Il Mondo: Cosa succede in Sudan. Perché l’ultima fuga di notizie dal Pentagono è diversa dalle altre

Internazionale Internazionale 4/18/23 - Episode Page - 23m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli, io sono Claudio Rossi Marcelli e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di cosa sta succedendo in Sudan e del militare che ha diffuso online i documenti segreti del Pentagono e poi di un articolo di Internazionale e di una mostra.

È marzo di 18 aprile 2023.

Questa è l'audio di un telegiornale andato in onda in Sudan il 15 aprile. Mentre il conduttore parlava,

in sottofondo si sentivano le esplosioni e gli spari degli scontri armati che erano scoppiati pochere prima a Khartoum.

A combattere sono l'esercito regolare sudanese e un gruppo paramilitare chiamato Forze di supporto rapido che si stanno affrontando soprattutto nella capitale.

Le vittime sono almeno 97, i feriti sono centinaia e l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che diversi ospedali hanno finito le scorte di sangue e di altre forniture mediche essenziali.

Quello che è scoppiato in Sudan è un conflitto in qualche modo annunciato ed è frutto di anni di instabilità politica nel Paese.

Cerchiamo di capire cosa sta succedendo insieme a Francesca Sibani, editor di Africa di Internazionale.

Ormai un centinaio di sudanesi, e parliamo solo di civili, ha perso la vita da sabato quando nel Paese sono scoppiati dei violenti scontri trafazioni opposte dell'esercito. Il grosso dei combattimenti che hanno visto l'uso di artiglieria pesante e anche raida aerei, si svolge nella capitale Khartoum e nella città gemella di Ondurman che si trova sulla sponda opposta del fiume Nilo.

Intorno soprattutto all'aeroporto e ad alcune installazioni militari dell'une e dell'altra parte.

In queste violenze sono morti anche tre operatori del World Full Program che ha poi deciso di interrompere le attività nel Paese.

La popolazione civile è stata presa totalmente alla sprovvista da questi scontri, tanto che un gruppo di un centinaio di studenti che era a Khartoum per sostenere un esame rimasto bloccato in una scuola che si trovava vicino al Palazzo Presidenziale.

Ci sono altre città del Paese che sono interessate Niala, nel Darfur che è una regione occidentale che tutti conosciamo per la famosa guerra di vent'anni fa.

Oppure anche la città di Meroe è stata coinvolta da questi combattimenti, una città del nord dove c'è un importante aeroporto strategico.

La situazione sul terreno è ancora fluida e non sappiamo come evolveranno i prossimi giorni, tanto più che le forze che combattono sono molto equilibrate, perché se da una parte ci sono meno combattenti però sono più esperti e più abituati al combattimento.

Partiamo proprio da questo, chi sono esattamente le fazioni dell'esercito di cui è parlato o che si stanno scontrando?

Da una parte abbiamo l'esercito regolare che fa Capo al generale Abdel Fattal Buran che è l'attuale leader del Paese perché Capo dell'Aggiunta Militare che viene chiamata anche Consiglio Sovrano e ha preso il potere circa due anni fa con colpo di stato.

Buran è sostenuto dall'Egitto mentre i suoi avversari fanno notare che lui incarna l'anima islamista dell'esercito.

Ricordiamo che il Sudan è stato governato fino al 2019 da una dittatura quarantennale di Omar al Bashir che si posava proprio su questi due pilastri.

L'esercito e l'islam, la sciaria, cioè la legge islamica che invigora in tutto il Paese e che tutti sono tenuti a rispettare e anche all'interno dell'esercito c'è una forte corrente islamista.

Il suo avversario è il vice di Al Buran, si chiama Mohamed Hamdandagalo, detto per brevità emetti, che è il suo soprannome, e è il capo di una forza paramilitare che si chiama forze di supporto rapido.

Queste forze di supporto rapido sono un'emmanazione delle milizie Jean-Jawid che, sempre una ventina di anni fa, combatterono contro le popolazioni rivoltose del Darfur.

Entrambi derivano dall'esercito, sono due personalità che affondano le loro radici nella dittatura di Omar al Bashir e che ora si trovano a scontrarsi per vedere chi è l'uomo forte del Paese.

La rivalità tra queste due fazioni come è nata?

Quando nel 2018 sono cominciate le prime manifestazioni di piazza contro al Bashir, in quella che era stata vista come una primavera araba in ritardo, perché quelle prime era state nel 2011, questa avveniva 7 anni dopo.

L'esercito e le forze di supporto rapido si erano qualizzate nello sforzo di far cadere la dittatura, si erano messe dalla parte dei manifestanti leggendo la situazione all'impronta.

In quel caso quindi la loro alleanza va pagato e era andata al potere un consiglio di transizione che era formato sia da militari e da civili.

