Il Mondo: Come si vive in Argentina con un’inflazione al 109 per cento. Il Festival di Cannes finisce sabato, ecco chi potrebbe vincere.

Internazionale Internazionale 5/26/23 - Episode Page - 24m - PDF Transcript

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Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli e questo è il mondo,

il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo della gravissima crisi economica in Argentina e del Festival di Cannes e poi

di molesti sessuali e di un libro iraquino.

È venerdì 26 maggio 2023.

Il periodo dell'inflazione di abril, che pubblicò questa tarda del Indeco, revela un paio di questioni.

In primo lugar, l'aumento, nuovamente, dell'indice inflationario.

È il quinto aumento consecutivo.

Il secondo impatto importantissimo per entendere questo indice, lo tuvo,

sin ningún lugar a dudas, la sua desproporzionata del tipo de cambio in tan solo 5 dia.

Subì 23,7% del tempo de cambio informale in 5 dias, promediando magio.

Questo, ovviamente, che tuvo su impatto in il indice final.

Questo servizio di CNN Espanol racconta che ad aprile l'infrazione in Argentina è arrivata al 108,8%.

Si tratta di un indice impressionante che, forse meglio di tutti gli altri,

racconta la gravissima crisi economica che sta attraversando il Paese sudamericano.

La forte ripendenza dal dollaro, la pandemia, e adesso anche la siccità peggiore della sua storia,

stanno trascinando l'Argentina verso una situazione simile a quella in cui si è trovata nel 2001,

quando è andata in default.

Intanto il Paese si prepara ad andare a Leur nel prossimo ottobre,

dove la situazione eccezionale potrebbe portare a risultati elettorali inediti e perfino preoccupanti.

Abbiamo raggiunto a Buenos Aires Ludovico Mori, giornalista che collabora con Lanza e diverse testate italiane.

Si può dire che l'Argentina in questo momento rappresenta un vero e proprio mistero.

Ha una situazione economica critica che è ormai conosciuta internazionalmente,

ha degli indici economici, un'infrazione al 108% annuale,

un livello di povertà che nel 2022 è l'ultimo indice del 39%,

ma con situazioni ancora più complesse e più gravi per quanto riguarda la povertà a livello infantile,

dove supera anche il 50%.

Eppure è un Paese che se uno guarda il resto anche della regione dell'America Latina,

è un Paese che socialmente è ancora stabile,

nel senso che ci sono altri Paesi come il Cile, come il Perù,

con situazioni economiche e finanziarie molto più solide che invece hanno situazioni sociali

che sono molto più complesse, con protesti, situazioni di violenza,

il Cile ha avuto la stagione di protesti sociali fortissime,

hanno avuto i percussioni anche politiche,

mentre invece l'Argentina, con tutte le sue problematiche,

con la sua autisia finanziaria che ormai sembra quasi una costante da anni,

una serie di default, socialmente continua a tenere.

In Italia ricordiamo tutti quando l'Argentina andò in default nel 2001,

è di nuovo vicino a quel punto e come ha fatto a ritrovarsi di nuovo in questa situazione?

L'Argentina è tecnicamente in default già da parecchio tempo, nel senso,

nel 2001 è entrato in default senza nessuna possibilità di rispettare i suoi obli internazionali con i creditori

e quindi c'è stata un crollo assoluto a livello finanziario.

La situazione adesso è diversa, l'Argentina è tecnicamente in default perché ha un credito enorme

che è presa nel 2018 dal governo dell'ex presidente Macri di 45 miliardi di dollari,

che è stato il credito più alto e assoluto per il concesso dal fondo monetario a un Paese.

A questo credito che non riesce a pagare, quindi il governo che è subentrato a quello di Macri,

quel credito è entrato in default pochi mesi dopo essere stato concesso,

perché l'Argentina già non aveva pochi mesi dopo di aver ricevuto quel credito,

già sapeva che non era più in condizione di pagare.

Il governo di Fernandes che è entrato ha dovuto fare una ristruttura accionata di quel credito,

l'accordo a cui sono arrivati è stato un rifinanziamento,

il mondo del credito ha rimasto lo stesso però sono stati posticipati i pagamenti per diversi anni,

per cui l'Argentina è già in default.

