Il Mondo: La catastrofe di Gaza. A scuola con ChatGpt.

Internazionale Internazionale 10/31/23 - Episode Page - 28m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Jacopo Gianchini e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di emergenza umanitaria a Gaza e di intelligenza artificiale in classe e poi della frontiera tra Italia e Slovenia e di un libro.

È martedì 31 ottobre 2023.

La gente di Gaza ha sentito l'alienata e l'ambigliorazione.

L'ultimo settempo ho avuto molto vicino al freddo per il numero di tracchi entrati in Gaza.

Tutti di noi vengono in questi tracchi un glimmero di hope.

Questo è, ovviamente, una distrazione.

Questi tracchi non sono più di un crampio che non farà una differenza per le due milioni di persone nella strada.

L'une di 30 ottobre le forze armate israeliane hanno lanciato un nuovo attacco di terra nella striscia di Gaza con l'intenzione dichiarata di distruggire a Mass.

Ma nel fine settimana avevano già attaccato la striscia in vari punti via terra,

mentre i più massicci bombardamenti aerei dall'inizio del conflitto hanno colpito l'Enclav con centinaia di attacchi.

Ci sono migliaia di vittime, centinaia di migliaia di sfollati e un'emergenza umanitaria che sembra purtroppo essere solo all'inizio,

nonostante i 24 giorni di bombardamenti seguiti alle straggi commesse da Mass il 7 ottobre.

La gente di Gaza si sente abbandonata, dice nell'audio che avete sentito Philippe Lazzarini,

commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi,

sottolineando la quantità assolutamente irrilevante di camion di aiuti umanitari che vengono fatti entrare nel territorio.

Ne parliamo con l'Andrea de Domenico, vice direttore dell'ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell'ONU,

nei territori occupati palestinesi che si trova a Jerusalem.

La maggior parte dell'attenzione nostra in questi giorni va verso Gaza, avete sentito dei media che un'operazione terrestre iniziata

sta iniziando gradualmente mentre i bombardamenti continuano in maniera sistematica e sempre più violenta,

non solo al nord oltre tutto ma in tutta la striscia di Gaza.

Siamo molto preoccupati in particolare per la costante richiesta di evacuazione verso il sud,

ma la popolazione civile in generale, ma soprattutto e specificamente per gli ospedali,

perché non è semplicemente pensabile di trasferirlo in ospedale nel mezzo di un conflitto,

staccare i respiratori o le incubatrici dei neonati, vuol dire semplicemente condannarli a morte.

Stiamo cercando di trovare delle soluzioni.

La grossa difficoltà in questo momento è stata di portare su scala importante l'entrata degli aiuti umanitari

che è stata completamente compromessa di un paio di giorni fa

quando gli israeliani hanno completamente staccato le comunicazioni

che c'hanno, letteralmente, messo un ginocchio alle operazioni

e in quel contesto oltretutto è successo anche una serie di looting.

Sono state attaccate i depositi dove l'Agenzia delle Nazioni Unite, che si è occupato di rifugiati UNRA,

aveva il grosso dei materiali per la distribuzione.

In che consiste quindi giorno per giorno il vostro lavoro?

C'è un milione e quattrocento mila sfollati in questo momento, dispersi un po' in tutta la striscia di casa.

Cerchiamo di mantenere in vita le persone, fondamentalmente distribuendo cibo acqua

e cerchiamo di portare medicinale agli ospedali ovunque essi siano.

630 mila di queste persone sono nelle strutture organizzate da UNRA,

alcuni erano preparati per essere centri d'accoglienza,

altri no, sono scuole che sono state trasformati in 448 in centri d'accoglienza,

però ci sono circa 800 mila che sono fuori di questi sfollati,

sono in chiese, in moschee, in altre spuole pubbliche, in famiglie,

e si cerca di raggiungere queste persone ovunque siano.

E gli aiuti humanitari riescono a passare dal sud verso la striscia di Gaza?

