Daily Five: Report smonta ancora Santanché. La Svezia entra nella Nato. L’Ucraina no. Col Pnrr va sempre peggio. Arriva la social card

CNC Media CNC Media 7/11/23 - Episode Page - 18m - PDF Transcript

Lo scorso 5 luglio, la ministra del turismo Daniela Santanché lo ricorderete e intervenute

in senato con una cosiddetta informativa per provare a rispondere alle tante accuse

sulla gestione di due sue società, Lackey Group e Visibilia, emerze da un'inchiesta

giudiziaria per falso imbilancio e bancarotta fraudolenta e da un'inchiesta giornalistica

condotta dalla trasmissione report.

In occasione di quell'intervento, Daniela Santanché ricorderete anche questo, oltre

a parlare del papà contadino, della sua bravura come imprenditrice, degli amici che ti voltano

le spalle e alla fine entrata nel merito di pochi punti oscuri relativi a questa sua gestione

delle società.

E dal momento che quel suo intervento era solo un'informativa, alle opposizioni non

è stata data la possibilità di replicare, ha messo ovviamente che ne avessero le argomentazioni

per eventualmente smentire le giustificazioni portate in aula da Santanché.

Bene, a quasi una settimana di distanza da quell'informativa ci ha pensato nuovamente

la trasmissione report a passare al setaccio l'intervento in Parlamento di Daniela Santanché

proprio per verificare che ciò che l'amministra ha detto in aula corrisponde al vero.

Bene, cosa ne è venuto fuori?

Ciò che emerzo da questo lavoro giornalistico di fact-shaking è che in sostanza anche le

poche risposte date da Daniela Santanché in quell'occasione sono piene di incongruenze

omissioni e addirittura avere proprio falsità.

Vi propongo con alcuni di questi passaggi controversi riassumendo un articolo della stampa che mette

in fila le verifiche effettuate da report.

Nel tentativo ad esempio di scrollarsi di dosso le responsabilità relative alla gestione

di chi gruppo SRL, società specializzata nel commercio di prodotti biologici, è finita

durante la gestione di Santanché in profondo rosso, la stessa Santanché ha detto in aula

di possedere di quella società appena il 5% e di non aver mai posseduto di più, come

dire io non contavo nulla in quella società quindi se dei problemi ci sono stati io non

centro niente.

Ma in queste parole di Santanché c'è per report un evidente inganno commesso col solito

gioco delle omissioni, perché è vero che di chi gruppo la ministra possedeva solo il

5% ma di chi gruppo SRL, quello che la ministra ha dimenticato di dire è che chi gruppo SRL

è di proprietà di chi gruppo SPA, e dal bilancio 2014 si vince che la presidente di

chi gruppo SPA era Daniela Santanché, poi Santanché ha detto durante il suo intervento

di essere entrata in chi gruppo solo per supportare il figlio, ma questo è smentito dall'anagrafe

e dalla matematica perché quando nel 2013 lei è entrata in chi gruppo il figlio aveva

solo 17 anni e quindi non lavorava, ancora in Senato Santanché ha detto che i suoi compensi

non sono mai stati superiori a 100.000 euro l'or di l'anno almeno tra il 2014 e il 2018

ma i documenti interni trovati da report attestano che Daniela Santanché ha incassato 400.000

euro l'anno, non 100.000, anche nei periodi in cui la società perdeva 7 milioni di euro.

Rispondendo poi in Senato sul licenziamento dei dipendenti delle sue società lasciati

senza liquidazione, Santanché ha detto di non centrare nulla con questa storia, ha detto

che lei non era operativa all'epoca dei fatti, ma ancora una volta, come emerge dal bilancio

2021 di chi gruppo SRL, i licenziamenti risalgono quasi tutti al 2021-2022, anni in cui Daniela

Santanché era perfettamente operativa all'interno dell'azienda.

