Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia: #185 Cose turche e parole crociate – ExtraBarbero (Festival del Medioevo, 2016)

Fabrizio Mele Fabrizio Mele 9/3/23 - Episode Page - 47m - PDF Transcript

Buongiorno, buonasera, bentornate e bentornati ad una nuova puntata nel podcast di Sandro

Barbero, la storia come non l'avete mai sentita, la raccolta indipendente senza scopo

di lucro delle lezioni a conferenze del professor Barbero.

Di nuovo bentornati, oggi cominciamo alla sesta stagione del podcast con una lezione su

cose turche e parole crociate, registrata nel 2016 al Festival del Medioevo di Gubbio.

Il Festival della Medioevo 2023 si terrà sempre a Gubbio dal 20 e il 24 settembre e ci sono ancora

biletti disponibili, dettagli dopo la puntata. Buon ascolto!

Una certa influenza dell'ideologia crociata ce l'avevano ancora, anche se i turchi, come sapete,

sono al centro del discorso piuttosto in un'epoca successiva. È vero che all'epoca delle

crociate sono già turchi, il grosso dei capi e dei guerrieri musulmani e i nostri crociati

lo sanno benissimo, spesso dicono i turchi, però si usa più spesso i saraceni al tempo

delle crociate e noi in fondo non facciamo tanta differenza, diciamo gli arabi. Poi invece c'è un

momento nella nostra storia in cui mettiamola così, usiamo il loro punto di vista. Dal punto

di vista dei nostri antenati il nemico musulmano è incarnato decisamente dai turchi, dall'impero

turco, o per dire meglio dall'impero ottomano. Quell'impero ottomano che nel 1453, come sapete

tutti, con il sultano Mehmet II, Feti, il vincitore, il vittorioso, il conquistatore,

conquista Costantinopoli, mette fine sul serio alla storia dell'impero romano, che bene o male fra

mille trasformazioni era arrivato fin lì, ed è inizia una nuova storia, una storia che vede

per secoli come grande potenza egemone nell'Europa sud-orientale, nei Balkani, in Medioriente,

in Nordafrica, l'impero ottomano, l'impero del sultano, con la capitale appunto a Costantinopoli,

che oggi noi chiamiamo con il nome turco popolare, Istanbul, ma che in realtà nei documenti

ufficiali del sultano continuano a chiamarsi Costantinopoli, Costantini, e vedremo anche perché.

Allora, il tema di oggi è più o meno punti di vista dei nostri antenati su questa grande

potenza orientale, musulmana, temuta, ma non solo temuta, come vedrete, e che in ogni

caso però temuta o no era sentita proprio come per usare un termine banale che si usa oggi,

l'altro. Ecco, veramente l'alterità era rappresentata da quel mondo, agli occhi degli

europei occidentali cristiani del 400, del 500, ancora del 600. Un'alterità temuta, dicevo,

perché? Perché quell'impero è visto come un impero potente, in espansione, e infatti è un impero

che per parecchio tempo si espande. 1453 Costantinopoli, ma 1529 il primo assedio di Vienna, da parte

di Solimano il Magnifico, poi non la prende Vienna, ma insomma è lì a due passi, e nel frattempo

suo padre, il sultano Selim, primo, ha conquistato l'Arabia Saudita attuale, lo Yemen, la città

Santa, la Mecca, è diventato oltre che sultano turco, califo, cioè principe dei credenti,

capo della religione islamica. E nel corso del 500, appunto, questo impero che da un lato arriva

fino alle porte di Vienna e che comprende quindi Budapest, Belgrado, Atene, e che poi comprende

tutta l'attuale Turchia, e l'attuale Siria, Libano, Palestina, Israele, e in realtà estende

il suo controllo, anche se in modo un po' più labile, anche sul Nordafrica, sul Egitto,

la Tunisia, l'Algeria, Marocco no, rimane un sultanato indipendente. Però voi capite,

da un lato fino a Vienna, dall'altro fino ad Algeri, è una superpotenza e da noi fino

a fine 500 ci si dice, ma non sarà che poi conquistano tutto il mondo, potrebbe anche

succedere. Noi siamo abituati a pensare che ci sia stata una data decisiva che ha messo

fine all'espansione dell'impero. La battaglia di Lepanto, 1571. Bene, durante quella guerra

al cui interno viene combattuta la battaglia di Lepanto, a Costantinopoli c'è un ambasciatore

veneziano, il bailo, come dicono i veneziani, Marco Antonio Barbaro, il quale ha fatto il

possibile per evitare che la guerra scoppiasse, perché Venezia non aveva nessun interesse

a farla quella guerra. Poi la guerra è scoppiata. I turchi ovviamente hanno imprigionato nel

suo palazzo l'ambasciatore veneziano diventato ambasciatore della potenza nemica, l'hanno

chiuso in casa con i Giannizzeri alla porta. Lui per parecchio tempo ha continuato a buttare

giù dalle finestre lettere che i suoi agenti andavano a raccogliere per poi trasmettere

al governo veneziano, quando i turchi se ne sono accorti, se si sono un po' seccati,

gli hanno chiuso anche le finestre con assi per cui dentro devono stare con le candele

accese, usciva solo un domestico per andare a farla spesa al mercato e così Marco Antonio

