Il Mondo: I viaggi di Vinicio Capossela, parte 3
Internazionale 8/9/23 - Episode Page - 12m - PDF Transcript
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È mercoledì 9 agosto 2023.
Vinicio Capostela è un cantautore, musicista e scrittore italiano.
A 57 anni, il suo ultimo album è 13 canzoni urgenti.
Nell'episodio di oggi parla di Melville, Saffo e Roi Paci.
Vinicio, c'è un tuo disco al quale sono molto affezionato, cioè Marinai, Profetti e Balene.
È un disco ricco di riferimenti letterari, da Moby Dick all'Odissea.
E ecco, vorrei partire proprio da Moby Dick di Herman Melville.
Cosa è rappresentato per te quel libro e che tipo di viaggio racconta Marinai, Profetti
e Balene?
Marinai, Profetti e Balene è un disco complesso, un disco doppio, che riguarda il mare come
luogo del fato, quindi la prova del viaggio per mare come luogo del fato, ossia attingendo
a due grandi opere, che uno è l'Odissea di Omero, quindi un poema sacro ma per la religione
degli antichi greci, dove tutto è apparizione del sacro e l'altro invece è biblico, austero.
Il poema di Herman Melville, Moby Dick o la Balena.
Moby Dick è stato detto giustamente e tante cose insieme, è un trattato di cetologia.
Mi ricordo mai la parola di studio delle Balene perché si parla presteso di queste creature.
È non soltanto della caccia ma anche delle creature in se, cioè quelle prime tre pagine
dove ci sono i vari nomi in tutte le lingue per indicare la Balena, sono straordinarie.
E insieme anche un tragedia escexpiriana come è stato notato, ma è anche un musical perché
ci sono diverse canzoni mute, cioè ci sono i versi, delle canzoni si dice nel pip, quello
che c'è il tamburello, allora dice a un certo punto che l'oceano farà quello che
vuole, io sono un vigliac che voglio cantare, vogliamo una giga, una giga doppia, dice.
Oppure il sermone di Padre Mappol dice che intonò questo sermone, te lo puoi immaginare
con questo voceone che dice le coste di terrori, di dentro la Balena e anche tutte le diverse
scene, insomma sono scene corali dove ci sono dei versi che sembra un po' dei relitti
che affiorano in tutto questo mare magnum della scrittura e io ho provato a prendere
questi versi così come tra l'altro Pavese nella sua traduzione li traduce anche spesso
con una metrica e quindi per esempio il sermone del Padre Mappol nella traduzione di Pavese
l'unica che è proprio in metrica perfetta, le coste di terrori di dentro la Balena,
faceva un ammentorno, un buio spaventoso di Dior, l'onda nel sole, si muove va sereno,
si può cantare facilmente, immaginando un'area un po' così luterana e quindi ci sono questi
elementi musicali però soprattutto cos'è Moby Dick?
Allora io sono d'accordo con Borges che dice che a Cab è praticamente il proseguimento
dell'ulisse d'antesco, cioè l'ulisse che va oltre il ritorno e va al naufraggio finale
per eccesso di confidenza nei propri mezzi e il finale del canto 26esimo di Dante e quello
del Moby Dick sono praticamente identici, in tutti e due i casi questo mare in moto che
sembra in un caso come all'epoca del grande diluvio e l'altro che rimane fermo, cioè
la natura che non prende parte a questa tragedia che si è consumata e che insieme
all'ambizione ha proprio inghiottito tutta la vicenda.
Tra l'altro tu hai citato Le Sirene e a proposito di questo pezzo io mi ricordo un tuo bellissimo
concerto fatto con l'Orchestra al teatro dell'Opera di Roma nel dicembre del 2015.
Quella sera hai fatto una versione delle Sirene veramente molto potente e io trovo che questa
sia in assoluto una delle tue canzoni più belle e che su di me ogni volta ha un impatto
molto forte.
Perché secondo te?
Beh ma questo è perché sono le Sirene che hanno questo impatto, cosa sono le Sirene?
