Daily Five: Violenti ma promossi, è giusto? Titan, le tragedie che ci interessano. Corruzione e mascherine: due arresti. Lo strano caso Santanché

CNC Media CNC Media 6/22/23 - Episode Page - 26m - PDF Transcript

Oggi sui giornali ci sono due storie estremamente simili per contesto, ambientazione, protagonistico

involti, diverse per gravità e opposte per epilogo, però entrambe le storie portano a

farsi la stessa domanda, ovvero è giusto promuovere degli studenti che nel corso dell'anno

hanno usato violenza contro i propri professori, fino a umiliarli, mandarli in ospedale, quasi

ucciderli o a ciecarli sol perché il loro rendimento scolastico è buono.

Comportamento scolastico e rendimento scolastico sono o devono essere nettamente separati.

Allora le due storie probabilmente le conoscete tutti, una è quella della professoressa di

Rovigo che, autobre scorso, durante una lezione, è stata colpita alla testa da un proiettile

di gomma, sparato da uno studente con una pistola ad aria compressa, il tutto ovviamente

tra le risa generali degli altri studenti e mentre uno di loro riprendeva tutto con

il cellulare.

L'altra storia, senza dubbio più grave, è quella dello studente che un mese fa ad

Abbiate Grasso, ha invece accoltellato la sua professoressa che poi si è salvata davvero

per miracolo.

Ecco, come è andata a finire per i due studenti?

Beh, è andata a finire che il ragazzo che ha sparato pallini di gomma contro la sua

insegnante, che l'ha quasi accecata e l'ha umiliata davanti a tutti, è stato promosso.

Perché?

Perché ha preso buoni voti.

L'altro, quello che ha accoltellato invece la sua docente, è stato bocciato, però

i suoi genitori hanno deciso di fare ricorso perché ancora una volta dicono loro il ragazzo

per tutto l'anno ha comunque preso buoni voti.

E torniamo quindi alla domanda di prima, premesso che parliamo di due episodi di gravità diversa.

È giusto in genere promuovere degli studenti che hanno usato violenza contro i loro professori

sol perché hanno dei buoni voti.

Credo che la risposta non sia immediata come ci si possa immaginare e ci sono più considerazioni

da fare oltre che seguire diciamo così l'istinto.

Ad esempio, per giustificare la promozione si potrebbe dire che qui stiamo parlando di

ragazzi poco più che adolescenti, parliamo di minorenni che per definizione hanno una

responsabilità limitata e una concezione del giusto e dello sbagliato e anche delle

conseguenze ancora informazione, ancora da sviluppare.

In secondo luogo parliamo magari per questi ragazzi di episodi singoli nella loro vita

di colpi di testa più o meno gravi che per qualche istante, per qualche minuto, per qualche

giorno hanno deviato da una traiettoria che magari è sempre stata impeccabile.

Poi c'è come ad esempio scrive oggi Antonio Polito sul Corriere della Sera l'esigenza

di recuperare il ragazzo che ha sbagliato e bocciarlo, fargli perdere un anno, spedirlo

a studiare con ragazzi più piccoli di lui, magari non gli insegna nessuna lezione e

anziché recuperarlo alimenta solo la sua rabbia e la sua frustrazione.

Infine c'è da considerare che uno a scuola ci va principalmente per imparare, se uno

prende buoni voti ma poi commette dei crimini è la giustizia, la giustizia penale magari

in questo caso che deve sanzionare quei crimini, non la scuola, la scuola valuta lo studente

e la giustizia valuta, diciamo così, il cittadino.

Ora lo so, forse queste che vi appena l'incalto vi sembrano motivazioni un po' tirate per

i capelli, però vanno tenute in conto, perché sull'altro piatto della bilancia c'è tutto

il resto.

C'è il fatto che dobbiamo deciderci su cosa vogliamo che sia la scuola italiana,

vogliamo che sia solo una fabbrica che sforna futuri lavoratori, futuri ingegneri, futuri

operai, futuri imprenditori, o vogliamo che sia anche un luogo in cui si impara a essere

persone, a essere cittadini, a essere membri di una comunità.

Vogliamo considerare gli studenti come solo degli studenti o anche come delle persone,

come dei cittadini.