Due anni dopo, intorno al 2021, Emmetti e al Buran si sono di nuovo qualizzati contro i civili, facendo una specie di colpo di stato all'interno della transizione,

arrogandosi tutto il potere nel momento in cui avrebbero dovuto cederlo alle controparti civili.

Questa loro alleanza di comodo è scoppiata però di recente, perché di fronte a una gravissima crisi economica, al continuare delle manifestazioni di piazza contro il regime militare,

sono ricominciati le trattative con la piazza per riportare finalmente la democrazia nel Paese, una richiesta che va avanti ormai da 4 anni con insistenza da parte della popolazione.

I militari quindi hanno dovuto cedere e risedersi al tavolo delle trattative.

Fino alla settimana scorsa queste trattative sembravano che dovesero portare a un annuncio finalmente di un governo,

solo che alla fine lo scontro tra le due personalità forti del regime è venuto alla luce quando si è arrivato a toccare il punto dell'integrazione delle forti di supporto rapido nell'esercito regolare.

Sono quindi le questioni su cui le due fazioni alla fine si sono scontrate in maniera diretta senza trovare un accordo.

Emetti chiedeva che le forti di supporto rapido dipendessero da un'autorità civile, mentre il generale Alburan chiedeva che queste unità paramilitariche nel corso degli anni sono diventate molto potenti.

Hanno avuto un budget più ampio rispetto a quello dell'esercito, hanno ricevuto armi dalla Russia, sono andate a combattere in Yemen, hanno visto, diciamo, crescere la loro influenza.

Chiedeva che queste unità fossero riportate sotto il controllo dell'esercito.

E la società civile sta avendo un qualche ruolo in questa fase?

I cittadini sono le principali vittime di questi scontri perché sono stati prese alla sprovvista, molti hanno cominciato a scappare dalle zone dei combattimenti verso le regioni dove non ci sono scontri, proprio perché temono che questa situazione si possa protrarre molto a lungo.

Lo scopio delle violenze ha sicuramente allontanato la prospettiva di tornare finalmente a un governo civile dopo tanti sforzi che sono stati fatti negli ultimi quattro anni dalla caduta della dittatura per portare avanti questo processo.

Ci sono state manifestazioni praticamente settimanali e per tanto tanto tempo a favore della democrazia si sono formati in ogni quartiere della città di Khartoum, dei comitati di resistenza, anche in altre città.

Il Sudan ha comunque delle organizzazioni sindacali che erano già ben strutturate ma che si sono rafforzate ultimamente in questi anni di transizione proprio per fare in modo che il potere non ritornasse tutto nelle mani dei militari.

Questi scontri e in generale l'instabilità in Sudan che ricadute potrebbero avere sul resto della regione?

Il Sudan, che è anche il terzo paese più grande dell'Africa subsariana, si trova all'interno di una regione che non è certo nota per la sua stabilità al sud.

C'è il sud Sudan che si è staccato dal Sudan nel 2011 e che da allora praticamente vive in una guerra civile.

Il Sudan confina anche con l'Ethiopia che ha visto da poco finire una terribile guerra civile e che con Khartoum ha ancora in corso una disputa territoriale su un territorio di confine che si chiama territorio di Alfasjaga.

Queste sono solo due esempi in una regione che è attraversata da molteplici crisi, da quell'ambientale, alle crisi economiche scatenate dalla guerra in Ucraina. Diciamo che vedere il Sudan sprofondare in un'altra guerra sarebbe veramente un colpo per chi spera nella pace e nella stabilità in questa regione.

Allo stesso tempo è un paese con un forte potenziale agricolo e minerario che ha tirato in anni recenti le mire di tanti paesi che vanno dagli Emirati Arabi, all'Arabia Saudita, che sono i due principali sostenitori del generale Emmetti, comandante delle forze di supporto rapido.

E anche della Russia che è presente nel paese, che ha venduto armi alle forze di supporto rapido, ma che è anche, diciamo, presente con la compagnia Wagner, che ha fatto affari con il generale Emmetti.

Quindi vediamo che l'interferenza di questi grandi potenze regionali e non sicuramente hanno alimentato la rivalità tra gli uomini di punta del regime sudanese.

In definitiva, l'esplosione di violenza degli ultimi giorni non aiuta proprio per niente le aspirazioni alla pace e alla democrazia della popolazione sudanese.

Grazie a Francesca Sibani.

Grazie a voi.

Giunco Terrao, editor di Asia Internazionale, racconta un articolo uscito sull'ultimo numero.

Negli ultimi anni, tra le sudcoreane, ha preso piede un movimento radicale che si ribelle a una società misogina, che vuole le donne relegate in ruoli di subordinazione, che gli impone precisi cani estetici e spesso lascia impuniti colpevoli di violenze fisiche psicologiche contro di loro.

