Daily Five: Quel tweet di Salvini. L’alluvione in Emilia Romagna. La manina sull’Autonomia differenziata

CNC Media CNC Media 5/17/23 - Episode Page - 20m - PDF Transcript

Quelle che avete appena sentito sono le urla disperate di alcuni abitanti di faenza che

invocano aiuto perché intrapolati sui tetti delle proprie case, intrapolati per sfuggire

all'acqua e al fango che hanno invaso il centro abitato dopo le sondazioni del fiume

Laone.

I siti e le pagine social di informazione da ieri sono pieni di video e foto davvero

drammatiche che arrivano senza sosta dalle aree delle miglia romagna colpite come sapete

dal maltempo, le piogge e le conseguenti esondazioni dei corsi d'acqua, le immagini

pubblicate dagli stessi cittadini o riprese con i droni fanno davvero impressione, si

vedono intere città completamente sommersi dal fango, auto e ambulanze immersi fino

al tetto, cittadini che letteralmente nuotano o si muovono in barca e canoa per salvare

i vicini, bambini e anziani che vengono portati in spalla dai soccorsi, mentre sui

cellulari degli abitanti di Bologna, Gesena, Ravenna, Riccione, Faenza ecc. arrivano continuamente

messaggi dalle autorità che li invitano a stare in casa, a non scendere per strada

o addirittura a salire al primo piano delle proprie abitazioni o sui tetti, comunque ne

parleremo.

Nel frattempo, mentre tutto questo accadeva, mentre migliaia di cittadini venivano evacuati

perdevano tutto anche la vita, i morti al momento sono otto, ma si teme che il bilancio

possa gravarsi, dicevo mentre tutto questo accadeva, uno dei più importanti ministri

del governo, quello deputato proprio alle infrastrutture distrute dall'alluvione e

ai trasporti danneggiati dall'alluvione guardava la partita del Milan, per poi, a incontro

finito, scrivere su Twitter la seguente frase, cuore e impegno e telefono che squilla di

continuo, dedicati ai cittadini di Emilia e Romagna che lottano con acqua e fango,

un milan senza cuore, grinta e idee non merita neanche un pensiero.

Tutto in un tweet, tutto nello stesso tweet, il pensiero al dramma degli alluvionati che

proprio in quel momento venivano tra volte dall'acqua e dal fango, è la sua delusione

per il milan, ripeto tutto nella stessa frase, come se le due cose fossero sullo stesso piano

meritevoli dello stesso spazio, paragonabili l'una all'altra.

Ora, come spero, capirete, questa qui non è una questione di destra o di sinistra,

di essere di parte o imparziali e queste idiozie qui, questa è una questione di decenza,

di senso del limite, di rispetto per le vite umane, per le istituzioni, di minimo senso

della misura, del pudore e dell'umanità.

Quando ieri sera ha pubblicato quel tweet, Salvini è stato inevitabilmente bersagliato

da un mare di critiche perfino dei suoi stessi fan ed elettori, tanto da essersi trovato

poi costretto a modificare il tweet, cancellando il riferimento alla partita di calcio.

Però viene da chiedersi, ma davvero c'era bisogno che qualcuno lo avvertisse per modificare

o cancellare il tweet, davvero c'è bisogno che venga detto da altre persone guarda che

hai scritto una cosa indecente e vergognosa, qualcuno dirà ok almeno se nel re suo conto

l'ha cancellato, ma vorrei pure vedere il problema qui e che quel pensiero comunque

per quanto cancellato ha modificato è stato partorito da Salvini, il problema è che quel

tweet ha svelato a cosa stesse davvero pensando in quel momento Matteo Salvini, cosa avesse

fatto in quei momenti dramatici quale sia il peso reale che lui dà a certe tragedie,

il problema è che se quel tweet fosse stato pubblicato da qualunque altro politico o ministro

di un eventuale governo non sovranista oggi avremmo le dimissioni di quel politico arrassegnate

o imposte.