Vogliamo che a scuola i nostri figli imparino solo quando è nato Mazzini, cosa intendeva

Pascoli, come inizia la divina commedia, come si sviluppa un'equazione di secondo grado,

o vogliamo che inizino a prepararsi a essere membri di una comunità, a stare insieme,

a rispettarsi a vicenda, a capire che non siamo isole e che quindi la nostra libertà

finisce Indie dove inizia quella degli altri, che rispettare le regole significa garantire

anche il rispetto verso se stessi.

Promuovere quindi un ragazzo che ha usato violenza contro un insegnante che magari la

omigliata, derisa, ferita sia fisicamente che moralmente, solo perché ha buoni voti.

Quale messaggio lancia al ragazzo stesso e quale messaggio lancia poi a tutti gli altri?

Perché in queste vicende forse stiamo dimenticando gli altri, stiamo dimenticando tutto il contesto.

Immaginate ad esempio ora il contesto di quella scuola in cui il ragazzo che ha sparato

con una pistola ad area compressa o contro la sua insegnante è stato promosso, perfino

con 9 in condotta come se nulla fosse accaduto.

Quale è il messaggio che recepiscono ora gli studenti di quella scuola ma anche di tutte

le scuole d'Italia che stanno leggendo di questo epilogo?

Beh, la lezione che se ne trae è che c'è un liberi tutti, che se hai dei buoni voti,

perché magari vieni anche da un contesto familiare che ti ha aiutato ad avere buoni voti, allora

il resto viene il secondo piano.

La lezione è che se produci del profitto, spesso i voti vengono chiamati anche così

non profitto.

Allora puoi fare quello che vuoi, puoi anche violare le regole, puoi umiliare gli altri,

puoi farti beffe della comunità e dell'autorità, puoi perfino fare del male, tanto ai buoni

voti, chissene fotte delle regole e del rispetto.

Oggi in quella scuola c'è quel ragazzo che ha sparato alla sua professoressa e che è

stato promosso, probabilmente in quella stessa scuola o in quella stessa città oggi c'è

un suo coetanio che magari non ha mai sparato a nessuno, che magari sempre è stato educato,

rispettoso, gentile e che magari è stato bocciato perché poco profittevole da un punto di vista

del rendimento scolastico, magari nemmeno per colpa sua, magari lo è stato per un momento

difficile in famiglia, per un contesto che non lo ha agevolato, eccetera.

Ecco, qual è il tipo di società che andiamo a creare se ai futuri cittadini impartiamo

questa lezione, quella che il rispetto delle regole e degli altri, della comunità, contano

talmente meno del profitto, che poi anche portarti una pistola d'aria compresse in

classe e sparare durante la lezione proiettili di gomma contro la tua insegnante, tanto alla

scuola ti promoverà sempre e comunque perché, perché hai i buoni voti, perché hai un buon

profitto scolastico e poi anche accoltellare con un pugnale la tua insegnante, tanto se

ti bocciano i tuoi genitori faranno ricorso perché, in fondo, avevi buoni voti.

Ecco, non so se sia giusta una cosa o l'altra, però forse questi casi devono portarci a

chiedere che scuola vogliamo e che società del futuro vogliamo.

In queste ultime due settimane abbiamo visto probabilmente un esempio di questo tipo di

società, ovvero quella che ti promuove socialmente e ti assolve moralmente perché tu abbia generato

profitto, perché tu sia una persona economicamente di successo e mi riferisco al quasi un'anime

giudizio positivo sul Silvio Berlusconi all'indomani della sua morte, un giudizio che ha tenuto

conto solo dei suoi profitti e del suo successo economico lasciando ai margini tutto il resto,

tutte le regole che non ha rispettato, quelle che ha violato, quelle che ha cercato di aggirare,

affrodato il fisco, a cioè derubato i cittadini, era un pregiudicato, sì, però è stato un

grande imprenditore, si è circondato di gente condannata per mafia, corruzione, falso in

bilanci eccetera, sì, ma ha cambiato la televisione, non ha mai chiarito dove abbia trovato i

soldi con cui partire, attenuto per due anni a caso un mafioso fingendo che fosse uno stalliere,

