Daily Five: Santanché, i giornali non mentivano. L’eredità di Berlusconi. Europee, destra in tilt. Arriva l’anti-Twitter

CNC Media CNC Media 7/6/23 - Episode Page - 23m - PDF Transcript

Nella puntata di ieri abbiamo parlato della vicenda giudiziaria giornalistica e politica

che ruota attorno alla ministra al turismo del governo Meloni, Daniela Santanché.

Abbiamo provato a riassumere anche un po' le varie accuse che le vengono rivolte sia

ad alcune inchieste giornalistiche sia dalla magistratura, ovvero una presunta malaggestione

di due sue società fatta di bilanci disastrati, dipendenti licenziati o lasciati senza TFR

mentre lei affittava maserati e appartamenti da 100.000 euro all'anno con i soldi della

stessa società, di compensi milionari a sé stessa e al compagno mentre fornitori venivano

lasciati in ginocchio, di fondi straniere anonimi, eccetera.

Ecco, ieri la ministra si è difesa in Senato o meglio avrebbe potuto difendersi se davvero

fosse strana a tutte queste circostanze, Daniela Santanché avrebbe potuto ieri sfruttare

un'occasione d'oro per rispondere davanti al Paese, punto su punto, per smontare le

accuse per smontare le inchieste e invece ha usato quell'appuntamento e quei 40 minuti

commentano oggi giornali sostanzialmente per buttare un po' la palla in tribuna, ha

parlato di campagna d'odio, di giornali schifosi, di amici dalla doppia faccia, del suo papà

contadino, di lei che si vede bene allo specchio e di lei che ritiene di essere una grande

imprenditrice, però sono pochi i punti oscuri su cui ha provato a fare luce.

Su uno di questi punti però Daniela Santanché ieri in Senato è stata chiara, ha detto affermo

sul mio onore di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia.

Questa frase è diventata il principale argomento di discussione perché chiaramente un conto

è la ministra Daniela Santanché non indagata, un altro conto, ben altro conto è la ministra

Daniela Santanché indagata, non solo quella frase ha riaperto un vecchio tema caro soprattutto

a certa politica, ovvero il rapporto tra stampa e procure, ovvero come possibile che

i giornali sappiano che è una persona indagata prima che lo sappia la testata, quindi delle

due luna aumentano i giornali e quindi la ministra non è indagata oppure i giornali

non mentono allora è una vergogna che la procura passo in informazione così delicata

i giornali e non alla diretta interessata. Quindi mentono i giornali o è stata scorretta

la procura? Quale delle due? Beh in realtà non è vera nessuna delle due opzioni, i giornali

infatti non hanno mentito visto che Daniela Santanché è effettivamente indagata per falso

in bilancio, né la procura di Milano ha fatto alcun che di anomalo. E allora perché Daniela

Santanché fino a ieri non sapeva di essere indagata? Dovremmo rispondere a questa domanda

perché è diventata almeno per l'attualità politica, almeno oggi la domanda principale?

Beh banalmente perché diciamo così non ha fatto più di tanto per saperlo perché non

sapendolo avrebbe potuto negarlo, mi spiego meglio. Intanto stiamo parlando di una indagine

per falso in bilancio nella gestione tra il 2016 e il 2020 della società visibilia

editore. Ora se di quella società Santanché è stata presidente e amministratrice delegata

fino a gennaio 2022, chi avrebbe mai dovuto essere indagato per falso in bilancio in una

inchiesta per falso in bilancio, se non le in sostanza? Secondo, Daniela Santanché

ha detto di non aver ricevuto l'avviso di garanzia e di aver mandato i suoi avvocati

in procura a dicembre 2022 per sapere se fosse indagata in quel procedimento. Ma a dicembre

2022 non erano ancora trascorsi i tre mesi dopo i quali scatta sostanzialmente l'obbligo

per la procura di non tenere più segreto il nome di un indagato e quindi l'obbligo

di comunicarglielo. Insomma, se Santanché avesse davvero voluto sapere di essere indagata

o meno, avrebbe potuto mandare i suoi avvocati in procura e chiedere se fosse indagato o

meno dopo quella data, non prima, ma per volontà oppure per sfortunata, diciamo, coincidenza,

non lo ha fatto, almeno non lo avrebbe fatto. A questo punto c'è un'altra scadenza che

avrebbe permesso a Daniele Santanché di sapere se fosse indagata o meno, ovvero la richiesta

di proroga delle indagini che scatta sei mesi dopo l'iscrizione di una persona nel

registro degli indagati. Ecco, i sei mesi sono scaduti il 30 marzo.

