Il Mondo: In Thailandia i militari hanno perso le elezioni. Chiedere asilo negli Stati Uniti è sempre più difficile, anche per colpa di un’app.
Internazionale 5/16/23 - Episode Page - 21m - PDF Transcript
Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli, io sono Giulia Zoli e questo
è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.
Oggi vi parleremo delle elezioni in Tailandia e di immigrazione negli Stati Uniti e poi
di piccole scuole e di un libro autobiografico.
È martedì 16 maggio 2023.
I partiti di opposizione hanno ottenuto la stragrande maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari
del 14 maggio in Tailandia, esprimendo un giudizionetto sull'aggiunta militare al governo da più di 9 anni.
A sorpresa, il partito più votato è stato il PAK Khao Klai, conosciuto con il nome inglese
Move Forward, andiamo avanti, una formazione progressista molto popolare tra gli elettori
e le elettrici giovani.
Nella conferenza stampa che avete sentito, il suo leader, Pitalim Jarawenrat, un imprenditore
di 42 anni, ha detto che è pronto a guidare il nuovo governo, ma avrà bisogno di alleati
e negoziati con le altre forze di opposizione si annunciano lunghi, inoltre l'esercito,
che è il controllo del Senato, farà sentire la sua voce.
Ne parliamo con Giunco Terrao, editor di Asia di Internazionale.
Il 14 maggio i Thailandesi sono andati a votare per il rinnovo della Camera dei Representanti
del Parlamento, che conta 506, e a sorpresa hanno vinto i partiti dell'opposizione, questo
era previsto dai sondaggi, ma a sorpresa ha vinto quello che ha dato per secondo, che
è il PAK Khao Klai, conosciuto anche con il suo nome inglese di Move Forward Party.
Il secondo partito che era quello dato per favorito è il P.O.T.I., il partito dell'exprimministro
Taxi in Sinawatra, che aveva candidato la figlia di Taxi in Petonghtarn, Sinawatra.
Mentre il partito del primo ministro uscente Prajut Chanoccia, Alex, in generale capo dell'esercito,
è stato stracciato, i numeri definitivi non ci sono ancora, solo tra 60 giorni la Commissione
Elettorale li vcializzerà, però sappiamo già che i militari sono partiti sostenuti
dai militari, hanno avuto pochissimi voti.
Perché la vittoria di Move Forward è importante?
È stata una sorpresa perché i sondaggi lo davano come secondo partito dell'opposizione
dopo il P.O.T.I., poi è anche importante perché in partito che si è fatto promotore
delle istanze e dei manifestanti che nel 2020 erano scesi per le strade, soprattutto giovani,
studenti, è stata proprio una rivolta giovanile, istanze che chiedevano profonde riformi istituzionali,
tra cui per esempio la limitazione del potere dei militari in politica, un ridimensionamento
del budget della difesa, la fine della levoobbligatoria, questo per quanto riguarda l'esercito,
e ancora più importante, l'istanza più audace, diciamo, la proposta di emendarli a legge
sulla lesa Maestà, quella in base a cui chi offende la monarchia può essere punito con
pene fino a 15 anni di detenzione. Negli ultimi anni il governo ha fatto largo uso di questa
legge per imprigionare oppositori politici. Quello che il leader di questo partito move forward,
Peter Lim Jorath, ha detto subito dopo che i risultati erano, anche se non ufficiali,
comunque erano chiari la sua vittoria era chiara, ma era chiaro anche che avrà bisogno di fare una
coalizione di governo, non potrà governare da solo, e che questa proposta di emendarla a legge
sulla lesa Maestà non sarà prioritaria, perché chiaramente dovendo trovare un programma comune
con altri cinque partiti non è la priorità per tutti gli altri, evidentemente, ma ha già detto
che i prigionieri politici saranno sicuramente una priorità. Prepartiti con cui move forward
dovrà allearsi c'è anche quello dell'ex premier taxi in Cinauatra, che invece ha una storia molto
diversa. Sì, il Peotai è un partito populista fondato appunto dall'ex magnate delle telecomunicazioni
taxi in Cinauatra, che ora si trova in esiglio all'estero, e che ha storicamente la sua base
nel nord e nel nord-east della Tailandia, delle regioni più povere del paese. Le cosiddette camice
rosse, non so forse qualcuno si ricorderà anni fa, sono gli storici oppositori dei militari,
ma soprattutto della borghesia monarchica di Bangkok. C'è sempre stata questa opposizione tra
le masse di soprattutto contadini e lavoratori della Tailandia, del nord e del nord-east,
contro i professionisti della zona urbana. Tutti questi partiti che formeranno la coalizione di
governo hanno tutti un punto in comune che è il contraporsi ai militari. Il peso dei militari
però continuerà a farsi sentire in Tailandia anche dopo questa elezione. Esatto, perché la
coalizione di governo potrà esprimere un primoministro che sarà il leader del more forward,
ma poi questo primoministro dovrà essere votato, oltre che dei 500 deputati in la
camera dei rappresentanti, anche dai 250 senatori che sono dinomina militare. Questo per
volere della costituzione del 2017 che fu scritta e fatta a provare dai militari.