pagava il pizzo a cosa nostra per salvarsi dai processi, ha usato le istituzioni per

cambiare le leggi che lo accusavano, ha comprato addirittura dei parlamentari a suon di milioni

per rovesciare la volontà popolare, eh, ma ha vinto tante coppe dei campioni. Ora,

io non lo so se è una società che mette al primo posto il profitto, il profitto scolastico o

economico che sia e mette ai margini l'importanza del rispetto degli altri e del vivere comune,

sia una società sana e con un futuro, a occhie croce direi di no, mi augurerei di no ma posso sempre

sbagliarmi. Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere

l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta. Oggi è giovedì 22

giugno e mentre ascoltate questo episodio saranno passate almeno cento ore dal momento in cui

domenica scorza il sommergibile privato Titan si è immerso nell'atlantico con i suoi cinque

passeggeri e di ossigeno, lo sapete, il sommergibile ne aveva per non più di 96 ore. Questo significa

dal momento che non è ancora stato trovato, che le speranze che i cinque passeggeri siano

ancora vivi sono nulle o salvo miracoli, lo diventano comunque ogni minuto che passa. Il

titan che si era immerso per consentire a un miliardario britannico e a due miliardari

pakistani, padre e figlio, di poter vedere da vicino il relitto del titanic a quasi quattro

chilometri di profondità non è stato ancora ritrovato, sul posto sono arrivate nel frattempo

altre diecinavi impegnate nelle ricerche però ripeto con poche speranza adesso di trovare

l'equipaggio ancora in vita anche se il sommergibile infatti venisse individuato,

nessuno sa come agganciarlo e poi tirarlo verso la superficie e anche se si riuscisse

nell'impresa di trovarlo, raggiungerlo con dei robot capaci di arrivare a quella profondità e

imbracarlo magari con delle funi sarebbero necessarie almeno 4 ore per riportarlo dal

fondo del mare fino in superficie. Non sappiamo se e per quanto le ricerche continueranno però

quello che probabilmente possiamo immaginare e che proseguiranno attorno a questa vicenda

dibattiti e polemiche, innanzitutto dibattiti e polemiche sulla sicurezza nelle ultime ore e

venuta ad esempio alla luce come il sommergibile fosse tutt'altro che sicuro non era certificato

da alcuna società preposta al controllo e secondo uno dei suoi ingegneri tra l'altro poi

licenziato per averlo detto lo blocche consentiva alla visuale poteva resistere a una pressione

di 1300 metri e non di 3800 metri, ovvero quasi il triplo. Poi ci sono altri dibattiti che stanno

prendendo spunto da questa vicenda e si stanno sviluppando a partire da questa vicenda. In Italia

ad esempio in tanti si chiedono perché abbiamo provato e stiamo provando così tanto interesse

per i 5 miliardari dispersi sul relitto del Titanic che hanno tra l'altro scelto per diletto,

per curiosità di rischiare la vita e invece tanto disinteresse per l'ultimo naufraggio di

disperati nel Mediterraneo in cui lo sapete hanno perso la vita 500 persone, non 5 500 e tra

loro centinaia di donne e bambini, quindi 5 miliardari non si parla d'altro da giorni.

500 disperati è già un miracolo che sia stata data loro qualche pagina e qualche spazio sui

siti di informazione. Ora, ognuno su questo può farsi l'idea che vuole, la lettura che forse

però eviterei è quella classista, sento dire e leggo un po' ovunque da giorni che i 5 miliardari

ci interessano di più semplicemente perché sono ricchi, perché sono vicini a noi, perché sono

occidentali almeno nello stile di vita e così via, mentre i 500 disperati sono poveri e allora

chi se ne frega, loro quindi sono lontani da noi, li vediamo come alieni sia diciamo come provenienza,

sia nella loro esperienza e quindi la cosa ci interessa di meno. Ecco, credo che le ragioni di

questa disparità di interesse siano altre, siano da trovare altrove e quali potrebbero essere le

ragioni? Beh, probabilmente più che la ricchezza delle vittime di queste tragedie a noi attraggono

molto le storie e le emozioni che queste storie ci provocano. La storia del sommergibile

