Il Mondo: Cinquant’anni fa il golpe in Cile, da Santiago ne parla Evgeny Morozov. Gli insegnanti sudcoreani scendono in piazza contro i genitori.

Internazionale Internazionale 9/11/23 - Episode Page - 25m - PDF Transcript

Dalla redazione di Internazionale io sono Claudio Rossi Marcelli.

Io sono Giulia Zoli e questo è il mondo il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di Cile e di insegnanti in Corea del Sud

e poi di Tumori Precoci e di Un Libro.

È lunedì 11 settembre 2023.

Sì, io non lo vorrei venire.

Colocavo un transito storico,

pagare con la mia vita

la lea altata del pueblo

e le dico che ho la certezza

della semiglia che entregaramo alla concienza

digna di mille e semiglie di chileno

non poterà essere segato definitivamente.

Tiene la forza

con l'anima faiando

o non se detiene

lo processo sociale

ni con il clime

ni con la forza.

La storia è nostra

e la ha in los pueblos.

Era la voce del presidente chileno Salvador Allende

che l'11 settembre 1973

mentre l'esercito assediava il palazzo presidenziale a Santiago del Ciro

e, sapendo di non avere ormai più scampo,

si rivolgeva ai chileni via radio.

Non ho intenzione di arrendermi,

in questa circostanza storica

pagherò con la vita la lealtà del popolo,

ma sono sicuro che i semi che abbiamo gettato

nella concienza di migliaia di chileni

non potranno essere cancellati.

Loro hanno la forza militare e potranno schiacciarci,

che hanno avviato né con i crimini né con le armi.

La storia è nostra e la fanno i popoli.

Quel giorno, esattamente 50 anni fa,

un colpo di Stato guidato dal generale Augusto Pinochet

e appoggiato dagli Stati Uniti, rovesciò il governo di Allende.

Il primo presidente marxista è letto democraticamente in America Latina,

mettendo fine all'esperimento politico della via chilena al socialismo,

il tentativo di trasformare pacificamente

nel rispetto della legge il cile in una democrazia socialista.

Cominciò quel giorno una feroce di tatura militare

che sarebbe durata 17 anni.

Ne parliamo con Evgeny Morozo, sociologo esperto di tecnologia e informazione,

che colabbra con Internazionale

e ha appena fatto uscire dei Santiago Boys,

un podcast in nove puntate disponibile su tutte le piattaforme

che ricostruisci una vicenda poco nota di quel periodo.

Lo abbiamo raggiunto a Santiago del Cile,

dove si trova per partecipare a alcuni eventi legati all'anniversario del cile.

Il colpo di Stato ha distrutto uno delle ultime sforze

per riconstruire un'economia democratica e socialista.

Inoltre, a posto fine

ha le industrializzazioni del Cile,

trasformandolo in un paese che avrebbe potuto competere

con un paese come la Coria del Sud o Taiwan, ad esempio.

E' inaugurata anche un pericoloso esperimento economico

che si è poi diffuso nell'arresto del mondo.

Lo conosciamo come Neolibili,

e stiamo ancora vivendo molti dei suoi incubi,

tra cui, ad esempio, la privatizzazione o la finanzarizzazione.

Una storia, diciamo, piuttosto triste e tragica.

Oggi esce in Edicola e in Libreria

un nuovo numero di internazionale storia, Cile 1973,

che attraverso articoli usciti sulla stampa di tutto il mondo

dal 1971 oggi racconta il colpo di Stato,

gli anni della Dittatura e le sue storie.

Nel tuo podcast, The Santiago Boys,

tu invece racconti una storia parallela e poco nota

quasi sconosciuta del Cile di Allende. Di che si tratta?

Nell'ambito delle sforze per industrializzare il Cile,

Allende stava nazionalizzando molte imprese,

tra cui, ad esempio, quelle della ITT, ITT,

all'epoca un gigante delle tecnologie

con potenti conoscenze a Washington.

Il problema di Allende era che non aveva abbastanza manager

per gestire questa imprese.

Per compensare questa mancanza,

usarono i computer e le reti Telex.

Invitarono un guru britannico del management,

che si chiamava Stafford Beer,

ad aiutarli a construire un sistema cibernetico,

che era una sorta di precursore del mondo

dell'intelligenza artificiale, dei big data,

di oggi.

Il nome di questa iniziativa era Progetto Cyberson,

e il suo fulcro era una sala operativa,

di lusso proprio, con sedi, scherme e tastiere di lusso,

da cui si sarebbe dovuto gestire l'economia cilena.

