Il Mondo: La mafia dopo Matteo Messina Denaro. Perché Londra fa marcia indietro sulle politiche climatiche.

Internazionale Internazionale 9/26/23 - Episode Page - 26m - PDF Transcript

Sali sulle spalle dei giganti. Fino al 9 ottobre, meno 20% sui grandi classici del Molino

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Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli

e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di Matteo Messina De Naro e di come il Regno Unito ha ridimensionato

le sue politiche sul clima e poi del nuovo numero di internazionale kids e di un documentario.

È martedì 26 settembre 2023.

Erano le prime comunicazioni via radio delle Forze dell'Ordine

dopo l'attentato che il 23 maggio 1992 a Capaci uccise il giudice Giovanni Falcone.

Sua moglie è la magistrata Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani,

Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Glieri Matteo Messina De Naro, 61 anni, accusato di essere uno dei mandanti di quell'attentato,

è morto nel reparto detenuti dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila dovera ricoverato.

Il boss mafioso era stato arrestato il 16 gennaio in una clinica di Palermo dopo 30 anni di latitanza.

Capo del mandamento di Castelvetrano, il referente per la provincia di Trapani del

grande Corleonesi, è stato uno dei protagonisti della guerra allo Stato portato avanti dalla

mafia e un assassino spietato, condannato a diversi ergastoli anche per il suo ruolo

negli attentati a Roma, Firenze e Milano, del 1993.

Ne parliamo con Federico Varese, professore di criminologia all'Università di Oxford,

esperto di crimine organizzato e autore tra gli altri di Vita di Mafia, pubblicato da

Inaudi nel 2017.

Sì, il 25 settembre del 2023 è morto Matteo Messina Denaro, era nato a Castelvetrano nel

1962, stava scontando sette ergastoli in prigione, era stato arrestato il 16 gennaio di quest'anno

ed è morto per un tumore del colon retto a l'Aquila in carcere.

Matteo Messina Denaro era uno dei più conosciuti e importanti boss della mafia, era considerato

il capo di Cosa Nostra, quale è stato il suo ruolo all'interno dell'organizzazione

criminale?

Bene, Matteo Messina Denaro non era il capo di Cosa Nostra, era il capo del mandamento

di Trapani, che è un mandamento molto importante però ovviamente le famiglie di Palermo sono

più importanti di quelle di Trapani e non c'è un boss dei boss nella magia siciliana,

un'organizzazione in cui in teoria tutti i boss si ritrovano nella commissione provinciale.

Quindi non era il capo dei capi, era un alleato molto importante di Tottorina nella fase

stragistica della storia di Cosa Nostra, che su soprattutto nei primi stimiali 90 era

un esecutore molto importante della strategia di Tottorina, questo è stato il suo ruolo

fondamentale e poi dal 1993 fino a otto mesi fa era latitante.

Perché allora era così famoso?

Beh, era così famoso per i crimini efferati che ha commesso ovviamente asciolto negli

acido un bambino che è stato tra l'altro rapito per più di 700 giorni, ha ucciso una

donna incinta, lui stesso ha detto che i suoi deliti avrebbero riempito un cimitero, c'è

per mazione che non possiamo verificare però è probabilmente abbastanza corretta, è stato

responsabile tra gli altri della morte di falcone e della scorta, quindi aveva assunto

nell'immaginario cogettivo questo ruolo di assassino, di i suoi crimini efferati sicuramente

l'hanno reso molto famose e poi l'altra ragione perché era molto famosa è stato

latitante per così tanto tempo che è un tempo incredibilmente lungo, 30 anni.

Era stato arrestato a gennaio dopo 30 anni di latitanza, appunto ora che è morto la

domanda è un po' la stessa che ci siamo fatti a gennaio perché ci sono voluti 30 anni?