scomparso, ad esempio, è intanto una storia nuova, indiscutibilmente nuova, quasi mai sentita

ed è una storia che avviene in un'altra storia, una storia che cattura il nostro immaginario,

il nostro interesse da oltre un secolo, ovvero quella maledetta del Titanic. Cioè poi un altro

fattore chiave che ha reso questa notizia, una storia, scusate, il cinismo interessante,

e cioè che il finale era tutto da scrivere. Noi abbiamo assistito indiretta al finale di

questa vicenda tragica, un finale che poteva cambiare da un momento all'altro. I protagonisti

potevano essere spacciati o salvati, forse erano ancora vivi o sono già morti, etc. Insomma,

era qualcosa di indivenire che cambiava di ora in ora e poteva cambiare di momento in momento.

Poi c'è un altro elemento ancora, ovvero il conto alla rovescia. Noi di questa storia

sapevamo addirittura il timing, sapevamo che i cinque a bordo del sommargibile avevano le ore

contate, sapevamo perfino l'ora esatta in cui sarebbero probabilmente morti se non trovati,

ovvero le 11 di giovedì del 22 giugno, una cosa anche questa mai vista. E poi i continui colpi

di scena, l'ex dipendente licenziato che svela come lui già sapesse che il sommargibile non fosse

sicuro. Poi c'è la notizia dei colpi percepiti dai sensori che potevano essere, o forse lo

sono addirittura stati, colpi prodotti dai cinque passeggeri per farsi sentire e trovare.

Oggi è addirittura venuta galla questa storia che è la moglie di uno dei dispersi e la pronipote

di una coppia di passeggeri del Titanic, una coppia morta quella notte del 1912 e addirittura

raccontata nel film Titanic che è stato uno dei più visti della storia. E a proposito poi di quel

film, del film Titanic, diciamoci la verità, noi quando lo abbiamo visto, non è che abbiamo

fatto il tifo per il ricco, per il ricco fidanzato di Ross, no noi abbiamo fatto il tifo per lo

squattrinato, Jack Dawson, almeno nel film Leonardo DiCaprio. Quindi probabilmente questa

differenza di interesse non è direttamente correlata, come si dice, alla differenza di reddito

tra i 5 miliardari di questa settimana e i 500 disperati della scorsa settimana. Anzi forse il

fatto che i cinque siano così ricchi e forse che si siano avventurati in questa esplorazione per

svago, magari c'è le arresi anche un po' antipatici diciamo così, ci ha fatto empatizzare un po'

di meno con loro, ma non di più. Il problema qui quindi non è il troppo interesse che abbiamo

manifestato per i 5 miliardari, qui il problema è lo scarso interesse che abbiamo manifestato e

stiamo manifestando per i 500 disperati morti nel Mediterraneo. E la ragione di questo forse è molto

più tragica e devastante del binomio ricchezza povertà. Il crescente disinteresse verso queste

tragedie e forse dovuto alla crescente abitudine a questi naufragi di disperati e forse dovuto al

fatto che ci sembra di rileggere sempre la stessa storia. Io qualche giorno fa proprio qui su Daily

Five ho provato a rompere questo circolo vizioso andandovi a raccontare quello che accade all'interno

di una stiva, di una nave, di un barcone, di un peschereccio che sta fondando con centinaia di

persone dentro. Perché se racconti quello che accade davvero così come abbiamo raccontato in

questi giorni, quello che probabilmente stava accadendo e quel sommargibile, forse si torna a

davere una certa empatia, si torna a capire ciò che sta accadendo e ci si torna a interessarsi a

queste vicende. Perché alla fine la chiave sta tutta lì nel nostro interesse di cittadini, se

noi torniamo a interessarci a queste tragedie allora se ne interesseranno i giornali e se

se ne interesseranno i giornali allora se ne interesserà la politica e questo deve essere il

nostro obiettivo ultimo. Questa mattina su disposizione della direzione di strittuale antimafia

di Bologna la Procura di Forlì ha arrestato con l'accusa di corruzione un ex deputato della

lega di Matteo Salvini, ovvero Gianluca Pini, l'ex direttore dell'Agenzia delle Dogane,

