Il Mondo: Da Macron a Lula, i leader mondiali vanno da Xi Jinping. Come sta cambiando Twitter con Elon Musk.

Internazionale Internazionale 4/17/23 - Episode Page - 25m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli, io sono Giulia Zoli e questo

è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo dei viaggi di Macron e Lula in Cina e di come sta cambiando Twitter

con Elon Musk e poi di una notizia di scienza e di un disco.

È lunedì 17 aprile 2023.

Un bagno di sviluppo che ha più funzioni e non solo una funzione.

Ogni sera mi chiedo perché tutti i paesi devono basare il loro commercio sul dollaro.

Ha detto il presidente brasiliano Luisi Nasi o Lula da Silva nel discorso che ha pronunciato

il 13 aprile nella sede della banca per lo sviluppo dei Bricks a Shanghai.

Il giorno dopo Lula è stato accolta a Pekino dal presidente cinese Xi Jinping, reduce da

due settimane ricche di appuntamenti.

Prima di Lula infatti alla fine di marzo il leader cinese aveva ricevuto i capi di governo

di Spagna, Singapore e Malaysia.

Poi il 6 aprile c'è stata la discursa visita del presidente francese Manuel Macron, accompagnato

per una parte del suo viaggio dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Per Xi Jinping questi incontri sono un'opportunità per affermare la sua visione di un ordine globale

non dettato dagli Stati Uniti.

Ma dopo un anno segnato dal conflitto in Ucraina, dalla crisi energetica alimentare

e dalla minaccia di una guerra nucleare in Europa, anche gli alleati europei e le altre

potenze guardano a Pekino per cercare di capire come muoversi in un ordine mondiale che sta

cambiando.

Ne parliamo con Camilla Desideri, editor di America Latina e Jacopo Zanchini, vice direttore

di Internazionale.

Il presidente Lula è andato in visita di Stato in Cina dalla 12 al 15 aprile.

È stato il suo terzo viaggio nel paese, ma il primo da quando si è insediato alla guida

del Brasile, lo scorso primo gennaio.

Inizialmente il viaggio era stato programmato alla fine di marzo, ma è stato poi cancellato

a causa di problemi di salute della presidente Lula, ed è stato riorganizzato in fretta

per metà aprile, proprio a dimostrazione dell'importanza dei rapporti bilaterali tra

Cina e Brasile.

Sì è la Cina che il Brasile, infatti dobbiamo ricordare che fanno parte dei BRICS, cioè

il gruppo di paesi emergenti formato anche dalla Russia, dall'India e dal Sudafrica.

Nella visione multipolare del mondo di Lula, quindi è importante che questi paesi abbiano

un ruolo di primo piano in contrapposizione all'Occidente.

Qual era quindi l'obiettivo del viaggio di Lula in Cina?

L'obiettivo del viaggio di Lula era economico e commerciale, ma anche politico.

Lula è andato a Shangai, a Pechino, con una delegazione enorme formata da 300 persone

in gran parte del mondo d'imprenditoria, dell'allevamento e dell'agrobusiness, quindi

ha voluto sicuramente sottolineare l'importanza della Cina come partner commerciale.

Dal 2009 la Cina è il principale partner commerciale del Brasile davanti a Stati Uniti

e Argentina.

A Shangai inoltre Lula ha preseduto alla cerimonia di insediamento di Dilma Rousseff, l'expresidente

brasiliana del suo stesso partito, quello dei lavoratori, alla presidenza della Banca

per lo sviluppo dei BRICS, quindi un'istituzione che si vuole porre come alternativa sia al

Fondo monetario internazionale che alla Banca Mondiale, che sono controllate dagli Stati

Uniti e dai loro alleati occidentali.

E proprio in quell'occasione ha sottolineato l'importanza di sostituire il dollaro nelle

transazioni commerciali internazionali e quindi di usare un'altra moneta per gli scambi

commerciali.

Questi interessi economici hanno un legame con la posizione del Brasile sulla guerra

in Ucraina?

Sicuramente le due cose vanno di pari passo.

L'interesse economici con la Cina sono enormi, il Brasile sporta in Cina, carne, soia, manche

cotone, zucchero e cellulosa e la Cina investe in opere infrastrutturali e nel settore energetico

brasiliano in realtà in tutta l'America Latina.