Pochissimo e assolutamente non a livello necessario.

Stiamo contando i camion giorno per giorno.

In realtà prima della guerra c'erano circa 500 camion che entravano ogni giorno.

Quindi potete immaginare con la scala di bisogni che abbiamo oggi,

perché bisogna pensare a tutto, da legiene personale delle persone,

al cibo, all'acqua, la medicina, non saranno certamente i 20 camion che risolvono la cosa.

C'è un'indicazione da parte delle parti di voler incrementare questo numero,

purtroppo è stata troppo lenta e ha portato un po' di tensioni sociali,

che è il grosso problema che in questo momento abbiamo,

perché se la gente attacca i depositi e perché sono disperati e affamati,

però ovviamente questo ci blocca completamente la logistica.

Gli israeliani stanno deliberatamente impedendo l'arrivo degli aiuti umanitari?

Diciamo che mettono delle condizioni che sono restrettive e legiti,

mettono un punto di vista della sicurezza, però sono talmente restrettive,

che hanno creato un colo di bottiglia e quindi si discute più di giorni per aumentarlo.

In questi giorni ci hanno segnalato l'intenzione di aumentare questo spazio,

però ovviamente il processo è abbastanza complicato.

Ma la striscia di Gaza è sempre senza acqua e senza elettricità?

L'elettricità assolutamente sì, a parte i pochi privilegiati che hanno del carburante,

che diventa sempre più scaso, anzi non ce n'è più.

In alcune zone c'è un po' d'acqua cardiva, però non è sufficiente.

Bisogna distinguere tra tutto l'acqua potabile dall'acqua di uso quotidiano,

perché i pozzi che ci sono agati, che anche quelli hanno bisogno del carburante,

quelli non danno acqua potabile, quindi c'è un grosso problema del cerchio di acqua potabile.

La situazione degli ospedali a Gaza in questo momento come?

Qualche giorno fa un collega è andato a vedere l'ospedale di Shifa,

che è il più grande ospedale che c'è a Gaza City nel Nord.

Ha trovato una situazione devastante.

Adesso sono 60.000 in realtà soldati all'interno o nei pressi dell'ospedale.

Un ospedale che va pensato per accogliere 650 pazienti,

all'inizio della guerra è stato espansso a 750 e ora 5.000 feriti all'interno.

Abbiamo famiglie inter che cercavano rifugio e protezione all'interno dell'ospedale,

mentre accanto c'era una scena di un ospedale da campo,

veramente di battaglia con arti amputati, pezzi di corpo del amniato bruciati

e dei bambini che giocavano accanto.

Quando mi ha raccontato questa scena è veramente orribile,

però purtroppo c'è questa necessità di trovare un posto dove proteggersi dalle bombe,

che cadono costantemente e che continuano a uccidere.

Ci sono quasi ormai 8.000 morti e quasi 20.000 feriti,

quindi è una situazione veramente devastante.

C'è una polemica sulla tendibilità delle cifre fornite dal Ministero della Sanità di Gaza che è controllato da Mass.

Dunque noi abbiamo collaborato con il Ministero della Sanità da sempre in Gaza,

perché è uno degli interrogatori con cui abbiamo sempre lavorato.

E in tutte le precedente guerra che ci poi abbiamo lavorato,

e purtroppo ci sono state molte, come sapete, abbiamo raccolti i dati,

inizialmente durante la guerra si raccogliano i dati del Ministero della Sanità

e poi li verifichiamo noi con in realtà l'alto commissariato per i diritti umani che lo fa.

Statisticamente tutte le guerre precedenti,

la differenza tra i dati del Ministero della Sanità e quelle che noi siamo poi riusciti come un'azione unite a verificare,

era il risorio, l'1%.

Insomma, noi in questo momento non siamo in grado di verificarlo

e la nostra e il nostro istinto è quello di affidarci ai Ministeri della Sanità

che fino ora si è dimostrato credibile.

