Il Mondo: Cosa si sta facendo in Europa per frenare l’aumento dei prezzi. Il silenzio dell’Italia sullo studente italopalestinese arrestato in Israele

Internazionale Internazionale 9/27/23 - Episode Page - 25m - PDF Transcript

Sali sulle spalle dei giganti. Fino al 9 ottobre, meno 20% sui grandi classici del Molino

in libreriaio online. Info su www.molino.it

Dalla redazione di Internazionale, io sono Claudio Rossi Marcelli, io sono Giulia Zoli

e questo è il mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di come frenare l'aumento dei prezzi in Europa e di uno studente italo-palestinese

arrestato in Israele, e poi della capitale dell'Indonesia e di un disco.

È mercoledì, 27 settembre 2023.

A pochi giorni dal 10.

Morialzo dei tassi di interesse in 10 mesi, la Presidente della Banca centrale europea

Christine Lagarde ha dichiarato che i tassi hanno raggiunto livelli che, se mantenuti

per una durata sufficiente, riusciranno a frenare l'aumento dei prezzi in Europa.

Secondo molte analisti, questo potrebbe significare che la Bicene non prevede ulteriori aumenti.

Ma Lagarde ha anche precisato che i tassi rimarranno elevati per tutto il tempo necessario

a raggiungere l'obiettivo. Ne parliamo con Alessandro Lubello, editor di

economia di internazionale. Le principali banche centrali del mondo,

quindi la Banca centrale europea, prima di tutto, poi la Federal Reserve statunitense,

la Banca d'Inghilterra, solo per citare le tre più conosciute, hanno deciso di alzare

i tassi di interesse, di aumentare sostanzialmente il costo del denaro, il prezzo che viene

pagato per avere liquidità dalla Banca centrale. Questi rialzi sono stati consistenti.

E, prolungati nel tempo a settembre, la Banca centrale europea ha aumentato il

costo del denaro fino al 4,5% per la decima volta consecutiva. Le altre due grandi banche,

la Fed, statunitense e la Banca d'Inghilterra, hanno annunciato una pausa, ma provenivano

da una serie di rialzi prolungata e avevano cominciato prima della BCE. L'aumento del

costo del denaro di queste proporzioni, che per molti versi sono inedite per la BCE,

che è una Banca relativamente giovane, che esiste da poco più di 25 anni, e per la Fed

e la Banca d'Inghilterra sono notevoli perché si sono trovati di fronte a un momento consistente

e molto veloce dell'inflazione, cioè dell'indice che misura alla crescita dei prezzi nel tempo.

Secondo molti analisti le parole di Lagarde indicano che forse abbiamo raggiunto il picco

dei rialzi per quanto riguarda la Banca centrale europea. Secondo te è così?

Per il momento potrebbe essere. La Lagarde in realtà ha affermato che la Banca centrale

europea deciderà se alzare ulteriormente il costo del denaro in base a come evolve la

situazione e in particolare nei prossimi mesi l'Istituto vedrà se questi rialzi stanno

producendo gli effetti sperati. La Fed per esempio a settembre ha annunciato una pausa,

ritenendo che il livello raggiunto che è circa del 5,5% come tasso di interesse sia

sufficiente per combattere l'inflazione, ma anche in quel caso non si escludono poi

nuovi provedimenti se i dati non lo fossero incoraggianti.

Ci spieghi in modo semplice in che modo i tasso di interesse agiscono sull'inflazione

e perché la BCL li sta alzando così tanto? L'inflazione è un problema molto, molto

grave per un'economia, innanzitutto perché funziona come una sorta di tassa regressiva,

perché l'aumento dei prezzi colpisce innanzitutto e in modo più duro, soprattutto chi ha di

meno i più poveri. Una famiglia che ha un reddito con cui arriva appena a fine mese,

di fronte all'aumento di una serie di prezzi di beni, di prima necessità ovviamente va

in difficoltà molto prima di una famiglia che ha un reddito più elevato e che può comunque

reggere un certo livello di aumento. L'inflazione registrata in questi mesi in molti paesi da

l'Europa, gli Stati Uniti al Regno Unito, ha avuto livelli con pochi precedenti, negli

