Daily Five: Salario minimo, conviene? Francia, la rivolta spiegata. Anche Bianca Berlinguer lascia la Rai. Prigozhin è tornato

CNC Media CNC Media 7/3/23 - Episode Page - 21m - PDF Transcript

Venerdì abbiamo chiuso la settimana con questa notizia dell'accordo trovato fra tutte le

forze di opposizione per una proposta unica sul cosiddetto salario minimo. Questa è

una notizia in tanto politica perché una proposta presentata da tutti i partiti di opposizione,

da i Cinque Stelle fino ad azione, passando ovviamente per PD più Europa, sinistra italiana

e verdi, è una notizia. Questi partiti non sono alleati e quindi il fatto che facciano

sintesi attorno a un'idea comune è un dato senza dubbio degno di nota, ma poteva questa

essere una notizia anche per il Paese. L'Italia è uno dei pochissimi Paesi europei, hanno

una vera ancora una legge sul salario minimo e proprio per questo in Italia sono milioni

i lavoratori che vengono proprio definiti i lavoratori poveri perché guadagnano da quattro

a cinque a sei euro l'ora trovandosi quindi in una situazione di quasi sfruttamento. E

perché dico che poteva essere una notizia per il Paese? Beh perché questa proposta di

stabilire un pagamento minimo di 9 euro all'ora per tutti i lavoratori è già destinata a saltare,

la maggioranza si infatti detta immediatamente e contraria e senza i numeri della maggioranza

una si mi le legge, non ha nessuna possibilità di passare. Le argumentazioni con cui la maggioranza

di centrodestra attacca questa misura sono le più diverse, ma fondamentalmente si ritiene che

costringere le aziende italiane a pagare di più i lavoratori possa rivelarsi un boomerang. La

domanda da farsi a questo punto e quindi se queste argumentazioni trovino riscontro poi nella

realtà è un po tutti i dati dicono che le cose non stanno esattamente così. Intanto su 27 Paesi

dell'Unione Europea dobbiamo sapere che solo sei tra cui l'Italia non hanno una legge sul

salario minimo garantito e già qui dovrebbe insomma venirci il dubbio o chiederci se a sbagliare

siano tutti quanti o solo noi. Non solo molti di questi sono Paesi, le cui economie godono di una

condizione di salute e di gran lunga migliore rispetto a quella dell'Italia. La Germania ad

esempio lo sapete tutti è la cosiddetta locomotiva d'Europa, la Germania ha il più alto prodotto

interno l'ordo, la disoccupazione più bassa, eppure lì non solo esiste il salario minimo

garantito ma questo salario è addirittura pari a 12 euro l'ora, altro che i 9 euro che al

centro sinistra che ha proposto il centro sinistra italiano e che al centro destra sembrano quasi

insostenibili per le nostre aziende. Stesso discorso si può fare per il Lussemburgo dove

il salario minimo è addirittura di 13 euro e 30 centesimi l'ora. Per l'Irlanda dove pari a

11 euro e 30, per i Paesi Bassi dove pari a 11 euro e 16 per la Francia dove è di 11 euro e 27

centesimi e così via. C'è poi da dire che in Italia secondo i dati IMPs già il 70%

del lavoratori dipendenti ha un salario superiore ai 9 euro l'ora quindi non si capisce kl

bene perché penalizzare quel 30% che oggi è di fatto sottopagato parliamo di 4,5 milioni di laboratori

almeno almeno di laboratori italiani, soprattutto del settore privato, agricolo e domestico,

ai quali non è riconosciuto un trattamento dignitoso. Per mettere a questi laboratori e a questi

lavoratori di guadagnare un po' di più, non significherebbe solo compiere un atto di giustizia

nei loro confronti ma anche migliorare la loro capacità d'acquisto e stimolare i consumi

con tutto ciò che ne consegue come beneficio per l'intero sistema paese. Infine, c'è un ultima

osservazione da fare e che forse è la più importante di tutte.

