Il Mondo: La Cina protesta contro i paesi del G7. La Ryanair vuole diventare la più grande compagnia aerea del mondo.

Internazionale Internazionale 5/23/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

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Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli e questo è il mondo,

il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo della reazione della Cina G7 e di Ryanair e poi di un video reportage

girato in Ucraina e di un saggio femminista.

È martedì 23 maggio 2023.

La Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo

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in cui la Cina di Internazionale è un periodo in cui la Cina di Internazionale è un periodo

apertamente i Paesi dell'Occidente, accusandoli di volere imporre il loro ordine mondiale.

Ma dietro questa nuova determinazione di Pekino ci sono anche profonde difficoltà interne

che attraversano il Paese.

Ne parliamo con Cecilia Tanasio Ghezzi, giornalista che si occupa di Cina e che colabora con

internazionale.

Nel comunicato finale del gestatte di Hiroshima la Cina è molto presente, è presente da

un punto di vista economico perché i leader dei 7 Paesi affermano che seppure non si vuole

e non si può fare a meno da un punto di vista economico della Cina bisognerà sempre più

diversificare nella catena di approvisionamento e cercare di fare in modo che la Cina giochi

secondo le regole di mercato.

Da un punto di vista di sferre di influenza si esprime grossa preoccupazione per quello

che sta succedendo nel marcinese meridionale e orientale e si richiama alla questione Taiwan

riaffermando che nessuna azione unilaterale di cambiamento dello stato squo, ovvero dello

stato attuale delle relazioni internazionali, verrà concessa e cosa che vedremo ha fatto

arrabbiare più di tutti la leadership di Pekino si criticano nuovamente i diritti umani

per quanto avviene nelle regioni dello Xinjiang e del Tibet esplicitamente.

Per non lasciare niente fuori anche riguardo la questione ukraina si chiede nuovamente

alla Cina di convincere la Russia a ritirare le sue truppe dal Paese invaso.

Hai parlato di una leadership arrabbiata, quale è stata la reazione della Cina a queste

conclusioni del G7?

È stata una reazione molto forte, c'è stato un comunicato del portavoce del ministero

degli affari esteri in cui, come ricordavi nella tua introduzione, si critica fortemente

l'ordine che vuole l'America prima di tutto e quindi il circoletto lo chiamano degli amici

del G7.

La Cina dice noi stiamo alle regole internazionali, ma le regole internazionali sono quelle volute

dalle nazioni unite, il G7 non ha alcuna voce in capitolo perché ci sono troppi Paesi

fuori.

Soprattutto ribadisce che Taiwan è una questione interna alla Cina, quindi nessuno

stato estero si può permettere di interferire e che non vengono presi in considerazione le

critiche che ci sono state poi sugli diritti umani.

Il giorno seguente hanno addirittura convocato l'ambasciatore giapponese, accusandolo che

ospitare un G7 che ha avuto come tema parole loro le critiche alla Cina in qualche modo

mina gli equilibri internazionali.

In questi ultimi mesi Pechino è stata una girandola di incontri diplomatici, come procede il

tentativo di diventare un centro alternativo agli Stati Uniti?

Beh il tentativo è in campo e sempre più si stanno arroccando di fatto due parti di

mondo e due visioni del mondo, cioè quello che forse sbagliando noi chiamiamo il mondo

occidentale diciamo Stati Uniti e Europa, paladini non tanto dei diritti umani ma di

l'ordine democratico e di governi comunque scelti dalle popolazioni attraverso libere

elezioni e dall'altra parte il resto del mondo che si trova bene o male all'ottare

durante una crisi economica che ha governi più o meno criticabili ma che comunque si

sentono indiritto di dire la loro e di cercare di trovare soluzioni altre a quelle volute

e qui cito nuovamente i mediacinesi dal cugino americano.

Quali sono i risultati diplomatici più importanti che la Cina ha raggiunto in questa fase della

sua politica estera?

La riapertura delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita si mette al primo

posto.

È stato anche molto importante anche se non inaspettato che durante la sua visita di

Stato il presidente brasiliano Lula abbia in qualche modo avallato la politica di Pechino

all'internazionalizzazione dell'OUN ovvero a quel movimento economico che chiede che

non tutti i pagamenti internazionali siano fatti in dollaro e Pechino in questo sta

spingendo molto la propria moneta nel mondo in via di sviluppo.