Marcello Minenna e altre decine d'indagati. Perché che cosa è successo? In breve,

secondo l'accusa il deputato Leghi Stapini, una volta lasciato nel 2018, il Parlamento si era

riconvertito durante la pandemia a fornitore di mascherine, in particolare mascherine provenienti

dalla Cina. Siccome sempre secondo l'inchiesta avrebbe Pini riscontrato delle difficoltà a far

passare in Dogana queste mascherine cinesi che avevano tra l'altro un alto valore di 4 milioni

di euro, Pini avrebbe chiesto all'allora direttore delle Dogane Minenna di intervenire di aiutarlo

in sostanza. In cambio l'ex deputato della lega avrebbe promesso a Minenna che sarebbe intervenuto

lui stesso ai massimi vertici della lega perché venisse confermato anche dal nuovo governo il

suo incarico a direttore delle Dogane, cosa che poi effettivamente è avvenuta. Ora questa

ovviamente è l'ipotesi dell'accusa e si vedrà se le cose stanno effettivamente così, però ora mi

limito in questa storia a evidenziare il giusto undato. Qualche giorno fa forse lo ricorderete,

parlandovi di intercettazioni che il governo Meloni vuole limitare e di reati che il governo

vuole abolire, vi dicevo che reati come la corruzione spesso vengono scoperti proprio intercettando

altri indagati per altri crimini, ecco questo è uno di quei casi. Se ci avete fatto caso ho

introdotto questa notizia dicendovi che l'arresto è stato disposto dalla direzione distrettuale

antimafia, ma che c'entra la mafia con le mascherine, in realtà nulla. Però gli investigatori

stavano indagando su un presunto traffico di droga condotto da gruppi di albanesi quando,

intercettando gli indagati, hanno scoperto anche questa presunta corruzione, altrimenti

non l'avrebbero mai scoperta. L'indagine, scrive il fatto godidiano, parte nel gennaio del 2020

da un sequestro di 28 chili di cocaína trovati su un camion che proveniva dal belgio. Gli

inquilrenti scoprono che in quella storia aveva un ruolo anche un imprenditore di forlì con

precedenti penali attivo nel settore degli autotrasporti. Grazie alle intercettazioni

telefoniche e ambientali gli investigatori hanno scoperto poi un forte e consolidato rapporto

personale e d'affari tra il soggetto intercettato e un ex parlamentare della Repubblica non più

incarica dal 2018 e attualmente imprenditore. L'ex parlamentare in questione è appunto Gianluca

Cappini, il quale, secondo gli inquilrenti, ora riporto le loro parole, gestiva una rete

di rapporti che gli ha permesso tra l'altro di ottenere un appalto milionario dall'Aslo

Romagna per la fornitura di dispositivi medici, lucrando così anche sulla crisi pandemica

del 2020.

Oggi Repubblica riprende un'inchiesta condotta dalla trasmissione report che racconta di fornitori

non pagati, dipendenti che attendono ancora il TFR dopo essere stati licenziati, di amministratori

a quali invece vengono garantiti con pensi di oro e poi aziende floride ridotte sull'astrico,

strane operazioni finanziarie con fondi stranieri che hanno contribuito a creare un danno ai

piccoli azionisti delle stesse società. Perché questa storia che in fondo, se vogliamo,

sembra inanellare le tante cattive abitudini, se così vogliamo chiamarle, di tanti imprenditori

italiani, merita per Repubblica un'attenzione così particolare.

Beh, perché l'imprenditrice protagonista di questa inchiesta è l'attuale ministra

del turismo Daniela Santanché. La ministra è imprenditrice, come ama definirsi lei,

e infatti finita al centro di un'inchiesta della trasmissione televisiva report che ha

svelato la gestione di visibilia e chi gruppe SPA quando, ad averne le redini, era proprio

l'esponente del governo Meloni e volto di Fratelli d'Italia.