Quindi un progetto molto interessante,

che all'epoca sembrava proprio un progetto di fantascienza.

Chi sono i Santiago Boys che danno il titolo al podcast?

Conosciamo il Cile per aver dato al mondo i Chicago Boys,

alle economisti locali cilene,

che si sono formati all'università di Chicago,

nota per le sue ideologie negli uberisti

e il suo impegno per il libero commercio.

Sono stati i consiglieri di Pinochet,

dopo il colpo di Stato,

construendo essenzialmente il modello neoliberale

che è stato poi sportato al trove.

Aiente, tuttavia, aveva i suoi consiglieri,

molti dei quali,

erano economisti e ingegneri radicali,

anche essi con idee molto coerente

su come gestire l'economia

e promuovere la sovranità tecnologica, per esempio.

I Chicago Boys erano una risposta a loro,

ma la storia di questi, cosiddetti, Santiago Boys

è poco conosciuta.

Quindi ho pensato di rendere loro giustizia,

perché senza di loro qualcosa come il progetto Cyberson,

non avrei mai avuto capito

perché questo progetto di agenda è importante oggi.

Cosa ci insegna? Come può ispirarci?

Credo che ci dimostra che un mondo tecnologico

diverso è possibile.

Dimostra anche che l'innovazione

non avvengono solo sul mercato.

Il sitore pubblico è in grado di innavare

tanto quanto le aziende private.

Cyberson, ad esempio, ci ha mostrato anche che

c'è più di un modo per promuovere

l'intelligenza artificiale.

Non si trattava solo di automatizzare

tutto con le algoritmi.

Per esempio, pensavano che fosse essenziale

coinvolgere i lavoratori nella gestione del sistema

e lasciare spazio sufficiente

per le discussioni nella sala operativa.

In generale, credo che il progetto

di questi Santiago Boys è importante

anche per le attenzioni che hanno prestato

la sovrenità tecnologica.

È una delle questioni più importanti oggi.

Come lo già sappiamo.

In quanto ci confrontiamo con le dipendenze

legate al fatto che tutte le tecnologie

avanzate, dall'intelligenza artificiale

all'informatica quantistica,

sono concentrate nelle mani

di una manciata di aziende

delle Silicon Valley.

Credo che i Santiago Boys

hanno molto da insegnare oggi

e abbiamo tanto anche da imparare da loro.

Purtroppo la storia del loro è stata

completamente dimenticata.

Tu hai lavorato a questo podcast per due anni.

Hai esaminato tantissimi documenti ufficiali

statunitanzi di quel periodo.

Hai incontrato e intervistato persone.

Cosa ti ha colpito di più?

La scoperta più importante credo che

è stata il grado di coordinamento

tra i diversi gruppi che si oponevano

ad aziende.

Le aziende americane, la CIA,

le oligarchi cilene,

le aziende italiane,

la CIA, le oligarchi cilene,

i gruppi locali di estrema e destra

tutti lavoravano in tandem

come rivellano i documenti ufficiali

del governo degli Stati Uniti.

L'ho trovato un po' ironico

in realtà perché

il nome Cybersyn

è l'abrivazione

di sinergia cibernetica.

Ma i nemici di aziende erano

altrettanto desiderosi di trovare sinergie

e alla fine ci sono riusciti

molto più di aziende.

Mi ha colpito in particolare il fatto che

a un certo punto,

il gigante tecnologico ITT e EOITT

stava addirittura coordinando

un gruppo di altre aziende americane

per agire collettivamente

contro Ian.

Credo che la parte cilena abbia

sottovalutata molto questi sforzi

e quindi questi

nemici diciamo cibernetici

sono riusciti a

coordinare meglio

dei geniari radicali di Ian.

In momento ti trovi a Santiago

come sarà ricordato in Cile

questo 11 settembre 2023

cosa resta di aziende nel Cile di oggi?

Aziende è una figura abbastanza

controversa nel Cile di oggi

alcuni esponenti

delle sinistre radicale

per esempio lo celebrano apertamente

ma anche

le parti più moderate prendono le distanze

soprattutto

del suo programma

più radicale

la ricerca delle sovrintate tecnologiche

tutti questi

diciamo azioni

contro multinazionale

eccetera.

All'inizio dell'anno c'è stato un grande scandalo

un esempio legato

ai commenti della persona responsabile

delle organizzazioni, delle comazioni

delle colpi.

La memoria pubblica qui in Cile

rimane molto sensibile

a qualsiasi possibile interpretazione del periodo.