In situazioni attuali ci siamo arrivati,

uno perché l'Argentina essendo in default tecnico non ha accesso ad altro credito

che non sia quello del fondo monetario o quello di istituzioni multilaterali,

per cui l'Argentina ogni tanto riceve dei finanziamenti della banca mondiale,

della banca per lo sviluppo, insomma sono poche cose,

poi sono finanziamenti per progetti puntuali, l'Argentina non può finanziare il suo sviluppo,

non ha soldi per finanziare il suo sviluppo.

In mezzo c'è stata, dopo il default dell'ultimo credito,

appunto di 45 miliardi di dollari, con il fondo monetario, in mezzo c'è stata la pandemia

e quest'anno dopo la pandemia l'Argentina ha avuto una crescita importantissima del 10% nel 2021

che si è progratta anche nel 2022 oltre il 5% di crescita del PIL

e adesso c'è stata la siccità, la peggiore siccità della storia argentina

che ha praticamente dimezato i raccolti.

L'Argentina si basa tutto il suo finanziamento in dollari,

cioè gli unici dollari che entrano storicamente in Argentina vengono dalle vendite del settore agricolo,

quindi verranno a mancare nel PIL argentino circa 20 miliardi di dollari

che sono l'entrata nel settore agricolo, nelle sportazioni agricole, che non ci saranno.

La situazione particolarmente impressionante per noi da qui è quella dei prezzi.

Come si vive oggi in Argentina con il 109% di inflazione?

L'impatto dell'inflazione è più alto, anche in questo caso è un mistero,

questo è il livello di inflazione e con il livello di informalità dell'economia argentina

che c'è un oltre un 30% della forza lavoro che è del settore informale,

insomma, lavorare in nero, così dice qua.

L'inflazione dovrebbe avere un impatto molto più alto eppure anche in questo caso è un mistero

come è possibile che con il 108% di inflazione il livello di povertà che all'Argentina,

il livello di informalità dell'economia, che all'Argentina come è possibile che questo

paese non stia implodendo su se stesso già in questo momento.

Secondo me la chiave di lettura è che all'irà dell'inflazione

normalmente gli argentini sono abituati a pensare in dollari, per cui inflazione o non inflazione.

Per l'Argentina comunque si è abituato a tenere come parametro e come riferimento il dollaro.

L'Argentina ha un livello di inflazione molto alto, il governo dice che il lotta

contro l'inflazione, ma in realtà l'inflazione non c'è proprio verso di frenarla in questo momento

perché se uno pensa all'Argentina in relazione al valore ai prezzi, al valore delle merci,

l'Argentina è un paese ancora molto economico, nonostante l'inflazione galloppante,

in realtà l'Argentina è un paese che rispetto all'Uruguai, rispetto al Cile, è un paese molto

più economico dove i prezzi delle cose sono molto più bassi. Per esempio c'è una situazione

abbastanza paradoxale per cui in tutte le zone di confine tra l'Argentina e l'Uruguai,

l'Argentina e il Cile, i Cileni e gli uruguai anni vengono a fare la spesa in Argentina.

Non è che questo non abbia nessun impatto, ha un impatto, l'inflazione ha un impatto,

però se uno guarda anche gli indici economici del livello di consumo non è che si abbassa tanto,

per cui in qualche modo la popolazione riesce a gestire questa situazione e a barcamenarsi

anche con un livello di inflazione del 108%, comunque sia il governo con tutte le sue restrizioni

cerca di accompagnare sempre il passo dell'inflazione, ci stanno tutta una serie di schemi che il governo

ha previsto che sono specie di scala mobile, anche la segnazione universale, i sussili universali

vengono adeguati costantemente al livello dell'inflazione, gli stipendi dei lavoratori

del sito reformale vengono aggiornati costantemente attraverso questo meccanismo che si chiama

l'epagli Italia, che è un po' come la scala mobile. Da quello che tu vedi intorno a te nella vita

quotidiana, la povertà quindi non è aumentata in modo spaventoso, i prezzi non sono schizzati

in alto, tutto nella pratica sembra essere più simile a una situazione più normale di quella

che ci si aspetterebbe da questi indici. In Argentina inizio a pensare a questa cosa,

secondo me la povertà in Argentina è endemica da molti anni, è una situazione che è costantemente

in bilgo, è sull'orlo dell'implosione, però in qualche modo si riesce a sostenere. Io penso

che il livello di povertà alla fine aumenta la povertà, nell'indice aumenta sicuramente anche

con questo livello di inflazione, l'ultimo indice della povertà che dava il 39% è stato misurato

con inflazione molto minore a questa, quindi il prossimo rilevamento dell'indice della povertà

sicuramente sarà disastroso, con questo livello di inflazione se si misura la povertà con il

livello del salario minimo o del paniere di base sicuramente l'indice di povertà schizzerà in

alto. La questione è come mai l'Argentina non si ribella socialmente o non appare o non si riflette

tutta questa povertà in una questione di insicurezza sociale o i picchetes, i picchetti, i famosi picchetti

dell'Argentina che nel 2001 quando c'era la crisi erano costanti, adesso non si vedono tanto.

