Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia: #104 I falsi miti del medioevo – Barbero Riserva (Pavia, 2015)

Fabrizio Mele Fabrizio Mele 9/10/23 - Episode Page - 1h 34m - PDF Transcript

Buongiorno, buonasera, bentornate e bentornati ad una nuova puntata del podcast Elessandro

Barbero, la storia come non l'avete mai sentita, la raccolta indipendente senza scopo

di lucro delle lezioni o conferenze del professore Barbero.

La settimana scorsa c'è stata una falsa partenza, riproviamo questa settimana con una puntata

Barbero di Serva. È il 2015 e il professore Barbero è ospite della

associazione dottorandi Pavesi dell'Università dell'Isto di Dipavia, per un'iniziativa

dal titolo bufavole. Parliamo di falsi miti sul medioevo, in coda

la puntata un paio di cose importanti sul podcast. Buon ascolto.

Buonasera a tutti, se siete d'accordo potremmo iniziare, allora a nome mio è di tutta la

associazione dottorandi Pavesi, vi do il benvenuto.

La conferenza di oggi pomeriggio è la prima di un ciclo come dallo candina sulle bufavole,

storie di ordinare e disinformazione. La domanda legittima è ma cosa sono le bufavole?

È un neologismo che abbiamo voluto inventare, creare, per indicare tutto quello che è disinformazione,

falsomito o anche semplicemente un luogo comune che attecchi presso l'opinione comune.

Il nostro scopo è in realtà sfatare tutto quello che è luogo comune nei vari campi

del sapere, sia esumanistico piuttosto che scientifico.

Nel caso specifico oggi pomeriggio parleremo del medioevo, che è un periodo storico che

insomma normalmente non è trattato molto bene e non gode di ottima reputazione.

Questo è per svariati motivi che probabilmente ci spiegherà il Professor Berbero, ma anche

credo una piccola notazione, forse anche a causa di un insegnamento scolastico che

non è, forse non ha voluto o non ha potuto essere al passo con la ricerca storica specialistica.

E quindi si attacca ancora, comunque si appoggia a delle semplificazioni, schematizzazioni,

penso, la famigerata piramide feudale, voglio dire, o temi come vescovi conti.

Alcune molti dicono, ma sono esistiti veramente, chi erano?

Insomma oggi cercheremo di fare un po' di chiarezza.

Presentare il Professor Berbero è difficile, insomma, un profilo scientifico non è una

pervelitare in così poco tempo quello che mi è concesso.

Basteranno pochi accenni circa la sua formazione e il suo percorso accadenico.

La prima cosa fondamentale da ricordare è che il Professor Berbero è all'estato,

al lievo, di uno dei più importanti medievisti italiani del Novecento e mi riferisco a Giovanni

Tabacco, con il quale ha discuso appunto una tesi storia medievale presso l'Università

degli Studi di Torino.

Successivamente si è perfezionato alla normale di Pisa e dopo questo triegno post-Lauream

ha quindi intrapeso la carriera accademica, inizialmente come ricercatore presso l'Università

di Tor Vergata e successivamente come docente presso l'Università degli Studi del Pimonto

Orientale, presso la quale è attualmente ordinario di storia medievale per l'appunto.

Il Professor Berbero ha una vastissima bibliografia, particoli scientifici e monografie, ma quello

che lo caratterizza in particolar modo soprattutto presso il grande pubblico è il suo essere

oltre che è storico di professione anche divulgatore e sicuramente insomma è un volto conosciuto

sia per le sue collaborazioni a livello radiofonico penso agli audio-documentari di

Radio RAI2, piuttosto che invece per le collaborazioni con programmi televisivi come Superquark,

alla conduzione di Anticristo dopo Cristo, piuttosto che anche il suo ruolo è la sua

presenza nel comitato scientifico del tempo e la storia, tutti i programmi di RAIStoria.

Quindi brevemente concludo il Professor Berbero ha un profilo che ben si attaglia quello

che è il nostro target, storico di professione, quindi un bagaglio di metodo critico ma anche

divulgatore che quindi credo renda proprio il relatore ideale per questa nostra prima

conferenza.

Grazie per l'attenzione e buona scolta.

Grazie.

Allora buonasera a tutti, come avete sentito l'idea di questo ciclo di incontri è smascherare

qualcuna delle tante invenzioni, favole, come si dice in gergo, bufale, che circolano

nella nostra cultura e oggi nello specifico parlando di Medioevo c'è ne fin che si vuole,

perdinandone così che mi ha introdotto, ne ha accennata qualcuna di quelle che sono più

conosciute dagli addetti ai lavori, perché diciamo è più di noi addetti ai lavori preoccuparci

del fatto che sui manuali scolastici c'è il disegnino della piramide feudale con i

vassalli, i valvassori, i valvassini e siamo solo noi che soffriamo perché sappiamo che

in realtà non è mai esistita, ma ci sono anche tante cose su cui noi addetti ai lavori

magari ce ne preoccupiamo anche meno, che però circolano e fanno parte dell'immaginario

collettivo attribuiti al Medioevo e che invece sono vere e proprie invenzioni.

Oggi dunque io proverò a accennare con voi a tre come fare a definirli, bufale non mi

piace, non è abbastanza accademico, per quanto andrebbe benissimo. A tre racconti,

a tre cose, non è un gran che è cose, ma diciamo a tre cose che tutti o quasi associano

al Medioevo e vi dico fin d'ora quali sono, così avete chiaro l'andamento complessivo

di questo discorso. La prima è forse oggi un po' in decadenza, non è più così conosciuta,

è stata popolarissima nell'Ottocento, l'idea dei terrori dell'anno mille. La seconda cosa

invece è molto conosciuta ancora oggi ed è loius prime noctis e la terza cosa credo

sia anche essa abbastanza conosciuta ed è l'idea che nel Medioevo credessero che

la terra sia piatta. Tutte e tre queste cose come vedrete direbbe un Medievista come noi

Calunnie. Ecco, la gente nel Medioevo non se lo verita, che si creda che loro potessero

vivere in un mondo immaginario di quel tipo, ma le vedremo con calma una per una. La prima

dunque sono i terrori dell'anno mille. Vedevo qualcuno che annuiva, ma per chi eventualmente

non ha annuito. La leggenda dei terrori dell'anno mille parte dall'idea che da qualche parte

in certo punto qualcuno nel mondo cristiano non si sa bene chi avrebbe detto mille e

non più mille, cioè dopo mille anni arriverà la fine del mondo. Mille anni da cosa, si

sarebbero riscrute anche di quello naturalmente, ma sulla base di questo detto che qualcuno

attribuisce addirittura a Gesù, in realtà non si trova da nessuna parte l'origine di

questa cosa, sulla base di questo detto a un certo punto gli storici hanno cominciato

a dirsi. Figuriamoci che paura aveva la gente quando è arrivato l'anno mille. Intanto

si sa, erano secoli bui, superstiziosi, tenebrosi, la gente, la fine del mondo già un po'

se l'aspettava comunque. Figuriamoci quando è arrivato l'anno mille. E così gli storici

hanno cominciato a scrivere e a insegnare che all'arrivo dell'anno mille il mondo

si è fermato. Proprio all'arrivo dell'anno mille nel senso diciamo, cos'è oggi il

20 febbraio? Ecco che il 20 febbraio del 1999 magari qualcuno cominciava già a avere un

po' di problemi. Nell'estate del 1999 la preoccupazione cresce, il 31 dicembre del 1999 erano

tutti terrorizzati, tutti chiusi in casa o meglio ancora in chiesa a pregare sicuri

che il mattino dopo il mondo sarebbe finito. Questa cosa ve l'ho riassunta io e ho fatto

male in realtà perché ci sono dei testi che adesso vi citerò, testi autorevoli che raccontano

questa cosa molto meglio di come l'ho raccontata io. Carducci nel 1868 scrive i suoi discorsi

sullo svolgimento della letteratura nazionale, una sintesi cioè della letteratura italiana

e comincia con i terrori dell'anno mille. Voi sapete l'abbiamo fatto tutti a scuola

la letteratura italiana, nasce nel medioevo, nasce nel 13 secolo e dunque dopo il mille.

E allora Carducci nell'800 vivendo in un'epoca che ha i terrori dell'anno mille, ci crede

pienamente, trova logico cominciare, è un buono spunto, è una bella idea, quando una

deve scrivere un libro deve trovare anche il punto di partenza. Carducci decide, partiamo

dai terrori dell'anno mille, sentite Carducci, vi immaginate il levard del sole nel primo

giorno dell'anno mille? Questo fatto di tutte le mattine ricordate che fu quasi miracolo,

fu promessa di vita nuova per le generazioni uscenti dal secolo decimo? E poi Carducci

ricorda appunto nel corso del decimo secolo pestilenze, carestie, guerre, profezie, profezie

che annunciavano alla fine del mondo tutti, e qui di nuovo Carducci, tutti insieme questi

terrori come nubi diverse che aggroppandosi fan temporale confluirono sul finire del

millenio in una sola e immane paura, mille e non più mille, aveva secondo la tradizione

detto Gesù. Ecco il colpo del Carducci, il primo che dice che questa cosa l'ha detta

Gesù, non c'è da nessuna parte, ma comunque, e poi la parte migliore è quella in cui Carducci

si immagina, tutta la gente, che la sera del 31 dicembre si è chiusa nei monasteri

e nelle chiese a pregare, a spinghiozzare, che faccia fanno quando il mattino dopo spunte

il sole e non è successo niente. E che stupore di gioia e che grido salì al cielo dalle

turbe raccolte in gruppi silenziosi intorno ai manieri feudali, cosciate e spinghiozzanti

nelle chiese tenebrose nei chiostri, qui c'è tutto anche l'antichlericalismo naturalmente

ottocentesco del Carducci, quando il sole si levò triunfale la mattina dell'anno mille.

