto un ipote di Milan, che fu tre più importanti dissidenti ai tempi della Czechoslovacchia.
Poi con il progredire dello scrutinio si è capito invece che il vero vincitore era Robert Fizzo,
che è l'eterno e inscalfibile leader del Partito Smer, che vuol dire direzione,
che ha conquistato questa volta poco più del 23% dei consensi,
diventando quindi il partito più votato e di conseguenza quello a cui dovrebbe essere conferito il compito di provare a formare il governo.
Dunque Fizzo era già stato primo ministro della Slovakia tra il 2006 e il 2010,
e poi di nuovo tra il 2012 e il 2018.
E il partner, che al momento sembra possa formare una coalizione con il suo partito,
è un'altra formazione di matrice socialdemocratica CLASS, che in Slovaco vuol dire voce,
e che è guidata da Peter Pellegrini, anche lui già Premier Slovaco per due anni tra il 2018 e il 2020.
Un'altra soluzione possibile, e per l'Europa forse ancora meno spicabile,
potrebbe essere un'alleanza invece con l'estrema destra Filurussa del Partito Nazionale Slovaco, che si chiama SNS, questa è la sua sigla.
La possibilità che Fizzo faccia una coalizione insieme a Peter Pellegrini sta facendo molto discutere, perché?
Sì, perché in effetti nel 2018 Pellegrini era arrivato al governo, proprio in seguito alle dimissioni di Fizzo,
che allora fu costretto a farsi da parte a causa delle grandi manifestazioni di piazza,
che seguirono l'uccisione del reporter Jan Kuziak e della sua ragazza Martina Kuznirova,
un crimine quello che era legato a delle indagini che Kuziak stava svolgendo,
su una serie di truffe e di episodi di corruzione in cui erano convolti anche degli esponenti di Smer.
In quel momento sembrava che la carea di Fizzo fosse bruciata totalmente al Capolinia,
proprio in seguito a quelle proteste, in seno allo Smer, il Partito di Fizzo,
ci fu una scissione che portò alla nascita del Partito Class e portò anche Pellegrini, quindi alla guida del Paese.
Lo stesso Pellegrini che lo scorso febbraio aveva detto che Fizzo è un politico che appartiene al passato
e che non ha nulla da offrire alla Slovacchia del ventunesimo secolo.
Poi dalle urne è uscito il risultato che abbiamo appena raccontato ed evidentemente la posizione del leader di Class è cambiata
e oggi lo citiamo testualmente Pellegrini ha detto che non c'è nulla che possa impedire
la nascita di una coalizione tra il suo partito e Smer.
Per questo prima ho definito Fizzo in scalfibile, perché come altri leader populisti dell'Este Europa,
per esempio il bulgaro Bojko Borisov, anche lui sembra avere le proverbiali sette vite politiche,
non morire mai dal punto di vista politico, ben intenso.
Chi è Robert Fizzo? Qual è la sua storia politica?
Allora Fizzo guida un partito che si autodefinice social democratico e che in Europa è parte effettivamente della famiglia socialista,
in realtà però come spesso succede in Europa centrale e orientale,
è una forza che è socialmente conservatrice, fortemente populista e molto nazionalista
e soprattutto è un ingranaggio fondamentale di quel meccanismo di nepotismo e di corruzione che è profondamente radicato in Slovakia.
Va anche detto che nell'ultimo periodo le sue posizioni sono ulteriormente radicalizzate, soprattutto dopo l'inizio della guerra in Ucraina.
Fizzo si è avvicinato ulteriormente alle posizioni di Mosca e ormai sostiene apertamente che il suo paese,
se lui diventerà primo ministro, broccherà la fornitura di armi a Kiev e si opporrà all'ingresso degli Ucraini nella NATO.
Quale paese è il peso reale del paese sullo scacchiere internazionale e quindi quale sia la sua vera possibilità di incidere su certe decisioni?
È tutto da vedere.
È un paese relativamente poco conosciuto, la Slovakia.
Ci dice qualcosa di più anche per inquadrare meglio questo risultato elettorale?
Eh sì, la Slovakia è ancora considerata un po' la cugina povera della Repubblica Czecha,
da cui si è separata pacificalmente nel 1993, quattro anni dopo, la caduta del mondo di Berlino.