Le autorità israeliane sostengono di fare molta attenzione a colpire i militanti di Amas senza colpire i civili.

Qual è la vostra esperienza in questo senso?

Posso solo dire che ieri una collega del mio ufficio, l'unica dello staffer,

la cui famiglia non ha voluto spostarsi verso il sud,

ci ha chiamato un certo punto, ha detto che la sua casa non c'era più,

suo padre e i suoi fratelli erano scomparsi, non sapeva dove fossero,

e stava scappando con la madre e la sorella.

E questa è una delle tante storie, purtroppo.

È impossibile distinguere a Gaza,

perché fondamentalmente è una dei fazzoletti di terra al mondo

con la densità di popolazione più alta mai vista.

Sono 2.200.000 persone che vivono in 365 km².

È una densità che non c'è ne altre costa al mondo.

E quindi ovviamente bombardamenti in zone altamente popolate,

in Gaza sono molto molto molto altamente popolate.

Ed è quindi veramente impossibile.

Ed è per quello che l'impatto sui civili è devastante.

Ed è per quello che gli israeliani continuano a chiedere alla popolazione

di evacuare, però evacuare dove?

Se fossero delle alternative, se ci fosse cibo, acqua

e una situazione decente in altri posti,

forse la popolazione deciderebbe riscostarsi.

Noi quello che facciamo, diamo l'assistenza alle persone

e cerchiamo di dare l'assistenza alle persone dove sono,

dove si trovano, dove si sentono in sicurezza.

E questo ovviamente è una cosa che crea molte tensioni

sulla striscia oggi.

Secondo voi c'è margine per una pausa umanitaria delle ossilità

oppure una volta cominciata l'offensiva di terra

che è venuta a continuare e così i combattimenti e i bombardamenti?

Purtroppo è molto preoccupante quello che ci aspetta.

Le Nazioni Unite continuano a chiedere alle parti

di considerare una pausa umanitaria,

un cessato del fuoco umanitario,

perché assolutamente abbiamo bisogno di rimettere

un po' in piedi il sistema di esistenza

e di vedere cosa è successo e cercare di aiutarle persone.

Purtroppo la narrativa delle parti non mi pare

di indicare nessuna direzione positiva,

insomma continuano a sparare in maniera indiscriminata

i razzi verso Israele e di Israele continuo a rispondere

in maniera molto molto molto pesante.

Quindi è una situazione complicatissima

e noi cercheremo comunque anche se continuassero così

a fare il nostro lavoro nella misura in cui c'è permesso

di farlo e con un certo livello di sicurezza,

perché abbiamo già perso più di 50 colleghi

delle Nazioni Unite che sono stati uccisi

dai bombardamenti, più di un centinaio di operatori

sanitari della croce rossa palestinese

e della protezione civile palestinese,

quindi è una situazione veramente insostenibile.

Voi vi occupate di tutti i territori palestinesi?

La situazione è molto tesa anche in Cirtiordania,

ci sono comunità di palestinesi che sono state spulse

dalle loro case e decine di vittime.

Può farci un quadro della situazione in questo momento?

Grazie innanzitutto per questa domanda,

perché il mondo si è distratto completamente

o si è concentrato su Gaza,

ma quello che accade tutti i giorni in Cirtiordania

non è scomparso, anzi.

Negli ultime tre settimane abbiamo avuto

un'impennata di tutti gli invicatori umanitari

di cui noi ci siamo sempre preoccupati,

la violenza dei coloni è fuori controllo,

non c'è forma di controllo ufficiale che li tenga,

che li trattenga, che avete visto un sacco di morti.