E' un passo meraviglioso, eh? E capite come funziona bene? Non c'è stata la fine del mondo e quindi la gente si sveglia

e comincia a darsi da fare e il medioevo diventa meno tenebroso e nasce la letturatura italiana, etc etc etc

tutto perché quel giorno non è finito il mondo.

Vi faccio ancora un esempio, ma sì dai ve lo faccio. Tanto per far vedere che non è tutta colpa solo del Carducci,

vi cito un passo stavolta di uno storico, perché dopo tutto il Carducci è uno storico a suo modo,

tutta la sua attività anche di poeta e calata nella storia, però, però comunque è un letterato ed è un poeta innanzitutto,

ma gli storici di mestiere, quelli che facevano il mio mestiere, cosa scrivevano e cosa insegnavano nell'ottocento,

vi cito uno storico francese, non un notissimo, la Valais, allievo però di Michelet,

allievo del più famoso storico francese dell'ottocento, la credenza nella fine del mondo,

credenza che sembrava giustificata dalle pesti, le carestie, le calamità di ogni genere che desolavano l'Europa,

provocava una atonia universale. Tutto era ghiacciato di paura nell'attesa del giorno fatale,

ogni impresa era cessata, ogni movimento si era bloccato, non c'era più una esperanza né a venire,

si raddoppiava il ferrore religioso, ci si ammassava nei conventi, si donavano i beni alla chiesa

e da tutte le parti si udiva questo grido lugubre, la fine del mondo si avvicina.

Questo dunque è quello che credevano storici eletterati dell'ottocento.

Voi direte, ci ha già detto che non è vero, quindi non c'è nessuna suspense,

ma andiamo un po' a vedere come facciamo a sapere se è vero o non è vero.

Ci sono tanti modi di controllare.

Un modo è di andare a vedere cosa faceva davvero la gente il 31 dicembre del 1999.

Può sembrare un'impresa zardata e passato tanto tempo,

tuttavia qualche documento dell'epoca c'è arrivato, documenti ufficiali, documenti notarili.

Allora io per puro caso vi posso dire cosa faceva, il Papa, Papa Silvestro II,

il 31 dicembre del 1999, perché c'è un documento ufficiale, è una concessione.

Il Papa è il capo della chiesa, è il capo di una grande amministrazione.

Continuamente vengono a chiedergli delle cose, privilegi, concessioni.

Il 31 dicembre dell'anno 1999, Papa Silvestro II ha concesso un privilegio

a un grande monastero tedesco, il monastero di Fulda,

perché la Bate era venuto a chiedergli di confermare una serie di diritti del monastero.

Il 31 dicembre del 1999, Papa Silvestro concede questo privilegio alla Bate di Fulda.

A te e ai tuoi successori, sono già sicuri che ci saranno anche i successori.

A patto, il Papa chiede qualcosa in cambio, che in futuro nessun abate sia eletto senza farsi confermare dal Papa.

Quindi alla Bate di Fulda, quel 31 dicembre, il Papa diceva bene, i privilegi venivano confettati,

ma in futuro però, quando i tuoi monaci leggeranno alla Bate, deve venire a Roma a farsi confermare dal Papa.

In cambio, anche di una certa somma, un canone anno, che il monastero di Fulda dovrà pagare in futuro al Papato, omni anno.

Dunque, Papa Silvestro II, quel 31 dicembre, tutto aveva per la testa meno il fatto che a mezzanotte il mondo sarebbe finito.

Era evidentemente l'ultimissimo dei suoi pensieri.

Forse il Papa era uno scentico.

Dopotutto, Papa Silvestro II era un famoso intellettuale, uno studioso, può anche darsi che lui fosse al di sopra di queste cose,

che invece la brava gente, il terrore dell'anno mille, ce l'aveste.

Cosa faceva la brava gente?

Non dico il 31 dicembre, che sarebbe chiedere troppo, ma nell'anno 1999 c'è qualche documento.

Ho cercato uno di Pavia rapidamente, così non l'ho trovato, ma l'ho trovato uno di Tortona.

Non siamo tanto lontani.

A Tortona, a un certo punto, nell'anno 1999 due fratelli ad Alberto Prete e Renzone prendono in affitto una terra da un monastero di Tortona, San Marziano.

Prendono in affitto questa terra con un contratto scritto.

Contratti scritti non si usavano più in tutta Europa, quell'epoca, quando si dice secoli oscuri.

Noi ogni tanto, fra specialistici diciamo, non erano così oscuri come si diceva, però per noi un po' lo sono,

perché di materiale ce ne è poco, di fonti ce ne son poche, vediamo poco, però qualche documento ogni tanto c'è.

In Francia era ben difficile che un contadino che prendeva in affitto una terra si preoccupasse di trovare un notaio e fare un contratto scritto.

In Italia si faceva.

E dunque noi li abbiamo questi contratti.

Erano un contratto che si chiamavano, di vago un attimo, libelli, che vuol dire libretti, libriccini.

Contadino, contadino grosso che prende in affitto parecchia roba, ha il suo bravo libriccino dove Labate gli ha garantito l'affitto di queste terre.

I due fratelli di Tortona prendono in affitto queste terre nell'anno 1999.

Qui vi devo preparare.

Nelle nostre campagne fino a un po' di tempo fa la modalità più comune delle affittanze erano affittanze a brevissimo termine, la mezzadria, ogni anno si cambia.

Il mezzadro affittava per un anno e poi si vedeva, affitti brevi quindi.

L'epoca di cui parlo non aveva ancora scoperto questo modo particolare di spremere i contadini.

Ti faccio l'affitto per un anno e poi se non sono contento ti caccio via prendo un altro.

Nell'epoca di cui parlo intorno all'anno mille la preoccupazione dei padroni era piuttosto contadini ce ne pochi, se questo qua mi va via ne trovo un altro che mi coltiva la mia terra.

Meglio trattarlo bene e garantirsi che rimane a lavorare per me.

Quindi i contratti all'epoca erano abbastanza di lunga durata.

Ecco perché nell'anno 1999 questi due fratelli di Tortona prendono in affitto le terre del monastero per i prossimi 29 anni.

Ogni anno pagherà un terzo del raccolto, metà del vino e così via.

E proprio per garantirsi si stipula anche che se prima di quei 29 anni i monaci volessero riprendersi le terre che gli hanno dato,

dovranno pagare una penale.

Ecco ne degli altri che nel 1999 a tutto pensavano meno che al fatto che stava arrivando la fine del mondo.

Ma dunque, dunque nei documenti di quell'anno non si parla mai della fine del mondo,

in realtà un documento dell'anno 1999 in cui c'è un riferimento alla fine del mondo e saltato fuori,

è un diploma dell'imperatore Ottone Terzo, anche questa è una concessione a un monastero.

Voi capite perché tutti questi documenti di cui faccio un'altra digressione, soltanto un attimo,

capite perché sono tutti i documenti di monasteri?

Perché quando un bravo uomo compra una terra dal suo vicino di casa fanno magari il documento,

ma hai voglia che quel documento arrivi fino a noi oggi?

Basta che la famiglia si estingua, si sparisce tape a tutto, un documento che riguarda un monastero?

Il Monastero c'è ancora, il Monastero ha i documenti che ha accumulato nei secoli, nei secoli, nei sedici.

Ecco perché questi documenti riguardano tutti i Monaci.

Nell'anno 1999 l'imperatore Ottone Terzo fa il 3 octobre, fa una concessione al Monastero di Farfa,

grande Monastero italiano, naziale.

Cosa vogliono i Monaci di Farfa?

Vogliono delle garanzie, un Monastero sotto protezione imperiale, sembra una bella cosa,

una cosa a essere sotto protezione imperiale, ma gli imperatori a volte, con i loro monasteri, sono molto disinvolti,

è già capitato in passato che l'imperatore dice a un amico, vuoi andare in pensione, d'accordo,

ti nomino a batte di quel Monastero, vai lì, Monastero è ricchissimo, te la godi, c'è un sacco di soldi,

non devi farti monaco, non distrubarti assolutamente, vai lì e fai la batte, basta, ai monaci queste cose seccano un po'.

I monaci di Farfa chiedono all'imperatore la garanzia che questo Monastero non sarà mai più concesso a nessuno,

in questi modi, sgradevoli.

L'imperatore lo concede, al predetto Monastero abbiamo concesso, che mai più, ineterno,

mai quel Monastero sarà dato in beneficio da noi o dai nostri successori,

ma rimanga sempre in uso pubblico,

mai mai più ineterno sempre i nostri successori, siamo nell'ottobre del 1999.

Se qualche Papa o Imperatore, nostro successore,

soggiogherà quel Monastero a qualche persona,

sappia che dovrà renderne conto insieme a noi nel ritorno di Cristo,

quando verrà a giudicare il secolo nel fuoco.

E dunque, che Cristo prima o poi verrà a giudicare il mondo nel fuoco, certo che succederà prima o poi,

c'è scritto, loro lo sanno che succederà.

Chissà quando, certo non adesso, in futuro sappiano tutti i futuri papi e imperatori

che c'è sempre quella cosa che gli prende addosso.

Adesso nel 1999, sembra evidentemente lontanissimo.

Allora, a questo punto uno si chiede anche, ma come?

Se non ci sono, e potrei continuare, ma non ce ne sono,

testimonianze che dicano che in quel benedetto anno mille tutti erano terrorizzati.

Come che è nata questa cosa? Vi spiego anche come è nata rapidamente.

Non è particolarmente divertente, è un po' inquietante.

Fa vedere come nascono le bufale, insomma, per aggregazione successiva.

12. secolo, 150 anni dopo, passato un sacco di tempo dall'anno mille,

un monaco cronista, legge le cronache dell'epoca,

c'è stato un terremoto nell'anno mille, e nel 1002 c'è stata un'apparizione,

e nel 1114 una carestia, a poco spazio.