Però ci sono anche importanti relazioni politiche sia la Cina che il Brasile hanno

voluto mantenere una certa neutralità nel conflitto in Ucraina e l'ULA fin da subito

si è voluto porre come mediatore in questo conflitto.

Da una parte ha mantenuto un dialogo aperto con il leader ucraino Zelensky e lo scorso

febbraio all'Assemblea generale dell'ONU ha votato per il ritiro dei russi dal territorio

ucraino.

Dall'altra però non ha voluto inviare armi né aiuti militari a Kiev perché vuole essere

un potenziale mediatore credibile per entrambe le parti, quindi sia per Mosca che per Kiev.

Jacopo, la guerra in Ucraina è stata al centro della visita del Presidente Francesa Emanuele

Macron che ha fatto molto discutere per le sue dichiarazioni sull'Europa e in particolare

sul concetto di autonomia strategica dell'Europa, di cosa si tratta?

Ma in realtà l'autonomia strategica europea è un concetto che nelle istituzioni viene

discusso dal 2013 Circa e in effetti Emmanuel Macron non è che l'ha scoperto durante questo

viaggio in Cina, già nel 2017 gli aveva dedicato un importante discorso alla Sorbonna che significa

autonomia strategica europea, significa che l'Europa, che è un l'Unione di 27 paesi

e mezzo miliardo di persone, dovrebbe essere più indipendente, più forte nella politica

estera, nella politica di sicurezza e nella difesa e quindi dovrebbe saper difendersi

da sola e avere una maggiore autonomia rispetto in particolare agli Stati Uniti d'America.

È un concetto che ha avuto un grande successo soprattutto negli anni di Donald Trump quando

la Casabiantha sedeva un presidente dichiaratamente ostile agli alleati della democrazia europea

e che si trovava molto più a suo agio con i dittatori e che considerava agli europei

degli scrocconi che con i soldi dell'America si difendevano con le armi statunitensi.

Ovviamente questo concetto è stato leggermente indebolito dalla guerra in Ucraina, l'invasione

russa in Ucraina e il pesante intervento degli Stati Uniti a difesa di Kiev fa sì che

l'autonomia strategica europea oggi sia un concetto un po' più difficile da portare

avanti.

Perché questa idea ha fatto arrabbiare gli altri leader europei?

Emmanuel Macron ha tirato fuori il concetto di autonomia strategica europea in un'intervista

fatta ad alcuni media proprio mentre stava partendo da Pekino.

Perché questo ha fatto arrabbiare un po' tutto?

Intanto è andato a Pekino accompagnato da Ursula van der Leyen che però ha avuto un

ruolo assolutamente di secondo livello non essendo considerata dai cinesi un capo di

Stato in quanto i cinesi tendono a preferire i rapporti bilaterali a quelli con l'Unione

Europea.

È stata trattata con un protocollo diplomatico infinitamente inferiore, non ha avuto un

facciaffacciaff col presidente cinesi Xi Jinping e ha avuto diritto solo a un incontro

a tre.

Questo ha messo l'Europa un pochino in difficoltà.

Ma soprattutto tirare fuori questo concetto a Pekino in questo momento con la guerra in

Ukraine ha sottolineato le differenze e le divisioni profonde che ci sono tra i paesi

europei su tutto il contesto internazionale.

In particolare tra i paesi dell'Europa dell'Est, soprattutto la Polonia, Repubblica

Cecca e gli Stati Baltici, ma anche i paesi nordici che sono fondamentalmente più vicini

agli Stati Uniti e considerano il rapporto con gli Stati Uniti fondamentale e invece

la Francia e altri paesi che sono un po' più morbidi su questo.

Financo la Germania è parsa, diciamo, piuttosto in nervosità dall'uscita e il primo ministro

Polacco, Matteus Moravieschi, ha annunciato che la presidenza di turno polacca dell'Unione

europea nel 2025 avrà come priorità l'alleanza con gli Stati Uniti che è il fondamento

della nostra sicurezza.

In altre parole, sono venuti al Pettine non solo le divisioni europee, ma anche la sfiducia

che questi paesi hanno nei confronti di un ruolo possibile di mediazione della Cina,

che viene vista in parte anche giustamente come troppo vicina alla Russia.

Alla fine, quale prevede essere il bilancio del viaggio di Macron?

