Il Mondo: I viaggi di Luciana Castellina, parte 4

Internazionale Internazionale 8/17/23 - Episode Page - 18m - PDF Transcript

In Edicola c'è un numero speciale di internazionale, viaggio, 164 pagine di reportage, racconti

di viaggi e immagini dai quattro angoli del pianeta.

Dalla redazione di internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli, io sono Giulia Zoli

e questa è la serie stiva del mondo, il podcast quotidiano di internazionale.

Questa settimana Vanessa Roghi, storica e autrice di programmi per i 3, intervista Luciana

Castellina.

È giovedì 17 agosto 2023.

Luciana Castellina è una giornalista, scrittrice e politica, eletta più volte nel Parlamento

italiano e in quello europeo.

Donata nel 1929 è stata tra le fondatrici del quotidiano e il manifesto.

Nell'episodio di oggi parla di unione sovietica, Pechino e della Siberia.

Tanti viaggi importanti sicuramente per chi come te ha militato sempre dalla parte del

partito comunista o comunque dei comunisti italiani sono stati sicuramente i viaggi

in unione sovietica anche negli anni più recenti quando unione sovietica non si chiamava

più.

Tu ne hai parlato anche per ridefinire quella che è l'idea di margine, c'è un passaggio

molto bello del tuo libro Siberiana nel quale dici ci sono dei luoghi che noi pensiamo

marginali e che poi invece scopriamo essere il punto di incontro tra mondi come l'Occidente

e la Cina per esempio, quindi lì l'idea di margine si frantuma completamente rispetto

a una nuova centralità che tu intuivi e che oggi sembra essere davvero il nodo della politica

internazionale.

Ma prima di arrivare a questo incontro io vorrei farti ci arrivare con una poesia, visto

che tu ci dispesso le poesie, ami la poesia, di Gianni Rodari che pubblica sulla rivista

Il Cafè che scrive questo.

La signora Biddovette scendere a Brest le mancava il timbro dell'albergo, compagni,

compagni, cos'è, come accade, non avete fatto una rivoluzione per aumentare i timbri

ma per distruggerli, io non vi farò la lezione, non dirò al russo che ha pagato per me che

nella sua rivoluzione mancava qualcosa, anch'io sono comunista, tale imitiamo per

dare un nome alla speranza, trovo che siano molto, molto belle che ti assumidi molto.

L'apporto con l'Unione Sovietica come puoi immaginare è stato per la nostra generazione

molto complesso, il primo, te lo raccolto, 1953, Congresso della Federazione Giovanille

comunista a Ferrara, mentre facciamo il Congresso muore stali e naturalmente ognuno di noi

pensa che il mondo allora è alla fine, è un'emozione incredibile, tutto il Congresso

si interrompe, ognuno di noi va su a dire come ci impeghiamo, condurre la battaglia

eccetera, eccetera, la sera passa dalla stazione di Ferrara, il treno che va a Mosca, perché

allora a Mosca ci stanno andando in treno, con togliati in il dei auti che si regano

al Fullerà, e tutto il Congresso si regga alla stazione per accompagnarli in questa cosa,

questo tanto per dire come si comincia.

I rapporti dopo con l'Unione Sovietica, mi ricordo perché è un altro punto importante,

a vengono 1961, quando l'Unione Sovietica è arrivato a Khrushchev e si fa una conferenza,

come non sarà ancora mai fatta, dei giovani, non solo con i giovani comunisti, ma per

la prima volta con anche quelli del terzo mondo e con quelli socialisti, pacifisti,

eccetera.

