Il Mondo: La Svizzera ha votato per salvare i suoi ghiacciai. È di nuovo sotto processo Aleksej Navalnyj, il principale oppositore di Putin.

Internazionale Internazionale 6/20/23 - Episode Page - 23m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli

e questo è il mondo del podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di un referendum sul clima in Svizzera e dell'oppositoro idusso Alexei

Navalni e poi di una causa contro Facebook in Kenia e di una mostra a Roma.

E' martedì 20 giugno 2023.

Sì, è un triple oui per i tre obiettivi federali che sono sottili al mondo.

Prendiamo la Lua sullo clima, è accettata a 59%,

la Svizzera dovrà quindi ridurre a zero le emissioni nette di gas a effet de ser

d'ici a 2050.

Tutti i conto a Roma hanno detto sì, con un tonto record a Genève, 74% di voie favoribili.

Il 18 giugno in Svizzera è stato approvato, attraverso il referendum,

una legge che chiede al governo di raggiungere, entro il 2050, la neutralità climatica,

cioè di portare a zero le emissioni nette di gas serra del paese.

Nell'aulio che avete sentito, il TG del canale Svizzero RTS dava il riso conto

delle percentuali di voto nei vari cantoni e città.

La Svizzera non è il primo paese a darsi questo obiettivo, ma la vittoria schiacciante del

CR referendum fa capire che gli Svizzeri sono preoccupati per gli effetti del cambiamento

climatico sul delicato ecosistema alpino.

Ne parliamo con Gabriele Crescente, editor di Ambiente d'Internazionale.

Il referendum del 18 giugno, il 59% dei partecipanti, ha approvato la legge sul clima,

che prevede appunto di adottare l'impegno vincolante ad azzarrare le emissioni nette

di gas serra entro il 2050.

Ed è un evento significativo, perché è la prima volta che questo impegno,

che è già stato sottoscritto a diverse stabili, è sottoposto a un voto diretto

da parte degli vettori.

La legge stabilisce翌 che per arrivare a questo obiettivo bisognerà ridurre l'uso

di combustibili fossili nei riscaldamenti, incentivare la transizione dell'industria a metodi

produttivi meno impattanti e ampliare il parco di fonti rinnovabili della Svizzera,

che è molto meno sviluppato di quello dei paesi vicini.

Questo anche per ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia, che in Svizzera è

il 70% e che è risultato particolarmente evidente negli ultimi mesi con la crisi energetica

dovuta alla guerra in Ukraine, in cui la Svizzera si è trovata improvvisamente a dover compensare

la perdita delle importazioni e il rincarro dei prezzi sui mercati globali.

Per tutti questi obiettivi saranno stanziati circa 3,2 miliardi di euro nei prossimi 10 anni.

La legge era sostenuta da tutti i principali partiti della politica Svizzera,

tranne che dall'Unione Democratica di Centro, un partito populista di destra che però

è la forza più rappresentata in Parlamento e che aveva convocado il referendum proprio

per mettere in discussione la proposta di legge che era stata avanzata dal governo in materia,

che a sua volta era il ridimensionamento di un'iniziativa ancora più radicale che era

stata proposta da una serie di associazioni ambientaliste nel 2021 che avrebbe chiesto di

interrompere del tutto l'uso dei combustibili fossili.

Alla base della vittoria del Sia questo referendum sembra esserci una particolare sensibilità

dell'elettorato svizzero nei confronti dell'ambiente. Perché la questione climatica è così sentita in Svizzera?

Principalmente perché la Svizzera si trova sulle Alpi che sono una delle zone d'Europa e del mondo

dove gli effetti del cambiamento climatico si stanno avvertendo in modo più evidente e allarmante.