Chi ci ha guadagnato?

Sembraverci guadagnato soprattutto Xi Jinping e la Cina.

Se consideriamo il viaggio fin troppo cordiale fatto da Xi Jinping a Mosca, a Marzo e le

parole del Presidente cinese verso il Presidente russo come compagno di strada in questa battaglia

per un nuovo ordine mondiale, è chiaro che il discorso di Macron sulla autonomia strategica

è stato un po' sbagliato, sia da un punto di vista del luogo in questo fatto, del tempo

e del momento scelto, soprattutto perché, oltre alla questione dell'Ukraine, c'è

la questione di Taiwan, appena Macron è partito, è partita anche la più grande esercitazione

militare cinese a largo di Taiwan per dimostrare che Taiwan è comunque sottominaccia e che

un giorno tornerà nelle braccia della madre patria.

In questo modo Macron sembra aver indeborito l'Europa più che rafforzarla, rafforzato

il ruolo della Cina come partner mondiale, sembrato quasi indifferente, facendo chiaramente

arrabbiare gli americani su Taiwan, dicendo dobbiamo valutare se è nel nostro interesse

la difesa di Taiwan, insomma, complessivamente è sembrato un paunautocoll di un presidente

che è molto discusso all'interno del suo paese in questo momento a causa della riforma

delle pensioni e che sembra aver cercato troppo in fretta e troppo precipotiosamente un palcoscenico

internazionale che però l'ha visto in difficoltà, soprattutto con i suoi alleati.

Grazie a Jacopo Zanchini e grazie a Camilla Desideri.

La notizia di scienza della settimana raccontata da Elena Boille, vice direttrice d'internazionale.

La formica Pazza Gialla, una specie invasiva che si trova soprattutto nel sudestasiatico

in oceania, deve il suo nome al modo frenetico in cui si muove se viene disturbata, ma ora

potrebbe esserci un altro motivo per definire pazze queste formiche.

Secondo uno studio pubblicato su Science, i maschi della specie hanno due DNA diversi,

cioè nello stesso esemplare circa la metà delle cellule è un patrimonio genetico e

l'altra metà ne ha un altro, quasi fossero due individui in uno.

Si parla infatti di organismi chimera.

Il fenomeno delle chimere si ritrova anche in altre creature, ma di solito si tratta

di incidenti di sviluppo.

Le formiche Pazza Gialla invece sono il primo animale conosciuto per il quale questa proprietà

è un aspetto essenziale, frutto di una modalità riproduttiva finora sconosciuta.

Come racconta l'articolo di New Scientist che pubblichiamo questa settimana su internazionale,

normalmente le formiche si moltiplicano tramite riproduzione sessuata, in cui lo spermatozofi

feconda l'ovolo, oppure tramite riproduzione clonale, in cui la regina genera i figli

senza i geni di un secondo genitore.

Di solito dagli ovuli fecondati nascono le femmine, mentre da quelli non fecondati nascono

i maschi, che quindi normalmente ereditano i geni di un solo genitore.

Nel caso delle formiche Pazza Gialla anche i maschi vengono da ovuli fecondati, ma a differenza

di quello che succede normalmente, il DNA dell'ovolo e quello dello spermatozofo non

si fondono.

I maschi hanno quindi due DNA diversi in parti diverse del corpo.

La settimana scorsa, l'imprenditore sudafricano Elon Musk ha fatto un bilancio con un giornalista

della BBC dei suoi primi sei mesi a capo di Twitter, che ha comprato lo scorso ottobre

per 44 miliardi di dollari.

Nell'intervista, di cui avete sentito un passaggio, ha risposto anche a domande sui grossi tagli

di personale sulla diffusione della disinformazione su Twitter.

Musk è convinto di essere un innovatore con la missione di salvare il mondo attraverso

la tecnologia.

Ma non stanto il suo tentativo di tranquillizzare il pubblico e gli investitori, è negabile

che questi primi sei mesi a Twitter siano stati turbulenti e molto criticati.

Ne parliamo con Viola Stefanello, giornalista del post esperta di tecnologia che colabbra

anche con Internazionale.

Qualche giorno fa, Elon Musk ha dato una delle prime rare interviste complete da quando

ha acquistato Twitter, 6 mesi fa, a fine ottobre, di aver sofferto molto negli ultimi

6 mesi.

