Il Mondo: I viaggi di Alice Rohrwacher, parte 5

Internazionale Internazionale 8/4/23 - Episode Page - 11m - PDF Transcript

In Edicola c'è un numero speciale di internazionale, viaggio.

164 pagine di reportage, racconti di viaggi e immagini dei quattro angoli del pianeta.

Dalla redazione di internazionale io sono Giulia Zoli.

Io sono Claudio Rossi Marcelli e questa è la serie estiva del mondo, il podcast quotidiano di internazionale.

Questa settimana Valentina Bigmay, giornalista e consulente d'itoriale, intervista la regista Lice Roarbacher sul tema del viaggio.

È venerdì 4 agosto 2023.

A Lice Roarbacher a 41 anni ed è una delle più importanti registre italiane.

Il suo ultimo film è Chimera, presentato al Festival di Cann' che uscirà ottobre.

Nell'episodio di oggi parla di corpi celesti, spazi comuni e treni notturni.

Come dice Anna Mariortese, un'autrice che è stata fonte di ispirazione per tutti i tuoi lavori,

e in particolare per Corpo Celeste, il tuo primo film, non occorre andare tanto lontano,

perché il corpo celeste, lei dice, il suo vero mondo è già qui.

Il viaggio più interessante, forse che hai fatto proprio quello verso un mondo ultraterreno,

o forse quello che vorresti fare con alcuni tuoi film, quasi per attraversare il confine traccello e terra.

Fin del tuo primo film hai sempre avuto questo interesse, questo sguardo, diciamo, laico sulla chiesa.

Da dove viene questo tuo interesse?

Sì, ho chiamato il mio primo film Corpo Celeste, un po' perché questo libro di Anna Mariortese,

questa raccolta di scritti di Anna Mariortese, era una specie di talismano in quel momento per me,

perché proprio le prime due pagine del libro danno nome alla raccolta.

Lei racconta di quando era piccola e di quando si studiavano i pianeti, i camminatori per eccellenza.

Si studiavano i pianeti e questi pianeti erano incredibili, erano azzurri, erano lontani, erano perfetti, erano dei corpi celesti.

E lei desiderava raggiungerli, ah, potessi io essere lassù.

Questo era il suo pensiero e quindi il desiderio di viaggiare, di andare via lontano, di andare su un Corpo Celeste.

Quando a un certo punto della sua vita si è resa conto che la terra marrone in cui lei era confinata,

in realtà se si sollevava quel cartellino con scritto terra sotto c'era scritto Corpo Celeste, la stessa terra era un pianeta.

Era un pianeta che volava nello spazio esattamente come gli altri, era solo la prospettiva che cambiava.

Il punto di vista su quel pianeta di chi ci abita era la prospettiva del pianeta marrone, terroso, il luogo del confino.

Ma in realtà se si cambia lo sguardo questo stesso luogo può diventare un luogo aereo, sospeso, un luogo di meraviglia.

Mi piaceva, quando ho fatto il mio primo film, mi piaceva augurare alla protagonista a Marta di cambiare il suo sguardo

e quindi di un giorno rendersi conto che questo altrove che lei cerca in maniera molto adolescenziale,

è un adolescente, è giusto che lei lo cerchi altrove ed è importante cercarlo nello spazio.

Però il mio augurio era che lei a un certo punto potesse vedere, come dice Pasolini, la terra dalla luna.

Quindi rendersi conto che siamo su un Corpo Celeste.

Anna Maria Ortese sempre in Corpo Celeste dice una cosa che a me è rimasta sempre in pressa.

Scrivere è come tornare a casa, soltanto chi legge scrive riesce a trovare la calma e non è mai povero.

Questa frase mi è sempre risuonata e mi sono sempre chiesta se in fondo non è vero che la casa è dove uno può leggere e scrivere.

Per te che cosa è casa?

Casa è un posto dove si ritorna, ma ci sono tante case, a volte anche troppe, però ci sono tante case per me.

Perché casa è dove ho istaurato una relazione con un territorio, con delle persone che le abitano,

non solo con delle persone, ma anche con della natura che la abita.

Quindi per me potrei dire che posso tornare a casa tornando forse in quella spiaggia di Samotraca di cui abbiamo parlato,

dove ho campeggiato e dove ho guardato le stelle, può essere casa mia, dove fisicamente ho la residenza,

può essere tutte le case dove ho abitato e dove mi piace tornare.

Però forse è bello immaginare che tutto il pianeta è la casa, forse perché se iniziassimo anche a vedere il pianeta come la nostra casa,

ci comporteremo con il pianeta come ci comportiamo a casa, quindi prendendo ce ne cura.