Abbiamo avuto più di 100 morti in tre settimane,

che è il più alto dato di fatalità

dalla seconda interfada,

con intensità di operazioni militari

che si concentrano in alcune città in particolare,

molto intensa come Tulkare e Magenin,

poi il completo blocco della Cirtiordania,

quindi i movimenti tra le varie sacche

di villaggi palestinesi, delle città palestinesi,

che, come sapete, sono tutte segregate da strade

che sono sotto il controllo dell'autorità israeliana,

non ci sono movimenti, quindi sta veramente

mettendo i genocchi dell'economia

e creando grossissime difficoltà

a chi deve aggiungere servizi.

E in tutto questo ci sono stati più di 600

sfollati che hanno lasciato la loro terra,

perché sotto posti a violenza

continua da parte dei settler nelle zone

dove da sempre c'è tensione,

in questo momento c'è stato un momento di spinta.

Quindi molto preoccupante,

stiamo cercando un po' di riorganizzare

anche le nostre azioni su quella fronte

in Cirtiordania, però purtroppo stiamo anche,

sì, lavoriamo 18 ore al giorno

e sette su sette,

ma le nostre capacità anche hanno dei limiti ufficiologici.

Grazie, Andrea de Domenico.

Grazie a voi.

Annalisa Camilli,

giornalista d'Internazionale,

racconta un articolo che ha scritto per il sito.

L'Italia ha ripristinato i controlli

alla frontiera con la Slovenia

a partire dal 21 ottobre per dieci giorni,

ma il ministro dell'interno Matteo Piantetosi

ha già annunciato che la sospensione

dei cosiddetti accordi di Schengen

potrebbe essere estesa

per un periodo più lungo.

L'hanno fatto anche altri 11 paesi europei

tra cui la stessa Slovenia,

l'Austria e la Germania.

Il ripristino dei controlli,

secondo il ministro,

è dovuto all'allerta terrorismo

e alla situazione in medio oriente,

ma molti esperti temono che, in realtà,

la vera motivazione sia ostacolare

i flussi migratori

e respingere i migranti alla frontiera.

Timore, tra l'altro confermato

dallo stesso ministro che parlando

al Parlamento il 26 ottobre,

ha detto di aver controllato

in una settimana più di 3.000 persone

e di aver respinto 28 migranti in Slovenia.

L'Italia è già stata condannata due volte

per i respingimenti operati

a quella frontiera, pratiche illegali

e contrari al diritto internazionale,

ma il timore è che ora abbia ripreso a farli.

Sono andata a Triessa una settimana

dall'entrata in vigore della misura

per capire quali sono gli effetti

e per incontrare le centinaia di persone

che vivono nei magazzini abbandonati

del vecchio porto,

pur avendo fatto domanda da Silo

non sono stati accolti dai centri d'accoglienza.

Nell'articolo che ho scritto

per il sito di internazionale

racconto che il ministero ha interrotto

i trasferimenti dalla città

alle altre legioni italiane,

probabilmente con la speranza che i migranti

siano scoraggiati dalla cattiva accoglienza

e riprendano il viaggio verso altri paesi europei.

A settembre, negli Stati Uniti, gli utenti di chat GPT,

il chatbot basato sull'intelligenza artificiale

e l'apprendimento automatico sviluppato dalla OpenAI,

sono improvvisamente aumentati

dopo un declino che era durato tutta l'estate.

Secondo le rilevazioni di simila web,

il chatbot ha avuto un'altra rilevazione

e ha avuto un'altra rilevazione

e ha avuto un'altra rilevazione

e ha avuto un'altra rilevazione

e ha avuto un'altra rilevazione

Secondo le rilevazioni di simila web,

che monitoro il traffico internet,

gli accessi da smartphone e computer a chat GPT

sono cresciuti del 12% nella settimana

che ha coinciso con la riapertura delle scuole.

Per molti è la prova che gli studenti e le studenti

usano questo strumento per generare testi,

fare riassunti o rispondere a domande.