Ha detto non è stata una festa comprare Twitter e farlo funzionare.

E effettivamente un po' da osservatori esterni, un po' da persone che stanno sulla piattaforma

negli ultimi 6 mesi ci si accorti molto del fatto che Musk attentenzialmente ha deciso

e imparato cosa fare con una piattaforma social, man mano che lo faceva, è successo

tantissime volte che Twitter annunciasse una nuova funzionalità che nessuno aveva chiesto

loro e poi decidessero il giorno dopo che non sarebbe successo, perché troppe le persone

gli avevano detto che erano una cattiva idea, quindi sono stati principalmente 6 mesi molto

molto confusionati e molto caottici sulla piattaforma.

Per avere un'idea di quello che è successo su Twitter negli ultimi 6 mesi ti chiederai

questo, se guardassimo una schermata di Twitter di un anno fa quali differenze noteremo con

quella di oggi?

Allora penso che la principale sia il significato che si dava all'epoca e che si dà oggi alle

spunte blu, che poi è anche uno dei cavalli di battaglia di Musk da quando ha acquistato

Twitter.

Prima di Musk le spunte blu, ovvero quelle di verificata dell'identità delle persone,

venivano date dall'alto in base a dei criteri non sempre evidentissimi però dovevi tendenzialmente

essere un personaggio che si temeva potesse essere impersonato da qualcun altro, quindi

personaggi famosi e un sacco di giornalisti.

Una delle cose su cui Musk ha più puntato è il fatto che le spunte blu avrebbero cominciato

a essere a pagamento e disponibili a tutti, il che ha creato tantissimo dibattito e oggi

effettivamente si vedono tante persone che non si capisce

che non si capisce

conclude.

dei tweet, che è un'altra cosa che nessuno aveva chiesto, sono stati aggiunti il conteggio

delle persone che hanno salvato un tweet, quindi segnalibri, ci sono delle piccole

differenze, la cosa principale è la spunta blu e l'algoritmo mi sembra che funzioni

un po' peggio in termini di che cosa ti propone.

Al suo arrivo Elon Musk ha fatto dei tagli di personale molto pesanti, tanto che alcuni

temevano che la piattaforma non potesse nemmeno più continuare a funzionare, o quanto

meno non si potesse più garantire un livello minimo di sicurezza.

A livello di sicurezza, a livello proprio della sua funzionalità, si hanno dato una

differenza?

La piattaforma si rompe, nel senso che smette di funzionare, c'è qualche glitch, la gente

smette di avere tutti i suoi follower da un momento all'altro e poi li riottiene

ma senza spiegazione, molto più spesso, non che Twitter prima fosse una piattaforma

perfetta, però effettivamente c'è stato un giorno in cui nessuna foto e nessun video

si caricava per ore, ci sono stati diversi momenti poi spiegati anche da Musk come a

stavamo cercando di fare questo, c'è stata una conseguenza che non ci aspettavamo su

quest'altra cosa.

E dal punto di vista della sicurezza, quanto meno l'autenticazione ha due fattori, quindi

il sistema che serve a rendere più sicuro al momento dell'accesso a un profilo è stata

completamente disattivata per le persone che non sono ischeritte a Twitter Blue e tantissime

cose che prima venivano proposte o comunque introdotte o ventilato che sarebbero successe

per tutti, adesso viene detto a questa cosa stiamo lavorando per gli utenti di Twitter

Blue e basta.

Un'altra cosa che aveva preoccupato gli utenti e non solo era l'annuncio che Musk

avrebbe riaperto tutti i profili che erano stati bloccati in precedenza per diffusione

di discorsi d'odio e disinformazione.

Cosa è successo su quel fronte in questi mesi?

Twitter è tornato a riempirsi di insulti e fake news.

Hai effettivamente riportato su Twitter tantissimi personaggi che erano stati banditi,

tra cui Trump che però ha scelto di non tornare a Twitter perché ha costruito nel frattempo

un intera piattaforma in cui è praticamente l'unico personaggio rilevante, quindi è

rimasto su Truff, sulla sua piattaforma.

Da un punto di vista puramente quantitativo è uscito da poco questo studio che mostra

che dal giorno in cui Musk ha comprato Twitter il quantitativo di odio anti-semiti, quindi

di contenuti anti-semiti su Twitter sono aumentati del 105%.