Nell'anno mille ci furono terremoti e prodigi.

Un altro monaco ancora un po' dopo.

È vero, nel 1114 c'è stata una carestia, un'altra cronaca di quell'epoca,

dice che nel 110 c'è stata un'eclisse.

Il monaco di cui vi parlo adesso, cronista, che scrive 200 anni dopo,

cioè un immenso tempo dopo, a voglia non è Carducci,

ma a voglia anche lui di ricamare un po'.

E quindi dice nel 110, non nel mille, non gli è venuto in mente il mille,

ma nel 110, che in particolare ci fu l'eclisse quell'anno,

appunto ci fu l'eclisse, e molti ebbero paura che il mondo finisse.

Più o meno se l'ha inventato lui, ma insomma è una nota di colore,

non lo legge nessuno questo cronista.

Passano i secoli, nessun altro parla di questa cosa,

poi nel rinascimento un cronista tedesco, il Tritemius,

scrive degli annali, anche lui copia da cose vecchie,

trova qui, eclissi, carestie, ah vedi, questo dice che avevano paura,

e ti credo che avevano paura, certo, mille non più mille,

e il Tritemius, il primo che scrive definitivamente,

all'avvicinarsi dell'anno mille, la gente terrorizzata temeva che finisse il mondo.

Alla fine del 500, un grandissimo studioso, il Baronio,

uno dei fondatori della storografia moderna, il Cardinale Baronio,

sta raccontando quei tempi bui del Medioevo,

ormai a fine il 500 sono convinti che il Medioevo era stato i tempi bui,

anzi il Baronio, tu dico per voi che avete pensato questo titolo,

quando il secolo si fa meno buio, il Baronio è quello che inventa l'espressione

Seculum Obscurum, per parlare del secolo dell'anno mille,

e il Baronio a questo punto è sicuro,

all'avvicinarsi dell'anno mille, terrore, paura, panico, fine del mondo e così via,

lo dice il Baronio, volete che non sia vero,

fine, da quel momento è rimasta.

Poi potrei raccontarvi come che nel 900 è stata smontata,

ma insomma, passiamo oltre.

La prossima è una cosa ancora più conunciata prima,

è una cosa ancora più conosciuta nella nostra cultura di oggi,

terrore dell'anno mille non ci fanno i film,

sulloius prime noctis invece i film li fanno, e come?

E come dire, ci fanno i grandi romanzoni storici di grande successo,

che vendono i milioni di copie che invidia tra l'altro.

Allora, chissà quanti di voi hanno letto la cattedrale del mare,

di Il Defonso Falcones, grande romanzone ambientato nella Catalogna del 14 secolo.

Qual è la scena iniziale di questo romanzone del 2007,

che ha venduto milioni di copie?

Scena iniziale, c'è il matrimonio di un contadino,

ci sono tutti i contadini festanti che fanno il pranzo nell'Aia,

arriva a cavallo il Signore con i suoi amici e con i suoi sgherri.

Signore si invita al matrimonio, cominci a bere, cominci a mangiare,

vede la sposa, carina la sposa, pretende che venga lei a servirgli da bere,

lei costretta dagli da bere, chinarsi davanti a lui, un po' scollata,

c'è tutta questa scena prorriginosa e poi quando ha ben bevuto il Signore salta sulla,

prende per un polso la sposa e grida allo sposo.

In virtù del diritto che come tuo Signore mi spetta,

ho deciso di giacere con tua moglie nella sua prima notte di nozze.

Dopodiché la trascina, senza altro, è in casa, la violenta

e i contadini sono tutti fuori che nessuno osa protestare,

perché è un suo diritto.

Non se lo ricordavano tanto bisogna che il suo ocello, il vecchio, ricordi al figlio,

che è il marito e anche al lettore evidentemente.

Cioè, no, è un diritto, fa parte del sistema feudale, la servitude della gleba

e il Signore può giacere con la moglie della sua vassala la prima notte di nozze.

Quindi per gli autori di romanzi storici è una grande risorsa,

ma anche per gli sceneggiatori di Hollywood naturalmente.

Tanti di voi avranno letto la cattedrale del mare e tanti di voi avranno visto

Braveheart con Mel Gibson.

La storia dell'eroico scozzese, ecco ricordate?

Come si mette in movimento la rivolta dell'eroico scozzese contro i cattivi inglesi?

Si mette in movimento perché il malvagio Redingilterra non sa come domare gli scozzesi,

questo popolo ribelle, e finalmente al Redingilterra viene una grande idea.

Battuta del Redingilterra dal film Braveheart.

Il guaio con la scozia è che è piena di scozzesi.

Forse è venuto il momento di ristabilire un'antica consuetudine.

Concediamo la prima notte nell'originale in latino.

Grant them prima notte, che suona che pite, particolarmente tenebroso.

Quando una qualunque ragazza del popolo che abita in quei paesi si sposa,

i nostri nobili avranno diritti sessuali, sentite come suona medievale questa frase dello sceneggiatore,

i nostri nobili avranno diritti sessuali su di lei nella notte del suo matrimonio.

È chiaro che senza gli usprime noctis saremmo in grave difficoltà.

L'arte del romanzo storico e l'arte del film ambientato nel Medioevo

non ci avrebbero dato molti capolavori se non ci fossero gli usprime noctis.

Il riferimento del Redingilterra nel film Braveheart ha questo di interessante,

che probabilmente traduce una piccola riserva mentale degli sceneggiatori, del tipo,

ma davvero facevano queste cose.

Infatti il Redingilterra dice, ristabiliamo un'antica consuetudine,

e infatti siccome la consuetudine non c'è più ma viene ristabilita,

ecco che gli scozzesi si ribellano e la trama si mette in movimento.

Questo è interessante perché lo usprime noctis è presente

non nella memoria collettiva,

ma nelle storie che in molti paesini italiani vengono raccontate

sull'origine del Paese o comunque sul passato medievale del Paese.

In altre parole ci sono molti comuni italiani dove se uno va a vedere

anche semplicemente cliccando su internet, sul sito del comune dove c'è scritto Storia,

si vede che nella storia di quel Paese c'è il racconto di una rivolta degli abitanti

contro un malvagio feudatario,

raramente sostituire a feudatario governatore spagnolo o qualche cosa del genere,

il quale ha voluto introdurre loiusprime noctis.

È diffuso, ci sono i lanchi di questi paesi, c'è in tutta Italia,

al Sud Sant'Agata di Puglia, Rocca Scalegna in Abruzzo, al Centro a Fuggi,

al Nord in Liguria, Montalto, Ligure, Onzo,

e per ragioni che poi proveremo a spiegare, il tema è diffusissimo in Piemonte.

Crescentino, San Giorio, Brosso, Nizamonferrato, Rocca Grimaldda, Fossano, Cuneo, Ivrea,

anche città in Piemonte hanno nella loro tradizione questo racconto di questo momento epocale

in cui gli abitanti si sono ribellati contro il malvagio feudatario che voleva introdurre

o che pretendeva loiusprime noctis.

Il carnevale di Ivrea avete presente con delle arance, ecco,

è la battaglia per salvare la bella Mugnaia dalle brame del cattivo governatore.

Allora, anche qui, abbiamo modo di verificare cosa c'è di vero in tutto questo.

Certo che abbiamo modo di verificare.

Ci sono tante verifiche possibili, per esempio,

abbiamo visto che l'argomento fornisce soggetti fantastici a sceneggiatori e romanzieri.

Uno potrebbe pensare che uno come Boccaccio, per esempio,

visti i suoi gusti e il suo stile, avrebbe potuto essere interessato a questa faccenda.

E quando dico Boccaccio, dico Boccaccio, perché fra noi, come Dio lo conosciamo,

ma tenete presente che la letteratura medievale è ricchissima di novelle,

possono essere interi, come dire, un corpus di novelle, cento come quelle del Boccaccio,

o cento come le cento novelle nuove francesi del quattrocento, il novellino,

oppure possono essere opere indipendenti come i fablio francesi.

Faccio riferimento a qualcosa che forse solo i dottorandi di filologia conoscono,

ma i fablio francesi sono poi emetti in rima del duecento,

che hanno molte caratteristiche in comune con la novellistica.

Una caratteristica comune di tutta questa letteratura medievale,

e non quindi tipica solo del Boccaccio,

ma invece comune a tutta questa letteratura del due tre quattrocento,

è l'estremo interesse per il sesso.

L'estremo interesse per le storie scabrose, che si possono trasformare in tragedia,

oppure in barzelletta.

L'estremo interesse per il problema del rapporto frascesso e potere,

come fa il fidanzato a evitare che il ricco signore, oppure come, mi spiego, ecco.

Allora, uno di Rebbe, ragazzi avevate lo Jusprime Noctis in casa,

ci sarà un autore medievale che ha scritto una novella

su come il cattivo signore voleva lo Jusprime Noctis

e la bella Mugnaia è riuscita a fregarlo?

Ce ne sarà uno? No, non c'è.

Non c'è neanche uno.

C'è di tutto il preta innamorato, il ciabattino, il borghese,

la moglie del mercante, tutto quello, principi, conti, signori ecclesiastici,

vescovi, si fa sesso in tutti i modi da tutte le parti,

con la violenza, con la corruzione, con la persuasione,

ma dello Jusprime Noctis non c'è mai la minima traccia.

C'è perfino una novella nel 400 in Francia,

in questa raccolta delle cento novelle nuove.

La novella racconta la seguente storia.

Un conte, a cui piacciono le ragazze,

che tiene dei domestici che devono segnalargli quelle carine,

viene informato che in un villaggio che gli appartiene

c'è una ragazza particolarmente carina.

Il conte va a dare un'occhiata, la ragazza effettivamente è carina.

I viene una gran voglia.

A questo punto il conte le manda un mezzano.

Le manda un intermediario che dice alla ragazza,

sai, il signore ti ha notata e se sei una ragazza intelligente,

hai già capito, dipende solo da te,

il signore può fare la tua fortuna, quella della tua famiglia.