Ecco questa è la domanda a cruciale ed è certamente un fallimento dello Stato perché

noi avremmo tutti voluto che metter a messi a gennaio avesse scontato questi 30 anni

in prigione non nascondendosi, molto probabilmente nascondendosi tra l'altro nella zona dove

erano nati insomma nel trapanese, questo è un fallimento e la mafia fondamentalmente

vive non solo per il suo potere ma perché ha relazioni fuori dalla mafia, questo è un

rispetto fondamentale e queste relazioni hanno permesso a Matteo a messi a gennaio

di nascondersi per così tanto tempo con condivenze sia nelle istituzioni che nella società

civile dove viveva, certo poi vi sono stati anche invece polizioti, magistrati che l'hanno

cercato molto seriamente e alla fine l'hanno trovato, però la sua latitanza durata 30

anni e non è un buon segno e tu non vorresti che ci fosse queste latitanzi così lunghe

soprattutto per un personaggio di questo caldo criminale.

In questi 30 anni la mafia è cambiata, si è detto che ha una nuova strategia, che cosa

sappiamo di cosa nostra oggi, quanto è potente e qual è il suo peso anche nell'ambito del

crimine organizzato internazionale? La strategia di Totorina è fallita ovviamente e la mafia

poi ha seguito una strategia molto diversa, un guidato ad altri capi tipo forvenzano ed

altri che era più dell'insabbiamento e così detto comunque non della sfida diretta

allo Stato. Il dato fondamentale è che la pressione

dello Stato italiano che comunque c'è stato è stata molto forte, ha reso comunque la

vita difficile a cosa nostra, ciò non toglie che cosa nostra continua ad operare nei quartieri

di Palermo a chiedere il pizzo e nella società occidentale, però da tanti anni ormai non

riesce più a stare nel mercato internazionale della droga per tutta una serie di ragioni

anche proprio tecniche perché ovviamente il porto di Palermo non riesce a ricevere container

come ad esempio il porto di Gioia Taro. Quindi è una mafia in difficoltà, comunque

sotto pressione, i boss fanno fatica a riunirsi quindi la commissione non si riunice più

da tanti anni e però non è una mafia sconfitta perché comunque continua a operare nel territorio

con nuovi e più giovani boss. Invece sul piano internazionale che cosa

è cambiato? Ha perso molto delle sue relazioni internazionali, ha cercato, lo racconto anche

in vita di mafia, di recuperare il contatto con gli americani, con le famiglie americane

di cosa nostra, i cosiddetti scappati che erano le famiglie che fuggirono durante la guerra

di mafia guidata da Rina, fuggirono negli Stati Uniti per non essere trucidati e la nuova

generazione dei maziosi siciliani ha cercato di riaggiacciare i contatti con questi cosiddetti

scappati, però fa fatica perché non ha la capacità poi di gestire i grossi traffici

internazionali quindi è una mafia che aveva internazionale, ha perso molto del suo potere

avantage dell'andrangheta ovviamente. Quindi oggi è l'andrangheta, l'organizzazione che

ha un ruolo importante a livello internazionale? L'andrangheta è presente in maniera molto

significativa nel commercio internazionale di droga soprattutto di cocaina, ha dei contatti

molto solidi con i produttori traficanti colombiani e l'America Latina in generale

e anche comunque con Andrina che sono in Canada negli Stati Uniti, oltre che ovviamente

in Germania e in Australia. Quindi sì certamente l'andrangheta che è stata considerata un po'

una mafia di secondo livello, una mafia straccione, di Pecorai a scappi della mafia siciliana

invece è oggi veramente protagonista purtroppo della criminalità organizzata e internazionale.