Il problema è che in questi anni Matteo Salvini ha abituato noi e l'informazione a una tale

sequela di dichiarazioni, post, tweet, provocazioni di sumane, insultanti, offensive, perfino per

l'intelligenza altrui che ormai passa tutto quanto come se nulla fosse, perché, ce lo

diciamo, tanto lo ha detto Salvini si sa che Salvini si sa che lui ragiona così, eccetera.

Ecco, visto che allora sappiamo chi è Salvini e come la pensa Salvini, quando decideremo

che la misura è definitivamente colma, che cosa deve fare in più quest'uomo per far

capire di essere del tutto inadatto ai ruoli di grande responsabilità che danni ricopre,

cosa deve fare?

Deve pubblicare un tweet in cui parla di alluvionati con dei morti e di una partita di calcio?

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è mercoledì 17 maggio e restiamo chiaramente sull'emergenza maltempo in Emilia Romagna

per fare un più preciso punto della situazione, ma anche per provare a capire come mai stia

accadendo tutto questo proprio in Emilia Romagna e proprio con queste conseguenze così drammatiche.

Tutto è cominciato, o meglio ricominciato, visto quello che è accaduto inizio maggio

ieri sera, quando a causa degli incessanti e abondanti piogge tutti i fiumi praticamente

dell'Emilia Romagna si sono ingrossati fino a sfiancare gli argini e sondare e travolgere

ben 24 comuni. Le ondate hanno invaso strade, abbattuto ponti, allagato interi gentri abitati,

tanto da costringere gli abitanti a rifugiarsi ai piani più alti, almeno 13.000 persone

sono state evacuate, ma alcune purtroppo non hanno fatto in tempo a mettersi in salvo.

Al momento le vittime accertate, l'aggiornamento purtroppo è continuo, rispetto all'introduzione

purtroppo abbiamo un bilancio già più grave, adesso le vittime sono nove e di alcune di

queste si conoscono anche identità e storie. A mezzogiorno è stato ad esempio identificato

il cadavere di una donna trovata senza vita in spiaggia a Zadina e nel cesenatico. La

donna che aveva 60 anni era scomparza durante la piena di questa notte arronta di cesena, era scesa

nei campi di fronte casa col marito Sauromanuzzi, i due sono stati investiti all'improvviso dall'acqua,

l'uomo è morto per un malore, conseguente allo sforzo compiuto per resistere alla corrente,

mentre purtroppo la moglie è stata trascinata via fino appunto alla spiaggia a Zadina dove

è stata trovata senza vita. Un altro uomo è morto annegato all'interno della propria auto tra

Solarolo e Castel Bolognese nel Ravennate, così come a Forlì un uomo è annegato nella sua

abitazione dopo le sondazioni del fiume Montone. L'anziano viveva in una casa di campagna con

la moglie che è stata invasa dall'acqua, lui è rimasto al piano inferiore dell'abitazione mentre

la donna è riuscita a salire al piano più alto, il corpo dell'uomo è stato ritrovato soltanto

dopo complesse ricerche. Sempre poi sul litorale di Zadina è stato trovato il corpo senza vita di

un'altra donna di nazionalità tedesca. Crolli e allagamenti fortunatamente in questo caso

senza vittime si sono registrati al momento in diversi e dei comuni colpiti. L'autostrada a

quattordici in alcuni tratti è diventata un torrente in piena ed è stata chiusa. A Bologna sono

state chiusa le scuole, negozi, una clinica privata è stata evacuata e il governo ha deciso anche di

annullare il gran premio di Imola in programma questo weekend, il gran premio chiaramente di