A questo punto, insomma, non si scappa più, il GIP è obbligato a comunicare la richiesta

di proroga all'indagato e dunque così informarlo delle indagini a suo carico. Se questi ha

già un difensore, la notifica avviene in breve con una PEC allegale. Però, scrive oggi sul

corriere l'esperto di Cronaca Giudiziaria Luigi Ferrarella, Santanché che pure ha avuto

in passato altri procedimenti penali a Milano, in questo, sul falso in bilancio di visibilia,

non ha mai conferito un formale mandato a un avvocato penalista, mentre il civilista

che la segue nelle udienze fallimentari delle sue società non ha titolo.

Insomma, riassumendo, non solo che Daniela Santanché fosse indagata, era intuibile e

ovvio già otto mesi fa, quando la notizia dell'indagine saltò fuori banalmente dalla

richiesta della procura al tribunale fallimentare di mettere in liquidazione quattro società

del gruppo visibilia, ma a differenza di ciò che sostengono oggi molti giornali di destra,

il nome dell'indagata non era più segretato da sei mesi, e il tempo e il modo per sapere

o permettersi in condizione di sapere se sia indagati o meno, Daniela Santanché l'avrebbe

insomma avuto da un pezzo, se poi non abbia voluto magari saperlo in modo tale da poter

negare è un sospetto che alla luce di questi fatti non può che sorgere, ma detto questo

in qualche modo, ma chi se ne frega se Daniela Santanché è indagata o meno?

I fatti emersi dalle inchieste giornalistiche di queste settimane sul conto di Daniela Santanché

in molti casi non hanno alcun prefilo penale o giudiziario, sono se confermati semplicemente

fatti, ingiusti, indegni, disdicevoli, inopportuni, scorretti, odiosi, usate il termine che volete,

ma comunque talmente gravi, talmente in contrasto con il più minimo livello di etica pubblica

da renderli una questione politica, soprattutto se contestati a una ministra della Repubblica.

Faccio un esempio che magari potrebbe o non potrebbe avere a che fare con il caso Santanché,

ma è giusto per intenderci, licenziare dei lavoratori lasciandoli a casa, negare soldi

ai fornitori che ti hanno fornito qualcosa riducendoli quasi sull'astrico e dicendo guarda

non ti pago, non ti do i soldi, t'attacchi perché soldi nella società non ce ne sono

più e poi però tu usi quei soldi per affittarti la Maserati o affittare dei locali nemmeno

utilizzati da 100.000 euro all'anno non è mica urreato e però un comportamento che

se non fosse magari di fantasia sarebbe indegno per chiunque si metta a fare politica, peggio

ancora se si metta a fare il ministro o la ministra.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è giovedì 6 luglio e questa mattina ha quasi un mese di distanza dalla sua scomparza

e stato resonato il testamento in realtà aperto il giorno precedente di Silvio Berlusconi.

Di solito come giusto che sia i testamenti sono un affare privato, un affare di famiglia,

però qui parliamo non solo della famiglia di uno degli uomini più ricchi, potenti,

affluenti e famosi della storia della Repubblica, ma anche di beni privati con cui anche noi

che, parenti, non siamo, abbiamo in qualche modo a che fare ogni giorno, vedi ad esempio

i canali televisivi, i titoli azionari, l'informazione, l'editoria, eccetera, in tutto ciò il destino

della proprietà di Fininvest che poi il cuore pulsante di tutto l'impero Berlusconiano

era chiaramente il lasciito più atteso, a chi sarebbe andato, a chi andrà, bene oggi

lo sappiamo, va a Marina e per Silvio scrivere pubblica.it, i primi figli di Silvio Berlusconi,

il controllo congiunto della cassa forte di famiglia, appunto la Fininvest.

Nel testamento l'ex cavagliere ha deciso infatti di assegnare ai primi figli l'intera

quota di patrimonio nella sua disponibilità, che riguarda dunque non solo la holding che

custodiesce le società quotate, quindi media 7 al 50%, mondatore al 53, medio l'anum al

30, ma anche le società sotto le quali si trovano le ville e le proprietà immobiliari.

Alla stessa Fininvest si era predicata continuità operativa, per Silvio ha sempre guidato media

7 e Marina estoricamente alla presidenza di Fininvest e Mondadori, e in effetti il testamento

lo certifica.

