Il Mondo: Cosa succede in Spagna dopo le dimissioni di Sánchez. Erdoğan presidente della Turchia per altri cinque anni.
Internazionale 5/30/23 - Episode Page - 26m - PDF Transcript
Dalla redazione di Internazionale io sono Giulia Zoli.
Io sono Claudio Rossi Marcelli e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.
Oggi vi parleremo di elezioni, quelle amministrative in Spagna e quelle presidenziali in Turchia,
e poi dell'arcipela godica poverde e di un film italiano.
E' martedì 30 maggio 2023.
Tutte queste ragioni, credo, consigliano una clarificazione
su la volontà dei spagnoli e i spagnoli,
una clarificazione su le politiche che deve applicare il governo della nazione
e una clarificazione su le forze politiche che deve liderare questa fase.
Solo c'è un metodo infalibile per assolventare queste dudi,
questo metodo è la democrazia,
e per consigliere, credo, che lo meglio è che i spagnoli e i spagnoli tommen la palabra,
si pronuncie senza demora, per definire il rumbo politico del Paese.
Grazie.
Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato le sue dimissioni
e ha convocato elezioni anticipate per il 23 luglio.
La decisione è arrivata ieri, dopo che il Partito Socialista ha ottenuto un pessimo risultato
alle elezioni amministrative che si sono ottenute nel fine settimana,
in alcune regioni in cui non c'è l'ultimo.
Nella dichiarazione che avete sentito, Sanchez ha spiegato le sue dimissioni,
dicendo che anche se il voto riguardava realtà a locali regionali,
gli spagnoli hanno trasmesso un messaggio chiaro che richiede una risposta democratica.
Ne parliamo con Gabriele Crescente, editor d'Europa di Internazionale.
Le elezioni del 28 maggio erano da tempo considerate una prova generale
in vista delle elezioni legislative che si sarebbero dovute tenere a questo punto.
Da tempo anche il fatto che il Partito Popolare generale era destra
fosse favorita era chiaro.
Non ci si aspettava che la vittoria del tp sarebbe stata così ampia,
e soprattutto che il Partito Socialista avrebbe perso anche nelle sue rocca forti tradizionali come Valencia,
mentre invece era atteso il triomfo di Isabella Giuseppe,
a Madrid, che la governatrice è una delle figure più popolari del nuovo corso del Partito Popolare.
Non ci aspettava forse nemmeno che a Barcelona la coalizione di Ada Colau,
la sindaca attuale sostenuta dalla sinistra,
anche se non dal Partito Socialista, arrivasse addirittura al terzo posto,
quindi dovesse terminare la sua esperienza di governo.
Delle dodici comunità autonome, sulle 17 espagnole in cui si votava,
il Partito Socialista ne ha perso sei e rischia di perdere ne altre due,
se il Partito Popolare riuscirà a raggiungere un accordo come il Partito d'Estre Maestra Vox.
Chiaramente questo ha accelerato tutti i calcoli in vista delle elezioni
e Sanchez ha concluso che non aveva senso aspettare una sconfitta annunciata a dicembre,
ma tentare di sparigliare le carte mobilitando l'elettorato di sinistra
con un invito a fare un'arginia di fronte alla destra
sull'onda del risultato di queste elezioni,
senza dare, appunto, ai modi,
i regionali che la destra ha conquistato la possibilità di formarsi
e di trasferire il nuovo potere al PP sul livello locale.
Prima di parlare più nel dettaglio della sua sconfitta elettorale,
ci fai un breve ritratto di Pedro Sanchez.
Da quanto era in carica e che premia era stato?
Sanchez era entrato in carica a gennaio del 2020,
dopo la ripetizione delle lezioni,
nel 2019 aveva vinto le lezioni,
ma non aveva raggiunto la maturanza assoluta che voleva,
quindi aveva deciso di ripeterle e gli era andata male
perché aveva avuto ancora meno voti
ed era stato costretto a chiedere il supporto,
non solo del partito di sinistra unidos Podemos,
che è un partito antisistema nato dalle proteste degli indignados nel 2015,
ma anche a contare sul supporto esterno di diversi partiti locali,
che in Spagna sono molto forti,
soprattutto quelli catalani che avevano partecipato al movimento
per l'indipendenza della Catalonia.