In tutto ciò d'ottobre in Argentina ci saranno delle elezioni, quindi siamo in piena campagna

Questa crisi economica e queste difficoltà che influenza stanno avendo su l'andamento

della campagna e sui possibili risultati? L'impatto della crisi economica sulla campagna

rettorale è centrale, c'è un rischio concreto che la tua immaginazione di governo perdà le

prossime elezioni, tutti i sondaggi indicano in quel senso che il peronismo non ce la dovrebbe

fare, d'altra parte però l'inconita e chi sostituirà questo governo ed è emersa in questo

contesto di crisi la finura di questo ultra liberista Javier Miley che propone una politica

economica che è completamente diversa da quella che propone sia il centro-destra che sarebbe il

partito punto spore del cambio o il pro del ex presidente Maurizio Macri che ancora non ha

presentato un candidato, invece c'è questo Miley che ha un programma a livello economico

radicale, vuole dollarizzare l'economia, vuole sopprimere il peso, vuole sopprimere la banca

centrale, vuole sopprimere l'educazione pubblica, la salute pubblica quindi è una

specie di bolzonaro argentino però con delle caratteristiche se vuoi anche più estreme e

che sono frutto di questa situazione soprattutto del fatto che sono due governi di seguito di due

segni politici opposti che non sono riusciti a dare una risposta alla crisi economica dell'Argentina

negli ultimi otto anni. Grazie al Ludovico Mori. Grazie a voi.

Analisa Camilli, giornalista di Internazionale racconta un articolo che è scritto per il sito.

In due anni di attività l'Associazione Amleta fondata da un gruppo di attrici di cinema e teatro

ha raccolto 223 denunce di abusi, molestie e violenze sessuali. Nel 93% dei casi gli

abusi sono stati commessi su donne mentre gli uomini sono la maggior parte degli abusanti.

Le denunce arrivano da attrici o aspiranti attrici. Le violenze nelle testimonianze raccolte

da Amleta sono state commesse soprattutto da registi nel 41,2% dei casi poi da attori e quindi da

produttori. Gli abusi e la violenza nel mondo dello spettacolo però sono solo la punta dell'iceberg

di un sistema che è ancora pieno di stereotipi e di violenza sistemica. Nell'articolo pubblicato

sul sito di Internazionale ho raccolto diverse testimonianze di queste molestie.

Secondo la mappatura delle presenze femminili nei teatri italiani, realizzata da Amleta le donne

salite sul palco dei principali teatri italiani tra il 2017 e il 2020 erano il 37,5% del total

degli attori, mentre le registre erano appena il 21,6%. Più palcoscenici sono importanti più

diminuisce la presenza femminile. In Italia gli uomini sono registi e drammaturgi nell'80-85%

degli spettacoli a fronte di un pubblico che ha maggioranza femminile. Sono le donne che pagano

i biglietti e gli abbonamenti, si siedono in poltrona ma si vedono rappresentate prevalentemente

dallo sguardo maschile. Le attivisse di Amleta lo hanno chiamato il zipario di cristallo.

Per paura di perdere il lavoro o di essere isolate molte donne non denunciano.

Era una grande emozione di vedere soprattutto con un pubblico così straordinario perché

era la prima volta, il primo pubblico di questo film che mi ha emozionato, ecco, tutto guadio.

Noi l'abbiamo fatto con un grande entusiasmo, credendoci di essere una volta, credendoci.