Barbaro è rimasto lì a Costantinopoli fino a quando la guerra non è finita, si è fatta

alla pace, si sono salutati, ha regalato al Gran Visir un suo ritratto con suscritto

al mio caro amico Gran Visir dei turchi eccetera e se ne è tornato a Venezia, tornato a Venezia

Marco Antonio Barbaro fa la sua relazione dove dice in buona sostanza abbiamo visto

quanto sono potenti in questa guerra, perché notate che i cristiani hanno vinto la battaglia

di Leipanto, la guerra ha vinto i turchi, la guerra si è conclusa con Venezia che ha

chiesto la pace, ha ceduto al sultano l'isola di Cipro che era tutto quello che il sultano

voleva fin dall'inizio, Marco Antonio Barbaro torna a casa e dice non si può escludere

che questo impero possa anche finalmente, cioè alla fine ridursi a una monarchia universale,

cioè non escludiamo che questi conquistino il mondo, attrezziamoci all'idea, naturalmente

poi l'idea della conquista turca può essere presentata in vari modi, può essere usata

giustamente per mobilitare il popolo, per spaventare il popolo e il popolo si lascia

spaventare voletieri naturalmente, i turchi per noi italiani specialmente, i turchi sono

due passi, nel 400 sono sbarcati a Otranto, per forza sono dall'altra parte, si vede

nelle belle giornate, la costa dall'altra parte, sono entrati in Friuli, per forza

sono lì dall'altra parte in Croazia e in Ungheria, quindi per noi italiani i turchi

sono particolarmente vicini e fra le chiacchiere che si fanno al mercato e allosteria in certi

momenti quando arriva notizia che c'è un po' di movimento oriente, la chiacchiera

non è che arriveranno i turchi poi, ecco quello nei nostri mercati e nelle nostre

austerie si sente, intorno al 1520 Machiavelli scriveva Gui Cardini lamentandosi perché

è stufo delle chiacchiere della gente, c'è la gente a Firenze non hanno niente di meglio

da fare che spettegolare parlano sempre delle stesse stupidaggini, dice il Machiavelli,

sul diluvio che deve venire e cioè verrà un altro diluvio universale visto come sta

andando il mondo non ci sarebbe da stupirsi o sul turco che deve passare, cioè attraversare

il mare e invaderci e se fosse bene fare la crociata in questi tempi, eccole le parole

crociate, nelle austerie di Firenze e conclude il Machiavelli e simili novelle da pancacce

cioè chiacchiere da austeria proprio, alla pancaccia, allosteria non ci sono mica le

sedie, ci sono le panche, allosteria la brava gente che ha una di meglio da fare di questo

parlo verrà il diluvio, ho sentito una profezia, voi ne riparleremo delle profezie, verrà

il turco e se facessimo la crociata cosa fanno i nostri sovrani, cosa fanno i principi cristiani.

Machiavelli evidentemente appunto trova che la politica vera è un'altra cosa ma la gente

non lo sa cosa è la politica vera, la gente ha le sue paure e il Machiavelli stesso in

un'altra occasione ci gioca e ci scherza, i turchi fanno paura certo, se poi uno dovesse

dire esattamente perché fanno paura è perché sono diversi da noi, sono proprio altri, per

esempio i turchi quando mettono a morte qualcuno lo impalano e questo fa una paura terribile

e fa dire a tutti i turchi sono veramente feroci, molto crudeli, noi la gente la bruciamo

viva, gli rompiamo tutte le ossa sulla ruota e li lasciamo morire lì come si fa con i

briganti, gli assassini e così via e questi sono un comodio civili di mettere a morte

la gente, ma i turchi che la impalano fanno una paura tremenda, Machiavelli ci scherza

su, nella mandragola, voi capite ovviamente che su questo fatto dell'impalare si possono

fare delle allusioni e dunque nella mandragola il Machiavelli mette in scena il dialogo fra

una donna e un frate, il frate è il suo confessore, a lui la donna dice proprio tutto e la donna

chiede al frate, credete voi che il turco bassi quest'anno in Italia se voi non fate orazione

sì, affè di io ci aiuti, io ho una gran paura di quell'impalare, tu un'immagine

il pubblico fiorentino che appunto fa bello, quindi per Machiavelli la paura del turco

è quello che appunto agita la brava gente che non ne sa tanto, è un tema comune, è

un tema di moda, è una paura diffusa, il bello è che se uno va a vedere nelle nostre fonti

del 400 e specialmente del 500 ogni tanto affiora anche il rovescio della medaglia, che il turco