Aziende scrive Repubblica che non sono fallite, ma che hanno visto crollare il loro valore

in borza e ridurre all'umicino l'attività con decine di dipendenti che hanno perso

il posto di lavoro e socie di minoranza che si sono trovati azioni che non valgono praticamente

più nulla. E mentre la futura ministra in epoca Covid da imprenditrice rivendicava i

suoi sacrifici, tanto da parole sue, avver anticipato come tanti colleghi la cassa integrazione

ai dipendenti delle sue aziende, proprio quest'ultimi hanno denunciato al report di non aver

ricevuto alcuna anticipazione e in alcuni casi di essere stati messi in cassa integrazione

a zero ore a loro insaputa continuando a lavorare. L'articolo è davvero lungo e riprende un

po' tutta l'inchiesta e tutte le vicessitudini fin dal principio, da quando nel 2011 Daniela

Santanché e l'ex-marito rilevarono la società specializzata nel commercio di prodotti biologici

chi group assegnandosi compensi che sono arrivate a superare i 600.000 euro, tanto che in nove

anni Daniela Santanché si sarebbe portata a casa compensi per 2 milioni di euro e il suo

compagno per 6 milioni di euro. Non solo con i soldi della società, sempre secondo report si

sarebbero pagati l'affitto di un automobile di lusso e di una casa in centro a Milano indicato

in bilancio come ufficio di rappresentanza, per non parlare poi dei familiari coptati nei

consigli di amministrazione di chi group e della controllata bio era. Ora qualcuno dirà, vabbè

evidentemente facevano bene gli imprenditori, guadagnavano tanto, facevano guadagnare tanto

l'azienda e quindi avevano diritto di prendere i compensi che volevano e di comandare come

volevano. Qual è il problema? Beh, il problema, leggo da Repubblica, è che dal 2018, quando

Santanché e il suo ex marito subentrano nella gestione diretta dell'azienda, la chi group ha

enormi difficoltà nel saldare la merce ai propri fornitori e inizia a promettere pagamenti che

non arrivano a decine di aziende. Nel 2018 i debiti di chi group verso i fornitori arrivano

a oltre 8 milioni di euro. Anche piccole aziende che attendevano pagamenti vanno K.O., come ad

esempio la Verde Bio, che però chiude l'attività e affitta lo stesso ramo di azienda alla Santanché

e al suo soggio con un costo di appena 50.000 euro all'anno. Che cosa accade nel frattempo?

Beh, accade ovviamente che numerosi dipendenti finiscono per perdere il lavoro e molti attendono

ancora il TFR. In nove anni racconta Report il valore di chi group in borsa è passato da

35 milioni di euro a mezzo milione di euro. Gli azionisti hanno versato 23 milioni e 9 milioni

di questi 23 sono andati solo ai monumenti di Santanché e dell'ex compagno. Discorso abbastanza

simile per l'altra vicenda, per la società che fino a ottobre scorso era sempre di Daniele

Santanché, ovvero la visibilia, se l'argomento vi interessa trovate tutto sul

Repubblica oppure sul sito di Report. Vedremo insomma se approfondirlo anche qui su Daily Five

nei prossimi giorni. Di certo e concludo, come scrive oggi Foglio è legittimo chiedersi se

un imprenditrice con simili problemi che ha gestito in questo modo le proprie società che,

secondo l'inchiesta di Report, è tutto da confermare ovviamente, è al centro di una

vicenda di fornitori non pagati, dipendenti licenziati, dipendenti in attesa del TFR,

società ridotte sul lastrico, possa insomma essere ministra del turismo di un paese come l'Italia.

In attesa di risposte su questo, noi per oggi ci fermiamo qui, siamo andati piuttosto lunghi,

io vi ringrazio tanto per aver ascoltato fin qui, vi saluto e vi do appuntamento a domani sempre

alle 17 con Daily Five.

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Promossi gli studenti che spararono pallini di gomma contro la docente. È giusto?

Non è ancora stato trovato il sommergibile con i 5 miliardari all’interno. Per loro ormai nessuna speranza. Ma perché questa tragedia ci interessa più di quelle del Mediterraneo?

Gli investigatori cercano droga, ma trovano un presunto caso di corruzione. Arrestati un ex deputato della Lega e l’ex numero uno delle Dogane. Ecco perché.

L’inchiesta di Report sul modo in cui l’attuale ministra del Turismo Daniela Santanché ha gestito (e portato sul lastrico) le proprie società.

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