Daily Five: Perché Lampedusa è al collasso
CNC Media 9/14/23 - Episode Page - 4m - PDF Transcript
Giovedì 14 settembre e restiamo un attimo sul tema sbarchi in corso a Lampedusa perché
Salvini a parte questa è ancora la notizia del giorno e dobbiamo anche capire come sia
possibile che un fenomeno ormai abituale da anni come questo sia ancora gestito o meglio
non gestito come se fosse una situazione emergenziale e cerchiamo anche di capire perché questa
crisi non sia casuale ma il frutto di precise scelte politiche come abbiamo detto poco fa.
Se oggi sull'isola di Lampedusa ci sono 7.000 persone, scriva Alessandro Azziniti
sul Repubblica, ovvero più di tutti gli abitanti, si possa reinamente affermare che
la responsabilità e delle scelte di gestione dei flussi migratori, scelte che fanno sì
che, diversamente dagli anni passati, non ci sia un dispositivo di soccorso e mare
capace di soccorrere i barconi durante la traversata, prendere a bordo i migranti e
trasportarli poi in porti più grandi dividendo il peso della gestione della primissima accoglienza
tra più strutture. Nel 2014, spiega Azziniti, c'era l'operazione
Mare Nostrum, con grandi mezzi militari ci spingevamo fin sotto le coste della Libia
per intercettare gommoni e barconi, trasbordare i migranti e poi trasferirli in diversi porti
siciliani. Quell'anno, su oltre 170.000 arrivi complessivi sulle coste italiane, a Lampedusa
arrivarono poco più di 4.000 persone. 4.000 in tutto l'anno è qui preciso io, mentre
adesso ce ne sono 6.000 arrivate in pochissime ore. Esaurità Mare Nostrum, riprendo a leggere
da Repubblica, l'anno successivo l'Europa diede vita alla missione Sofia, e anche in
questo caso con oltre 153.000 sbarchi complessivi sulla piccola isola delle pelage, gli sbarchi
autonomi non arrivarono a 20.000, numeri assolutamente gestibili, per altro con un centro di accoglienza
allora più capiente di quello di oggi. Nel 2023, invece, siamo a quest'anno, in assenza
di qualsiasi missione militare, anche i mezzi della Guardia Costiera Italiana e della Guardia
di Finanza sono stati arretrati all'interno e nell'operazione di soccorso, tranne casi
eccezionali, vengono impiegate solo le motovedette e non più i grandi pattugliatori come la 18,
l'Adattilo o l'Agre Goretti. Risultato, le centinaia di barconi che partono dalle
coste tunisine o delle vicine spiagge libiche il più delle volte arrivano direttamente all'Ampedusa,
oppure vengono intercettati quando sono ormai a poche miglia e tutti i migranti finiscono
nell'hotspot. Oltre a questo c'è poi il tema delle ONG. Del 2015 scrive Ziniti anche la flotta
umanitaria svolta un enorme compito, suplendo alla fine delle missione militari, salvando
migliaia di persone che sono state sbarcate quasi sempre in porti siciliani e non all'Ampedusa.
Però il governo Meloni ha deciso di svuotare il Mediterraneo dalle navi umanitarie, imponendo
alle ONG lunghissimi tragitti verso porti del centro e del nord Italia, per sbarcare il più
delle volte poche decine di persone, quelle di un singolo soccorso. Nei giorni scorsi,
se i 112 barchini approdati in 24h all'Ampedusa avessero trovato sul loro tragitto le navi
umanitarie, i migranti sarebbero stati presi a bordo e invece di finire tutti ammassati sul
molo fa valoro, sarebbero stati smistati in altri porti siciliani evitando così il collasso
dello hotspot di L'Ampedusa.
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