Da quando chat GPT è stato lanciato

e può essere usato gratuitamente da chiunque,

i docenti, le scuole e le università

stanno cominciando a confrontarsi

con la capacità dell'intelligenza artificiale

di fare i compiti al posto degli studenti,

come spiega la giornalista di una tipusta

d'unitenze che avete ascoltato all'inizio.

Ne parliamo con Alberto Puliafito,

direttore di Slow News,

che ha da poco pubblicato per la case di Trisha Poggeo

insieme a Muff and the Buggies,

in principio era chat GPT.

Chat GPT è una macchina che produce

del testo e che contiene al suo interno della conoscenza,

quindi può essere uno strumento educativo

per gli studenti, perché offre supporti immediato

a domande su una vasta gamma di argomenti

dalla matematica alle scienze umane,

e grazie al fatto che è sempre disponibile

per mette in qualche modo di avere delle risposte costanti

su tutto quello che si vuole sapere.

Naturalmente, se volessimo pensare male,

potremmo dire che molti studenti potrebbero averlo scaricato

anche per farsi aiutare, per barare,

qualcuno potrebbe pensare.

È passato quasi un anno dal lancio di chat GPT.

Qual è stata la reazione del mondo della didattica finora?

Purtroppo la reazione è stata proprio collegata

a quello che dicevo prima, al pensar male,

cioè all'inorridire perché abbiamo scoperto

che potrebbe essere un altro strumento

che studentesse studenti potrebbero usare per copiare.

Dal mio punto di vista questo è un atteggiamento

abbastanza reazionario, se vogliamo,

perché in realtà forse se una macchina

è in grado di svolgere dei test,

probabilmente i test non era il modo giusto

per misurare le competenze di studentesse studenti, per esempio.

In che modo potrebbero usarlo per barare?

Se io avessi a disposizione

una connessione telefonica

mentre faccio un esame per dire

potrei fare delle domande a chat GPT

e a chat GPT va benissimo, per esempio,

per rispondere alle classiche domande a crocette,

oppure se mi assegnano un compito a casa

in cui devo produrre un test

potrei voler utilizzare chat GPT

per farmi scrivere davvero questo test.

Quindi queste sono effettivamente cose

che si possono fare con questo strumento.

Dopodiché è altrettanto vero che uno studente

può copiare da Wikipedia o da un enciclopedia

e fare un sacco di cose che potrebbero aiutarlo

nel suo percorso scolastico.

Ci sono state delle scuole che hanno reagito anche

ad un certo punto vietandone completamente l'uso,

è successo anche nella città di New York, per esempio,

però poi si è ritornati sui propri passi

e credo che un approccio un po' più aperto

rispetto a come si possono utilizzare queste macchine

non possa che farci del bene.

Visto che chat GPT è così bravo,

non potrebbe contribuire a migliorare l'insegnamento?

Allora io credo che in mano a delle persone formate

e a persone che hanno passione per l'insegnamento

chat GPT potrebbe essere uno strumento eccezionale

perché può aiutare a migliorare l'esperienza didattica.

Io personalmente lo utilizzo anche con i miei figli.

Facciamo l'esplosione nel bosco

perché dobbiamo raccogliere il materiale

per fare i lavori per l'autunno

e utilizzo chat GPT per farli vedere

come il riconoscimento delle piante, dei funghi,

vi faccio vedere che la macchina, per esempio,

se gli dai una foto di un fungo da analizzare,

ti dice non posso dirti se è convestibile

o no da una sola foto devi rivolgete un esperto.

Insomma, da questo che proprio il grado zero

ha molti altri usi possibili di questa macchina

potrebbe diventare veramente un aiuto per gli insegnanti,

anche perché può fornire, per esempio, un supporto uno a uno

quello che l'insegnante a scuola non riesce a fare, giusto?

Sappiamo che gli insegnanti hanno un'enorme difficoltà

a seguire singolarmente i singoli studenti.

Invece la macchina, per esempio, può spiegare

a una persona dove ha sbagliato,

in quale parte del ragionamento ha sbagliato,

in quale parte del processo,

e soprattutto non perde mai la pazienza.