Formula 1. La circolazione dei treni poi è al momento molto rallentata in tutta l'Emilia Romagna,

ma anche nelle Marche, diverse tratti sono del tutto state sospese e per la giornata di oggi è

stata prorrogata l'allerta rossa in tutta la zona e le attuali condizioni non permettono la

proseguizione del viaggio con altri mezzi. L'elenco insomma che vi ho appena fatto l'elenco di questa

catastrofe potrebbe continuare per molto e trovate comunque se volete approfondire tutto sui vari siti

di informazione. Proviamo ora però a chiudere questa drammatica pagina chiedendoci come mai stia

accadendo tutto questo e perché proprio in Emilia Romagna. Tra le varie analisi che troviamo sui siti

di informazione, consiglio o almeno vi leggo, almeno in parte, quella pubblicata sulla stampa

affirma del noto geologo Mario Tozzi. In questo lungo articolo Tozzi spiega nella parte iniziale

quella che prova Punta Riasumerbi che sì la colpa e della troppa pioggia piovuta in troppo poco tempo

in questi giorni, però subito il geologo spiega che questa pioggia così violenta e incessante non

è che il manifestarsi non di una strana congiuntura astrale o meteorologica, ma di quel cambiamento

climatico di cui noi sapiens siamo i responsabili che troppo a lungo abbiamo finto di non vedere e

che oggi inizia a presentarci un conto che sarà sempre più salato col passare del tempo. In secondo

luogo però Tozzi precisa come le piogge da sole non bastino a creare la catastrofe a cui stiamo

assistendo. Il cambiamento climatico, scrive Tozzi, non basta. Da noi gli eventi naturali

diventano catastrofici per un fattore peggiorativo ancora dipendente da noi sapiens, ovvero il modo

in cui abbiamo trattato il territorio, e non si tratta in questo caso degli abuse di lìzzi di

ischia, ma dell'alluvione di cemento e asfalto con cui abbiamo ricoperto l'intero territorio

legittimamente, ma senza una minima attenzione avversanti corsi d'acqua e coste. A vedere

le immagini dall'alto della Romagna e delle Marche si rimane sconcertati, i fiumi costretti

in un abito da canali artificiali, rinchiusi in argini impossibili, violentati da ponti troppo

bassi, tombati sotto paesi e città, occupati in ogni singola golena, sbarrati da dighe e briglie

fino a quasi non vedere il loro sbocco naturale. Se togli spazio a un fiume, quello primo o poi,

se lo riprende e a nulla, varranno altre opere in un contesto climatico così estremo. Anzi,

no, varranno i sistemi che rinaturalizzano il territorio, varranno gli spostamenti dolorosi,

ma obbligati di case e capannoni. Varrà una pianificazione dolce delle poche opere che

concorrono davvero, come in Versiglia, dove ci sono state altre piogge importanti dopo l'alluvione

del 1996 che causò diversi morti, ma pochi danni e come nel resto d'Europa, dove si tende a lasciare

i fiumi liberi di esondare a monte delle città nelle pianure alluvionali che, come dice il nome,

sono fatte proprio per questo, a patto di non averci costruito sopra.

Dopo questa lunga ma necessaria pagina sull'emergenza alluvione in Emilia Romagna,

vediamo brevemente le altre notizie di oggi a partire da un giallo scoppiato al Senato,

in merito alla cosiddetta riforma Calderoli, ovvero quella riforma del nostro assetto istituzionale

che prevede un rafforzamento dell'autonomia delle varie regioni, così come voluto principalmente

dal Partito della Lega. Il giallo consiste nel fatto che qualcuno, non è chiaro chi e non è chiaro

se lo abbia fatto volutamente, o per errore, ha in pratica pubblicato sul social LinkedIn

uno studio sull'autonomia differenziata elaborato dal servizio bilancio del Senato,

quindi un settore tecnico, indipendente, e questo dossier, questo studio,

contiene diverse critiche proprio a questa riforma. Quando nel pomeriggio di ieri esploso

il caso politico, leggo dal Corriere, il documento è stato ritirato, ma poi è tornato legibile,

con una spiegazione sibilina da parte dell'ufficio stampa del Senato, che dice

una bozza provvisoria, non ancora verificata sul disegno di legge sull'autonomia,

è stata erroneamente pubblicata online. Il servizio del bilancio si scusa con la stampa

e cogliutente per il servizio arrecato, ma per quanto provvisoria e non verificata scrive ancora

il Corriere, la bozza contiene critiche, in qualche caso anche severe, al testo presentato

dal ministro Calderoli, subito raccolte dalle forze di opposizione da sempre contrarie all'autonomia.