Non ultimo mentre Aeroschima andava diciamo in scena il G7, Pechino ha ospitato a Sian

i leader delle Republie Centroasiatiche, questo è avvenuto con uno sfoggio quasi imperiale

anzi non quasi diciamo che i delegati sono stati accolti con le insegne della dinastia

dei tanghe come un posto noi accogliessimo non lo so dei capi di Stato stranieri come

gli imperatori romani accoglievano i capi di Stato dell'epoca.

Altro punto a favore di Pechino era stata la criticatissima visita di Macron che in qualche

maniera aveva lasciato molto a geocinesi e aveva in qualche modo evitato di schierarsi

su punti che stanno diventando sempre più importanti in questo momento mi riferisco

soprattutto alla questione di Taiwan.

Diciamo che con questo G7 di Aeroschima anche le posizioni francesi e seppure non

state più tenue quelle tedesche sono comunque state portate a livello di rottura americano.

Questa hiperattività sul fronte internazionale arriva però in un momento dedicato per la

Cina che per la prima volta vederà a lentare il suo motore economico, c'è un legame

tra le due cose secondo te.

La situazione geopolitica internazionale è quella che è però come sempre quando uno

Stato è in difficoltà economicamente e a livello di politica interna soprattutto se uno Stato

autoritario tenta di trovare un nemico all'esterno e in questo caso diciamo che è una maniera

anche di canalizzare la rabbia in Cina l'economia non sta andando benissimo anche se i numeri

sono comunque più alti di quelli che in noi in occidente ci aspettiamo.

Detto ciò però c'è una disoccupazione giovanile a livelli quasi mai visti prima, un giovane

su 4 ha disoccupato, ha superato il 20% la disoccupazione giovanile e poi ci sono moltissimi

temi economici interni che rischiano di esplodere dalla bolle immobiliare al debito pubblico.

Tutte queste difficoltà economiche sono a rischio protesta, proteste che pechino teme

molto soprattutto pechino teme e lo abbiamo visto per come è finita la politica contro

il covid cinese teme le proteste dei giovani che vivono nelle città e che hanno un livello

di istruzione alta che sono quelli poi più colpiti da questa crisi di disoccupazione.

Per tornare al G7 comunque Biden proprio alla fine dell'incontro ha cercato di rassicurare

la comunità internazionale paventando una forma di disgello con la Cina per fino fatto

capire che ci potrebbe essere presto un vertice a due, è il segnale che potrebbe esserci una

piccola svolta?

È qualcosa che ci auguriamo tutti anche se però la Cina non ha risposto direttamente

alle parole di Biden ma ha subito dopo a distanza di poche ore vietato l'acquisto da

parte delle aziende cinesi soprattutto le aziende di Stato della componentistica di

chip prodotti dall'azienda statunitense Micron.

Come sappiamo i semiconduttori sono importantissimi in questa fase storica, sono anche una delle

questioni più importanti all'interno delle decisioni che verranno presi su Taiwan dove

si produce il 60% dei semiconduttori del mondo e il 90% di quelli di alta qualità e questo

ci fa capire che in realtà le acque sono ancora molto agitate.

Grazie a Cecilia Tannasio-Ghezzi.

Grazie a voi.

Il regista Alessandro Tessè racconta un video reportage realizzato con Pierpaolo Mittica

per Internazionale che si può vedere sul sito.

La guerra in Ukraine ha scaraventato il mondo in un periodo di grande incertezza e nessuno

può prevedere con esattezza quali saranno le sorti di questo conflitto.

La sola cosa che più o meno parebbe certa è che non è in via di conclusione, anzi

con i toni che si stanno esacerbando da entrambi i lati corriamo seriamente anche il rischio

di una guerra atomica.

Tutto questo impatta negativamente sull'economia e sulla vita quotidiana di tutta Europa,

ma il popolo ucraino che più di tutti sta sopportando un carico insostenibile.

Così, mentre ogni giorno in tv numerosi colleghi e colleghe ci dando le notizie fresche dal

fronte abbiamo deciso di rivolgere la nostra attenzione in quei luoghi dove i riflettori

si sono spenti da mesi con l'idea di raccontare le storie e le testimonianze di tutte quelle

persone che esistono fra le mascheri e la disoccupazione galoppante, spesso senza luce, acqua e neanche

riscaldamento.