La ragazza gli fa rispondere che è pronta a servirlo in tutto,

perché lui è il suo signore.

È pronta a servirlo in tutto, salvo il suo onore.

Ma se volevano chiederle qualcosa contro il suo onore,

che aveva caro come la vita,

allora dichiarava di non conoscere neanche il signore.

Il conte ci rimane un po' male.

Una dice, ma non puoi tirar fuori la pergamena,

non è mai sentito parlare il conte.

Quindi alla fine va a cercare la ragazza sperando di trovarla da sola,

la trova da sola che è lì che taglia l'erba

e a questo punto fa come fanno i cavalieri medievali in questi casi.

Le dice, adesso sei qua, non mi scappi, mi dispiace,

è meglio che fai la brava, comincia a calarsi i calzoni,

anzi se li apre soltanto.

La ragazza, perché tutto il succo di una novella sta nella stuzia,

con cui si riesce a uscire dalle situazioni scabrose,

la ragazza gli dice che va bene, allora ci sta.

Visto che tanto di fronte alla forza non ci può fare niente, ci sta.

Però per piacere gli dice, dato che lui si è appena aperto la cenniera,

devo entrare nei dettagli perché lo svolgimento lo richiede

e la ragazza gli dice, però questi pantaloni insomma sono un po' scomodi

per piacere, togli teli.

Sono cose che si fanno in fretta di solito, non lo sta a togliersi,

anche perché nel 400 si usano certi pantaloni aderentissimi,

che si fa una gran fatica a metterli e a toglierli.

La ragazza dice per piacere togli i pantaloni almeno.

Il conto gli diceva bene, dai me li tolgo, ti aiuto, ti aiuto.

Comincia a calare gli pantaloni, strettissimi.

Quando è arrivata a metà, salta su e gli facciao e se ne va.

Il conto salta in piedi, capitombola, non può correre ai pantaloni

che vanno giù da tutte parti e quindi rimane lì scornato.

Dopodiché essendo un uomo di spirito si mette a ridere.

Perdona la ragazza per la sua irreverenza,

e anzi le fa fare poi un bellissimo e nobile matrimonio.

Ora questo dettaglio del nobile matrimonio potrebbe metterci in sospetto,

che sia poi successo qualcosa nel frattempo che il narratore non ci racconta.

Ma quello che è sicuro è che nessuno di loro ha mai sentito parlare

dello youth prima e noctis, né il narratore, né il suo pubblico, né i suoi personaggi.

Poi direte, questa è letteratura.

Abbiamo modo di fare altre verifiche, certo che abbiamo modo.

Lo youth prima e noctis è presentato dai moderni come un diritto.

Questo è il punto.

E tutto sta in questo, perché un signore volentieri andasse a letto

con le ragazze della sua signoria, è ovvio, così come è ovvio,

che un industriale dell'ottocento andava a letto con le operaie.

Su questo non ci sono dubbi.

Ma la peculiarità dello youth prima e noctis sta in questa idea di una società

che riconosce un diritto protetto dalla legge.

Abbiamo modo di sapere se i contadini si lamentavano dei loro signori.

Certo che abbiamo modo.

I contadini del Medioevo si lamentavano enormemente dei loro signori.

E quando ne avevano veramente troppo delle oppressioni che subivano da parte dei signori,

avevano diverse alternative.

Una era verso la fine del Medioevo, quando ormai c'erano poteri più grossi,

andare a Milano dal Signore di Milano e chiedergli di fare giustizia,

o dall'Imperatore, dall'Rea, secondo gli dove ti trovi.

Un'altra possibilità era andare dal Signore con un sacchetto di fiorini e di resenti.

Noi avremmo risparmiato un po' di soldi.

Vogliamo metterci a un tavolo e discutere perché ci sono un po' di cose che non ci vanno bene in questa signoria.

Quando non andava bene niente, l'ultima alternativa era dare l'assalto al castello,

sgozzare il Signore e tutta la sua famiglia, dar fuoco a tutto e poi sperare in Dio.

Anche in quel caso in genere poi si producevano innumerevoli scartoffie,

perché c'erano poi processi contro processi.

Tutte queste lamentele sono benissime documentate.

In moltissimi casi nel Medioevo noi abbiamo corposi memoriali di avvocati dei contadini del tale villaggio

che si lamentano, che il Signore, siccome li considera suoi servi, pretende da loro questo, quest'altro, quest'altro.

Abbiamo innumerevoli casi in cui i contadini di un villaggio e il Signore si mettono d'accordo.

Chiamano un notaio e cominciano a scrivere, il Signore rinuncia a questo, a quest'altro e a quest'altro.

Quell'altra cosa la diminuisce, quella cosa la invece rimane, in cambio di soldi.

Tutta questa documentazione ci offre un quadro ricchissimo dei mille motivi che un contadino medievale poteva avere

di essere seccato per come lo trattava il Signore.

E devi pagare l'imposta, il fodro, tutti gli anni.

E devi pagare un'altra, la taglia.

Quando va male la taglia ha misericordia, che vuol dire il Signore prende quello che vuole.

Poi, per buon cuore, può lasciarvi qualcosa.

La roida, che vuol dire il Signore ha bisogno di dieci carretti per trasportare il suo vino in città.

Tu, tu, tu e tu prendete il vostro carretto, il vostro bestiame e portate gratis la roba del Signore.

La custodia, Signore, ha un castello con una torre da cui si vede molto lontano.

Ci vorrà un uomo su quella torre che guarda per vedere se c'è qualche pericolo?

Gli abitanti devono fornirlo quell'uomo, gratis.

Le tasse da pagare in mille casi, è morto il babbo, i figli ereditano.

Sì, ma dice il Signore, la roba è mia.

Io ve la lascio ereditare, ma pagate.

La ragazza si deve sposare, ma sposa uno di un altro paese.

Sì, dice il Signore, ma dovete chiedermi il permesso.

Io ve lo do il permesso, ma bisogna pagare.

Due fratelli ereditato vogliono dividersi, pagare.

Allora, abbiamo infinite testimonianze di quanto potesse essere pesante il controllo signorile sui contadini.

Non c'è nessuna suspense, avete già capito dove va a finire.

Non c'è nessuno di questi documenti, nessuno mai che faccia il minimo accenno alloius prime noctis.

Nella zona di Ivrea, dove ancora oggi il carnevale celebra la rivolta contro il feudatario cattivo,

alla fine del 300 c'è stata una grande rivolta contadina.

Noi abbiamo una documentazione ricchissima, i contadini della zona di Ivrea si sono ribellati contro i loro signori

e a un certo punto ci sono scappati dei morti, alla fine sono stati sconfitti, ci sono stati degli impiccati,

poi lunghi negoziati, qualcosa hanno ottenuto.

I contadini della zona di Ivrea hanno fatto tutto questo, perché quando un contadino in quella zona moriva,

il Signore pretendeva di ereditare lui le sue terre e per lasciarle agli eredi voleva che pagassero una quota del valore.

Questa cosa agli abitanti del Canavese dava un tale fastidio che a un certo punto ci sono scappati i morti, parecchi.

Delloius prime noctis non gli importava niente, non lo menzionano neanche di sfuggita.

Questo punto qualche dubbio comincia a venire e naturalmente come sempre la cosa da fare è andare a vedere

quando si comincia a parlare di questa cosa e si trova, è abbastanza chiaro quando si comincia a parlare di questa cosa.

Si comincia a parlarne già alla fine del Medioevo e si comincia a parlarne già alla fine del Medioevo come di una cosa dei brutti vecchi tempi.

Le primissime menzioni delloius prime noctis si trovano in crona che di luoghi, come Cuneo per esempio, che vi ho citato prima,

di luoghi che hanno nel loro passato effettivamente l'origine della località o da una rivolta contadina o più semplicemente dal fatto che i contadini di parecchi villaggi

a un certo punto si sono messi insieme, si sono liberati dai loro signori e hanno fondato una nuova città.

Cuneo nasce così, a un certo punto alcuni villaggi vengono abbandonati dagli abitanti che si ritirano in un posto fortificato e creano una città.

È ben conosciuta la nascita di Cuneo, si conoscono i negoziati fra questi contadini e i loro signori, alcuni signori ci sono stati anche loro, sono andati anche loro a vivere lì,

altri hanno voluto dei pagamenti in cambio della libertà con cesta ai loro servi di andare a vivere a Cuneo.

Alla fine è andato tutto abbastanza pacificamente, ma tre secoli dopo anzi, alla fine del 400, per la prima volta nella storia c'è uno a Cuneo che scrive la storia di Cuneo,

è un giurista, un avvocato, l'avvocato Rebaccini alla fine del 400 scrive l'atronaca di Cuneo e cosa sa delle origini di Cuneo?

Sa che è nata perché i contadini di molti villaggi si sono liberati dai loro signori e chissà quei signori come erano cattivi,

se i nostri antenati hanno dovuto ribellarsi contro di loro e hanno fondato Cuneo, chissà cosa succedeva?

L'avvocato Rebaccini è un avvocato, è un eloquente, sa come dire difendere una causa,

i nobili per tirannia e non per giustizia tenevano i sudditi imponendo loro molti e diversi carichi,

toglievano le successioni che i prossimi parenti appartenevano e questo l'abbiamo visto è vero,

è uno dell'allegnanze dei contadini medievali, da tutte le possessioni estorquevano decime, taglie e altre servitù,

di tutti i contratti rapivano la nona parte del presso, sarebbe il prezzo,

ma il buon Rebaccini che normalmente parla piemontese a fine 400 fa un po' fatica a scrivere in italiano,

scuotevano anche, riscuotevano opere dalle persone, dagli animali loro, tutto l'anno, senza discressione,

fino a qui sono tutte cose che i documenti medievali confermano precisamente,

a questo punto l'avvocato Rebaccini ha preso il via e ci mette ancora una bella nota colorita,

finalmente sottomettendo la ragion alla libidine e sensualità,

defloravano le figlie dei sudditi e parimate le spose,

persuadendo ai sudditi questa esser loro antica ragione e privilegio,

l'or concesso anticamente tra le regalie, cioè i diritti del re esercitati poi dai signori.