Stati Uniti per esempio sono stati raggiunti i tassi di inflazione che non venivano registrati

da più di 40 anni. Questo fenomeno non nasce all'improvviso, ma è frutto di una serie

di crisi avute negli ultimi tre anni soprattutto a partire dalla pandemia. Quindi quando di

fatto l'economia dei principali paesi si sono bloccate, si sono bloccati anche i riscambi

a livello mondiale con porti bloccati, con le file di navi da carico davanti ai principali

porti commerciali per esempio a Long Beach negli Stati Uniti o in Cina o anche in Europa,

i governi hanno deciso di intervenire immediatamente e anche le banche centrali, immettendo molta

liquidità nell'economia per sostenere il sistema finanziario, per sostenere le aziende

e direttamente le famiglie con numerose forme di sussidi e altre agevolazioni, altre misure.

Tutto questo unito al fatto che c'erano grossi problemi dal lato dell'offerta, non era facile

trovare molte componenti per fabbricare i prodotti, ricordiamo per esempio i processori

per fare un elettrodomestico o costruire un automobile, quindi queste due cose messe insieme,

ma soprattutto questa enorme massa di liberità ha creato un disequilibrio, cioè una forte

domanda di beni e servizi di fronte a un'offerta che non riusciva a stare dietro alla richiesta.

Il risultato, col tempo, anche passata la pandemia, è stato un aumento molto forte

e sostenuto dei prezzi. Questo ha fatto scattare l'allarme, i banchi centrali hanno deciso

di intervenire con il rialzo dei tassi di interesse. Il rialzo del costo del denaro

dei tassi di interesse è l'ostrumento principale di politica monetaria, cioè l'ostrumento

che usano le banche centrali per fermare l'inflazione. L'obiettivo infatti è raffreddare questa

domanda, raffreddare l'economia, farla rallentare per frenare la crescita dei prezzi.

Questo avviene perché aumentando il costo del denaro, quindi i tassi di interesse, per

esempio diventa più costoso avere un mutuo per una famiglia, diventa più costoso per

un'azienda avere un prestito per fare un investimento e in generale rallentano anche

i consumi delle persone. Per esempio è più difficile avere un credito per il consumo,

per comprare un elettrodomestico. Tutto questo, nelle speranze dei banchi centrali, serve

per frenare la domanda e quindi di conseguenza riquilibrare questo squilibrio tra offerte

e domanda, riportare la crescita dei prezzi in livelli più contenuti. Secondo la banca

centrale europea per esempio, un tasso che indica una situazione di equilibrio è il

2%. Adesso siamo ancora molto lontani, per questo la Lagard ha dichiarato che resteranno

sostenuti e alti i tassi di interesse finché non si arriva alla soglia considerata ottimale.

Qual è la posizione del governo italiano nei confronti della politica monetaria della

BCE? Negli ultimi mesi, i politici italiani, in

particolare quelli al governo, non hanno avuto grosse manifestazioni di simpatia per la banca

centrale europea, semplicemente perché il rialzo del costo del denaro oltre ad avere effetti

sulle imprese, sulle famiglie, sul credito ai privati ha un effetto diretto anche sul

credito ai governi. L'Italia è uno dei paesi più indebitati al mondo, ha meno tre paesi

sviluppati e quindi un rialzo del costo del denaro significa pagare molti più interessi

sul debito pubblico. Il debito pubblico italiano è altissimo, è circa 150% del pill, quindi

con tassi più alti l'Italia dovrà pagare molti più soldi in interessi, quest'anno

potrebbe dover pagare circa 80 miliardi di euro, l'anno prossimo si potrebbero aggiungere