Allora ha attraversato una tumultuosa fase di sviluppo economico, guadagnandosi anche il soprannome di Tigre dei Tatra,
che sono i monti appunto che si trovano in Slovakia, grazie a una crescita economica molto rapida e alla capacità di attirare investimenti stranieri.
Poi il Paese è entrato in Europa nel 2004 e in seguito anche nell'Euro.
In questa fase è alternato un periodo in cui l'asse politico virava decisamente verso il popolismo,
per esempio gli anni in cui Fizzo è stato al potere e in cui in alcune tornate elettorali l'estrema destra,
decisamente di un fascista, ha ottenuto ottimi risultati, e invece altri momenti in cui sembravano prevalere le forze democratiche.
Per esempio quando è stata eletta la Presidenza della Repubblica, la liberale Susanna Ciaputova, che è ancora in carica,
o quando il Paese si ha mobilitato, come raccontavamo prima, per protestare contro l'assassinio di Kuciak.
Ora sembra che il pendolo scilli di nuovo avvantaggio dei populisti.
Tuttavia non bisogna pensare che il Paese sia improvvisamente diventato lungheria di Orban,
a cui i medi occidentali in passato l'hanno associato spesso, forse con troppa leggerezza
e soprattutto a causa della comune appartenenza al gruppo di Visegrad.
Infondo il partito di Fizzo che ha vinto le lezioni ha preso il 23%, non ha certo i numeri di Orban in lungheria,
e poi comunque in Slovakia lo scenario politico è molto più fluido e molto più frammentato.
Però comunque l'esito di queste lezioni è un campanello dall'arme, ci dobbiamo preoccupare?
Beh, in qualche modo sì, non a caso è stato Orban stesso a tweetare subito dopo la vittoria di Fizzo un messaggio che non lascia dubbi.
Guarda chi si rivede a scritto, specificando poi che Budapest è pronta a collaborare con Bratislava
e poi aggiungendo addirittura che è sempre un piacere poter lavorare insieme a un vero patriota e io non vedo l'ora di farlo.
Bisogna vedere quale sarà il peso di questo rinnovato asse sovranista.
Qualche giorno fa, per farvi un esempio, il sito d'informazione politico raccontava che su New Statement,
un analista politico di origine Slovakia, aveva scritto preoccupatissimo che Bratislava
è più importante di quanto l'Europa pensi e di quanto si renda conto.
Poi, però, sempre politico minimizzava le preoccupazioni del settimanale britannico
con il suo solito stile sarcastico e ai limiti dello sprezzante, usando le parole che adesso vicito testualmente.
Se davvero la Slovakia, che ha 5 milioni e mezzo di abitanti, è così importante perché allora un sacco di gente la confonde con la Slovenia,
come il passato fecero anche Bush e Berlusconi, poi New Statement chiude così.
Il fatto che l'Europa si si accorta del ritorno di fizzo sulla scena politica, un ritorno che era prevedibile da me,
si solo ha due giorni dalle lezioni, la dice lunga su quanto questo paese sia davvero importante per l'Europa.
Ora forse è vero che la posizione in politico è un po' troppo parentorio e sprezzante,
però è anche vero che il fizzo filorusso di oggi sembra diverso da quello di una decena d'anni fa.
Rimane tuttavia un vero populista e un vecchio volpone politico.
E come tutti i veri populisti potrebbe anche capire presto che con l'Europa forse gli conferrà adottare un atteggiamento più prudente,
più di realpolitik, anche perché la Slovakia è in gran parte dipendente da Bruxelles e dai suoi fondi,
cosa che quindi in qualche modo limita il suo spazio di manovra e potrebbe scoraggiare il nuovo governo
da metteri bastoni tra le ruote alle decisioni di Bruxelles, soprattutto per quanto riguarda l'Ucraina e l'allargamento.
