Daily Five: Tutta colpa dei social. I politici si aumentano lo stipendio, Santanché non lascia e le altre storie di oggi
CNC Media 7/13/23 - Episode Page - 20m - PDF Transcript
All'alba di mercoledì a Napoli, la venere degli Stracci, un'opera di Michelangelo
Pistoletto che era stata installata a fine giugno in Piazza Municipio, probabilmente
lo sapete, è andata a fuoco. L'installazione artistica costituita da una riproduzione
della venere con mela affiancata da un'alta montagna di Stracci è stata distrutta dalle
fiamme in pochissime minuti. L'incendio è apparso da subito di indubbia origine dolosa
e quando il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, è arrivato sul posto per prendere visione
del disastro, intervistato dai giornalisti ha indicato come possibile pista per individuare
i responsabili, i social. Ha detto che c'era una sfida social per bruciare l'opera e
quindi quella doveva essere una delle piste da seguire. Alla fine in realtà per quel
rogo è stato fermato un 32N senza fissa di mora, quindi ovviamente senza social, forse
sofferente di patologie psichiche, che gli investigatori avrebbero riconosciuto attraverso
i frame di alcune videocamere. Insomma, salvo sorprese, salvo abbaglio nuovi sviluppi,
i social con questa vicenda non c'entrano proprio nulla.
Eppure, ormai, sembra che sia quella la causa di tutti i mali dei nostri tempi, la causa
delle bravate e dei crimini commessi in Italia dei giovanissimi, i social, youtube, tiktok,
instagram, eccetera. Sembra che prima dell'avvento delle app e dei telefonini, i giovani dell'epoca
passate, vivessero tra unicorni fatati, nuvole di zucchero, tutti impegnati in letture
e poesie, a ricamare, sorseggiando te e obbedendo in maniera devota ai genitori, agli insegnanti,
alla società e alle regole. Ecco, col cavolo, chiunque oggi abbia più
di 30 anni, probabilmente sa o ricorda che non è per niente stato così, sa e chiedo
scusa per la raffica di banalità, ma cui forse bisogna ricordare anche l'obvio che
nelle giovani generazioni ci sono sempre stati certi elementi, certe dinamiche, certi
fenomeni, spesso semplicemente motivate dal desiderio di impressionare gli amici, di sentirsi
accettati, di mettersi in mostra. Ci sono sempre stati gli imbrattatori, i rissosi,
quelli che corrono con l'auto, con la moto, che impegnano, quelli che danneggiano un'opera
o un monumento, che imbrattano mura, c'erano perfino quelli che lanciavano i sassi dal
cavalcavia, c'erano le gang di quartiere e del paesino e c'erano, e benesì, perfino
le challenge, le sfide, quelle di cui si parla oggi associandole solo ed esclusivamente
ai social, quelle sfide stupide in cui qualcuno spesso finiva per farsi male o addirittura
per rimetterci la vita. L'aspetto paradossale di tutta questa crociata che da un po' di
tempo cresce, soprattutto tra le vecchie generazioni contro i social, è che esiste
un film il cui titolo è perfino diventato un modo di dire e il cui protagonista è diventato
una leggenda immortale proprio per il ruoro li coperto in quel film. Il film in questione
si chiama Gioventù Bruciata e al centro di questo film che racconta uno spaccato della
Gioventù di allora c'è pensato un po' proprio una sfida, quella che oggi chiameremmo associandola
ai social una challenge. La sfida soprannominata nel film La Ciccherranno, ovvero la Corsa
dei Polli, consisteva nel lanciarsi a forte velocità a bordo di una macchina e gettarsi
fuori dalla macchina stessa prima che questa precipiti nello strapiombo sul mare. La sfida
come saprete o potete immaginare finisceIndie con uno dei protagonisti, Buzze, che non fa
in tempo uscire dall'auto e precipita giù del burrone perdendo la vita. Eccolo, quel film
non è un film del 2020 e non racconta le challenge sui social o su YouTube, su tiktok della generazione
Z, ma è del 1955 e di quasi 70 anni fa, 10 anni prima che nascesse il sindaco di Napoli,
è racconta quella che allora era definita la Gioventù bruciata. Insomma, avviare o alimentare
oggi una crociata contro i social, facendo credere che siano loro la causa di fenomeni nuovi
e di dinamiche che in realtà sono sempre esistite e tirandoli fuori anche quando non c'entrano
nulla, non serve a nulla. Serve solo a demonizzare un intero mondo che invece come qualunque altra cosa
contiene sì del marcio, ma anche tanto da salvare e perfino da promuovere. I social sono
strapieni di pagine, di creator che insegnano cose che lo fanno da Dio, che ti fanno capire
e amare materie e argomenti magari meglio di tanti professori che fanno riflettere che arricchiscono
aiutano a crescere, a migliorarsi, etc. A un giovane che vuole fare lo stupido per mettersi
in mostra, per farsi accettare, non serve un pubblico di milioni di persone, è un telefonino
puntato addosso. Spesso, come è sempre successo in ogni epoca, a un giovane che vuole mettersi
in mostra, che vuole fare lo scemo, diciamo così, basta anche una sola comitiva o un solo
amico. Le cause di certi comportamenti sono quindi evidentemente altre e dare la colpa continuamente
oggi ai social come ieri veniva data ai videogiochi, l'altro ieri al wrestling tv, anche nel
guerriero e l'altro ieri ancora al metal e ancora prima a rock'n'roll e così via non
serve a nulla, serve solo a non capire il fenomeno e a gettare un'intera generazione
con tutta l'acqua sporca.
Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità
e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.
Oggi è giovedì 13 luglio e va detto che da subito anche per l'informazione l'estate
comincia a farsi sentire. Giornali estetidi di informazione almeno sul fronte politico
non sono pieni di importanti novità proprio di notizie, di decisioni prese e insomma di
fatti concreti siamo ormai nell'alvio dell'interlocuzione, cioè si parla di parole, quello che ha
detto Meloni, quello che ha detto Sant'Anché, quello che potrebbe voler dire Mattarella,
quello che non ha fatto De Luca, eccetera. Però fatta questa doverosa premessa anche
spremendo questo momento, diciamo così interlocutorio possiamo provare a distillare qualcosa di
utile da sapere per la giornata di oggi e partiamo dalla giustizia perché tra tutti
i vari temi e questo oggi l'argomento principale al centro del dibattito politico. Le motivazioni
sono diverse, intanto la prima è la riforma della giustizia a cui il governo e in particolare
il ministro Carlo Nordio sta lavorando. Nordio, ministro appunto della giustizia, che non
si starebbe accontentando di abolire come sapete reati come l'abuso d'ufficio e limitare
le intercettazioni tutte cose che chiaramente indeboliscono come potete immaginare il lavoro
dei magistrati a favore di chi i reati li commette, ma adesso nel suo mirino ha inserito
anche il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Qualcuno chiederà beh è un reato
grave, probabilmente vorrà intervenire per renderlo ancora più duro. Beh no, in realtà
il contrario vuole smantellarlo. Prima di andare avanti chiariamo però di cosa stiamo
parlando, che cos'è questo reato. Il concorso esterno in associazione mafiosa per dirle in
maniera molto semplificata e quel reato commesso consapevolmente da una persona che
aiuta la mafia a raggiungere i suoi obiettivi, senza però far parte della mafia, senza cioè
aver fatto il giuramento col santino e la goccia di sangue, senza quindi appartenere
organicamente a qualche clan, famiglia, eccetera. Per intenderci è il reato per il quale è
stato ad esempio in carcere negli anni scorsi Marcello Dell'Utri, il cofondatore di Forza
Italia, nonché amico fraterno di Silvio Berlusconi. Non a caso è l'unico amico a cui
Berlusconi abbia lasciato nel testamento una parte della sua eredità, appunto per questa
amicizia che li legava, li ha lasciato, come sapete, 30 milioni di euro. Ecco, riguardo
a questa tipologia di reato, il Ministro della Giustizia Nordio, che esplicitamente ha più
volte dichiarato di voler proseguire il cammino indicato da Berlusconi sul fronte della giustizia,
ha detto, il concorso esterno in associazione mafiosa è un reato evanescente e un ossimoro
va rimodulato. Bene, cosa ne pensa chi la mafia l'ha combattuta per gran parte della
propria vita? Il primo a commentare l'uscita di Nordio è stato proprio l'ex procuratore
antimafia Pietro Grasso, per il quale Nordio lo ha detto in maniera abbastanza brutale,
non sa di cosa stia parlando, non essendosi mai occupato di mafia, nemmeno da magistrato.