Ad esempio è interessante notare che il Porto di Gioia Tauro è un porto dove arriva

gran parte della cocaina che entra in Europa oggi anche perché è un porto molto più moderno

e attrezzato di quello di Palermo. Cioè non togli ovviamente che vi siano anche importanti

processi come rinascita scotto ovviamente sull'andrangheta che è un processo che è

in corso adesso però rimane che la mafiacigliana è in decrino e la mafia invece calabrese appunto

l'andrangheta sicuramente è molto importante. Lo Stato italiano che cosa fa oggi per contrastare

la mafia alle mafie? Lo Stato italiano ha fatto grandi passi sulla repressione appunto

per quanto non perfetti però comunque tutti i grossi boss della mafia siciliana ad esempio

sono in prigione e la repressione di tipo militare, poliziesco, giudiziario è stata

tutto sommato efficace. Quello che manca però è la politica comunque il dibattito politico

italiano la stessa campagna elettorale ultima che abbiamo avuto non ha affrontato o messo

al centro del dibattito la lotta la mafia e si continua a pensare questo secondo me

è il problema maggiore che la lotta la mafia sia una questione puramente di repressione

invece le mafie italiane appunto queste tre mafie principali sono soprattutto un problema

sociale economico e politico e anche criminale quindi fino che non si affrontano le cause

ultime della presenza di queste organizzioni criminali che sono spesso più antiche dello

Stato italiano eh beh una volta poi morto ha restato un boss se ne farà un altro ecco

quindi quello che manca secondo me è una volontà della classe politica di affrontare

il problema alla sua radice. Cioè in che modo secondo te? Beh secondo me bisogna in

anzi tutto ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadine e cittadini in quei contesti

e lo Stato italiano che è spesso inefficiente corrotto e incompetente bisognerebbe riformare

interamente le amministrazioni pubbliche locali, la sanità locale e questo secondo

me è la chiave per sconfiggere la mafia nel lungo periodo una riforma del sistema degli

appalti ad esempio perché poi le mafie nel lungo periodo resistono nei contesti locali

perché hanno il controllo degli appalti pubblici e quindi una riforma fondamentale

della pubblica amministrazione è assolutamente cruciale e anche dei sistemi politici locali

tutto questo non viene minimamente citato quando si parla di mafie e ci si focalizza

sempre su o gli arresti o la confisca dei beni che ovviamente è una cosa sacrosanta

però poi se noi non togliamo a queste mafie il retrotterra sociale e politico che permette

loro di operare beh poi una volta restato uno con fiscata un'azienda una casa si crea

un nuovo boss e un nuovo imprenditore colluso ecco secondo me questo che manca nel dibattito

politico italiano grazie a Federico Varese grazie a voi

Martina le cuti capore d'attrice di internazionale kids presenta il nuovo numero in edicola da domani

nel nuovo numero parliamo di tiktok il social network per creare e condividere video molto amato

tra gli adolescenti per aprire un profilo bisogna avere almeno 13 anni ma leggendo l'articolo si

scopre che non è poi così difficile prendere uno anche perché ha nove anni un telefono e la voglia

di scoprire il mondo il problema però è che uscire da quel flusso continuo di video divertenti

non è sempre facile come raccontano tre adello scenti sfidesi nell'articolo che pubblichiamo si

chiamano sigrid benjamin e amanda hanno tra gli undice e quattordis anni vivo non sto colma e

nell'articolo raccontano i loro dubbi nei confronti di tiktok l'articolo è traduttore al

camrat posten un giornale che esiste addirittura dal 1892 per gli appassionati di gatti nel numero

c'è anche un articolo illustrato tradotto dal guardian che contiene 13 segnali segreti per

capire cosa provano i gatti basta osservare il modo in cui muovono i baffi la coda o altre

parti del corpo per capire se sono rilassati impauriti o se hanno semplicemente voglia di giocare

il proposso per il governo per interferere in quanti passaggi che potete avere nel caro

ho scratato il proposso che dovremmo forzare te a avere 7 bambini differenti nel tuo

home ho scratato il proposso per farvi cambiare il tuo diet e raffreddare i bambini britannici

per taxare il mieto o creare nuove taxi per riscogliere il flusso o andare a holiday

ho scratato i due e non ci sono bambini nuove olio e gas in il nord per farciare i bambini

o noi rilassarì nuove olio e gas nel nord che ci vorranno farci rilangare l'energia

importa da i portatori di politici lecchi come la Puglia

La scorsa settimana il premier britannico Rishi Sunak ha annunciato un importante marce

indietro nella politica sul clima del Regno Nito.

