Daily Five: Parlateci (voi) di Bibbiano. Covid, archiviazione per Conte e Speranza. Il primo neonato in Parlamento
CNC Media 6/7/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript
Ieri la corte d'appello di Bologna ha solto per non aver commesso il fatto e perché il
fatto non sussiste, praticamente la formula di assoluzione più ampia che ci sia, lo psicoterapeuta
Claudio Foti. Foti era accusato di lesioni dolose gravi, abuso d'ufficio e frotte processuale
nell'ambito di quella grande inchiesta giudiziaria esplosa quattro anni fa e passata alle cronache
come il caso Bibiano. Cos'era il caso Bibiano? Il caso Bibiano, in breve lo ricorderete,
prende il nome dal comune di Bibiano in provincia di Reggio Emilia dove nel giugno del 2019
un gruppo di assistenti sociali, amministratori, psicoterapeuti furono arrestati o indagati
con l'accusa di aver manipolato dei bambini instillando in loro il falso ricordo di abusi
sessuali subiti in famiglia allo scopo di allontanare questi bambini dalle famiglie d'origine
e affidarli ad altre coppie. Claudio Foti, responsabile della onlus Ansela Gretel,
fu da subito ritenuto un personaggio chiave di questa oscura organizzazione e per questo
fu arrestato. Bene, a distanza di quattro anni dall'avvio di quell'inchiesta, Foti,
vi dicevo, è stato assolto con la formula più ampia possibile. Non conosciamo ancora
le motivazioni di questa sentenza per conoscerle, dovremo aspettare che vengano depositati dai
giudici entro 90 giorni e soprattutto il procedimento potrebbe non chiudersi qui, la
procura potrebbe infatti fare appello in cassazione e quindi prima che per Foti la vicenda possa
definitivamente dirsi chiusa e la sua assoluzione diventare definitiva bisognerà ancora attendere.
Detto questo però a oggi la soluzione resta ed è una soluzione piena e di merito. Ciò
che resta anche è però il ricordo della strumentarizzazione che all'epoca alcuni partiti, in particolare
la Lega di Matteo Salvini, i Cinque Stelle di Luigi Di Maio e Fratelli d'Italia di Giorgia
Meloni fecero della vicenda. Il caso Bibiano lo sapete, non ha e non aveva nulla a che
vedere con la politica. L'unico politico coinvolto in questa vicenda fu l'allora sindaco di Bibiano
Andrea Carletti che era un iscritto del Partito Democratico ma fu arrestato per abuso d'ufficio,
fu arrestato per la gara d'appalto relativa alla concessione della sala utilizzata dalla
onlus di Foti, ma non fu arrestato per il resto per ciò che riguardava la presunta manipolazione
dei bambini e l'affido alle altre famiglie. Insomma non aveva questa vicenda nulla a che
vedere con il leader di partito, con i partiti, non c'era nessun politico nazionale coinvolto,
non è mai stato trovato lo straccio della benche minima prova che qualcuno di questi
politici nazionali sapesse oppure si voltasse dall'altra parte etc. Era una questione
dai contorni ovviamente spaventosi veri o falsi che fossero, ma la politica, soprattutto
la politica nazionale non centrava nulla. Eppure quell'estate del 2019 lo ricorderete e passata
alle cronacche politiche, guardate non giudiziarie ma politiche, come l'estate di Bibiano. Giorgia
Meloni si presentò a Bibiano con il cartello in mano, siamo stati primi ad arrivarci e saremo
gli ultimi ad andarci. Matteo Salvini faceva addirittura i comizi portando dei bambini sul
palco e dicendo un giorno sia l'altro pure giù le mani dai bambini. Lucia Borgonzoni, sempre
della Lega, lo ricorderete avrete in mente questa immagine, si presentò in Parlamento con una
maglietta bianca con suo scritto Parlateci di Bibiano. La scritta Parlateci di Bibiano con le