è tutto il contrario di quello che siamo noi, certo, il turco è uno specchio rovesciato, se venissero

i turchi, cose turche per l'appunto e ogni tanto qualcuno dice ma sarebbe così male, se tutto il

nostro mondo andasse a gambe all'aria e venisse un castigamatti che cambia tutto quanto, a Bologna

un cronista bolognese del 500, Bologna stato pontificio, come qui, cronista bolognese del

500 racconta l'esecuzione di un condannato a morte, un sovversivo il quale prima di essere

impeccato dichiara al governatore pontificio, vorria piuttosto il governo del turco che quello

depreti, il bello è che il cronista commenta, ben avea razón, ma non dirlo a lui, in altre

parole è chiaro che siamo sul paradosso, sono modi di dire, però sono modi di dire significativi,

chi non ne può più del governo che abbiamo gli vien da dire guarda sarebbe meglio perfino se venissero

davvero i turchi, anche perché, i turchi fanno tanta paura certo, però non è che non si sappia

che comunque dal loro il sistema è davvero diverso rispetto al nostro, dal loro c'è il sultano

che comanda e tutti obbediscono, a Venezia dove non c'è uno che comanda, ma ci sono i

patrizzi, c'è la Repubblica aristocratica, ci sono alcune migliaia di persone che comandano e si

spartiscono tutto gli uffici, le prebende, le pensioni, gli appalti e tutto quanto e il popolo fa la fame

in certi momenti, quando il popolo fa la fame vien da dire al popolo, è certo che se venisse,

ricordate quando si diceva da venire baffone, ecco, alla fine del 500 gira a Venezia una poesia,

una canzone in dialetto che si chiama il lamento dei pescatori veneziani, in cui appunto i pescatori

si lamentano che a Venezia si fa la fame, che i patrizzi si prendono tutto, che i nobili si mangiano

tutto, che per i poveri non c'è giustizia e poi continua e dice ma perché Dio, qui italianizzo

leggermente il dialetto per chiarirci meglio, ma perché Dio non vuol che l'Itiran regna troppo

in lo mondo, Dio non vuole che i tiranni comandino troppo, apparecchiao per far giustizia, apparecchiao

apparecchiato, appreparato Dio per far giustizia, il turco, il gran soldan, il grande sultano,

custughe zufa, quel che sia zufao, dove il verbo zufar, acciuffare, vuol dire prendere, se arriva

il turco ai patrizzi, gli riprende tutto quello che loro hanno rubato a noi. Ora ben intenso, non è che

il sovversivo di Bologna o il pescatore di Venezia in realtà vorrebbe davvero vedere il turco per la

strada probabilmente, però ci sono zone del mondo cristiano dove invece noi sappiamo che la gente

voleva vedere il turco per la strada perché i padroni di adesso venissero cacciati via e questa è

una cosa che si scopre quando uno va a vedere la storia greca. La Grecia all'epoca è divisa, in

parte sono possedimenti del sultano, in perotto mano, in parte sono possedimenti veneziani, Venezia ha

delle basi sul penel peloponneso, acreta a cipro fino alla guerra di lei, tanto quando poi cipro la

perde per l'appunto. Ora c'è una deliziosa simmetria nella vita di questo mondo greco

diviso fra due padroni, da una parte i turchi e dall'altra gli italiani, da una parte i musulmani

e dall'altra i cattolici. I greci ortodossi nelle zone dominate dai turchi sono sempre lì che

intrigano per cacciare via i turchi e si manda a Venezia a chiedere che Venezia dichiari guerra

al turco, che mandi soldi innanzitutto, che mandi armi, ci sono avventurieri che arrivano a

Venezia dicendo se mi date i soldi e le armi io vi metto a ferro e fuoco il peloponneso,

faccio insorgere, mandate una bandiera di San Marco e le autorità turche controllano con

molta attenzione in particolare il clero ortodosso ogni tanto c'è qualche vescovo che viene chiamato

a Costantinopoli a rispondere di quello che sta succedendo questo è quello che succede

nelle zone della Grecia governate dai turchi. Nelle zone della Grecia governate dai Veneziani noi

sappiamo ampiamente perché gli archivi di Venezia sono pieni di rapporti delle autorità locali a

CIPRO, a CRETA che dicono qual è la situazione, la situazione è che tutti dicono magari venissero

i turchi a liberarci e gente scappa da CRETA e da CIPRO per andare a Costantinopoli e chiedere

al Sultano di invadere queste isole e liberarle. Quando scoppia la guerra al punto di CIPRO,

durante la quale si combate la battaglia di Lepanto, a un certo punto il bailo veneziano

Marcantonio Barbaro riceve dalle sue spie rapporti precisi. Il comandante della flotta del Sultano,

il capodampascià, ha tenuto una riunione con i suoi raïs, i comandanti delle galere, si

sono seduti intorno a un tavolo con una carta di CIPRO e c'era un'esule cipriota che è venuto

a posta sia per indicargli dove sbarcare e poi per garantire che appena sbarcano i turchi la

gente a CIPRO gli correrà incontro a braccia aperte e che conquistare l'isola sarà facilissimo.