10-15 miliardi secondo alcune stime. Ovviamente questo blocca o comunque riduce il ragionazione

del governo perché per trovare questi soldi deve rinunciare ad altre spese, deve tagliare,

deve aumentare delle tasse e quindi non è una situazione agevole per chi governa,

soprattutto quando si è state eletti promettendo di fare alcune spese che poi la realtà dimostra

che sono difficilmente attuabili. Proprio questi giorni intanto mentre la BCE procedeva

con il decimo rialzo di cui abbiamo parlato, la Federal Reserve negli Stati Uniti e la

Banca of England hanno tenuto stabili i loro tassi. Perché le tre banche centrali più

importanti del mondo non si stanno comportando allo stesso modo?

Innanzitutto perché la Federal Reserve e la Banca of England sono partite prima della

BCE con il rialzo dei tassi quindi sono un po' più avanti e poi fondamentalmente perché

pur avendo una visione comune sull'inflazione su come combatterla, quindi con un momento

consistente e continuo nel tempo, le tassi di interesse poi devono guardare alle condizioni

economiche dei paesi, delle aree in cui operano, per cui la Fed guarda l'economia statunitense

che è in condizioni completamente diverse da quelle dell'Unione europea, per esempio

negli Stati Uniti rispetto all'Unione europea, il rialzo dei costi dell'energia ha inciso

molto molto meno rispetto all'Europa. L'economia statunitense sembra andare in questo momento

più forte, molto meglio di quell'Europa, ha il problema per esempio della carenza

di lavoratori in molti settori e quindi un mercato del lavoro in cui non è facile trovare

lavoratori e questo spinge i salari al rialzo. In Europa ci sono problemi diversi, diciamo

in Europa non c'è una politica economica comune, c'è solo la politica monetaria comune

che è quella della BC e quindi la BC deve tener conto anche delle esigenze, delle richieste

dei vari governi, un organo collegiale. La differenza di atteggiamento è legata a questo

però la direzione da prendere direi che è comune anche con la Banca Nikilterra che affronta

un Paese uscito dall'Unione Europea e che ha avuto grossi problemi a causa della Brexit.

Se c'è un punto in comune tra le tre banche è quello che sono consapevoli che l'inflazione

non andrà via facilmente quindi probabilmente ci saranno se non altri rialzi comunque una

situazione prolungata di tassi di interesse più alti rispetto a quelli a cui eravamo abituati

prima della pandemia, è perché l'inflazione si sta dimostrando particolarmente testarla.

Grazie al Sandro Lubello. Grazie a voi.

Giunco Terrao, editor di Asia d'Internazionale racconta un articolo uscito sull'ultimo numero.

Nella provincia del Calimatan Orientale, sull'isola del Borneo, sta prendendo rapidamente

forma la nuova capitale indonesiana. Nusantara, questo il nome della città in costruzione,

sorgerà a 1200 chilometri da Giacarta, megalopoli di 31 milioni di abitanti afflita

al sovrappopolamento, dal traffico, dall'inquinamento e da regolari allagamenti.

Secondo i piani del governo la nuova capitale sarà una smart city verde e sostenibile che attirerà

anche investitori stranieri. Gli abitanti dell'area occupata dal cantire di Nusantara sono meno

entusiasti, così come gli ambientalisti. La nuova capitale, infatti, minaccia molte

specie animali a rischio di istinzione. Un giornalista di The Folk Scrant è stato visitare

il cantiere e lo racconta in un reportage che pubblichiamo nell'ultimo numero d'internazionale.

Era molto contento, era un ritorno che si è desiderato per tanto tempo e che per diverse

vicissitudini non c'è stato possibile fare prima e anche la fotografia che ho desiderato

pubblicare per far conoscere il volto di Khaled, quello è un sorriso, il sorriso del suo arrivo a

fine luglio. Khaled del Kaizi era contento di essere tornato a Bethlehemme a trovare la famiglia.

Lo racconta la moglie Francesca Antinucci che era lì con lui e con il figlio Kamal di quattro anni.

