Il Mondo: I viaggi di Alice Rohrwacher, parte 4

Internazionale Internazionale 8/3/23 - Episode Page - 13m - PDF Transcript

In Edicola c'è un numero speciale di internazionale. Viaggio. 164 pagine di reportage, racconti di viaggi e immagini dai quattro angoli del pianeta.

Dalla redazione di internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli.

Io sono Giulia Zoli e questa è la serie Stiva del mondo, il podcast quotidiano di internazionale.

Questa settimana Valentina Pigmay, giornalista e consulente editoriale, intervista la regista Alicia Rovaker sul tema del viaggio.

È giovedì 3 agosto 2023.

Alicia Rovaker ha 41 anni ed è una delle più importanti registe italiane.

Il suo ultimo film è Chimera, presentato al Festival di Canna, che uscirà autobre.

Nell'episodio di oggi parla di un'isola speciale dell'anima degli animali ed Isabella Rossellini.

Le persone che vivono in città non incontrano spesso gli animali, a parte canigatti.

L'incontro con l'animale selvaggio è qualcosa di sconvolgente perché vi viene le città.

Una volpe che si presenta davanti alla porta, una balena che spunta dall'acqua, il cinghiale che taglia la strada, non siamo abituati a incontrare gli animali.

Il nostro rapporto con il mondo animale forse è proprio il punto da cui partire per ripensare il rapporto con la natura.

Anche se non vediamo tanti animali però continuiamo a sognarli. Tu che animali sogni più spesso?

Durante la lavorazione dell'ultimo film è successo qualcosa di strano perché il film racconta anche un po' degli Etruschi,

di la visione che dei tombaroli degli anni 80 hanno degli Etruschi, di questa gente strana che credeva nel volo degli Uccelli.

Però è successo una cosa strana che durante le riprese tutti, noi della truppa a un certo punto abbiamo iniziato a sentire gli Uccelli.

Non so se interpretarli perché probabilmente ormai parlano una lingua e fanno dei voli che non sappiamo più come vedere dei geroglifici, che non sai leggere.

Però a vedere dei segni in questi loro voli, in queste loro presenze è stato proprio un crescendo sempre di più, sempre di più.

Infatti nel film ci sono molti Uccelli, anche sonoramente.

E ora mai è diventata proprio un allenamento dell'orecchio.

Quando ho presentato il film a Cannes, ricordo che il giorno della presentazione del film mi dovevo preparare un albergo proprio sulla strada,

la croissette, piena di macchine, gente che urla, un casino, un suono molto invadente, tutte le finestre davano sulla strada, la finestra, tutte.

C'era una finestra.

Però stavo lì e sentivo solo questa tortorella che in mezzo a questo casino faceva il suo richiamino.

E ormai sentivo solo la tortorella, non sentivo più tutto quel chiasso.

Quindi, forse, se penso a questi ultimi mesi, penso che gli Uccelli sono diventati importantissimi nella mia vita come presenza, come alterità,

anche perché ci guardano sicuramente da un'altra prospettiva.

Noi radicati a terra, noi schiacciati a terra e loro ci guardano sicuramente da altre prospettive.

Non so se, però posso dire che è un animale che sogno.

Forse uno dei sogni che ho fatto poche volte, che sogno di sognare.

Unisera dico, speriamo di risognare quella cosa.

È venuto da un'esperienza che ho avuto e che è il plankton come forma animale.

Mi è accaduto tanti anni fa, ho visto spesso il plankton nella mia vita, è successo.

Abbiamo la fortuna che anche nel Mediterraneo ci siano delle notti in cui basta toccare l'acqua e se vede scintillare.

Però, molti anni fa, mi trovavo in un'isola, in Samotrasia, un'isola veramente speciale, molto faticosa, potrei dire,

mi sono andata pensando di fare una vacanza e invece mi sono trovata tra dirupi, montagne da scalare, fiumi pericoli, alluvioni, zanzare.

Mia figlia era molto piccola, quindi proprio vivevo la morte ogni giorno, l'idea che stavamo per cadere da un dirupo

o che qualcosa ci stava per accadere perché è un'isola molto selvaggia, piena d'acqua dolce,

dove i luoghi hanno dei nomi e chiedevo perché si chiama così? Ah, perché c'è morte una persona che si chiama così?

Quindi ero veramente spaventata da quest'isola, un'isola bellissima, però veramente un'isola selvaggia,

non un'isola educata da noi occidentali, un'isola che è rimasta mitologica, l'isola dell'aniche di Samotrasia.

Avevamo raggiunto naturalmente a rischio di cadere negli strapi ombi, dopo 5 ore con lo zaino, in cammino super la montagna,

all'unica spiaggia verso il tramonto dell'isola che è inaccessibile, dove c'è un estuario di un fiume secco,

dove sorge dell'acqua dolce sulla spiaggia, quindi si può non portare l'acqua perché c'è una sorgente d'acqua dolce potabile.