Il governo Boris

diciamo estremamente debole

è anche difficoltà

riavvazionarsi a livello politico

intellettuale eccetera con l'eridità

di aziende.

Un paio di giorni fa ad esempio tre ministri

del governo sono intervenuti

all'inaugurazione di una mostra

che presenta le riconstruzioni

della sala operativa del progetto Cybersen

che io esploro nel podcast

Santiago Boys.

Nell'obiettivo della mostra è il design

della sala, non le aspetti politici

ed economici più importanti

legate al programma di nazionalizzazione

di aziende.

Quindi è molto più facile

parlare di sedi, schermi

di l'USA in quella stanza

invece di discutere

questo programma più geocanomico

di aziende.

Una di mattina, il giorno 11

si traccherà una cerimone

alla moneda dove parlerà

anche la filia di aziende, Isabelle.

Ci sono molti eventi

mostri qui in Santiago

ma si tratta

per lo più di un evento di basso profilo

almeno per quanto riguarda

il presidente Boric.

Una data importante

con tanta attività, però credo

che questo governo

non è proprio riuscito

e forse non voleva

creare una discussione un po' più politica

su aziende e anche

sul suo governo di unidad popolare.

Grazie Evgeni Morozov. Grazie a voi.

La notizia di scienza

della settimana raccontata

da Elena Boille, vice-direttrice

di Internazionale.

Nel 2017

quando Paddy Scott

cominciò a soffrire

di forti dolori allo stomaco

il sospetto che potesse avere

un tumore non lo sfiorò neppure.

Aveva 34 anni

ed era orgoglioso

della sua forma fisica.

Quando andò in ospedale

di colonoscopia, li chiesero

se voleva partecipare alla sperimentazione

per un nuovo esame del sangue

che serviva a individuare i tumori.

Ricordo di aver pensato va bene

ma tanto risulterà tutto negativo racconta.

Invece scopri di avere un tumore

all'intestino in fase avanzata

che si era diffuso al fegato.

Comincia così l'articolo del Financial Times

che pubblichiamo questa settimana

sui tumori a esordio precoce.

Negli ultimi 30 anni c'è stata

un'impennata dei casi negli under 50

e una delle fasce più colpite

nei paesi del G20

è quella tra i 25 e i 29 anni.

Va detto

che in numeri assoluti i casi tra i giovani

sono sempre relativamente pochi

e l'età rimane il principale

fattori di rischio.

Infatti il 90% dei tumori colpisce

chi ha più di 50 anni

e la metà chi ne ha più di 75.

Ma preoccupa

comunque questo aumento

perché non se ne conoscono bene le cause.

Uno dei pregi di questo articolo

è che oltre a informare sulla situazione

e sulle ipotesi che spiegano l'aumento

ricorda che la giovane età

non protegge del tutto

e non deve ingannare.

I giovani pazienti non devono ignorare certi sintomi,

i medici non li devono sottovalutare

e probabilmente

alcuni programmi di screening

andrebbero anticipati.

Hanno wives

Per mobile

Nel 2 settembre

centinaia di migliaia di insegnanti

ha partecipato a una marcia a Seul per protestare contro l'eccessiva pressione a cui sono sottoposti.

Il suicidio di una maestra ha fatto esplodere un dibattito in Corea del Sud

sull'atteggiamento aggressivo dei genitori degli alunni, che secondo molti maestri e professori

non gli permette più di gestire le classi con tranquillità e di fare bene il loro lavoro.

La manifestante che avete sentito parlare, siccome uova dicendo che è impensabile

che persone che studiano tanto per diventare insegnanti e che amano i bambini, debbano morire in questo modo.

Le protesti infatti si concentrano sull'alto numero di suicidi registrato tra gli insegnanti,

ma in generale anche sul sistema scolastico sudcoreano, che è considerato uno dei più duri e competitivi al mondo.

Ne parliamo con Cecilia Tanasio Ghezzi, giornalista e esperta di Asia, che collabora con Internazionale.

Le protesti di cui parlavi nell'introduzione in realtà sono la codo, comunque sono il seguito,

di protesti che vanno avanti ogni fine settimana, da oltre due mesi,

e appunto quando l'insegnante di cui tu hai stesso fatto menzione si è suicidata.

Si tratta di una ragazza 23-N, insegnante delle scuole primarie, quindi dei nostri elementari,

e diciamo grazie al suo cugino che ha rimesso apposto la sua casa, dove la sola con un pesce rosso

ha trovato una serie di diari in cui lamentava forti dolori al petto e lancia di entrare in classe.