Le Sirene a cui faccio riferimento io sono proprio le Sirene dell'Odissea, sono cioè
delle voci, non c'è scritto neanche hanno la coda questo è scritto in un'altra cosa
bellissima di Selin che si chiama Scandalo negli Abissi da cui viene un pezzo che si
chiamano Printil che è la protagonista, la Sirenetta, la Vedette del corpo di ballo
delle Sirene ma questo è un'altra cosa invece in un vero lo scoglio delle Sirene ci sono
ossa che biancheggiano al sole ma non si vede nulla sono voci e quali sono le voci con cui
vengono sedotti i marinai e chi l'astutulisse vuole comunque udire senza morire sono le
voci della conoscenza e soprattutto le voci di chi hai amato perché quello che lui sente
è la voce della moglie del figlio di tutto quello che hai di caro nella vita e quindi
in realtà non uccidono nessuno ma si si lascia morire ascoltandole ed è una bellissima metafora
ecco anche dell'intimo significato della poesia che è la morte per cui quando uno si specchia
in questa cosa cioè si lascia morire ed è un bellissimo modo di morire un incantesimo
per cui uno ci va volontariamente quindi questa seduzione che opera in noi il nostro
passato cioè quello che già conosciamo è che però siccome la vita è fatta di continui
separazioni nel canto dei Sirene forse si ricompone un'unità che ci strugge ed è pericolosissima
da ritrovare perché significa rinunciare ad andare ancora avanti cioè a vivere ancora e quindi credo
che sia questa un po' la questione. Sempre in quel disco c'è un'altra canzone che a me piace
molto che le playa di che è ispirata a una poesia di saffo ora se tu avessi voglia te la farai
leggere qui il testo. È una traduzione diversa da quello che avevo io è tramontata la luna insieme
alle playa di la notte al suo mezzo il tempo passa io dormo sola io avevo una edizione con
l'introduzione diversa che diceva tramontate sono le playa di notte alta io dormo da sola mi dava
molta emozione questa sensazione proprio di questa solitudine quasi cosmica però anche in
armonia con il resto le playa di sono importanti perché sono proprio dal verbo navigare sono le
amiche dei naviganti perché compaiono soprattutto nella stagione adatta alla navigazione quindi
d'aprile ad ottobre aiutano all'orientamento ed altro canto quando si va per mare come all'epoca
di saffo di ulysse l'orientamento era soltanto affidato a segni a segnali e le stelle soprattutto
nella mia canzone si va verso le stelle del sud dalle playa di si passa l'emisfero meridionale
un po come succede nell'ulis ridante e quindi si va oltre diciamo il ritorno oltre ritorno oltre
quindi anche gli inganni dell'attesa però naturalmente non c'è niente come questi tre lighi di
saffo che dia proprio l'idea di cosa significa languire d'amore in un'attesa nella solitudine proprio
della notte del cosmo in un altro disco ovunque proteggi c'è invece un pezzo che si chiama la
santissima linea ofragati che è ispirato alla ballata del vecchio marinario di colleridge quel
brano descriva il mare come una cosa molto poco rassicurante e in un certo senso ha anticipato
i temi di marinari profetti e ballene come è nata la santissima linea ofragati a roi pace aveva
un progetto che si chiama banda ionica ed era una banda l'accoglieva questa banda musicisti che
si cimentavano con un repertorio bellissimo di di musica per bande della costa orientale della
sicilia è una musica spesso hanno queste aria così piene di patos è meravigliosa la musica
per banda e quel primo disco loro era molto bello poi hanno fatto un secondo disco come banda ionica
dove hanno invitato un po di voci a cantare inventarsi qualcosa su una base più o meno
organizzata il disco forse si chiama matrimia e venutamente la divinità che stanno sulle
polene delle barche come se la matrimia fosse la questa divinità posta a protezione della barca
è il fatto che comunque chi muore in mare non ha su pultura quindi insomma questa matrimia quasi
come una specie di appunto di santissima dei naofragati cioè un essere caritatevole che in
qualche modo si prendesse cura della memoria di chi questo peraltro è anche in mobidica all'inizio
ci sono tutti queste lappidi che si leggono di tutti questi di cui le famiglie non avranno mai più
il corpo non avranno che tragicamente attualissima e quindi niente è la ballata del vecchio marinaio
in realtà è molto suggestiva perché ci sono tutte queste immagini anche lì del sopranaturale
e soprattutto del dovere del testimone perché il testimone è chiamato prende per
braccio lo sposo e lo costringe nel giorno delle sue nozze ad ascoltare la storia del suo
nauffragio la storia del peccato commesso perché tutto nasce da un peccato avevo ucciso un albatro
e sull'albatro poi c'è l'elemento del bianco della purezza dell'albatro di cui poi parla anche
Melville in un capitolo straordinario che si chiama la bianchezza della balena da tutto
questa serie di cose nasce un peccato da espiare poi una testimonianza da portare in questa
testimonianza c'è tutto l'incubo anche che fa parte un po' della letteratura di mare che è
abitata dal sopranaturale e tante cose in una purtroppo non avrei immaginato che dalla
letteratura diventasse un brano così d'attualità perché alla fine questi vent'anni il Mediterraneo
è diventato davvero davvero un sudario di nauffragati e senza nemmeno la carità
della santissima dei nauffragati.
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Melville, Saffo e Roy Paci. Giovanni Ansaldo intervista il cantautore Vinicio Capossela.
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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.