lettere P di colore verde e la lettera D di colore rosso che formavano insieme il simbolo del PD
e del Partito Democratico, comparivano in quei mesi a ogni comizio della destra, comparivano in quei
mesi sui muri delle città, sulle baccheche di tutti i social. Parlateci di Bibiano diventò
lo slogan di quell'estate e cosa significava parlateci di Bibiano? Chi doveva parlarne? Il
sottotesto era che il PD dovesse parlarne, il PD sapesse di queste pratiche contro i bambini
e tacesse. Il leader di allora dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, due mesi prima di allearsi col
Partito Democratico, fece addirittura un video in cui testualmente disse che il movimento Cinque
Stelle non si sarebbe mai alleato col Partito che fagli elettroshock ai bambini, facendo pure
credere cosa poi ovviamente rivelata si del tutto falza che ai bambini a Bibiano venisse praticato
addirittura l'elettroshock. La strategia qual era? La strategia spregiudicata di questi
politici e partiti per quell'estate e non solo per quell'estate fu quindi questa. Siccome il
sindaco di Bibiano e del PD, siccome Emilia Romagna è in mano al PD, allora facciamo credere agli
italiani che il PD, i suoi leader, i suoi dirigenti, i vari zingaretti, i franceschini,
i renzi che allora faceva ancora parte del Partito Democratico, eccetera, non solo fossero a
conoscenza di questa cricca che torturava e rubava i bambini, ma che addirittura ne fossero parte
attiva, che il PD rubasse i bambini e facesse l'elettroshock ai bambini. Oggi tutto questo a
distanza di anni può sembrarci anche solo assurdo dirlo, raccontarlo, può sembrarci tutto
surreale, così disgustoso da non poter essere vero, eppure questo è stato davvero. Davvero
dei politici, quelli del PD che chiaramente possono avere e hanno tutti i difetti che volete,
però sono stati permesi oggetto di una campagna di mistificazione infame di Calugne che li ha
ditati come complici consapevoli di qualcosa di orribile. Davvero permesi leader come Giorgia
Meloni, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, i loro giornali, i loro scendiletto hanno consapevolmente
mentito a milioni di italiani, consapevolmente infangato, senza alcuna decenza e con una
spregiudicatezza mai vista prima, un intero partito a un solo scopo, il consenso. Oggi,
a distanza di quattro anni da quella stagione, l'intero castello, come sappiamo, sta venendo
giù un mattone dopo l'altro, non solo ovviamente non è mai stato o meglio non è mai emerzo alcun
coinvolgimento di alcun politico del PD nei presunti affidi legali dei bambini, ma perfino una delle
figure chiave di quelle inchiesta, ovvero lo psicoderepeuta Claudio Foti, è stato pure assolto
in appello da ogni accusa. E anche se non fosse stato assolto, anche se in tutto o in parte
quelle accuse fossero vere, resterebbe tuttavia la totale estraneità del partito democratico
e dei suoi dirigenti da una vicenda per la quale invece sono stati accusati dagli avversari di
essere complici. Oggi, a distanza di quattro anni, lo slogan parlateci di Bibiano probabilmente dovrebbe
essere riessumato, ma per essere stavolta rivolto ai responsabili di quella campagna d'odio, di
disinformazione che ancora oggi, pur sapendo come davvero stiano le cose, non si azardano minimamente
a chiedere scusa. Quindi Matteo Salvini e Giorgia Meloni e Codazzo al seguito forse è arrivato il
momento che aspettavate. Parlateci voi ora di Bibiano e di come avete usato voi sì dei bambini
e le loro tristi vicende familiari per infangare gli avversari e lucrare voti e potere.
Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità
e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta. Oggi è mercoledì 7 giugno e restiamo
in argomento cronaca giudiziaria e fango mediatico perché pochi minuti fa il tribunale dei ministri
archiviato la posizione dell'ex-premier Giuseppe Conte e dell'ex-ministro della salute Roberto
Speranza nell'indagine sulla gestione della prima fase della pandemia nella provincia di Bergamo,
indagine nella quale lo ricorderete Conte e Speranza erano accusati di omicidiocolposo ed
epidemia colposa. I giudici del tribunale dei ministri, scrivere pubblica, hanno accolto la
richiesta di archivazione per l'ex-premier Conte e l'ex-ministro Speranza perché il fatto non
sussiste, sposando così la linea della Procura di Brescia che aveva sollevato una serie di ragioni
e di fatti che hanno smontato l'ipotesi accusatoria dei colleghi di Bergamo. Agli atti scrivono i giudici
manca del tutto la prova che le 57 persone indicate nell'imputazione che sarebbero decedute per la
mancata estensione della zona rossa rientrino tra le 4.148 morti in eccesso che non ci sarebbero
state se fosse stata attivata la zona rossa. Non solo come si legge nel provvedimento dei giudici,
la contestazione dell'omicidio colposo in relazione alla morte delle persone indicate in
imputazione si basa su una mera ipotesi teorica sfornita del benchè minimo riscontro. Insomma,
un'altra vicenda di fango e menzogne per cui qualcuno dovrebbe chiedere scusa a Conte e Speranza ma
che siamo abbastanza sicuri si guarderà bene dal farlo. Torniamo sull'esplosione che,
nella notte tra lunedì e martedì, ha parzialmente distrutto la diga di Kershon a sud dell'Ukraine
perché col passare del tempo, ricorderete ne abbiamo parlato ieri, questo grave atto di sabotaggio
di matrice ormai quasi sicuramente russa si sta rivelando sempre di più un disastro ambientale
e umanitario di dimensioni enormi. L'immagini che iniziano a circolare da ieri sono spaventose,
si vedono in terri villaggi di case completamente sommersi fino ai tetti. L'autorità ukraine
hanno stimato che almeno 40.000 persone dovranno essere evacuate a causa delle inondazioni. Tra
ieri oggi scrive il post migliaia di persone hanno già abbandonato preventivamente le proprie
abitazioni con la preoccupazione di non poterlo fare in seguito. Chi ha potuto ha caricato su
automobili e carretti improvvisati i propri averi, compresi gli elettrodomestici. Secondo,
le autorità ukraine nel complesso dovranno essere evacuate circa 17.000 persone nei territori
a ovest del dimipro sotto il controllo dell'Ukraine e almeno 25.000 persone nei territori
occupati dalla Russia, quindi la parte aest. Le stime sono provvisorie al momento e potrebbero
cambiare nelle prossime ore in base all'andamento della piena. Nel frattempo sono iniziate a
circolare le prime valutazioni sulla portata del disastro sia in termini pratici per le
popolazioni interessate sia in termini ambientali. La piena sta portando infatti con sé detriti,
oli, esausti, carburanti e altre sostanze inquinanti che avranno un forte impatto lungo
il fiume del nipro. Nelle prossime settimane ci si aspetta la mancanza di acqua potabile in una
vasta area dell'Ukraine meridionale, considerato che il bacino di Kerson era una fonte importante
d'acqua e una delle più grandi riserve d'Europa. I campi non potranno essere irrigati e ci saranno
pesanti conseguenze sulle già precarie capacità di produrre cibo, in parte dell'Ukraine, dopo
l'inizio della guerra. La centrale idroelettrica scriva ancora il posto collegata alla diga non era
determinante nella produzione di energia elettrica per il Paese, almeno non in questo periodo,
ma era considerata una importante risorsa per la produzione di elettricità in modo sostenibile.
L'impianto è ora inutilizzabile e non è chiaro come e quando potranno essere avviati lavori,
per lo meno per mettere in sicurezza le parti che non sono state danneggiate. La società
che la gestisce Rajathe ha detto che la centrale è in buona parte distrutta e che non potrà
essere recuperata. Mettere proseguono le attività di evacuazione e soccorso alle popolazioni interessate
dalla piena del nipro, Ukraine e Russia continuano a incolparci avvicenda per la distruzione della
diga. Ma come ci siamo detti ieri e come oggi spiega in maniera più dettagliata Daniele Reynari
su Repubblica, il cedimento della diga non favorisce Więc gli Ukraine che hanno bisogno di avanzare,
ma favorisce같i i Russi che hanno bisogno di difendere la posizione. Questo impedimento,
scrive Reynari, si realizza in due fasi. In una prima fase l'acqua e il fango renderanno molto
difficile agli Ukraine spostarsi con i mezzi pesanti, come se si fosse tornati indietro alle prime
settimane di marzo. In una seconda fase, anche quando il terreno tornasse praticabile, la distruzione
della diga ha abbassato il livello del fiume Dnipro, che per centinaia di chilometri fa
da barriera naturale fra le truppe ukraine e le truppe russe. Per tentare un attraversamento
del fiume quindi è meglio avere un livello dell'acqua alto o puro basso, non ci sono
dubbi, scriverà i neri, meglio un fiume alto. Però il Dnipro non sarà più così alto per
qualche anno a venire fino a quando qualcuno non riparerà la diga. Non solo, prima dell'esplosione
proseguerà i neri su Repubblica, il livello del bacino che negli ultimi mesi si era stabilizzato
a circa 14 metri e salito fino al livello record di 17 metri e mezzo. L'acqua ormai da giorni
traboccava da sopra alla diga e questo ha massimizzato l'effetto dell'inondazione.