Tutto questo dovuto a pressioni che avrebbe subito dai genitori.

Ora si è scoperto quasi immediatamente che non era un caso isolato,

dal 2018 si contano più di 100 insegnanti che si sono suicidati in Corea del Sud,

di questi 57 sono delle scuole elementari, e di questi 11 sono solo negli ultimi due mesi.

Esattamente una settimana fa, lunedì scorso, queste manifestazioni si sono svolte appunto

non nel fine settimana, ma il lunedì costringendo molte scuole a chiudere.

Il ministro di istruzioni ha dichiarato questo atteggiamento illegale e quindi,

seppure sulla carta ha manifestato solidarietà verso questo problema,

molto sentiva gli insegnanti, adesso ne parliamo più diffusamente,

in qualche maniera comunque si è tirato fuori di essere accanto a chi protesta.

In particolare perché gli insegnanti sudcoreani si sentono così esposti

e gli atteggiamenti aggressivi dei genitori degli alunni?

Gli insegnanti in queste manifestazioni soprattutto denunciano che la situazione è precipitata dal 2014,

quando è stata approvata una legge che sulla carta dovrebbe proteggere gli studenti,

in cui fondamentalmente si è leggiferato sul fatto che chiunque, anche in astanza di prove,

può accusare un insegnante di aver commesso abusi mentali o fisici sui propri studenti

e che dal momento stesso dell'accusa quell'insegnante viene sospeso.

Questo di fatto ha dato nelle mani dei genitori degli studenti una grossa arma di ricatto,

perché appunto possono accusarli in qualsiasi momento, anche di fatti non verificatesi,

e gli insegnanti che diciamo come qui da noi, ma comunque non sono proprio all'abice della scala sociale del reddito,

perdono giornati di lavoro e mettono anche in pericolo la propria corriscarriera.

All'interno di questa cornice legale cosa succede poi agli insegnanti?

Gli insegnanti lamentano di essere quasi perseguitati per via telefonica da genitori degli alunni,

che di fatto pretendono che i propri figli abbiano buoni voti, non siano mai allontanati dalla classe,

a prescindere dagli atteggiamenti che hanno, che spesso, adesso noi parliamo di bullismo,

ma per la nostra narrazione di bullismo questi sono episodi di violenza,

alcuni insegnanti hanno lamentato che i propri studenti delle scuole elementari le hanno prese per i capelli

e le hanno spinto la testa sulla scrivania, hanno separato alunni, anche questi sono racconti di alunni delle scuole elementari,

che cercavano di pugnalarsi chi con le forbici, chi con la matita.

Insomma, la situazione della violenza nelle classi di studenti anche molto giovani è fuori controllo

e poi che i genitori si sono sempre dalla parte dei loro figli,

questa legge non aiuta agli insegnanti neanche a tenere bada le classi.

E invece dall'altro lato, cioè la vita degli alunni sudcoreani come?

Oltre a dover sopportare una competizione feroce, le scuole sudcoreane sono intrise di episodi di bullismo,

questo lo vediamo anche per il numero di serie tv sudcoreane così detti che i dramas che si avvitano sul problema del bullismo.

La società sudcoreana è una società estremamente disoguale, ci sono poche famiglie che di fatto controllano l'economia

da quando la Corea del Sud ha un'economia libera e che quindi sono imparentate con i vertici di tutti i settori,

politica, polizia, economia stessa per l'appunto e i loro figli sono in qualche maniera intoccabili

e questo viene in qualche maniera comprovato dal fatto che molti dei suicidi degli insegnanti avvengono nelle scuole

che servono i quartieri beni delle metropoli sudcoreane.

Queste grandi diseguaglianze, questo senso di impunità che in qualche maniera protegge i figli, diciamo della nobiltà economica sudcoreana,

crea un senso di impunità con cui è difficilissimo lottare.

Quello che si vede ad esempio in queste serie tv sono ragazze di seto più basso costrette quasi alla servitude di gruppi di loro coetanei,

punite con bruciature da piastra dei capelli, punite con molestie ai limiti dello stupro

e soprattutto anche se gli insegnanti che si trovano a dover fare qualcosa vengono loro stessi puniti.

Un insegnante che lamentava ad esempio di un suo studente che con un pugno gli aveva rotto gli occhiali, quindi un pugno in faccia,

è costretta alle scuse e tra le risate dei genitori, dell'alunno il preside poi le dice

ma poi lei non potrebbe usare l'ente a contatto per evitare questo tipo di problemi.