Ma il 31 agosto, mentre rientravano insieme in Italia, il Kaizi, uno studente italo-palestinese

e residente a Roma, è stato fermato e arrestato dalle autorità israeliane e da allora si trova

in carcere senza che contro di lui siano state avanzate accuse formali. Di fronte al silenzio

del governo italiano sulla vicenda, gli studenti della sapienza di Roma, dove il Kaizi studia

lingue civiltà orientali, si sono mobilitati, mentre Amnesty International ha lanciato una

campagna per chiedere la sua scarcerazione. Ne parliamo con Francesca Gnetti, editor di

Medio Oriente di Internazionale. Khaled del Kaizi è un cittadino italiano,

sua madre è italiana e suo padre palestinese. È nato a Jerusalem nel 1995 ed è cresciuto a

Bethlehemme, però da più di 10 anni vive in Italia, ha sposato una donna italiana Francesca

Antinucci e ha un figlio di quattro anni. Il 31 agosto stava tornando in Italia dopo una vacanza

che aveva trascorso vicino a Bethlehemme, dove è originaria la sua famiglia. Stava

attraversando il valico di Allambi che separa la Cisgiordania dalla Giordania ed è il punto

di passaggio principale per i palestinesi. Era diretto ad Amman, dove doveva prendere l'aereo

per tornare in Italia. Al controllo dei bagagli e dei documenti, dopo una lunga attesa, i agenti

della guardia di frontiere israeliana lo hanno fermato, lo hanno ammanettato davanti a tutti,

davanti al figlio, e lo hanno portato via senza dare spegazioni, lo hanno trasferito in Israele

in Carcere. Francesca Antinucci ha raccontato poi di aver provato a chiedere il motivo dell'arresto,

di non aver avuto risposte, anzi è stata a sua volta interrogata sul loro lavoro,

sul loro orientamento politico, e poi è stata allontanata verso il territorio Giordano con

il figlio, senza telefono, senza contanti, è riuscita a raggiungere l'ambasciato italiana

d'Amman solo grazie alla generosità di alcune donne palestinesi, come appunto ha raccontato l'essessa.

Tra l'altro, un paio di settimane dopo, le forze di sicurezza israeliane hanno fatto

erruzione nell'abitazione della famiglia di Kale del Caesi a Bethlem, hanno arrestato per un paio

d'ore il fratello, poi l'hanno rilasciato e anche due cuggini. Kale del Caesi è un traduttore e uno

studente di lingue ceveltà orientali all'Università della Sapienza di Roma ed è tra i fondatori

del Centro di Documentazione Palestinese, un'associazione che dal 2016 promuove la

cultura palestinesa in Italia, è conosciuto negli ambienti solidali per il suo lavoro,

per il suo impegno di raccolta traduzione e divulgazione di test importanti e di materiale

storico palestinesi. Che cosa è successo al Caesi dal momento dell'arresto oggi?

Sappiamo qualcosa delle accuse contro di lui. Allora, i motivi dell'arresto non sono tuttora

noti, cioè contro di lui non è stata formulata un'accusa, ha potuto nominare un avvocato,

ma ha dovuto aspettare 15 giorni prima di incontrarlo, durante il quale invece è stato

interrogato tutti i giorni per molte ore. È stato tenuto per 14 giorni in isolamento

nel carcere di Yaskalon e tuttora non può avere contatti regolari con la famiglia e neanche con

l'avvocato. È comparso davanti ai giudici il 1 settembre e poi di nuovo il 7 e il 14 settembre

e ogni volta la custodia è stata rinnovata quindi per altri 7 giorni. Poi il 21 settembre,

invece la detenzione è stata prolungata per 11 giorni, quindi fino al 1 ottobre.