Sul Corriere della Serra Federico Fubini oggi riassume con questo titolo la competitività

dell'Italia a spese dei lavoratori. In pratica, in questo articolo, con tanto di dati e di grafici

euro stat e della banca centrale europea, Fubini dimostra come in questi anni, in particolare

dal 2019 in poi, l'Italia sia stata il paese che di più in Europa ha guadagnato competitività

internazionale. Siamo stati cioè i tre paesi più solidi, più resilienti e più produttivi,

però allo stesso tempo i salari dei lavoratori sono rimasti di fatto inchiodati mentre l'inflazione

pergiunta li divorava mese dopo mese. In pratica, l'Italia ha conseguito in questi

anni ottime prestazioni da un punto di vista economico sul piano internazionale, però

lo ha fatto perché i suoi lavoratori hanno più o meno volontariamente accettato di

diventare più poveri. Stiamo diventando, scrive Fubini alla luce di questi dati, un paese

solido, resiliente e dai conti con le esterosani perché stiamo diventando anche un paese più

a basso costo rispetto alle altre economie avanzate, non stiamo diventando un paese più

efficiente, solo più povero.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è lunedì 3 luglio e quella passata tra domenica e lunedì è stata la quinta notte

di scontri in Francia tra forze dell'ordine e manifestanti che dalla scorsa settimana

protestano ininterrottamente dopo l'uccisione di un ragazzo di 17 anni a un posto di blocco

da parte della polizia.

Quando parlo di proteste intendiamoci non sto parlando di semplici manifestazioni pacifiche

per le strade ma di scontri violentissimi con tanto di saccheggi, incendi ed edifici

distrutti per avere un'idea della portata di questa vera e propria rivolta e sufficiente

guardare i numeri.

Parliamo di 4.500 autoincendiate, 800 edifici bruciati tra cui scuole, municipi, case,

commissariati e 3.300 persone arrestate.

Ma chi sono i, chiamiamoli così, rivoltosi che stanno mettendo a ferre fuoco intere

a aree della Francia e perché soprattutto lo stanno facendo e come vedremo sono motivi

che sì adesso appartengono alla Francia però possono interessarci molto, può interessarci

capirli perché potrebbero un giorno, chissà, riguardare anche altri paesi europei e incluso

il nostro.

Allora tutto è iniziato marte di scorso quando ha un posto di blocco, come vi dicevo poco

fa, un'agente di polizia ha sparato contro un ragazzo di 17 anni uccitendolo.

Nael questo il nome del giovane francese era la guida di una Mercedes-Gialla, in un video

si vede uno dei due agenti che al posto di blocco dopo aver fermato l'auto punta una

pistola contro il ragazzo.

In quel momento il giovane non sta facendo nulla, non è armato, non minaccia, l'unico

rischio è che scappi nuovamente come pare fosse già fuggito a un altro posto di controllo,

però solo questo.

Infatti forse spaventato proprio da quella pistola puntata, il ragazzo in certo punto

fa partire l'auto e proprio in quel momento l'agente spara un colpo da distanza estremamente

ravvicinata che colpisce il ragazzo al petto uccitendolo per difendersi il poliziotto

dirà successivamente di aver sparato perché l'auto stava cercando di investirlo, però

le immagini lo hanno smentito da subito, anzi dal video si vede proprio e si sente anche

il poliziotto dirà il ragazzo ti metto una pallottola in testa, insomma l'agente non

aveva alcuna ragione di sparare e proprio per questo è stato subito arrestato per omicidio

volontario.

E però nell'arresto del poliziotto, nelle sue scuse hanno impedito quel che da lì si

sarebbe in poche ore scatenato in gran parte della Francia, ovvero un inferno di rivolte

e saccheggi e distruzione in tutto il paese ma non solo come avvenne del 2005 nelle periferie

più povere ma anche appunto nelle altre aree, anche in quelle ricche, i manifestanti sono

quasi tutti giovannissimi e nella star grande maggioranza dei casi sono immigrati o figli

di immigrati o nipoti di immigrati, la nonna del ragazzo ucciso davanti a tutta questa

violenza dopo giorni ha lanciato anche un appello ai giovani affinché si fermassero

provando a spiegare che il colpevole della morte di Nael è stato solo quel poliziotto

e non tutta la polizia o tutto il sistema, però appunto non è servito, solo ieri notte

e gli scontri si sono leggermente sgonfiati però le devastazioni comunque restano.