La questione apparsa in tutta la sua gravità l'anno scorso quando i ciacciai svizzeri hanno

registrato una riduzione nel volume di addirittura il 6%, normalmente già un livello del 2% era

considerato allarmante. Rispetto al 2001 i ciacciai della Svizzera hanno perso già un terzo del

loro volume. Entro il 2100 gli studi prevedono che potrebbero perdere l'80% del loro volume

quindi molti di essi potrebbero scomparire del tutto. Questo ovviamente per un Paese che ha

nella sua identità Alpina un elemento molto forte, la sua autopercezione ha creato un'ondata

di sgomento senza precedenti anche perché l'importanza dei ciacciai non è solo legata agli

ecosistemi ma anche ha un ruolo importantissimo per l'economia di un Paese interamente montano

dato che mette in discussione tutte le sue fonti di approvisionamento di acqua e elementi

cruciali della sua economia come l'allevamento e il turismo. Ma i pericoli del cambiamento

climatico non si limitano al scioglimento dei ciacciai ma riguardano tutto il territorio

svizio che è sposto in maniera enorme per esempio allo scioglimento del permafrost che

causa frane e in generale al dissesto dovuto agli eventi estremi. Per esempio i giorni scorsi

il paesino di Brins, nei Grigioni, è dovuto essere completamente evacuato perché è minacciato da

una frana che lo ha mancado di pochissimo che secondo gli esperti potrebbe essere stata causata

dalle piorge estreme registrata nei giorni precedenti. In seguito al risultato di questo

referendum ora il governo svizzero dovrà raggiungere la neutralità climatica ci spieghi

esattamente che cos'è e come si raggiunge. La neutralità carbonica o climatica non significa

l'azieramento totale delle missioni come a volte si pensa ma l'azieramento delle missioni nette

cioè significa portare a zero la somma tra le emissioni positive e quelle negative cioè tra

la quantità di gasserra immessa nell'atmosfera principalmente a causa delle attività umane

come l'uso dei combustibili fossili e l'assorbimento degli stessi gasserra tramite diversi metodi.

Attualmente il principale metodo di assorbimento di gasserra è naturale cioè tramite gli ecosistemi

soprattutto tramite la fotosintesi da parte delle piante sia terrestre che marine. Nel piano

della svizzera figurano anche metodi tecnologici come la cattura e lo stoccaggio tramite metodi

che sono ancora molto indietro nello sviluppo e che sono ancora molto costosi. Secondo gli accordi

di parice sul clima a zerare le missioni nette globali entro la metà del secolo è fondamentale

per mantenere l'obiettivo principale di limitare l'aumento delle temperature medie a meno di

due gradi e questo obiettivo è diventato uno dei requisiti politici più pressanti per i paesi

che vogliono dimostrare di fare qualcosa contro il cambiamento climatico ma allo stesso tempo è

stato criticato da molti ambientalisti perché i calcoli su cui si basa questo bilancio delle

missioni possono essere facilmente manipolati e perché appunto possono tenere conto di queste

fantomatiche soluzioni tecnologiche che a tutto oggi non hanno ancora dimostrato la lorificacia.

Abbiamo detto che la svizzera non è il primo paese a darsi questo obiettivo. Come si stanno

comportando gli altri paesi soprattutto quelli più industrializzati?

Molte economie emergenti hanno preso impegni meno ambiziosi sostenendo che la loro parte

di missioni storiche è molto inferiore rispetto a quella dei paesi occidentali che quindi hanno

un diritto implicito a emettere più unetri di carbonica nei prossimi anni. Il caso della

Cina che è il paese che è attualmente le missioni più alte che ha fissato al 2060 l'obiettivo ma

anche della Russia mentre l'India paese che in futuro avrà un ruolo fondamentale nel

andamento delle missioni a causa del suo vasto sviluppo ha fissato questa data al 2070 anche

perché la transizione all'azzeramento è un processo costoso e che può limitare le

opzioni di sviluppo di un paese. Questo non è però automaticamente vero dato che altri paesi

non europei hanno preso obiettivi molto più ambiziosi come l'Uruguay e l'Ethiopia che hanno

fissato la scadenza al 2030 soprattutto una questione di volontà politica.

E invece l'Italia che è allineata immagino alla scadenza dell'Unione Europea ha preso

qualche iniziativa individuale? No l'Italia è rimasta allineata l'obiettivo collettivo dell'Unione

Europea cioè al 2050. L'ultimi anni ci sono state varie iniziative per anticipare questo

target a zerare prima le missioni net del blocco ma sono state tutte fermate dall'opposizione

di alcuni paesi soprattutto quelli dell'Europa orientale che sono ancora dipendenti dal carbone

in modo preponderante. Alcuni paesi virtuosi hanno deciso di andare per la loro strada anticipando

individualmente il loro impegno. È il caso della Germania che ha portato al 2045 dell'Austria che

ha anticipato al 2040 della Finlandia che lo ha addirittura anticipato al 2035. Certo l'Italia

avrebbe potuto fare qualcosa di simile anche perché non è tra i paesi più indietro nella

transizione una proporzione di energie rinnovabili abbastanza alta rispetto alla media europea ma

è stato scelto di rimanere sull'obiettivo del 2050. Grazie Gabriele Crescente. Grazie a voi.