Al termine di questa proroga, che in teoria è finalizzata la raccolta di elementi,

entro un massimo di tre giorni dovrà essere presentata un'accusa, altrimenti decadrà

il termine per questa forma di detenzione cautelare. Il fatto di avere una doppia cittadinanza tra

l'altro vi ha evitato di essere processato da un tribunale militare, come invece accade di soli

dai palestinesi che vengono arrestati per ragioni di sicurezza. Comunque, il Kaisi non può conoscere

gli atti che hanno determinato il suo arresto e la sua custodia, non sa chi lo accusa né per quale

motivo. A questo punto che cosa potrebbe succedere, cosa rischia Cale del Kaisi? Durante un'assemblea

che si è tenuta il 15 settembre all'università La Sapienza di Roma per far conoscere il caso

all'opinione pubblica, l'avvocato della famiglia Flavio Albertini Rossi ha chiarito che questa forma

di detenzione può durare 45 giorni e dopo il pubblico ministero appunto come dicevo prima

dovrà decidere se gli elementi raccolti sono sufficienti per avviare un processo penale oppure

se invece gli elementi non sono sufficienti dovrà essere liberato. Però l'avvocato ha anche

sottolineato che Israele ha due forme di detenzione, una penale e un'amministrativa, quindi le autorità

potrebbero decidere di sottoporre il Kaisi a una detenzione amministrativa che è rinnovabile

di sei mesi in sei mesi e non prevede la formulazione di un'accusa e neanche un processo. Secondo

Adamir, uno neggi palestinesi che si occupa di i diritti umani e di sostegni ai prigionieri,

nelle carceri israeliani ci sono più di 5.000 detenuti politici palestinesi di cui 1.200 sono

in detenzione amministrativa. Potrebbe anche succedere che i venghi impostano la rinuncia

alla carta di identità palestinesa in cambio del rilascio come è successo ad altre persone con

la doppia cittadinanza oppure potrebbe essere spulso e rimpatriato con il divieto permanente

di ritorno. Tutte queste alternative rappresentano comunque delle violazioni del diritto internazionale.

Le autorità italiane come hanno reagito a questo arresto?

Il governo italiano non ha preso posizione ufficialmente e pubblicamente, sono state presentate

due interrogazioni parlamentari da parte del Movimento 5 Stelle e dell'Alleanza Verdi Sinistra.

In un comunicato del Ministro degli Affari Esteri, in risposta a una di queste interrogazioni,

il sottosegretario di stato Giorgio Silli ha scritto che fin dall'inizio l'ambasciata italiana

della Viv monitora il caso con attenzione costante, mantenendo i contatti con la famiglia e con i

legali del Caesi e manifestando all'autorità locali l'esigenza di un chiarimento sulle imputazioni.

Il Caesi ha ricevuto tre visite consolari, il 7 e il 14 e il 20 settembre, e in tutti i casi è stato

riscontrato che si trova in un buono stato psicofisico ed è stato accertato che non ha subito

maltrattamente che le sue condizioni di detenzione sono dignitose, così ha scritto ancora Silli.

Interrogato da un giornalista sulla vicenda durante una conferenza stampa, il Ministro degli Esteri,

Antonio Tagliani, ha detto di seguire questo caso come quello di tutti i cittadini italiani che

sono detenuti nel mondo e che hanno problemi giudiziari, specificando però di non poter

interferire con l'attività giudiziaria di un altro Paese, un po' pochino. La vicenda è stata

anche poco raccontata e poco seguita dalla stampa mainstream, mentre invece quello che c'è stato

molto forte fin da subito è stata una grande mobilitazione dell'Università alla Sapienza

e degli ambienti dell'attivismo, non solo palestinese che sono anche più vicini alla sensibilità

di Cale e del Caesi. Ora si sta cominciando a parlarne un po' di più, oggi a mezzogiorno si

tiene alla sala stampa della Camera dei Deputati una conferenza stampa dove intervengono oltre

alla moglie Francesca Antinucci e all'avvocato Rossi Albertini, anche la deputata del PD Laura

Boldrini, Riccardo Nuri, portavo c'è di Amnesty International Italia, la deputata del Movimento