Ma allora ritornando alla domanda di prima perché è successo tutto questo, come si

arrivati a tanto e quali sono le cause di queste rivolte e soprattutto la loro profondità,

uno dei motivi più immediati sta nel fatto che semplicemente l'omicidio di Nael non è

stato il primo o un raro episodio di violenza della polizia francese, solo nel 2022 come

riporta il corriere sono state 13 le persone uccise dagli agenti stradali in Francia,

ma il punto è che vittime di queste violenze sono quasi sempre francesi di origini straniere

in particolare nord africane, ma c'è di più perché le violenze della polizia a

loro volta sono solo uno dei tanti motivi di enorme disagio che vivono e continuano a

vivere in tere generazioni di stranieri residenti in Francia, confinati nelle periferie sia

geografiche sia sociali della Francia. La tragedia di Nael, lego dal corriere e i saccheggi che

l'hanno seguita rendono ancora più profonda la frattura tra i cosiddetti francesi frutto

dell'immigrazione e i cosiddetti francesi è basta, è una storia che comincia con la

decolonizzazione che non è mai finita ma mai come in questi giorni il modello universalista

e assimilazionista francese sembra aver fallito. Allora qui riprendo un attimo la parola per

sottolineare che la scelta del corriere di usare la parola assimilazione non è casuale,

assimilazione degli immigrati e integrazione degli immigrati non sono sinonimi, non stanno

a rappresentare la stessa cosa, ma sono parole distinte che indicano processi distinti.

Integrare una comunità di stranieri significa in parole povere fare in modo che le differenze

culturali tra stranieri e comuni cittadini non causino differenze di saggi reciproci.

Integrare significa mettere gli stranieri nelle condizioni di poter godere di certi

diritti, di poter accedere al lavoro, ai servizi, di potersi sentire insomma a casa

propria anche se si è lontani da casa propria. Assimilare invece degli stranieri significa

fare in modo che questi stranieri recidano le loro radici con il Paese d'origine e diventino

in questo caso francesi a tutti gli effetti. La Francia sta puntando quindi non all'integrazione

dei propri stranieri ma proprio all'assimilazione, a farli diventare anche culturalmente francesi

perché la Francia appunta ad avere una popolazione francese più vasta, più giovane e che si

senta francese al 100%. Come potete però immaginare questo processo di assimilazione

rispetto a quello di integrazione, per chi lo subisceεί, è molto più traumatico e violento

rispetto a un processo di semplice integrazione. Le conseguenze di questa assimilazione condotta

evidentemente in maniera, in maniera, in Francia, errata e fallimentare, sono una rabbia e una frustrazione

che poi si manifestano in protesti estremamente violenti. Rispetto al multiculturalismo all'anglosassone

riprendo qui a leggere dal corriere, in cui, come vi dicevo, ognuno conserva le tradizioni

di partenza, comunità distinte vivono, l'universalismo francese è più ambizioso, quali che siano le vostre

origini, siete chiamati a Fondervi nello stampo francese. Questa è l'origine ideologica

nel 2004, per esempio, della legge che proibisce findei i segni religiosi in le scuole. Solo

che più la Francia chiede ai figli di Fondervi e di essere francesi più in fondo, più molte di loro

si ribellano. Tanti muomed si vestono all'Occidentale, in Tutanaik o Ander Armour o Piedi Leer

Jordan, ma le abbinano alla tunica islamica, come Sabato e Funerali di Nael. Da mesi presi di professori

e ministro dell'Istruzione, debattono anche se vietare nelle scuole, dopo il velo, anche il

camicione lungo per i ragazzi. Sono segni religiosi, forse segni di appartenenze e distinzione. Noi siamo

tra voi, ma noi non siamo come voi. Impossibile proseguo continuo a leggere dal corriere attribuire

le maggiori responsabilità di questa mancate integrazione. Va ricordato che nel 2017 il rapporto

del difensore dei diritti, un organismo sadale, ha concluso che un giovane dal aspetto arabo-onero ha una probabilità

