ONE MORE TIME di Luca Casadei: Vittorio Sgarbi, antipatico e amorevole
www.repubblica.it 10/26/23 - Episode Page - 1h 3m - PDF Transcript
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Ci sono dei versi di Ron Sar che dicono, le tanzanvam, le tanzanvam a fam, no.
Nudos a lona, cioè siamo noi che ce ne andiamo.
Quindi attribuiamo al tempo di passare, ma in realtà siamo noi.
E quindi il problema riguarda noi, non il tempo.
Riuscire a vivere senza tempo è quasi impossibile, però per molto tempo sono l'uscita.
C'è il sastro, il resto, vent'ennere ai vent'anni ai 65, più o meno.
Ho fermato il tempo, adesso lo sento un po' più umidaccioso.
Non esiste una scuola che ti insegna a gestire il successo.
E per questo ho deciso di realizzare questo podcast che parla di rinascita facendo un viaggio nella vita di personaggi noti
che mettono a disposizione la loro storia per aiutarci a cadere meglio.
Oggi avremo il piacere di fare un viaggio con Vittorio Sgarvi,
un settantene lucido, affascinante e apparentemente crudele che ci ribadirà almeno all'inizio
che ciò che c'è da sapere su di lui è scritto ovunque.
Infatti, la prima parte dell'intervista durerà solo 7 minuti.
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Io sono Luca e questo è One More Time.
Allora, non hai mai visto niente vero di One More Time di questo format?
No, non ho visto niente.
Non ho l'intenzione neanche di guardarlo, non vedo niente per definizione.
Spero che ti guarderei tutti e racconto che cosa succede.
No, non voglio vederlo, non voglio sapere niente, non dirmelo.
Allora, si parte dall'inizio.
Certo, si parte sempre dall'inizio.
Come in una bellissima favola vorrei chiederti quando nasci in che contesto familiare.
Raccontarmi la tua vita fino ad oggi.
Ma non ci penso neanche.
Quello che ti viene da dirmi.
Niente.
In che anno nasci?
No, ho scritto dappertutto, studiate, non rompete il casto con domande di merda, non sono qua l'anagrafe.
Sono Vittorio Sgarbi, si sa tutto di me, andate a vedere i Wikipedia, non mi rompete il casto.
Poi non devo raccontare 70 anni.
Oh, pochi minuti non voglio di perdere tempo con voi.
Vi è chiaro?
La mia vita è arrivata fin qui e si sa troppo di me.
Posso dirvi di qualcosa d'altri oppure quello che... niente, è anche quello che ho nascosto.
Diciamo che la cosa...
Guarda un po', se uno deve essere qua per raccontare la propria vita.
Ma che casto d'invenzione avete nel cervello?
La cosa che mi interessa sapere che non ho mai capito seguendo,
è la parte più umana.
Vuole capire chi è Vittorio, nel senso tu dici spesso che tuo padre ti ha insegnato certi valori che forse hai riportato anche
con un universo femminile, quindi essere una figura un po' dominante mentre tuo padre era un carattere diverso.
Infatti, volevo chiedere a te in che nucleo familiare nasci?
Ha scritto tutto, ho scritto tutto.
Ho fatto anche l'autobiografia sulla mia infanzia.
Non ho l'intenzione che il mio padre ha scritto libri, ha scritto tutto.
Tutto è far parlare qualcuno di quello di cui sanno tutti.
Poi che la mia vita, la mia umanità, è esattamente lo posto di cui voglio parlare e lo deve nascondere.
Io sono celebre per una dichiarazione che è quella...
Lo voglio vedere morto.
C'è una dichiarazione d'odio che fune l'89 contro un collega illustri che era Federico Zeri.
Allora mi telefonò una elitrice di Palermo, Domitilla Lessi,
una donna molto sensibile che viste...
Ho capito, ho capito, dicevo, perché probabilmente si farà un dichiarazione in amore in mondo,
è pieno di gente che dichiara l'amore, che si finanze, poi uccidono,
poi uccidono la moglie, il fidanzato, perché loro dichiarano l'amore verso l'esterno
e tengono l'odio dentro di sé.
Tu fai dichiarazioni d'odio e quindi te li liberi.
Una volta che hai dichiarato uno, lo voglio vedere morto, lo voglio uccidere.
Per cui dentro lì c'è la parte della dolcezza,
quindi forse questa interpretezione è sufficiente a dire che uno come me,
che ha detto tutto quello che voleva, anche a voi, che sentete dire,
ma qua, io non arriva qui, pensavo di altre persone,
ma io trovo un coglione che gli chiede quant'è nato, come si chiama,
quindi viene in mente, cioè qualcuno accetta questa misura grotesca di confesione di cose ovvie.
Su uno può confessare delle cose, se vuole confessarle,
ma in quanto è inconfessabile, sono le cose inconfessabili che non confessi.
E non le confesserò a voi, non le confesso a nessuno, neanche a me stesso.
Le cose conosciute, che sono inutile, allora uno trova un lettore,
che avrà una voce come la mia, e legge Wikipedia e sa tutto.
La parte nascosta, o perlomeno, la parte umana,
è in questa formula di Dobiettilla-Lessi, che è uno di chiara l'odio e quindi se li libera,
e rimbari, io fatti solo l'uovo, solo veramente sereno,
cioè non ho senso di colpa, non ho tormenti, non ho cose di cui sono pentito,
ho vissuto una vita felice, mi sono molto incazzato,
perché, mi dicono, quando c'era un concorso, nel 1992,
sull'antipatico e il simpatico.
Io dicevo sempre l'antipatico.
Il simpatico era, volta a volta, fiorello, columbro.
Ora si andava a fare le fotografie,
perché occorreva da presentare la tipologia del simpatico,
che era l'altro, Jerry Scotti, allora si andava a media settimana,
comunque nell'area delle produzioni di Berlusconi.
Quando mi chiamano, io dico, devo venire da Ue a fare l'antipatico,
io non ho tempo, se volete, vado ad un aero privato,
in un altro aero privato, io arrivo, è già il primo segnale,
e che io non sono affatto accomodante,
perché il simpatico è quello che è stata la tua parte,
l'antipatico è quello che è stata la propria parte,
lo stanno dalla mia parte, arrivo lì e c'è una spiaggetta,
in cui c'è una maglietta,
che è quella per il simpatico che è un cocomero
e quella per l'antipatico che è un limone,
quella mesezza del buco del culo, il limone,
e io mi metto la mia giacca, se volete,
quindi su questa spiaggia mi sono tenuto con meno,
senza travesti, mentre invece fiorello,
che Gerry Scotti e Columbro si adattavano a quel ruolo,
quindi da sempre io trovo che uno non può essere
ostaggio degli altri che decidono di fare quello che vogliono,
a parte che a me non me ne frega dietro di questa intervista,
di podcast, non me ne porto un cazzo di voi,
non so chi cazzo siete,
ma se devo essere qua per dirvi chi sono,
dico studiate, non è che chiedi a Manzoni chi è,
ma anche se non le Manzoni, non chiedi neanche a Pasolini,
e se Pasolini mi racconti, qui se c'è tutto,
di me si sa troppo, è bene dimenticare,
c'è una poesia di apollinare per la religiosa,
che dice, lo vero Cristoforo Colombo,
cui dovremo non la scoperta, ma l'obblio di un continente,
allora per quelli che mi oggi ero,
le cose migliori sarebbe non sapere niente di me,
quelli che mi amano, sono già tutto,
quindi non c'è materia su cui possiamo pensare
che ho dica delle cose, lo so,
forse qualcosa di insolito, di, ma certo, non la mia vita,
abbiamo finito, grazie mille.