Nel discorso che avete appena sentito il premier ha detto che il governo sposterà in avanti

la scadenza ultima per la vendita di nuove auto a benzina o diesel e anche quella per l'eliminazione

graduale delle caldaje a gas e che abbandonerà tutta una serie di progetti tra cui la tastazione

extra sulla carne e sui viaggi aerei. Secondo Sunak si tratta di una scelta di pragmatismo,

che non metterà in discussione l'obiettivo di raggiungere razaramento delle missioni

nette entro il 2050. Ma gli ambientalisti, gli esperti del clima, l'hanno definito

un gravissimo passo indietro da parte del governo. Ne parliamo con Gabriele Crescente,

editor di Ambiente di Internazionale.

Sì, dunque, tra le molte misure annunciate da Sunak, la più importante è sicuramente

la posticipazione del divieto di vendere nuove auto con motore a combustione interna,

che slitterà dal 2030 al 2035 e se lineerà quindi con l'obiettivo che si è data all'Unione Europea

su questo ambito. L'altra misura che avrà un effetto importante sarà l'allegerimento

dell'eliminazione delle nuove caldaje e gas per le abitazioni private, che partirà dal 2035 e

avrà delle eccezioni per le famiglie più povere. Inoltre è stata abbandonata una norma che

avrebbe costretto tutti i proprietari di Casinaffitto a garantire che le loro abitazioni abbiano un

livello di efficienza energetica almeno C, cioè quindi un livello abbastanza elevato che avrebbe

comportato notevoli investimenti nell'isolamento energetico nell'efficentamento degli edifici

Sunak ha cercato di mantenere un tono moderato di buon senso, dicendo che il governo non può imporre

alle famiglie di sopportare costi inacettabili per la transizione energetica in un momento in

cui l'inflazione e la crisi economica stanno pesando sui contribuenti britannici e ha avvertito

del rischio che se si spinge con troppa decisione sulla transizione energetica si rischia di perdere

il sostegno dei cittadini su questo obiettivo fondamentale più che sulle singole misure.

Inoltre ha cercato di tranquillizzare gli ambientalisti, chi ha a cuore la tutela del clima,

dicendo che l'obiettivo vincolante del 2050, dell'azieramento delle missioni nette del Paese

può essere comunque raggiunto perché finora il Paese ha fatto più di quello che doveva e quindi

si è guadagnato un margine di manovra che adesso può utilizzare a suo favore.

Che tipo di conseguenze avrà questa decisione per la lotta al cambiamento climatico?

Dunque a livello pratico le conseguenze saranno abbastanza limitate dato che il

Regno Unito emette una quantità di anitidia decarbonica a pari all'1% del totale quindi

non avrà un'importanza fondamentale. L'importanza è soprattutto a livello simbolico dato che il

Regno Unito è il Paese che in pratica ha inventato il cambiamento climatico e dato che è la

padria della rivoluzione industriale che è stato il primo Paese a utilizzare sistematicamente i

combustibili fossili, quindi ha una responsabilità morale molto più grande di quella degli altri paesi

industrializzati nel cercare di trovarci una soluzione. Infatti anche per questo motivo finora

è stato un leader incontestato nella transizione energetica e nelle politiche per il clima. È uno

dei paesi con gli obiettivi vincolanti più stringenti, uno di quelli che si è dato per

primo l'obiettivo di azzerare le emissioni nette e uno di quelli che ha fatto i maggiori

progressi infatti è riuscito a dimezzare praticamente le emissioni di anitidia decarbonica

rispetto al 1990 attraverso l'abbandono del carbone e l'espansione delle energie rinnovabili

soprattutto i parchi e olici del mare del nord. Cosa ancora più importante è un Paese in cui

