ONE MORE TIME di Luca Casadei: Renzo Rosso, Diesel il seme di una grande famiglia

www.repubblica.it www.repubblica.it 3/24/23 - Episode Page - 1h 40m - PDF Transcript

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La gente dice che io sono uno molto concreto, io parlo molto poco, però ti

dico una cosa e se vado ad un meeting che dura anche due ore e dopo te lo riassumo,

te lo riassumo con tre parole. Non ho bisogno di scrivere un libro, quando

qualcuno mi manda un email lungo, c'è proprio il rispingo, mi dico tu non hai

capito nulla, se tu vuoi che io leggo un email di questo tipo, cioè non sei

capace di chiedermi quello che mi vuoi chiedere, tu al massimo hai dieci righe per

potermi fammi innamorare per chi arriva all'ultima righe, se non sei capace vuol

dire che se non lo parla ma concluda molto poco.

Purtroppo non esiste una scuola che ti insegna a gestire il successo e per

questo ho deciso di realizzare questo podcast che parla di rinascita, facendo un

viaggio nella vita di personaggi noti che mettono a disposizione la loro

storia per aiutarci a cadere meglio. Oggi avremo il piacere di fare un viaggio con

Renzo Rosso, il fondatore del marchio diesel che ci racconta in profondità di

tutte le sue creature, della loro metamorfosi e dell'umanità con la quale

le accompagna. Per non perdergli episodi della stagione clicca al tasto segue e

soprattutto attiva la campanellina. Se vuoi viverti l'esperienza anche in video

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Io sono Luca e questo è One More Time.

Allora, partiamo dall'inizio. Quindi in che anno nasci? Dove? E poi mi racconti un po' la tua infanzia e così via.

Padova rota libera?

Ah, completamente libera.

Allora, nasco nel 55, un piccolo paese di Campagna, a Bruggini, in provincia di Padova,

un paesino che aveva fosse quattro milanime e ricordo della mia infanzia che era

in mio paese, all'epoca, quando più o meno avevo cinque anni, c'erano due

macchine, c'erano due televisori, una era dal prezzo e una era dal bar.

Quindi se lo doveva usare la macchina, si andava a fittare la macchina di questo signore che aveva una macchina.

Quindi adesso dovevamo andare a Nozze o fare un viaggio importante, viaggio importante,

volevo dire fare che ne so andare a Padova.

Certo, andare nella città grande.

Era così tantissimo e quindi nasco in una famiglia rurale, ho ricevuto una bellissima

educazione da un padre, una madre molto rigida, però che ancora oggi in tutte le mie

minte vi stia di ingrazio perché mi hanno dato i valori della vita,

valori che oggi fa fatica trovare nei giovanini e poi, valori che con questi valori che loro

mi hanno dato, io ho cercato di educare i miei figli, non so se gli sono riuscito,

spero di sì, ne ho sette figli, ho lavorato tanto nella mia vita da quel lato e questi valori

sono valori molto semplici, quindi la dignità, il rispetto delle persone, volere bene alla

gente, aiutare la gente ed essere una persona con i piedi per terra rostrafottente,

perché era un figlio di contadini sì, però era una famiglia nobile di contadini, quindi

il quando andavo al mercato con mio padre, la gente lo chiamava signor Rosso, io ero

orgolioso di essere con mio padre, lui è in giacca, cravata, pazzesco, e quindi nasco

lì, figlio unico, no, ho due fratelli più vecchi di me, un fratellino e una sorella e dopo

mio padre voleva che, perché allora non hanno fatto le medie superiore, mio padre voleva

che io almeno uno della famiglia proseguisse un po' con gli studi, quindi ho fatto le

medie superiore e questo ho scelto perito per la confezione, perché era una scuola

che non esisteva, è la pena nata, quindi non c'erano insegnanti, insegnanti erano

manager delle aziende, quindi non esistevano nemmeno i libri di studio, i testi di studio,

penso che io ho fatto un testo che ancora oggi studiano, come si costruisce

c'era la camicia per gente, era famosa perché era appena nata perché non seguiava studiare

tanto una scuola facile, a me mai piaciuto studiare e quindi sono nata su questa scuola

e poi c'è quindi era una scuola molto vicina alla realtà che ti formava per lavorare, ti

formava per lavorare perché lì tu uscivi incredibilmente, e le persone che non sono uscite da questa scuola, io

compreso, il giorno dopo potevi cominciare a lavorare, loro ti insegnavano come poter

gestire in qualche modo un'industria di abilamento, quindi tutti quanti gli aspetti da tempi e

metodi di tecnologia, a cuccire a macchina, a fare la modellistica, i tessuti, quindi

proprio incredibilmente tutto, proprio molto molto pratico, un liceo questo, i cinque anni di superiore,

il perito, il titolo è perito per la confezione. E qual è la cosa o il momento che ti ha illuminato,

dove hai capito che forse volevi fare quello nella vita? Perché a 15 anni mi hanno insegnato

a fare il pantalone classico, a me faceva cagare, e così mi sono sbizzarito, ho fatto

il jeans, quindi ho fatto un modello di un jeans, poi ho comprato la terra americana,

da me pensare che eravamo, quindi, i primi anni 70, quindi figli dei fiori, pieno, si

cominciava i capelli lunghi, i bitto, se non le stonna, i mispilieri di marihuana, i figli

cominciano a andare contro i genitori, quindi era un momento particolare, e il denim cominciava

a diventare qualcosa di importante. Poi tu pensa che io nella mia vita ho sempre usato

fino a 12 anni il pantalone del mio fratello più vecchio, perché si costruva a fare così.

Dici, fino a 12 anni, perché a 12 anni hai avuto il tuo primo pantalone tutto per te?

Sì, non ho fatto da me, però Biamandri mi ha portato al mercato e mi ho comprato un jeans

che ero veramente innamorato di avere un jeans. In jeans avevano queste pezzi di cartellini

attaccati, io sono andato a scuola con un cartellino attaccato, neanche mi ero ricordato

di levarlo, perché anche i miei compagni me l'ho preso in giro. E allora arrivo a scuola,

questa era le medie, e poi nelle medie superiori imparo a fare la carta a modelli, imparo

cucina a macchine, a 15 anni faccio il mio primo jeans con la macchina di mia madre, non

abbiamo tradizioni di famiglia, di abigliamento, cose normali, casalinga, mia madre cuciva

macchina e ricamava, però non è che fosse una tradizione di famiglia.

Ti faccio una domanda a sua mamma, hai detto che hai avuto dei genitori tosti, se veri

giusto? Io non ricordo di avere mai preso uno schiaffo

da nessuno dei due, non ricordo di aver ricevuto della cattiveria contro sempre nella rigidità,

di un'educazione passesca, una signorilità, quindi fantastici, sono innamorato di i miei

genitori. Invece è livello di amore dimostrato, coccole,

ma non esisteva? No, all'epoca proprio non esisteva, ma non esistevano in generale,

non è che erano i miei, c'erano le coccole, non è come adesso che mi prendo i miei bambini

e i baci, e un'altra epoca. Quindi a 15 anni imparo a fare la carta

modelli, compro tre metri di delim americano, perché già all'epoca noi sognavamo il

jeans americano, che non era il jeans fatto in casa italiano, quindi con questi tre metri

di jeans americano, noi costruiamo il primo paio di jeans, per un momento ne tolgo 42

centimetri di flare di campana, era abbassissimo di vita, stretto sulle cambe, di campana perché

era zampa. I miei amici sono impazziti, e qui, da lì...

Non ti hanno chiesto se ne faccevi uno per ogni uno di loro?

Da lì ho cominciato a fare per i miei amici, quindi li facevo alla sera quando andava a

casa, perché andavo a scuola, dovevo aiutare anche un po' mio padre, perché dovevo dargli

una mano ogni tanto, e in più alla sera cucciva a casa, quindi mi ricordo ancora prendevo

di fasson, solo di manifestura, più il tessuto, 3.500 lire, però mi sentivo l'uomo più

importante della terra, perché con i soldi che avevo, potevo andare in discoteca, quindi

andavo a discoteca, e non ero come uno normale che in discoteca andava e prendevo un drink,

cioè andavo a misseglierlo, prendevo un tavolo, la bottiglia di martini, cioè ero già a

un altro livello. Però tu hai cominciato, se non sbaglio,

mi sembra averlo letto, a capire come funzionava il business, perché ti hanno regalato un

coniglio in cinta e tu vederli l'accio. Ah sì, questo era ancora a prima. 10 anni,

c'è un mio amico, il poverino è morto anche, è morto giovannissimo, buttandosi nel fiume

per andare a salvare la sua ragazza, e sono morti tutte e due, e lui era il più bravo

della classe, quindi l'ho andato a studiare a casa sua, e lui aveva un allevamento di

coniglie, quindi mi ha regalato una coniglia, e questa coniglia era in cinta, e da questa

coniglia in cinta sono andati 7 conigli, e dopo ho cominciato ad arrivare a coniglia,

a un certo punto ne avevo tipo 200. E lì hai cominciato a farle?

Lì ho cominciato, poi davo con mio padre, quindi a mercato, lui vendevo a investire,

io vendevo a coniglie. E lì hai cominciato a capire il modo delle trattative?

10-12 anni, sì. Quindi poi, mentre andavi a liceo, cominci

a fare il tuo prodotto e a vendere agli amici? Cominci a fare il prodotto e a vendere a

miei amici, poi finisco la scuola, pensate, a scuola incredibilmente io andavo abbastanza

bene a scuola, anche se non vi piaceva studiare. Però ti piacevano le materie, ti piaceva

quel mondo? Era un bel mondo, era un bello ambiente.

Perché io penso che in un mondo così avevo visto un documentario di Jeremy Scott, che

diceva, quando tu chiedi a qualcuno di fare una cosa e non ti capisce

perché forse è una cosa matta o mai fatta prima, se tu lo sai fare con le tue mani, lo hai

dato a studiare a Parigi, dove gli hanno insegnato a fare quello di cui tu mi stai parlando, poi

so che c'è una scuola ad inversa molto importante, insomma ci sono delle scuole in giro per il mondo,

ma il fatto di poter fare tu la tua prototipia, cioè di fare quella cosa che mostri agli altri

per dirgli, intendo questo, deve essere incredibile come super potere, non parlare ma fare.

È molto bella quando tu riesci a fare qualcosa, ti dà un'altra grinta quando parli con le

persone, non è come com'è andare e fai questo. Io vedo anche quando lavori in azienda oggi,

cioè quando tu entri nello specifico e facciamo questo, lo dichliniamo e entra e dopo vai ancora

più insotto il sistema questa cosa, ti sei preoccupato di fare quell'altra cosa, capisci che hai in

mano veramente la gestione, cioè mentre vedo molti manager che sono molto superficiali,

sono dei manager comunque che fanno anche molto bene, restando superficiali. Io sono uno di

quelli che invece entra nel merito, mi sporco ancora molto le mani, mi piace spolcabile mani perché

mi dà più soddisfazione, so che riesco a dare molto di più entrando anche nei scalini più basi.