Se a questo aggiungiamo il fatto che praticamente tutte le persone che si occupavano di moderazione

dei contenuti sono state licenziate, non fa ben sperare.

In generale in questi mesi Twitter è riuscito a mantenere il suo status di piattaforma preferita

dai giornalisti e politici per la comunicazione, oppure pensi che abbia un po' perso questo

ruolo.

Direi che l'ha mantenuto ma più per mancanza di alternative considerate valide che per

la medito di Musk, mancano al momento delle piattaforme che abbiano abbastanza seguito

e numero di utenti da giustificare in modo abbastanza paradossale un ulteriore esodolino

e quindi ci si sente un po' intrappolati nella necessità di rimanere su Twitter, anche perché

praticamente è una delle ultime piattaforme incentrate sulla scrittura in un suo video

e le immagini che rimane.

È diventato un posto più ostile nei confronti dei giornalisti, Musk non ha mai nascosto

la sua antipatia nei confronti di praticamente tutti i media tradizionali e qualche giorno

fa, da un giorno all'altro, Twitter ha cominciato a etichettare la BBC e la National Public

Radio che è un'organizzazione statunitense che riunisce

come media affiliati a uno Stato che di base è l'etichetta che normalmente viene attribuita

in media di Stato nei regimi autoritari senza consultare nessuno e questo ha fatto arrabbiare tantissimo,

l'arrivoHo su hein venerdì mi ha intracto all'aria che si porta siccantemente per un tempo l'ultimo

non è chiaro, nel senso è molto più visibile di altri nel suo livello di caos e di tentativo

di influenzare la politica, sì, c'è anche da dire che ci sono un sacco di personaggi

altrettanto ricchi che sono meno vistosi e fanno altrettanti danni. Il concetto di danno

poi ovviamente dipende dalla visione del singolo nei confronti di se sia giusto che si permetta

alle persone di diventare così ricche e via dicendo che appunto è molto più ampio e forse

è anche un tema che è emerso nel momento in cui ha deciso di contrare i twitter dovremmo

interpellarci sul fatto che si permetta a personaggi così ricchi e così controversi di

avere un ruolo e un potere così grande su piattaforme che alla fine sono spazi digitali

che hanno una rivelevanza così centrale per la politica, per il giornalismo, per il discorso

pubblico. Questo è un discorso che va molto più in là di mask singolarmente.

Grazie a Viola Stefanello. Grazie a voi. Il disco della settimana è consigliato da

Daniele Cassandro, editor di cultura d'internazionale.

Gli Certain Ratio sono una delle band più eccentriche ed eclettiche della New Wave Britannica.

Fondati nel 1977 sono stati dai primi gruppi post punk a essere influenzati dal funk, dalla

disco e dalla musica latina. Gli Certain Ratio sono stati più o meno sempre attivi dai

primi anni 80 a oggi, mantenendosi lontani da qualunque forma di retromania o di revival,

forse proprio grazie all'inafferrabilità della loro musica.

Il loro ultimo album si intitola non senza una certa ironia 1982 e non ha nulla a che

vedere con la nostalgia degli anni 80. L'attacco della recensione di Peach Fork di

questo album è memorabile. Gli Certain Ratio si sono impadroniti dello Slap Bass come

Petrarcha fatto con il sonnetto. Effettivamente il suono di 1992 è tutto costruito sul caratteristico

suono schiaffeggiato, slap appunto, del basso elettrico tipico della musica funk.

Intorno a queste solide fondamenta percussive, gli Certain Ratio costruiscono canzoni memorabili

che mescono elementi di folk, free jazz e improvvisazione.

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con il mondo è domattina alle 6.30.

Ciao!

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L’Europa e il Brasile guardano a Pechino per cercare di capire come muoversi in un ordine mondiale che sta cambiando. Con l'acquisizione di Elon Musk avvenuta sei mesi fa, su Twitter stanno cambiando molte cose e spesso in peggio.

Camilla Desideri, editor di America Latina di Internazionale
Jacopo Zanchini, vicedirettore di Internazionale
Viola Stefanello, giornalista del Post

Lula ai Brics, Shanghai: https://www.youtube.com/watch?v=WUULLr_6JtY

Twitter: https://www.youtube.com/watch?v=MHTc77PTLVI

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.