Adesso quali sono le prossime tappe? Quando è che la Tailandia avrà un nuovo governo?
Dunque a luglio il camera dei rappresentanti e i 250 senatori voteranno per il primoministro.
Quindi comincerà un periodo transitorio di grande incertezza in cui da un lato il partito
vincitore il more forward dovrà trovare con gli altri partiti della coalizione un programma
condiviso. Dall'altro lato in questo periodo potremmo aspettarci di tutto, perché questo
risultato elettorale è stata la chiara dimostrazione di quello che il popolo tailandese vuole. C'è
stata una affluenza molto alta, più del 75% dei tailandesi che hanno diritto di voto sono
nati alle urne. Però è anche vero che i militari potrebbero infischiarsene e ricorrere
allo strumento del golpe visto che la storia della Tailandia è costellata di colpi di
Stato militari, per cui questo non lo si può escludere.
Grazie a Giunco Terao.
Grazie a voi.
Donata Columbro, giornalista e autrice di Ti spiego il dato, racconta un articolo che
ha scritto per il sito di Internazionale.
In Italia esistono più di 10.000 piccole scuole, così chiamate perché ospitano un numero
ridotto di alunni rispetto alle scuole tradizionali o anche perché si trovano in territori geograficamente
isolati. Tra queste piccole scuole c'è anche l'Istituto Comprensivo di Fontamara che sono
stata a visitare a Peschina, un paese di 4.000 abitanti in provincia dell'Aquila, nella
Marsica. Per poter mantenere aperto una scuola in un territorio isolato, dove scrasseggiano
altri servizi, serve un lavoro di didattica e di innovazione aggiuntivo.
È proprio questo uno degli obiettivi del progetto piccole scuole, a cui il Ministero
dell'Istituzione contribuisce con i fondi della politica di coesione.
In particolare, l'Istituto Comprensivo Fontamara fa parte di questo progetto del Movimento
Piccole Scuole e ha partecipato a un programma chiamato Clust in Rete, in cui è stata utilizzata
la didattica digitale per superare l'isolamento.
Alcune classi, prime e seconde dell'Istituto Fontamara, hanno lavorato a distanza con le
classi quarte e quinte di un'altra scuola in provincia di Teramo, creando testi e illustrazione
a partire da un racconto, immaginando di attraversare il tempo all'universo, raccontando la storia
dell'umanità. Hanno utilizzato il digitale e le tecnologie per superare il isolamento.
Il rio è stato abbastanza pieno di persone, io ho avuto con i miei figli, il mio coccinello
e la mia persona. Nosotros abbiamo cruzato in Adana. Qui, almeno, uno dorme in la calle.
Tengo cinque giorni dormendo e non ci è passato niente. Non era l'opzione di chiedermi a mescolare.
Sayer Castro è un uomo velezuelano che dorme in strada da cinque giorni dopo essere entrato
negli Stati Uniti. Restare in Messico non era un'opzione, dice. Tra l'undici il 12 maggio
negli Stati Uniti è scaduta una norma chiamata TITOLO 42 che era stata introdotta durante
la pandemia per respingere i migranti e i richiedenti a silo. Nei giorni precedenti
alla scadenza era stato anticipato che la sospensione della misura di emergenza avrebbe
provocato un grandissimo momento degli arrivi di migranti negli Stati Uniti, che invece alla
fine non c'è stato. La situazione al confine tra Messico e Stati Uniti resta comunque molto
grave perché d'anni ormai si ammassano lungo la frontiera persone provenienti da tutta l'America
Latina. Parliamo con Annalisa Camilli, giornalista
di Internazionale esperta di migrazioni. Di cosa è cambiato per queste persone con
la scadenza del TITOLO 42 e di quali sono le loro prospettive adesso?