Era stato il primo governo di coalizione della storia spagnola
e all'inizio, anche perché la maggioranza in Parlamento
sembrava che fosse destinato a durare molto poco.
Il realistico, per esempio,
è durato più di 3 anni e ha ottenuto diversi risultati.
Il primo di tutto, a livello pratico,
è quello di aver messo un argine efficace alla crisi in Catalonia,
che i tempi sembrava dover portare a un conflitto istituzionale senza fine,
forse anche alla rottura della Spagna,
invece, con un approccio moderato e abbastanza intelligente,
Sanchez è riuscito a rompere la dinamica tra nazionalisti entrambilati
e a far uscire la crisi dal binario che aveva preso.
Tant'è vero che il nazionalismo in Catalonia e il separatismo
sono crollati nei sondaggi.
Adesso la questione non è più all'ordine del gioco,
ma a testimonianza del successo ottenuto da Sanchez.
A livello interno, a livello politico,
di amministrazione Sanchez è riuscito a ottenere diversi risultati,
a livello sociale, a livello dei diritti dei lavoratori,
a livello dei diritti dei migranti,
a livello dei diritti del movimento LGBT sulla bordo,
ha fatto molte leggi che hanno portato la Spagna molto più avanti
rispetto a quello che era quando ha preso il governo,
di cui molti li hanno dato credo,
ha avuto una certa visibilità sul piano internazionale
durante il conflitto crino,
è stato uno degli interlocutori più considerati affidabili nella crisi,
molto più rispetto al ruolo che normalmente la Spagna
gioca in politica internazionale.
Sicuramente un'esperienza molto più soddisfacente
di quello che ci si aspettava all'inizio.
Però perché allora il centro sinistra
in queste lezioni ha perso in maniera così netta?
Cosa è andato storto?
Ha perso essenzialmente perché si è divisa non solo le lezioni,
ma anche nei mesi precedenti.
Tutti i risultati che sono stati ottenuti dal governo
sono stati oscurati dalle continue eliti
tra il Partito Socialista e Unitas Podemos
che si sono divisi su quasi tutto in modo spesso plateale
questo anche perché il Partito Socialista
non ha mai digerito fino in fondo l'alleanza con Podemos
che era stata decisa da Sanchez contro la volontà
di una parte molto forte della vecchia guardia del Partito
che avrebbe preferito rimanere nel quadro della politica tradizionale
legandosi al PP con una grande coalizione.
In questi mesi appunto sono state più visibili le spaccature
che non le convergenze che pure sono state tante
e anche Podemos si è spaccato infatti
ci sono state diverse fuori uscite che hanno indebolito fortemente il Partito
e che hanno portato alla fine a fargli superare la soglia di sbarramento
in diverse comunità autonome che ha determinato il risultato
perché se ci fossero stati sedgi di Podemos
il risultato sarebbe stato molto diverso.
E la destra spagnola invece come esce da queste lezioni?
In che situazione si trova adesso?
Chiaramente esce molto rafforzata da questo risultato
fino a pochi anni fa sembrava che il Partito popolare
fosse entrato in una crisi terminale
invece è riuscito a invertire la tendenza
molto chiaramente soprattutto facendo chiarezza
sulla possibilità di dialogare con le lezioni
che fino a pochi mesi fa era stato un motivo di discussione
all'interno del Partito dove molti pensavano
che legarsi a un Partito che faceva chiaramente riferimento
alla tradizione franquista fosse inacceptabile
un Paese che è uscito dalla dittatura da pochi decenni
e invece la nuova leadership di FECO ha chiarito
che dove è necessario il Pipi Popolo
dialogherà con Vox e cercherà di governare con esso
grazie a quest'alleanza ha conquistato la possibilità reale
di vincere e di governare a livello nazionale
Il Partito Vox si può definire un partito di estrema destra
come detto giustamente tu, quanto somiglia a far talli d'Italia?