20 volte più alta di essere controllato da la polizia. In certi non tutti i quartieri di periferia tocca il 40%

mentre si ferma al 7% su scala nazionale per tutte le fasce di età. Eppure la povertà e la disoccupazione

non spiegano tutto. La mappa dei disordini di questi giorni non corrisponde affatto a quella della

rivolta del 2005. Allora erano coinvolti solo quartieri poveri, oggi le violenze sono ovunque da

Parigi a Marziglia. Ma perché allora il governo francese sta fallendo in questo suo sforzo di

assimilazione? In questo suo tentativo di convincere i giovani stranieri a tagliare le radici con il

loro passato, con il loro paese di origine, con la loro coltura per diventare pienamente francesi,

laici e occidentali. Una chiave di lettura prova a darla proprio una francese di origine araba,

cioè l'insegnante e saggista Fatia Gag Bojalat. Quando mia madre è arrivata in Francia non portava

il velo e non parlava neppure l'Arabo, cercava semplicemente di integrarsi. Noi tornavamo a visitare

i parenti in Algeria una volta ogni tre anni quando andava bene. I miei nipoti invece ci vanno di

continuo, tre volte l'anno con i voli low cost. Vivono in Francia ma il sistema di valori, l'orizzonte,

è e resta per loro l'Algeria. Non si sentono francesi perché i loro genitori non parlano

che del loro paese d'origine in Algeria. I ragazzini pensano che l'Algeria sia il paradiso

in terra e nessuno insegna loro ad amare anche la Francia. Io che ci provo vengo chiamata araba di servizio.

Torniamo in Italia perché in realtà nell'aria era da diversi giorni questa notizia però oggi

è arrivata la conferma delle ennesime dimissioni di un importante e storico Vol Torai dalla

televisione italiana. Bianca Berlinguer, giornalista, ex-conduttrice del TG3,

conduttrice della trasmissione carta bianca, ha infatti deciso di rassegnare le proprie

dimissioni. La conferma è arrivata oggi da un comunicato della stessa azienda. Bianca Berlinguer

si legge nella nota ha comunicato le dimissioni da ogni incarico in RAI e dalla conduzione del

programma carta bianca. La giornalista in una lettera ha ringraziato l'azienda per 34 anni di lavoro,

svolti sempre in piena autonomia, sia in qualità di direttrice che di conduttrice di

programmi di approfondimento. Sono in corso le pratiche per giungere alla risoluzione del

contratto. La RAI ringrazia Bianca Berlinguer e le formula agli auguri per il proseguimento

della sua attività professionale. E dove dovrebbe proseguire questa sua attività professionale?

Beh anche questa qui è una notizia ormai che sembra essere quasi certa. Dopo la pausa estiva scrive

infatti ad esempio Repubblica, Bianca Berlinguer dovrebbe trasferirsi armi e bagagli a Mediaset,

coronando così il sogno di Piaz Silvio Berlusconi che ha sempre vageggiato di portare un'icona

della sinistra e la figlia dello storico segretario del PC, Berlinguer certamente lo è, sui canali

del Biscione. Tutti gli indizi condurrebbero a questo esito che per la RAI, dopo gli addi di

Fazio, annunziata e Gramellini, rappresenta un colpo molto duro. La prova di una decisa virata

a destra del servizio pubblico con annessi e purazioni devolti, espressione dell'aria

progressista chiamato a partire dal prossima autunno a misurarsi con la battaglia degli

ascolti assai complicata dalla intensa campagna acquisti promossa dalla concorrenza. Secondo

il Rumors, l'ex direttrice del TG3 dovrebbe intavolato una trattativa con Berlusconi Junior

in persona il quale gli avrebbe garantito il trasloco sul rete 4 della sua intera squadra

di ospiti e autori. Non solo, conserverebbe, Bianca Berlinguer anche la tradizionale

collocazione del marte di sera, ora occupata da Mario Giordano, che si sposterebbe quindi

al mercoledì lasciato libero da Veronica Gentili diretti alle iene. Insomma, tutta

altra musica rispetto a quella suonata erae che, stando alle dichiarazioni di Mauro Corona,

l'aveva fatto terra bruciata intorno da un pezzo, contro programmando sul RAI 2, nello

stesso giorno e nella stessa fascia oraria, due trasmissioni forte come Belvedi, Francesca