Marco Bellocchio ringrazia il pubblico del Festival di Cannes dopo la proiezione di Rapito che è uno

dei tre film italiani in gara quest'anno. Questa edizione che si aperta al 16 maggio e si chiuderà

con la premiazione di domani sera come d'abitudine è stata preceduta ad alcune polemiche tra cui quella

sull'esclusione dei film che escono direttamente sulle piattaforme in streaming o il dibattido

sulle molestie alle donne nel settore dello spettacolo in Francia. Una volta ha cominciato

l'elemento però le polemiche si sono attenuate anche sotto il peso dei grandi registi presenti

sulla crozzette che quest'anno con tannumi di altissimo livello come Martin Scorsese,

Ken Loach, Aki Kaoris Maki e Alicia Roarbacher. Ne parliamo con Li Marcia,

l'un giornalista britannico che colabbra con Screen International e si trova a Cannes per seguire il

Festival. Siamo al penultimo giorno, il giorno prima delle premiazioni di un Festival cominciato

andato avanti già da nove giorni. Direi una nata non ne celsa a livello di qualità

dei film in concorso. Una nata forse interlocuttoria anche perché è un Festival che continua a

programmare i film dei grandi maestri che sono quasi tutti uomini bianchi. I decani sono Ken Loach,

86 anni, Marco Bellocchio 83 anni, che passano tutti e due verso la fine del Festival e già

passato in film di Bellocchio e attendiamo stasera il film di Loach. Gela nella registra turco,

Nani Moretti, Vin Wenders, Kaoris Maki, sono tutti ultra 60 anni e quindi manca forse un po' la

nuova leva, la scoperta. Ci sono stati dei momenti bellissimi dei film veramente di qualità

di celsa. È interessante che parli di una presenza di maschi bianchi perché quest'anno il

Festival è stato preceduto come dicevo prima da un dibattito sul tema delle molesti nel settore

dello spettacolo francese. Però bisogna anche dire che questa è un edizione con un numero

senza precedenti di donne in gara, giusto? Sì, è vero, ci sono stati polemiche sia per alcuni

episodi di molestie sessuali nell'industria francese 1 che ha riguardato un film che c'è in concorso,

quelli di Catherine Corsini, Lurritur, ci sono stati polemiche ovviamente per il film di apertura

il John Dubarie di Maywen che ha Johnny Depp noto per aver attraversato una causa con l'ex moglie

Amber Heard. Però queste polemiche erano le polemiche magari dell'apertura e si sono un po'

attenuate durante il Festival e sì abbiamo visto un'edizione con credo che siano 6 o 7. Allora c'è

Justine Triet francese con un film bellissimo tra l'altro, anattomia di una caduta con la

grande altra donna forte quest'anno Sandra Wooler. Catherine Brea deve ancora passare il

film la Sommar. Jessica Hausner è passata con un film Club Zero che ha avuto delle critiche

contrastanti, giocato un po' sul tema dell'anoressia però in chiave un po' horror, un po'

futuristico, molto stilizzato e deve ancora passare la nostra e lo dico come italiano adottivo a

lice Roarvaker. Parlando di film italiani ci racconte che accoglienza hanno avuto tra il

pubblico? Quest'anno sono i tre film italiani, sono passati quasi tutti verso la fine del Festival,

ovviamente in quello di Nanni Moretti il solo della minire è già uscito in Italia da un mese

da questa parte e lui è l'unica regista a cui Thierry Freymore il direttore artistico del

Festival di Cann concede questo favore, questa grazie. I altri due sono Rapito di Marco Belloppio,

la chimera di Alice Roarvaker. Il film di Moretti ha avuto una reazione a Cann non diciamo

excelso infatti c'è una specie di la mia testata screen fa una sondaggio fra vari critici di

tutto il mondo che esprime un voto da uno a quattro, quelli di Moretti sta risultando l'ultimo di

questo poll, come si dice in inglese, questo sondaggio insieme a un altro Black Flies di John

Stephens of Conchon Pen e quindi è stato giudicato una critica inglesica che ho letto nostalgia

moralistica per dire. A me è piaciuto abbastanza, un ritorno secondo me al Moretti di Aprile di

Carod Diario. Il film di invece di Bielocchio ha avuto delle reazioni molto positive, tutti

parlano di un grande vecchio che veramente non ha perso il tocco con questo film molto dramatico

su un evento reale, cioè il rappimento fra i virgolette di un ragazzo ebreo da parte del Papa a

metà 800, fatto realmente è accaduto e che ha portato anche verso l'unificazione di Italia a

livello di onda anticlericare verso il vaticano. Deve ancora passare il film di Alici Rovac,

La Chimera, tutta una storia molto però onivica di Tombaroli negli anni 90 nell'Auto Lazio. Io l'ho

già visto a Roma prima del festival, una proiezione stampa e mi è piaciuto molto, però che il film di