Inoltre, come già sapevamo, i russi avevano piazzato cariche esplosive dentro alla diga,
già a ottobre, e si pensava potessero farle esplodere nel caso le truppe ukraine avessero
superato di slancio il Kershon e avessero provato ad attraversare il Dnipro.
Infine, osserva Raineri, c'è un fattore ideologico che potrebbe identificare chi ha inondato l'aria
di Kershon. I soldati Ukraini tendono a non infierire contro il territorio Ukraino perché
per loro è un territorio da liberare e un fattore che tendiamo a trascurare ma da 16
mesi in Ukraina conta tantissimo ed è diventato questione di vita o di morte. Per questo
la teoria che l'esercito Ukraino abbia deciso in modo deliberato di colpire, in modo catastrofico
con le acque del Dnipro, una regione che in parte hanno liberato a caro prezzo e per il
resto puntano ancora a liberare non torna affatto.
Emergono dettagli sempre più sconcertanti dall'inchiesta che ieri ha portato all'arresto
per tortura e lesioni di cinque agenti di Polizia della Questura di Verona e all'iscrizione
nel registro degli indagati di decine di loro colleghi, accusati di sapere ma di non aver
fatto nulla. A leggere l'ordinanza con la quale il GIP Livia Magri ha disposto gli
arresti domiciliari per i cinque, il più spregiudicato scrive il corriere sembra essere
la gente di Polizia Giudiziaria Alessandro Migliore, che con i suoi 25 anni non ancora
ha visto si delle loro virgolette imprese con la sua fidanzata. Il 22 agosto, con il
telefono sotto controllo, la chiama raccontandole di aver fermato un giostraio e che questo
ha sbattuto violentemente la testa contro il vetro. A quel punto, spiega l'uomo alla
giovane, è intervenuto un altro poliziotto, virgolette bello grosso, che apre la porta.
Tu hai dato una capocciata al vetro, gli fa e adesso ti faccio vedere io quante capocciate
alla porta, boom, boom, boom, e io ridevo come un pazzo. Ma il giostraio insiste, insulta
gli agenti e a quel punto Migliore lascia aperta la stanza di sicurezza, il cosiddetto
acquario proprio perché ha un vetro che permette di guardare all'interno, in modo tale che
uscisse e dice perché io so che là dentro c'è la telecamera, appena uscito ho caricato
una stecca a moi, bam, lui chiude gli occhi e va disasso per terra e è svenuto. Ai presenti
il K.O., a quel punto racconta sempre Migliore è arrivato il collega, boom, gli ha dato
un calcio nella schiena, l'ha tartassato di mazzate, fine chiuse le virgolette, la fidanzata
sembra divertita, minchia, menate proprio e dice e lui mamma mia. Dalle carte, leggo
sempre dal corriere dell'indagine, emerge che alcuni poliziotti tenevano per sé piccole
somme di denaro trovate nelle tasche delle persone fermate ma anche droga. Il solito Migliore
spiega alla fidanzata di aver portato in quest'ura un marocchino, dice, gli ho tirato
una secca, un pugno, e per cui Sendolo è saltato fuori un pezzetto di fumo, un grammo
di Ashish. Indovina chi ce l'ha? Chiede Migliore alla fidanzata. Sempre Migliore,
stavolta racconta di due barboni in un bar, uno dei quali viene caricato sulla vettura
di servizio per essere condotto in quest'ura. Lì ha iniziato a sbroccare e racconta l'uomo
al telefono. Allora gli ho fatto una presa, gli ho calciato fuori e poi l'abbiamo portato
dentro insieme. No, vabbè, gli abbiamo tirato due tre schiaffi a testa ma così giusto per.
