Il Mondo: Il Sudafrica si avvicina sempre più alla Russia. Perché la Nasa vuole tornare sulla Luna.

Internazionale Internazionale 4/6/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi

Marcelli e questo è il mondo il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo dei rapporti tra il Sud Africa alla Russia e del prossimo viaggio

intorno alla Luna e poi della copertina del nuovo numero di Internazionale e di un libro.

E' giovedì 6 aprile 2023.

La persona che parla di Internazionale è molto riuscita per alcune persone a usare quando

si suona, ma non credono in Regie Internazionali quando non si suona, perché non applicano

Regie Internazionali o Regie, ugualmente in tutte le circostanze.

Non puoi dire perché l'Ukraine è stata invaduta che la sovravoce è importante, ma non è importante

per Palestine.

La persona che parla è Naledi Pandor, la ministra delle relazioni internazionali del

Sud Africa, che in questa intervista accusa all'Occidente di usare due pesi e due misure.

In particolare dice, c'è chi usa il concetto di diritto internazionale solo quando gli

fa comodo, ma non puoi dire che siccome l'Ukraine è stata invasa, allora improvvisamente la

sovranità è importante quando invece non lo è mai stata per la Palestina.

La posizione di Pandor sulla guerra in Ukraine è quella ufficiale sostenuta dal Sud Africa,

un paese tradizionalmente considerato vicino all'Occidente ma che nell'ultimo anno si

è gradualmente avvicinato alla Russia.

L'ultimo segnale di questo rialinamento è la visita del 2 aprile di alcuni dirigenti

dell'Africa National Congress, il partito che governa in Sud Africa, che hanno visitato

Musca su invito del partito russe-unita di Vladimir Putin.

La visita arriva dopo una serie di altri contatti tra Sud Africa e Russia, anche in vista del

quindicessimo vertice dei cosiddetti BRICS, previsto a Pretoria per agosto, dove si incontreranno

e capirì stato di Brasile, India, Cina, Sud Africa e in teoria il presidente russo Vladimir

Putin.

Parliamo con Francesca Sibani, editor di Africa di Internazionale.

La scorsa settimana l'Africa National Congress, chiamato anche ANC, il partito al potere in

Sud Africa, ha mandato una delegazione di alto livello in Russia per incontrare i rappresentanti

di Russe-unita e il partito di Vladimir Putin.

È stata definita una visita di lavoro, ma dal compito molto particolare.

Un riaggiustamento dell'ordine mondiale per equicito le parole del comunicato ufficiale

ribaltare le conseguenze del neocolonialismo e del mondo unipolare che ha prevalso finora.

Questa potrebbe sembrare una notizia di scarso rilievo se non fosse che da alcuni mesi si

moltiplicano i segnali di progressivo e inesorabile avvicinamento tra il Sud Africa e la Russia,

che dall'invasione dell'Ukraine ha mostrato con grande chiarezza quali sono le sue mire

sull'Africa.

Ecco, infatti, in Occidente il Sud Africa è tradizionalmente considerato un paese amico,

perché ora si teme che stia lentamente finendo sotto l'influenza russa?

Possiamo dire che negli ultimi settimane e negli ultimi mesi si sono moltiplicati dei

segnali.

A gennaio, per esempio, c'è stata la visita del ministro degli esseri russo Lavrov,

a Pretoria, poi seguita alla fine di febbraio, proprio in coincidenza con l'anniversario

della guerra in Ucraina, da delle esercitazioni navali congiunte tra Sud Africa, Russia e

anche Cina. Queste esercitazioni sono state molto criticate, sia in patria dall'opposizione

dalle altre parti politiche, sia all'estero, da quei paesi che pensavano di poter contare

in maniera quasi automatica sul Sud Africa come alleato.

E poi, tornando alla visita degli ultimi giorni, ricordiamo che la ANC nacque da un movimento

di liberazione, il cui obiettivo era far cadere i regimi razzista della apartheid, che prevedeva

la dominazione della minoranza bianca, sulla maggioranza nera, con tutte le aberrazioni

che conosciamo. Ad aiutare le ANC in quei decenni fu l'Unione sovietica, quindi capiamo

che ci sono dei legami storici che legano il partito a Moscow-Kremlin.