C'è poi il caso della dipendente Federica Bottiglione, messa a sua insaputa in cassa

integrazione a zero ore e che quindi ha continuato a lavorare per la società di Santanché anche

se non avrebbe potuto. Santanché in Senato ha negato tutto, ha detto che non è vero

che la donna abbia lavorato e lo abbia fatto in cassa integrazione, ma report nella puntata

dell'UNED ha intervistato proprio la dipendente che di fatto ha smontato pezzo per pezzo le

parole di Santanché. Intanto fa notare questa dipendente Bottiglione non è possibile negare

che lei abbia lavorato durante il Covid dal momento che il suo incarico di responsabile

agli affari societari ed invesso al relator è obbligatorio in borsa. Questa figura per

una società quotata quale era quella di Santanché non può mancare, quindi come avrebbe fatto

la società di Santanché a operare se, come la ministra sostiene, questa figura era assente.

In secondo luogo, e questo se vogliamo ha anche del paradossale, come la dipendente avrebbe

scoperto solo dopo essersi regata al CAF, la donna è stata pagata con dei rimborsi per

spese chilometriche. Peccato che il periodo in questione fosse quello del lockdown dal Covid

durante il quale, come sapete, non ci si poteva spostare, quindi quali chilometri avrebbe percorso

questa donna. Infine c'è la questione del misterioso fondo arabo-negma, dopo il cui intervento a

favore della società di Santanché i titoli azionari sono crollati da 90 euro a quasi 0 euro per la

precisione a 10 centesimi. In senato santanchesi difesa sostenendo che da gennaio 2023 il titolo

si è in realtà ripreso, arrivando a crescere addirittura del 500 per cento, che però è davvero

una beffa se non un insulto all'intelligenza di chiunque dal momento che il 500 per cento di quasi

niente è sempre quasi niente. Come fa a notare uno degli azionisti che hanno perso tutto il valore

che avevano investito, il titolo di visibilia è salito negli ultimi mesi da 20 centesimi a 60

centesimi. In termini percentuali e sì una risalita del 200 per cento, ma sempre di 60 centesimi

stiamo parlando non più dei 40 euro a cui questo investitore Giuseppe Zeno li aveva acquistati. Insomma

anche i pochi punti a cui la ministra santanchesi è degnata di provare a rispondere in senato restano

per così dire oscuri dopo l'impietoso fact checking di report. Resta da chiedersi per quanto

Giorgia Meloni che negli anni passati per molto molto meno ha chiesto dimissioni a raffica di

vari ministri di centro o sinistra vorrà continuare a fingere di non vedere. Io sono Emilio Mola e

questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità e conoscere il mondo che

ci circonda una notizia la volta. E martedì 11 luglio è a Vilnius capitale della Lituania e

è iniziato oggi il vertice annuale della NATO durante il quale i 31 paesi aderenti all'alleanza

atlantica affrontano i temi più importanti relativi a sicurezza globale e difesa. Ovviamente

quest'anno al centro della riunione resta il conflitto russo-crayon, però non c'è solo quello.

Questo vertice era importante e molto atteso per trovare una soluzione a una delle controverzi

più spinose dell'ultimo anno, ovvero l'ingresso della Svezia nella NATO. Come ricorderete Svezia

e Finlandia, che non hanno mai fatto parte dell'alleanza atlantica, hanno cambiato idea quando

hanno visto lo scorso anno la Russia aggredire un altro paese europeo che, come loro, non era

protetto dalla NATO, ovvero l'Ukraine. Temendo di correre lo stesso rischio, i due paesi scandinavi

hanno immediatamente iniziato a bussare alla porta della NATO chiedendo di poter entrare,

ma se quella porta si è spalancata negli mesi scorsi per la Finlandia, che è così diventata

il 31esimo membro dell'alleanza difensiva, così non è stato per la Svezia. E questo perché?

Beh, perché per fare entrare un nuovo membro all'interno della NATO è richiesto l'assenso

unanime di tutti i membri che già ne fanno parte, quindi nessuno deve essere contrario.

E questo ha senso unanime e mancato fino a ieri nel caso della Svezia, perché la Turchia lo ha

fatto mancare. Per il presidente Turgo Erdogan, la Svezia infatti colpevole ai suoi occhi di concedere

a silo ai partigiani e combattenti kurdiche dal punto di vista turco sono dei terroristi e con

questa ragione la Turchia si è fino a ieri opposta all'ingresso quindi della Svezia nella NATO.