In quegli anni i governanti veneziani a CIPRO mandano appunto rapporti a Venezia dicendo

qui la gente non ne può più, la gente è scontenta, i contadini sono trattati male,

sono tenuti quasi in schiavitù dai padroni veneziani, se si continua così non sappiamo

come va a finire. Poi scoppia la guerra, la squadra turca sbarca un esercito a CIPRO e i

contadini greci con i loro preti in testa corrono incontro al Pasha acclamandolo e ringraziandolo

per essere venuto a liberarli. C'è una prima fase in cui ci sono anche delle rappresaglie veneziane,

i veneziani si chiudono nelle due grandi città, a Nicosia e a Famagosta. Da Nicosia poi all'inizio

appena saputo che appunto i contadini stanno accogliendo i turchi a braccia aperte si decide

una rappresaglia, c'è un casale, un villaggio, lefkara, che in particolare appunto è il primo

che ha mandato il suo incontro ai turchi. Una notte i veneziani escono da Nicosia, vanno fino

allefkara, circondano il villaggio, all'alba lo attaccano, lo bruciano, uccidono tutti, per far vedere

appunto che è pericoloso ribellarsi contro il dominio veneziano. Fatto sta che dopo qualche

settimana il Pasha la la Mustafa conquista Nicosia e quindi rimane solo Famagosta che verrà

assediata, sapete la storia Marcantonio Bragadini e così via, ma gli abitanti dell'isola si sono

tutti sottomessi al dominio del sultano. L'anno dopo sempre durante questa guerra una squadra

turca sbarca a Creta e mettono a terra delle truppe. Anche lì tempo poche ore dalle montagne

scendono i contadini con i loro preti in testa, accogliendo i turchi a braccia aperte, solo che

stavolta i turchi spiegano che loro non sono venuti per conquistare Creta, perché non si sono portati

l'artiglieria da sedio eccetera, non è un'operazione prevista, sono venuti a saccheggiare un po' e poi se

ne andranno e infatti se ne vanno e i rapporti che ci sono oggi nell'archivio di Stato di Venezia su

questa vicenda dicono abbiamo calmato le acque con molta fatica, è intervenuto questo gentiluomo,

quell'altro ha convinto i montanari a tornare a casa, quando tutti si sono calmati abbiamo arrestato

9 o 10 parroci, li abbiamo impiccati e adesso la situazione è di nuovo tranquilla. Però questo

è quello che succedeva appunto a Cipro a Creta e a Cipro che appunto viene ceduta al sultano,

noi abbiamo la conferma poi di cosa pensava la gente. Nel 1575, quindi pochi anni dopo,

un viaggiatore tedesco capita a Cipro e si sente dire che lì è successa una cosa da pochissimo

tempo per fortuna perché fino a poco tempo prima qui comandavano i veneziani e gli abitanti

di Cipro erano trattati come schiavi, ma si sente dire questo viaggiatore tedesco che poi lo scrivo

nella sua relazione di viaggio, adesso sono arrivati i turchi, i poveri sono stati liberati e i

loro padroni veneziani venduti in schiavitù in Turchia. Ancora qualche anno a fine 500 un

viaggiatore inglese arriva a visitare Cipro, lo portano a Nicosia e gli fanno vedere i palazzi

ormai disabitati della nobiltà veneziana e gli dicono che i padroni di quei palazzi sono

stati tutti ammazzati, come si meritavano, come giusta punizione per la schiavitù in cui tenevano

i contadini greci. Ora fin qua abbiamo parlato appunto di umori popolari, spostiamoci un po'

più in alto. Questo impero ottomano che è indubbiamente il grande nemico dell'Occidente

cristiano, che è indubbiamente un'alterità con cui si fa fatica anche solo a negoziare,

sono gente strana, sono gente difficile, sono gente dura, sono in fedeli e però il sistema

politico mondiale all'epoca, di comundiale per dire qui in Europa e nel Mediterraneo, quello

che vedevano loro, è tale che è difficile dire che questi sono proprio degli alieni con cui non

si possono avere rapporti. Perché? Vi dicevo prima che dopo aver conquistato Costantinopoli non

le cambiano nome i sultani, loro continuano a emanare le loro leggi, i loro firmani da Costantinopoli

la protetta, Constantinie. Il fatto è che dopo aver preso Costantinopoli i sultani ottomani i

quali sanno come va il mondo e conoscono la cultura politica europea fanno due più due e dicono

chi possiede Costantinopoli è l'imperatore romano, Cesare. Costantinopoli è la capitale

dell'impero romano. Chi possiede Costantinopoli adesso? Io il sultano e dunque i sultani cominciano

a rivendicare ufficialmente fra i vari altri loro titoli perché appunto è molto variegata la

titolatura del sultano. Sultan che è un termine arabo poi adottato dai turchi vuol dire semplicemente

sovrano re califo che vuol dire appunto successore del profeta vicario del profeta principe dei

credenti kan perché i turchi sono mongoli in origine e condividono con i mongoli e con gli unni

di una volta questa idea del kan il capo tribale per cui il grande sultano solimano il magnifico