Secondo i tecnici del Senato, autori di questo studio, in sintesi, con la riforma Calderoli

si rischia un aumento degli oneri a carico della finanza pubblica e di conseguenza delle

difficoltà per le regioni più povere, che un po' se vogliamo, riprendo la parola, la critica

principale che è sempre stata mossa da tutti a questa riforma e cioè che questa riforma,

se dovesse entrare in funzione, se dovesse essere attuata, renderà più ricche le regioni già

ricche e più povere quelle già povere. Ora, insomma, dopo le opposizioni, dopo i giornalisti,

eccetera, arriva anche la conferma dei tecnici del Senato. E sia chiaro, tutto questo, questi

tecnici del Senato lo scrivono in maniera molto inec... tecnica diciamo, ma anche inequivocabile.

Le regioni più povere si legge nella bozza, ovvero quelle con bassi livelli di tributi

aerariali maturati nel territorio regionale potrebbero avere maggiore difficoltà ad acquisire

le funzioni aggiuntive. Ripeto, a dirlo, non è un partito, ma un organo tecnico indipendente

del Senato. Resta il giallo, riprendo qui a leggere dal correre, su chi e perché abbia

voluto far uscire sul link di in quel testo, poiché la bozza esce quando stanno per iniziare

le auduzioni di esperti, saranno ben 58, previste dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato

e legito sospettare che la manovra sia figlia di chi vuole frenare o sabotare il DDL.

Magari proprio dentro la stessa maggioranza.

Restiamo sulla politica italiana perché da diversi giorni sta passando quasi come un dato

apurato e reale che l'Italia nel 2023 crescerà, grazie all'attuale governo, più di tutti gli

altri Paesi dell'Unione Europea, proprio di tutti, perché a diffondere questa notizia,

e in particolare fratelli d'Italia, il Partito di Giorgia Meloni, che sui propri canali social

ha pubblicato una grafica con suscritto, l'Italia cresce più di tutti in Europa,

e a seguire una specie di podio grafico che mostra l'Italia al primo posto con una variazione

del pill pari al più 1,2%, a seguire la Francia con più 0,7 e la Germania con più 0,2. Ora,

i dati sono reali, ma la notizia diffusa da fratelli d'Italia non è assolutamente vera.

Come spiega Carlo Canepa su Paggella Politica, non è vero che, secondo le nuove stime dell'Unione

Europea, l'economia italiana è quella che cresce di più tra tutte quelle dei 27 stati membri.

Secondo le nuove previsioni nel 2023, il pill italiano crescerà dell'1,2% rispetto al 2022,

parentesi, l'anno scorso governo Draghi, la crescita era stata il triplo di cui parla

il Partito di Giorgia Meloni, chiusa parentesi. È vero che il più 1,2% è più alto dello 0,8%

stimato dalla Commissione dell'Unione Europea per l'Italia nelle previsioni d'inverno pubblicate

lo scorso febbraio, ma è falso dire, come fa fratelli d'Italia, che il più 1,2% italiano sia

la percentuale di crescita più alta prevista nel 2023 per uno stato membro. Secondo la Commissione

dell'Unione Europea, infatti, quest'anno il pill di ben 13 paesi dell'Unione Europea crescerà più

di quello italiano, l'Irlanda crescerà del più 5,5%, Malta del più 3,9%, Romania più 3,2%

e poi ancora Grecia, Portogallo, Cipro, Spagna, Paesi, Bassi, Slovakia, Lucemburgo e possiamo

includere in questa conta anche Belgio e Zolavenia che avranno un pill, una crescita del pill pari

a quella dell'Italia, quindi è sbagliato a voler usare un efemismo dire che l'Italia cresce più

di tutti in Europa. Quello che si può dire è che la Commissione Europea stima che il pill italiano

crescerà di più di quello delle altre due principali economie dell'Unione Europea, ovvero quella

francese e quella tedesca, ma meno di tutti gli altri 13 citati poco fa, quindi in conclusione

non siamo primi in Europa come ha scritto il Partito di Giorgia Veloni, ma siamo in realtà

quattordicesimi tra l'altro apparimerito con altri due paesi, che è una cosa insomma ben diversa.