Dico fino a ieri perché improvvisamente proprio ieri questo veto è venuto meno. Anzi Erdogan

ha proprio assicurato che sosterrà l'ingresso della Svezia nella NATO e farà in modo che

il Parlamento turco ratifichi questa decisione il prima possibile. Ma come mai questa radicale

svolta della Turchia su una questione che sembrava bellontana da una soluzione? In realtà non è del

tutto chiaro. Di certo la Svezia in questi mesi ha mosso dei passi nella direzione richiesta da

Erdogan diventando diciamo così meno morbida nei confronti dei combattenti kurdi del PKK. Ma questo

sembrava fino ad ora ad Erdogan non bastare. Quindi in queste ore il presidente turco deve

aver ricevuto in cambio qualcosa di decisamente più sostanzioso. Che cosa? Beh sembra che la

Turchia abbia ricevuto dagli Stati Uniti l'OK all'acquisto agli aerei militari F-16,

aerei a lungo chiesti da Erdogan in questi anni e fino a ieri sempre negati. Per non parlare poi

della garanzia questa volta da parte dell'Unione Europea di riaprire i negoziati per un futuro

ingresso della Turchia appunto nell'Unione Europea. Comunque al di là di quali siano le ragioni resta

adesso un dato di fatto incontestabile. Questa decisione presa dalla NATO segna un ulteriore

sconfitta per Putin. Lo scorso 24 febbraio 2022 Putin lo ricorderete aveva iniziato l'invasione

dell'Ukraine lamentando tra le vari motivazioni usate per giustificare la guerra un eccessivo

allargamento della NATO a est. Beh qual è il risultato? Ha ottenuto come risultato quello di

spingere altri due paesi vicini alla Russia ovvero la Svezia e la Finlandia che della NATO

non facevano parte e non pensavano a fatto di farne parte a chiedere con urgenza, a chiedere e

ottenere con urgenza di potervi centrare.

L'Ukraine anche l'Ukraine entrerà nella NATO? Beh ovviamente per quanto se ne stia

parlando in questi giorni questa non è una cosa che sarà decisa in questi giorni. L'Ukraine

come sapete è nel mezzo di un conflitto e le regole della NATO impongono che nessun paese

in conflitto o compesanti disputi territoriali può aderire all'alleanza atlantica quindi

prima che se ne parli in termini più concreti bisognerà attendere anni e una reale fine

del conflitto. Questo è ciò che è stato chiarito all'Ukraine, è l'Ukraine da questa

posizione però si è detta dell'usa e ovvio che si aspetti qualcosa di più però a parte

qualche incoraggiamento e qualche dichiarazione vedi il premier del Regno Nito a favore del

suo ingresso facilitato all'interno della NATO chi è più di questo al momento non può ottenere.

Zelensky che questa sera arriverà a Vilnius ha chiesto che sia almeno fissata una data per

l'invito dell'Ukraine al suo ingresso ma non ha ottenuto nemmeno questo o meglio nel comunicato

finale del summit dovrebbe figurare un passaggio in cui i leader della NATO dichiarano di essere

pronti a estendere all'Ukraine l'invito a entrare nell'alleanza ma solo quando gli alleati

saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte e questo ovviamente lascia intendere quanto

insomma questa strada di Kiev verso l'alleanza atlantica sia lontana e difficile ora è giusto

che sia così è giusto far aspettare Kiev oppure qualcosa di sbagliato probabilmente bisogna solo

essere realistici al di là di come terminerà questo conflitto un futuro ingresso dell'Ukraine

nella NATO resterà pur sempre la più rossa delle linee rosse anche in caso di vittoria di Kiev

qualunque cosa questo significa fare entrare l'Ukraine nella NATO resterà un'opzione troppo

rischiosa un po per tutti per la Russia l'Ukraine non è la Svezia non è la Finlandia non è la

Polonia non è insomma qualcosa di esterno da sé e un suo reale e ufficiale passaggio all'interno

della NATO potrebbe davvero essere un passo troppo più lungo della gamba anche nel caso di

vittoria quindi l'Ukraine potrebbe ricevere dalla NATO lo stesso sostegno che ha ricevuto fino oggi

magari per prepararsi ancora meglio a un eventuale futura nuova invasione tanto da

far desistere la futura rossia da qualunque tentazione però entrare nella NATO forse quello

no anche perché come abbiamo detto poco fa perché un paese entri nell'alleanza atlantica è

necessario che tutti i paesi che ne fanno parte dicano sostanzialmente di sì e c'è da