Per me l'intervista era terminata,
dopo questi 7 minuti aspettavo che Vittorio Senandase,
insieme al suo team, per poter parlare con la mia squadra,
che era abbastanza franta, era dispiaciuta per la tensione,
per quello che aveva sentito,
ma dopo qualche decina di minuti succede un po' l'inaspettato,
Vittorio viene da me, viene a chiarire la sua posizione,
è molto gentile, si scusa,
e dopo una decina di minuti ancora,
decide di voler continuare l'intervista,
con un altro mood, con un altro umore,
e quindi sentirete da questo momento in poi,
ciò che è accaduto. Buon ascolto.
Allora Vittorio, ti racconto di cosa si tratta?
Cos'è One More Time?
One More Time fondamentalmente,
entriamo nella vita delle persone.
Il personaggio non ha parentesi,
arriva a un certo punto della tua vita,
però nasci come figlio di qualcuno,
chiedo spesso come un emessa coccole,
perché questo impatta molto nella vita adulta,
quindi sono degli argomenti che non tutti sono allenati
a, come dire, a parlarne,
quindi capisco che magari in alcune situazioni
possa essere anche scomodo,
però credo che l'atumano di ogni singola persona
sia molto più bello di quello che il personaggio,
che come hai detto tu prima,
vai a cercare di vendere e te troverai qualsiasi cosa
su qualsiasi argomento.
Ed è proprio per questo che ti chiedevo,
quanderinato, che papà e che mamma hai avuto
secondo il tuo punto di vista.
Cioè, come ti hanno profuso amore,
come te l'hanno raccontato, come te l'hanno fatto vivere
e come è accaduta la tua carriera, gli studi,
perché tu sei quello che noi tutti vediamo,
cioè sei la somma di quali ingredienti,
di cose composto il tuo DNA.
Quindi volevo entrare nelle leve genitoriali
e fare questo percorso,
però ti ho dato la parentesi grande e poi...
Non posso raccontartelo del dettaglio,
nel senso che di per sé questa curiosità
non sarebbe senza fondamento e senza senso,
se non fosse una parte già illuminata in modo strabocchevole
dal momento dei miei esordi sui media popolari,
perché io esordisco in tempi molto lontani, diciamo,
alla metà degli anni 70, come critico, come scrittore,
e nel percorso rapidamente arrivo
a un successo abbastanza insolito,
di cui si sa forse di meno che di altre cose,
perché nell'84 pubblico un libro che si chiama
Il sonno della pittura, che vince il più importante premio
di saggisti che italiano, che è il premio estense
della mia città. Quali erano le normalie?
Che avevo 32 anni, che nemo profeta in patria
e che vinsi contro bocca, villari e pampaloni.
In bocca tutti molti ricorderanno che era il più grande
giudice italiano, che non me l'ha perdonata.
Villari è ancora vivo, è uno storico della storia
di Grande Riedevo, e pampaloni era un, diciamo,
crisico letterario che succedeva a Berletto Croce,
quindi erano proprio dei monumenti.
Io li batto e già lì inizia una vicenda strana,
perché è sovverto delle regole che sono
consolidate organizzazioni vagamente mafiosi
del mondo letterario, del mondo che entri
uno gambatese e faccia casino, quello che si è visto
sul finire di quel decennio, quando sono andato
da Costanzo e lì allora si è allargata la platea
da, lo so, 20 mila, 30 mila persone
che potevano avere riferimento al mondo dei libri
e che comunque erano più, una persona normale,
un professore, un qualunque...
Sperto di qualsiasi cosa, ha un circuito di mille persone,
oggi con i social, però all'epoca,
già avere a 32 anni una platea così ampia,
di più mi viene, fin dal 78,
la rubrica su uno dei giornali più importanti,
che erano i tre all'epoca, a Panorama,
dove tutto lo scrivo da Brambino ormai,
l'espresso ed europeo.
Io avevo la rubrica su un europeo,
era una rubrica su un giornale,
era più che una catela universitaria,
che per la verità invece ha avuto solo la fine della mia vita,
cioè la fine della mia, sono ancora vivo,
comunque l'ho avuta a 68 anni, quindi avrei molto avanti.
Però avere una rubrica su europeo era come avere una catela,
cioè potevi all'epoca non c'erano tre visioni in social...
Tu dici come autorevolezza è posizionalmente...
Quindi sta a mi dire che era un pittore,
quindi tutto questo è una storia pre-televisiva.
Poi prima di questa era che siamo esposti a tutto
e tutti sanno tutto di qualunque cosa.
C'è stata la fase televisiva che durata molto lungo,
della quale io da un lato, da costanzo,
ho fatto tutto quello che potevo fare diventando popolarissimo.
Ricordo che io ho conosciuto Tognazzi dell'anno in cui è morto,
ma mi guardava come se fossimo pari cerebrità,
per cui in pochi mesi ho bruciato quindi anche lì vicende singolari.
Però, insomma, tutto questo ha determinato
una mia vita scritta nel 1990 per Vanity Fair
con un volume oggi molto raro
in cui racconto le cose che tu intendevi chiedermi.
Quindi si rende poi fotografie, tutti i giornali d'Italia,
da oggi a Padorama con mia madre e mio padre,
mia madre che era poi molto estroversa,
mio padre che era meno,
quindi la parte privata è stata largamente indagata.
Poi i miei figli che sono venuti fuori,
quindi tutto il privato è diventato pubblico,
nema io diviso l'uno e l'altro,
per cui cercare qualcosa di nascosto è difficile.
Il pubblico sono stato io
e sono stato io in modo così clavoroso
in quella che, nella denominazione del peggiorativo,
trasforma la persona che ha la sua integrità
nel personaggio che vuol dire personaccia.
Quindi il personaggio e il personaggio in me
si sono immediatamente rivelati e svelati.
Quindi ho poco anche da dire che riguardi i miei genitori
che non sia già stato detto,
di più poi accade un'altra cosa,
che è quella che mi è più cara,
che in realtà non conoscevo mio padre,
nel senso che mi accordo benissimo tutto il mio padre
e tutto il mio madre,
ma la protagonista era mia madre.
L'altra protagonista,
su cui abbiamo fatto pubblicazioni, libri,
premi letterari, era mio zio Bruno Cavallini,
che muore nel 1984, presi di a Milano.
Dopo che si è stato in qualche modo cacciato
in una separazione, in un divorzio,
dalla moglie che rimasta a casa sua,
quindi già qui si trova a vedere
famiglie, matrimoni, divorzi.
Però, insomma,
la figura di riferimento maschile era mio zio.
Il mio padre è morto a 97 anni,
negli ultimi quattro è diventato un grande scrittore
e anche questo è largamente noto,
perché tutto quello che era il suo privato,
tutto quello che era la sua memoria
degli anni 20, 30, 40, 50, 60, 70,
diventato quattro libri, pubblicati da Schirà
e poi ripubblicati dalla nave intersella
mia sorella, che si chiamano
Lungo l'Alzine del Tempo, fatto 93 anni.
Quindi è stato lo scrittore più vecchio
che sia mai,
nessuno ha pubblicato il primo libro al 93 anni.
Questo è un primazio di più padre.
D'altro su quello ho fatto un casino
anche lì sui giornali,
perché da Verio gli promise il campiello
opera prima.
Ora l'opera prima è di uno di 40 anni,
di 50 anni, vabbè.
In 1993 sarebbe stato anche per il campiello
un grande romano.
Invece l'ultimo momento lo danno uno
che ha fatto un romanzetto o un romanzo sull'ilba,
di cui non ricordo, ero mi incasso,
faccio la maledizione,
la mia maledizione hanno arrestato
il Sindaco di Venezia.
Hanno arrestato Galan,
tutti responsabili del campiello.
Del campiello c'era un libro che parlavo
di un autore che porta male,
quindi il mio amico Corona ha perso il premio.