Hai citato la visita diplomatica di Lavrov, che lascia molto di rado la Russia, ma che

invece in questi mesi ha concentrato le sue rare visite all'estero tutta in Africa. Perché

il Sud Africa è un paese così strategico per il Kremlin?

Innanzitutto il Sud Africa è ancora una delle prime economie del continente, anche se è

un paese di cui abbiamo raccontato spesso le varie crisi, tra cui quella elettrica o

la crisi economica, o anche la crisi determinata dalla pandemia di Covid, che ha colpito duramente

il paese. Nonostante questo, resta comunque uno delle economie più industrializzate e

più progredite di tutto il continente, e per questo attira le mire della Russia. Ricordiamo

inoltre che i due paesi fanno parte, insieme a Brasile e Indecina, del cosiddetto gruppo

dei BRICS, quindi dell'economia emergenti, che vogliono sfidare l'ordine mondiale

globale e che puntano ad avere un ruolo sempre più importante a livello internazionale.

Qual è la posizione del Sud Africa nei confronti dell'invasione dell'Ukraine?

L'anno scorso, quando all'assemblia generale dell'ONU è stata votata una risoluzione di

condanna dell'invasione dell'Ukraine, il Sud Africa ha stupito molti mantenendo una posizione

di neutralità, quindi scegliendo la stensione dal voto. Una neutralità che è stata a

lungo la posizione ufficiale del governo, che però vediamo intaccata da tutti quei piccoli

segnali che abbiamo evidenziato finora. Molti si chiedono perché il Sud Africa stia sposando

una logica imperialista del Kremlin, perché cerchi comunque di mantenere dei rapporti

sia con l'Occidente, ma di mantenere anche degli stretti legami con quella che sembra

la parte sbagliata della storia, quindi con Russia e soprattutto anche Cina, perché ricordiamo

che la Cina ha una grande importanza nel continente africano e che spesso l'alleanza

con queste due grandi potenze va di pari passo. Il motivo di questa posizione è che permette

al Sud Africa, come a tanti altri paesi africani, di ottenere il massimo dalla situazione attuale,

quindi farsi cortaggiare da una parte e dall'altra per fare i propri interessi nazionali,

di ottenere più possibile di armi o gli accordi commerciali migliori, i trasferimenti di tecnologie

che l'altra parte non è disposta ad attuare. Questa situazione è un onalinamento non

di tipo ideologico ma molto pragmatico. Quindi il Sud Africa non invia armi all'Ukraine

in questo momento? No, il Sud Africa non invia armi all'Ukraine

esplicitamente ma è in realtà deciso di non inviarle nemmeno alla Polonia per il timore

che queste armi possano finire in Ucraina. Tutto questo per non scontentare il nuovo

grande amico, la Russia. Ci sono voci critiche contro questa politica

chiamiamo la filo russa del Sud Africa tra i politici e l'opinione pubblica locale?

Certo, c'è tutta una parte politica che fa riferimento a un grosso partito che si

chiama democratica alliance, che critica aspramente questa posizione del governo di Pretoria,

un po' per, diciamo, pragmatismo politico, un po' perché, tradizionalmente, il Paese

è stato anche culturalmente, lo considerano vicino all'Occidente. D'altra parte sui mesi

di informazione che sono molto ricchie varie in Sud Africa, ci sono dei commentatori che

hanno preso posizioni molto dure contro il loro governo, arrivando a dire che il Sud

Africa ha scelto il lato scuro della storia e che il governo sta agevolando la russificazione

della politica interna e di quella estera. In tutto questo d'agosto è previsto in Sud

Africa, a Pretoria, il quindicesimo vertice dei Paesi Bricks, quelle che hai citato prima,

a cui dovrebbe partecipare anche il presidente russo Vladimir Putin. C'è stato però nel

frattempo il mandato d'arresto nei confronti del presidente russo di ramato dalla Corte

Penale Internazionale che a questo punto potrebbe rappresentare un problema, cioè Putin potrebbe

essere effettivamente arrestato in Sud Africa? La questione al centro di un grande dibattito

perché il Sud Africa ha aderito al Trattato di Roma e quindi ha tenuto a rispettare le

disposizioni della Corte Penale Internazionale, tuttavia c'è stato un precedente, nel 2015,

quando all'epoca c'era la presidenza di Jacob Zuma. Pretoria non ha disposto l'arresto

del dittatore sudanese Omar al-Bashir, nonostante su di lui pendesse un mandato d'arresto internazionale.