Per Silvio e Marina riceveranno l'intera quota disponibile e così i due figli di primo letto

di Berlusconi, che partivano dal 7,65% ciascuno, raggiungeranno insieme il 53% dell'holding

con quota, quindi paritarie.

Tutto deciso poco prima di morire, quindi in realtà no, la decisione su Fininvest e sul

patrimonio sotto linee a Ogilanza era già stata presa nel 2006, su un bloc notice color

giallo paglierino con l'intestazione Villa San Martino, Silvio Berlusconi il 2 ottobre

scrisse a mano le sue volontà, 11 righe su un foglio e 10 su un altro, lascio la disponibilità

in parti uguali ai miei figli Marina e Pier Silvio, lascio tutto il resto in parti uguali

ai miei 5 figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, ai figli della prima moglie

di Silvio Berlusconi, Pier Silvio e Marina andranno anche il 60% delle altre proprietà

appartenute al cavaliere, si tratterebbe quindi soprattutto delle sue proprietà immobiliari

il cui restante 40% andrà invece agli altri 3 figli avuti dalla seconda moglie Veroni

Calario, Barbara, Eleonora e Luigi, ma all'ultima compagna allora al fratello Paolo e all'amico

di sempre Marcello Dell'Utri, spetterà qualcosa, beh nel testamento c'è moltissimo anche

per loro, nel 2020 infatti Berlusconi ha aggiunto nel testamento le disposizioni a

favore del fratello Paolo a cui vengono destinati ben 100 milioni, dal documento emerge anche

un legato di 100 milioni a Marta Fascina, la sua ultima compagna di vita e un legato

di 30 milioni a Marcello Dell'Utri, amico fraterno co-fondatori di Forza Italia che

ha scontato come sapete di ricente 5 anni di carcere per concorso esterno in associazione

mafiosa per aver fatto da tramite tra Cosa Nostra e Berlusconi, sono stato informato

sul legato che mi è stato lasciato da Silvio Berlusconi nel suo testamento, sono con mosso

profondamente con mosso, ha commentato alla presse Marcello Dell'Utri, non me l'aspettavo,

nonostante il profondo rapporto di Amicizia che mi legava, sono sorpreso, non è una cosa

che capita tutti i giorni e da questa mattina che piango.

C'è un'altra eredità di Silvio Berlusconi che chiaramente è rimasta fuori dal testamento

aperto ieri ed è l'eredità politica, parliamo sì di Forza Italia però parliamo di tutto

quel centro-destra che lui stesso in Italia ha contribuito a creare. Bene, come vanno

le cose oggi nel centro-destra post Berlusconi? Beh, non vanno benissimo, il motivo sono sicuramente

gli screzzi quotidiani, spesso ne parliamo, però sono soprattutto le prossime elezioni

europee che si terranno a giugno 2024, che lo so, sembra una data molto lontana, però

la campagna elettorale è davvero dietro l'angolo e queste elezioni, oltre che per il futuro

d'Europa, saranno un testo fondamentale anche a livello nazionale per tutti i paesi europei.

Ma allora perché diciamo che a proposito di queste elezioni europee nel centro-destra

c'è maretta, in fondo sono partiti alleatino? Beh sì lo sono, ma a livello nazionale, non

a livello europeo. A livello europeo, Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia fanno parte

di tre famiglie distinte, che possono seguire quindi una logica delle anze distinte. Fratelli

d'Italia appartiene al gruppo del cosiddetto partito dei conservatori e dei riformisti europei,

la Lega fa parte del gruppo identità e democrazia, mentre Forza Italia è membra del gruppo partito

popolare europeo. Ecco questi tre gruppi non sono alleati in Europa, paradossalmente Meloni,

Salvini e Forza Italia, quindi Tagliani, che in Italia sono insieme al governo, in Europa

sono praticamente avversari. Non solo, come spiega in un lungo approfondimento sul tema

Paggela Politica che provo qui a riassumervi, le distinzioni tra i tre gruppi del Parlamento

europeo sono piuttosto marcate. Il Partito Popolare europeo e quindi per intenderci Forza