Le somiglianze ci sono, sono state semplificate
dal celebre intervento di Giorgia Miloni
al Congresso di Vox e al Vox
nel 2021 sui temi identitari, sui temi del nazionalismo
del sovranismo almeno fino alla svolta moderata
tra delle d'Italia dopo l'arrivo al governo
le somiglianze erano evidenti
la storia dei due partiti è molto diversa
Vox viene da una scissione del Partito Popolare
nel 2013 da parte degli elementi che appunto
si richiamavano al nazionalismo spagnolo più esplicito
e non disdegnavano appunto il richiamo
alla tradizione franchista
non è mai stato al governo
tranne che nelle amministrazioni locali
negli ultimi mesi ha per il momento
un approccio molto molto più battagliero
che si è andato irrigidendo
soprattutto dopo il referendum in Catalonia nel 2017
quando Vox è diventato il principale partito
nazionalista spagnolo che faceva appello
a tutti i mezzi disponibili per reprimere
il separatismo catalano in questo modo
ha conquistato una visibilità inedita
e ha conquistato una grossa fetta dei voti
del Partito Popolare tra gli elettori popolari
che appunto si volevano un'opposizione ancora più chiara
all'indipendentismo catalano
A questo punto dopo questo risultato elettorale
quali scenari politici si aprono per la Spagna?
Se questi tendenze delle regionali si replicheranno
la vittoria della destra pare scontata
non è scontato che riesca a ottenere la maggioranza assoluta
se non riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta
con il sostegno di Vox
il PP avrà diversi problemi
perché a differenza del Partito Socialista
che riuscite a ottenere l'appoggio esterno
dei partiti regionali
l'alleanza con Vox gli precluderà qualunque dialogo
con il resto del Parlamento
potrebbe tentare un governo di minoranza
basandosi sulla divisione dell'opposizione
oppure potrebbe cercare di ripetere nuovamente le elezioni
per avere il risultato più rotondo
il recupero della sinistra appare improbabile
anche se Sanchez dovesse mobilitare
gli elettori che sono stati a casa alle regionali
con l'appello all'unitanti fascista
sembra difficile che riesca a ottenere
la maggioranza lui stesso
quello che può ottenere
è forzare un pareggio tecnico
in cui la vittoria della destra non si è così scontata
e costringere il PP a esplorare altre soluzioni
Grazie Gabriele Crescente
Grazie a voi
Francesca Sibani, editor di Africa d'Internazionale
racconta un articolo del nuovo numero
spiagge bianche, gli otcullati dalle onde
pittoresche casette coloniali
dietro l'apparenza da cartolina
l'arcipelago di Capo Verde che si trova nell'oceano atlantico
nasconde un lato scuro
negli ultimi decenni infatti è diventato un centro
del traffico di cocaína proveniente dal sud america
e diretti in Europa
ne parliamo nel numero d'internazionali
ne dico la questa settimana
con un articolo ripreso dal giornale holandese
The Volkskranz
non è l'unico paese dell'Africa occidentale
a essere coinvolto in queste attività allecite
alcuni, come la Guiné Abissau
sono dei veri e propri narcostati
centri di corruzione
e riciclaggio di denaro sporco
ma Capo Verde l'autoritano ha cercato di resistere
e ostacolari contrabandieri
sequestrando tonnellate di cocaína
dalle embarcazioni sospette
per farlo hanno pochi mezzi a disposizione
e devono appoggiarsi ai colleghi europei
come i poliziotti del centro di analisi
e operazioni marittime di Lisbona
che i giornalisti di The Volkskranz
vanno a visitare
il fatto che a raccontare questa vicenda
sia un giornale holandese non è casuale
i pesi bassi e in particolare
il porto di Rotterdam hanno ormai
un ruolo centrale nel traffico di cocaína
e hanno tutto l'interesse
a tenere alta l'attenzione su questi crimini
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il 28 maggio il presidente
turco Recep Tayyip Erdogan ha vinto
il ballottaggio delle elezioni ottenendo
un terzo mandato come presidente della Repubblica
di Turchia. Dopo vent'anni al potere
prima come primo ministro poi come
presidente Erdogan che nell'audio
che avete ascoltato ringrazia i suoi elettori
dopo il voto parlando dal tetto di un pulmán
a istambul rimarrà la guida
del paese fino al 2028
il suo sfidante che Malki Lichdaroglu
ha promesso che l'opposizione continuerà
a far sentire la sua voce.