Io vengo mandata lì, è il Comitato Preparatore, per quasi sei mesi a Mosca, a preparare questa

cosa, io rappresentavo per la FGG europei, c'era un socialista giapponese che rappresentava

l'Asia, c'era per la prima volta l'America Latina rappresentato da un Cubano che appena

fatto la rivoluzione ed erano una scoperta straordinaria, perché erano i primi comunisti

allegri che cantavano e ballavano, perché gli altri erano tutti quantitutualmente diversi

e c'era un cilì, questo volevo raccontare perché è importante, cilì era Presidente

della All-China Student Federation, 400 milioni di scritti, e lì scoppia una questione

che era una questione anche che doveva in discussioni tali, erano gli anni della consistenza

pacifica, che vuol dire la consistenza pacifica, si può interpretare in due modi, una può

essere le due grandi potenze che sono responsabili l'America e l'Unione Sovietica, tengono

il mondo fermo per impedire a quelli ribelli di creare problemi che mettono in discussione,

e questo è naturalmente per i paesi del terzo mondo che dovevano liberarsi, era una cosa

che non andava bene, e infatti a Mosca scoppia questa cosa, ci si rende conto, è la cosa

che qui nel terzo mondo non avrebbero accettato facilmente, i sovietici si mettono paura, decidono

che l'apertura ufficiale della conferenza invece che fare una sola, sembreranno due,

una chiamata indipendenza nazionale, dovevano tutti rompi con l'Unione che vogliono l'indipendenza

nazionale, un'altra consistenza pacifica dove invece vanno quelli che vogliono un'altra

consistenza pacifi, succede il contrario, tutti quelli di indipendenza nazionale affollano

la sala, la consistenza pacifi. Il comunista giovane, comunista francese fa una relazione

sembrera agoromico senza tenere conto, con un degli aspetti molto diplomatici, come

finisceית, si alza un chinnata, dove era in pieno a corso la prima guerrilla serie

africana, che erano in Mao Mao, si alza e dice come hai coraggio di parlare di pace, che sono dei

secoli che ci fai la guerra, si siede, se ne ha un altro e a turno si alzano l'Algerino,

non ti dico, in fondo alla sala c'era la delegazione cinese che non ha detto una parola, ma riddeva

così di si, facceva così per questa esplosione, e naturalmente brazzo, terribile, che poi finisci

in una regnone, perché quando deve finire tutta la conferenza, bisogna fare un comienzo esterno, chi parlare per l'Africa,

i suoi escizzi dicono subito di Gala, perché il solo ma es indipendente, e noi diciamo no, l'Algerino

perché ne vedeva di peyata, qui altro casino, eccetera, etc. e io nel frattempo faccia amicizia

con Ocili, quello dei 400 milioni di studenti cinese, c'era Maurizio Ferrara, il corrispondente

allora da Mosca, e insieme a Maurizio Ferrara, con gli studenti italiani a Mosca, che studiavano

il cinese, decidiamo di fare gli spaghetti che accomunano il cinese e italiani a casa di Maurizio

Ferrara, e io ci porto Ocili, che era già molto sospettato, perché era cominciata, non consumata,

ma cominciata l'ascontro con il cinese, per cui immediatamente vengo definita cinese,

il Consumol, che tutte le settimane, io ero ancora direttura di nuova generazione, arrivava

al nuovo generazione a Mosca o all'aereo, il sabato e io, il lunedì venivo chiamato

al Consumol, a spiegare al Consumol che dev'are ragione di questo, quell'articolo che invocava

le gorriglie, le lotte, eccetera, eccetera, questo massimo. Ocili è molto importante,

perché gli Ocili tanti anni dopo incontro io ero in parlamento con Yuri Pellican,

che era stato uno di dissidenti, c'è Coslovacchi, che poi era venuto in Italia, eccetera, che

poi era diventato parlamentare europeo con la città dell'alzi italiano, era letto dal