Notate che in Piemonte sono particolarmente frequenti nel Medioevo,

queste vicende di fondazioni di nuove città da parte di contadini che si liberano dai signori e vanno a vivere insieme,

ecco perché poi in Piemonte sono particolarmente frequenti i luoghi dove col tempo la memoria collettiva ha rielaborato questa cosa

nel senso delloius prime noctis, ma non a caso ho insistito che il Rebaccini è un giurista,

perché i giuristi del IV-500 sono i veri colpevoli collettivamente di questa invenzione.

I giuristi del IV-500 vivono in un mondo diversissimo da quello medievale ormai,

è un mondo dove c'è il potere statale che sta diventando quasi assoluto in certe zone

e dove comunque c'è molto interesse per il potere statale

e dove re e signori di città stanno demolendo il potere dei signori locali, dei signori feudali,

quindi dal punto di vista del giurista potere statale cosa buona,

potere del signore cosa cattiva da superare, vecchia.

Questi giuristi sono uomini colti, ma anche di una credulità infinita,

sono pronti a credere che nei brutti vecchi tempi medievali succedeva di tutto

e trovano nelle loro fonti il riscontro, succedeva davvero di tutto.

I giuristi del IV-500 studiano i prelevamenti signorili che ormai sono spariti,

sono rimaste le carte che ne parlano, hanno certi nomi, merecito uno solo.

C'è un prelevamento che salta fuori in molti documenti francesi medievali che si chiama Kulajum.

Ora il Kulajum viene dal verbo francese c'è raccogliere e sinonimo di colletta,

colletta obbligatoria ben intenso, è uno dei tanti termini che indicano semplicemente

i soldi che gli abitanti devono pagare periodicamente al signore.

Ma voi capite un giurista del rinascimento nel suo studio pieno di libri di poe,

che è lì che medita su come erano brutti quei vecchi tempi tenebrosi del Medioevo,

su come erano ignobili questi poteri signorili e il giurista è pagato per dire che i poteri signorili vanno superati

perché adesso c'è il re se dio vuole e il mondo è cambiato e il giurista trova Kulajum.

Oppure il giurista trova, vi faccio ancora questo esempio, che nella diocesi di Amiens in Francia

alla fine del 300 c'è un grande processo che dura decenni perché gli abitanti della città non vogliono più pagare

al vescovo una tassa che si chiama la Tassa della prima notte di matrimonio.

Ma voi capite? La Tassa, certo, è normale nel Medioevo che quando hai un obbligo che ti dà fastidio

la prima cosa che propone al signore è dire ma se io pagassi invece di dover fare quella cosa?

Quindi in questo contesto la Tassa della prima notte di matrimonio non può che sostituire

un'altra cosa sgradevole che succedeva nella prima notte di matrimonio e i giuristi dal 500 al 700

anzi anche all'800 a dire, guarda, anche i vescovo esigevano gli usprime noctis.

Poi uno va a studiare questo dossier che non l'ho fatto, io l'ho fatto altri per fortuna,

memoriali di avvocati, tanto così di fogli e scopre che nella diocesi di Amiens, il vescovo a un certo punto

aveva avuto la bella idea di dire ai cristiani. Sapete, il matrimonio è una cosa sacra, non va contaminata

e quindi sarebbe una così bella cosa se tutti i cristiani quando si sposano offrissero a Dio un fioretto

che nelle prime tre notti di matrimonio non fanno l'amore e così si dimostra che il matrimonio non si fa

per brutale libidine ma invece per uno scopo santo. Nella diocesi di Amiens come in altre diocesi

ci sono dei periodi in cui i vescovi riescono a far passare questo principio. Poi come sempre

succede nel Medioevo quando la gente si stufa dicono al vescovo ma se pagassimo invece

e allora il vescovo dice ma benissimo pagate e quindi c'è una tassa per cui quando ti sposi devi pagare un fioreno

se vuoi fare l'amore già la prima notte. A gli occhi dei giuristi dell'età moderna questa roba

è la prova provata che anche la chiesa esigeva loius prime noctis.

Finalmente nel Medioevo credevano che la terra è piatta, lo sanno tutti. Qui vi citerò una fonte autorevolissima che conosciamo

tutti molto bene che il film di Walt Disney la spada nella roccia. Come sapete nella spada nella roccia c'è il personaggio meraviglioso

del mago Merlino che a un certo punto viaggia nel futuro. Poi torna nel Medioevo e è stato sulla spiaggia di Malibu

se non sbaglio, agli occhiali da sole, i Bermuda e racconta a Semola le cose meravigliose che ci sono nel futuro

e fra le altre cose il mago Merlino dice a Semola un giorno scopriranno che la terra è rotonda

un giorno scopriranno che la terra è rotonda

ma d'altra parte ci sono anche oggi dei siti, andate a vedere, ci sono dei siti fantastici di associazioni

specialmente devo dire di associazioni anticlericali che probabilmente avrebbero anche motivo di fare delle belle cose

ma invece si interviscono su questo, che premono su come appunto la chiesa nel Medioevo opprimeva la gente

e era fautrice di ignoranza. Vi leggo qualche riga da un sito, non vi dico anche come si chiama comunque

la chiesa cattolica accusava, processava e scommunicava e perfino arrostiva chi sosteneva che la terra non fosse piatta

in quegli anni pieni di ignoranza, c'era chi dava in escandescenze solo a sentir parlare

della possibilità che il mondo fosse rotondo, ma quello era il Medioevo, dice il sito

oggi nessuno sosterebbe l'idea che la terra è piatta, vista l'evidenza del fatto che ci possiamo girare intorno etc etc

dunque rimane assodato che questa idea che nel Medioevo la chiesa imponesse di credere che la terra è piatta

e piatta è un'idea largamente diffusa. Aggiungerò che uno dei motivi per cui questa cosa della terra,

ma sto per dirvi una cosa che sapete tutti è inutile, ma dico lo stesso, uno dei motivi per cui questa idea della terra

piatta è così presente nel nostro immaginario è Cristoforo Colombo, perché bene o male tutti pensiamo

o abbiamo pensato quando eravamo piccoli che Cristoforo Colombo abbia fatto fatica a far accettare il suo progetto

perché lui sosteneva che la terra era rotonda e che quindi si poteva buscare l'evante pure il poniente

partire verso Ovest e arrivare a Est facendo il giro e appunto nell'immaginario collettivo è ben presente

questa idea che non gli volevano dare i soldi perché gli dicevano ma se iscemo la terra è piatta

e quindi se vai avanti verso Ovest a un certo punto cadrai giù, questa cosa è diffusissima

e adesso oggi non ho portato delle diapositive ma c'è per esempio è pieno di vignette che scherzano su questa cosa

c'era anche un famoso numero di topolino in cui topolino faceva Cristoforo Colombo

e c'è una vignette in particolare che ricordo in cui si vedono sia della terra che è piatta

e le caravelli di Colombo che arrivate al bordo precipitano giù e i marinai che gridano a Colombo

ah così era rotonda, ecco

ora in realtà io qui potrei anche non farla troppo lunga

perché basterebbe che vi leggessi un passo di Tommaso da Quino

avete presente San Tommaso su un Matteologica

un più grande maestro del 13. secolo la massima autorità dell'insegnamento della Chiesa

proprio nelle prime righe del suo grande trattato la Tommaso da Quino

parte prima questi o prima sono proprio le prime righe

Tommaso da Quino, siamo nel 200, si imbarca nel seguente discorso

lui vuole spiegare al suo lettore che le scienze sono diverse

e che ogni scienza ha un suo modo per arrivare alla conoscenza del mondo

ci sono modi diversi, l'astronomo ragione in un modo, il fisico in un altro, il matematico in un altro ancora no

però tutti arrivano alla conoscenza della stessa realtà

imbarcandosi in questo discorso, San Tommaso dice più o meno

traducco molto liberamente dal latino, bisogna dire che i modi di conoscenza sono prodotti dalla diversità delle scienze

perché l'astrologo e il fisico per esempio dimostrano la stessa conclusione

e poi lui vuole continuare dicendo in modi diversi ciascuno col suo metodo

ma arrivato lì San Tommaso i viene in mente, ci metto un esempio

pensa un esempio di una cosa ovvia che tutte le scienze dimostrano ciascuno a suo modo

è una cosa così ovvia ed evidente che il suo lettore capisca subito e passi oltre

e qual è la cosa più ovvia e evidente che viene in mente a San Tommaso come esempio

perché l'astronomo e il fisico dimostrano la stessa conclusione per esempio

che la Terra è rotonda ciascuno a suo modo l'astrologo per mezzo della matematica

il fisico per mezzo, quindi quando San Tommaso, massimo dottore della Chiesa

ha bisogno di pensare a una cosa così ovvia che tutti lo sanno

la prima cosa che gli viene in mente è la Terra è rotonda

potrei anche finire qui a questo punto, infatti non è più per molto

però, come dire, rincariamo San Tommaso è nel XIII secolo

siamo ormai fuori dai secoli oscuri dell'alto Medioevo

fosse mai che nei secoli oscuri dell'alto Medioevo non avevano le idee così chiare per l'appunto