Quindi ho fatto una catastrofe,
una frista di verellezioni dal cielo
che sono permessili non premiare.
Poi ho chiamato con la mia pennota
prepotenza il primo Bancarella,
che io ho vinto nel 1989,
quindi anche lì in tempi prehistorici,
con un libro che si chiama
davanti all'immagine.
Bancarella vuol dire vendere 200 mila copie,
che per un libro è un previo
che viene dato alla quantità più.
Allora chiamo Benelli,
un amico che è il Presidente del Bancarella,
dico siccome il campiello ha rotto i coglioni,
hanno fatto questo sgarbo a mio padre,
dategli il Bancarella opera prima.
Non esiste, dico invettalo,
è inventato, è stato una sola edizione,
mio padre ha vinto il Bancarella opera prima.
Questa cosa rientrava nella stupore,
anche alla lettura,
ma anche al fatto in sé,
che uno è lo scrittore più tradivo
della storia dell'umanità,
non c'è nessuno dai tempi dei greci,
che ha pubblicato un libro
da 93 anni, quindi questa cosa.
In questo libro, lui dice delle cose
con una tale delicatesse e sensibilità
che io gli conoscevo,
ma con una qualità letteraria
degna di Tomasi di Rampedusa,
che ha fatto non solo il riscontro
e la mia nota, che dice,
ho scoperto mio padre a 93 anni,
ma 94 ne fa un altro che si chiama
lo dirci cosa sarà il futuro,
che è quello che era 94 anni,
però è una frase di Orazzo
che sta negli affreschi della casa del riosso,
che è nostra, che è oggi di mia sorella,
che compro a mio nonno,
c'è un affresco dove c'è questa frase
che è diventata il dito dello mio padre.
E poi scrive,
lei mi parla ancora,
a tal punto che Pupia Vati ha fatto un film
su mia madre e mio papà,
tratto da lei mi parla ancora,
perché mio padre,
che al terzo libro,
io mi l'ho divertito,
questo forse mi l'ho conosciuto,
perché io dico, fai un libro di cassetta,
tutte le donne che ho visto,
anche grazie a mio figlio.
E lui comincia a scrivere,
perché li piaceremo molto le donne.
La mia madre a posta muore,
che erano sempre stati in conflitto,
e lui non può più fare quel libro,
scrive un libro solo su di lei,
lei mi parla ancora.
Il libro è talmente commovente
e rispecchia anche
una parte della vita di Pupia Vati,
che le derivava a un film
che hanno visto due migliori di persone.
Non possiamo dire che sia un film intimistico,
anzi, oltretutto nel tempo del Covid,
adesso si trova ovviamente.
Però anche lì,
dal terzo libro di mio padre,
esce un film di Pupia Vati.
Protagonista Pozzetto,
che vince i nostri d'argento,
mi pare che aveva vinto quelli,
perché io stesso,
inizialmente doveva essere,
forse, Baldi, addirittura.
Poi Baldi,
lo so cosa che abbia fatto,
hanno chiamato Pozzetto,
e Pozzetto ha fatto
un'interpretazione commovente,
perché sia di origine e copiche,
è stato capace di fare
un vecchio signore,
85 anni, 90 anni,
con le mani che si vovevano come le sue,
della nostra casa che è stata il set
dei pilari di opera ed arte,
e poi un set di costruito città,
e poi mia madre faceva
Stefania Sandrelli,
quindi diciamo di cose da scosce,
ce ne sono poche.
E questo film
era veramente
strassiante,
perché vedevi questo uomo
che poi c'era anche
a fare, diciamo,
il suo collaboratore a scrivere i libri,
che si chiama Giuseppe Cesaro,
c'era Gifuni,
il filpiero di grandi attori,
che ha circolato nei limiti
del tempo del Covid.
Poi ha scritto
l'ultimo libro, lui andava
a pescare,
sulle fine settimana,
andava a pescare
sul Po, o sull'Ivenza,
sul Po c'era un po' particolare,
che si chiama Po della Gnocca,
siccome mia sorella è molto
pulica, ha chiamato
Il Canale dei Cuori, invece,
il Po della Gnocca, l'ultimo libro,
in tutto questo il privato
è esondante,
per cui,
certo si possono raccontare
dei dettagli e dei particolari,
ma tutto quello che ha caduto a me
ha generato l'effetto di una
pubblicazione anche di qualunque sfera privata,
quello che riguarda le donne,
cioè non c'è niente che possa essere detto,
se non forse sul piano di alcune precezioni,
per questo dico
uno che mi fa delle domande,
come bibliografia birima,
che si chiama la mia vita,
che ha in copertina una foto di Albon Newton,
che lui mi fece
quando ha fatto
una servizia,
una serie di fotografie
che facciamo a Montecarlo,
in una di queste si vede
una mia fidanzata di allora,
e il mio agente che poi si è suicidato,
che si chiamava Perroni,
poi c'era la mia foto, senza occhiali,
con un'aria così ristralunata,
e quello è un libretto introvabile,
in cui c'è scritto di tutto.
Poi c'è quattro libri di memoria di mio padre,
quindi, diciamo, il privato
o quello che possa essere libera,
posso immaginare che
se uno intervista un personaggio famoso,
non so, mettiamo fiorello,
qualcuno di questi, ci sia un fiorello pubblico
e un fiorello privato,
lo sgarbi privato, non c'è,
è quello che manda fare in culo di Maio,
seduto successo,
che non mi sono mai fatto fotografare
nudo integralmente, ma ho fatto anche le foto
e nudo, come fece Beretton
per sfotterlo, perché all'epoca
eravamo in Parlamento insieme
nel 1992,
io pagavo moltissime tasse,
dopo Agnelli ero il più grande
contribuente,
mentre Beretton denunciava
600 milioni di lire, io denunciavo i triplo,
e allora per prenderlo e girarlo,
poi la foto nudo, ho fatto nudo anche io,
anche lì, nudo sull'espresso,
altra cosa clavorosa, ne ho tratto
che mi hanno licenziato da tutti i giornali
salvo europeo, che erano
il Carlino, la Nazione, il Tempo,
perché la foto era scandalotica, la fatta Beretton,
per cui ha fatta tutti i colori
a quel punto di vista, e non ha nascosto niente.
Quindi, diciamo,
il confine
fra pubblico e privato,
io, è un muro che ho abbattuto
subito, in questo
ha contribuito anche il protagonismo
di mia madre, caratteriale.
La riservatrizza di mio padre
si è disolta con i 4 libri,
in mezzo cibi a sorella,
che è quasi più famosa di me,
che quando andò, il premio ostrega,
per fare
scriveva sull'aranio i numeri
della giuria popolare, perché lei era un
dei direttori, tratta prestissimo,
le chiesero, ma lei
e la sorella di Vittorio Sgar,
e lui che è mio fratello.
Partendo così e con me davanti,
lei ha raggiunto
un festival che oggi è il più importante
d'Italia rispetto
alla Milanesiara, c'era 25 anni,
ha fondato una casa di litricia,
ha comprato a Bondine e Castolde, ha comprato a Linus,
e quindi, confronto con me,
che inizialmente la vedeva molto
sommessa e sottomessa,
io mi sono lavorato in filosofia,
perché ho messo sempre di fare quello che volevo,
volesse lavorare in farmacia, perché i miei
fanno due farmacie, quindi lei doveva in qualche modo
stare nell'albero della famiglia.
Dopodiché, venuta quasi da Noressia a stare
in farmacia, ha cominciato l'attività
della casa di litricia, ha fatto
cinque anni direttore d'Italia della Bompiani,
poi si è ribellata a Berlusconi
quando Berlusconi ha comprato la Rizzolio,
le cose pubbliche ha fondato la verità, se ho.