Pipsi, era stato letto, avevamo amici perché tutte queste cose le avevamo fatte insieme,

e i rimenti, si sai, sono andata a Pighino con lui, viaggio del parlamento e sai che

ho trovato, ho trovato il nostro amico Ocili che stava con lui, ha fatto 9 anni di campagna

durante la rivoluzione culturale e adesso però il braccio destro di Diao Bang in Cina

deve assolutamente andare a Pighino incontrarle, eccetera, e io viaggio del movimento della

pace italiano, vi avevamo invitati dei cinesi con Tom Bennet, Tocolo, eccetera,

in 1986 andiamo lì e naturalmente cerco Ocili, però non è facile arrivare a Musca, vi voglio

parlare con il braccio adesso, di Diao Bang è tutta una storia complicata, poi finalmente

dovranno farlo vedere per un bel po' perché Diao Bang viene rifenestrato e comincia tutta

la nuova era cinese, insomma riesco a vederlo soltanto, negli 2000 in un altro viaggio di

cosa, finalmente mi fanno vedere Ocili, un incontro straordinario, non ci vedevamo da

40 anni, quindi lui era diventato un secondo copoteo, ma aveva appunto messo via tutto

il tempo, ritornato era pur sempre ancora presidente dell'Assemblea Elettorale del

Partito Comunistale, un grande consiglio, e fu un incontro indimenticabile perché

ci buttavamo le braccia al collo, il piangento, tutti e due della commozione e lui era uno

di questi che è stato dalla parte di sinistra, e naturalmente non poteva parlare più di

tanto, però mi fece capire tutto, bastavai tutti questi miei amici che adesso sono fatti

con i miei soldi, eccetera, io lì, però adesso con la mia carica riesco a fare un bel

po' per fare gli asiliditi, insomma un pezzo di storia cinese molto comofente che mi

ricordo bene lui, però mi ricordato quando era ancora in funzione il braccio adesso di

Haubank aveva per conto di Haubank accompagnato Enrico Berlinguer nel primo viaggio che Berlinguer

fece in Cina e per l'ugno il fiume giallo e c'erano anche Bianca Berlinguer e Marco Berlinguer,

infatti poi Bianca gli mandavamo quando trovai e mandavamo a città un risposto, un regalo,

eccetera, c'è un altro aspetto comofente della vicetta.

Luciana, tu racconti in anni più recenti di un tuo viaggio appassionante devo dire attraverso

la transiberiana che tu effettivamente, e anche io quando ho sentito questa cosa all'inizio

dice io, pensavo all'Oriante Express invece non era niente del genere, tu in questo viaggio

che fai in una Russia che non è più appunto unione sovietica completamente diversa racconti

anche delle tante volte in cui poi sei tornata in quel paese dopo la tua uscita dal Partito

comunista nel 69 con il manifesto e quindi anche della differenza di status che avevi rispetto

poi al fatto chi eri diventata, no? Anche appunto questo racconti per esempio l'episodio

del viaggio nel 77 con Argan quando appunto andate e non ti vuole il PC, non vuole farti

partire perché ormai tu sei dissidente. Debo dire che il PC è innocente, fu l'unione

sovietica che non mi voleva l'arrivisto. Io ero consigliere con un'ale romera gebellata

con Mosca e si fa un incontro di tutte le città gemellate con Mosca d'Europa a

Bacup e siccome c'era uno per ogni gruppo parlamentare, in gruppo parlamentare il consiglio

comunale del manifesto era solo io, era uno e quindi ci sono io e se non che l'abbassata

russa non mi dà il visto. Allora naturalmente tutti gli altri a compriciare d'Arganici

allora non ci andiamo nessuno, per cui alla fine me lo danno e quindi partiamo. Questo

bilgode fu la prima volta che avevo rimestitivo a piede a Mosca dopo tanto tempo e poi va

bene, però questo voglio, il suo bel racconto voglio parlare della Siberia perché tutte

le volte che io sono stata a Mosca, sono stata a Mosca anche molto tempo, sei i mesi

vi ho detto a Siberia, era sempre una cosa che si parlava ma non ci sembra, nessuno

aveva visto. Questo viaggio che fu fatto nel 2011, quindi non è tutta l'altra epoca

che ha caduto, fu fatto il suo invito degli scrittori russi, prima un anno invitarono

gli scrittori francesi e l'anno dopo gli scrittori italiani e partiamo in dieci, tra l'altro