Possiamo dire che in quel caso al-Bashir aveva approfittato del fatto che c'erano stati dei

ritardi burocratici che gli avevano permesso di lasciare il Paese prima che si potesse

compiere l'arresto. Oggi il Sud Africa non ha più scusanti e quindi deve decidere se

dovrà restare Putin o no. Allo stesso tempo, in corso di un dibattito su l'adozione

entro agosto di una legge che garantisce

l'immunità e i capi di Stato Stranieri, come altri stati che aderiscono al Trattato di Roma, hanno

in questo caso la ministra degli Aesteri, Naledi Pandor, ha detto che fino ad agosto c'è tempo

per optionalizzare l'appettito di un veliko, Bee alla fine

è quello di far perdere peso, riducendo senza sforzo l'appetito.

Tutto questo sembra aver spazzato via il dibattito sull'acceptazione del proprio corpo, sul fatto

che il farmaco può avere serie effetti collaterali, che è molto costoso e che quando si smette

di prenderlo di solito si torna a ingrassare.

Ma secondo l'economist, il farmaco rappresenta comunque una svolta per la salute pubblica

nella lotta l'obbesità, che invece aumenta fortemente il rischio di avere malattie gravi.

Dimagrire spesso c'entra poco con la forza di volontà, dipende molto dagli alimenti

processati ed altri fattori su cui non abbiamo il controllo.

E allora perché questo farmaco non piace quasi a tutti?

In che modo l'assenza di appetito sembra mettere in discussione la nostra cultura e la nostra

identità?

Avere senza appetito sconvolgente racconta una delle persone intervistate.

Il 3 aprile a Houston in Texas, la NASA ha annunciato l'equipaggio che farà parte della

missione spaziale Artemis 2, la seconda missione del programma Artemis per l'esplorazione

della Luna e la prima con delle persone a bordo.

Per la prima volta una donna e un offro americano entrambi statunitensi viaggeranno verso la

Luna insieme a un altro astronauta statunitense e a un canadese e faranno un giro attorno

al satellite della Terra prima del passo successivo, il ritorno degli esseri umani sulla Luna previsto

dalla missione Artemis 3.

Il piano a lungo termine della NASA, per il quale non è stata fissata anodata, è costruire

sulla Luna un campo base per una spedizione sul Marte, dove l'agenzia spera di inviare

una squadra di astronauti entro la fine degli anni 30.

Ma sono passati più di 50 anni da quando un essere umano ha messo piede sulla Luna l'ultima

volta, perché tornarci ora?

Lo abbiamo chiesto a Stefano Cattucci, docente di estetica alla Facoltà di Architettura

dell'Università di Roma La Sapienza, che ha scritto tra gli altri per la casa di Trice

Quadribet un saggio intitolato imparare dalla Luna.

In realtà i progetti sono cominciati già all'inizio di questo millennio, poi hanno

avuto delle interruzioni, delle riprese, una specie di prova generale una decina di anni

fa quando la fondazione americana X Prize lanciò un concorso per iniziative private

che inviassero delle sonde intanto sulla Luna e sarebbe stata la prima volta comunque.

Però questo interesse nasce proprio dal fatto che esiste una convergenza o comunque

una compresenza di interessi privati delle imprese e interessi nazionali che una volta

non c'era.

Prima erano soltanto le due superpotenze che si affrontavano in una gara per mostrare

di essere i primi a poter occupare un nuovo posto nel cosmo, c'era una bellissima vecchissima

immagine celebrativa del volo di Cagarin, fatta in Czechoslovacchia, quella che allora

la c'è in Czechoslovacchia che diceva il comunismo apre la via alle stelle, era aprire

una via verso questa nuova frontiera.

Poi però questo interesse è decisamente diminuito, tutte le attività anche commerciali

con satelli, etc. si sono fatte negli spazi molto più ravvicinati appena fuori dall'orbite

terrestre.