Con un Berto Eco,
il cui figlio del socio è tutto pubblico
ed è tutto scatenato
dalla mia natura,
che è una natura che determina
competizione.
Per esempio, c'è uno che
ho ditato di rispondo, mi diverto
anche a non rispondegli, che vive
soltanto perché sono io che si chiama tipo
gli oscansi, uno che
io ho fatto da 1992
una natura di Sgarbi Cochidiani.
Era YouTube, io ho inventato
da solo, parlavo lì per i cazzi miei,
quello che volevo su un lungo argomento,
mille querelle, vi ho detto di me,
uno che è fortunatamente ancora vivo, che si chiamavamo
l'Oradini, che era l'umanità
silente, che ascolta e che presenzia.
Da lì sono derivati
una serie di modologanti
che hanno, poi ci sono
dei piccoli dettagli che sono forse
tutti, cioè il monologo
in televisione era quello di
insoviaggi, clamorosamente
appunto, di sbesso da Berlusconi
o quello di Andrea Barbato, usavano
fra i 5 e 6 minuti.
Io sono andato avanti
sullo stesso
tempo, finché
ho fatto 7 minuti, 8 minuti,
fino a 13 minuti, cioè
l'ultra e l'altra
e non c'era Carlo d'ascolto, quindi
mi hanno dato quello spazio che mi sono conquistato
e da quando ho iniziato il 143,
guadagnavo un milione al minuto, cosa di
quello molto soddisfatto, quindi per questo
quando avevo un'ora e mezza, ho pensato
un tempo il limitato per me che
quei 13 minuti, però erano
solo fructuosi per la mia vita, mi hanno consentito
di guadagnare il danaro con cui
ho acquistato soprattutto opera ed arte, seguendo
uno schema che quello di Parmigianino
che a un certo punto, pittore sublime
trasforma il mercurio
in oro, poi è vero che lo usava
anche loro. Io ho pensato che
il danaro non serve a niente, quindi l'idea di poter
acquistare un dipinto meraviglioso
per, non so, 3.000 dollari,
10.000 dollari, 15.000 dollari
c'è delle cifre piccole e guadagnate
senza fatica, l'utosommato
con la parola, acquistare un opera
in cui c'è un pezzo di storia
di spirito della storia, ha determinato
una collezione anche quella, peraltro
anche quella non segreta, perché
l'ho fatto tra il Messico,
la Spagna, l'Italia,
la Svizzera, decine di mostre,
perché quello che io possego
non è mio, è di tutti, quindi
tutti nel senso che
come se volessi salvare dalla dispersione
e lo tenessi
vicino a me, perché tutti lo vedano
questo ricordando una scritta
che è in un palazzo veneziano
che io lo vendrò in Calergi
in cui c'è un bellissimo, dove si era facciata
dentro ovviamente sono palazzi meravigliosi
ma tutta Venezia è bellissima
se tu vai con un motoscafo
anche soltanto vedendo una facciata di palazzi, allora
quello che aveva costruito il palazzo scrive
non nobis domine
come scritta, come un elemento
grafico sulla facciata, per dire
non è nostro, è di tutti
questo prensiero, ce l'ho in testa da sempre
sono convinto che
nulla che io ho fatto è altro che
non dico neanche terrenare il mio nome,
ma proteggere come in una specie di recinto
quello che io ho trovato
e che ho salvato da una dispersione
quindi ho una mentalità iperstatalista
anche se sono arrivato
soltanto quello che volevo dire non sono
nato ricco
è quello che ho conquistato
ho pensato che potesse trasformarsi
in spirito, cioè comprare spirito
io non compro scarpe, sono anti consumista
odio quello che si trova
fortunatamente essendo popolare
posso essere invitato
ogni giorno a pranzo, quindi non ho problemi materiali
compro solo quello che non esiste
quello che non si trova, c'è l'apparizione
di una cosa che
improvvisamente da dove è celata
nel mio ultimo libro che si chiama
scopersi e liberazioni, sono
opere che sono nascoste, per tanto tempo
poi appaiono, e quando appaiono
tu devi intercettarle, perché appaiono
per un attimo, altrimenti
vanno al trove, quindi questo è stato
l'aspetto più divertente
e più erotico della mia vita
ed è un po' anche nella parte in cui
mi sono molto dedicato le donne
uno spostamento
agli oggetti come
persone amate
cioè il rapporto con l'opera d'arte
è un rapporto erotico, quindi un rapporto
fisico, un rapporto
tutti chiedono perché io le tocco le tocco, perché le sento
come carne e anima
e allora c'è l'aria bellissima
di Lorenzo D'Apontre, il doggiovani
che c'è Madamina, il catalogo
è questo, delle belle che avò il padron mio
e le inca tutte le
quante sono, in ispagna
sono già mille e tre, ora
le opere d'arte intese come donne
sono nella loro condizione
in cataloghi, cioè le opere d'arte
sono in cataloghi, quindi il catalogo
di Le Porrello con Don Giovanni
è un catalogo delle donne
però in realtà le opere d'arte
sono come donne in un catalogo
quindi c'è una solra posizione assoluta
di questi due mondi che per me sono stati vitali
fino ad oggi in cui
la malattia, il cuore, il cancro
mi hanno fatto limitare la mia attività seduttiva
anche quella peraltro
notissime, cioè ci sono
delle persone che si ricordano ancora quando stavo
con me di abbraccio, con elenuar
tutte cose che sono state
quindi cercare il privato da me
è quasi impossibile
perché o per me stesso
o per delle derivazioni
indirette come mia sorella, tutta
pubblica, mia madre, tutta pubblica
mio padre, l'unico riservato che però è
diventato pubblico, ha fatto i libri
poi dai libri addirittura un film
tutto questo
chiunque mi parla
anche se non sa tutto, anche se non ha fatto
un video monografico con la bibliografia
però gli ha arrivato addosso
cioè gli ha arrivato addosso mia madre
mio padre, pupiavati, mia sorella
per cui è difficile
che io possa raccontare delle cose
che possono essere
delle mie emozioni che magari
ho tenuto celate, ma anche quelle
scrivendo tantissimo che scrivo quasi ogni giorno
sono finite
nelle note di alcuni miei
articoli in cui io
sconfino dalla
illustrazione di un'opera d'arte
a un aneddoto, a una vicenda
che riguarda
la mia vita, quindi c'è un intersecarsi
così stretto fra personaggio
e personaggio poi qualcuno ovviamente
lo capisce modified, quindi
sono pieno di persone che vi vogliono bene
poi sono quelli che mi odiano
mi odiano
perché non capiscono bene
cosa è capitata come mai
la funzione pubblica e quella privata
poi ho sempre prediletto
un uomo di Stato, quindi ho fatto un concorso da un ragazzino per diventare
ispettore delle belle arti, poi solo ho diventato capo di quel mondo, diventato
sottosegretario, e l'ho fatto due volte, quindi poi ho fatto un sindaco in quattro
città, ho fatto la rivoluzione in tutte e quattro, da San Severino Marche, a Salemi,
a Sutri, oggi sono arrivato da Arpino, quindi anche lì un sindaco per
se uno è un sindaco locale, se è un sindaco esgarbi viene fuori per forza,
quindi, insomma, non c'è un dino riconfine fra il pubblico e il privato di cui
io possa beneficiarvi, ecco.
È stata una puntata diversa dalle altre, nel senso che per come siamo partiti
ti ringrazio per il tuo monologo sulla tua monografia, io avrei voluto che tu
raccontassi dall'inizio con le tue emozioni, quindi partendo da quello che
tu hai visto dal bambino, dall'adolescente, da studente, da personaggio
dello spettacolo, quando è la prima volta in cui ti rendi conto che questo
modo un po' burbero, aggressivo in televisione può diventare invece il
cavallo di battaglia e il cavallo di troia per te.