Ne parliamo con Giulia Anzaldo, redattrice
della rivista online di cultura e società
turca Kaleidoskop che ha vissuto
a lungo in Turchia e legge per internazionale
la stampa turca. Le elezioni
al ballottaggio si sono concluse
con la vittoria di Erdogan per
il 52 per cento dei voti contro
circa il 48 per cento
di Lichdaroglu che era
il candidato dell'opposizione.
Il numero si tratta di 27 milioni
contro 25 milioni di voti
andati ai due candidati.
La differenza rispetto al primo turno
i voti erano stati 49 per cento
contro 44 per cento
e c'è stato un incremento
di voti a 47 per cento
di Lichdaroglu.
L'opposizione come al primo turno
ha vinto in tutta la costa egea
da Edirne Adana
nella regione kurda, nella capitale
e nella vicina città universitaria
Eskysheir, mentre
tutta l'area della matolia centrale
del Mar Nero è stata vinta
dalla coalizione al governo
guidata da Erdogan.
Un altro dato sulle elezioni rispetto
a quelle del 2018 è che
i voti per Erdogan sono rimasti
presto che invariati intorno al 52 per cento
e nonostante la fluenza
che è stata registrata
all'87 per cento al primo turno
e all'86 per cento
al secondo turno
i due candidati si sono spartiti
i voti restanti che
al primo turno erano andate
ad altri candidati, circa il 5 per cento
e hanno registrato quindi un aumento
più o meno sensibile di voti ovunque
tramne, c'è da sottolineare
nella zona kurda dove i voti per Lichdaroglu
sono sensibilmente diminuiti.
Come composta la grande assemblia nazionale
turca, cioè il Parlamento che è uscito
da questo voto?
Quello che emerge è un Parlamento reazionario
e conservatore come mai prima
dal momento che sotto la coalizione
il cui candidato era Erdogan
i parlamentari del partito
kurdo islamico
da parte del rinato partito
di ispirazione islamica REFA.
Il primo di questi si vanta
di essere stato tra i partiti
che hanno sostenuto la rimozione
della Turcia dalla convenzione di Istanbul
per la protezione delle donne
in caso di violenza e che in propaganda
prometteva di creare le condizioni
di lavoro per le donne
conformi alla natura e alla dignità.
Insomma una grande retrocessione
dei partiti delle donne
conquistati in decenni
di lotte femministe
e anche il partitore Fane
negli dichiarati intenti mi raccosruire
un modello di donna leggo
testualmente fedele, affettuosa,
produttiva e modesta. Ecco capiamo
quale è il vandamento
di questo Parlamento
i tuoi diritti delle donne in particolare.
Come è stato accolto in Turcia
il risultato di queste elezioni?
Molti commentatori occidentali hanno detto
l'opinione pubblica Turca come è reagito.
Dopo il risultato
delle elezioni parlamentarie
la speranza della vittoria di
Kilicdarol si è affievolita
anche perché il candidato
Sinanohan
che era il candidato di una formazione
nazionalista composta da 4 partiti
di destra e estrema destra
che al primo turno aveva ottenuto
il 5%
ha annunciato una settimana prima del ballottaggio
di sostenere Erdogan.
Lo che emerge da queste elezioni è che
il consenso reale di cui ancora
gode Erdogan sia appunto
un consenso esistente
che sia da punto di vista ideologico, religioso,
politico o carismatico.
L'opposizione aveva
i suoi mezzi e strumenti interni
per il conteggio
e il monitoraggio del vandamento
dei voti e nonostante qualche
regolarità denunciata ai sedgi
il risultato è stato accettato
dall'opposizione come reale sia al primo
turno.