è sultan sulle iman han e poi cominciano anche nei documenti ufficiali a chiamarsi Cesare

perché chi ha Costantinopoli è Cesare imperatore di Roma voi capite la conseguenza il fatto che

Roma in questo momento non è nostra è uno di quei piccoli dettagli della storia che poi si

metteranno a posto prima o poi ma io il sultano sono l'imperatore di Roma e questa cosa che sembra

uno scherzo in realtà è uno scherzo che però qualcuno prende sul serio c'è un trattato

quattrocentesco conservato la biblioteca vaticana in cui un giurista anonimo argomenta dicendo che

effettivamente c'è poco da fare la vittoria la da dio e se il sultano ha conquistato Costantinopoli

è Dio che ha voluto che la conquistasse e quindi Dio ha concesso al sultano il titolo di legittimo

imperatore romano è un trattato anticlericale è un trattato che ragiona su questo perché il vero

scopo è di dire la chiesa il clero non devono intromettersi nella politica sono i sovrani che

devono comandare e se il sultano a Costantinopoli ha costretto alla sottomissione come ha fatto la

chiesa il patriarca e così via è giusto anche da noi si dovrebbe fare così infatti noi il trattato

lo possediamo perché sia stato subito una confutazione di un giurista eteologo vaticano che

ha provveduto a confutare queste argomentazioni ma in realtà quando ma ho metto secondo ha preso

Costantinopoli perfino il papa per un momento si è lasciato trascinare dal piacere di questa

ipotesi dire cosa succederebbe si accettassimo che lui è davvero l'imperatore romano nel 1461

papa più secondo scrive una lettera al sultano ma ho metto secondo è una lettera aperta un manifesto

non si è mai smesso di discutere va presa sul serio è una provocazione c'era discutere appunto

bio secondo lo sapete è un papa curioso è un intellettuale umanista e né a silvio piccolomini

che ne ha fatte di tutti colori prima di dedicarsi alla vita religiosa è diventare niente meno che

papa e anche uno che però dì li a qualche anno morirà vecchio ad ancona aspettando che arrivi la

flotta crociata che lui ha cercato di mettere in campo quindi è uno che prende molto sul sedio

questo che sta succedendo in oriente finirà proclamando appunto la crociata ma prima ha

sperimentato un'altra ipotesi papa più secondo scrive al sultano ma ho metto secondo

invitandolo a convertirsi al cristianesimo e offrendo gli in cambio il titolo di imperatore

dei cristiani titolo nuovo ma che deriva direttamente da quello di imperatore romano e è

interessantissimo perché il papa scrive al sultano dicendo tutti conoscono la tua pietà

religiosa la tua devozione la tua giustizia tutti sanno che vivi una vita santa di penitenza

cosa ti manca per essere cristiano risponde il papa un po d'acqua il battesimo fai quel piccolo

passo e il papa continuo dicendo sai perché è in potere della chiesa attribuire l'impero di

roma che è l'impero universale tanti anni fa la chiesa ha deciso che l'impero non doveva più

essere quello di costantinopoli ma quello di carlomagno e un papa ha incoronato il barbaro

carlomagno in san pietro e l'ha trasformato in imperatore romano ergo noi possiamo fare imperatore

chi vogliamo anche il sultano turco ovviamente la condizione che si faccia cristiano e in realtà

in questo mondo umanistico da cui viene fuori ma o metto secondo ma anche ma o metto la conosce

quella cultura eh lo sapete lui si fa venire i pittori italiani gentile bellini a farsi il

ritratto e le medaglie i gioielli da orefici italiani e piace piace questo personaggio

specialmente a quei sovrani occidentali che magari sono un po in crisi con la chiesa si

ci smondo malatesta per esempio si ci smondo malatesta che col papato a pessimi rapporti

manda in regalo al sultano un trattato il trattato dei re militari dell'umanista roberto valturio

con tanto di lettra di dedica dell'autore al sultano ma o metto secondo ad illustrissimum e

excellentissimum dominum ma comet bei magnum admiratum emiro e sultanum turcorum ma del resto

anche Leonardo da Vinci cercherà di vendere le sue invenzioni al sultano va bene lui appunto

scrupoli non se ne faceva vendeva il miglioro offerente ma il sultano fa parte del gioco è uno

dei grandi sovrani del mondo e il fatto che è infedele in certi momenti conta in certi altri

facciamo finta di niente c'è anche un altro mito che dobbiamo ricordare per capire bene come mai

sono possibili queste contaminazioni è un mito che è nato già durante le crociate durante le

crociate è successo questo i nostri sono andati in medio oriente e li a un certo punto si sono

trovati davanti ai turchi loro si aspettava di trovarsi davanti i saraceni termine che dall

antichità indicava gli arabi e in effetti li chiamano saraceni ma appena cominciano a