Beda VII secolo della natura Reirum

noi chiamiamo la Terra globo

non perché non ci siano delle irregularità di pianura e montagne

ma perché se consideriamo tutto l'insieme la circonferenza della Terra rappresenta un globo perfetto

andiamo avanti verso il basso Medioevo, intanto per moltiplicare gli esempi

un trattato francese del XX, l'image di Mond, la Terra è rotonda come una palla

notate che deve dire come una palla

perché la Terra è rotonda che a noi sembra una cosa così ovvia

non è in realtà una descrizione veramente soddisfacente

mi viene in mente anche qui non ho portato la vignetta

ma c'era una striscia della vecchia serie del wizard of Ed

non so se l'avete presente e quella ambientata del Medioevo, una serie comica

col piccolo re cattivissimo, il mago eccetera

in quella serie c'è una vignetta, una vignetta, una strip

in cui i Dotti discutono per sapere se la Terra è rotonda oppure piatta

e chiedono al re di decidere lui

il re si ritira, poi torna, tiene in mano qualcosa che non si vede

e dice, il re dice, ho il mio verdetto pronto

la Terra è rotonda ed è anche piatta, io la chiamo la teoria della pizza

e dunque rotonda non è sufficiente in effetti per rendere il concetto

ecco perché nel XIII secolo l'image di mondo senti il bisogno di dire

la Terra è rotonda come una palla

nel 400 pierdai, se non ci fossero ostacoli potremmo camminare tutto attorno al mondo

come una mosca su una mela

e finalmente vi citerò ancora il titolo del più importante trattato medievale di astronomia

dedicato alla forma della Terra

il trattato di un monaco inglese che si chiama Giovanni di Sacrobosco

Sacrobosco e la traduzione inglese di Hollywood naturalmente

Sacrobosco scrive questo trattato diffusissimo

uno dei primi libri stampati già nel 1471

un libro che tutti avevano letto i Dotti che c'erano in tutte le biblioteche

i Dotti di Salamanca che hanno discusso con Colombo

se avevano letto un libro era quello

il trattato del Sacrobosco sulla forma della Terra si intitola Tractatus de Sfera

perché ovviamente la Terra appunto ormai è assodato

dall'altra parte potrei anche dirvi una cosa, non c'era bisogno di tutto questo in mio discorso per tanti motivi

fate un esperimento andando a casa, guardando su internet

fate saltar fuori una qualunque immagine medievale di un imperatore medievale

cosa ha in mano? Il mondo, che è una sfera ovviamente

ci può essere sopra una croce perché naturalmente la religione cristiana è destinata etc etc

ma l'imperatore medievale come del resto quello tardo antico ha in mano una sfera

allora naturalmente qui come dire c'è un problema che nasce di nuovo per la terza volta

ma se è così ovvio come mai tutti crediamo invece che le Medioevo avessero in mente la Terra piatta

e qui è ancora più recente l'origine di questa frottola

è sempre colpa di Cristoforo Colombo e degli americani

perché è in America nel XIX secolo che viene inventata di sana pianta

la storia, no, inventata, no, nella realtà Cristoforo Colombo

quando è andato dalla regina a chiederle dei soldi per finanziare una spedizione

la regina abbastanza logicamente ha detto ma magari ci pensiamo un pochino

ha nominato una commissione per analizzare la faccenda

la commissione ha lavorato per anni, non c'è mai stato, ecco, nell'Ottocento

in America i biografi di Colombo inventano di sana pianta l'idea

no, una commissione che ha lavorato per anni eccetera eccetera

tra l'altro c'erano degli amici di Colombo in commissione che facevano lobbing per fargli darli soldi

no, hanno inventato la scena dei dottori di Salamanca

che tutti conosciamo che era presentata anche sulle porte del Campidoglio a Washington

e quindi questa idea a tutti questi dotti medievali, attardati e antiquati

e Colombo che arriva davanti a loro con le sue idee nuove e brillanti

e lì in particolare c'è un libro di un famoso scrittore americano dell'Ottocento

che si chiama Washington Irving, che scrive una vita di Colombo

per il grande pubblico, di grandissimo successo

e lui lì si inventa letteralmente questa scena di Colombo

che rappresenta il futuro naturalmente e anche l'America in un certo senso

di fronte ai dottori di Salamanca che rappresentano il vecchio mondo

e Colombo che fa mille ragionamenti brillanti

fra cui appunto il fatto che la terra era rotonda mentre i vecchi dottori di Salamanca,

medievali ed europei non ci vogliono credere

poi alla fine naturalmente l'America vince, il futuro vince, i soldi gli danno

e Colombo si dimostra che Colombo aveva ragione

a partire da quel momento la potenza di questo mito

nell'immaginario americano, nella scuola, nelle cartoni animati,

nei figli d'apertutto, nella pittura, pieno di raffigurazioni di questa scena

ce l'abbiamo in testa tutti, Colombo e i dottori di Salamanca

e quindi nel medioevo credevano che la terra fosse piatta

dopodiché due ultime considerazioni, una

c'è un'epoca caratterizzata dal fatto che alcune persone pensano che la terra sia piatta

e la nostra. Se andate su internet a cercare il sito della Flat Earth Society

la società della terra piatta troverete che esiste questa e anche altre associazioni

con migliaia di soci i quali fanno un'attiva propaganda per dimostrare che la terra è piatta

fa parte ovviamente delle cose del tipo siamo tutti vittime di un complotto

ci fanno credere che l'uomo è andato sulla luna, ci fanno credere che sono cadute le torri gemelle

ci fanno credere che la terra era tonda, in realtà non è vero e piatta

la società della terra piatta che prospera tutt'ora nasce alla fila dell'ottocento

in America, giustamente il paese più avanzato e moderno del mondo

lì per la prima volta nella storia viene pubblicato un libro che nel medioevo non aveva mai pubblicato nessuno

l'ecento prove che la terra è piatta, di William Carpenter

è un libro fantastico, la prima prova è la seguente

basta salire su un pallone e guardare giù, si vede che è piatta

c'è neanche una bellissima però, ecco questa, io mi sono dimenticato di farlo, potevo farlo come esperimento

vi potevo dire che un autore medievale ha scritto queste parole, ci sareste cascati tutti

gli esseri umani richiedono una superficie su cui vivere

che in genere deve essere piatta

e poi che il creatore onniscente deve essere perfettamente consapevole

delle necessità delle sue creature

ne consegue che essendo un creatore infinitamente saggio

ha fornito alle sue creature tutto ciò di cui avevano bisogno

questa è una prova teologica che la terra è piatta

se vi avessi detto che era tombaso da quino secondo me ci avreste creduto

invece William Carpenter di Baltimora nel 1880

mentre intorno ci sono l'electricità, il tre, ecco, l'aereo

e questa è una cosa, l'altra cosa è che per chiudere forse dovremmo anche ricordare

cosa avevano quelli della Commissione della Regine Isabella da contestare a Colombo

perché non gli volevano dare i soldi?

La verità è che Colombo aveva sbagliato completamente i calcoli

un po' li aveva sbagliati, un po' li aveva truccati

perché voi capite in cosa consiste il discorso?

io partirò da Palos, anzi poi Colombo il conto l'ha fatto dalle canarie

così si guadagna un pezzo, partirò dalle canarie e farò il gire e arriverò in Giappone

si può fare, ma sei sicuro che si può fare, guarda che la terra è grande

no? dice Colombo, io ho fatto i miei calcoli, si può fare assolutamente

è stata ricostruita questa storia, ci sono i ragionamenti di Colombo, la sua corrispondenza

Colombo ha consultato i trattati di geografia, ha barato sulle miglia

ha scambiato le miglia terrestri, quelle marine, prendendo sempre quelle più corte

ha barato in vari altri modi

e finalmente è arrivato a calcolare che secondo lui dalle canarie al Giappone

c'erano 4.450 chilometri, equivalente in misure dell'epoca

4.450, sapete quanti sono in realtà? 22.000

cioè Colombo credeva che la terra fosse un quinto di com'è davvero

e gli altri gli dicevano, guarda che ti sbagli

c'è quello mio che ha calcolato, avevano ragione gli altri

poi siccome Colombo era molto ben introdotto, aveva dei forti amicizi a corte e gli ha andato i soldi

ma se non andava a sbattere nell'America morivano tutti di sete nel mezzo dell'oceano

la sua grande fortuna è stata che c'era l'America, cosa che lui non sapeva neanche lontanamente

e quindi ci sono salvati e la storia del mondo è cambiata

ma avevano ragione quelli che non volevano dargli i soldi, cioè i medievali per l'appunto

che la sapevano più lunga di lui, grazie

Ringrazio penso a nome di tutti il Professor Berbero per questa bella

si divertente e frizzante relazione quindi dichiaro aperto il dibattito

per chiunque volesse fare una domanda, curiosità

Volevo fare un'osservazione sul mille non più mille

perché 15 anni fa c'è stata una certa polemica anche sui giornali

e sull'inizio del terzo millenio

e ha vinto la tesi che il terzo millenio è cominciato il primo gennaio del 2001 e non del 2000

quindi l'anno il primo millenio è finito il 31 dicembre dell'anno mille e non nel 1999

quindi se lo sei erano consapevoli avevano ragione di non preoccuparsi tanto durante l'anno 1999

Duque lei ha ragione il che implicitamente lei mi sta dicendo che devo andare a cercare dei documenti del 31 dicembre mille

per essere proprio sicuro sicuro

ha perfettamente ragione anche se questa commessa è una cosa controintuitiva

nel senso che noi tendiamo a pensare che quando scatta il numerino sia finito il millenio

in ogni caso direi che gli studiosi ottocenteschi che hanno invece avallato questa leggenda

pensavano al 1999 come ultimo anno

Carducci dice proprio il primo giorno dell'anno mille

quindi anche lui non aveva fatto il conto come sarebbe matematicamente giusto come l'ha fatto lei adesso

Qualcuno altro?

Si sente, sì, volevo fare una considerazione riguardo alle bufale

se io chiedo a ciascuno di voi di citarmi la frase più famosa di Galileo

ovviamente tutti mi risponderete e pur si muove, no?