Italia, fa ad esempio parte della cosiddetta maggioranza Ursula ed è quindi alleato del

gruppo dei socialisti di cui fa parte il PD e del gruppo Renew Europe di cui fanno parte

di l'Azione e Italia Viva, quindi un po' paradossalmente Forza Italia e PD sono in Europa

alleati e sono tra virgolette al governo insieme. Il gruppo dei conservatori e dei riformisti

di cui Meloni è presidente e il gruppo identità e democrazia di cui la Lega è il principale

esponente e di cui fa parte ad esempio il Partito della Francesa e Marie Le Pen, sono

invece all'opposizione di Forza Italia. Ora questa è la situazione attuale ma non è

detto che questa geometria politica si replichi tale quale anche dopo le prossime elezioni

di giugno, cioè dopo giugno le cose potrebbero anche cambiare e potrebbe esserci perché

no la possibilità di una futura maggioranza al Parlamento europeo in cui i tre gruppi di

centrodestra, ovvero quello di cui fa parte Forza Italia, quello di cui fa parte la Lega

e quello di cui fa parte Fratelli d'Italia stiano assieme. Oggi abbiamo detto forse

Italia sta da una parte Lega e Fratelli d'Italia dall'altra, un domani chissà potrebbero

stare insieme. In Italia la discussione su questa possibile alleanza è stata abbiata

qualche giorno fa dal segretario della Lega Matteo Salvini che in un'intervista al Corriere

della Sera ha annunciato la volontà di proporre un patto scritto ai partiti della maggioranza

prima del vote europeo proprio per formare un'alleanza di tutti i partiti di centrodestra

e di estrema destra in Europa. Ma il problema quale è allora? Visto che stanno alleati

in Italia perché non si può formare un'alleanza fra centrodestra ed estreme destre anche in

Europa. Il problema è che del gruppo europeo di cui fa parte Salvini fanno parte anche

estremisti di destra altrettanto estremi e perfino nostalgici come il partito appunto

che visitavo prima di Marie Le Pen francese e quello tedesco di Alternative for Deutschland.

Questi sono partiti estremisti di destra con cui Forza Italia stessa non vuole avere

a che fare. È impossibile ha detto il Trelulio il coordinatore di Forza Italia Antonio Tagliani

qualsiasi accordo con Alternative for Deutschland e con il partito della signora Le Pen per

delle loro posizioni euro scettiche e filorusse. Due giorni dopo il 5 luglio anche il ministro

della difesa Guido Crosetto quindi fratelli d'Italia in un'intervista con la Repubblica

ha declinato l'offerta di Salvini affermando che il progetto europeo del suo partito è

quello di formare un'alleanza tra conservatori e popolari aprendo così a una nuova maggioranza

Ursula. Noi ha detto Crosetto apparteniamo a un altro gruppo e siamo diversi come noto

ed è una scelta la nostra fatta tanti anni fa. Cioè in sostanza Crosetto, ovvero fratelli

d'Italia, immagina per un domani un governo d'Europa guidato dai gruppi di fratelli d'Italia

e Forza Italia tenendo però fuori la Lega e quindi Le Pen, Alternative for Deutschland

e gli altri partiti di estrema destra. Insomma per ora non si vedono possibilità di un'alleanza

in Europa che rispecchi quella italiana, il centro destra con la destra estrema non vuole

starci. Ma cosa dicono intanto i sondaggi? Se ci fosse volontà politica sarebbe fattibile

un governo, un'alleanza formata soltanto dal gruppo di fratelli d'Italia e dal gruppo

di Forza Italia escludendo la Lega. Allora per rispondere a questa domanda dobbiamo sapere

che il Parlamento europeo è formato da 705 deputati quindi matematicamente parlando per

avere la maggioranza ed eleggere il nuovo Presidente della Commissione europea sono necessari

almeno 353 voti. Bene, fratelli d'Italia, il gruppo di fratelli d'Italia più il gruppo

di Forza Italia hanno questi 353 voti secondo le proiezioni di politico leggo da Paggella

Politica se si andasse oggi a votare l'alleanza tra PIE e PCR cioè i conservatori di Giorgia

Velloni potrebbe contare su poco meno di 250 seggi al Parlamento europeo quindi circa 100

in meno di quelli necessari per avere la maggioranza come si fa allora semplicemente non si fa

a meno di non allargare questa maggioranza anche ai gruppi di cui fanno parte in Europa

il Partito Democratico oppure quello di Renzi oppure quello di Calenda lasciando quindi magari

all'opposizione solo le destre e le sinistre estreme ma anche questo ovviamente come potete

immaginare è molto improbabile visto che difficilmente partiti di centro sinistra soprattutto

il PD accetterebbero di sostenere una maggioranza con i conservatori di Giorgia Melloni l'unica

possibilità è che decidano di passare a destra il gruppo di cui fanno parte in Italia Calenda

e Renzi più magari qualche non iscritto ad alcun gruppo sempre che ovviamente abbiano i numeri

ma anche questo in conclusione è piuttosto improbabile insomma al momento leggo da Paggella