No, ma su questo ci sono degli aspetti di antichemia abbastanza insoliti, perché
per l'altro io sono stato molto amato, più amato di mia sorella, mio padre
probabilmente amava anche mia sorella, mia madre amava sicuramente più B, questa
cosa è diventata un contrappasso, perché io non avevo dubbio, sono sempre
pensato più amato il primo, quando portavo un copricapo da indiano e io ero
il capo degli indiani, ero l'imperatore, io davo una più mia sorella, cioè non c'è
bastanza di anche l'idea che potessi essere meno che il primo, però quando i
miei si ammalano, in particolare mia madre, quindi perde l'energia che era con
me, quindi la parola più brutta che io conosco è sinergia, ma in questo caso
mia madre era me e io ero lei, senza il suo complesso edipico, a un certo punto lei
perde le forze, non è più capace di coordinare questa macchina infinita che
avevo messo in piedi, io con grande cinismo, ho smesso di vederla, perché non
mi interessava più, era diventata una donna malata, mia sorella invece ne
diventa la madre, mia sorella è diventata la madre di miei genitori, li ha
seguiti nella malattia, tutto questo ha rovesciato lo scenario e lei si è
conquistata quello che lo aveva avuto, però nella fase in cui mia madre invece
era a me, non so, io facevo l'esame di Quinta Ginnasio, lei era dietro la
finestra che era venuta di nascosto in collegio a sentire come loro mi
interrogavano e poi gli mandava a fare in culo, tutto questo pure avendo fatto la
cosa più grave che quella che ha segnato la mia vita, anche questa c'è nei
libri, però è questo, allora io a cinque anni ho una maestra elementare, quindi
faccio il primo anno privato, quindi vi scrivo a sei anni la seconda elementare
della scuola che era di fronte casa, per cui esco di casa e vado lì soltanto c'è
la scuola, quando arrivo alla Quinta Elementare pensano che una scuola di
campagne, il paese si chiamerò, sarebbe stata un'esperienza troppo e quindi
vogliono mandarmi in una scuola di Ferrara e mi mandano al collegio dei
Canonici Battèi, i fratelli delle scuole che stavano qui, ogni mattina io prendo
il Pullman a nove anni per andare a fare la Quinta Elementare, sul Pullman
ho le mie prime esperienze amorose, mi innamoro di una ragazza che si chiama
Sandra Romanini, la quale mi guarda ancora, è una ragazza molto grattevole
ancora, io salgo a Rho e ci sono due o tre fermate, la prima si chiama Zocca e la
terza si chiama Ruina dove lei sale, però quando lei sale Ruina il Pullman è
tutto pieno, quindi io difendo il suo posto perché lei si possa sedere vicino a
me e tutti si incassano perché io difendo il posto, quindi la mia prova
d'amore era difendere quel posto, poi arrivo a Quinta, poi prima media,
prima media, prima media, terza media, sempre con questa fatica d'assarci alle
sei del mattino prendere il Pullman, a quel punto loro pensano di fare una
manovra contro di me, cioè per evitare di svedersi loro alle sei, mi mandano in
collegio a est, che per l'altro è poco lontano, dove io andrò ad un collegio
che era un collegio vero, non era una scuola sia pure privata e bellissima, in
cui però all'interno del poveriggio gli libero, quindi ho vissuto, ho fatto quarta e quinta
ginnasio e in quinta ginnasio mi ricordo che ci si fa l'esame, mia madre
viene e manda a fare in culo l'insegnante che ha fatto delle domande, soprattutto le
pecore berino sin Argentina, perché che cazzo di domanda vedi, c'è una cosa più
mio figlio deve sapere, ma sono le pecore in Argentina, quindi comunque vengo provosso,
nel frattempo che ho buttato giù alla scala un insegnante di ginnastica, quindi
lui si era molto addontato, poi io lo ho cercato di scaricare, ma alla fine però
vengo cacciato dal collegio perché questo è un altro episodio, ma anche questo è
noto, anche se è molto dettagliato, c'era, si usciva in libera, uscita il bercole di,
e allora io ero già sveglio, quindi ero avuto 14 anni, andiamo al centro di est, da questo
terribile collegio, anche lì c'assava l'utrematine, c'era la messa all'utrematine, io invece
il libro delle preglie, leggevo Bodler, quindi ho cominciato a leggere i libri proibiti in
un piccolo libro che sembrava un libro di Chiesa, e poi quando usciamo per andare in paese,
io compro i libri, compro Cazzarelli Montale quasi in modo, poi compro i libri di Cesare
Pavese, Libri di Annunzio, e poi i sedilitari d'Italo Svevo, due episodi, il primo, pare
che sia ancora vivo, questo che chiamava Don Bonatto, che era uno di questi preti un
po' di labbro, il quale io salgo su quella che poi da Berlusconi ho ritrovato come divertimento
massimo dell'infanzia, e c'è l'autoscontro con le macchinette con la gomma intorno, allora
salgo su quella e mentre vado in vito da una gassa a salire con me, la gassa sale, alla
fine della corsa Don Bonatto ci dò salgo io, dico, ma che cazzo sai di dubbro, il tuo
pretaccio, e vado via incazzato, questo si incazza e a questa mia reazione, vedendo in
lui così una autorità impropria, leggo il libro, sinilità fino a pagina 30, e ci metto
un segno, nello studio era il pomeriggio, dove noi andavamo dopo la lezione della mattina,
a un certo punto il libro viene portato via perché Don Bonatto lo vede e ritiene che sia
un libro proibito, perché c'era un librone dei libri proibiti, dove tutto era proibito
e tutto era cautela 1, cautela 2, cautela 3, c3, c2, io lo conoscevo, era proibito tutto,
era proibito d'annunzio, era proibito pavese, proibito prusta, proibito, allora di fronte
a questo libro, sinilità, che oggi si vede delle scuole, capolavoro vita, lo svevo,
miei sinitori vengono convocati, e lì c'è stato il primo conflitto che mi ha fatto
rincazzare perché loro arrivano davanti al presideo, direttore che vada Don Silvino
Pericolosi, molto alto, elegante, con degli occhiali sembrava Eliot e lui parla con loro,
sapete cosa ha fatto il vostro figlio? Cosa ha fatto l'inconveniente? Ha fatto una cosa che lo
doveva fare, ha letto, sinilità, dito lo svevo, dice, beh, dice mio padre è un libro importante,
dice no, proibito, non si può, allora mi, provvedermente rivaltandosi, ha veramente
fatto questo, lì ho fatto questo, perché non posso leggere un libro lì, lo svevo e quindi
non mi difendono, al che prete fa la sua gaffa, subire fuori lo sgarbio proprio classico,
dice perché vedete il vostro figlio, deve fare i migliori letture e deve leggere per
esempio il dolore del giovane Verter di Goethe Cittrelio, detto, di quel punto tutto è finito,
perché, però da questo conflitto, perché era Cittrelio, senti mai la Cittrelio a Goethe,
cioè in questa loro regola dei libri proibiti e quindi questa tensione vi portò poi a uscire
dal collegio e ho fatto la prima, seconda e terza di CEO a partire dal 68 e lì, interessante il
passaggio, attraverso la scuola pubblica e leceo classico, lì c'è un altro preside che si chiama
Bollestino, con mio zio eravamo magari un minuto di ritardo dove aveva quest'aria solenne di arrivare
puntuali, però comincia la contestazione e io guido gli studenti alla contestazione,
in una posizione anarchica, comunque di una sigistra inevitabile in quegli anni, e parlo con setto
800 persone, quindi io ho educa mia oratoria, la mia eloquenza, si è formata facendo discorsi e
comizi in maniera più efficace di quelle creazioni, i miei compagni della lotta studentesca e poi
arrivo la laurea, la laurea a Ditigo con il rilalatore, quale si incazza perché secondo lui