Credi ti faccio una domanda proiettata nel futuro ma poi ritorniamo esattamente alla fine della

scuola, che questa cosa di aver saputo farlo tu in primis e poi spiegare agli altri abbia

contribuito veramente al successo che hai avuto dopo a quello che hai costruito, ha fatto la

differenza in questa cosa. Mi ha formato, quindi quando tutti i formi e i formi facendo

tante cose hai le spalle più grosse, senti molto più solido, quando tu sei formato solo

scolasticamente o sei formato per informazione, sei come un libro stampato. Ecco, la gente dice

che io sono uno molto concreto, io parlo molto poco però ti dico una cosa e se vado ad un

meeting che dura anche due ore e dopo te lo riassumo e te lo riassumo con tre parole,

cioè non ho bisogno di scrivere un libro, io oggi dico ai miei uomini quando qualcuno mi

manda un email lungo, cioè proprio lo rispingo, io dico tu non hai capito nulla, se tu vuoi

che io leggo un email di questo tipo, cioè vuol dire che tu non sei capace di chiedermi

quello che mi vuoi chiedere, tu al massimo hai dieci righe per potermi fammi innamorare

per chi arriva l'ultima righe, se non sei capace, vuol dire che se non vuoi che parla

ma concluda molto poco.

Quanto sono d'accordo, finisci la scuola e qual è il passaggio dopo?

Finisco la scuola, andrò all'università, al rapporto anche alla terza batteria perché

volevo 60-60 esimi e cazzo sbagliato il coppio d'italiano, non ero mai stato un genio in

italiano, ho preso 36-60 esimi, quindi proprio il minimo.

Ah quindi se hai la fine da volere prendere 60 se uscite con la sufficienza?

Ah beh però ti sei portata a casa il diploma.

Sì, quindi vado all'università, vado a Caffosca, la Venezia, con la mia azienda alle, bellissimo,

cioè mi piaceva veramente tanto perché mi trovavo anche bene, quindi mi spiegavo le

materie, capivo, eri a tuo agio, eri ispirato, eri a tuo agio, stavo aspettando la cazzo

l'ina per andare a militare e nel frattempo anche un giorno tornando all'università, un

mio amico mi si avvicina e dice guarda che stanno cercando una persona se vuoi a Vicenza

se vuoi andare a fare un colloquio, vado, sono andato e mi hanno preso, quella cosa bella

che, cioè io ho barato, io ho fatto un colloquio di lavoro, avevo detto che soffare di tutto

di più, non sapevo fare nulla, però avevo la scuola, una scuola che comunque mi aveva

dato tanto formato, mi hanno preso e vi dico sempre che il mio lavoro avevo un laboratorio

di 18 persone, dovevo insegnare a queste ragazze cucire a macchina, fare dei jeans, il primo

giorno arrivo lì, quanto hai? 19, 18, 19 anni? No, ero già all'università, quindi avevo

20 anni, arrivo lì e tipo ero sempre al telefono con un mio amico e adesso cosa faccio, adesso

cosa faccio, non sapevo veramente come fare, insomma ce l'ho fatta e sono riuscito poi

a mandare avanti questa attività per due anni, due anni e mezzo, nel frattempo io avevo

barato con loro perché avevo detto che non avrei fatto il militare e aspettavo di dare

militare, invece ho avuto la fortuna che è arrivata la cartolina che mi hanno esonerato

perché quelli del 55, il 50% sono stati esonerati perché c'era un esubero, quindi ho avuto la

fortuna di essere esonerato, quindi ho cominciato a lavorare su questo laboratorio dopo due anni

mezzo malengenziato perché diceva che a me piaceva la bella vita, le donne divertimenta,

non lavoravo a sufficienza. E dirà vero? Sì, no perché avevo tante altre cose da fare,

cioè tipo che cosa avevo 22 anni, ero già sposato, avevo già un figlio e poi mi piaceva

la bella vita, quindi il mio padre aveva comprato il 196, cazzo io mi sono inumorato della lancia

beta coupé, 11008, cazzo io ho trovata una, quattro milioni e mezzo. E quant'era lo stipendio

negli anni 70 quando lo avevo? Allora, il mio stipendio all'epoca era, dunque,

guadagnavo 200 mila lire al bese, 220. La macchina costava 20 volte tanto quasi, ok. E quindi per

riuscire a comprare la macchina, che ho dato dentro la mia 126 tipo 1.750, la differenza,

io dito, guarda, ti riporto dopo domani, tranquillo. Intanto da mila macchina. Sto andato a casa,

ho cominciato a telefonare, non avevo i soldi, mi ho firmato dalle cambiali e per riuscire a

pagare la macchina, quindi finito di lavorare le mie 8 ore con questo laboratorio, lavoravo per

altri. Quindi ho cominciato a lavorare per altri, prendere le partite di lavoro, facevo lavorare

questa gente che lavorava in realtà finora 10-11 di sera, ho guadagnato di soldi, ho pagato loro

fuoribusta, quindi ok, e io ho potuto pagare la macchina. Però nel frattempo, se abbiamo saltato,

che mi aveva licenziato lui, perché io facevo bella vita, e ho detto, no, no, no, dammi una

possibilità, poi ero simpatico alla moglie, la moglie ha detto, fai lavorare questo ragazzo e

quindi lui mi ha detto, ok, ti do una possibilità, ti pago a percentuale di quello che produce,

ma ha fissato delle quantità, io ai primo mese sono arrivato da, aspetta, 240 mila

lira in mese prendevo, quindi in primo mese sono arrivato al massimo e quindi sono arrivato a 2

milioni a 4, da 240 mila ha fatto un salto, ho pazzato, ho fatto 1, 2, 3, 3 mesi, ho fatto la

stessa quantità. Quindi è quasi stato una grazia il fatto che ti volesse licenziare e ti ha cambiato

l'accordo. A quel punto lì mi sono licenziato io, ho detto, guarda, ho capito che ce la posso fare

da solo. Quindi sono licenziato e lui mi ha detto, no, no, ti prego, rimani con me, ho capito che

stio bravo ragazzo. Si sono invertiti i ruoli, però quando lui ti è licenziato e ti ha dato,

diciamo, degli incentivi rispetto alla produzione, ti sei svegliato anche tu, cioè hai cambiato

ritmo? Sì, cambiato veramente. Cioè ti sei disciplinato? Disciplinato, cambiato ritmo. Poi

sono della vera interesse, sono molto educato per cui so quello che voglio, mi metto in moto e in

qualche modo ci arrivo. Io quando una sfida nuova mi piace prenderla, anche se non capisco niente di

questa sfida nuova, già anche oggi entro in business che proprio non conosco, però so che quando mi

applico, dopo comunque è incredibile come arrivo a capire e entrare e in poco tempo anche portando

il mio modo di vedere e di pensare posso arrivare ad essere molto più capace di altri che farò

questo mestiere da tanto o altro tempo. Quindi ti licenzi? Stavo attuando. Mi licenzio e lui dice,

no rimani, guarda se vuoi che rimango, io voglio fare la mia linea di jeans, di denim e quindi a

quel punto li parte la diesel. Denim è un sinonimo di jeans? No, denim o di jeans. Quindi nasci la

diesel 6 ottobre 1978. Quindi hai 23 anni? Quindi ho 23 anni, nasci la diesel. La fai per i

cavoli tuoi con i soldi che avevi guadagnato? No, lui mi ha dato il 40% di questo laboratorio,

perché prima era solamente un laboratorio che lavorava per contozerzi. Quindi ho cominciato a

mettere delle strutture per poter fare una linea, quindi disegnare, fare le prototipie,

mentre in moto un reparto vendite. Quindi è stata proprio un'esperienza pazzesca. Perché

lui era solo un terzista? No, lui era un personagissimo, lui aveva i suoi brand

in proprietà, lui era uno dei più grandi personaggi del mondo del denim, si chiama Adriano

Vosmit, un mio maestro all'epoca aveva fatto King Jeans, Americanino, aveva fatto Daily Blue,

Goldi, quindi c'era uno famosissimo, quindi io era un suo ragazzetto che lavorava per lui,

che mi ha dato questa possibilità e grazie anche al suo mondo di appartenenza, perché lui già era

uno che vendeva in tutto quanto il mondo, aveva fatto la diesel e con la diesel avevo cominciato

a fare un prodotto però che era fatto da lui, io ero comunque rimasto il ragazzo di Bottega,

che lavorava dietro le quinte. Fatto da lui vuol dire ideato la direzione creativa,

tu eri più nella produzione? La direzione creativa era la sua moglie che disegnava,

io ero quello che faceva funzionare la macchina e portava a casa i soldi, però con i soldi

che guadagnavamo, perché la zilla ha cominciato a guadagnare, abbiamo comprato e fatto tante

dite, quindi pensiamo, abbiamo fondato replay, abbiamo comprato, ricomprato King Jinsk era

sua, Martin Gaim, ha fatto Tenbiboy, Hot Produce. Ma questo quanto tempo dopo?

Questo dal 78 all'85, quindi all'85 eravamo arrivati che avevamo 11 brand, 11 marchi e lui

usava tutti i soldi che io producevo, li usava per comprare, per fare altri brand, a un certo

punto l'85 ho detto, guarda Adriano, grazie, io non posso più uno, voglio più continuare

a essere ragazzo di botega che lavora come un cane, tu passo gli mesi e mi asciudo di

quello che faccio. Quindi tu facevi il capo Peraio? No, ero l'imprenditore, ero l'imprenditore,

però dietro le quinte, chi figurava era lui? Di facciata, era lui e tu eri il capo Peraio,

perché eri dentro e dovevi produrre? Io ero quello che gestiva la azienda, che gestiva

tutti gli aspetti di un'azienda. Ma lo sapevate solo voi due, il resto del mondo sapeva che

c'era lui di facciata? No, alle fiere ci andava anch'io, i clienti

li conoscevano anch'io ovviamente, lui era sempre il signor Adriano Gosmin, io ero il

renzo rosso. E tu avevi voglia di emergere? No, io mi ero stancato, non avevo voglia di emergere,

cioè lavorato sempre così tanto, quindi andavo, lavoravo, facevo, partivo con il camion, il

fortransito e pieno di jeans, andavo in dove, andavo a dussendof il weekend, andavo a

cattarli e dovermi i miei distributori, scaricavo i camion durante i weekend, quindi andavo via

e venerdì sera, chiudevo la fabbrica, le tornavo lì all'une di mattina e tornavo a casa con

un pacchetto di assegni così postdatato, ero felicissimo. Lì hai imparato tutto? Ho imparato

tutto, ho imparato a andare in banca, cioè penso che le banche mi finanziavano pur non

avendo nulla, mi finanziarono perché portavo questi pacchi di assegni postdatati, quindi

ho imparato anche come lavorare con un direttore di banca e devo dire che mi hanno sempre aiutato,

soprattutto perché ero preciso, sono della versione, quindi onesto, dicevo al venti del

mese arrivo e al venti del mese arrivavo, quindi ho sempre svolto il mio ruolo e sono sempre

stato fedele ai miei impegni. Quindi 85 è stanco di fare questa vita, ho detto e dopo

soprattutto la pressione, la banca e tutto quanto ho detto adesso mi voglio mettere per

il conto mio. Tu fino a quell'età in cui prendi quella

decisione, quindi hai trent'anni quando lo decidi? 85 o trent'anni, sì. Avevi guadagnato

soldi, ora investivate tutto e tu fondamentalmente li sempre stirato, cioè come hai rimesso a

soldi? Ovviamente guadagnavamo, stanno riuscito a comprare una casa, uno dei più bei appartamenti

di Bassano. In quegli anni si è riuscito a fare questa cosa?