l'Otta il Cambiamento Climatico ha sempre goduto di un sostegno bi-partisan, infatti non solo i

partiti ambientalisti di sinistra, non solo il labor ha sempre sostenuto con convinzione questa

battaglia ma anche il partito conservatore fin dai tempi di Marga Rettaccer negli anni 80 è sempre

stato nettamente in favore dell'azione per il clima e finora infatti non era mai stato un tema

di contesa elettorale ma era sempre stato un dato di fatto questo impegno. Quali sono state le

reazioni a questa decisione? L'annuncio di Sunak ha societato reazioni molto accese nel mondo

politico sicuramente da parte dell'opposizione come era prevedibile ma anche da una parte del suo

partito conservatore che ha definito un errore strategico rimettere in discussione questi obiettivi

e fare marcia indietro su un tema così importante che finora era stato intoccabile. I gruppi ambientalisti

e gli scienziati hanno fatto notare che il progresso del paese verso gli suoi impegni era già

stato messo in discussione dalle ultime scelte del governo che avevano rallentato la riduzione

delle emissioni e che non è vero che la transizione energetica comporterà costi aggiuntivi nel

lungo e nel meglio termine perché anzi porterà un risparmio dovuto alla creazione di nuovi

settori economici e alla risparmio sull'emportazione di idrocarburi ma le reazioni più sorprendenti

sono state forse quelle di alcune aziende che sarebbero state costrette ad adeguarsi a queste

norme a cominciare dalle case automobilistiche alcune delle quali in primo l'uovo allo ford hanno

criticato questa marcia indietro dicendo che mette in dubbio la loro pianificazione strategica

creando incertezza e sostanzialmente annullando gli sforzi che avevano già fatto per adeguare

a loro produzione a questi obiettivi. Al di là delle dichiarazioni ufficiali di cui c'è parlato

ci sono motivi politici per cui su un H deciso di fare questo dietro front? Beh il motivo è

essenzialmente il fatto che il partito conservatore è indietro di circa 20 punti percentuali rispetto

ai laboristi nei sondaggi per le lezioni che dovrebbero tenersi al più tardi all'inizio del

2025 finora con tutto quello che è successo negli ultimi mesi la durbolenta successione a Boris

Johnson e gli strasci che della brexit il partito non è riuscito a trovare un modo per recuperare

quindi questo può sembrare soprattutto un modo per diversificarsi per distinguersi dal partito

laborista che invece ha fatto dell'impegno a favore della transizione energetica un capo saldo

della sua campagna elettorale annunciando un piano di investimenti da 28 miliardi di sterline

nella transizione energetica. Secondo alcuni la decisione di identificare il clima come un terreno

di scontro è stata presa dopo le lezioni suppletive di Axbridge a Londra a luglio in cui il

partito conservatore è riuscito a strappare un seggio al partito laborista in seguito alla

reazione degli abitanti della periferia di Londra alle nuove regole imposte dal sindaco laborista di

Londra sulla qualità dell'aria che avrebbero imposto una tarifa a tutti quelli che circolavano

con macchine vecchie nella capitale quindi gli strateghi di su una che probabilmente hanno

pensato che questo approccio può essere replicato anche a livello nazionale. I politologi

indipendenti sono molto più scettici e pensano che questo tentativo non avrà grandi conseguenze

anche perché gli elettori non hanno ancora fatto un collegamento tra la crisi dell'inflazione e la

transizione energetica. Ricordiamo che Regno Unito è il paese europeo con l'inflazione più alta

ancora oltre il 6 per cento e l'inflazione è uno dei temi politicamente più dibattuti in questo

momento ma non è ancora stato accostato ai costi della transizione energetica. Differente

sarà se il partito conservatore cercherà appunto di fare questo collegamento e questo potrebbe

avere conseguenze ancora più gravi per la percezione della transizione energetica da parte

dell'opinione pubblica. Secondo te adesso questa decisione di Sunak potrebbe avere un effetto anche