Poi c'è un altro fatto, cioè anche se esiste una netta spaccatura in Slovakia tra gli elettori più anziani,
che tendenzialmente sono critici verso l'Occidente e Sostenitori di Fico,
e i più giovani, che sono invece più democratici, più aperti e più cosmopoliti,
rimane il fatto tuttavia che la maggioranza del Paese è decisamente fila europea,
anche perché gli Slovaki in fondo sono le persone che scesero in massa in piazza nel 2018
per chiedere la democrazia, per condannare la corruzione e rivendicare un futuro europeo per il Paese.
Presto comunque capiremo che direzione prenderà questo governo.
Sì, in realtà il peso che questo nuovo asse populista potrà avere in Europa dipenderà molto da un fatto che non dipende dalla Slovakia,
che è il voto polacco del 15 ottobre, in Polonia, un Paese che conta sicuramente più della Slovakia,
negli equilibri politici europei e internazionali, e che se finora è stato il primo Sostenitore dell'Ucraina,
recentemente sta mettendo un po' in discussione il suo impegno politico e militare a favore di Kiev.
È un fatto che se anche il Partito nazionalista e ultraconservatore polacco, che è al potere da ormai otto anni il PIS,
cioè il diritto di giustizia, dovesse essere confermato al governo effettiente qualche serio motivo di preoccupazione l'Europa dovrebbe averlo.
Grazie Andrea Pipino.
Grazie a voi.
Francesca Sibani, editor di Africa di Internazionale, racconta un articolo uscito sull'ultimo numero.
La Muolimu Giulius Nierere Leadership School è una scuola molto particolare.
È un istituto di formazione per dirigenti di partito che è stato costruito in Tanzania dalla Cina,
che per realizzarla ha speso 35,5 milioni di euro.
Ai suoi corsi di formazione finora hanno partecipato le giovani promesse di sei partiti africani,
quelli che sono al potere in Tanzania, Sudafrica, Mozambico, Angola, Namibia e Zimbabwe.
Gli studenti li imparano la storia e le strategie del Partito comunista cinese.
In un articolo che pubblichiamo su un numero di internazionale inedico la questa settimana,
i giornalisti del quotidiano danese Politiken e quelli del sito statunitense Axios hanno fatto richiesta di visitarla
e sono stati accolti nel campus e nell'edificio imponente nuovo di Zeca.
Ma si sono anche resi conto che il trattamento a loro riservato è stato molto più freddo
di quello che di solito ricevono i mesi di informazione cinesi.
Mi viene offerta giusto una visita guidata e soprattutto devono sorbirsi una grande quantità di discorso ufficiali.
Però dalle poche conversazioni che riescono ad avere con studenti ed ex studenti
si rendono conto che la Cina sta cercando di esportare in Africa alcune forme del suo modello di governo autoritario.
E questa, secondo molti esperti internazionali, è un'evoluzione piuttosto inquietante.
La Cina è un'evoluzione piuttosto inquietante.
La Cina è un'evoluzione piuttosto inquietante.
La Cina è un'evoluzione piuttosto inquietante.
La Cina è un'evoluzione piuttosto inquietante.
La Cina è un'evoluzione piuttosto inquietante.
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La Cina è un'evoluzione piuttosto inquietante.
La Cina è un'evoluzione piuttosto inquietante.
La Svezia affronta
un'ondata di attacchi esparatorie
che nel solo mese di settembre ha causato
la morte di 11 persone,
un numero altissimo considerata la popolazione del Paese.
Il Premier ha annunciato
che sarà impiegato anche l'esercito
per far fronte all'emergenza.
Ne parliamo con Eva Pedersen,
giornalista norvegese che segue la stampa
scandinava per internazionale.
Nei primi anni 2000
la Svezia aveva uno dei numeri
pro capita di morti per arma da fuoco
bassi da Europa.
Oggi invece la Svezia si trova quasi
in cima a quella classifica.
Ogni anno muoiono
4 persone per milione
in Svezia per
arma da fuoco
e quello è più del doppio
della media europea che invece
è di 1,6
morti per milione di persone.
L'anno scorso
62 persone
sono morti per arma da fuoco
e nella capitale Stokholma
c'è
una media di morti per arma da fuoco
che è intorno a 30 volte
più alta rispetto a Londra.
Questo anno
ci sono stati 247
sparatoi in tutta la Svezia
e tutti questi numeri
per un Paese scandinavo
sono molto molto alti.