In quegli anni, comunque fa conto che già all'epoca io viaggiavo come accedere al

100, quindi era uno che viaggiava bene. Ok, quando è che hai guadagnato i primi

soldi importanti a che età? Visto, adesso mi sei parato dai trent'anni, però mi hai

detto stava già succedendo. Ora 85 mi ho detto per il conto mio, gli

vendo tutti i brand che avevamo, gli li vedo, voglio il 100% della diesel e gli avevamo

un socio perché io avevo il 45, lui il 45 c'era un altro socio che aveva il 10, questo

socio non voleva, perché credeva di più in gosme, non in me, ho dovuto regalare un

10% e quindi siamo dati 80 io, 20 quest'altro e mi ricordo quando mi sono diviso facevo

tipo 5 miliardi e mezzo di fattorato, era ottobre, già a filialo ero già arrivato a

7, l'anno dopo ero avevato a 14, l'anno dopo a 32 miliardi.

Quando ci sei separato? Quando mi sono stato separato.

45, 45 è un'altra persona che faccia da sparti aqua al 10. Al 10 è dovuto regalare

il 10% a lui e quindi è dato al 20. L'altro socio dal 45 è uscito? Sì, che era

di anno gosme. E ti ha dato tutto a diesel? E mi ha dato la diesel e a quell'altro socio.

E ti ha comprato le tue quote, la tua equity sugli altri marchi? Sì, sugli altri marchi

in più ho dovuto anche dagli dei soldi. Ah ok, quindi gli hai dati tu a lui e lui

ti ha lasciato diesel che era il tuo ambino? Allora 350 milioni di cosa ancora? Però quando

mi sono diviso che ho fatto il primo anno, il mio sogno era quello di dire adesso lavoro

come un carne, porto a casa la più grande quantità di soldi possibile, faccio banca rotta

fra volente, scapo e vado via. Perché talmente una pressione...

Ma l'hai pensato veramente? Ma certo che l'ho pensato, volevo farlo. Ma l'azienda

è partita così bene, cazzo che non sono riuscito a farlo. E non l'ho ancora fatto. Quindi

è partita così bene che questo mio desiderio non si è mai averato e l'azienda è andata

benissimo. E l'unico sogno? No, il sogno del 20% c'era. Quando ha visto il raddoppio

del fatturato in primi due anni andavamo in banca a chiedere i fidi. Io non avevo niente,

firmavo che me fregava. Lui invece era un proprietario importante, quindi firmava per

il suo 20% e quindi ha stato appunto preso paura. E quindi è uscito. È uscito.

Perché ti esponevi sempre di più il livello finanziario crescendo. Lui ero a paura se

è uscito. Anche perché, scusami, ti faccio una domanda, perché nel mondo dell'abigliamento

magari ovviamente chi ascolta non lo sa o chi ci guarda non lo sa. Più si alza il

tuo fatturato, più si alza la produzione, più si alza la somma che devi anticipare.

E' così. E niente, quindi sono partito da solo. Poi la cosa bella di quando sono partito

da solo nel 1985, ho fatto il giro dal mondo. Volevo capire che prodotto volevo fare. Quando

ho capito, guardando che le tendenze dal Danny, perché a me piace il Danny, ma quindi cosa

volevo fare, sono andato a trovarmi gli stilisti che facevano i prodotti più belli. Quindi

ti parlo di Ciepier, ti parlo di Chevignon, ti parlo di Deja Vu, quindi hanno tre brand

francesi, hanno dei prodotti bellissimi. Ma io abitavo a Parigi, li conoscevo molto

bene, il Chevignon in Italia non è mai arrivato. Pocarono. Erano gli anni dei panini inaritaliani

dove lì c'erano quei brand. Sto andato da questi tre aziende, ho spiegato il mio progetto,

ho detto guarda, io voglio fare questo progetto, voglio arrivare a fare una dita pazzesca, tutto

il mondo, brava, e incredibilmente tutti e tre hanno detto di sì. Quindi devo dire che

avevo un bel fascino, quando parlo con la gente racconto le cose con una carisba tale,

con una passione, amore, coinvolgimento, che è facile, ma facile non è mai nulla, però

se voglio portare a casa qualcuno, mi cimento di impegno. Soprattutto quando pari del tuo

bambino, perché di Isel era il tuo bambino, ma cosa gli vai a proporre come dile a loro?

Cosa gli dici? Allora proponevo di fare questo brand, di fare di Isel, di farlo diventare

uno di brand cool, figli, avevo in mente come muovermi. Facendo entrare loro in società?

No, no, no, solo loro li volevo solamente come design. Come design? Come design. Quindi

tutti tre al momento di sì, ho portato a casa quello che mi piaceva di più, quello

di C.P.E., poi il capo di C.P.E. veramente non ha potuto venire, lui mi ha dato il braccio

destro, il suo braccio destro, e questo braccio destro poi è venuto addirittura a vivere

a casa mia, quindi poi io ho sempre fatto un rapporto incredibile con tutti i miei collaboratori,

quindi vivevo la vita con loro, e abbiamo cominciato a girare il mondo, quindi abbiamo

cominciato a fare un prodotto veramente bellissimo fuori di testa, prendendo ovviamente spunti,

sì, dal mercato, però sviluppando quello che esisteva. E abbiamo fatto un successo

incredibile, quindi partivo poi il weekend, partivo con la borsa sulla spalla, prima

una volta partivo con il FORTRANSITA a vendere quantità di jeans, ma non era un prodotto ancora

figo e bello, perché non era fatto da me, era fatto dal mio ex-socio. E quindi l'unto

FORTRANSITA è un prodotto veramente incredibilmente bello, sonato dei negozi più belli al mondo,

io ho detto, vuoi comprare questo prodotto, vuoi comprarlo, e praticamente ho avuto quasi

tutte le porte più belle del mondo aperte che me l'hanno comprato, quindi ho seminato

di Israele in tutto il mondo da subito, perché poi era così difficile questo prodotto che

io facevo, che non era capibile, l'Italia non lo capiva.

Perché sembrava un second end, nel senso sembrava una roba usata.

Cioè, il denim è tutto trattato, rovinato, che oggi fa parte dal mondo dell'Urso, non

esisteva, cioè questo qui è stata la diesel, sono stati noi che l'abbiamo inventato.

Ti volevo fare una domanda, tu dici, vado dai negozi più importanti del mondo, fino

all'Ottanta-Cinque, vendevi fuori dall'Italia o no?

Sì, sì, grazie al mio socio, sì, vendevamo già fuori dell'Italia, però era più quasi

fare un piacere a lui che mi comprava, non era un prodotto figo, anzi diciamo che era

un prodotto fatto con gli scarti delle rimanenze della materia prima che avanzarono le altre

aziende, perché il mio socio l'ho scoperto questo dopo, lui ha fatto diesel e pensano

di far fuori tutte le rimanenze, io invece avevo fatto diesel e pensano di fare il sogno

della mia vita.

E così quindi per in realtà è stato tutto un altro storia.

Quando poi tu ti sei messo per i cavoli tuoi con il social 20 e vai a trovare questi tre

designer ne scegli uno, dove sta lo switch?

Perché tu dici vado dai più bene negozi del mondo, ma chi te li presente il più bene

negozi del mondo?

Come si fa a fare?

Cioè te lo dico per chi vuole magari realizzare questo sogno e capire come funziona un po'

tutta la figliera, come ci si arriva i negozi più importanti del mondo?

Con la faccia da curo, andavo lì, busavo la porta, l'inglese non ho studiato a scuola,

l'ho imparato.

Oggi faccio una conferenza per mille persone in inglese senza problemi, non so scrivere

l'inglese un po' sì ma non così bellissimo, però andavo, busavo la porta, mi presentavo

e aspettavo.

E come li convincevi?

Cosa facevi?

Tu entravi in un negozio?

Io ho sempre pensato il prodotto parla, quando tu hai una cosa fuori di te, cioè tu puoi

comprare il mondo.

Di cui ti puoi vantare perché gliela stai mostrando?

Io ero orgoglioso di quello che stavo facendo, che era qualcosa di veramente diverso di quello

che il mercato aveva, mi sentivo fiero e quindi la gente faceva così e quindi mi sono

preso poi in tutti i paesi del mondo, mi sono preso un distributore, quindi gente che

credeva in me, nelle fiera gli hai trovati loro?

Anche nella fiera, sì, si andava all'epoca che facevamo la fiera di Parigi, il preta

portese, poi noi andiamo là, anche lì a Pazesco, cioè tipo, mi ricordo quando ho preso

lo stand a preta portese di Parigi, ma hanno messo, sai dove mettono i pittoni delle condizie,

cioè gli abiti da sposa, le cose più schifose, no, ma hanno messo lì e io ho detto non c'è

il problema, arrivo, ho fatto il mio stand-in, no?

Cioè tipo dopo due, tre stagioni, quell'area là era diventata l'area più importante della

fiera.

Perché avevi portato creatività nel contenuto?

Avevo un prodotto veramente fuori di te, è stabbellissimo e quindi la gente voleva

stare vicino a me, è così.

Quindi ti espandi in tutto il mondo, poi io so che crei il tuo gruppo dopo, quindi

quella cosa che avevi imparato ai tempi quando avete comprato altri 11 brand o 10 brand,

lei è replicata su di te dopo?

No, diciamo che io volevo sempre fare delle cose sempre di più, sempre più alte, sempre

più fuori di testa, sempre più alte di prezzo e a un certo punto, con disa avevo fatto

una linea che si chiamava Old Glory, prendevamo, all'epoca c'erano i famosi Biggy che erano

dei vecchi jeans della Levi's degli anni 40-50 e mi vado di comprare in Giappone, all'epoca

un Biggy lo pagavo tipo 3.500 dollari, c'erano prodotti pazzeschi, quindi proprio da Maniaci

del Denim, avevo fatto quindi una linea chiamata Old Glory dove erano riuscito a ricostruire

l'authenticità di un prodotto fatto 50 anni prima che uno diceva non è possibile che

sia un prodotto nuovo, cioè sembrava quello vero originale.

Quindi fatto delle cose, già all'epoca fa conto vendevo dei jeans che andavano a 350-400

mila lire a capo, tanti soldi, certo che era, mi ero fortissimo, poi non ero ancora

contento, poi ho fatto un'altra linea, ho chiamato Diesel Style Lab, di che anni parliamo?

Siamo già alla fine degli anni 90, ho fatto una linea che si chiamava Diesel Style Lab

dove facevo tutti i prodotti fuori di testa che non potevo permettere di fare in Diesel

perché Diesel vendeva comunque un mercato alto sì, ma un mercato comunque affordable,

e poi avevo dei capi totalmente pazzi, mi ha fatto questa linea e per fare questa linea

volevo innalzare anche la qualità del prodotto e sono andato a produrlo su un'azienda che

si chiamava Stuff International perché loro lo facevano dai preta portè, quindi loro

facevano Azzurro Tayama, Vivillon Westwood, Margiela, dei brand molto alti, facevano

solo la produzione loro, erano dei licenzi attari e questa azienda stava per fallire,

quindi per salvare la produzione di Diesel Style Lab mi sono comprato questa azienda

e lì è stato un passaggio incredibile nella mia vita perché grazie a questo passaggio

io sono venuto veramente in contatto con il mondo del preta portè e ho capito che

il mondo del casual è un mondo bello, carido, figo, ma il mondo del preta portè è molto

più ambito, è molto più sognato dal consumatore e lì ho cominciato a spazziare, lì che dopo

ho comprato Margiela, anzi Margiela diciamo era in licenza dentro la staff e Marten questo

uomo e anche lui arriva dalla scuola di Anversa, no?