su altri paesi europei? Sì, il timore è anche questo dato che questa tendenza a fare marcia

indietro sugli impegni sul clima è già emersa in diversi partiti di centro-destra europei che

cercano in questo modo di recuperare terreno sull'estrema destra negazionista e di neutralizzare

gli effetti appunto della crisi dell'inflazione, di distanziarsi dalle politiche più impopolari. Lo

abbiamo visto per esempio durante il dibattito sulla legge per il ripristino della natura in cui

una parte del partito popolare europeo ha cercato di far saltare il banco per poi essere battuta

solamente grazie al voto di alcuni dissidenti che si sono schierati con la maggioranza del Parlamento

europeo. Questo tentativo è già in atto nei paesi in cui l'estrema destra e al governo o ha un ruolo

esterno come Svezia dove già da mesi il governo ha deciso di fare marcia indietro su alcuni impegni

autoimposti e potrebbe addirittura mancare anche gli impegni ridotti che si è dato perché ha

rallentato sulla transizione e non ci dimentichiamo che presto la transizione energetica sarà uno

dei punti cardine dell'elezione presidenziale negli Stati Uniti. Trump è stato uno dei primi

allo dare su NAC per questa decisione definendola intelligente e una sua vittoria e un suo

ritorno alla Casa Bianca avrebbe conseguenze ancora più importanti se dovesse trovare una sponda

sul marce indietro sul clima nei partiti di centrodestra europei. Grazie Gabriele Crescente. Grazie a voi.

Il documentario della settimana consigliato da Matteo Bordone autore di podcast e conduttore

radiofonico. In occasione dell'uscita della sua autobiografia, Feltrinelli, ognun per sedio

contro tutti, Werner Herzog ha presentato in Italia recentemente uno dei suoi ultimi documentari.

Herzog è stimatissimo come autore di documentari, unisce favorito ad un interesse riterato per la

tecnologia e la modernità, una passione che invece più fuori dal flusso del tempo e della

tecnica per le persone, l'umanità degli scienziati e chi fa ricerca. Questo suo ultimo lavoro

che è dell'anno scorso, si intitula Theatre of Thought, il Teatro del Pensiero, è un documentario

realizzato in 10 giorni di lavorazione, sulla costa est degli Stati Uniti, andando a trovare

i più importanti luminari di neuroscienze e tecnologia applicate alle neuroscienze nelle università

della costa est. Solo 10 giorni di lavorazione e la capacità per Herzog di estrarre sia l'attualità

della ricerca, sia un elemento esistenziale e empatico legato alle vite di queste persone che

quotidianamente cercano di spostare in la il confine della relazione tra corpo e macchina,

fra mente e macchina. Si intitola Theatre of Thought, si trova in poche sale, la distribuzione non è

molto ampia, ma se riuscite a trovarlo è molto consigliato. Anche il pregio oggi rarissimo di durare

meno di un'ora e mezzo. Dalla redazione di internazionale per oggi è tutto. Scriveteci a

podcastghiocciolainternazionale.it o mandate un messaggio vocale al numero che trovate nella

descrizione del podcast e dell'episodio. E per ricevere una notifica quando esce un nuovo

episodio iscrivetevi al podcast. L'appuntamento con il mondo è domattina alle 6.30.

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Il boss di Castelvetrano, arrestato il 16 gennaio scorso dopo trent’anni di latitanza, è morto ieri nell'ospedale San Salvatore dell'Aquila dove era ricoverato. ll governo britannico ha deciso di posticipare la scadenza ultima per la vendita di nuove auto a benzina o diesel e quella per l’eliminazione graduale delle caldaie a gas.

CON
Federico Varese, professore di criminologia all'Università di Oxford
Gabriele Crescente, editor di ambiente di Internazionale

LINK
Video mafia: https://www.youtube.com/watch?v=gyZGtmLFbjg
Video Sunak:
https://www.theguardian.com/environment/2023/sep/20/rishi-sunak-confirms-rollback-of-key-green-targets

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.