La frase che Galileo ha pronunciato dopo la biura delle sue tesi

però non tutti sanno che la frase di Galileo che ho appena citato

si è inventata Giuseppe Baretti che era un redattore della frusta letteraria

che era una rivista del 700 illuminista e anticlericale

quindi quello che volevo chiederle

lei ci ha dimostrato che gli errori e le bufale sono stati costruiti

magari anche da errori di giuristi, di avvocati o di cronisti

ma l'anticlericalismo che ruolo effettivo ha in questa costruzione?

Può avere un ruolo così come il clericalismo può avere un ruolo nella demolizione di queste cose

nel caso fra i tre esempi che io ho citato senza dubbio

è il tema dei terrori dell'anno mille quello in cui è più evidente

ma del resto l'ho detto insomma l'azione di una cultura anticlericale

che tende a associare il fenomeno religioso alla superstizione comunque

ma è curioso anche appunto il rovesciamento di questa cosa

sui terrori dell'anno mille nel 900 la storiografia ha fatto tutto un lavoro per dire no

è un'invenzione che la gente in quei giorni fosse lì che tremava

però la storiografia del 900, penso a dubbio per esempio

ha anche sempre detto, è vero però che nel clima culturale

nella sensibilità di quei secoli una certa paura della fine del mondo comunque c'era

non legata magari al mille però movimenti millenaristici c'erano

7 millenaristiche profeti che annunciavano la fine del mondo ogni tanto c'erano

in genere la chiesa li faceva starzitti quindi questo l'ho detto

però comunque la storiografia novecentesca manteneva un po' questa idea di un clima favorevole a queste cose

di recente è uscito un libro di uno storico francese che si chiama Silvan Guggenheim

un medievista cattolico impegnato e integralista

il quale ha sentito il bisogno di scrivere un libro per dire

non è stata demolita abbastanza questa leggenda dell'anno mille

perché comunque continuate a dirci che c'era la superstizione, la paura della fine del mondo

non è vero neanche questo sono tutti, sono sintomi insignificanti

è tutta un'idea culturalmente costruita quella che l'epoca fosse comunque incline a questi timori

non è vero niente

pensi che Guggenheim è uno che è diventato famoso in Francia

e ha suscitato polemiche enormi

con un libro intitolato Aristotele al Mont Saint Michel

in cui affrontava il seguente argomento

mi spiego abbiamo tutti studiato scuola che nel Medioevo

l'eredità della filosofia greca c'è stata trasmessa dagli arabi

sono gli arabi a Vicenna vero che traducevano Aristotele

e poi dall'arabo queste cose sono state poi di nuovo tradotte in latino

e sono entrate in circolo nella nostra cultura medievale

Guggenheim partendo dalla scoperta di qualcosa di vero

nella singola scoperta ci deve essere un manoscrito tradotto al Mont Saint Michel

direttamente dal greco in latino

senza l'intermediario arabo

su questa base Guggenheim ha scritto un libro estremamente polemico

spingendo all'estremo quello che al massimo poteva essere un piccolo spunto

per sostenere che non è vero niente, che noi agli arabi non dobbiamo niente

è una bufala che sono gli arabi che hanno trasmesso la cultura greca antica al Medioevo latino

il Medioevo latino faceva da sé, non aveva nessun bisogno degli arabi

e poi Guggenheim dice anche e del resto la lingua araba non è adatta a esprimere concetti astrati

gli arabi non sono portati per la filosofia e quindi ecco

hai capito che un autore così in Francia ha provocato polemiche enormi

lo stesso autore è intervenuto sulla leggenda dell'anno mille

quindi ancora oggi può esserci uno scontro ideologico fra clericali e anticlericali su queste cose

Sì, volevo solo chiedere se il fatto che la Terra fosse rotonda, fosse già notto nel Medioevo

e come mai poi queste teorie non si sono affermate o sono state direi soffocate solo dall'inquisizione

perché non si sono affermate negli anni del primo rinascimento

Ma guardi che il punto della Terra rotonda non è mai stato messo in discussione

Galileo che veniva citato prima ha avuto le sue grane, ma lì il problema era se la Terra sia immobile al centro dell'universo

perché Dio la creata per l'uomo, l'intero universo e al servizio dell'uomo

la Terra e al centro di tutto e l'universo le gira intorno

o invece come a un certo punto gli astronomi hanno cominciato a dire non tornano i conti

se uno usa quel modello lì ci sono troppi movimenti celesti che non funzionano

mentre invece le cose che noi vediamo dicono gli astronomi a un certo punto nel 500, nel 600

tornano molto meglio se ci immaginiamo quello che noi ci immaginiamo ancora oggi

e cioè che il sole sta fermo e la Terra gira intorno

su quello la chiesa ha fatto moltissima fatica ad accettare le teorie scientifiche

perché su quello sembrava proprio che nella Bibbia fosse detto il contrario

al di là del fatto generale e culturale che era uno shock enorme per i cristiani

scoprire di non stare in un bel posto fermo creato apposta per noi da Dio

ma su un sassolino sbattuto nell'universo che gira, no ecco

ma al di là dello shock c'è proprio nella Bibbia più di un passo, non so, Josué ferma il sole

se Josué ferma il sole dicevano i teologi e perché il sole si muove

ora la chiesa quindi di fronte a questo faceva fatica

anche se ha fatto il possibile per arrivare a una mediazione

perché è affascinante vedere come la chiesa ha sempre compreso di tutto come qualunque organismo

c'erano degli imbecili e c'era gente molto in gamba dentro

nella chiesa che si confronta con gli scienziati moderni

ci sono degli sforzi eroici per arrivare a trovare la quadratura del cerchio

a Galileo prima di farlo abiurare il Cardinale Bellarmino, capo del santuffizio

a un certo punto gli fa una proposta che vista oggi è straordinariamente moderna

nel senso che il Cardinale Bellarmino a Galileo dice

tu non puoi dire la terra gira intorno al sole e il sole sta fermo

perché noi non siamo d'accordo

però se vuoi tu puoi insegnare ai tuoi studenti e dire

immaginiamo che la terra gira intorno al sole e il sole stia fermo

quali conseguenze matematiche e astronomiche ne possiamo ricavare

usiamo questa ipotesi a puro fine speculativo

e il Cardinale Bellarmino dice questo lo puoi fare

e Galileo diceva no, è vero, non è un'ipotesi

è paradossale, io ricordo ancora oggi il mio professore di fisica liceo 40 anni fa

che ci diceva, lui parlava con la R e ci diceva non è a moderno Galileo

è a moderno il Cardinale Bellarmino, lui forzava un po' le cose

però è per dire che su questo lo scontro c'è stato

sul fatto che la terra fosse rotonda nessuno ha mai avuto il minimissimo dubbio

lo dice santo Maso e lo dice non perché si ponga il problema

ma come una cosa, quindi quello non era la rotondità della terra

non era in nessun modo in discussione e non c'è mai stato un inquisitore

che si sia sognato di discutere di quello

Volevo chiedere almeno nel passato, nell'antichità greca

c'è mai stata la convinzione che la terra fosse piata

magari a livello popolare come leggenda, come folclore

non c'è mai stata questa convinzione, stata proprio inventata

nel suo preo storico

per via delle colonne d'ercole, del fatto che a un certo punto

pensavo che il mondo finisse lì

sì, ma che finisse appunto, però non nel senso che si precipitava

ma che poi lì c'erano le bocche dell'inferno, il monte del purgatorio

altre cose del genere, cioè la preoccupazione

a parte che parliamo anche qui di preoccupazione dei Dotti

ma se lei cito le colonne d'ercole

la preoccupazione era che non ci fosse più una terra emersa

dopo le colonne d'ercole

e che quindi non si andava da nessuna parte

e che a un certo punto si moriva di fame e di sete

oppure peggio ancora bruciati dal sole

perché si pensava che andando avanti

non sto a farle la complicatissima versione completa della cosa

ma si pensava che andando avanti il clima diventasse sempre più caldo

dopo di che cosa pensava il contadino

che andava a darare il suo campo

è difficile saperlo

sicuramente ci sarà stata tanta gente

che non si era mai posto il problema

e che se il parro gli diceva guarda che la terra era rotonda

avrà detto ma no, ma asmianè non mi va

comunque ecco

però nella nostra civiltà dal greco romana

e poi medievale non c'è mai stato nessuno che l'abbia messo in dubbio

per iscritto, ecco

i popoli mesopotamici mi pare di aver letto

non so niente, ma mi pare di aver letto che invece

se le immaginavano piatta

e gli ebrei a giudicare dalla Bibbia

sembrerebbe che se le immaginassero piatta

però anche lì è talmente vago che appunto la chiesa

non c'è mai insistito molto

invece una cosa di cui si sa che la brava gente

non ci voleva credere

era che esiste della gente dall'altra parte della terra

il che tra l'altro dimostra che la brava gente

sapeva benissimo che la terra era rotonda

ma quando qualcuno gli diceva e quindi sai

pensaci bene, se la terra era rotonda

noi stiamo qua sopra

ma dall'altra parte ci saregualmente qualcuno

e la gente dice ma figura ti cadono

e di questo ci sono testimonianze

nell'antichità ne parla Plinio

e nel medioevo

Qualcun altro?