Francesca Sibani, editor di Africa d'Internazionale racconta un articolo uscito sull'ultimo

numero. Il futuro dei lavoratori del settore tecnologico potrebbe giocarsi in Africa. In

Kenya, quasi 200 moderatori dei contenuti che lavoravano sulle piattaforme del Colosso Tecnologico

Meta, quindi parliamo di Facebook, Whatsapp e Instagram, si sono unite per fare caso all'azienda

sostenendo di essere state licenziato ingiustamente e soprattutto che sono stati violati i loro diritti

umani. In un articolo uscito sull'ultimo numero d'Internazionale, il Financial Times fa parlare

giovani come il sudafricano Trevin Brownie. Il suo lavoro consisteva nell'esaminare ogni

55 secondi un nuovo video per giudicare se i contenuti fossero accettabili o da rimuovere,

così gli è capitato di vedere di tutto, pedopornografia, necrophilia, violenze di ogni tipo,

con tutti i traumi che possono derivarne. Il Financial Times spiega perché le cause

intentate in Kenya contro la Meta, che sono in tutto tre, sono molto importanti e potrebbero

riguardare anche i lavoratori nel resto del mondo. E soprattutto potrebbero costringere

l'azienda a fare molto di più per limitare la violenza, l'istigiazione all'odio e la

disinformazione che circolano online.

È cominciato ieri un nuovo processo d'Alexei Navalny, considerato il principale oppositore del Presidente

Russo Vladimir Putin, che dal gennaio del 2021 sta già scontando un'altra condanna in

carcere e ha sempre sostenuto che il suo arresto e la sua detenzione siano motivati politicamente.

Navalny, che in questa intervista una tv-Statunitense del 2017 prometteva di far sentire la sua voce

contro il Kremlin, rischia una condanna a vari decenni di carcere.

47 anni, avvocato di formazione, figura controversa in passato per le sue posizioni

nazionaliste, candidato nel 2013 alle elezioni comunali di Mosca e fondatore del Partito

Russo del futuro, per anni ha denunciato la corruzione delle elite russe sui social

network.

Ne parliamo con Andrea Gullotta, docente di lingua e letteratura russa all'Università

di Palermo e Presidente di Memoriale Italia, che fa parte dell'Associazione russa per

la difesa dei diritti umani memoriali.

L'ennesimo tentativo di mettere ulteriormente in silenzio una voce scomo dal principale

probabilmente oppositore di Putin, che è già in carcere, si trova in carcere ormai

dal 2021 e a cui adesso vengono rivolte al tre accusi di aver creato un'associazione

terroristica, accuse di aver finanziato una associazione estremista, accuse di riabilitazione

del nazismo, che è un'accusa tipica in questo momento contro gli oppositori, è un'accusa

che fa riferimento a dei minori per tutto questo insieme di accuse, adesso Navalni,

che già ha scontato una condanna a 11 anni, rischia di essere condannato a 30 anni.

Dove si svolgerà questo processo?

Il processo si svolge nel luogo in cui Navalni è già detenuto, in un posto chiamato

Melekhovo, in una regione di Vladimir, si sta svolgendo peraltro praticamente a Porto

e Chiuse, perché è una delle accuse riguarda i minori e quindi non viene concesso l'accesso

alla sala di giornalisti e non viene neanche data la possibilità di assistere a una video

trasmissione del processo come capita in altri casi, questo è una cosa già successa ad

esempio con il caso di Dmitriev, un attivista in memorial, siccome le accuse avevano a che

fare con i minori, non è stato concesso l'accesso alla sala e nessun giornalista per tutta la

durata del processo.

Come dicevi, Navalni è in carcere già dal 2021 perché sta scontando un'altra condanna.