Il nostro video reportage parla di una piccola comunità, anzi, di quel che ne rimane dopo

l'occupazione russa.

Siamo state a Dorenka, cittadina a pochi chilometri dalla più famosa brucia, per potervi mostrare

le vite degli ultimi abitanti rimasti, fra la disperazione di aver perso tutto e la speranza

di ottenere una casa provvisoria.

Buongiorno a tutti, questo è Michael O'Leary, io sono il CEO di Ryanair e io voglio

celebrava con te la storia di l'amore che esiste tra Ryanair e Bergamo Airport, Oriol Serio.

20 anni fa oggi abbiamo fatto il nostro primo flight a Bergamo, non c'era niente a cui

Bergamo, non c'era niente a cui l'avete visto di Ryanair.

20 anni fa, Bergamo è, credo, il numero 3 aeroporto in Italia, ancora la più rapida

del aeroporto in Italia.

Ryanair è il numero 1 aeroline di Italia.

20 anni fa, nessuno sapeva dove era Bergamo e nessuno aveva mai sentito parlare di Ryanair.

20 anni dopo, Bergamo è il terzo reporto d'Italia e Ryanair è la prima linea aerea

in Italia.

Con queste parole, l'amministratore delegato di Ryanair, Michael O'Leary, festeggiava lo

scorso anno, il ventesimo anniversario del primo volo della linea aerea in Italia.

Oggi, con ordini già piazzati per centinaia di aerei, Ryanair ambisce tape a diventare

la compagnia con il maggior numero di passeggeri al mondo.

O'Leary è infatti dichiarato che l'obiettivo dell'azienda è di raggiungere i 300 milioni

di passeggeri all'anno entro il 2034.

Il suo ottimismo è sostenuto da entrate record per Ryanair, che ha superato in dentro il crollo

dei viaggi durante la pandemia ed è tornato a crescere a ritmi ancora più elevati di prima.

Ma preoccupazioni sull'impatto ambientale del trasporto aereo e il costo del carburante

spingono alcuni a mettere in dubbio che la compagnia irlandese possa davvero raggiungere

il suo obiettivo.

Ne parliamo con Andrea Pipino, editor d'Europa d'Internazionale.

L'amministratore delegato di Ryanair sta dando prova di una grande ambizione che però

a quanto pare è sostenuta anche dai fatti, perché come dicevi la compagnia irlandese

che sarà fondata nel 1985 complessivamente, quindi quasi 40 anni fa, ha chiuso l'anno

fiscale che appunto sia appena interrotto, con numeri impressionanti, un utile netto di

1,4 miliardi di euro molto diverso rispetto alle perdite dell'esercizio dell'anno precedente

che erano state di 355 milioni di euro.

Inoltre il vettore ha trasportato quasi 170 milioni di passeggeri, cioè il 74% in più

rispetto all'anno prima e ha raggiunto un fatturato di quasi 11 miliardi di euro, anche

questo in aumento del 124% rispetto al 2022.

A conti fatti oggi in Europa un voloso 5 è operato da Ryanair.

L'Hallocost come hai detto punta a crescere ancora, per questo è stato e solamente ha

previsto un aumento del 10% dei passeggeri trasportati e poi c'è tutto lo scenario che

hai raccontato tu.

Ma come è fatto Ryanair a crescere mentre c'è stata la pandemia che ha ridotto i viaggi

per almeno due anni?

Allora ha fatto diverse cose che le altre compagnie aeree non hanno fatto, come ha

spiegato Olyri ha avuto fortuna ma soprattutto avuto molto coraggio, perché non ha fatto

tutti gli scienziamenti che hanno fatto le altre linee aeree durante il periodo in cui

gli aeree erano a terra.

Quindi ha mantenuto il suo staff, ha fatto ovviamente delle turnazioni e abbastato gli

stipendi e il risultato è che quando le cose sono ripartite gli aeree hanno ricominciato

a volare e non si è trovato a dover gestire la mancanza di personale che ha messo se ricorderete

l'anno scorso e due anni fa in grande difficoltà le altre compagnie aeree.