capirci un po di più e quindi già dalla prima crociata perché quello che vi sto per dire emerge

già nelle fonti dalla prima crociata in poi capiscono benissimo che questo mondo musulmano dal

punto di vista etnico è un po più complesso ci sono gli arabi ma quelli che comandano sono

turchi quasi dappertutto il sultano la maggior parte degli emili e la maggior parte dei cavalieri

sono turchi e nella nostra nella memorialistica dei crociati emerge questa cosa che i turchi certo

sono nemici con loro ci si scanna e in battaglia contro i turchi non si risparmiano i colpi e chi

vince taglia la testa alle vittime del nemico e torna l'accampamento se siamo noi che abbiamo

vinto noi crociati torniamo all'accampamento con le teste dei turchi appesa l'assella del cavallo

quando vincono loro tagliano la testa noi e se ne vanno in triunfo con le nostre teste però è

comune nella memorialistica dei crociati specialmente nella memorialistica laica nelle

opinioni dei cavalieri più che non in quelle del clero è comune l'idea che questi turchi però

sono gente veramente in gamba voi sapete i crociati l'aristocrazia medievale apprezza il valore

e la forza apprezza i bravi cavalieri i bei cavalli quelli che sanno combattere bene le buone

spade e i turchi tutta questa roba c'è l'anno i crociati prima di arrivare al contatto con i

turchi sono passati nell'intero bizantino in un mondo estremamente sofisticato civilizzato e

pacifico dove la guerra e i guerrieri non erano così apprezzati e l'impressione che i crociati

hanno riportato di questi fratelli cristiani d'Oriente in genere è pessima l'opinione ma proprio

quello del volgo voglio dire è della brava gente che passa e piena di pregiudizi l'impressione è

questi greci sono degli smidollati sono dei mollaccioni di rispetto a noi non valgono niente i

greci i turchi invece sì i turchi sono gente tanto che abbiamo tante cose in comune abbiamo tanti

racconti dal tempo delle crociate di scambi momenti di tregua prigionieri che chiacchierano

con le miro che li ha catturati e si mettono a chiacchierare di cavalli e si mettono a chiacchierare

di genealogie nobiliari hanno tante appartengono a aristocrazie simili come valori e comincia

a un certo punto a circolare la seguente idea ma turchi turchi turchi turchi ducchi turchi stanno

qui in asia minore che dove c'era la famosa città di troia naturalmente certo nel medioevo il

mito troiano è conosciutissimo non hanno mero in greco gli smidollati bizantini leggono e citano

mero in greco i nostri lo leggono tradotto però lo conoscono il mito di troia un mito potentissimo

anche perché i romani sono venuti da troia e nea e così via e dunque i turchi adesso stanno

esattamente qui dove una volta c'erano i troiani e i troiani ma come che si chiamavano i troiani

non c'è un altro modo di chiamarli nei testi latini come era già teukri guarda non è che questi

turchi sono sempre i teukri che erano lì già i vecchi tempi e quindi antichi quanto noi gloriosi

quanto noi certo che sia un certo punto anche i turchi cominciano a dirlo anche loro hanno sentito

questa storia certo e il sultano metto secondo quando prende costantinopoli fra le altre cose farà

sapere al mondo che i troiani hanno riconquistato definitivamente quello che i greci gli avevano

preso e si sono vendicati e adesso hanno vinto loro la guerra la guerra fra greci e troiani dura

da 2.000 anni 3.000 quanti sono adesso il sultano il conquistatore ha messo fine alla guerra

hanno vinto i troiani cioè i turchi quando erano seri nel dire queste cose va a sapere però tanta

gente ci credeva anche perché va detto credevano tutto la brava gente credeva tutto l'epoca e

l'epoca per esempio delle profezie voi capite non come la nostra epoca illuminata in cui crediamo

di poter prevedere quale sarà il bill dell'anno prossimo sono quelle cose che lasciano estere

fatti appena di cominciare a pensare loro invece credevano di poter sapere come andava la

storia del mondo sulla base delle profezie e quando più sono terribili le cose di cui si

paura più sia la sensazione che grandi avvenimenti potrebbero accadere e più chissà come mai girano

profezie e così voi capita l'inizio del 500 quando la cristianità comincia ad accorgersi che sta

succedendo una cosa mai vista prima si sta spaccando la cristianità da quel giorno in cui il

dottor Lutero è andato davanti alla porta della chiesa di Wittenberg con martello e un foglio e ha

inchiedato un foglio sulla porta da quel giorno la cristianità non ha più pace è spaccata e

lacerata è in guerra si ammazzano tutte le parti si brucia la gente sul rogo da tutte le parti e la

gente si chiede fino a quando fino a quando la cristianità vivrà così e fino a quando dobbiamo

sopportare dei cappi che non sono capaci di mettere fine tutto questo da dove arriverà la salvezza

le profezie dicono e venisse mai dal turco la salvezza 60 anni prima papa più secondo aveva