Oggi ha preso a circolare molto una notizia che praticamente tutti i siti di informazione riportano

con un titolo simile a questo. Nigel Farage ammette la Brexit è stata un fallimento. Allora chi è

Nigel Farage è perché ne parliamo. Nigel Farage è quello che potremmo definire il principale

esponente di quel movimento d'opinione che nel 2016 convince più della metà degli elettori del

Regno Unito a votare durante il referendum per la Brexit, cioè per l'uscita del Paese

dall'Unione Europea, cosa poi proprio a causa di quel voto avvenuta. Come potete immaginare quindi

sentire dire il leader della Brexit, ammettere che la Brexit è stata un fallimento è una notizia

bomba, verrebbe da dirgli grazie ma adesso vai a nasconderti oppure verrebbe da chiedergli almeno

discusarsi per aver cacciato il Regno Unito in questo guaglio. In realtà però le cose non

stanno esattamente così e devo dire che i giornali con quei titoli almeno a mio giudizio un po'

hanno giocato. Nigel Farage dice sì questo è vero che la Brexit si è rivelata un fallimento,

ma precisa che questa Brexit è stata un fallimento, quella che è stata decisa e coordinate, condotta

dai vari governi che si sono succeduti in questi anni, non l'idea di Brexit in sé, cioè Nigel

Farage non ha detto mi sono sbagliato, la Brexit è un concetto sbagliato, ha detto tutt'altro,

la Brexit ha fallito, ha detto Nigel Farage, perché i politici conservatori che sono inutili quanto

i commissari europei non hanno saputo gestirla affatto e il Paese non ha goduto dei benefici

economici che la Brexit avrebbe potuto portare. Quindi come vedete è ben diverso questo da una

missione di colpa, molti giornali oggi titolano che Farage ha ammesso, usano proprio la parola

a mettere che la Brexit è stata un fallimento, ma come avete sentito lui non ha ammesso niente,

al massimo ha accusato i conservatori di non aver fatto la Brexit che lui sognava. Ovviamente questo

è un modo per Nigel Farage di smarcarsi, un po' di tornare sull'onda, ma anche di smarcarsi

dal disastro della Brexit, è un modo per dire che la colpa di questa catastrofe che ormai nel

Regno Nito ma in tutto il mondo è riconosciuta come tale, ora lo riconosce anche lui, non è colpa

sua ma di altri, ma non è appunto, ripeto, una missione di responsabilità, purtroppo i populisti

e la responsabilità in ogni Paese sono rette che non si incontrano e non si incontreranno mai.

E con questo per oggi noi ci fermiamo qui, io come sempre vi ringrazio e vi do appuntamento a

domani, sempre alle 17, con Daily Five.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Il tweet di Salvini e la nostra assuefazione al peggio.

Catastrofe in Emilia Romagna. Nove morti e città sonmerse.

Una manina ha pubblicato sui social un rapporto del Senato che svela i danni dell’Autonomia Differenziata.

No, l’Italia non è il paese che cresce di più in Europa.

Nigel Farage dice che la Brexit è stata un fallimento. Ma non è una ammissione di colpa.

Per scriverci: dailyfive@cncmedia.it
Seguici su Instagram:
@emiliomola1
@cnc_media

Daily Five, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle17:00 con Emilio Mola.
Una produzione CNC Media
Direzione creativa e post produzione Likeabee Creative Company
Musica Giovanni Ursoleo