mio discorso era troppo letterario e lui invece voleva quindi a quel punto vengo cacciato dalla
laurea e vengo anche questo nel libretto che ti ho detto, insomma una serie di incidenti che portano
a questa, ma devo dire che il collegio è stato utile perché pensare che la cosa incandescente che
io più amo che la lettura fosse proibita era l'esatrente e quindi senza quel collegio che
non sarei io, ci avrei avuto un percorso più tranquillo, invece tutto era un conflitto,
ma un conflitto per quello che invece secondo me era un valore. Ti posso fare una domanda? Prima
hai raccontato quando eri con quella ragazzina che per dimostrare il tuo interesso e il tuo amore
hai tenuto il suo posto, quindi facendo ma non dicendo. Ti abbiamo fatto un'intervista di 5
minuti prima dove ti ho ringraziato e non è stato un momento piacevole, ma tu non te ne sei
andato, ti sei alzato, stizzito, ti sei seduto, ma in teoria te ne saresti dovuto andare più o meno
nei minuti successivi, invece sentivo che dentro di te eri dispiaciuto e quindi hai aspettato il
momento quando sono uscito, mi hai chiamato e hai cercato di costruire la connessione che non c'è
stata all'inizio, vuol dire che dentro sei una persona molto di cuore, ma è come se, l'ho visto
in altre occasioni, se voi ti faccio gli esempi che ho vissuto vedendoti intervenire in televisione,
che quando entri veramente nel svelare l'umano, ti rigidisci come se tu avessi subito un torto
così grande da ragazzo che se poi insegnato tu non devi fare così, se non soffrirai devi essere
corazzato e attaccare, volevo chiederti se c'è quell'episodio e se ti riconosci perché hai
sorriso quando te l'ho detto adesso, se ti riconosci in questa immagine. Beh, mio padre era severo
formalmente perché avevo la visione a Sburgi che era monarchico, era l'ordine, un ordine che per
altro veniva sempre eluso perché invece mia madre era forte, potente e severa, quindi io ho
vissuto un ordine formale e un ordine sostanziale, quindi io sono senza educato a delle regole molto
forti alle quali mi sono ribellato, cioè la ribellione poteva essere forse eccessiva,
ma nella fattispecie intanto ho sempre trovato insopportabile la confessione, insopportabile
l'intimismo, le idee secondo me sono un'unica cosa che uno deve comunicare, ma tutto questo,
nel caso specifico nostro, io ho fatto il contropelo della tua romanda, mi ha portato a
continuare nel mio paradosso, però sono rimasto perché il mio intendimento lo l'era
offenderti, era resistere al tuo tentativo di cercare quello che secondo me non c'era,
ma siccome non avevo l'attenzione di essere crudele o di fare, cioè io sono molto orgoglioso e molto
consapevole di essere appunto la contavo prima dell'antipatia, però non contro qualcuno,
insomma mi difendo da quello che ritengo. Per te un atteggiamento, una parola dolce
nei confronti alle prossime, un segno di debolezza? Sendo così abituato a essere
critico, certe volte faccio apposta delle telefonate per dire uno guarda il tuo libro è
bello, guarda se è stato bravo, guarda l'altro giorno ho cercato quello di chiamarlo Monsignor
del Pini per dire che ho fatto la bella predica su Berlusconi, quindi quando vedo una cosa ben fatta,
la segnalo, sono anche le cose mal fatte e prevalgono. L'ultima volta in cui è abbracciato
una persona con amore quando è successo, con amore vero e quindi non un saluto, un vero
braccio come per dire ti amo, uomo, donna che sia. Ma ieri sera. Non è che sia burbero proprio.
Perché per esempio un altro momento, non ricordo la donna, poco fa ti ho visto in tv che ha raccontato
che eravate fidanzati anni prima e lei diceva di amarti e quando tu in quel momento ti ha
quasi dato l'assis per dire tu e tu lì sei stato granitico e lei respinta come per dire io non
amo nessuno, cioè non volevi dare lei la soddisfazione di dire anche io ti ho amata. Ti porto un
secondo esempio, le tue creature, ti ho visto con le tue due figlie, tu hai tre figli, forse di più
a volte fai la battuta, però quando ti vedo con loro, ti ho visto con loro due, le due ragazze,
scherzavi, provocavi come sei abituato a fare, c'era sotto quell'amore, quell'orgoglio,
ma non glielo vuoi dire, non vuoi riconoscere a nessuno di essere fiero dell'altro, perché?
Ma non so, in realtà ho fatto alcuni riconoscimenti, mia figlia alba per la sua gentilezza,
l'altra a un temperamento più semilal mio quindi è più un cioccoli, provocazioni,
ma non è che gli ho lesinato delle gentilezze. Trovo che diciamo che quello che riguarda la
sfera del privato lo debba difendere insomma, quindi gli affetti, poi in realtà siccome appunto la mia vita
privata è stata così pubblica, se c'è un bargine che è nascosto, preferisco troverlo nascosto,
quindi non è che voglio, però sono pronto ad essere generoso, chiunque mi chieda qualcosa,
cerco di farla, c'è una quantità di questuanti di ogni tipo, per cui non è che non do dei segnari
disponibilità, sono poco incline a parlare di questioni private, se vengono fuori, perché vengono
fuori appunto, ma in televisione ci sono i figli, ho litigato con mio figlio la costanza, perché
sembrava che fosse quasi un peso portare il mio nome, di costrare la comunità portare il mio nome,
e anche lì con lui c'è sempre, perché lui vive evidentemente, ce l'hanno voluto,
che io facesse il padre quante volte a sua madre, e questo secondo lui è più una colpa mia,
una colpa sua, che ha voluto andare soltanto, ma è da solo, io mi ricordo che a 13 anni
ero già autonomo, quindi io ho sopravalutato la sua maturità, invece forse aveva bisogno,
però... Si è riuscita a dirgliela a questa cosa? Più o meno, ma non so se sei convinto,
cioè lui, io a 13 anni ero come adesso, per cui io considero un bambino già adulto,
invece lui pensava che... E usi il tuo metodo di misura su te stesso con gli altri?
E quindi hai mai amato un essere umano, una donna o figli, a tal punto da fare
qualsiasi cosa per quella persona, nel caso in cui te lo venisse a chiedere?
Devo dire che... Perché mi sembri sempre molto distaccato emotivamente,
sì, sì, sempre molto razionale. Questo sempre razionale e quanto all'abligazione
a quella del sacrificio per amore di un altro, il futuro del retro non è mai accaduto perché
credo che in noi il lavoro proprio sia tale che è difficile quando un padre muore per salvare
il bambino, io riguardo tutto questo, credo che sia giusto, ma mi auguro che non mi capiti mai di
dovere trovare una decisione in quel momento in cui devo decidere tra me e un altro.
Secondo te perché sei stato molto lo sei tuttora? Perché hai sempre avuto questo sex a pill
nei confronti dell'universo femminile? Sai perché piaci? Ma credo di sì,
ho sempre detto che bisogna chiedere a le donne, però di fatto io rappresento un caso particolarmente
vistoso di erezione intellettuale, direzione del cervello invece che del uccello, quindi
il uccello purtroppo... Però poi se permangono i rapporti, vuol dire che anche lì te la giochi bene?
Perché lì l'ho fatto bene, lì la mia generazione, una generazione belluscone più vecchia di me,
è sempre stata l'idea che il successo del boddo femminile fosse una metafora del successo nella
vita, quindi vengo da quella formazione lì, cioè un conquistatore conquista una donna e quindi
conquista il boddo, però forse era alpagliato, comunque era quello, adesso non c'è più niente.