E se Nordio non capisce impresa cosa significa essere accusati di concorso esterno
in associazione mafiosa, perché per lui o sei esterno o sei mafioso, Pietro Grasso prova
a spiegargli il concetto con un esempio. E come il tizio spiega Grasso, che fa il palo
durante una rapina, lui non commette il fatto, non rabbina nessuno, ma il suo ruolo è determinante
per compiarlo quel fatto. Chi non è inserito strutturalmente nell'associazione mafiosa osserva
ancora Grasso può fornire un contributo volontario consapevole, concreto, specifico, condizione necessaria
per raggiungere il piano criminoso. Un caso chiede ancora Grasso? Beh, facciamo il caso
dell'imprenditore colluso al punto di avere uno scambio continuo e diretto con il gruppo
mafioso con l'obiettivo di fargli ottenere soldi e potere. La bocciatura alla ricetta di Nordio
però arriva anche oltre che da Grasso da altri magistrati che hanno combattuto la criminalità
organizzata in questi anni, per Federico Caffiero de Rao ad esempio ex procuratore nazionale
antimafia, il reato non va assolutamente rimodulato. Per Morosini invece già Gip di Palermo le
preoccupazioni di Nordio dovrebbero tener conto delle plurime pronunce della cassazione
in merito. Sindagli anni di Falcone spiega Morosini la legittimità del concorso esterno
in associazione mafiosa ha consentito il controllo penale sulle forme più gravi di complicità
delle cosche di importanti esponenti dei circuiti economico, finanziari e politico istituzionali
nonché del mondo delle libere professioni. Dello stesso avviso è Luca Tescaroli, procuratore
aggiunto di Firenze che dice che il concorso esterno in associazione mafiosa è uno strumento
fondamentale per riprimere le condotte più pericolose che costituiscono l'anello di
collegamento tra i sodalizi mafiosi e gli appartenenti al mondo politico, finanziario
ed economico, nonché al mondo delle professioni. Sono questi esterni i contributi che consentono
alle associazioni mafiosi di ottenere risultati qualitativamente superiori rispetto a quelli
che potrebbero ottenere agendo come mere con grege di criminali che uccidono, incendiano
e storcono trafficano in droga e in armi. I pareri duri e sconvolti anche se vogliamo
sono però arrivati proprio dai familiari dei due giudici eroici Giovanni Falcone e
Paolo Borsellino il cui lavoro ha portato a questo passo per disarticolare la mafia.
Mio fratello ha detto ad esempio, intervistata da Repubblica Maria Falcone, diceva sempre
che la mafia non è solo composta dai famosi punciuti, cioè coloro che firmano con il
sangue il patto di appartenenza all'associazione ma è proprio attraverso i rapporti che riesce
a stabilire con tutta una fascia ambigue della società che crea la sua maggiore forza.
Nordio forse non conosce o forse non ricorda le tante sentenze della cassazione che hanno
consolidato il reato rendendolo uno strumento fondamentale per tutti coloro che indagano
sulla mafia. Mi auguro a concluso Falcone che il guarda si gilli ci ripensi e si fermi.
Restiamo in tema giustizia perché oggi la ministra del turismo Daniele Santanché come
sapete indagata per falso imbilancio e banca rotta fraudolenta dopo la nuova puntata di
report che ha smontato pezzo per pezzo e carte alla mano le affermazioni dalle rilasciate
in Parlamento sull'inchiesta relativa alle sue società ha detto che addimittersi non
ci pensa proprio. Intervenendo all'Assemblea Generale di Conf agricoltura a Roma questa
mattina Santanché ha parlato di processo mediatico contro lei e ha fatto sapere di
aver già avviato una serie di querelle contro vari giornalisti e altre ne arriveranno che
si tratti di querelle temerarie o meno lo si scoprirà col tempo. Le querelle temerarie
lo dico per innonaddette lavori sono quelle che spesso soprattutto i politici intentano
contro i giornalisti pur sapendo di avere torto allo scopo di ottenere due risultati
a proprio favore. Il primo è far credere ai cittadini agli elettori che alla persona
querellante e con la coscienza apposto perché il ragionamento che si cerca di far scattare
nel pubblico il seguente. Se quel politico ha querellato quel giornalista evidentemente
quel politico sa il fatto suo, sa di avere ragione altrimenti mica lo querellerebbe.
L'altro risultato invece è quello di spaventare, intimorire gli altri giornalisti dal fare
il loro lavoro appunto inducendoli a temere di ricevere una querella. Ora noi non sappiamo
se sia questo il caso ovviamente, Santa Anche potrebbe tranquillamente vincere queste eventuali
cause però bisogna sapere che il fenomeno soprattutto in Italia esiste ed è un enorme
problema per la libertà di espressione. Il più clamoroso caso di querelle temerarie
giusto per intenderci è quello che risala ad esempio alla prima uscita pubblica di
Marco Travaglio nel lontano 2001. Travaglio era uno sconosciuto cronista di giudiziari
all'epoca, fu ospite della trasmissione satirico di Daniele Luttazzi sulla RAI e nel corso
di quella intervista Travaglio raccontò una serie di fatti su Berlusconi che crearono
uno scalpone quasi senza precedenti, se ne parlo davvero per settimane, e con Berlusconi
dopo quella trasmissione intentò contro Luttazzi e Travaglio una serie di cause da milioni
e milioni di euro. Per mesi e anni la gente si disse beh se Berlusconi ha querellato
evidentemente sa di avere ragione e invece Berlusconi non vince nemmeno una di quelle
cause per se tutte le cause intentate perché tutto ciò che era stato detto in quella trasmissione
era supportato da documenti e fatti pubblici e veri. Ecco si seppe però tutto questo anni
dopo e intanto l'effetto delle querelle temerarie ebbero appunto le loro positive
conseguenze per il querellante. Se Daniele Santanchè sia come dice lei estrania a tutte
le accuse alle rivolte quindi anche questo lo scopriremo probabilmente fra anni. Carte,
dichiarazioni, testimonianze di certo gettano pesanti ombre anche non necessariamente di
rilevanza penale e sia chiaro spesso anche solo di opportunità ed etica però lei ha ribadito
che in sostanza se ne frega dice che non le viene contestato nulla che sarebbe stato commesso
nella sua funzione di ministra e quindi lei dice perché dovrei dimettermi da ministra.