Feriana c'erì una mano alzata

e direi forse le ultime tre ancora cinque minuti

io ancora cinque, sì, scusate mio

aspetta fatemi vedere a che ora ho il treno

Loius prima noctis mi pare a aver sentito da qualche parte

che fosse una bufa lanata molto più tardi

soprattutto con le versioni della feudalità

dopo la rivoluzione francese

è una storia lunga e complessa

che è stata tra l'altro anche ben studiata

c'è un libro, un bel libro di Alain Bourot

che analizza questa cosa

ed è una storia di cui io vi ho raccontato

alcune delle prime tappe

La testimonianza più antica che io conosca

è il racconto del Rebaccini nella cronaca di Cuneo

che essendo di fine 400 è più antico evidentemente

delle polemiche settecentesche

dopodiché non c'è dubbio un pezzo della storia

secondo me sono più soffermato

e che come i giuristi del rinascimento

così i giuristi e i filosofi del 700

nella ansia di dire che il passato

era tutto sbagliato

e quindi è dalla superato

nell'ansia di dire che bisogna fare le riforme

e rottamare tutto il vecchio

anche nel 700 nella polemica antifeudale

si è istituto molto su quello

però non nasce lì

perché appunto ci sono testi come quelli

che io ho fatto vedere che sono precedenti

scusate, io però non ho ancora visto esattamente

19 è 25, ok, 5 minuti ci possono stare

un piccolo inciso scientifico

chiunque sia stato in mare aperto

capisce Cavella della terra non è ottonda

perché si vede a occhio nudo

che per esempio le montagne inizierano a andare dietro al horizonte

quindi capice che la terra non è piaccia

se non è piaccia

perché ha avuto un lapsus

perché si vede a occhio nudo

già i greci

inserono che le stelle cambiano posizione

quindi c'è abbastanza evidente

anche per chi ha oze conoscenze di Gioia

ma a parte questo

una cosa che mi ha molto colpito

Per esempio, quando si chiede i processi che sono un'altra fonte di documenti, quanti

anni ha il testimone, questo risponde o circa 40 anni, perché c'era talmente poca uso della

tracciabilità scritta, anche delle nascite, cioè non è che una andava in gioco la carta

di identità quando uno nasce, lo registra la nagrafe e quindi mi è passo di capire

che uno dei problemi della conoscenza della storia sia a ripairire le fonti, a ripairire

le fonti certe. Ora voglio ribaltare la questione, se si è riusciti a produrre dei mostri come

queste conoscenze della terra da piatta, la luce per i menottis, in un'epoca in cui c'era

ampio spazio su cui ricamare, cosa può produrre un'epoca come la nostra, in cui invece anche

i muori producono dieci versioni diverse della realtà che assistono, in cui c'è una

parola differenza di testimonianze che sono copie di copie di copia, oppure finte testimonianze

che si riferiscono dei venti diversi, come può la storiografia evolva in un'epoca in

cui la produzione di fonti è diventata praticamente anarchica, rispetto ad un'epoca come il Medio

Evo in cui invece c'era un forte centralismo della produzione dei documenti scritti?

Ma dunque, se ho capito bene la sua domanda è del tipo, come farà fra 50 anni uno storico

che voglia studiare gli avvenimenti del 2015, visto che è questa la domanda? Questo io devo

dire posso rispondere con grande sollievo, non è un problema mio. Dopo di che il problema

si pone già prima, in realtà per chi come me è abituato a studiare il Medio Evo e quindi

è abituato all'idea che tutto sommato con enfatica, dato un problema di storia medievale

è possibile vedere tutte le fonti possibili, poi passa il tempo a dispiacerti che se ne

siano perse troppe, che ci sono troppi buchi, troppe lacune, però poi si arriva un momento

e direi che grosso modo è il 19 secolo in cui il problema si ribalta. Già quando io

voglio studiare un problema di storia dell'Ottocento le fonti sono assolutamente troppe per poter

pensare di vederle tutte e quindi è necessario una disciplina della tua ricerca che ti faccia

capire dove devi muoverti e quando devi fermarti. Per dire, se io studio una battaglia medievale

io mi occupo molto l'istoria militare. Con molta fortuna potrei sapere i nomi di due,

tre, quattro, cinque, dieci, quindici nobili signori che hanno partecipato a quella battaglia

e andare a verificare a uno di loro chi era e così via. Se io studiassi la battaglia

di Caporetto io potrei sapere il nome di ognuno dei 600 mila soldati italiani che hanno partecipato

alla ritirata di Caporetto e è ovvio che non lo devo fare naturalmente, devo fare

qualcos'altro, non posso pensare di schedare tutti i 600 mila e poi cominciare a riflettere

su che uso fare di quella roba lì. Quindi direi che il problema c'è già dopo di che

per quanto riguarda l'oggi non è tanto forse la produzione di innumerevoli fonti quanto

la loro conservazione, perché la roba che sta su internet non c'è poi nessuna garanzia

che sarà ancora lì e sarà fruibile fra qualche decennio. Quindi lei scuota la testa

per dire che è stricione delle stupidaggini o che non le ho risposte? Lei informatico

ci garanti che...

Altra leggenda che secondo me che si divera smentita dai fatti, secondo me sono molto

più affidabili i supporti tecnologici per un motivo molto semplice. La copia noi chiede

produzione di materiale. Lei pensi ai suoi documenti che hanno il suo computer, è molto

probabile che ce ne siano più copie in giro, magari su una chiavetta o su un supporto

di cui si è dimenticato. Un sacco di... non esiste per esempio un frate che cancella

le pregamene per scriverci sopra altri fatti, come succedeva spesso per esempio, la distruzione

del supporto è molto più improbabile.

Io sono molto contento di sentire questo e spero ardentemente che sia così perché

non è questione di leggende quanto dei timori che noi oggi abbiamo. Dopodiché voglio dire

se un sito chiude, chiude. Noi oggi possiamo andare sul sito dell'ISIS e vedere, non so

se possiamo ancora veramente, fino a qualche settimana fa potevamo andare a vedere. Però

resta da vedere se in futuro queste cose rimarranno facilmente accessibili. Che voi abbiate questa

fiducia mi rallegra molto e spero che abbiate ragione ardentemente.

Ultima domanda?

Eh sì.

Rispetto ai falsi emiti che lei ha indicato, come facciamo noi a diciamo scoprirli, a

capire che sono falsità, tipo non so anche cose successive, tipo i falsi protocolli di

Sion, cioè chi ci dice qual è la verità in effetti, infine i conti?

Guardi, se uno semplicemente legge delle cose per suo piacere e non ha modo di investire

molto tempo per le verifiche e i controlli, non è così facile, indubbiamente. E molto

dipende dal fatto di avere fiducia nell'autore che stiamo leggendo così via. Per altro,

un criterio che se uno voglia di investirci un pochino più di tempo di attenzione è

comunque una prima guida e che in un libro di storia non divulgativo qualunque affermazione

è corredata di una nota in cui si dice, io autore del libro ti dico come faccio a sapere

questa cosa. E allora chiaramente dipende dal tipo di libro al pubblico che ci si rivolge

così via, ma quando uno vede affermare una cosa, ecco è successo questo, già chi te

lo dice, ti permette di sapere che lo sa perché l'ha trovata in un documento che sta nel

tal archivio e così via, non so, a me è capitato di studiare di recente una delle tante bufale

che circa ho nell'Italia di oggi sul Risorgimento, e cioè l'idea di uno sterminio di soldati

meridionali fatti prigionieri dall'esercito sabaudo è sterminati. Lì con tutta la buona

volontà non c'è nessun libro o articolo o sito internet che riporti questa bufala che

ti dica io questo lo so perché c'è un documento nel tale archivio che parla di questo, oppure

anche soltanto io questo lo so perché è un articolo di giornale dell'epoca ne parla

zero e quello uno se è interessato all'argomento anche da semplice lettore se ne può rendere

conto, dopo di che mi rendo conto che è una questione complessa ma l'unica cosa è quella,

sapere se chi ti dice una cosa ti dice anche come fa a saperla, ecco. Bene io mi scuso ma devo

devo partire quindi grazie. Grazie per aver ascoltato anche questa puntata del podcast

di Alessandro Barbero, il link al video originale come sempre nella descrizione dell'episodio.

Qualche settimana fa ho pubblicato un rapporto sugli ascolti di questo podcast, trovate il link

all'articolo sul medium nella descrizione dell'episodio. All'interno del rapporto oltre a

snotciolare le statistiche sugli ascolti del podcast negli ultimi 5 anni spiego anche perché

è importante secondo me che le statistiche sugli ascolti non siano un segreto industriale nel

mondo dei podcast. A questo proposito domani l'11 settembre uscirà l'ultima puntata di Stadelli

di Jonathan Zenti che è un podcast molto interessante che vi consiglio, Jonathan Zenti già

autore di problemi e problemi deli. All'interno della puntata che uscirà domani ho fatto 4

chiacchiere con Jonathan proprio sui numeri e sulle statistiche del podcast. Tutti i link sono

in descrizione. Averete sicuramente notato che la settimana scorsa l'appuntata numero 1885 è

sparita dai radar nella giornata ai lunedì. Non si è trattato un problema tecnico ma di una

richiesta diretta da parte degli organizzatori del festival del Medioevo che mi hanno chiesto anche

di rimuovere dal podcast gli altri interventi del professore ai loro eventi. In questi giorni mi

sono messo la ricerca di fonti alternativa per i contenuti equivalenti nel frattempo miscuso

per il disagio. Come ogni settimana anche questo mercoledì ci sarà l'immancabile palco,

lo riprendiamo, dalle 21 per un'ora o due facciamo 4 chiacchiere sui commenti di discord

su questa puntata, la storia è un po' tutto. Per partecipare al palco e sufficiente collegarsi

la community dall'indirizzo barberò podcast.it flashed discord, il link è in descrizione.

La musica è come sempre il George C. Shuffle di Kevin MacLeod in competent.com pubblicata con

licenze a catil combo cc by 4.0. Ci sentiamo la settimana prossima con una puntata del podcast

del Sandro Barbero. Ciao!

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Da “Bufavole”, organizzato dall’Associazione Dottorandi di Pavia, il professor Barbero racconta dei falsi miti e delle dicerie che circolavano nel Medioevo.

I numeri del Podcast di Alessandro Barbero: https://melefabrizio.medium.com/i-numeri-del-podcast-di-alessandro-barbero-8440a38c7f78

Estadeli: https://pod.link/problemideli

Originale:https://www.youtube.com/watch?v=m_pZUwSbofc

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