C'è stato molto all'armismo per la sospensione del TITOLO 42. Ricordiamo, il TITOLO 42 è
stato improdotto nel marzo del 2020 da Donald Trump durante la pandemia e permetteva di fatto
dei respingimenti alla frontiera senza che le persone respinte potessero fare domanda
di asilo negli Stati Uniti. 2,8 milioni di persone sono state respinte in base al TITOLO
42 a partire dal 2020. Veniva data la motivazione sanitaria, quindi
i pericoli legati al Covid-19 alla diffusione della malattia come ragione per compiere qualcosa
che è vietato dai trattati internazionali, che è il respingimento. Tutte le carte fondamentali
dei diritti umani vietano ai respingimenti. Penso, per esempio, alla convenzione di Ginevra
sui rifugiati l'articolo 33 vieta i respingimenti, perché appunto a tutti su base individuale
dovrebbe essere data la possibilità di chiedere l'asilo. In questo modo non è stata data
questa possibilità. C'era stato molto allarmismo perché si immaginava che sarebbero aumentati
gli arrivi in concomitanza con la fine di questi blocchi. Erano mandati più di 1500 soldati
alla frontiera degli Stati Uniti da parte dell'amministrazione, 10.000 migranti fermati
arrestati nelle ultime settimane. In realtà, però, questo è un data di
stranieri che era stata annunciata, a volte, come detto tu, anche con toni drammatici,
poi però non c'è stata. Non c'è stata per una ragione abbastanza
semplice che tutti gli esperti di migrazioni in questi anni hanno ribadito, non solo per
quattro riguarda le politiche negli Stati Uniti, ma in generale. Quasi mai le persone
che decidono di partire dal proprio luogo d'origine e dalla propria casa lo fanno in
base alle politiche che l'aspettano nel paese di destinazione. Sanno anzi che troveranno
sicuramente lungo la strada dei blocchi, delle frontiere, faranno fatica e dovranno
anche metter al rischio spesso la loro vita, la loro pelle, pur di intraprendere quel viaggio,
di attraversare appunto la frontiera, tuttavia partono lo stesso. Questo ci dice che la visione
che spesso appunto invece viene usata dai politici secondo cui l'immigrazione sarebbe da
interpretare come un mix di fattori di spinte, fattori di attrazione e le politiche dell'immigrazione
sarebbero un fattore di attrazione lì dove siano più rispettose dei diritti umani.
Questo appunto non è vero in modo abbastanza semplicistico e poco rispondente alla realtà di
spiegare come funziona l'immigrazione. Le persone decidono di partire spesso per una serie di motivi
che si intersecano tra di loro, ma quasi mai pensano di essere accolti nel paese di destinazione,
tuttavia partono lo stesso. Quindi le politiche di blocco non sono mai un deterrente per chi ha
deciso di partire di attraversare una frontiera e dunque anche poi l'allentamento di queste
politiche di blocco non corrisponde ad un aumento degli arrivi. Le ragioni appunto che
spiegano gli aumenti o le diminuzioni degli arrivi sono più legate alle condizioni nei paesi di
partenza che in quelle nei paesi di arrivo. Anche perché poi negli Stati Uniti la legge ordinaria
che rimane in piedi che il titolo 8 permette e permetterà comunque delle espulsioni e dei
respingimenti, con tempi più lunghi, ma comunque continueranno ad avvenire dei respingimenti.
A questo proposito ci spieghi qual è il regime che vige ora per chi vuole migrare o richiedere
Stati Uniti? È un mix di leggi vecchie e nuove. C'è sempre stato in piedi il titolo 8 che è una
legge comunque abbastanza restrettiva che prevede molte sanzioni per chi attraversa la
frontiera illegalmente e poi la possibilità appunto di essere spulso, inoltre l'impossibilità di
tornare nel paese legalmente per 5 o addirittura 20 anni. Quindi è una legge che è già di
per sé molto restrettiva. Inoltre è stato annunciato un nuovo pacchetto di leggi sull'immigrazione
nel corso di questi mesi dall'amministrazione Biden. La principale novità è che chi vuole
richiedere l'asilo negli Stati Uniti dovrà prima averlo fatto nei paesi che ha attraversato durante
il suo percorso migratorio. Quindi non sarà possibile richiedere l'asilo per chi per esempio
viene dal Guatemala ed ha attraversato il Messico se non avrà provato a chiedere protezione prima
in Messico oppure se non avrà fatto una richiesta di asilo online attraverso un app.