Lui arriva da Anversa, lui è un couturier, pensa che lui ha bussato, lui è la mia portata

ma ha detto vuoi diventare il mio soggio, mi dai una maledia, ma sei sicuro, non mi fa

guarda, ci sono i grandi gruppi francesi, già all'epoca loro stavano comprando, quindi

Kering e il VMAG, Bernardo da una parte e Pino dall'altra, sì perché non si chiamavano

ancora così diciamo Bernardo, Pino, loro volevano comprare Margiela perché Margiela

è sempre stata un'attienda dove tutti i brand si sono ispirati, quindi Armani si

è ispirato, Prada si è ispirato, era totalmente fuori rivoluzionario e lui ha detto no,

io voglio te perché tu sei un ragazzo speciale, tu mi puoi dare una mano a fare questa lilia

e quindi sono partito con lui, ho dato una mano e dopo lui a un certo punto andato via

ma ha fatto, si è stato malissimo e lui mi ha detto guarda Renzo, io non ho mai voluto

fare il designer, ho mai voluto fare il creativo, era uno che strano e lui non voleva mai farsi

vedere, lui non voleva fare il designer ma fare il creativo? No, noi non voleva entrare

nel mondo della moda, si è trovato dentro il mondo della moda perché mi hanno portato

dentro, però il mio sogno è quello di rimanere defilato, andare in giro per il mondo, vedere

il mondo e lui ha detto guarda vado via, non ti preoccupare, vi ha fermato un documento

che io non lavorerò mai più nel mondo della moda e non l'ha mai più lavorato nel mondo

della moda, io lo incontro ancora e lo vedo bene la volta l'anno e lui vi ricordo, cioè

il suo desiderio, cioè lui lo voleva mai farsi vedere, pensa oggi con i tre folini che tu

sciutti all'epoca ancora non era così e vi ricordo avevo preso uno stabilimento che

abbiamo dismesso proprio da poco, da qualche mese, era una vecchia scuola a Parigi dove

avevo fatto la serie di Margiela e lui si era preoccupato quando avevamo preso questo

building che ci fosse un ingresso dove lui poteva entrare, non lo vedeva nessuno, quindi

è uno che nessuno ha la sua foto, nessuno sa come è, se c'è, se esiste, tanto è vero

che quando lui è andato via io per cinque anni ho fatto Margiela e nessuno sapeva se

lui c'era, se non c'era. Ma a livello creativo mancava quell'anime?

Il creativo ho cominciato a soffrire, ho cominciato a soffrire e quindi a un certo punto ho cercato

un direttore creativo, però ho chiesto a lui un consiglio, si, avevo cominciato a vedere

insieme dei potenziali che gli avevo visto di grandi nomi, che gli avevamo visto rafsimos

e dopo un certo punto ho uscito il nome di Gagliano che l'ho portato io, ho detto guarda

io volevo prendere Gagliano, cosa ne pensi, io mi ho messo insieme e loro avevano una

stima reciproca pazzesca all'epoca perché John sognava di diventare Martin e Martin

sognava di diventare John, cioè si ammiravano in maniera incredibile, beh due grandissimi

creativi obiettivamente. E quindi sono state insieme tipo da un T e ho diventato una giornata

e poi ho detto in the best design that you can take it, perché ho detto non è un design

è un culturie. Mi spieghi la differenza, la spieghi a tutti

la differenza. Allora, designer è chi domamente disegna,

chi fa couture, chi parte da un processo ancora prima di fare un disegno, quindi immagina

quel momento in un momento particolare, immagina quell'abito e su quell'abito c'è che cosa

fa quella musa, come vestita, come il suo make up, la musica, che cosa sta facendo.

Come un regista nel mondo audiovisivo che vede già il prodotto finito mentre lo stai

immaginando. Surtout questo la costruisce

a mano costruisce

schiamo delle veline, una velina bianca che gli dà la forma di questa cosa che un'immagina.

Lui quando è stato di successo quella storia passezca che l'hanno buttato fuori da Dior, antisemitismo, droga,

ma sei sicuro di quello che fai, perché non era facile prendere lui per quello che aveva fatto

perere con lui un certo, ma si sente lì.

qualcosa di veramente, di monumenti. E io ho detto,

what do you think to work for me per Margiela?

E lui mi ha detto, ah lo sai, ho avuto un sacco di dichieste, non lo so, vediamo.

E il giorno dopo mi ha chiamato, mi ha detto, I don't sleep at all night.

If it's one brand that I want to work on my life, it's Margiela, wow.

Credi di aver fatto o detto qualcosa che l'ha convinto a fare questo pensiero durante la notte?

No, penso che lui ha visto la purezza del prodotto, l'integrità del prodotto,

che non era solamente un prodotto commerciale come fanno anche i grandi brand di oggi,

dove c'è veramente tanto di commerciale, ma c'è rimasta un brand sempre puro, molto, molto puro.

E lo è ancora molto puro, io vado orgoglioso di questo brand ancora oggi.

Tu pensiamo, andiamo in Montenapoleone, andiamo dentro tutti i brand dell'usso,

e poi entriamo in Margiela e tu dici, qui siamo veramente più avanti, siamo in un'altra realtà,

ti sembrano che gli altri brand sono vecchi e sono rimasti indietro,

cioè Margiela è qualcosa di veramente speciale, ovviamente è chiaro, il mio brand...

Io conosco benissimo quel flagship store, vado a comprare a volte lì e te lo confermo completamente.

Cioè lì c'è proprio, non è un museo, sembra un hub creativo, c'è un pensiero che va veramente oltre, molto...

Ma se vedi poi l'evoluzione che fa giorni da quando arriva, perché poi giorni arriva a bordo otto anni fa da me,

quindi i primi due anni e mezzo sono stati un disastro.

Perché doveva ricentrarsi, capire, entrare in filosofia,

e dopo un certo punto un giorno mi ha chiamato, mi ha fatto vedere dei cappi di cottura,

ho detto, wow, we get it, ce l'abbiamo.

Mi ha spiegato la sua visione, ho detto, io voglio costruire la collezione pensando che la gente vede che tu sei dentro.

Quindi lui lo chiama Decortiché e quindi tu pensi che sono strapi la pelle e vedi che lo so, vedi le vene, il cuore,

vedi quello che c'è dentro il corpo e lui ha immaginato, con il DNA, con i dettagli di Margiela ha pensato di costruire in questo modo.

In quel momento lì ho capito, ci siamo, e da quel momento lì è partita, adesso poi a che lui è evoluto,

perché adesso lui ha preso in mano molto la tecnologia, oppure normalmente in una certa età faccio fatica trovare persone così in line con la tecnologia.

Lui si è affascinato di tecnologia, addirittura usa l'intelligenza artificiale,

cioè che quando parliamo di intelligenza artificiale, secondo me il 95% delle persone non sa neanche che cos'è, forse anche il 98%.

Quindi già in che mondo siamo con lui?

Adesso è talmente evoluto, vedi gli ultimi capi che sta facendo, è pazzesco.

Poi, penso, lo so, lui ha fatto gli abiti da donna, forse più belli, più sezzi al mondo,

e io gli chiedo, Giorno, fammi dei capi, voglio vedere avere un po' aperto, voglio vedere le collane delle donne,

voglio vedere un po' il seno, voglio vedere un po' di pelle, un po' di sexness.

E si dice, Lorenzo, you don't know, people doesn't say anymore I, they say we.

Cioè per lui non esiste più, esiste solamente genderless, non abbiamo più la linea uomo, la linea donna, è una linea sola,

quindi l'uomo compra la donna, la donna compra l'uomo, o esiste comunque un abito che non ha un'assesso.

Quindi è veramente avanti in tutto, è bellissimo perché porta avanti la strada di Marta, anche all'epoca era strada avanti in tutto.

Volevo farti una domanda, tu pade di acquisizioni, ma ti voglio chiedere come si acquisisce

quando si compra un brand, come si fa a capire il valore, come si fa a capire come condurre la trattativa?

Ma intanto a me piace capire se un brand è in vendita o potenziale, perché magari non sono in vendita, ma potrebbero potenzialmente,

a te piace, vai e comincia a dialogare con chi di...

Ma come fai a darle il giusto valore a capire esattamente qual è il valore corretto di questa acquisizione?

Con i numeri.

Ma tu lo sei fare personalmente?

Ma ormai sì, però voglio dire, è chiaro che a volte oggi si parla delle aziende, delle cifre spropositate, perché non esistono quasi più i valori,

e non esistono anche di trattare, a comprare degli altri aziende. Quindi io sono stato a trattare il North Face, per esempio, negli anni 90, ho trattato Stussi, ho trattato Valentino.

Ne ho viste le aziende pesanti?

In quel caso ti candidavi tu, ti buttavi tu, non sapevi se fossero state o meno in vendita, tu andavi e basta?

No, in questi casi qua sono arrivati a fare due utilizioni, quindi anche speso soldi.

Ma non avete trovato la quadra economica?

Dipende, perché per esempio con Valentino io ho fatto un'offerta addirittura più alta dal Qatar, e il Qatar non l'ha neanche finito la tua diligence,

probabilmente c'erano state delle cose che non sono state visibili a livello del maneggamento e sono riusciti a portare la via.

Il North Face ero veramente piccolo, ero ai miei primi tentativi di fare le acquisizioni, quindi sicuramente è tutto nuovo per me, quindi andavo lì e parlava, ma non ero così preparato,

non avevo la squadra di manager che partiva, andava a verificare i numeri, cioè ero ancora più io che ero il previso.

Era più te in freestyle, diciamo.

Un tuo grande rimpianto di un'acquisizione che non hai portato a termine?

Valentino, veramente mi dispiace tantissimo perché era giusto che rimanese in Italia, perché è un brand italiano, anche se dopo chi l'ha acquisita l'ho fatto molto bene,

per cui non ho nulla da dire su chi ha fatto l'operazione, sicuramente il fatto di rimanere in Italia sarebbe stato fantastico, sarebbe stato un grandissimo fiora all'occhiello per il mio gruppo.

Piccioli come designer è entrato dopo quell'opposizione? No, no, c'era lui. C'era già prima. Lui c'era, quando io sono andato a fare la questione, lui c'era, mi hanno incontrato.

Io lo trovo molto talentuoso. Sì, sì, no. Lui all'epoca era appena arrivato designer, lui era già dentro Valentino, disegnava gli accessori, borsa scarpe,

era da poco, aveva mollato Valentino, Garavani, e lui aveva da poco cominciato a prendere nelle sue mani anche i radituea, quindi anche i vestiti.

Tu apri Only the Brave, è quello il gruppo, no? O tb, con cui tu fai acquisizione di altri brand? Fammi una scarelata il tuo palmares di brand che ha in questo momento in casa, così almeno faccio anche aprire a tutti.

Abbiamo Diesel, abbiamo Margiela, abbiamo Marni, abbiamo Jill Sandler, abbiamo Victor Nerov che fa solo cottiora e basta, quindi sono i 5 brand.

Però anche Disquare? Disquare non è nostra, è una licenza, però praticamente abbiamo sviluppato noi, loro erano veramente bambini quando gli ho presi,

facevano un tipo, forse un milione e mezzo, perché era per il 2000, facevano un milione e mezzo di fatturato. Loro, il brand? Loro, sì, erano molto piccoli, gli ho portati, dove gli ho portati, quindi facciamo quasi tutto e loro fanno solamente i creativi.