Fagnani e bumerissima con Alessia Marcuzzi, una concorrenza interna che Berlinguer non

avrebbe gradito. Staremo insomma a vedere nelle prossime ore qui, riprendo la parola io,

come la politica soprattutto a sinistra commenterà la notizia e con quale e quanta convinzione

per quanto Bianca Berlinguer sia associata da un punto di vista politico al centro sinistra,

c'è da dire che soprattutto nell'ultimo anno la sua conduzione è andata in tutta

altra direzione, soprattutto rispetto al PD sul fronte della guerra russo-craina, dando

spazio a personalità dalle idee, diciamo così, quanto meno controverse come quelle

di Alessandro Sinin, insomma, ripeto, è da vedere se e quanto davvero mancherà almeno

a certa parte della sinistra. A proposito di conflitto russo-craino,

e fino a fatto Prigocin, il fondatore del gruppo Wagner che il 24 giugno scorso ha

cercato di marciare su mosca con i suoi 25.000 uomini, in realtà non lo sa con certezza

nessuno, era sparito da giorni, però da qualche ora ha preso a circolare soprattutto su Telegram

un audio in cui a parlare sembra sia proprio lui, in questo audio Prigocin promette nuove

vittorie sul fronte di battaglia in un futuro molto prossimo e poi aggiunge. Oggi abbiamo

bisogno del vostro sostegno più che mai, voglio che capiate che la nostra marcia per

la giustizia era diretta a combattere i traditori e immobilitare la nostra società e penso

che abbiamo ottenuto molto di questo. Ripeto, dalla voce sembra che si tratti proprio

di Prigocin e che quindi dovrebbe essere assolutamente vivo, l'audio dura appena 40 secondi, però

non si hanno totali certezze, sia perché il canale usato non appartiene a quella serie

di canali solitamente utilizzati dall'ormai ex-cuoco di Putin, sia perché la Wagner

non ha confermato. In attesa di maggiori raguagli restano ovviamente le domande su dove sia

Prigocin e cosa gli riservi il futuro. Molti analisti danno per scontato che Putin voglia

vendicarsi contro di lui e metterlo a taggere, ma si tende a escludere che possa essere fatto

fuori Prigocin direttamente o con apparenti incidenti come accaduto ad altri personaggi

scomodi al regime di Putin. Prigocin proprio per le vittore conseguite sul campo gode ancora

di una grande popolarità in Russia e se gli succedesse qualcosa proprio ora o a breve

nessuno avrebbe dubbi su chi incolpare. È molto più probabile quindi che il leader

russo usi con Prigocin l'altro sistema usato in questi anni contro gli avversari politici

più scomodi, ovvero infangarne l'immagine e la reputazione con l'utilizzo dei media

e metterlo a taggere con l'uso della giustizia che il russe dipende proprio dal governo.

Insomma, il regime di Putin potrebbe tirare fuori una serie di accuse contro Prigocin,

vere o false che siano per arrestarlo, processarlo, rovinarlo da un punto di vista mediatico

davanti alla popolazione e infine chiuderlo in una cella per i prossimi anni, il tutto

facendo apparire Putin estraneo a questa eliminazione morbida di Prigocin e facendo

apparire invece Prigocin stesso come solo un delinquente ladro e corrotto.

E con questo per oggi noi ci fermiamo qui, io vi ringrazio per l'ascolto, vi saluto

e vi do appuntamento a domani, sempre alle 17, con Deli Five.

Deli Five è un podcast prodotto da CNCmedia, ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17,

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Salario minimo, il governo dice già di no alla proposta delle opposizioni. Eppure tutti i dati dicono che l’Italia ne ha bisogno.

Francia, proviamo a capire perché la rivolta.

Anche Bianca Berlinguer lascia la Rai. E fa a Mediaset.

Prigozhin è tornato con un audio. Ma cosa gli accadrà?

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