Mentre a poco più di un milione di italiani poveri arriverà nei prossimi giorni la ormai
famosa social card da 382 euro in un anno che esclude però come sapete milioni di altri
poveri i capigruppo della camera dei deputati si autodonano anche loro una specie di politica
al card e se aumentano lo stipendio avranno infatti un'indennità extra oltre a quella che
già prendono di 1200 euronetti. Secondo quanto è stato appena disposto a leggo da repubblica i
presidenti dei vari gruppi parlamentari di tutti i partiti riceveranno dalla camera un'indennità
aggiuntiva pari a quella già erogata ai presidenti di commissione pari cioè a 2226
euro lor di almesse che corrispondono a 1269 euronetti l'indennità arriverà anche per i
presidenti delle componenti del gruppo misto però ridotta alla metà. La decisione è stata
presa dall'ufficio presidenza di Montecitorio con una delibera la 45 del 2023 di cui lanza
appreso visione. Per il 2023 quindi l'indennità aggiuntiva sarà a carico dei bilanci dei singoli
gruppi parlamentari mentre dal 2024 sarà erogata direttamente dalla camera.
Chiudiamo con una serie di segnalazioni dalle principali pagine e social d'informazione.
Su CNC media trovate un approfondimento sul perché in Italia anche curarsi per un cancro stia
diventando praticamente una cosa da ricchi spesso quando si pensa al tumore si pensa a tutte quelle
spese come interventi, chemioterapia eccetera che in effetti sono coperti dal sistema sanitario
nazionale eppure ci sono altre spese dirette e indirette spesso invisibili che costano ai
pazienti 5 miliardi di euro complessivi all'anno e che devono sborsare invece di tasca propria.
Basti pensare alle visite specialistiche, all'acquisto di farmaci, alle operazioni di
chirurgia ricostruttiva ma anche alla remunerazione di assistenti domestiche che spesso sono ovviamente
necessarie ai costi per gli spostamenti per gli alloggi eccetera. L'argomento insomma è molto
delicato molto interessante il problema va conosciuto e quindi trovate tutto sulla pagina
instagram di CNC media. Di sanità pubblica in declino parla anche la pagina di tpi e the post
international si parla qui di strutture faticenti, personale sottodimensionato, attese interminabili,
pronto soccorso strapieni, pazienti abbandonati eccetera. Con un paradosso mentre la popolazione
invecchia e la necessità di cure aumenta l'offerto ospedaliera continua a ridursi nel
tempo anziché aumentare. Basti pensare che negli ultimi vent'anni gli ospedali in Italia
sono passati da quasi mille quattrocento a poco più di mille e i posti letto da quattro
virgola quattro ogni mille abitanti a tre virgola uno. Su Willita invece si parla della scelta della
regione Miliaromagna di far viaggiare nuovamente tutti i propri studenti gratuitamente sui mezzi
pubblici dall'inizio alla fine del prossimo anno scolastico ovviamente lungo la tratta casa
scuola. Se invece volete sapere come erano geograficamente l'Italia e l'Europa venti
mila anni fa trovate delle interessanti immagini e spiegazioni sulla pagina di Geopop. Spoiler
c'era perfino il ponte sullo stretto di Messina. E con questo per oggi noi ci fermiamo qui,
io vi ringrazio per l'ascolto e vi do appuntamento a domani, sempre alle 17, con DELI FIVE.
DELI FIVE è un podcast prodotto da CNC media, ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17. Direzione
creativa e post produzione like a be creative company.
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“Gioventù bruciata” e social.
Nordio ora vuole rimodulare pure il concorso esterno in associazione mafiosa.
Daniela Santanché non ci pensa a dimettersi.
I presidenti dei gruppi alla Camera si aumentano e di tanto lo stipendio.
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