Quindi la Luna è rimasta lontana e il problema è che anche molto del know-how di allora

è stato ricostruito lentamente, per cui questa calendarizzazione che adesso si avvicina

ma questa frontiera del 2030 prima 2025, sono tutte cose che effettivamente ci sono già

da un po' e che hanno posto dei problemi anche rispetto a quello che si troverà sulla

Luna.

Come sono cambiate le missioni?

Le missioni sono cambiate intanto nella prospettiva perché si è passati dall'esplorazione

dello spazio allo sfruttamento dello spazio, cioè adesso si pensa di andare a impiantare

delle miniere o a cercare di trarre delle risorse possibili dalla Luna.

Prima era appunto una sorta di territorio vergile nel quale si lasciava giusto qualche

traccia e se uno pensa sono state portate dalla Luna nel tempo quasi 400 chili di rocce

le abbiamo lasciato 18 tonnellate di detriti costruiti dall'uomo per cui lo scambio è

stato già adesso abbastanza ineguale.

E poi è cambiato anche molto lo spirito che prima era a pannaggio esclusivamente o quasi

esclusivamente dei militari, mentre adesso ha delle organizzazioni molto più composite,

si pensa di mandare un po' con una sorta di stereotipo, di mandare qualche artista

nello spazio, c'è un gallerista giapponese che ha comprato biglietti per un volo attorno

alla Luna, quelli che andranno sulla Luna naturalmente saranno pur sempre sostenuti

dallo Stato, da uno Stato, da più Stati perché comunque i costi sono molto elevati

e quindi non ci saranno artisti, penso, però c'è nonostante la prospettiva di avere

delle colonie sulla Luna e poi sul Marte pone anche dei problemi di vita, tanto è vero

che Elon Musk diceva ma che lui sta pensando da tempo a questa fantomatica colonizzazione

di Marte, dice bisogna anche pensare ai servizi di recapito della pizza a domicilio, ecco

questa è una cosa che sicuramente nella prima space age era completamente fuori dall'immaginario.

Se non c'è più la gara che c'era un tempo tra gli Stati per raggiungere per primi l'obiettivo

è anche vero che negli ultimi anni un paese come la Cina ha intensificato la sua attività

e nel 2019 ha inviato una sonda sul lato nascosto della Luna, c'è voluto mezzo secolo

ma alla fine la Cina ha battuto gli Stati Uniti in qualche modo e questo ancora ci colpisce,

l'interesse degli Stati c'è ancora.

Direi che questa impresa cinese lo ha dimostrato e ha dimostrato che quello che ancora nell'opinione

pubblica terrestre sottolineerei fa presa è il prestigio di questo, cioè il prestigio

dell'impresa.

Un po' come allora Stati che cercano di ritagliarsi uno spazio sullo scenario internazionale

di preminenza fanno mostra anche della loro capacità tecnologica, di progettazione, di

pianificazione e quindi di andare a occupare degli spazi che prima gli erano preclusi.

Tu hai scritto un libro che è un'intagine a partire dalla presenza degli esseri umani

sulla Luna e che al centro una legge statunitanzi che ha a che fare con l'esplorazione lunare,

ci spieghi di cosa si tratta?

Sì questo è un progetto che la NASA ha avuto proprio quando si cominciava a immaginare

che ci sarebbero state delle spedizioni private, perché l'idea era che succede se uno manda

un rover lì dove è arrivata Apollo 11, magari cancellano delle tracce o le inquinano, come

si possono proteggere questi siti, cosa che tra l'altro anche un risvolto giuridico

perché naturalmente se io dico che una cosa è abbandonata non è di nessuno, ma se invece

dico che è tutt'ora proprietà del governo degli Stati Uniti perché è un reperto museale,

un reperto archeologico di un archeologia di superficie, allora li posso anche rivendicare

un piccolo diritto territoriale che è provvisorio, circoscritto, ma lo posso rivendicare.

Allora il problema che si è posto è d'accordo, andiamo a conservare le tracce sulla luna,

ma questo cosa significa, che cosa si va a conservare?