Politica sembra difficile replicare in Europa l'alleanza tra i partiti che compongono la maggioranza

di centrodestra in Italia soprattutto per le posizioni ambigue degli alleati europei di Salvini

sulla guerra in Ucraina sulla moneta unica europea e sulla NATO ma non solo nemmeno l'alleanza proposta

da grosetto tra conservatori ovvero fratelli d'Italia e PIE ovvero forse taglia e poi così

scontata visto che anche il gruppo dei conservatori europei ha al suo interno partiti dalle idee piuttosto

estreme e divergenti rispetto al partito popolare europeo e all'attuale linea politica europea

vedi il gruppo di rito e giustizia polacco e vedi box spagnola ecco quindi spiegato perché insomma

concludendo in questi giorni i rapporti nel centrodestra sono così tesi e perché probabilmente

con avvicinarsi della campagna elettorale lo saranno sempre di più certe contraddizioni

primo o poi vengono al pittine del voto

big news today ovvero grandi notizie oggi così inizia il rillo con cui oggi mark zackenberg

il fondatore di facebook e proprietario di instagram whatsapp ha annunciato l'arrivo del

nuovo social di casa meta ovvero trezz che cos'è trezz è praticamente un nuovo twitter o comunque

un social molto simile al twitter che mira esplicitamente a scalzarlo i primi risultati leggo

da correre punto it fanno pensare che trezz abbia perlomeno suscitato curiosità tra gli utenti

nelle prime sette ore di attività ci sono si sono registrate già dieci milioni di persone a dirlo

è stato lo stesso zackenberg che probabilmente proprio insegno di sfida arrivale elon mask ha

sponsorizzato il nuovo social sul suo social cioè su twitter con tanto poi di replica indiretta

di mask che ha sostanzialmente definito con un twitter instagram un social ipocrita dove la

gente nasconde il dolore ora se volete anche voi in ascolto iscrivervi a trezz almeno magari per

provarlo sappiate che al momento voi non potete farlo trezz è scaricabile sì in 100 paesi nel

mondo però non in europa perché il motivo leggo dal correre è un incerto utilizzo dei dati personali

che potrebbe scontrarsi con le nuove regole del digital market zack approvato dall union europea

che contiene specifiche disposizioni sulla condivisione dei dati degli utenti tra diverse

piattaforme meta spiega il guardian e al momento in attesa di chiarimenti da parte della commissione

europea per capire come verranno implementate nel concreto queste regole che potrebbero tra l'altro

creare problemi anche alle piattaforme già esistenti come instagram facebook e whatsapp ma andando

al zodo davvero trezz potrebbe rimpiazzare twitter beh sicuramente il tempismo attualmente gioca a

favore di zackerber perché perché mask come sapete ha appena deciso di limitare il numero di

twitter visibili su twitter ai suoi utenti cioè solo 600 per chi non paga l'abbonamento a twitter

blu mostra che ovviamente non è piaciuta agli utenti come non sono piaciute agli utenti di twitter

altre modifiche e l'eliminazione di alcune funzionalità per la moderazione dei contenuti non è

piaciuta neanche lo stesso twitter blu che obbliga a pagare per avere la conferma della propria

identità quindi almeno i delusi questa è l'ipotesi quindi quelli che non vogliono pagare potrebbero

trovare nel nuovo social di mark zackerberg il vecchio twitter che tanto amavano però anche

qualcosa di nuovo che potrebbe magari convincerli a rimanere in attesa che trezz sia accessibile

anche in italia eventualmente ne parleremo e vi darò aggiornamenti noi per oggi ci fermiamo qui

io vi ringrazio per l'ascolto e vi do appuntamento al lunedì a partire dalle 17 con del i 5

del i 5 è un podcast prodotto da cnc media ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17 direzione

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Santanché aveva detto di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. Ma è indagata. E poteva anche saperlo. Ecco prché.

Rivelato il testamento di Berlusconi: Fininvest ai due figli maggiori; centinaia di milioni alla compagna, al fratello e all’amico.

Ecco perché il centrodestra italiano si sta spaccando per le Europee.

Mark Zuckerberg lancia il nuovo social. Sostituirà Twitter? Intanto in Italia per ora non arriverà. Ecco perché.

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