È per una licenza. Che hai ancora indote la licenza? Ancora lunga, però è una licenza, non è un nostro brand. Amiri? Perché è molto amato dal mondo della scena urbano. Amiri, scusate, non l'ho citata, perché l'unico caso dove non siamo, mentre gli altri sono tutti quanti aziende nostre,

perché non lo soci. Al 100 per cento? Sì, con Amiri ci sono un socio di minoranza, quindi c'è un grandissimo, bellissimo rapporto con Mike, lui è una persona che mi ha cercato, anche lui aveva il mondo dei grandi brand che gli stavano addosso,

e anche lui ha detto non voglio essere uno dei tanti brand, con te mi sento molto bene, poi a un certo punto la tradattiva si è chiusa, poi non ci siamo rincontrati a Venezia, lui è venuto a posta per incontrarmi,

e parlando della visione del brand, parlando delle cose, mi ha detto I want to stay with you. Secondo te perché è una persona che ti sceglie?

Perché penso di avere molti piedi per terra, conosco molto bene il l'argomento, tutto ciò che riguarda il mondo dell'avigliamento, dalla retail, alla manifestura,

ai marketing io con diesel mi sono guadagnato 13 leoni d'oro, ce ne dà uno all'anno a canno, ne ho presi 13, per cui qualche competenza lo sviluppate nella mia vita, otteniamo anche di argente, quindi qualcosa ho fatto.

Mio ramarico è solo di avere lavorato troppo, dentro, sporcandomi le mani, se io avessi lavorato meno sporcandomi le mani e di più invece a livello alto, probabilmente sarei molto più grande di quello che siamo adesso.

Quanto fatturate adesso?

Adesso un miliard e sette.

Facciamo un secondo un passo indietro nel mondo dell'amore, perché tu dici io ho lavorato sempre come una bestia, però mi dici ho sette figli e quindi uno spazio per l'amore ci sarà pure stato nella vita.

Che hai avuto con tre mogli, giusto? I tuoi sette bambini.

Come sei messo da quel punto di vista? Nel senso come vivi i tuoi rapporti d'amore essendo totalitario nel mondo del lavoro?

Ti racconto le mie tre storie, se vuoi, la mia prima mi sono sposata perché lei era in cinta, avevo vent'anni.

Diciamo che all'epoca era quasi una cosa che si faceva abbastanza di comune, perché vivendo in un paese con quattro mila anni, la gente si sposava per andare fuori di casa.

Quindi mi sono sposato, lei era la gastina del paese, non di quel paese, di un altro paese, carina.

Io sono cresciuto poi enormemente, sono rimasto con le 17 anni, lei non è riuscita a seguire la mia crescita, perché a un certo punto ci siamo divisi, con grande rispetto di tutte e due.

Seguire la tua crescita vuol dire che non accettava più quel ritmo o non eravate più allineati sulla visione della vita?

No, non è la visione della vita, è che quando tu cresci è bisogno di una persona che vai a casa anche di confrontarti.

Che ti sostenga anche nella conversazione rispetto a quello certo?

Facciamo questo, facciamo quest'altro, quando trovi una persona che non ha neanche più quasi argomenti, con i quali parlare diventa più difficile, quindi con tutto rispetto per qualità.

Se rimassi in buoni rapporti?

Poi invece ero veramente debole, veramente fragile, perché a me piace molto la famiglia, c'è proprio bisogno di andare a casa e trovare qualcuno.

Quindi ho trovato subito un'altra persona, molto giovane, fosse 15 anni di meno di me.

Però fu conto che avevo fosse 40 anni e ci ho fatto 14 anni, quindi anche lì ci siamo lasciati, anche perché è una strada molto brutta poi fra l'altro con lei.

Perché con lei proprio non sono i rapporti, non ci parliamo nemmeno.

A me fa male questo, perché con la gente devi avere rispetto.

Anche non so, le persone che ti fermano per strada tu sei stanco, non ce la fai, però c'è che quella persona quanta voglia distingerti la mano,

cioè se posso gli stingo la mano, hai capito? Perché comunque c'è sempre da imparare anche dalla persona più semplice.

Se tu ascolti, hai sempre qualcosa da imparare, è una cosa che ho imparato nella mia vita.

Quando tu incontri una persona, qualsiasi essa sia,

se tu parli non puoi solo far altro che dire le cose che tu sai.

Attento dove è il bello, se tu ascolti puoi imparare qualcosa.

E quindi è uno dei segreti più importanti della vita di uscire ad ascoltare.

Se tu provi, adesso vai fuori e ti metti a parlare con un tuo amico,

sai che mio figlio si ha rotto un braccio, io ti do 25 secondi di tempo e in entro 25 secondi quel tuo amico l'ati dice

anche mio zio, mio fratello, io mi sono rotto il braccio, lui non che ne frega niente dal tuo braccio.

L'interesse è solo raccontarti la stuva storia.

Questo che cosa ti voglio dire?

Ti voglio dire che uno delle più grandi capacità per una persona è quella di sapere ascoltare.

Se tu arrivi a ascoltare, la persona che intanto è di fronte a te,

si sente incredibilmente finalmente ascoltata, pensa di avere le doti, le capacità,

e comunque tu impari sempre qualcosa.

Hai avuto tre figli con la seconda moglie?

Sì, tre figli.

Quanti anni hanno questi tre bambini? Due sono gemelli?

Due gemelli, sì, e una a vent'anni.

E vivono?

Una New York, una Milano e una Lodra.

Ma quando erano più piccoli questi tre figli con chi abitavano con la mamma?

No, quando vado in separazione, normalmente si fa una settimana, una settimana.

Ah, avete fatto una stima, una stima?

Questo è quello che succede normalmente.

La cosa pazzesca che succede quando c'erano questo tipo di separazione in qualche loro erano più piccole,

per cui avevano di poco 14 anni, 9 anni, che nonostante tu sei quello che ha fatto sempre di tutto,

di più seguito, andato a scuola, dato il massimo giocato,

perché anche se ho poco tempo, io penso che il tempo che ho dato i miei figli

sia molto di più del tempo che un genitorio normale che ha caso tutto il giorno da,

perché quel poco è un tempo vero, è un tempo attivo.

Ma no, solo dalle foto che vedi è di cazzo incredibile il rapporto che ho sempre avuto conto di quanti loro,

tanto è vero che poi io dico sempre che grazie a loro se io sono rimasto giovane di testa,

perché mi importavano a casi i loro amici, mi hanno sempre considerato ben un bellissimo rapporto,

quindi da loro ho sempre imparato la nuova musica, i nuovi sport, in nuovo modo di,

tutte le cose nuove fighe, in modo di scrivere i testi,

cioè ho imparato a scrivere una riga e mezza, io ho ottenere 10 righe che oggi chiedo ai miei menes,

io ho imparato a scrivere una riga e mezza quando mando un messaggio, perché è tutto inapreviato,

ma questo grazie a loro, cioè se non altrimenti vai avanti a fare dei poem.

Quindi, nonostante io avessi fatto tantissimo, nella separazione è incredibile,

come i figli delle tre figlie, poi si sono molto legati alla madre,

quindi ho detto, vedrai, quando questi ragazzi avranno diventati i maggiorenni,

vedrai come piano piano si avvicineranno a te,

ed è quello che è successo e non puoi capire che gioca,

di vedere, quando hai sofferto tanti anni, di vedere oggi queste tre bambine,

che hanno un rispetto, una considerazione, un amore, una gioia,

una condivisione di quello che fanno e ti dà veramente tanta.

Di questi sei figli, qualcuno di loro labora con te?

I primi tre, tutti i tre lavorano con me.

Io conosco Stefano qualche anno fa.

Allora c'è Andrea, che è più grande, un direttore creativo, segue tutto il mondo dell'interio design della diesel,

quindi tutti i mobili, gli arredamenti, lampi, pavimenti, cucine, bagni, tutto l'arredamento in genere.

Adesso la diesel sta facendo addirittura i contract,

per cui abbiamo cominciato a fare il primo building a Winniewood, a Miami,

159 appartamenti, dove noi facciamo tutti gli arredi.

Abbiamo fermato uno a Las Vegas, di altri 250 appartamenti,

noi stiamo per firmare un altro adesso a San Paolo.

E quindi è un mondo pazzesco, c'è questa quanta impossibilità di business

che c'è in un brand quando un brand va bene.

Quindi lui si occupa di tutto questo, è proprio creativo puro.

Dopo c'è Stefano invece che è quello più vicino a me,

quello che per certi aspetti è il mio uomo di riferimento per la mia successione.

E quello che ha più knowledge in genere,

mi ha fatto un'esperienza incredibile.

Tutti studiati, i primi tre, tutti qua hanno studiato in America.

Anche lui lavorato in America, poi un giorno trattato a casa,

ha fatto, ogni sei mesi, faceva un'area aziendale

e in più faceva un one-to-one con professori dell'Inseat o della Boccoli.

Quindi si è fatto veramente un masto così,

poi ha avuto i primi incarichi aziendali,

ha fatto il capo del Denim, ha fatto il capo dei progetti speciali,

poi ha fatto la Holding, ha fatto tutto quanto il programma di rapporti

infragruppo del gruppo e poi ha dato in America a fare il capo dell'Ort America.

Ma vive ancora in New York?

No, adesso ho tornato per la famiglia perché è una compagna qua.

Tornato, quindi fa parte del Board di OTB, quindi parte si fa tutti quanti meeting

di tutte e quanti aziende.

In più lui è molto tecnologico, veramente tanto.

Lui ha fatto una sua società di Games.

Noi ce l'avamo sentiti proprio per questo.

E oltre a questa società che si chiama The Cave,

adesso abbiamo fatto una società che abbiamo fatto con il gruppo

e la società che crea business digitali.

Solamente è il brand del nostro gruppo, quindi fa NFIT.

E quindi abbiamo già fatto il predigio e adesso stiamo facendo gli altri progetti

a un sacco di idee, quindi progetti che possono essere di qualsiasi tipo

da creare, delle bambole digitali, da creare della musica digitale,

da creare dell'interazione, della vita totalmente digitale,

quindi tanti progetti che stiamo in questo momento vedendo di apportare ai vari brand.

Quindi lui fa tutto questo.

Dopo c'è una figlia che fa marketing perdizia a New York.

Poi c'è la prima moglie e la seconda che è una compagna,

non è mai stata mia moglie.

Sono due gemelle, una studia qui a Milano

e un'altra invece è già finito di studiare a New York.

Ha fatto prima quattro anni di Boston,

nutrizionista, dopo ha fatto quattro anni di NYU.

È una proprio matta per lo studio.

Adesso ha finito in questi giorni la scuola,

ha già cinque proposti di lavoro

ed è pazzesco, cioè esce da scuola.

Giacomo è il primo impiego a 110 mila dollari,

e tanta roba.

Ma è davvero, mi sembra neanche vera, quindi sono molto felice.

E quell'altra più piccoletta studia marketing communication a Londra.

Piccoletta.

Arriviamo alla moglie della Marietta, quindi ho fatto due anni di vita.

Vi lavoravo, vi divertivo, perché non sono mai divertito.

Hai sfogato un po' tutto quello che hai contato prima.

È perfetto, hai detto tu con poche parole,

due parole hai detto esattamente quello che è successo in quei due anni là.

E un giorno ero circondato di bella gente, è passata una ragazza,

e proprio è stata fatta così.

Ho detto a un mio amico che era là come ho detto scusa,

posso conoscere questa ragazza, ho andato a chiamarla.

E tu pensi che il mio sogno era di trovare una donna interrazionale,

una donna dove potessero parlare la mia lingua,

una donna molto vicina con quelle mie mentalità.

Ma io non conosco questa ragazza, questa ragazza,

mai vista prima di bassarlo da Grappa.

Quindi nella città dove io vivo,

lei sapeva chi era, non avevo mai vista.