detto ma ho metto secondo ma perché non ti converti basta un po d'acqua nel 500 sono le

profezie che corrono di bocca in bocca che dicono guardate che verrà verrà la fine di

quest'epoca orrenda in cui stiamo vivendo e la fine verrà perché il sultano vincerà conquisterà

il mondo ricordate che abbiamo aperto con mar cantonio barbero che a fine 500 ci crede ancora

che potrebbe succedere le profezie popolari dicono il sultano conquisterà il mondo e poi si

convertirà al cristianesimo e a quel punto ci sarà la pace non solo fra cristiani ma anche

fra i cristiani e i pagani come dicono loro deuno imperatore il quale pacificherà i cristiani e

il paganesimo gli intellettuali stanno a vedere loro alle profezie non ci credono tanto però appunto

adesso capite come dire quali materiali ha in mano un intellettuale per esempio della cerchia di

macchiavelli che abbiamo citato prima quando si parla di queste cose i turchi sono proprio il

contrario di noi e sono canimi scredenti e infedeli certo però il sultano è l'imperatore di

roma e il sultano dicono le profezie dice il popolo che un giorno sarà padrone del mondo e anche che

si convertirà al cristianesimo e il popolo dice anche meglio i turchi che non i padroni nostri di

adesso è un intellettuale mette insieme queste cose lettera di francesco vettori a macchiavelli

1513 venga il turco con tutta l'asia e colminsi per un tratto tutte le profezie cioè siano riempite

compiute in un colpo solo tutte le profezie che a dirvi il vero io vorrei che quello che ha da essere

fosse presto che non vuol dire ci spero e fin qua vuol dire secondo me succede e allora tanto vale

che succede subito e oltre a quello che ho visto vedrei i volentieri più in là mi piacerebbe

vivere ancora un po e vedere un mondo diverso ho già visto tante cose ma mi piacerebbe vederlo

cambiato questo mondo francesco vettori a macchiavelli 1513 lasciamo da canto il turco il

quale sia quello sarà quello che mentre questi principi trattano accordi cioè mentre i nostri

sovrani cristiani discutono farà qualche cosa che ora pochi vi pensano e questo punto francesco

vettori comincia a entrare in questa linea di pensiero e se il turco davvero si muove e attacca

e noi cosa dobbiamo pensare andremo tutti a gambe all'aria sì primo fra tutti il papa naturalmente

in modo che io non mi farei meraviglia che avanti che passasse uno anno egli il turco

avesse dato a questa italia una gran bastonata e facesse uscire di passo questi preti sopra che

non voglio dire altro per ora francesco vettori sapendo che a volte le lettere vengono lette dalla

polizia evidentemente preferisce bothersa non andar troppo in là però vedete che abbiamo

chiuso il cerchio le cose che dice il popolo ogni tanto le può dire anche l'intellectuale sarebbe bello

che questo mondo in cui viviamo che fa schifo andasse a gambe all'aria e se deve venire il turco a farlo va

bene perfino il turco naturalmente anche i turchi hanno loro profezie che gli dicono che conquisteranno

il mondo forse in ogni caso conquisteranno la mela rossa cosa sia la mela rossa non lo sa nessuno

ma i cronisti turchi dicono una voce circola fra il popolo che i musulmani debbono spingere le loro

conquiste fino alla mela rossa e tutti a chiedersi ma cos'è la mela rossa qualcuno diceva i costantinopoli

ma adesso l'abbiamo conquistata e profezia continua circolare quindi non è costantinopoli

qualcuno dice saramica roma la mela rossa tra l'alto si potrebbe anche tradurre la mela d'oro e forse

potrebbe essere anche più adatto altri dicono e vienna altri dicono e colonia sapete le vecchie

profezie tedesche che dicono che il barba rossa non è morto ma dorme nel ventre della montagna ne uscirà

quando i turchi abbeverranno i loro cavalli nel reno e poi quando a roma si comincia a

costruire la cupola di san pietro a questo punto i turchi sono sicuri non è quella la mela d'oro

e quindi la profezia parla proprio di roma fatto sta che per generazioni quando il sultano prende

il potere dopo la cerimonia di intronizzazione il sultano passa davanti alla caserma dei

giannizzeri e ritualmente salute i giannizzeri dicendogli ci rivedremo alla mela rossa e quindi

prima o poi ci andremo a roma finalmente chiudiamo perché da un bel po che sto parlando

vi dicevo che quello è un mondo altro è un mondo completamente diverso e opposto rispetto

al nostro ovviamente per questo fa paura a volte invece per questo serve per mettere il dito sui

problemi del mondo nostro e a volte serve per farsi venire delle idee su qualcosa che potremmo

imparare anche noi che faccia paura lo detto appunto sono in fedeli fanno cose strane mangiano

cose strane gli ambassatori veneziani sono ripilati dice questi mangiano riso e montone riso e

montone anche i ricchi sono sobri non cercano illusso non hanno nessuna idea di cosa mangiamo