Ci ricordi la vicenda che ha portato a quel processo?

Sì, Navalni aveva avuto già in passato diverse condanne, poi una delle ultime condanne è

stata quella di Ivroshe, cioè una condanna per Frode.

Durante questo periodo lui è stato avvelenato, è andato a finire a Berlino per essere curato

su richiesta del suo entourage, Navalni ha voluto rientrare in Russia, subito appena

rientrato è stato arrestato per aver infranto i termini di custode che richiedevano ogni

due settimane di presentarsi a un posto di polizia a Mosca.

Una volta in carcere è stata fatta un'altra accusa di Frode e è stato condannato in base

a questa cosa di Frode a 11 anni.

Vado a dire che tutte queste arresti, tutte queste accuse sono evidentemente politicamente

motivati.

Uso la parola evidentemente perché c'è anche una sentenza della Corte Europea e Diretti

Humani che ha condannato la Russia a risercire Navalni perché i processi sono evidentemente

non giusti e basati su accuse infondate.

Navalni è considerato il più importante popolare oppositore di Putin, sicuramente è

stato uno dei pochi attivisti in grado di mobilitare grandi massi di persone in Russia

contro il governo.

Alcuni però lo considerano un nazionalista che per molto tempo ha pensato solo ai suoi

interessi.

Da cosa nascono queste due visioni così diverse?

Chi è Alexei Navalni?

Navalni è un po' tutto quello che è stato detto adesso, non in senso che ha una storia,

soprattutto abbastanza lontana fra virgolette che risale ai suoi inizi dell'attività

politica, di nazionalista, di xenofobo, ci sono video in cui ha fatto dichiarazioni

molto negative nei confronti dei migranti, ha partecipato alle organizzazioni di manifestazioni

con forze di estrema destra.

Da un certo punto in poi, soprattutto grazie all'attività con il blog contro la corruzione

che di fatto gli ha dato la fama e il russo e all'orreso estremamente popolare fino a

diventare poi la figura politica principale dell'opposizione russa ha cambiato notevolmente

passo e più sono arrivate le repressioni da parte dello Stato e più ha cambiato la

sua linea diventando di fatto una specie di paladino della democrazia e della libertà

d'opinione.

Chiaramente difficile fare un giudizio definitivo sul Navalni, quello che sicuramente si può

dire è che sta affrontando il suo percorso da dissidente in maniera assolutamente convincente

dopo l'ultimo avvenimento che lo ha portato a essere curato a Berlino quando ha subito

il sintomo di avvenimento su un aereo, aveva benissimo la possibilità di restare all'estero

al sicuro invece ha voluto rientrare sapendo benissimo di essere arrestato e questa sua

forza questa sua capacità di esporsi e di pagare in prima persona questo tipo di repressioni

ne hanno fatto inevitabilmente una figura carismatica un leader in cui molte persone

si riconoscono e poi va detto anche che il Navalni ha un seguito di persone che non per

forza si riconoscono in lui e nelle sue idee e essendo diventato poi la figura principale

dell'opposizione russa ha fatto un po da catalizzatore di tutta una serie di forzi d'opposizione

di persone che sono scese in piazza ad esempio quando non era possibile nelle manifestazioni

a favor di Navalni semplicemente per il fatto di voler rappresentare fisicamente la propria

contrarietà al potere.

Navalni non è l'unico oppositore di Putin in carcere, dall'invasione dell'Ukraine

la repressione del dissenso è aumentata in Russia e nel caso di alcuni oppositori come

Navalni le condanne si accumulano.

Stiamo assistendo a un escalation sta succedendo molto spesso che gli oppositori vengono arrestati

spesso con pretesti, le condanne stanno aumentando sempre di più, abbiamo visto il caso del

giornalista Safronov che è andato a 22 anni, caramorza a 25, adesso Navalni rischia 30

anni, forse anche più, il ripetersi di sentenze anche di persone già incarcerate è una cosa

che ricordo un pochino quello che succedeva nell'unione sovietica quando le persone pur

stando dentro il carcere venono riarrestate nel caso dell'unione sovietica spesso fucilate