Io prima parlavo di detriti, in realtà la maggior parte delle cose che ci sono sulla

luna sono rifiuti, i rifiuti che sono stati abbandonati, molte delle cose si riconoscono

soltanto a partire dai documenti che già abbiamo, quindi non è come una scoperta archeologica

che ci permette di ricostruire qualcosa, c'è più una logica di spettacolo se vogliamo,

che non è una logica museale in senso stretto, e questo ci dice anche molto di quello che

riguarda il nostro atteggiamento nei confronti del patrimonio che abbiamo sulla terra, è

diventata legge questa cosa negli Stati Uniti e adesso non ranno a capire come, non so

se faranno una sovrintendenza della luna, non lo so.

Ma cosa ci dice questa legge, cosa possiamo imparare dalla luna per citare il titolo del

tuo libro?

Parliamo che è stato un incontro un po' mancato quello con la luna, nel senso che si è cercato

molto di terrestrizzarla, di ridurre al minimo tutti gli impatti che potevano diventare troppo

stranianti e quindi cercare di domesticizzare la luna è stata una cosa che gli astronauti

hanno fatto, salvo in rari momenti nei quali hanno giocato un po' sulla luna e questo

è stato forse il momento che alla NASA piaceva meno, ma che alla fine lascia più scia e poi

c'è un'altra cosa singolare e cioè che le tracce lasciate sulla luna effettivamente

se nessuno le tocca si è calcolato che durino 3 milioni e mezzo di anni, 3 milioni e mezzo

di anni è anche l'età delle prime tracce di Uminidi che sono state trovate in Africa

e insomma abbiamo piedi in 7 milioni di anni, forse quello è il posto veramente dove lasciare

tracce che siano più sicure di quelle che lascieremo a terra.

Grazie Stefano Cattucci.

Grazie voi.

Il libro della settimana è consigliato da Alberto Emiletti editor di Internazionale

Kids.

Tutto un mondo di Katy Kupri e Antoine Louchard edizioni Fatatrack è un libro illustrato

senza parole.

Le pagine contengono solo immagini, sono disegni realizzati con varie tecniche oppure

fotografia coloro in bianca e nero.

Ogni pagine è collegata a quella successiva secondo un gioco di associazioni di idee,

per esempio quanti modi ci sono per rappresentare un volto oppure un cielo azzurro macchiato

da nuovo le bianche e associato al dettaglio del corpo maculato di una giraffa.

Sfogliando il libro si è quindi presa dalla curiosità di vedere cosa ci sarà nella pagina

successiva, non avere proprio esplorazione del mondo che ci circonda, ma arrivati alla

fine, come spesso succede con i libri senza parole, ci si chiede se sotto i nostri occhi

c'è stata anche raccontata una storia.

E la risposta è sì, ma proprio perché non ci sono le parole ad accompagnare il racconto,

le storie che riusciamo a leggere nel libro possono essere tantissime, diverse ogni volta

che lo leggiamo oppure cambia da lettore a lettore.

Insieme a libro ci sono anche delle carte plastificate con alcune delle illustrazioni,

per cui il libro si trasforma anche in un gioco, si possono inventare nuovi accostamenti

o associazioni o immaginare nuovi modi per catalogare il mondo che ci circonda.

E per ricevere una notifica quando esce un nuovo episodio iscrivetevi al podcast, l'appuntamento

con il mondo è domattina alle 6.30.

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Il Sudafrica, un paese considerato tradizionalmente vicino all'Occidente, nell’ultimo anno si è gradualmente avvicinato alla Russia. La Nasa ha annunciato l’equipaggio che farà parte della missione spaziale Artemis 2, la seconda missione del programma Artemis per l’esplorazione della Luna.

Francesca Sibani, editor di Africa di Internazionale
Stefano Catucci, docente di estetica alla facoltà di architettura dell'università Sapienza di Roma

Sudafrica: https://www.youtube.com/watch?v=woREdmuhxpQ

Annuncio Nasa: https://www.nytimes.com/video/science/space/100000008842578/artemis-ii-astronauts-moon-nasa.html?action=click&gtype=vhs&version=vhs-heading&module=vhs&region=title-area&cview=true&t=20

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.