Hai detto che nei primi 2000 la Svezia aveva uno
dei numeri pro capite di morti per
arma da fuoco tra i più bassi d'Europa.
Cosa è successo nel frattempo? Cosa è cambiato?
Nel frattempo
in Svezia c'è stata
una immigrazione
molto importante.
Insieme alla Germania
la Svezia ha voluto
prendere una grande responsabilità
per la migrazione in Europa.
Tanto che
non è stata moderata, non è stata
controllata.
Mentre in Danimarca e in Norveggia
hanno fatto
valutazioni, hanno detto che limitiamo
un po' il numero, in Svezia
questa valutazione non è stata
fatta. Per un po' di tempo
era anche quasi impossibile
politicamente
criticare questa politica.
Il fatto è che in 2015
mentre in Norveggia
richiedenti di assilo quell'anno
era di 31.000
in Svezia lo stesso anno era
162.000
persone. Il problema
questo tipo di migrazione
è che la società svedese non è
riuscita ad assorbirla.
Si sono creati dei quartieri
marginalizzati
con più problemi sociali rispetto
all'arresto della società.
Quartieri in cui lo Stato Svedese
non era più in controllo
e dove non riusciva più
a penetrare, non solo per
limitare la criminalità, ma anche
per sostenere determinati gruppi
come le donne e come soprattutto
i giovani. E sono in questi quartieri
che la criminalità organizzata
si è radicata
con i stessi metodi che conosciamo in Italia
reclutando persone sempre
più giovani con metodi sempre
più violenti.
A Stokolma per esempio questo anno
è morto un ragazzo di 13 anni
e faceva parte di un gang.
Quando tutto questo
inizio
dal 2013 in poi diciamo
il clima politico
in Svezia come ho detto
non era molto aperto
a critiche alla politica
della immigrazione, tanto che
politici locali che magari
vedevano i primi segnali
di problemi in questi quartieri
non volevano
lanciare l'alarme
per paura di
dare un nome o mettere
questi quartieri in una luce negativa.
E anche quello
ci ha un po' portato a dove siamo
oggi. Una situazione
nella quale il problema
è fuori controllo.
Ecco tra le gang di cui ha parlato il primo ministro
Christerson, c'è ne una che in Svezia
è diventata molto famosa e si chiama
Foxtrot. C'è ne parli?
Foxtrot è il gang
di una persona chiamata la Volpe
Kurda.
Il vero nome è Rawah
Majid e è appunto
a una doppia nazionalità
anche la nazionalità turca
che lo rende un po' complicato
tutto ciò che
è tradizione etc.
Penso che sta molto tempo
infatti in Turquia
e è il leader di questo gang
appunto Foxtrot
che sta cercando di prendere
il controllo di tutto ciò che
è commercio di droga
in Svezia, ma anche nei altri paesi
ormai Scandinavi Nordici.
Ho letto che anche la polizia
norvegese
sa che
ci sono persone collegati a
Foxtrot o violenza
collegato a Foxtrot
in praticamente tutta la Norvegia.
Qual è la reazione della società Svedese
di fronte a questi numeri così impressionanti
e a questa sensazione di non essere
più un paese sicuro come prima?
Si danno varie spiegazioni
e alcuni puntano più sulla povertà
e come ho detto all'inizio
la mancanza di possibilità
per i giovani in questi quartieri
mentre altri puntano
solo e unicamente
sulla migrazione
il fatto è che
8% dei Svedesi
soltanto 8%
pensano che il loro paese
sta andando nella direzione giusta
ovviamente 8% è molto molto basso.
In effrattempo il governo come
sta rispondendo a questa emergenza?
Il governo adesso
ha cambiato rotta decisamente
da quando non volevano
vedere il problema
o a mettere il problema.
Adesso si vede molto verso la Danimarca
che ha sempre avuto una politica
molto molto molto più ristrattiva.
Ci sono un po' di differenze
fra i partiti ovviamente
e i socialdemocrati
vogliono più che altro limitare
il numero di quello che dicono non nordici
in determinati quartieri
o posti in Svezia
che sarà difficile poi capire
ma come si
cominci un non nordico
e questo bisogna dirlo è una
svolta enorme
da quello che è stato la politica
socialdemocrata in Svezia
per tantissimi anni.