E niente, è stata veramente, sei quelle cose così,

a prima vista, è incredibile questa donna,

comunque ha vissuto al mondo, ha vissuto fra Dubai,

New Delhi, New York, Londra, Milano,

lei fa due diligence, fa merge acquisition,

vende, compra aziende, e quindi un'esperienza pazzesca.

Quindi siamo messi insieme,

e poi la cosa bella che avevamo anche cominciato a lavorare insieme.

Quindi è una sfida ogni sera quando vado a casa,

perché lei è un carter pedia, non si ferma mai,

quindi ogni giorno comprerebbe un'azienda nuova.

Vi siete trovati proprio?

Siamo trovati, e poi lei crede che tutto è possibile,

cioè lei dice, perché non chiami il primo ministero?

Dico, castra, come faccio a chiamare il primo ministero?

Ma dai, io conosco il sindaco di Milano, chiamiamolo,

cioè lei, se vuole fare qualcosa,

lei pensa che qualsiasi cosa sia possibile,

è incredibile, lei arriva dappertutto.

Quindi mi dà una carica eccezionale,

mi tiene incredibilmente su,

ci amiamo, abbiamo una bambina stupenda,

e poi l'anno scorso ho deciso di sposarla a Miami,

quindi siamo sposati, stiamo per il momento,

siamo molto felici insieme e ci vogliamo bene.

Cosa credi che sia la felicità nella tua vita,

che ruolo ha la felicità? Sei felice?

Sì, no, io sono felice.

Non puoi essere felice tutto il giorno,

perché la felicità sono poche.

Sono dei momenti di frammenti.

Quando vado dal mio osteopata e lui mi guarda negli occhi,

e mi dice, vedo che sei felice,

oppure vedo che c'è qualcosa che non va,

e lui me lo tira fuori subito, è solo che ti guarda.

Quindi la felicità è data da tutto un insieme di cose,

è data da quantità o meno di problemi che hai,

che a volte puoi o non puoi risolvere,

ma soprattutto la felicità è se non hai delle cose brutte

che ti girano intorno,

perché tu puoi avere anche un'azienda che va male,

e l'azienda che va male sai che è un problema,

perché hai di dipendenti e delle famiglie,

però tu sai che l'azienda che va male tu entri,

analizi, metti le persone giuste, il posto giusto,

capisci che cosa c'è che va e che non va,

e la fai funzionare.

La cosa che invece ti fa star male è quando hai

della brutta gente intorno,

la gente che crea astio, la gente tossica.

Sì, la gente tossica, la gente invidiosa,

la gente che è sempre negativa,

la gente che vede le cose,

ma perché devi vedere sempre negativo?

Cioè dicono non è possibile,

però cercare di eliminare un po' di questa gente

ti rende la vita sicuramente migliore.

Ora io sono molto d'accordo con tua moglie,

credo che tutto sia possibile,

e quando ti senti questa dotera supereroi,

quindi non ti ferma nulla,

perché poi ti rendi conto che tante cose

che non avessi mai pensato di realizzare le realizi,

ma ogni volta che realizzavo una cosa nel mio lavoro,

non mi godevo mai quella cosa,

perché mentre per gli altri la bella,

per me erano i problemi da risolvere tutti i giorni

per farla rimanere bella.

Quando scoperto questa vita, il podcast,

mi ha fatto capire che la vita non è fatta di felicità

e tu metti in conto che ti sei in conto che ti sei in conto,

e i miei commenti, ogni volta che vengo a registrare

un podcast per me, un orgasmo,

un alibidine,

perché sto facendo una condivisione umana

che queste sensazioni nella mia vita non le ho mai provate.

Perché te lo dico?

Perché quando ti senti che tutto è possibile,

rincorri qualcosa,

non sei neanche tu cosa e tutti i giorni

sei in Gaina corre,

è bello anche, perché ti senti realizzato,

e a certo punto ti rendi conto che non c'è, alzi sempre la posta. Quando ti ho chiesto

da tua felicità ti volevo dire ma tu, oggi, se la guardi, ti rendi conto della tua vita

o non ancora, realizi quello che hai costruito, ti godi quello che hai o per godertelo devi

sempre massacrarti. Capisci cosa voglio intendere?

Sì, capisco molto bene, intanto ci sono due tipi intanto di star bene. Il primo concetto

da star bene è che tu ti veda bene. Quindi quando tu ti guardi lo specchio in mattina

dici ah cazzo, mi sento bene, cioè ti vedi bene. E quindi già fare sport, mettete in

forma fisica e vestirti che tu ti piaci quando ti guardi lo specchio, già è una bella storia

perché tu vai a lavorare che hai un'energia diversa. Io dico alla gente che a volte mi

cambio due o tre volte davanti allo specchio e dici ah cazzo se come una donna o no. Cioè

il fatto di dare a lavorare che mi sento bene quando mi dà energia. Perché io dico sempre

alla mia gente, alla mia persona dico sono contento di fare vestiti perché il vestito

è quello che ti dà una mano per sentirti bene esteticamente. Poi dopo il vestito ho

cominciato ad un'altra vita, ho cominciato a curare la vita interiore perché dopo alla

fine ho scoperto che tu sei quello che mangi e quindi da sfogo al cibo giusto, bio, bere

bene, è incredibile quanto tu puoi stare bene, proprio bene, quindi pensa quanti meno

medici, quanti meno pastiglie, quanti meno medicine, è tutto meglio. Quindi io dico solo

un uomo fortunatissimo perché oggi con degli altri business di famiglia mi occupo dello

spirito interiore e poi quello esteriore per cui sono uno felice. Però la tua domanda

di prima era se io mi sento felice. Sì, anche se anch'io rincorro e devo dire qua

mi dà un grande aiuto e me lo dà a riarna mia moglie e dice ma chi devi correre, stai

qua due ore, guarda tua figlia come ti guarda, vieni a letto che ti sta a voglia di stare

con te, a dipendere le tue coccole e sono veramente momenti bellissimi. Ancora con

questo bambino che è 7 anni, il nome ancora con noi, in mezzo. Io vedi, durante la nota

mi metti i piedi addosso, mi metti le mani addosso e ti assicuro in quel momento che

lei mi schiaccia, dentro di me c'è un amore nel quale mi dà una gioia a sentire questa

tederezza, a sentire questo contatto umano che tu non puoi capire. Guarda il nostro

figlio, io due figli, vent'anni lei e sette anni lui, lei ha dormito con noi nove anni

e io dicevo a mia moglie ma anche per la nostra intimità, magari è il caso di no, ma per

lei era incredibile, è bellissima quella sensazione e adesso lo sta replicando con

nostro figlio alla sua camera, però dorme in camera sua due notti su sette alla settimana

il resto con noi e quello di cui parli è meraviglioso. Io me lo godo, noi ci bacciamo

durante la notte e anche lui con i gomiti, con i piedi mi spacca in due mentre dormo

ma è bellissimo. Faccio le cattine sulla schiena e dici un po' più a destra, un po' più

a sinistra, vai più in giù, sono sensazioni incredibili, quello è amore vero, è capito,

quella è gioia, passezza. Poi anche per chi sono abbiamo sentito in queste due ore che

siamo insieme un'ora, si va molto semplice con i piedi per terra, anche se ho fatto

tante cose in una montagna di amici, ma tanti, cioè se vogliamo riempire la casa un weekend,

una cena, un pranzo è facilissimo, vedo la gente che viene a trovarci a Bassano, a casa

nostra, non va più via, devo vandarli via, perché siamo semplici, ma però la gente sta

bene con noi perché non abbiamo niente da esibire, siamo naturali, facciamo la vita

con i nostri amici che vengono a trovarci come quella che facciamo normalmente.

Visto che chi ci guarderà ti vede come un imprenditore e ti scoprirà anche un essere

umano dopo questa puntata, ancora di più di quello che magari emerge normalmente, quindi

finiamo un attimo nel flow nell'imprenditoria. Tu hai parlato in tutto il mondo del abiliamento,

le acquisizioni, ma tu fai un sacco di altre cose, hai parlato di albergo, ne hai comprati

tre, sei nel mondo dell'olio, sei nel mondo dei vini, sei nel mondo del bio, perché

so che tu eri dentro la natura sì, poi sei uscito, hai preso in mano se non sbaglio cortiglia.

Raccontami quali altri business fai in maniera esatto, in modo veloce ma per fare una panorama.

Tutta la parte, i business che non fanno parte della holding della moda, oggi è di cura di

Arna, che nel frattempo quindi è diventata un bel imprenditore, un bel road-vider, quindi

lei è sempre l'acche dialogo per fare cose nuove oppure anche compravende. Grazie alla

natura sì ho cominciato a capire molto bene che cosa sono i prodotti bio e lì per esempio

ho visto le mamme che mandavano dall'amperiatra perché i bambini avevano la pelle rovinata

e solo con due settimane di cibo bio come la pelle cambia, quindi quando dico tu sei

quello che mangi è vero, quindi oggi nel mio mondo di sostenibilità la mia visione

è fare meno prodotti anche di abigliamento ma fare più di qualità, fare meno prodotti

di alimentazione ma molto più di qualità, perché la qualità è un altro mondo intanto

creiamo un pianeta non sorriscaldato, creiamo un pianeta vivibile che noi della mia generazione

lo abbiamo distrutto per fare quantità, per fare produzioni e quindi oggi sono arrivato

a capire quanto importante sia la sostenibilità, quindi stiamo dentro tutte società ovviamente

a oggi sostenibili e quindi dopo la Tura Sì sono passato a Cortiglia che mi piace tantissimo,

sto applicando la mia visione che avevo in Tura Sì che lo mi hanno lasciato fare quindi

sono uscito e poi adesso siamo anche dentro Planet Farm questa produzione che si fa,

che questo è ancora meglio di un bio perché la materia è prima l'insalata quello che

produce il basilico, il pomodoro, non viene mai a contatto con la mano, cioè tutto quanto

viene prodotto in un ambiente che non riceverà mai la pioggia dall'esterno, solamente una

minima quantità di acqua e di irrigazione, non ha contatto con l'esterno e viene anche

raccolto dalle macchine, quindi tu prendi l'insalata direttamente dalla terra e la mangi, se ti

capita mangia un'insalata di Planet Farm e qualcosa di veramente speciale proprio e

vera 100%, quindi lì siamo proprio al massimo della naturalezza di un prodotto e dopo siamo

dentro il campo medicale, abbiamo investito, ci sono veramente tanti progetti dove ci

piace partecipare, non so, oggi tu puoi curare, che ne so un ictus, tu puoi curare il cuore,

una orta, puoi curarlo con delle tecnologie incredibili, tu entri da una vena, si devono

fare delle operazioni pazzesche, tu puoi curare l'obbesità, puoi curare tantissime cose,

cioè il medicale sta facendo dei progressi, io mi ricordo, se lo mio padre prima di morire

mi disse tu virai 120 anni, mi mettevo a ridere, però quando vedo quello che veramente si

può fare adesso con la tecnologia è veramente pazzesco, quello che mi fa male invece vedere

quanta gente sta muorendo ma muoiono purtroppo per colpa della chimicità, le malattie sono

in un incredibile aumento e sono in aumento però più perché i prodotti che coltiviamo

sono pieni di pesticidi, sono pieni di chimica e questo fa male, quindi dovremo veramente

riuscire a fare qualcosa per salvare queste prendere, la sostenibilità è qualcosa di

fondamentale su tutti i campi, quindi non solo nel mio, io ci lavoro tantissimo, sono

proprio dentro, voglio arrivare ai 20-30, al 2030 voglio arrivare che sono 100% sostenibile

tutti i miei prodotti, già per avevo la sfilata che mi ho presentato oggi in diesel

siamo al 70% e tanta roba, perché quando uno ti dice noi facciamo di prodotti sostenibile

si fa uno, oppure usa un tessuto riciclato, si sono minchiate per me, uno che fa Dream