Inoltre ha ripreso ad assumere prima degli altri, appena finita la prima fase più critica

della pandemia e quindi anche probabilmente a condizioni migliori e ha comprato anche

diversi aerei.

Tutto questo l'ho potuto fare grazie al suo modello di business tutto particolare che

si basa sull'uso di aeroporti secondari che hanno costi molto più bassi rispetto agli

aeroporti dei città principali e che offre servizi come tutti sapete probabilmente veramente

all'osso.

A bordo si paga tutto e poi si paga anche per prenotare il posto, per i bagali, per saltare

la fila all'aeroporto.

Solo per andare al bagno ancora non si paga, anche se Olyri in una delle sue ormai famose

uscite provocatorie degli ultimi anni aveva proposto una tarifa anche per quello oltre

a biglietti quasi gratis per chi accettava di viaggiare in piedi come si fa sull'autobus

e prezzi più alti per i passeggeri più pesanti.

Tutte queste cose ovviamente non sono mai avvenute ma tuttavia per anni hanno contribuito

a far parlare molto di Ryanair.

Oggi che i trasporti sono ricominciati a pieno ritmo, quanto è importante per il trasport

europeo la presenza di Ryanair?

La Ryanair offre ormai collegamenti capillari con tutta l'Europa.

Sono in gran parte collegamenti turistici ovviamente ma non solo perché se si vanno

a vedere le rote delle compagnie dello coste non solo di Ryanair ma per esempio anche di

Whitzers che non è l'unica altra grande compagnie dello coste che sta riuscendo a tenere i prezzi

bassi che stanno ancora continuando a crescere e si capisceiffe subito che in molti casi queste

rote rispecchiano una domanda di mobilità che in gran parte è allegata ai movimenti migratori

degli ultimi anni. È così che si spiegano di tanti voli per fare un esempio tra il Regno

Unito e la Polonia o tra l'Italia e la Romania sono casi più semplici, ma anche per esempio

se si vanno a vedere le rotte delle singole compagnie, tra la Bosnia e la Svezia per esempio

o tra la Svizzera e il Kosovo e l'Albania è il risultato di una lunga migrazione tra

questi paesi. In un certo senso è vero che queste linee aere svolgono una funzione di

raccordo che è stata molto importante negli ultimi anni di massiccia e migrazione interi

europei. Non sono solo le compagniere dei weekend fuori con gli amici.

Con il ritorno del turismo di massa, però dopo la pandemia, c'è anche il ritorno di

una concorrenza più serrata. Come farà Ryanair a raggiungere davvero questo obiettivo

di 300 milioni di persone trasportate ogni anno entro il 2034?

Questo obiettivo effettivamente impressionante sembra un azzardo, specialmente come dicevi

in una fase in cui in Europa la coscienza mentalista probabilmente farà a riscoprire

ai viaggiatori i nuovi mezzi di trasporto, il treno in teoria, e in un momento in cui

le tasse sul carburante e il prezzo del carburante stesso sono in continuo aumento.

Tuttavia, Olyri sostiene che anche con una crescita industriale del 4-5% all'anno,

che è una cosa fattibile per la compagnia guardando gli ultimi dati, l'obiettivo sarà

più o meno raggiungibile. Ha conferma del fatto che Olyri crede veramente in quello

che dice c'è stato l'acquisto di 300 aeroplani per rotte a breve raggio dell'affare complessivamente

da circa 40 miliardi di euro. 150 aeri sono già stati comprati e su altri 150 è stata

esercitata un'opzione, operazione che è stata fatta in tempi non sospetti durante la pandemia

evitando quindi quell'imbuto che si è creato dopo che finita la crisi.

Non bisogna almeno dimenticare che l'ingresso nel mercato di nuovi competitor è sempre

più difficile per diversi motivi, l'incertezza finanziaria, i costi crescenti che abbiamo

appena ricordato, e in buona parte proprio per l'esistenza di una compagnia come Ryan

Nair che ha attualmente la forza per sbagliargliare con i suoi prezzi ogni possibile concorrenza

si affaccia adesso sul mercato. D'altra parte le cifre sulla crescita che sono state ventilate

da Olyri sembra excessive, ma se andiamo a vedere i dati degli ultimi vent'anni delle

compagnie dello coste scopriamo che tra il 2006 e il 2020, quindi 14-15 anni di esercizio,

la quota di mercato globale, quindi non in Europa, dell'Elo coste è più che raddoppiata,

passando dal 15 al 35%, quindi probabilmente le cifre di Olyri non sono proprio così folli.