Solo il fatto di dire questa cosa
non nordici.
Poi la centrodestra invece
dice anche di raddoppiare le pene
per criminalità organizzata
è stradire persone che sono stati
condannati per lo stesso.
In più si parla di introdurre
una cosa che se ho capito
bene in danni marca c'è già
che sono zone speciali
li possiamo chiamare
in cui la polizia può controllare
delle persone per strada
senza che si siano
sospetti per un crimine
in un modo diciamo random
per limitare violenze.
La Svezia ha da poco
un governo di destra
qualcuno dice di estrema destra
quanto è legata questa situazione
l'esito elettorale che ha portato
questo governo alla guida del Paese.
È molto molto legato
perché il partito di estrema destra
è venuto al potere
perché puntava il dito
sulle immigrazione.
È un partito fortemente antiimmigrazione
non si possono scollegare
queste due cose.
Però appunto in Svezia
anche se i vari partiti danno
spiegazioni anche soluzioni
un po' diversi
perché quasi tutti i partiti adesso
riconoscono che
il problema c'è
è talmente evidente che non si può
più negare.
Però sì Sveria e Democratona
come si dice in Svedese sono arrivati
al potere perché hanno criticato
fortemente l'immigrazione.
Quello è chiaro. Grazie Eva Pedersen.
Grazie a voi.
La serie tv
della settimana
consigliata da Valentina Pigmay
giornalista che collabora con
internazionale.
Ero molto curiosa di
vedere cuori senza età
in originale The Golden Girls
una vecchia serie tv andata in onda
tra la metà degli anni 80 e
i primi anni 90 che oggi finalmente
si può vedere in streaming.
Si tratta in realtà di una sitcom
e senza dubbio a livello
di messa in scena e di costumi
è molto datata, molto vintage.
Modernissima
tuttavia per tutto il resto
ovvero temi trattati, dialoghi
spommaggianti, humorismo davvero
senza età. Nella puntata pilota
conosciamo le quattro protagoniste
sono 4 donne anziane
che si ritrovano a vivere insieme
per necessità inizialmente
ma che poi diventano amiche.
Dorothy, ironica Svera
Rose che invece vedo va
più ingenua, romantica
caratterizzata diciamo da uno scherzo
a come. Blance
che mangia uomini sedutrice
però sensibile e Sofia
invece cinica e sempre con la battuta
pronta. Vi ricordano qualcuno?
Di certo dopo aver visto
anche solo la prima stagione di questa serie
Sex and the City
ma anche Grace e Frankie
vi sembreranno meno transgressive
originali. Incredibile invece come
in questa vecchia cucina della Florida
queste vecchie signore
con la messa in piega
e quelle loro vestaglie con il loro pastello
parlino di coming out
molestie sessuali, IDS
depressione, razzismo, infedeltà
La cosa che ho amato di più comunque
è il racconto della amicizia
e i turbamenti
di queste 4 donne
e anche la loro capacità
di reinventarsi
e emozionarsi di nuovo
La serie è stata candidata a un numero
prescenanti di Emmy, Ben68
e Nevin611
Cuori senza età su Disney Channel
Buon appetito
Buon appetito
Buon appetito
Buon appetito
Buon appetito
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Robert Fico, che ha vinto le elezioni con più del 23 per cento dei voti, si è mostrato più volte contrario all’invio di armi all’Ucraina. A settembre in Svezia sono morte 11 persone in sparatorie e attentati, un numero altissimo considerata la popolazione del paese.
CON
Andrea Pipino, editor di Europa di Internazionale
Eva Pedersen, giornalista
LINK
Robert Fico: https://it.euronews.com/2023/10/02/slovacchia-reazioni-prospettive-robert-fico
Video Svezia: https://www.euronews.com/2023/09/29/sweden-pm-asks-military-to-help-tackle-violent-gangs?utm_term=651a5ebb42d71ceab7edc9ff242b5ad0&utm_campaign=FirstEdition&utm_source=esp&utm_medium=Email&CMP=firstedition_email
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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.