è difficile capire il perché di questo sistema adesso in Russia, chiaramente qualcosa che

sarà valutato poi quando avremo possibilità di vedere documenti in questo momento chiaramente

non sono disponibili però forse se vogliamo provare a dare un'interpretazione è quella

di sottolineare e intensificare l'immagine negativa agli occhi dell'opinio pubblico

interno a parte del potere che nel caso di Navalni ad esempio può dimostrare che questo

soppositore politico non solo è responsabile di frode ma mentre in carcere continua ad

organizzare, ad agire, a tramare contro gli interessi della nazione questo è un'ipotesi

chiaramente interpretativa vedremo poi col tempo che cosa ci sarà dietro questo fenomeno

Navalni continua a comunicare sui social network tramite i suoi avvocati e ad aprile

si è parlato di un suo presunto avvelionamento in carcere, che cosa sappiamo delle sue condizioni

fisiche oggi?

È difficile dire per certo quali sono i suoi condizioni fisiche, lo staff, l'entoraci

di Navalni si è lamentato molte volte delle condizioni in cui Navalni viene tenuto ha

denunciato un tentativo di avvelenamento chiaramente però non abbiamo accesso a fonti indipendenti

per avere certezza al 100% che ci sia stato un avvelenamento quello che è evidente anche

dai video delle fotografie che circono che è un persona deperita in difficoltà fisicamente

il suo entoraggio parla di gravi difficoltà di salute in generale, in certo punto si è

detto che potesse essere affetto a tubercolosi e addirittura che rischiassi di morire ogni

momento questo ha provocado come reazione la possibilità di stare in ospedale per un

po' di tempo per guarire però certo colpisce che una persona che di fatto è sotto gli

occhi dell'opinione pubblica mondiale come oppositore venga trattata in questo modo,

purtroppo in questo momento abbiamo anche diversi report delle colonie penali, delle

carcerie russe, dei maltrattamenti, torture e problemi con la salute dei detenuti e come

se in questo momento questo tipo di personaggi, gli oppositori politici non godano neanche

di quella generica tutela che si riceve quando si diventa personaggi di fama mondiale questo

è una cosa estremamente preoccupante.

Grazie Andrea Cullotta.

Grazie a voi.

Gia Polimenin Bastoni che collabora all'organizzazione dei festival di internazionale consiglia

una mostra a Roma.

Ci sono molti modi di abitare una casa e l'arte può essere uno di questi, una presenza

insolita se la consideriamo come unica abitante ma allo stesso tempo spiazzante e significativa.

A Roma Sud nella zona del quadraro c'è un appartamento in cui non vive nessuno che

ha diventato un contenitore per l'arte contemporanea.

Si chiama casa vuota, è letteralmente spoglia di ogni arredamento e si riempie periodicamente

con opere diverse.

Dal 2017 a oggi i curatori Francesco Paolo del Re e Sabino de Nicchilo hanno spitato

oltre 30 mostre di artisti e artisti italiani e internazionali che molto spesso non sono

stati esposti in altri luoghi della capitale, quindi in ante prima.

Sabato 24 giugno, a partire dalle 19, casa vuota apre le porte inaugurando la mostra

omaggio all'artista pugliese Cristiano de Gaetano, a 10 anni dalla sua morte.

Il progetto espositivo è sentito la biglietti alle amici e mette insieme di pinti, fotografie,

sculture, disegni, fetici, ritratti e autoritratti eseguiti da lui ed altri artisti suoi amici.

Casa vuota si trova il numero 12 di Via Maia, a due passi dalla fermata della metroporta

furba.

Per informazioni casa vuota è su Instagram.

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Il 18 giugno in Svizzera è stata approvata tramite referendum una legge che chiede al governo di azzerare entro il 2050 le emissioni nette di gas serra. Navalnyj, che da gennaio del 2021 sta già scontando un'altra condanna, rischia trent’anni di carcere.

Gabriele Crescente, editor di ambiente di Internazionale
Andrea Gullotta, docente di lingua e letteratura russa e presidente di Memorial Italia

Video Svizzera: https://www.rts.ch/play/tv/forum/video/loi-climat-apres-lechec-de-2021-le-peuple-suisse-approuve-cette-fois-la-loi?urn=urn:rts:video:14111754

Video Russia: https://www.youtube.com/watch?v=o67-3B1IdAY

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Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
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