Alici sia accolto come spero molto bene. Dal punto di vista invece generale di tutti i film in

gara quali sono secondo te i film di cui sentiremo parlare anche dopo il festival? L'unico per me

che si potrebbe definire un cappolavore quest'anno che è il film di Jonathan Glazer, il registro

inglese The Zone of Interest. Quasi tutto è imbiattato a Auschwitz, ma senza vedere il campo

di concentramento stesso lo vediamo dall'altra parte del muro della casa molto bella con un

giadino bellissimo del comandante del campo quindi un modo di tenere in tutto l'orore dietro

eliquinte per dire. Secondo me è molto riuscito, molto fatto con veramente un modo molto delicato,

ma con tutto l'orore che viene fuori. Sì, il film di Gela nel turco è rigoroso come sempre,

io ho avuto qualche problema mi tu con questo film, devo dire, però potrebbe piacere alla

giuria. Quest'anno c'è Ruben Ostlund che ha vinto due volte il palondore presidente della giuria.

Il film di Todd Haynes Made It Seems con Julian Moore, secondo me non è il migliori Todd Haynes

di sempre, io ho preferito Carol, però anche questo potrebbe essere un candidato per finire il

film di Ken Loach che anche se passa stasera sono riuscito a entrare in una proezione

riservata ieri, è un Loach veramente classico. Io dico sempre che il film di Ken Loach sempre di più

sono non tanto dei film dei riti collettivi, se la giuria si presta a celebrare il rito insieme

a Ken, allora anche questo è un film che potrebbe vincere. Una ultima causa del film di Bellocchio,

un amico critico inglese che ha una passione anche per i cavalli, è una specie di allibratore

del festival. Secondo lui il film di Bellocchio è il favorito per il Pandora a questo momento.

Grazie a li Marshall. Grazie a voi.

Un libro di un autore irakeno consigliato da Catherine Cornet,

giornalista arabista che colabora con Internazionale.

Sono passati vent'anni dall'invasione legale dell'Irak da parte della

correzione condotto da Stati Unici e Gran Bretagna. Se questa è ormai una guerra molto

dimenticata in occidente, dove si pensa ad altre guerre in altre regioni, lo scrittore

in territorio irakeno Sinanon Thun non si può permettere di dimenticare e non ha neanche

intenzione di farlo. Il suo archivio dei Danico Laterali, appena uscito con Hopful Monster con

un'ottima traduzione in italiano di Ada Barbaro, e il suo quarto romanzo e raggiunge una qualità

letteraria eccellente. Nelle prime pagine c'è tale scrittore nigeriana a Kebbe che dice,

fino a quando i Leoni non avranno i propri storici, i racconti di caccia glorificheranno

sempre il cacciatore. L'addaggio non è mai stato così vero che con la Prima Guerra del Golfo,

i telespettatori tramite CNN hanno assistita numerosi lanci di razzi lunghe lingue luminose

nel buio, non era mai contemplato dimostrare dove cadevano. Le cose, gli animali, le persone,

gli irakeni stessi sono stati etichettati Danico Laterali, non sono stati visti.

In questa opera mania invece Antune ci riporta Baghdad dove fa parlare uccelli,

tappetti, album di francobogli, fetti umani, si interessa e da voce a cose che crediamo in animate,

li farfalle, i pezzi di reperzi della Mesopotamia, tutti i famosi Danico Laterali come le hanno

chiamati i vicitori. Con il suo quadtallogo archivio offre infine un'emozionante versione

dei vinti, dove la felicità è covata nell'azzimo e le cose piccole. L'archive dei Danico Laterali,

pubblicato da Hopful Monster, tradotto in italiano da Ada Barbaro e di Sinan Antune.

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La forte dipendenza dal dollaro, la pandemia e adesso anche la siccità peggiore della sua storia hanno trascinato l’Argentina verso una gravissima crisi economica. L’edizione 2023 del festival di Cannes si concluderà con la premiazione di sabato sera.

Ludovico Mori, giornalista a Buenos Aires
Lee Marshall, giornalista a Cannes

Video Argentina: https://cnnespanol.cnn.com/video/argentina-inflacion-abril-mas-alta-3-decadas-perspectivas-buenos-aires/

Video Cannes:https://www.youtube.com/watch?v=zk0uWZiz30E&t=389s

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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.