Una volta condotto nell'acquario il vaga abbondo dà in escandescenze. Racconta Migliore, l'ho
preso e l'ho portato fuori dalla gella, allora si è buttato a terra, l'ho alzato, l'ho
messo in piedi e ho fatto sinistro, destro, pam pam. Tant'è che il collega fa grande
ideale, grande. L'ho dato un sinistro destro, basta, si è spento e svenuto. L'ho portato
dentro la gella, ho preso lo spray urticante e gli l'ho spruzzato tutto sulla faccia.
Ora i racconti, le intercettazioni proseguono, questo è un articolo del Corriere però trovate
tutti questi resoconti sugli altri siti di informazione, sono da dettagli, ve lo dico
davvero agghiaccianti, anche disturbanti da leggere, però sono dettagli di un modus operandi
che non era un'eccezione a quanto pare per questo gruppo, ma quasi la regola. È che giusto
conoscere, non ovviamente per voglierismo, ma perché questo sistema, come emerge da
tante troppe simili inchieste, non deve rimanere sotto traccia. Poliziotti, finanzieri, carabinieri
sono in Italia centinaia di migliaia e ovviamente non sono tutti così. È stupido anche dover
lo dire, ma le tante inchieste dimostrano allo stesso tempo che non si può ridurre ogni
volta a questi episodi a semplici casi di poche insignificanti melemarce. Qui nel cesto
di melemarce, forse ce ne sono ora un po troppe, se guardiamo solo ai casi che poi vengono
portati alla luce e che ovviamente come in ogni tipo di reato, poi sono solo la punta
dell'iceberg, quella che emerge, ma tutto il resto rimane sotto il pelo dell'acqua.
Casi che tra l'altro vengono scoperti quasi sempre casualmente, indagando su episodi meno
gravi come è accaduto anche questa volta. I membri per bene delle forze dell'ordine
italiane non devono quindi veder macchiato il proprio lavoro e la propria immagine dall'operato
criminale di certi loro colleghi, però allo stesso tempo bisogna essere consapevoli che
queste realtà esistono, sono diffuse e inutile negarle, spesso si giovano di vuoti legislativi
che aiutano un certo anonimato e che invece dovrebbero questi vuoti essere colmati proprio
per aiutare i dipendenti per bene delle nostre forze dell'ordine a distinguersi da
chi ne infanga il nome, l'immagine e il prestigio.
Chiudiamo un po' il leggerezza perché in questi giorni la politica e la stampa nazionale
sono alle prese con un dibattito che oserei di finire con rispetto parlando un po' surreale
relativamente alla possibilità o meno di portare animali domestici in Parlamento e con nel frattempo
che si decida cosa farne di cani e gatti, di deputati e senatori, oggi per la prima
volta nella storia italiana anche in Parlamento una neomama ha allattato il suo bambino, questa
mattina scrive la stampa, la deputata del Movimento Cinque Stelle Gildas Portiello,
a suo secondo mandato, compagna e collega di partito del deputato Riccardo Ricciardi,
ha portato con sé alla camera il piccolo Federico e Federico è il primo neonato della storia
cui è consentito l'accesso all'Aula di Montecitorio per stare con la sua mamma. L'annuncio
del Presidente di turno dell'Aula, Giorgio Moulet, è stato accolto ovviamente con un
applauso da parte di tutti i membri dell'Aula. Le deputate e neomamme possono infatti allattare
in aula solo dallo scorso novembre, come ha stabilito l'aggiunta del Regolamento della
Camera, la deliberazione dell'aggiunta di Montecitorio stabilisce che le neomamme possono
accedere all'emiciclo assieme all'attante fino a un anno di età e all'attare direttamente
in aula, in una postazione che sarà individuata da questi ori in prima fila o in tribuna dove
garantita una maggiore privacy. E con questo per oggi ci fermiamo qui, io vi ringrazio
per l'ascolto e vi saluto e vi do appuntamento a domani sempre alle 17 con Daily Five.
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creativa e post produzione like a be creative company.
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Epidemia colposa, archiviata la posizione di Conte e Speranza.
Ucraina, il crollo della diga ora fa paura. Decine di migliaia di sfollati.
Poliziotti arrestati, la ferocia delle aggressioni nelle intercettazioni.
Parlamento, per la prima volta una deputata allatta nella Camera.
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