Mi sembrano cose molto banali che dico, però mi sembrano anche molto necessarie.

Se guardo con quanto disprezzo viene trattato, per esempio, ciò che è pubblico in questo paese,

perché non è più di nessuno, se invece forse cominciassimo a vederlo come proprietà di tutti e quindi veramente come casa di tutti,

magari si ritroverebbe un po' un equilibrio come dentro casa.

Chiaramente il problema di ogni casa, qual è la pulizia del corridoio, la pulizia degli spazi comuni,

chiunque ha convissuto, in ogni casa di studente, c'è il drama di chi pulisce lo spazio comune,

che bisogna fare i turni, bisogna amministrare perché tendenzialmente la nostra vocazione è pulirci bene nella nostra stanza

e non pensare mai che c'è un corridoio, uno spazio che è di tutti e che collega tutti gli spazi privati.

Forse se penso alla mia casa da una parte penso a quella sull'altopiano dell'alfina che tra l'altro non è mia

perché sono in affitto però temporaneamente alla mia dimora e dall'altra penso alle tante case che ho abitato

ma anche alle tante case che potrei abitare che forse sono ovunque.

Vorrei farti un'ultima domanda un po' più personale e so che anche tu hai pura di volare come me

e che per distrarti tendi a magari leggere qualche libro che ti appassiona.

Da dove pensi che venga la tua paura del volo invece che mezzi di trasporto o modi di viaggiare preferisci?

Non so se ho paura di volare, ma sicuramente il viaggio in aereo mi scombuso la parecchio,

forse perché è troppo veloce banalmente, forse perché si può superare un oceano nell'arco di poche ore

e all'arrivo si è veramente frastornati, sapere che in così poco tempo possa andare da una città all'altra

essere trasportata all'improvviso dentro tutto un altro mondo, un'altra storia mi fa molta paura.

Devo dire che si chiama anche legge di gravità, per tutta la vita ci dicono di rispettare la legge,

poi dopo dice che bisogna andare contro la legge di gravità e mi sembra sempre una cosa molto valorta.

Però credo che la paura di volare in realtà sia semplicemente legata alla paura di essere scaraventata

dentro delle altre dinamiche in un tempo troppo breve per poter capire veramente cosa è successo.

Non a caso quando abitavo a Lisbonna cercavo il più possibile e quando era possibile di tornare sempre via terra,

ma perché lì avevo tutta la mia vita nuova, avevo un mondo e che amavo di staccarmi da quel mondo

prima di pionbare nel mondo di prima, prima di tornare dalla mia famiglia, di essere riassorbita.

Quindi vedo nel viaggiare lentamente là dove è possibile in realtà una grande conquista dell'umano,

una grande conquista perché solo viaggiando molto lentamente abbiamo anche prima di tutto il tempo di capire cosa lasciamo

a che cosa andiamo incontro e poi di goderci la possibilità del viaggio veramente di vedere quello che c'è in mezzo.

Chiaramente non ho mai attraversato l'oceano in barca, non so neanche se mi succederà mai

perché probabilmente non abbiamo più quella disponibilità anche solo di tempo per prendersi settimane e mesi

per passare l'oceano, però cerco di passarlo il meno possibile e là dove posso di viaggiare lentamente.

Sicuramente il mio mezzo preferito è il treno, un treno che purtroppo esiste sempre meno,

cioè i treni notturni, credo di aver fatto più viaggi nei treni notturni, tutti i treni notturni che esistevano in Europa

le presi tutti erano. Dopo la pandemia sono un po' spariti, se guardate gli orari dei treni non li troverete più

perché anche lì ha vinto il viaggio di urno e veloce rispetto al viaggio lento in notturno

oppure il viaggio notturno si è trasformato in un viaggio di lusso, quindi in un viaggio diciamo una specie di crociera notturna

mentre noi europei avevamo questa grandissima possibilità di addormentarci e di sognare

tra due città e di collegare due città attraverso questi sogni che mi emozionava profondamente

anche dalla stazione di Orvieto si poteva salire i treni e arrivare a Vienna, Monaco, Parigi, nell'arco di una notte

ora forse a Orte posso arrivare.

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L'appuntamento con la serie Stiva del mondo è l'une di mattina alle 6.30 con Viniccio Capossela, intervistato da Giovanni Anzald.

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Corpi celesti, spazi comuni, treni notturni. Valentina Pigmei intervista la regista Alice Rohrwacher.

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