Si può notare una reale delusione
tangibile anche per le strade
di aereo oggi semiguote
delle grandi città come Istanbul
che è un po' riflesso della
turchia tutta per la sua composizione
e se per un osservatore
esterno la turchia sia
forse poco da stupirsi le attese
per queste elezioni erano reali
concrete, non solo perché
i pronostici al primo turno davano
flec d'arole un vantaggio
di osservatori, conoscitori del paese
giornalisti, intellettuali
in esilio era quella di
essere alla volta buona
ma evidentemente queste
aspettative esperanze non
hanno ottenuto in conto sufficientemente
dell'altra metà del mondo
perché in queste elezioni la turchia
ha confermato di essere in paese tanto
composto e composito quanto
spaccato in cui agli estremi
ci sono persone che vivono in mondi
lontanissimi tanto da
neanche incontrarsi nel quotidiano
e quindi
si può dire che oggi la polarizzazione
della popolazione è totale
e questo è forse considerato uno dei maggiori
successi della politica culturale
attuata da Erdogan
degli ultimi venti anni.
Come hai detto Kilish Daroglu, lo sfidante di Erdogan
era dato per favorito, per molti mesi
cosa è cambiato?
Dunque in realtà la coalizione guidata da
Kilish Daroglu era una coalizione formata
da 6 partiti appunto
di area democratica, nazionalista e moderata
che si era formata prima
delle elezioni del 2018
ma con inspirazione
ed erogia molto diversi tra loro.
Uno degli slogando la coalizione appunto era
insieme vinceremo e quindi
si vince che è basata principalmente
sull'opposizione Erdogan
dove internamente sensibilità e ideologie
diverse hanno fatto sì
che ci sono state lunghe
contrattazioni e rifinzementi
proprio sulla scelta del candidato.
All'altra parte la coalizione
libertà e giustizia che rieuniva
partiti di sinistra, verdi
e il partito democratico dei popoli
HDP, dei curdi
non avevano minato un proprio candidato
proprio per fare massa
in sostegno di Kilish Daroglu
che in effetti nel primo turno ha riportato
risultati alti nelle aree curde.
Tuttavia l'emerzione
di questo 5% a tendenza
nazionalista dopo il primo turno
ha determinato uno scivolamento
a destra anche della campagna
elettorale dell'opposizione
guidata da Kilish Daroglu
che ha un po' ricalcato i termini
della coalizione di Erdogan per cercare
proprio di ottenere questi sostegni
nazionalisti al ballottaggio.
Risultato è che questa manovra
non ha fatto altro che affievolire
il sostegno a Kilish Daroglu
soprattutto nelle aree curde.
Già adesso si stanno cercando
di formare nuove coalizioni all'interno
del Parlamento e a detta di
l'elementatore, analisti politici
è auspicabile che questa riforma
dello scattiare politico avvenga
per ideologie piuttosto che per strategia.
Tu viaggi spesso in Turchia
a leggi regolarmente i giornali Turchi
segui l'informazione locale
che ruolo hanno avuto i mezzi di informazione
in queste elezioni? Direi un ruolo chiave
dal momento che il Partito di Erdogan
ha utilizzato tutti gli strumenti
a disposizione dello Stato dalla Polizia
la giustizia ai mezzi economici
e evidentemente ai media.
Le due principali agenzie di Stato basti
pensare che sono controllate dal governo
così come le reti televisive
e i principali giornali d'opposizioni
e su quali mi formo
trovano spazio esclusivamente
quasi online e sui social media.
Va detto inoltre che di recente
una cosiddetta legge sulla censura
ribattezzata dall'opposizione
legge sulla disinformazione
che è stata approvata a ottobre
proprio probabilmente in vista delle lezioni
ha rispettuto ulteriormente la libertà
di manovra dei giornalisti non allineati.