noi in italia e però lo dicono con una lieve preoccupazione perché gente così che si accontenta

di poco di nuovo ecco non sappiamo chi li fermerà e poi e poi c'è chi scherza su quegli

aspetti del loro mondo che non sembrano tanto raccomandabili e che però rispetto al nostro ci

sarebbe quasi metà per scherzo metà sul serio da dire è facessimo come loro anche noi per

esempio ci sono dei passi del guicciardini che scherza a proposito del seguente tema voi vi

stupirete nell'Italia del 500 la giustizia elenta corrotta e inefficente i processi non

finiscono mai gli avvocati ingrassano dice il guicciardini parlando dell'Italia del 500 ben

inteso e il guicciardini più di una volta dice ma sai che sarebbe quasi meglio fare come fanno

i turchi i quali turchi nelle barzellette turche questo è noto lì non ci sono né tribunali né

giudici né giuristi c'è soltanto il cadì locale che è nominato dal sultano che è uno specializzato

alla lista di sciaria quindi di del corano non ha un tribunale né niente a lì il suo

ufficio chi ha una causa va dal cadì il cadì ascolta la causa convoca l'altro ascolta anche

l'altro decide in mezza giornata ha deciso tutti sanno non ci sono avvocati non ci sono

memoriali non ci sono codici niente naturalmente nella realtà e lo dicono le barzellette turche

tutti sanno che il cadì dà la vittoria chi gli ha portato la bustarella più grossa e di conseguenza

è tutto meno che un sistema ideale qui cerdini vive nel nostro mondo dove fare causa voglio

trovarsi un avvocato che preparerà dei lunghi memoriali in latino aprire una causa presso

un tribunale che convocherà l'anno prossimo e così via e così via e così via e il ghi cerdini

dice io credo che siano manco male le sentenze dei turchi le quali si espediscono presto è quasi

a caso che il modo dei giudizi che si usano comunemente tra cristiani perché dice in definitiva

si spende talmente tanto nei nostri processi che sarebbe meglio perdere la causa il primo giorno

piuttosto che non vincerla alla fine senza dire dice il macchiavelli e il ghi cerdini che se uno

giudica casaccio una sentenza su due la zecca e io non so sicuro che da noi le sentenze siano

giuste in molto più del 50 per cento dei casi dice ghi cerdini ora voi capite si scherza perché

si sa che la giustizia presso i turchi è proprio una cosa fatta così lasciata proprio però serve

per mettere in lucid problemi nostri ultimissima cosa si trovano cose strane da loro che non ci

piacciono e però ci fanno un po' restar così interdetti gli ambasciatori veneziani a costantinopoli

spesso spiegano al governo veneziano che non ci crede che cosa difficile è trattare con i

Pasha con i visir del governo ottomano i quali non sono come in tutto il mondo civile principi

e nobili che discendono da famiglie con tanti antenati e sono al potere perché sono nobili che

è il modo normale di fare le cose nei popoli civili no questi sono tutti i figli di poveracci che

il sultano ha fatto salire per merito e gli ambasciatori veneziani dicono che cosa orrenda sapeste

che roba dover trattare con questi che sono figli di pastori e se ne vantano dicendo che solo

grazie ai loro meriti si sono arrivati a quelle posizioni di potere alla battaglia di lei pantola

flotta veneziana è comandata da sebastiano venier il quale in una sua lettera dice sapeste che

roba dover combattere con questi nemici che non conoscono principi né conti né cavaliere

niente da loro il primo venuto se bravo diventa comandante della flotta questo è davvero il mondo

alla rovescia e agli occhi dei nostri antenati sembra un mondo pazzesco e scandaloso grazie

grazie per aver ascoltato questa puntata nella descrizione trovate il link al video

originale sul canale youtube del festival del medioevo su cui potete guardare anche

decine di interventi da tutte le edizioni passate l'edizione del 2023 del festival

del medioevo sarà dal 20 al 24 settembre sempre a gubio e sul sito festival de medioevo.it sono

disponibili sia il programma sia i biglietti per quanto riguarda il podcast che ridendo

scherzando è arrivato alla sesta stagione e che questo ottobre compia cinque anni c'è una

novità interessante vi dirò di più domenica prossima sempre in questo spazio questa settimana

naturalmente ricomincia il palco del mercoledì il nostro appuntamento settimanale di chiacchiere

riflessione e discussione ci troviamo sulla community discord mercoledì alle 21 il link

nella descrizione la musica è come sempre la boss antiva di cavin mccloud in compete.com

pubblicata con licenze a critic commo cc by 4.0 ci sentiamo la settimana prossima con una puntata

del podcast ed essendo barbero ciao

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Al Festival del Medioevo 2016 il professor Barbero parla di cose turche e delle parole che si usavano nel Medioevo per parlar di loro.

Festival del Medioevo 2023: https://www.festivaldelmedioevo.it/

Registrazione originale: https://www.youtube.com/watch?v=TgqpA9gjPVU

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