Ci può fare un esempio concreto?

Sì, certo. Un esempio concreto potrebbe essere

uso chat GPT non soltanto come fotocente e formatore,

ma uso chat GPT anche per farmi interrogare.

In questa fase della mia vita l'ho ripreso a studiare.

E quindi, che cosa faccio?

Uso la versione vocale, che purtroppo in questo momento

è soltanto a pagamento,

perché voglio esercitarmi anche nell'esposizione

dei determinati argomenti.

E quindi vi dico alla macchina,

sto preparando l'esame di antropologia culturale

e vorrei che mi interrogassi su alcuni concetti.

Per esempio, su la definizione di cultura di Taylor

e su quello che hanno detto gli evoluzionisti,

sui temi dell'antropologia,

quando l'antropologia era i suoi albori.

A quel punto la macchina mi fa delle domande.

Io espongo alla macchina il mio discorso.

Ovviamente io lo faccio con la parte vocale,

ma si può fare anche per iscritto.

E poi chiedo alla macchina,

puoi dirmi che cosa manca,

come lo potrei migliorare,

se ci sono dei salti logici, se ho dimenticato qualcosa.

In questo è un aiutante pazzesco,

dal mio punto di vista, per favorire l'apprendimento.

Tornando alle preoccupazioni dei docenti

che temono che gli studenti

possano copiare e barare, diciamo così,

ci sono degli strumenti che gli permettono di capire

se un testo è stato creato

dall'intelligenza artificiale?

Ci si è battiti molto all'inizio

per avere questo tipo di strumenti a disposizione.

Più le macchine migliorano,

più questi strumenti diventano inutili,

perché dal momento che la macchina

è molto brava a simulare

un testo scritto da un essere umano

è sempre più difficile rendersene conto

se è stato scritto da un umano

oppure da una macchina,

ma soprattutto se la macchina viene utilizzata

in una maniera evoluta e strutturata,

per farsi aiutare la dove si è già competenti,

allora un rapporto

persona macchina strutturato richiede,

per esempio, di dare alla macchina

un testo semilavorato che tu hai già prodotto

e chiede alla macchina di fare degli interventi

e poi rilavorare su quegli interventi.

Io, per esempio, uso chat gpt

anche come giornalista

per farmi aiutare su certe cose

dandomi come regola che nulla

di quello che viene realizzato

dalla macchina puoi uscire

se io non ho dato il mio avallo

come essere umano.

Quindi se la macchina si usa in questa maniera

strutturata e evoluta

con uno sguardo un po' più ottimista e positivo

il rapporto che possiamo avere,

allora diventa assolutamente inutile

di capire se il testo è stato realizzato

da una macchina oppure no.

È chiaro che molte persone la vorranno

utilizzare per barare

a tutti i livelli.

Io cerco sempre di proporre una visione

un po' più ottimistica, non per fare

la polliana della situazione,

ma perché credo che, siccome queste macchine

hanno delle enormi potenzialità

e possono aiutarci a migliorare

come esseri umani, sarebbe veramente

limitante concentraci solamente

sui problemi che sono già

di vedere ampiamente rappresentati.

In Italia ci sono delle norme,

delle linee guida per le scuole, per le università?

Che io sappia purtroppo no,

mi sembra di vedere frequentando

anche tramite social

alcune persone che si occupano

di insegnamento in maniera molto proattiva

che sia come spesso accade

tutto molto lasciato alla buona volontà

delle singole persone,

dei singoli insegnanti.

E questo è un po' un peccato, no?

Ci sono dei posti come per esempio

un periodo dove alcune tra le più importanti

università hanno già sottoscritto

dei documenti in cui si dettrò

le linee guida su quello che deve succedere

e una delle prime cose che deve succedere

è ovviamente formare

prima di tutto il personale docente

all'uso e alla comprensione di queste macchine

per poi capire come usare al meglio

le macchine stesse per la didattica.