star certi che in futuro una volta terminato il conflitto una volta scampato il pericolo una

volta rientrata anche l'onda emotiva diversi paesi probabilmente negheranno il proprio assenso

il proprio sostegno proprio per non creare le premesse per un futuro devastante conflitto

torniamo in italia e come procedono le cose per il governo sul fronte del p n r r ben inutile

girarci attorno le cose vanno decisamente male il governo non sta riuscendo a rispettare gli

obiettivi non sta riuscendo a rispettare le scadenze e quindi a incassare le rate da decine

di miliardi di euro che dovrebbero arrivare al nostro paese prova di queste enormi difficoltà

che rischiano di accumularsi di mese in mese sta nella decisione presa questa mattina dal

ministro per il p n r r r affailefitto che si è trovato costretto a convocare d'urgenza una

riunione a palazzo chigi per fare qualcosa che non era mai stato fatto prima dalla nascita del

p n r r a oggi ovvero modificare gli obiettivi per la precisione parliamo di dieci modifiche ai

ventisetto obiettivi che avrebbero dovuto essere raggiunti entro il 30 giugno per poter ricevere

la quarta rata del p n r r e che appunto non sono stati raggiunti dalla giudicazione di tutte

le gare per gli asilinido alle stazioni di ricarica a idrogeno il ragionamento quindi del

ministro è visto che non ce la facciamo a centrare questi obiettivi che sono fuori dalla nostra portata

rendiamoli più alla nostra portata fitto a comunque assicurato che questa decisione è stata

già condivisa con la commissione europea e che nei prossimi giorni si potrà dunque chiedere la

nuova rata da 16 miliardi senza alcun finanziamento nel frattempo scrive il fatto quotidiano

ancora si attende il versamento della terza rata che ne vale 19 e che è bloccata da febbraio perché

bruxel ha contestato diversi progetti ci sono 19 miliardi di euro ha commentato la secretaria

del PDL ishline che l'Italia avrebbe potuto incassare già da febbraio con la terza rata del

p n r r siamo a luglio e non ne abbiamo traccia ci sono altri 16 miliardi di euro la quarta rata

per i quali dovevamo presentare la domanda a fine giugno siamo all'11 luglio e tutto

tace e tace mentre l'Italia rischia di perdere le risorse che faticosamente ha ottenuto dall'Unione

europea la presidente meloni conclude l'isline si assuma le sue responsabilità e venga a

spiegarci in parlamento perché non si è ancora visto un euro della terza rata del p n r r e perché

rischia di slittare anche la quarta a partire dalle prossime settimane un milione e 300 mila

famiglie italiane con ise inferiore a 15 mila euro riceveranno una social card contenente

380 euro da utilizzare per l'acquisto di beni alimentari la social card lanciata dal governo

si chiama dedicata a te e una misura una tantum nel senso che salvo una sua riproposizione con

la prossima legge di bilancio varrà solo per quest'anno e sarà erogata ai destinatari dagli

uffici postali a partire dal 18 luglio i comuni invieranno le comunicazioni a beneficiari della

carta contenenti le indicazioni per il ritiro delle card presso gli uffici postali il termine era

inizialmente previsto per la fine di giugno ma è slittato come comunicato da ips il 26 giugno

per consentire dei miglioramenti tecnici e con questo per oggi noi ci fermiamo qui io vi ringrazio

per l'ascolto vi saluto e vi do appuntamento a domani sempre alle 17 con del i5 del i5 è un

podcast prodotto da cnc media ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17 direzione creativa e post

produzione like a b creative company

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Caso Santanché, il fact checking di Report alle parole in Senato della ministra.

La Turchia si è convinta (come?): anche la Svezia può entrare nella Nato.

L’Ucraina resta per ora fuori dall’Alleanza Atlantica. Ma ci entrerà mai?

Pnrr, il governo non riesce a rispettare gli obiettivi. In forse anche la quarta rata.

Arriva la Social Card per 1,3 milioni di famiglie.

Per scriverci: dailyfive@cncmedia.it
Seguici su Instagram:
@emiliomola1
@cnc_media

Daily Five, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle17:00 con Emilio Mola.
Una produzione CNC Media
Direzione creativa e post produzione Likeabee Creative Company
Musica Giovanni Ursoleo