Perché questo non è ignotto nel senso che ho avuto un cancro alla prostata e quindi ho preso
che ha annullato ogni attività erotica che invece il mio divertimento principale sopra era un
bel divertimento, quindi adesso vivo col costante pensiero della morte, l'unica cosa che penso è che
fra un po' non ci sarò più. C'è nel senso che comunque non essere in attività in quel modo
ti fa sentire che stai arrivando verso la fine? No, nel senso che se tu hai un attivismo erotico
che è vitalistico, che intesso c'è che è vivo, e quello ti fa pensare che la vita prevale, se
invece quel mondo si è in qualche modo chiuso, allora hai tempo di pensare che io ho 71 anni,
quindi ho vissuto più di quello che vivrò e il tempo che ho davanti è un tempo pessimo,
perché non è un tempo in cui ho guadagno anni ma li perdo, per cui mettiamo che io vivo altri
vent'anni che sono pochi, arrivo a 91, ma gli ultimi anni Lusconi mi diceva io a 90 anni non
potrò più candidarmi, appunto uno cosa faccio, davanti c'è solo il peggio, non voglio neanche
pensare, ci penso, ci penso. Prendo solo l'argomento Berlusconi perché rispetto a quando ci stiamo
parlando è venuta mancare pochi giorni fa, un giorno in una trasmissione era penso 94 quando
lui, quando lui si è candidato tu hai fatto un quarto d'ora di silenzio, hai fatto la tua puntata
muto per ribellione, perché ti avevano detto che non si poteva parlare male di Silvio Berlusconi,
perché in quel momento era in piena campagna elettorale, quindi un messaggio molto forte,
ma te le perdonano tutti, cioè ti ho visto fare cose in tv postissime, molto aggressive,
ma ci torni il giorno dopo, come fai a farti perdonare tutto?
Sì, questo l'ho messato più, in effetti l'effetto che io determinò ha nulla il contenuto,
nel senso che è più importante l'effetto di mandare al diavolo la gente.
Il caso specifico poi non era proprio così, perché era una risposta a Berlusconi da parte
mia molto parentoria, perché lui aveva, era il 92, quindi non c'era ancora il…
Ma scusa, ho detto 94, pensavo fosse 94.
Lui diceva che io e Ferrara dovevamo sbetere di avere dei toni troppo polemici, ma non rispetto
a lui, risicando, risicavo con Ferrara, perché altrimenti ci avrebbe sospeso, quello che
ha sospeso lo sopra, se quello che ti interessa è che io sia sospeso, sto così, sono 13 minuti,
abbiamo fatto 3,5 milioni d'ascontro lo stesso, finché il bioregista bravissimo ha avvertito
perché tu basta, io sono andato via, però l'idea di fare un voto televisivo ha molto
impressionato.
Non era un modo per dire a lui non prendo ordini, ma sui contenuti, tant'è che in effetti
la cosa che ho sempre detto non li prendisconi, diversamente da Montanelli che non ho mai
chiesto niente, anche perché io sono entrato in politiche di anni prima di lui, il mio
primo attacco sostanziale è stato Mani Pulite e a Di Pietro, che oggi dice che sono il biore
politico del mondo, ma io ho dato un sacco di soldi, sono 300 mila euro di cause che
ho perso perché ho tante querele, intimidazioni regate alle querele, quindi io ho aperto
una strada, Berlusconi l'ha seguita, e l'unica cosa che mi ha chiesto in 7-8 anni di televisione
è di non parlare di Andrea Barbato, che era un comunista, perché gli spiaceva che io
fossi così via, doveva assemblargli, la mia agressione, lo so che sono detto a Barbato,
che prendevo un sacco di soldi, non voleva niente, e povereppe morto, e mi avevo detto
non essere così, e io l'ho ascoltato, basta, quindi in tutta quella del silenzio era un
conflitto fra me e Ferrara, che aveva la sua televisione distruttoria, e non so quale
fosse, c'è trovava i nostri toni, quindi se ho abbassato i toni, tanto meno che all'eporeti
anche con Riccardo Mutti, perché Riccardo Mutti disse che, adesso siamo fratelli, che
l'ho proposto per il silenzio delle pubbliche, che il fascismo in Italia erano, disse lui,
Pippo Baudo, Sgarbi e Ferrara, ok, io l'ho prendere, io dico, tu sembri un posteggiatore di
cose, un quattro macchette con cui ho presi per il culo, straziai, poi da lì siamo ritrovati
per qualche anno, però noi eravamo a terraspassatura, eravamo io e Ferrara, anche presi noi due,
aggiunse Pippo Baudo e un intervisto al Corriere Mutti disse, il fascismo in Italia, il fascismo
era, cosa vuoleva di fascismo era, forse il nostro essere, pieni di parentori, di durpiloqui,
tu quello che mi pare, però insomma, era un'epoca divertente, che noi fossimo chiamati
la spassatura, in realtà siamo stati i primi di usare il cervello perché la televisione
era fatta di, prima di noi, mi pare, erano tutte cerimoni, erano tutte come quando sei
nato, cosa hai fatto, come sono i tuoi genitori, queste cose che tu hai riproposto, questa
specie di cortesia che è arrivato qui, che bravo, ho fatto questo, ho vinto questo, mentre
noi brutali, tv spassatura, poi accade che uno aveva fatto una campagna, era un schiava
Franco Corbelli, il simpatico, un calabrese di Castro Viva, l'aveva fatto, comunicati
stampo agli giorni contro la televisione, a quel punto aveva cominciato a resistere,
allora l'ho invito in televisione e lui è contro di me, io ne so, andrebbe visto, ad
esempio, l'ho talmente coperto di merda che è sparito, è stato riuscito alla televisione,
dopo di che passa un po' di tempo e non vedo più questo qui che ho cancellato dalla televisione,
vado alla Mezia, i tre libri che vendono all'aeroporto vedo l'Antisgarbi, un libro
così bello come l'Antipapa, come l'Anticristo, allora lo apro, tutto un libro pieno di insulti
a me di Corbelli, quindi c'era colunque cosa contro la tv spassatura, al che invece di
reagire lo chiamo e l'ho dominato il mio ufficio stampa, l'ho promesciato tutto,
mi facevo di tutti i colori, però insomma certamente erano tempi strani, però abbiamo aperto,
io sono l'inventore del reality, cioè l'idea di fare qualunque, dire qualunque cosa, non avere
pudore, non avere massacrare chiunque, attaccare chiunque, prendere quel ero in giorno, di tutto
che ha abitato, non lo sono fatto, non lo ho fatto. Ti faccio un'ultima domanda così ci congediamo,
tu hai detto i prossimi vent'anni fino ai 90 anni, però hai fatto una premessa un po'
ombrosa, su questi prossimi vent'anni non sei così euforico di cavalcarli, voglio chiederti
che cosa farai, cosa stai progettando di fare, come pensi di volerli viver al meglio?