Wash, fare un'azienda sostenibile è un'altra cosa, perché tanto per mettere la sostenibilità

che l'etichetta verde deve avere la certificazione, quindi c'è tutto un processo legale che

deve andare da quando arriva la produzione della materia prima fino alla trasformazione,

fino al prodotto finito, che tutto abbia fatto un processo che sia sostenibile e poi

non c'è solo la sostenibilità della materia prima, c'è anche la sostenibilità sociale

che mai nessuno ne parla, ma la sostenibilità sociale sono condizioni di lavoro, in che

condizioni di lavoro alla gente, come vengono pagati, che tipo di condizioni dai a questa

gente, oggi guarda i gioveri, i gioveri in questo momento si licenziano, vanno a casa,

vanno a stare a casa e magari non hanno neanche un altro lavoro, cioè la gente giovera e

cerca veramente un ambiente dove poter stare bene, per cui lì noi siamo molto avanti da

quel lato, perché non so se viene nel nostro Ed Quota, fatto già qualche anno fa, 10-12

anni fa, noi abbiamo campi da calcio, da calcetto, abbiamo bagni turchi, palestra,

ristoranti, asili, scuole materno…

Un intero poterò perdere questa cosa, chi non avesse visto il tuo Ed Quorter, c'è

uno youtuber che ha marcella Scani che è venuto da te, ha fatto un bellissimo video

dove ha documentato tutto questo, quindi tu hai 64 mila metri quadri, mi sembra che

sia ed è molto bello vederlo, molto bello vederlo, c'è una scuola materna, un asilo,

la palestra, i corsi, ti prendi proprio cura, coccoli, proprio tutte le persone che sono

lì, è un grande nido d'amore.

Possiamo lavare la macchina, la gente arriva, la c'è la macchina già lavata, possiamo

fare sharing car per andare a lavorare, quindi la sostenibilità è uno status of mind, cioè

io ho mandato i miei manager, io ce l'ho come cultura perché nasco poi, ti ho raccontato

prima…

Tu fasci una fattoria se è sostenibile già dal giorno uno.

Però ai miei manager io ho mandato i bocconi, tutti quanti, a fare dei corsi perché vogliono

che non sia solamente una materia che è riciclata, una materia che è stata prodotta

in maniera biologica, io voglio che i miei manager ogni giorno pensano come qualsiasi

cosa che fanno tutto il giorno venga fatta in maniera sostenibile, anche può essere

da spegnere la luce, il computer, come fare un e-mail, non farlo, perché anche un e-mail

cazzo ha un costo pazzesco di CO2, oggi con la tecnologia riusciamo a risparmiare un

sacco di viaggi, meno emissioni di CO2, oggi addirittura progettiamo dei prodotti con le

nostre avatar, direttamente a computer, facciamo vedere la nostra ufficiostilia, riusciamo

ad andare in vendita e solamente se sono poi comprate andiamo a produrre, quindi risparmiamo

il costo di andare dove tu produci, tu puoi produrre in Italia, puoi produrre all'estero,

pensa quanti meno viaggi di aereo, quanti meno viaggi di manchina, quanti meno prototipia,

pensa quanto meno spreco, quindi la tecnologia oggi è incredibile se usata bene, quindi

anche là mi sento bene per come stiamo gestendo le nostre aziende perché io dico tre cose

che sono fondamentali oggi per un'azienda, la tecnologia, la sostenibilità e ultimo

che è una cosa che mi piace tantissimo e voi penso che tutti sappiate quanto stiamo

facendo l'aspetto di prendersi cura del mondo sociale, abbiamo una fondazione, questa fondazione

siamo veramente molto presenti anche tipo l'altro giorno, telema 8 2, noi il giorno

dopo eravamo già in Turchia, diciamo dire io non ho ancora visto una realtà delle

nostre aziende italiane che si è arrivata in Turchia ok, cioè ad ora dopo di noi sono

arrivati ovviamente i gruppi francesi importanti, però è così, non so, il caso ucraida noi

siamo stati i primi, a prendersi cura degli Ukraini, il mondo mio della moda a quale

appartengo, ah cazzo no, non possiamo metterci contro la Russia, la Russia è un paese importante,

facciamo un sacco di business, facciamo soldi, ma io non penso minimamente ai problemi di

mettermi contro il mercato russo, io penso che c'è un problema da risolvere aiutare

la gente dell'Ukraine, di lui siamo andati a aiutare gli Ukraili, non mi sono messo contro

nessuno quindi... In che modo gli avete aiutati?

Vabbè, ho vissuto di quei giorni, tra me andavamo in pulma, là a recuperare la gente,

al bordo della frontiera con la ploria, quindi vamo in pulma, cariche di coperte, cariche

di medicinali, cariche soprattutto di anticoagulante per le ferite, per blocare il sangue

e le moragie, e portavamo a casa la gente, abbiamo portati a casa noi 443, non messi un

po' un mio residence che stavo per rimetterlo a poste, quindi li ho messi là, un po' in

qualche casa che ho non affitata, poi dai miei amici mi hanno dato anche l'ora delle

case, quindi siamo riusciti a sistemarli e quindi dicono la difficoltà, la difficoltà

con l'obburoclastia, la difficoltà per dargli dei visti, difficoltà per assistere a questa

gente, perché poi ognuno ha un problema, ogni famiglia ha un problema, c'è un problema

alla gamba, che è un problema in piedi, che è un problema fisico, organi, il figlio

è una incinta che di, pensa, seguite tutta questa gente, quindi è stato, ne abbiamo

ancora perché poi una, più della metà adesso sono tornati, pensa è la cosa pazzesca che

questa gente, che poi sono tutte mamme con bambini che non ci sono uomini, sono tornate

perché gli dicono tornate, tornate, tornate, poi in realtà la situazione lo vediamo in

Ticbun, non è così fantastica, non lo voglio di tornare, un'altra metà è qua e siamo

riusciti anche, molti di loro a dare il lavoro, quindi oltre a coprire le spese, oltre ad

agli l'assistenza medica, a vizio, all'oggio, educazione, le scuola, i trasporti, organizzare

chi porta scuola, i bambini e l'asilo che di portare elementari e insegnare la lingua,

molti di loro abbiamo dato anche lavoro, poi è gente pazzesca, cioè è gente educata,

è gente che quando lavora, è gente che ti dà qualcosa, è proprio seria, quindi è

un piacere, sono andando a lavoro a questa gente.

Dimmi anche della Turchia perché non vorrei sminuire un grande problema come quello del

terremoto in Turchia, avete fatto cose simili anche per il popolo turco?

Sì, no, per la Turchia abbiamo subito, siamo affiancati alla United Nations e quindi abbiamo

mandato tende, viveri ogni tenda per 5 persone, quindi abbiamo creato i campi, quindi ovviamente

non possiamo farlo da solo, in questo caso siamo alleati con la United Nations e grazie

a loro che hanno tutti questo tipo di organizzazioni, noi partecipiamo.

Hai detto restituire, mi è venuto in mente una cosa che avevo letto di te, dove se non

sbaglio nelle tue conversazioni con Dalai Lama e con tuo papà se non erro, loro ti hanno

insegnato a restituire quello che la vita ti ha dato, mi interessava magari capire se

potevi fare un esempio anche se l'hai fatto dall'inizio di questa conversazione, quindi

essere così umano, così semplice, quindi con i piedi per terra, quindi restituire hai

avuto un grande dono dalla vita, grazie da tuo bravo, ma anche c'è anche la fortuna

e quindi ogni giorno cerchi di ridare indietro qualcosa all'umanità, non so se vuoi aggiungere

qualcosa rispetto a questo.

No, mio padre mi ha sempre insegnato aiutare la gente, proprio noi a casa mia, proprio

aiutavamo la gente, quindi anche il piatto di minestra, anche l'orto ti avanza delle

cose sull'orto, che cazzo te ne fai, cioè diamoli a chi non ce l'hanno, quindi mio

padre mi ha sempre insegnato questo.

E conoscere il Dalai Lama come ne è conosciuto?

Dalai Lama l'ho conosciuto perché veramente volevo conoscerlo, una volta era qui a Bologna

e tramite un amico, ho detto, me lo presenti, e sono arrivato, lo ho conosciuto e da dopo

da quella volta lì ci abbiamo visto un sacco di volte, cioè tipo lui ogni volta che veniva

prima dal Cove, dopo non è più venuto in Europa, arrivava sempre a Francoforte, quindi

io passavo a prenderlo e lo portavo nella next destination, quindi se andava in Inglaterra

o veniva in Italia o dove andava, quindi stavamo insieme nel nostro aereo e quindi ci passavamo

e abbiamo passato un'ora e mezza ogni volta a parlare insieme, quindi lui in questi viaggi

mi ha insegnato quando fai, perché ho sempre aiutato la gente, l'ho sempre fatto senza

farmi vedere, invece lui mi ha detto, Renzo sbagli, lui mi chiamano l'ansido uomo dal

James mi chiamo, tu sbagli devi farlo vedere, e ogni volta che lo fai, farlo vedere e pubblico

perché piuttosto lo fai vedere, per incentivare gli altri e essere così generosi da cuore.

L'ho fatto, ho fatto la fondazione, grazie alla fondazione, oggi è veramente meravigliosa,

penso l'unica fondazione che è andata a parlare al Senato, adesso abbiamo preso un premio anche

da Bruxelles, che le tireremo tra poco, quest'anno ci ha dato addirittura una fondazione americana,

pensate, ci ha dato 100.000 dollari, è pacesco perché ci riconosce che siamo superativi,

non abbiamo costi amministrativi, i nostri dipendenti, sono le aziende che pagano,

i nostri dipendenti, quindi la fondazione non ha costi e tutto ciò che abbiamo va sul

progetto, il progetto cerchiamo di gestirlo più possibile perché non vogliamo che ci

siano gente che fa i furbi, gente che ci mangia sopra, quindi vogliamo proprio che

se 100 euro devono arrivare 100 euro e ci piace anche quando sul progetto mette il nostro

luogo dire e qui che siamo passati che si vede al riconoscimento, le vanno al mio padre e io un giorno