Le parole che ha detto del resto sono chiarissime e quello ci tocca testualmente. Se non facciamo

idiozie, cosa che è una sfida quotidiana nel nostro settore, continueremo a stracciare

qualsiasi altra compagnia europea. A questo punto però, anche se il traffico

era tornato ai livelli per pandemia, i bilietari sono rimasti mediamente molto più costosi

di prima, perché sta succedendo questo e cambierà, tornerà a scendere?

Ci ne siamo accorti tutti cercando di prenotare i voli, i prezzi sono più alti rispetto al periodo

pre-pandemia, specialmente sulle rotte dove sono stati tagliati i voli rispetto al passato.

I motivi di questo aumento dei prezzi sono comunque diversi, innanzitutto c'era mancanza di

livelli voli, perché durante la pandemia molte lineere che non potevano volare hanno deciso

di dismettere, quindi di lasciare inutilizzati per lungo periodo gli eri, per rimetterli in pista

ci vuole tempo e denaro, molti soldi. Durante il lockdown, la fase più intensa del lockdown,

gli eri dismessi erano addirittura 16.000 in tutto il mondo, circa due terzi dell'intera

flotta commerciale del pianeta. Facile immaginare quale spesa economica sul medio periodo questo

problema possa comportare per rimettere in pista questi eri per farli tornare a volare.

Poi c'è stata la questione della mancanza di personale, a cui abbiamo già accennato,

che ha costretto le compagnie a tornare a fare assunzioni però a costi maggiori del passato

e trovando difficoltà anche a reperire il personale necessario.

Infine ovviamente la cosa più logica di cui si è parlato di più è l'aumento del

prezzo di carburanti e delle tasse sui carburanti stessi. La realtà è che probabilmente i prezzi

dei voli e dei voli locosti in generale rimarranno alti ancora per un bel po' di tempo e anzi

c'è già chi sta immaginando una fine imminente dell'era dei voli ultra scontati, sia per

le locosti sia per le altre compagnie. Grazie Nandrapipino. Grazie a voi.

Il libro della settimana consigliato Racheara Nielsen vice direttrice di Internazionale.

Una femminista bianca è una persona che rifiuta di riconoscere il ruolo che la bianchezza

con il conseguente privilegio raziale ha avuto e continua ad avere nell'universalizzare le

preoccupazioni, l'agenda, le convenzioni delle femministe bianche, spacciandole per

quelle di tutti i femminismi e di tutte le femministe. Comincia così il saggio contro

il femminismo bianco dell'avvocata e filosofa politica pakistana americana Rafia Zakaria,

pubblicato da ADD Editore. L'obiettivo di Zakaria è smascherare le strutture di potere

di dominio presenti nella teoria e nell'attivismo femminista occidentale nordamericano, che

escludono e marginalizzano le voci e le vite reali delle donne non bianche.

La sua critica non risparmia nessuno. Da mostri sacri del femminismo come Simone de Beauvoir,

al mondo delle ONG della filantropia la Melinda Gates, fino ad arrivare a giornalisti e

al fotoreporter famose come la norvegese Osne Sirestad e la statunitense Linsei Addario.

Contro il femminismo bianco di Rafia Zakaria è un libro intelligente, che attrati può

anche irritare, ma che offre una riflessione sempre preziosa per un femminismo più generoso

e inclusivo.

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Pechino ha convocato l’ambasciatore giapponese accusando i paesi del G7 riuniti a Hiroshima di interferire con la sua politica interna. La compagnia aerea irlandese Ryanair è uscita indenne dalla pandemia e vuole portare i suoi passeggeri a 300 milioni all’anno entro il 2034.

Andrea Pipino, editor di Europa di Internazionale
Cecilia Attanasio Ghezzi, giornalista

Video Cina: https://www.youtube.com/watch?v=SQQN0Y7eIuc
Video Ryanair: https://www.youtube.com/watch?v=zJX8N9cW6lM

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.