La società è violente, sono diversi anni, al punto che con tutte queste serie tv e soprattutto con quest'ultima

segnalata anche sulle pagine di qualche mese scorso d'internazionale che si chiama The Glory

in cui paradustalmente il regista poi ha dovuto fare ammenda perché anche lui colpevole di bullismo in età scolastica

e si è sviluppato una sorta di Mitu che si chiama Hackpock in cui le vittime di bullismo di anche 20 o 30 anni fa

fanno outing adesso ed descrivono quello che hanno sofferto.

Ovviamente tutto questo è fuori da una cornice legale perché è difficilissimo provare il bullismo successo anche solo 3-4 anni fa

detto c'era un fenomeno culturale interessante e crescente.

Quello della competitività scuola e di un sistema scuolastico durissimo sembra essere un dato comune in molti altri paesi asiatici

tra cui la Cigina e il Giappone. Secondo te che radici culturali ha questo atteggiamento?

Per quanto riguarda l'asi orientali si possono fare più tipi di discorso, sicuramente si tratta di società che culturamente

afferiscono diciamo a un bacino culturale che possiamo definire con Fusciano.

Questo significa che il principio di autorità è molto importante.

È molto importante l'apprendimento mnemonico, il mai mettere in discussione il superiore.

Tra parenti è un sistema molto patriaricale in cui la donna viene anche lasciata ai ruoli di cura della famiglia.

Ma al di là di questo ci sta sicuramente questo punto.

Sicuramente stiamo parlando di società demographicamente molto importanti in cui quindi eccellere non è facile distinguersi,

non è facile la competizione è altissima e durissima e come terzo punto società che sono passati in maniera molto veloce

da avere grandi nunclei familiari e quindi tanti figli a famiglie con un unico figlio per diversi motivi.

E questo significa che l'unico figlio diventa l'unica possibilità di ascesa sociale della gran parte delle famiglie.

Grazie Cicilia Tanasiochiezi. Grazie a voi.

Il libro della settimana è consigliato da Giuseppe Rizzo, giornalista d'internazionale.

A settembre tutti i grandi editori italiani cercano di tornare sulla scena con alcuni dei loro titoli migliori.

L'ultima cosa bella sulla faccia della terra è uno dei libri più sorprendenti di questo rientro.

Pubblicato da Adelfi e tradotto da Martina Testa è il terzo romanzo dello statunitense Michael Bible.

Il nucleo della storia ruota intorno a un sucidio mancato.

Iggy, il protagonista, entra nella chiesa di un paesino del sud degli Stati Uniti per darsi fuoco,

ma sbaglia e finisce vient per uccidere 25 persone.

18 anni dopo la tragedia ha ricostruita da una specie di coro greco composto dai testimoni, dai superstiti e dallo stesso Iggy,

che intanto aspetta di essere giustiziato.

Come migliori scrittori del sud degli Stati Uniti, da Flanerio Connor, William Faulkner, Bible è un moralista inquieto.

In poco più di 100 pagine davito un personaggio indimenticabile, costretto a fare conti con la povertà, con l'eroina e con abissi difficili da immaginare.

La sua è una storia straziante ma raccontata senza accedere alla pornografia del dolore,

in grado di spingere i lettori a pensarci anche dopo aver finito il libro.

L'ultima cosa bella sulla faccia della terra è Michael Bible a Adelfi.

Dalla redazione di Internazionale, per oggi è tutto.

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L'11 settembre 1973 un colpo di stato guidato dal generale Augusto Pinochet e appoggiato dagli Stati Uniti rovesciò il governo di Salvador Allende, il primo presidente marxista eletto democraticamente in America Latina. Il suicidio di una maestra ha fatto esplodere un dibattito sull’atteggiamento aggressivo dei genitori degli alunni, che secondo gli insegnanti non gli permette più di fare bene il loro lavoro.

CON
Evgeny Morozov, sociologo esperto di tecnologia e informazione
Cecilia Attanasio Ghezzi, giornalista

LINK
Cile:
https://www.raiscuola.rai.it/storia/articoli/2021/08/Il-Golpe-Cileno-449530dd-068a-43a1-ad0d-6c7aad9d56ba.html
Corea del Sud: https://www.nytimes.com/2023/09/05/world/asia/south-korea-teachers-rally.html
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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen.
Produzione di Claudio Balboni, con Vincenzo De Simone.
Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna.
Direzione creativa di Jonathan Zenti.