è venuto su a trovarmi, noi si rendeva conto a chi io stavo crescendo, io non ho mai veramente

voluto far vedere ai miei genitori quanto grande ero diventato perché avevo paura che allora

potessero star male, mi madre mi diceva attoso, notte me fedormire a notte, non dormo alla notte

per quello che ho letto l'intervista tua, io cercavo di far vedere meno che potevo a loro di

chi ero e una volta mio padre è venuto su a trovarmi e in fabbrica e mi ha detto,

la vita ti ha dato tanto, ricordate che tu sei obbligato a tornare indietro perché tu hai ricevuto

tanto e devi tornare indietro una parte di quello che hai ricevuto. Tutte le aziende di cui hai

parlato, come fai a seguirle, fai una riunione al mese con ognuna, c'è come funziona, alcune

non le riesce a controllarle, guardi solo da un punto di vista numerico ma non entri nel

merito del contenuto, come gestisci tutto questo portafoglio? Oggi c'è la holding, quindi ha

delle funzioni centrali, le funzioni centrali quindi c'è finanza, HR, legale, logistica,

scouting di negozi al mondo. Questo per OTB? Per OTB e quindi ovviamente OTB ogni

mese, ogni due mesi secondo quel grande dell'azienda si siede con il primo livello di

management di queste aziende, loro presentano i loro progetti, presentano quello che hanno

fatto e OTB gli dà delle indicazioni degli aiuti per quello che loro hanno bisogno. Però c'è

ogni azienda, io voglio che ogni azienda sia indipendente, non voglio contaminazione fra aziende

altrimenti crei di prodotti ibridi, io voglio scoprire, abbiamo di brand veramente figli ma

veramente uno diverso dall'altro, perché Margiela è totalmente diverso da Diesel,

direttamente diverso da Marni o da Jilsander, quindi voglio che ogni brand sia totalmente

diverso, non voglio che lavorino insieme, voglio solamente che vivano il loro successo in

successo dentro la loro casa, che respirano la loro aria e noi andiamo là e dall'alto da

esterni li diamo diciamo secondo me stai facendo male, puoi farli più oppure attento a questa

cosa e loro vanno avanti. Ovviamente adesso dopo tante aziende comincia a avere anche un bel po'

di esperienza, quindi voglio dire non dico che è facile però insomma penso di averne viste,

vissute di cose e anche molto più facile gestire un'azienda quando sei un gruppo,

che è un'azienda quando è da sola, perché tu pensa io una fortuna stupenda che posso vedere

ogni azienda che cosa fa, ogni direttore creativo, ogni ufficio stile, questi i creativi che sono

le persone più fuori di testa che vedono le cose in maniera completamente diversa le

persone normali perché loro hanno una sensibilità che noi non abbiamo e quindi il fatto di vedere

aziende come pensano dopo tu quando ne guardi una pensi a quell'altra magari gli porti,

guarda che quell'altra sta facendo una cosa e quindi lo porti non perché venga copiato quello

che fa un'azienda ma gli porti come stimolo perché allora dico cazzo l'ha fatto lui e

loro si mettono in moto per fare qualcosa che sia in linea con loro DNA diverso ovviamente

da quello che ha fatto l'altra azienda ma anche loro come stimolo per fare qualcosa quindi è

bello gestire un gruppo di aziende perché tu puoi portare energia e poi creare anche

competizione, una sala competizione per la gestione. L'azienda che va meglio di tutte le

tue aziende in entrambe le fazioni quindi OTB è di là quella più in crescita quella più

wow, più figa, più sexy, quella che altri fondi vorrebbero. Ti dico io sono il fondatore di

diesel per cui vengo oggi ho fatto la sfilata di diesel e c'è un cuore c'è un amore pazzesco

perché l'ho fatta io. Poi avete cambiato tanto visto che c'è nel prodotto è incredibile c'è

danno molto visto uno switch pazzesco. C'era un parterre di personaggi oggi alla sfilata e

parlavo non so con l'auro o un'ora fa e mi diceva reso cosa sta succedendo cioè nel mondo

nostro cioè uno di i brand più cool in questo momento è diesel quindi sono orgoglioso perché

ovviamente ne sono i fondatori però devo dire che sono a di là dai fondatori sono fortemente

inamorato di tutti quanti brand che fanno parte della nostra scuderia penso che sono tutti

un diverso dall'altro ma sposano la tua filosofia si spono la filosofia di be brave only the brave

hai cambiato direttore creativo in diesel c'è questo switch c'è stato un cambiamento

pazzesco pensa che a me piace il mondo dell'uso perché c'è molto più marge non vuol dire che

puoi guadagnare di più sì certo ma il fatto di guadagnare di più ti permette che tu puoi

investire di più e poi fare sostenibilità dobbiamo pensare che la sostenibilità costa cioè

un'agenia che fa un prodotto basso non può essere sostenibile non può perché il prodotto

sostenibile a solo la materia è prima costa due volte quella d'orbare ed ecco quindi che

mi piace questo mondo perché ti dà possibilità di investire bisogna di fare le cose giuste per

quello che io ritengo che sia un mondo migliore quindi consumare meno ma consumare meglio che sia

nel mondo esterno al migliamento che sia nel mondo interno l'alimentazione e poi io penso

molto questo prima quando parlavi di valentino e detto mi sarebbe piaciuto con brand del genere

rimanesse in italia quindi ami molto il tuo paese ci sono dei tuoi progetti nuovi che non hai

ancora mai raccontato se puoi raccontarli ovviamente per migliorare l'italia sì allora

diciamo adesso sta facendo anche un'altra cosa ho fatto di recente da qualche settimana

la holding del vino la chiamata brave wine l'idea è di partecipare nei territori nostri

migliori dove si produce il vino migliore quindi siamo arrivati nell'etra siamo diventati i soci

di benanti che proprio la rostroissa del vino dell'etra adesso siamo arrivati nelle langhe abbiamo

preso josetta sappiro che fa del barolo veramente pazzesco ed è un'area incredibile poi

mio confinante gaia quindi un best in class e stiamo vedendo ovviamente altri territori

l'italia perché vorremmo fare proprio quello che avevo fatto nel mondo della moda a farlo

anche nel vino invece progetto nella nostra paese sia un incarico da confindustria che però

le frattempo è diventato un programma filo governativo quindi il progetto era fino a

fuori il meglio dell'italia a farlo vedere portarlo in giro per il mondo e ho cominciato

questo progetto progetto che mi ha preso un sacco di tempo perché ho convotto un sacco

di gente sono riuscito a mettere insieme 1300 aziende però messo insieme delle aziende non

solamente quelle conosciute best in class però devono avere ovviamente dei concetti

che devono essere sostenibili e poi delle up coming poi delle aziende super fighe magari

non conosciute all'edizione delle startup quindi per categoria merceologica sono entrato

in 32 settori quindi ho visto le cose più pazzesche dell'italia ho cominciato a dialogare

con il governo l'ho arrivato con Draghi e poi finito il governo e quindi adesso sto ricominciando

la storia mentre il progetto è pronto su carta adesso bisogna svilupparlo che ho cominciato

a dialogare adesso con i ministri urso e anche i ministri del meri in italy taiani che ho

scoperto una persona veramente incredibile proprio una persona sono rimasto sorpreso

positivamente dalle capacità di questo signore il progetto è di creare una piattaforma dove

c'è dentro questi contenuti di tutti questi settori del best in class ovviamente a partenere

a questo progetto che io ho chiamato brevito gli deve avere le tre milanze caratteristiche

ogni anno potresti essere dentro o fuori in no out quindi devi tenere le tre milanze

requisiti e niente quindi adesso con loro vediamo se lo passano perché non può essere un privato

che fa questa cosa io mi sono offerto a mia spese ho dato questo contributo per oggi questo

progetto deve essere gestito dal governo quindi sono tutti inamorati di questo progetto è veramente

figo penso che la presentazione l'ho fatta fare da un'agenzia di roma totalmente in tre

dimensionale cioè qualcosa di veramente speciale quindi non è niente che vedere con una piattaforma

di queste normali che si vedono normalmente oggi e niente aspettiamo vedere sul governo come è un

po in casi lato perché dovremmo già rispondermi qualche settimana fa però speriamo di capire se

voglio io sorrido perché mi affascina la lucidità che hai in ogni singolo progetto come se ne

avessi due invece nei decine e se ti chiedessi di descrivermeli tutti dello stato di salute

alla visione futura sei incredibilmente preparato e la passione e la cazzim ed è molto bello ti

faccio rispetto a questa una domanda no tu sicuramente oggi hai creato un tuo patrimonio

personale molto importante sei forse tra le persone più ricche del nostro paese quindi

quanto è pesante per sette figli chiamarsi rosso di coniome quindi non la sto guardando

nell'accezione positiva della cosa cosa è insegnato tu ai tuoi figli rispetto a questo perché

saranno sempre additati sto a beva bene normale tu sei figlio di e quindi sempre una condanna

questa cosa anziché magari dare un merito a uno di guardare le sue capacità lo si giudica priori

come la pensi penso che non è bello essere figlio di penso che sia una bella rottura di

balle perché dopo c'è questo questa figura davanti che ha fatto qualcosa e quindi gli altri in

qualche modo faranno sempre il paragone deve essere molto difficile io ho cercato a loro di

portarli dove loro volevo arrivare quindi non gli ho mai dato un incarico dato solamente perché

porta il nome rosso quindi ogni incarico che loro ha avuto arti erano dovuto penare di più e lo

hanno ricevuto dai miei manager quindi ho voluto sempre stare disparte e gli ho fatti soffrire prima

di arrivare ad avere quello che hanno per cui sai non è che uno per forza ricorge perché figlio

di deve essere uguale a cioè le persone nascono con determinate caratteristiche io penso che

l'influsso dei pianeti le posizioni dei pianeti determinano i caratteri della persona quando nasce

quindi ognuno di noi nasce con tempi diversi in situazioni diverse a un carattere diverso anche

se figli di stessi genitori quindi poi l'educazione sicuramente aiuta molto perché alla fine l'educazione

può dare un grandissimo contributo a avere tutto dei valori e questo lo fai diciamo nelle tafiche

arrivano i 12 anni da zero a 12 anni dai valori e questo è fondamentale per un genitore devono

sentire che il genitore c'è trasmettere i valori non sono una serie di cose sul piatto con

esseri educati come ti confronti con la gente su questo penso di essere riuscito a fare abbastanza

bene con i miei figli però non dovrei essere io a dirlo se qualcuno conosci i miei figli e chi

dietro a loro o ditemi voi che cosa ne pensate di loro come sono e dopo 12 anni evidentemente

fare del training sano dei lavori sani anche se sei figlio di non è scontato che pittano

anche tu devi avere il motorino solo perché hai i soldi per comprarlo per avere il motorino devi

fare tanti sacrifici farmi vedere che hai fatto qualcosa allora il motorino è coi cercato di fare

questo per i miei figli e poi a seconda di quello che uno è a seconda di quello di chi tu sei grazie

alla educazione anche che hai ricevuto ti comporterai di conseguenza ti faccio l'ultima domanda ti

voglio chiedere sei paura della morte no no no paura della morte sono molto sereno molto tranquillo

io ho già fatto il testamento 4-5 volte mi sono già assicurato che quando io non ci sarò più

comunque che le cose funzionano che non ci saranno in tre e ci saranno mogli mariti figli che rompono

le balle che fanno queste aziende strane pine di persone non ho io ho già sistemato tutta questa

cosa mi sento tranquillo penso che io dalla vita ho avuto veramente tantissimo quindi non ho paura

di morire e l'unica cosa che mi dispiace sì per questa mia piccolina che volevo di più perché

sono 7 anni quindi penso sarebbero che un figlio potesse del genitore o meno di una qualche

anno in più me ho finito grazie grazie grazie a te se sei interessato a qualche contenuto inedito

puoi seguire il profilo instagram one more time podcast o scrivere personalmente a me su linkedin

luca che se dèi che controllo che gestione sa fare proprio tutto e sì bruno con lui tutti

rendono al meglio mamma mia catia che software fai correre il tuo business scegli team system

l'unico che permette alle aziende di gestire in casse pagamenti direttamente dal software quasi

due milioni di clientele hanno già scelto non ha caso è primo un partner delle nazionali

italiane di calcio team system l'impresa che semplifica la tua

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Oggi avremo il piacere di fare un viaggio con Renzo Rosso, il fondatore del marchio Diesel che ci racconta in profondita’ di tutte le sue creature, della loro metamorfosi e dell’umanita’ con la quale le accompagna. Il dream team di One More Time e’ composto da: Giovanni Zaccaria, Mauro Medaglia, Davide Tessari, Alice Gagliardi e Filippo Perbellini.

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