Nella propaganda
usata dai media a punto di Stato
uno dei cavalli di battaglia
della campagna elettorale è stata
la demonizzazione dell'avversario
accusato di essere sostenuto
dal KKK
ed è stato perfino diffuso a questo proposito
un video montaggio
per la missione stessa di Erdogan
indiretta televisiva in cui
qui la cittarola compare accanto a uno
dei leader del partito del lavoratori
è chiaro che avendo la possibilità
di diffondere costantemente
notizie e false notizie
a proprio vantaggio
e tenendo conto anche del panorama
geografico e umano sociale
della Torchia
ho avuto un golo determinante
Quali saranno nell'immediato le conseguenze
più importanti della vittoria di Erdogan?
Già dal discorso di Vittoria
chiamato discorso del balcone
che ha tenuto Erdogan
nel complesso presidenziale di Ankara
con alcune delle linee della sua politica
principalmente
è appare chiaro che manterà una politica autoritaria
e repressiva nei confronti dei Kurdi
è stato esplicito nel suo discorso
di riferimento a Sel, ovvero
se l'attinde di Mir Tash, leader
del partito democratico dei popoli
HDP che è stato restato nel 2016
Erdogan ha fatto riferimento
anche al proseguimento
della lotta al terrorismo al sud
annunciando di continuare
a tenere i terroristi lontani dal confine
il riferimento alle operazioni militari
in Rojava. Un altro punto toccato
da Erdogan è la crisi economica da cui si impegna
ad uscire, facendo
della Turchia un allo comodivo economica
ma secondo alcuni analisti sarà difficile
riuscirci senza una seria
politica di austerità che difficilmente
sarà attuata entro dieci mesi
dal momento che a marzo del 2024
considerranno le elezioni amministrative
inoltre quest'anno è il centenario
della Repubblica che era un obiettivo di Erdogan
ha centrato e ha cominciato il suo discorso
ineggiando i cento anni della Turchia
e in politica estera da notare
che probabilmente sosterrà
al prossimo vertice nato a giugno
l'entrata della Svezia per avere
mano libera su altri fronzi.
Grazie a Giulia Anzaldo. Grazie a voi.
Il film della settimana è consigliato
da Piero Zardo, editor di cultura
di Internazionale.
Rapito di Marco Bellocchio
racconta la storia realmente
accaduta di Edgar Domortar,
un bambino che a Bologna nel 1858
fu tolto la sua famiglia ebrea
perché l'inquisizione
aveva scoperto che era stato secretamente
battezzato e secondo la legge dello Stato
della Chiesa non poteva rimanere con i suoi.
Bellocchio ha detto più volte di aver
fatto questo film perché è colpito da questa storia
pazzesca, bella in senso
drammatico ovviamente. E Susanna Nicchiarelli
che ha scritto il film insieme all'ellocchio
ha detto che si sono limitati a seguire
la verità dei fatti che sono molto ben documentati.
Tutto sembra molto semplice
perché tutti e due sanno
molto bene quello che fanno.
Bellocchio domina totalmente il mezzo.
Ne sono una prova la mestria con cui ha
diretto i bambini, per prima Nea Sala
che interpreta il piccolo Edgar Domortar
e gli accenti, le riflessioni che sparge
quella nel film pur rimanendo
sempre concentrato sulla narrazione.
È davvero soddisfacente raffinata
la rappresentazione di un personaggio storico
complesso come Pio Nono
interpretato da Paolo Piero Bon
che ignora le supliche che arrivano da tutte le parti
per restituire Edgar
da la famiglia, così come le condonate
dell'esercito italiano che si avvicina a Portapia.
Rapito di Marco Bellocchio
nelle sale.
Mattina alle 6.30.
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La dura sconfitta della sinistra alle elezioni locali ha spinto il primo ministro spagnolo a dimettersi e indire nuove elezioni il 23 luglio. Al suo terzo mandato, il presidente turco rimarrà alla guida del paese fino al 2028.
Gabriele Crescente, editor di Europa di Internazionale
Giulia Ansaldo, collaboratrice di Internazionale
Video Spagna: https://www.youtube.com/watch?v=PjGFasSEZ3E
Video Turchia: https://www.youtube.com/watch?
Scrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050
Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.