Tu oltre a fare il giornalista

fai anche il formatore

come usi i chat gpt con i tuoi studenti

e le tue studenti?

Lo uso per aiutarmi a fare

brainstorming sugli argomenti che devo preparare.

Lo uso

magari dandogli delle scalette

che ho già scritto

per vedere se mancano degli argomenti.

Lo uso per aiutarmi ad adattare

le cose di cui devo parlare

al tipo di platea con cui

devo parlare di quelle cose.

Se per esempio devo parlare con

dei giornalisti che hanno già una buona preparazione

digitale, allora

userò determinate argumentazioni

così mi permetterò di usare determinati

termini tecnici. Ma mi capita

di fare formazione anche a persone che

non hanno questo tipo di conoscenza

pregresse, quindi devo semplificare.

Uso la macchina per esempio

per chiedergli questa frase chiara,

questo paragrafo è chiaro, questo è il

discorso che voglio fare, si capisce arbe

anche se una persona non ha il background.

In qualche modo per la mia attività di formatore

ma esattamente come per la mia attività

di giornalista, questo tipo di macchie

diventano una sorta di mio assistente junior

come dicevo prima, mi aiutano a

fare delle cose che altrimenti

da solo non avrei il tempo di fare

e per le quali non avrei mai

i fondi per pagare qualcuno per farle

al posto mio o per aiutarmi a farle.

e quindi risultato è un aumento

di conoscenza?

il risultato è un aumento di conoscenza

a partire da alcuni punti chiave

a mio modo di vedere non bisogna

usare chat gpt per produrre

contenuto da zero, non è che

se tu non sai niente di un argomento

allora puoi usi chat gpt

e automaticamente puoi insegnare

di quel argomento, non funziona così

è un aumento di conoscenza

se lo usi come assistente per cose

sulle quali hai già una tua preparazione

di base, in quel caso diventa

come un aiutante

che ti aiuta a avere dei superpoteri

grazie ad Alberto Puliafito

grazie a voi

il libro della settimana

è consigliato da Giuseppe Rizzo

giornalista d'internazionale

Benjamin Labatut ha un debole

per il confine che separa

genio e follia

e torna a indagarlo in maniera intrigante

nel suo nuovo libro, Meniac

lo fa a partire da tre biografie

collegate tra loro

nelle prime inimenticabili righe del romanzo

il fisico Paul Ehrenfest

uccide il figlio Basili

per poi suicidarsi

e il 1933 Ehrenfest

impreda gravi crisi depressive

e terrorizzato dai nazisti

ma anche dai rischi che a suo dire

la meccanica quantistica sta seminando nel mondo

nella seconda parte

questi rischi sono più evidenti

il protagonista è John Von Neumann

fisico e matematico straordinario

Von Neumann partecipa

alla costruzione della bomba atomica

e pone le basi dell'informatica moderna

anticipando le possibilità

dell'intelligenza artificiale

nell'ultima parte proprio l'intelligenza artificiale

al centro della scena

e il 2016

e la Batut racconta le partite al gioco da tavolo Go

tra il campione coreano Li Sedol

e il software AlphaGo

che sconfige Sedol 4 volte su 5

Cileno nata a Rotterdam

la Batut usa queste tre vite vere

per svelare i pericoli di una tecnologia

che si annuncia sempre come rivoluzionaria

ma che porta con sé

anche una forza distruttrice

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CON
Andrea De Domenico, vicedirettore dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha) nei territori occupati palestinesi
Alberto Puliafito, direttore di Slow News
LINK
Video Gaza: https://www.france24.com/en/video/20231027-gaza-humanitarian-crisis-un-agency-says-urgent-aid-needed
Video ChatGpt: https://www.cbsnews.com/texas/news/some-in-education-find-chat-gpt-controversial-heres-why/

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.