No al matrimonio intero sessuale, no alla maternità, no al corteggiamento, no ai rapporti intero sessuali. Le ragazze che deriscono un movimento 4B, B in coreano significa no, si radono la testa, non si truccano, praticano un lesbismo politico, una scelta ideologica più che un orientamento sessuale,

e hanno deciso di eliminare gli uomini dalle loro vite, invece che tentare di abbattere il patriarcato insieme a loro. Elemento essenziale per raggiungere il loro scopo è l'indipendenza economica.

Per questo racconta l'articolo del giornale d'Online State Unità Inside the Cut, pubblicato nell'ultimo numero di internazionale, organizzano corsi su come risparmiare e investire.

Tutto questo nel paese con il tasso di fecondità più basso al mondo e dove il numero delle morti ha superato quello delle nascite dieci anni prima del previsto.

In questa conferenza stampa del 13 aprile, il ministro della giustizia degli Stati Uniti, Derek Garland, annuncia l'arresto di Jack Tejaira, 21 anni,

un militare che lavorava per la divisione dell'intelligence della Air National Guard del Massachussetts, il corpo dei riservissi dell'aeronautica militare dello Stato.

Tejaira è accusato di aver pubblicato online centinaia di documenti riservati del Dipartimento della difesa statunitense sulla guerra in Ucraina e sui rapporti con alcuni paesi alleati, e rischia una condanna fino a 15 anni di carcere.

Ne parliamo con Leonardo Bianchi, giornalista esperto di Teorio del Complotto e autore di Complotti, un libro pubblicato da minimum fax che ha anche il nome della sua newsletter.

Jack Tejaira è un naviere di 21 anni che era distanza presso la Guardia Nazionale Aerea dello Stato del Massachussetts e si occupava di gestire la sicurezza informatica e comunque di controllare la gestione della rete informatica presso una base militare dell'aviazione.

Dunque in questa veste aveva accesso a materiale riservato e coperto da segreto militare, erano i materiali dell'intelligenza sostanzialmente. Dico questo perché è accusato dalla Polizia Federale dalle Forze dell'Ordine di aver sottratto illecitamente questo materiale riservato e di averlo diffuso online.

Ed è anche questo il motivo per cui è stato arrestato il 13 aprile del 2023 al termine di un'operazione di Polizia e attualmente è accusato secondo l'espionage Act che è una legge del 1917 appunto di aver sottratto il materiale e di averlo diffuso illegalmente online.

Come è venuta la diffusione di questo materiale? Principalmente su Discord che è una piattaforma di messaggistica istantanea molto popolare e molto usata da gamer, streamer, creatori di contenuti, youtuber e varie comunità online.

Tejera è il fondatore di un server privato di Discord insieme ad altri amici conosciuti online nel periodo di disolamento della pandemia. Questo gruppo era inizialmente nato perché volevano discutere privatamente di videogiochi, meme, da volta c'era la diffusione di meme razzisti all'interno di questo gruppo e varie altre cose.

Tejera era appunto il leader indiscusso di questo gruppo e per dimostrare un po' la sua autorevolezza aveva deciso un certo punto di pubblicare le trascrizioni di questi documenti riservati e cui aveva accesso, solo che si trattava di trascrizioni molto verbose, molto lunghe e piene di termini tecnici, termini militari, quindi non facilmente accessibili.

Tant'è che gli altri membi del gruppo non se rifilavano più di tanto. Quindi Tejera, diciamo in preda la frustrazione e anche parecchio rabbiato, decide di pubblicare le foto direttamente dei documenti riservati e tra dicembre e marzo del 2023 ne pubblica secondo gli altri membi del gruppo, ne pubblica più di 300, quindi il numero non indifferente.

Ha un certo punto però, contrariamente alle volontà di Tejera, quei documenti escono dal server privato e finiscono in un altro server di Discord.

La colpa è di un colpa tra i rigoletti, è di un membro del gruppo che aveva solo 17 anni all'epoca dei fatti e non si era reso conto di quanto fosse esplosivo il materiale che aveva in mano.

Quindi per un mese circa rimbalza su altri server di Discord, poi fuoriesce da Discord e arriva in forum estremisti come 4chan, dopo finisce

finisce

sua volta nei kanali Telegram dei blogger militari Russi, questi documenti finiscono su Twitter e a quel punto vengono di presi dalla stampa e anche dalle stesse autorità

statunitensi che ne confirmano l'autenticità e poi serviva all'arresto appunto.

I documenti publikati contengono sopra tutto informazioni.