Cinque Stelle Stefania Scari e Francesca Albanese che è la relatrice speciale dell'ONU per i

diritti umani nei territori palestinesi. La vicenda del Caesi è stata paragonata in questi giorni a

quella di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna arrestato in Egitto

con motivazioni politiche. Cosa ne pensi di questo paragone? Fare queste similitudini lascia

sempre un po' il tempo che trova secondo me, però la cosa che hanno in comune le due vicende

sicuramente è che si tratta in entrambi i casi di detenzioni illegali, che vienano il diritto

internazionale, e in entrambi i casi le due persone arrestate, Patrick Zaki e Care del Caesi,

non avevano fatto niente di male, cioè non avevano commesso un reato, sono state arrestati

per altri motivi, evidentemente forse legati alla loro attività professionale o personale.

Dopodiché ci sono varie differenze a parte del fatto che Care del Caesi è un cittadino

italiano, quindi questo dovrebbe già, insomma, cambiare un po' le cose, poi sono molto diversi

paesi coinvolti in queste vicende e soprattutto il modo in cui sono percepiti. Leggitto,

nonostante il fatto che i rapporti politici e commerciali sono floridi, non hanno risentito

del caso di Zaki, e se per questo neanche del caso di Giulio Reggiani. Però, ecco,

nessuno forse lo define una democrazia, mentre invece c'è ancora questa idea diffusa che

Israele sia l'unica democrazia del Medio Oriente e quindi c'è sempre molta ritrosia a prendere

iniziative e posizioni politiche forti contro il suo governo. Forse, se Care del Caesi fosse stato

arrestato da un altro paese della regione, il nostro governo si sarebbe mosso in un modo diverso.

Grazie a Francesca Agnetti. Grazie a voi.

Il disco della settimana è consigliato da Giovanna Dascenzi,

foto editor di Internazionale.

Corrine Bailey Ray è una canta autrice di Litz, nata da madre inglese e padre emigrato

da St. Kitts and Nevis, nei Caraibi. La sua formazione musicale si è costruita su esperienze

musicali abbastanza diverse. Ha cominciato studiando violino per poi cantare nel coro

di una chiesa battista dove il suo insegnante alternava gli inni ai primal scream.

Questo accenno sulle prime influenze di quest'artista ci aiuta a rendere la ricchezza della musica che

produce adesso e che possiamo ascoltare nel suo nuovo album Black Rainbows. Se finora non c'aveva

particolarmente sorpreso con un sol pop tranquillo e inoffensivo, stavolta Bailey Ray è riuscita a

lavorare su generi diversi. Questo cambiamento è stato stimolato da una visita alla Stony

Island Arts Bank di Chicago, un archivio sulla vita degli afroamericani curato dall'artista

Fister Gates. In queste opere, Bailey Ray ha ritrovato una autodeterminazione che forse

non aveva mai messo a fuoco e una serie di emozioni suscitate dalla memoria di ingiustizie

e sopprosi. L'indignazione si è trasformata in un'energia vitale che le ha permesso di trovare

un nuovo percorso creativo profondo e imprevedibile. Black Rainbows, Corinne Bailey Ray.

Mattina, alle 6.30.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha dichiarato che i tassi d’interesse resteranno alti per tutti il tempo necessario a far tornare l’inflazione al 2 per cento. Khaled el Qaisi è stato fermato e arrestato delle autorità israeliane il 31 agosto al valico di frontiera di Allenby, tra la Cisgiordania e la Giordania.

CON
Alessandro Lubello, editor di economia di Internazionale
Francesca Gnetti, editor di Medio Oriente di Internazionale

LINK
Video Bce:
https://www.youtube.com/watch?v=qWEvb2Q0-cg

Video El Qaisi: https://www.ansa.it/sito/videogallery/italia/2023/09/12/khaled-el-qaisi-la-moglie-[…]nzione-amministrativa_c97549c0-a38e-462c-8530-ea8dd665b6a1.html


Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un’informazione di qualità. Vai su internazionale.it/podcast

Scrivi a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050

Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.