In questo luogo così strano, così isolato, vivevo in uno stato di paura, perché era tutto molto pericoloso.

Vivevo anche in uno stato di paura materno, chiaramente non sto parlando di paura per me,

però vedevo quanto tutto ci circondasse e fosse così altro, come la natura fosse veramente altro rispetto a noi uomini.

Quella sera che siamo arrivati su questa spiaggia dovevamo lavare dei piatti, perché facevamo un campeggio libero,

su questa spiaggia dove molte persone fanno un campeggio libero.

Quindi mi sono avvicinata all'acqua nera, un'acqua profondissima, si dice che sia a un metro dalla spiaggia a 100 metri,

cioè dalla spiaggia della costa, non proprio lì sulla spiaggia, ma subito accanto, quindi un mare molto scuro.

Mi sono avvicinato, ho appoggiato le mani nell'acqua e si è tutto illuminato.

Io non avevo mai visto una cosa del genere, ero sconvolta, ho chiamato mia figlia e ci siamo buttate,

nonostante la paura di questo mare nero, invece ci siamo buttate e credo di aver toccato una frontiera

tra il visibile e l'invisibile incredibile, perché abbiamo nuotato per un sacco di tempo con la maschera poi in un cielo stellato.

All'improvviso questo luogo inospitale era un luogo di meraviglia, la frontiera di una meraviglia.

Forse quello è stato un animale, veramente sto parlando di microorganismi,

però dei microorganismi magici che hanno completamente trasformato il mio sguardo su un luogo e su un momento che stavo vivendo.

Ci tornerai subito.

Hai parlato di alterità rispetto al mondo animale.

A me viene in mente una delle immagini più indelebili dei tuoi film, quella del cammello, sempre nelle meraviglie.

Un animale sperduto, legato a una giostra circondato dalla terra fangosa e non c'è niente che più rappresenti

la totale straneità, alterità dell'animale circondato da esseri umani.

Tu pensi che l'animale abbia un'anima?

Anima e animale sono proprio parole che hanno la stessa casetta, vivono nella stessa casa, si scaldano lo stesso fuoco.

In ogni film che faccio ho trovato un animale un po' totemico, un animale che mi ha misteriosamente seguito

da i gatti di corpo celeste, al cammello delle meraviglie, al lupo di Lazaro Felice, agli uccelli della chimera.

C'è stato un passaggio sicuramente attraverso tanti animali che mi sembra proprio fondamentale

far partecipare ai miei film, perché i film sono un incontro tra persone, tante persone, attori, nonattori,

troup, abitanti del luogo, persone che vengono da lontano, ma anche sono l'incontro con un territorio

e l'incontro anche con degli animali. Più almeno per come lavoro io, più mondi diversi si incontrano,

più alchimie sono possibili, più ingredienti improbabili riesco a mettere insieme, più il tentativo

della pozione vallontano può essere anche fallimentare chiaramente, però è un grande sforzo,

ma è anche una grande gioia unire uomini e animali e credo che durante il film ci sia questa possibilità.

Il cammello per me era per esempio l'immagine dell'alterità, l'immagine della misura, della follia di un padre

che non concede niente alle prope figlie, ma gli regala un cammello. Nel film vediamo anche una fotografia

a peso al muro in cui c'è Gelsomina, la protagonista, su un cammello, quindi forse c'è dietro questo cammello

una storia, una vacanza, un momento in cui lei è stata felice, che il papà vorrebbe ricostruire,

non è importante siamo noi a immaginarlo.

A proposito di, appunto, girare, trovare spunti un po' nel mondo, i tuoi personaggi sono spesso

creature selvattiche, non si capisci, sembrano arrivare da un altro mondo, dove li trovi?

Vivo sul confine e quindi racconto sempre personaggi su un confine, sui margini, chiamati anche marginali,

però sicuramente persone che vengono dal margine.

Come raccontavo anche prima, a volte la gioia di creare un incontro che la vita non renderebbe possibile,

invitare Isabella Rossellini a passare le sue giornate con un gruppo di tombaroli, del Viterbese,

forse sono due mondi che non si potrebbero mai incontrare, ma si possono incontrare e che cosa succede se si incontrano?

Quando facciamo un casting con Chiara Polizi, facciamo sempre delle ricerche molto larghe, molto trasversali.

Anzi, in genere, tante persone che partecipano al film non sono neanche persone che vorrebbero partecipare,

ma siamo noi a doverle convincere e a tirare dentro.

Credo che alla base di ogni scelta ci sia un riconoscimento, quindi probabilmente in quelle persone riconosciamo dei personaggi.

Buon appetito!

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Un’isola speciale, dell’anima degli animali, Isabella Rossellini. Valentina Pigmei intervista la regista Alice Rohrwacher.

Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un’informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcast

Scrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050
Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.