E che cos'è quest'app di cui parli? È uno dei modi per richiedere l'asilo in questo momento
per chi è fuori dagli Stati Uniti e vuole entrare appunto nel paese. È un app che si chiama
GBP1 per cellulari e attraverso quest'app le persone dovrebbero avere la possibilità di richiedere
un appuntamento per rappresentare appunto la propria domanda d'asilo. Ma quello che dicono i
difensori dei diritti umani, le organizzazioni umanitarie che seguono gli immigrati al confine
appunto tra Messico e Stati Uniti è che la maggior parte delle persone che dovrebbero
poter utilizzare quest'app in realtà non hanno accesso né ad internet né all'elettricità per
lunghi periodi e poi quest'app non funziona su tutti i telefoni quindi già diverse persone hanno
denunciato dei mal funzionamenti non sono riusciti quindi ad ottenere l'appuntamento a cui avevano
diritto. Da una parte quindi si ripristinano delle politiche di blocco per altro verso l'amministrazione
Biden promette per esempio i visti per entrare legalmente negli Stati Uniti e anche l'apertura
di un centinaio di centri per l'immigrazione nei paesi del Centro America e del Sud America dove
sarà possibile presentare le domande di asilo per arrivare non solo negli Stati Uniti ma anche
in Canada e in Spagna. Ma di nuovo i critici sostengono che per l'apertura di questi centri non ci
sia una roadmap non ci sia una tempistica diciamo non sappiamo quando e se saranno aperte quindi
intanto sono ripristinate delle politiche di blocco per le vie legali si vedrà. Tutti occupi
molto di migrazione nel Mediterraneo secondo te ci sono delle somiglianze con le migrazioni tra le
due americhe? Al netto del contesto che anche molto diverso ci sono sicuramente delle somiglianze per
esempio l'uso massiccio dei respingimenti in questi anni a tutte le frontiere europee c'è stato un
uso massiccio di respingimenti quindi di persone che sono state espulze senza che potessero chiedere
l'asilo sicuramente avvenuto nel Mediterraneo al confine tra Grecia e Turchia e avvenuto nella
rotta del Mediterraneo centrale attraverso la cosiddetta guardia quest'era libica quelli che
definiamo dei respingimenti per procura ma poi appunto al confine tra Bosnia e Croazio tra
Francia e Italia. L'altro elemento è l'erosione del diritto d'asilo è sempre più difficile per
chi ha diritto accedere appunto a una forma di protezione in Europa e anche negli Stati Uniti.
Infine questo tentativo di esternalizzare l'onere e la presa in carico delle domande
d'asilo a paesi terzi è uno dei pilastri delle politiche europee dell'immigrazione quello di
esternalizzare e di affidare a paesi non europei e extre europei la gestione appunto dei plussin
ingresso nell'Unione Europea vediamo che ora anche gli Stati Uniti stanno tentando di affidare al
Messico agli altri paesi limitro filonere la presa in carico delle domande di asilo attraverso
con l'apertura di questi centri direi che la somiglianza molto forte è che la migrazione
che dovrebbe essere secondo quello che ci dicono tutti gli esperti un fattore di sviluppo delle
società umane in realtà viene rappresentata negli ultimi anni dalla narrazione corrente sia dei
politici sia dei mezzi di informazione mainstream come invece un fattore fortemente negativo quasi
una catastrofe. Grazie Annalisa Camilli. Grazie a voi. Il libro della settimana è consigliato
da Alberto Emiletti, redattore di Internazionale Kids. Mentre sul divano e sta guardando video
online Chiara Galeazzi perde improvvisamente la sensibilità al braccio e la gamba sinistra. Chiamo
una ambulanza pensando non se niente di grave e quando arriva in ospedale scopre che ha avuto
invece una immorraggia cerebrale a 34 anni. Comincia così poverina, il libro con cui Chiara
Galeazzi che ha notrice per la tv o la radio racconta tutto quello che l'è successo dopo
la diagnosi. È un libro soprattutto che fa ridere, è impossibile non farlo mentre lo si
legge e anche uno di quelli in cui si ha subito il desiderio di leggere ad alta voce dei brani a
chissi a fianco o raccontare gli aneddoti a cena con gli amici. È un continuo di racconti esilaranti
sulla vita in ospedale, sui compagni di stanze, il personale ospedaliero ma è anche un racconto
molto umano su come si reagiscejugi a un improvviso malattia e come reagiscono le persone che si
hanno intorno. Come si sopporta e si subisce investiga anche il loro sguardo compazionevole
e mortificante mentre ti guardo ne pensano appunto poverina. Poverina di Chiara Galeazzi, blecchi edizioni.
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A sorpresa il partito più votato è stato il partito progressista Phak Kao Klai, conosciuto con il nome inglese Move Forward, molto popolare tra i giovani. Con la fine delle leggi d'emergenza introdotte durante la pandemia, gli arrivi di migranti e richiedenti asilo negli Stati Uniti non sono aumentati.
Video Pita Limjaroenrat: https://www.youtube.com/watch?v=Fffidzy6miE
Video Usa: https://edition.cnn.com/2023/05/13/us/title-42-border-immigration-saturday/index.html
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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
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