è molto curioso perché non ci conoscevamo, fra di noi io conoscevo solo Angelo Gugliel

e però quando poi stai per venti giorni chiuso in un treno e alla fine o ti spani o diventi

di, ormai siamo in un gruppo ormai con famigliare, non ci siamo più lasciati perché stavamo

dentro questo vagone, talvolta da una città all'altra ci volevano 36 ore di treno e però

è stata una straordinaria scoperta perché andare in giro a vedere la Siberia ti fa

capire, è una cosa della rivoluzione russa del 17, molto importante, che è stata anche

gran emotivo io. Enrico Berlinguer fu molto bravo perché, ritardo, io credo perché solo

avessero fatto quando noi del manifesto abbiamo rosto per dire che l'Unione Sovietica non

era più riformabile, sarebbe stato meglio, però quando è nell'80, Enrico Berlinguer

rompe effettivamente l'Unione Sovietica sta molto attento a dire una cosa, la rivoluzione

ha perduto la sua tarica propulsiva, non dice che era meglio che non si facesse come è

diventato poi il modo di dire di quasi tutta la sinistra, dice una cosa molto diversa

e quando uno vede la Siberia capisci che la rivoluzione ha avuto un aspetto di straordinaria

importanza, la Siberia è un territorio imbenso, enorme, che è un territorio di nomadi, di

tribù nomadi, quando la vedi oggi alla Siberia è piena di piccole città meravigliose, dove

trovi la biblioteca, l'università, il centro scientifico, il teatro, cioè sono città

culte e i Siberiani sono stati inseriti poi largamente neanche nella direzione del Paese,

io mi ricordo perché Moravia aveva fatto un viaggio e aveva scritto di questo, aveva

scritto la stessa cosa, cioè scopri soprattutto perché andando in giro per queste piccole

città ti ricordano la storia e ti ricordano cosa è stata la rivoluzione e ti ricordano

che un anno dopo la rivoluzione nel 1918 sulla base del messaggio di Churchill che dice

bisogna strozzare la rivoluzione nella culla, l'Occidente manda 800.000 militari giapponesi,

americani, inglesi, francesi, italiani di tutto il mondo e di un esercito armato e specializzato

che vengono vinti da un branchi di contadini che più avevano preso il fucile per la prima

volta in vita loro nelle mani e se non ci fosse stata una straordinaria carica rivoluzionaria

non l'avrebbero mai fatto, ma la devastazione che quella guerra prodotto è stata imbenza

dopo che è finita la guerra civile che dorata poi un po' il retramento economico della

russa era stato enorme perché era stato bruciato, devastato, ritardato tutto quanto

e uno vi viene in mente di chiedersi ma se non ci fosse stata quella tremendo attacca

e devastazione, forse non sarebbe venuta anche questa ossessione sicuritaria, siamo

aggrediti, siamo circondati che poi ha prodotto tanti guai con lo staninismo eccetera perché

l'ossessione sicuritaria è stata dominante e in fondo se ci pensiamo bene anche oggi

l'ossessione sicuritaria c'è perché l'Occidente invece di trovare un modo di inserire la

nuova russia in una rete di collaborazione gli ha piantato, gli ha fatto passare i paesi

tranato da 12 a 30 e gli ha messi tutto intorno e allora io dire certo putin fa spavento

però l'ossessione è sempre continuata e quindi questo quando uno va a insembrere a capisci

di che cosa si tratta insomma e quindi è stato un viaggio molto bello.

Ho mandato un messaggio vocale al numero che trovate nella descrizione del podcast e dell'episodio.

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Unione Sovietica, Pechino e la Siberia. Vanessa Roghi intervista Luciana Castellina.

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Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
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