Kini non è un caso paragonabile a quello di edwa snowden o chassis menin non siamo di fronte un whistle blower qua siamo di fronte un semplice liquor che lo fa per motivazioni di prestigio interno

e quindi a provare appunto a cambiare la situazione non mi rai a non le tutto ciò ma mira da crescere la propria posizione interna di un gruppo privato

e non c'è la volontà di rivela di segreti che appunto come le casi di snoden testimoniavano una sorveglianza di massa contrari a la costituzione levere leggi a la privacy dei cittadini non c'è nulla di tutto ciò tuttavia e questo è anche una evoluzione finun certo punto sorprendente del caso

e l'interno dei circuiti complottisti come chiunon perché tegera alla fine in qualche modo assomiglia un po' all'epopea di chiunon cioè c'è una persona che all'interno dell'apparato di intelligence che rivela dei segreti questo è nella costituzione

nella costruzione quannoniste e complottista, perché sappiamo in realtà che appunto non

è andata così.

Però comunque emerge la figura del eroe solitario che lotta contro il sistema, e il sistema

in questo caso ovviamente è Joe Biden, è l'amministrazione democratica.

Cosa ci dice questa fuga di notizie sull'intelligenza statunitense invece?

Questo caso ci dice che l'intelligenza statunitense vive un periodo di particolare fragilità,

nel senso che Tejera fa parte delle quasi tre milioni di persone che in un modo o nell'altro

hanno accesso a documenti riservati.

Questo è una diretta conseguenza dell'espansione avnorme incontrollata dell'apparato di sicurezza

statunitense, che dall'11 settembre oggi è diventato appunto una vera e proprio industria,

e quindi ha dato almeno a secondi più critici troppo accesso a troppe persone.

A tal proposito il Pentagon ha già annunciato che prenderà più stringenti ovviamente i

requisiti per accedere a determinato materiale, ma comunque ci vorrà del tempo e ne fra

tempo appunto ci sono moltissime persone come Tejera che si ritrovano in mano materiale

estremamente delicato e non hanno le competenze per gestirlo.

Ci dice anche un'altra cosa a questo caso è che all'interno delle forze ermate statunitensi

e questo l'abbiamo visto anche con l'assedio al Congresso del 6 gennaio c'è una quota

non irrilevante di estremisti, perché se è vero che Tejera non ha agito per motivazioni

politiche è innegabile come hanno dimostrato le inchieste uscite finora che avessano orientamento

politico di estrema a destra, infatti in un video consultato al Washington Post viene

beccato a fare commenti antisemiti e razzisti.

Quindi c'è anche un problema di estremismo dentro delle forze ermate che si intersega

con la diciamo incapacità di gestire tutto il materiale e tutte le persone che hanno

accesso a questo materiale secondo uno osservatore come Spencer Ackerman che è un giornalista

esperto di sicurezza e di guerra al terrore, l'IC di questo genere saranno sempre più

la norma e costitueranno un gravissimo problema anche per l'accredibilità internazionale

degli Stati Uniti.

Grazie al Leonardo Bianchi.

Grazie a voi.

Una mostra a Vicenza segnalata da Carol Rollo, illustratrice che colabora con Internazionale

Kids.

Il 15 aprile, alle Gallerie d'Italia di Vicenza, è stata inaugurata la mostra X, in

onore di Elena Xausa.

Elena era un illustratrice di enorme talento che durante la sua carriera quasi ventennale

ha collaborato con le tessate brand internazionali più importanti, specialmente in digitale,

realizzando composizioni con un tratto grafico molto ironico e colorato.

Chi la conosciuta sa che era una persona davvero magica, una amica meravigliosa che ha sempre

messo tanta passione nel suo lavoro, così come nelle sue relazioni, portando con sé

luminosità e bellezza ovunque andava.

La mostra, organizzata dal festival illustri, inizia con una selezione dei suoi sketchbook

e continua con un'esposizione di suoi lavori più significativi.

La seconda parte dell'esposizione è una collettiva di cento illustratori che le hanno

dedicato un'opera.

Tutte le opere presenti in questa sezione sono invendita e ricavati andranno all'associazione

per la ricerca sul cancro.

La mostra termina con una sala in cui potersi prendere del tempo e si desegna, in questa

stanza viene presentato anche un cro-funding organizzato dal marito Lorenzo per realizzare

una grande scultura basata su una piccola statuetta modellata da lei.

La mostra durerà fino al 10 settembre, per continuare a trasmettere la forza e la bellezza

dell'immagine di Elena a sempre più persone.

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Gli scontri tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari hanno già causato quasi cento morti e centinaia di feriti. Un militare di 21 anni è accusato di aver pubblicato online i documenti riservati del Pentagono che stanno mettendo in imbarazzo Washington.

Francesca Sibani, editor di Africa di Internazionale
Leonardo Bianchi, giornalista, esperto di teorie del complotto

Sudan: https://www.theguardian.com/world/video/2023/apr/15/sudan-tv-broadcast-taken-off-air-after-loud-bangs-during-military-clashes-video
Garland conferenza stampa: https://www.youtube.com/watch?v=DM6gUZeYZkE

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.