Ora se fossero vent'anni a ritroso da 71 al 51, quindi è evidente che bambino crediamo
vanti, perderemo qualcosa, e dopo gli 80 sarà ancora peggio, però vuoi continuare
a lavorare e fare la pubblicità di adesso? Finché la testa ti tiene, io continuamente
produco, scrivo, organizzo, invento, abito insieme delle cose più volontane, divento
sindaco, quindi questo non penso di interromperlo per fatica fisica, perché poi la mia è un'attività
intellettuale, anche se poi continuamente parto, stasera vado a udire, domani vado a Roma,
poi tornireva allo Torilo in tre giorni, posso fare 3.000 chilometri, però appunto
il pensiero, quello che ho davanti che cos'è, è ancora l'attività politica, è l'eccezionale
condizione della morte di Berlusconi, che è una morte inevitabile per le sue condizioni
fisiche, ma anche se fosse vissuto lui da meno 7-8 anni era, non andava in piazza, era fuori
il gioco, quindi occorreva un passaggio successivo, che lui non era in grado di definire, se
lo vuolto dire chiede il suo delfino, come si dice, anzi quando dice lo delfino, Bossi
dice delfino, trota, il trota viene fuori, il trota, perché era la benessima battuta,
allora bancando la trota di Berlusconi oggi invece il campo è aperto, se non c'è più
lui che occupa l'ultimo spazio, quindi occorrerà immaginare di partecipare a una costituente
della quale si mette in piedi un movimento che difenda le libertà, difenda il paesaggio,
la bellezza, quindi la parte che ho chiamato il nascimento, quindi questo è da fare,
denarco dei prossimi 4-5 anni, 4 anni quando si troverà a votare, per cui dal punto di
vista politico il quadro oggi è più chiaro che qualche settimana fa, e quindi quello
che ho in mente è di andare avanti e fare i 5 anni li bandato ad Arpino, quindi creando
la città di Cicerone, una scuola di eloquenza, un luogo dove si venga, perché lì la cultura
vive nelle strade, nell'intelligenza dei cittadini, una città bellissima, bella come
la Sutri, la Sutri è una città popolata da un mondo che stava nascosto del necropoli,
quindi la prevalenza della cultura Etrusca era reso Etrusche anche gli abitanti, quindi
gli ombrosi, mentre invece all'Arpino c'è una festa di persone intelligenti che vogliono
fare cose, tutto questo quindi ce l'ho avanti e ho 5 anni per realizzarlo, che sono anche
4-5 anni di attività al governo, il problema è appunto che quando sarà finita questa
vicenda io avrò 75 anni, quindi il tempo è contro di noi, noi viviamo contro il tempo
e quindi non li vuoi fingere che non ci sia, io vorrei cercare di voltare le spalle
al tempo e tornare indietro, ma non è facile, insomma anzi non è possibile, quindi la malinconia
ti prende quando, infatti ieri poi per caso, mi sono dato un metodo tardissimo perché
ho visto il primo amore, i Tognassi, c'era uno Tognassi che è nato nel 1922, quindi
è quasi coetano di mio padre che era del 21, di mio zio che era del 20, si vede, lui
nel 1978, quindi aveva 56 anni, quando io ero un adolescente, secondo la mia misura, che
sta in una casa di cura per anziani, quindi il punto terminale della vita, un ricovero
per anziani, vede una bellissima cameriera che è Ornella Muti, si innamora, la porta
fuori, naturalmente lei ribelle, a un certo punto vive il trauma di un tralimento, perde
la testa, perde la memoria, sta all'ospedale e poi ritorna nel ricovero dove era, quindi
tutto la vicenda del suo, allora era talmente triste e pensare che aveva 56 anni e faceva
il vecchio, quindi se tu parametri il tempo come esso è buttato, una volta una donna di
50 anni non c'era più, oggi quindi tutti noi, maschi e femmine, avevamo ragnato tempo,
una ragazza di 35 anni è una bambina, quindi il mondo femminile ha ragnato spazi infiniti,
il mondo maschile gli ha sempre più o meno avuti, quindi però la precezione del tempo,
vedere che un attore di 56 anni, cioè un bambino, di far la parte del vecchio, viene chiamato
vecchio, fa pensare appunto come il tempo sia, ci sono dei versi di Ron Sar che dicono
esattamente questo, dicono le tansanvam, le tansanvam a fam, no, nudo zallona, cioè
siamo noi che ce ne andiamo, quindi attribuiamo il tempo di passare, ma in realtà siamo noi
e quindi il problema riguarda noi, non il tempo, e riuscire a vivere senza tempo è quasi
impossibile, però per molto tempo sono riuscito, sono rinastro 20 anni ai 65 più o meno,
ho fermato il tempo, adesso lo sento un po' più uminacioso.
Abbiamo finito, io ti volevo ringraziare perché secondo me abbiamo mostrato una cosa molto
importante, a volte l'apertura, io la chiamo amore, però tu nel tuo mondo come dire più
bubber la chiamerai in maniera diversa, però il fatto di esserci riconnessi, anche se
non ci rivedremo mai più, me ne vado a casa felice, me ne vado a casa in modo costruttivo
e non in maniera litigiosa che è distruttivo, quindi sono molto felici di come abbiamo
concluso questa conversazione che è partita in maniera molto in solita, ma lo metterò
quello che è accaduto, con il finale ovviamente, con la parte aglietto fine, perché secondo
me è un grande insegnamento nel confrontarsi con le persone e perché guerra chiama guerra,
invece secondo me abbiamo fatto un bel esercizio.
No, ti dirò di un'altra soddisfazione che io ero talmente poco incline a litigare,
che quello che ho capito che ti eri offeso, ben dispiaciuto del dico in fondo, io stavo
giocando, cioè giocavo non alla fare la parte di litigarmi, ma dire delle verità in maniera
un po' brutale e dire che non ti posso dire, io vivo da sempre senza documenti, senza
soldi, cioè io sono il mio modello di vita è un croissant, naturalmente un croissant
che abbia almeno un vatere in cui c'è il difetto dei croissant, sono gli aspetti
di scomunizzare la vita, però tutto il resto, quando per esempio all'aeroporto mi salutano
e mi chiamano al professor Sgarbi, mi chiedono il documento e io non dico no, perché mi
se si mi hai riconosciuto, perché se viene tuo padre che dico, quindi io a questo punto
di vista ho voluto chiarire la mia posizione, però non fino al punto di offenderti, quando
ho capito era un po' affeso, mi rispiaciuto insomma, nel senso che, perché quando tu hai
detto va bene così, tu si vede che ha capito che è meglio una cosa corta, io ho fatto
due spettacoli teatrali, uno dei 30 minuti, uno dei 26, quando io vado a Tea, la Ida,
io dico un quarto d'ora, io volevo andare via, quindi vivo, allora dico, qual è il senso
di un'ora e mezza di questo? Non passo, un'ora e mezzo.
Infatti ho visto che ho toccato la leva sbagliata, quando duro un quarto d'ora, dico no, un
orio e mezzo, durano anche due e mezzo, e quindi ho visto che lì hai fatto uno switch
negativo. Cercavo di trarne una lettura positiva, ma ci siamo riusciti.
Infatti, quando poi tu hai chiuso, che si vede che ha capito che va bene così, adesso
farò una cosa, che non aveva fatto nessuno, che se vede qui, Fiorello, Gerris Corti,
sono tutti gli accomodanti, ho anche detto antipati con sippati, con il limone, queste
cose qua, allora dico, si vede, può venire o che l'ho trattato male, quindi mi rispiasseva
che non volevo trattarti male, insomma, però comunque andate a bene così, mi ho fatto
l'un e l'altra parte, insomma, mi ho parlato comunque, il nuovo straordinario, anche mia
madre, anche mia sorella, che sono stato fortunato, ho conosciuto trova molte opere, molte persone
straordinarie, che sono state utili, per cui io mi visuo solo con lo straordinario, con
l'ordinario.
Grazie, Vittorio.
Grazie a te.
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Oggi avremo il piacere di fare un viaggio con Vittorio Sgarbi, un 70enne lucido, affascinante e apparentemente crudele che ci ribadirà, almeno all’inizio, che ciò che c’è da sapere su di lui è scritto ovunque. Infatti, la prima parte dell’intervista, durerà solo 7 minuti. Il dream team di One More Time è composto da: Giovanni Zaccaria, Mauro Medaglia, Samar Abdel Basset, Davide Tessari, Alice Gagliardi, Tommaso Galli e Francesco Lugato.
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