Daily Five: Pace, la Cina fa sul serio? La BCE alza ancora i tassi. Ha ucciso 8 bambini ma non andrà in carcere

CNC Media CNC Media 5/4/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

Ieri, una ragazza di appena 16 anni, Maria Antonietta Cotillo è morta a Montefalcione

in provincia di Avellino perché mentre faceva il bagno nella sua vasca piena d'acqua, il

cavo del telefono che stava in quel momento utilizzando è finito in acqua folgorandola

all'istante.

Ad avvisare i soccorsi è stata la mica con cui la giovane era in quel momento in videochiamata.

La ragazza ha raccontato di aver assistito a tutta la scena, di aver visto la mica praticamente

morire in diretta e urlare il suo nome.

È una tragedia che Strazia e Adolora, Maria Antonietta Cotillo era giovannissima, sognava

di fare la chef, viene descritta come una ragazza solare, studiosa e piena di umanità

e sconvolge che questa vita sia finita per quella che potremmo definire una leggerezza.

E ve ne parlo, ve ne parlo in apertura di questa puntata proprio perché questa leggerezza

è più comune di quanto possiamo immaginare dal momento che un po' tutti, in particolare

più giovani, riusciamo sempre meno a staccarci dei nostri telefoni.

Quindi se questa tragedia può servire almeno a prevenirne altre, allora è bene parlarne

subito.

La ragazza di Montefalcione non è infatti la prima a morire in questo identico modo.

Nel 2017 forse qualcuno lo ricorderà, era successo lo stesso a una 18enne di crotone

che aveva collegato lo smartphone a una ciabatta mentre era nella vasca da bagno e che poi è

finito in acqua.

E uscendo dai confini italiani c'era stato il caso del 32enne londinese Richard Bull di

Rina Ribnikova, campionessa russa di arti marziali e di una sua connazionale eccetera.

Tutti trovati morti nelle stesse condizioni, allora è forse il caso di partire da queste

tragedie per invitare a una maggiore cautela affinché non si ripetano.

Molti di noi, forse anche istintivamente, sapendo che un telefono può stare tranquillamente

in acqua.

E sapendo che il cavo che usiamo per caricare gli smartphone è attraversato da una corrente

molto lieve circa 5 volt, credono che allora si possa usare quel cavo con leggerezza anche

in una vasca da bagno.

Ma come si apprende da queste tragedie che continuano a ripetersi, le cose non stanno

così.

Lo smartphone si può usare in acqua.

Il problema, spiega però la redazione di login del Corriere.it specializzata in tecnologia,

sorge nel momento in cui lo smartphone è in carica.

E' bene precisare che non può essere chiaramente il telefono a causare la morte di una persona,

anche se fosse agganciato alla presa a muro e da questa si staccasse per finire in acqua

la quantità di corrente che dalla porta di alimentazione passa per il cavetto non sarebbe

tale da causare una folgorazione.

I pericoli sorgono quando c'è un cavo difettoso oppure con parti scoperte, ma soprattutto

dall'ipotetica caduta in acqua dell'intero caricatore, i cui dentini, quelli che stanno

alla fine del cavo di alimentazione, quelli potrebbero essere il presupposto del passaggio

di corrente da una fonte primaria attraverso il conduttore e da qui alla persona immersa,

una potenza sicuramente minore di 220V ma resa rischiosa ad alcune condizioni come l'assenza

di un salvavita.

I caricatori sono dotati di un trasformatore che assicura di non poter entrare in contatto

con la tensione principale, ovvero con quei 220V che vengono ridotti e catalizzati dal

trasformatore appunto prima di raggiungere il telefono.

Nel caso però in cui è lo stesso caricatore a entrare in acqua, questa protezione per noi

ma anche per lo stesso smartphone che altrimenti verrebbe bruciato appena messo in carica viene

meno.

Quindi alla luce di tutto questo, anche alla luce di questa spiegazione stiamo attenti,

non commettiamo la stessa leggerezza, non utilizziamo lo smartphone durante il bagno

nella vasca soprattutto, o meglio se è collegato al caricatore perché è estremamente pericoloso.

Spiegiamolo a noi stessi, ricordiamocelo, ma spiegiamolo soprattutto ai più giovani.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media, per comprendere

l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi giovi di quattro maggio e ieri abbiamo parlato molto di questo presunto attacco con

due droni al cremlino nella notte fra martedì e mercoledì, attacco che le forze russe

hanno subito sventato mettendo fuoriuso i due vivoli e che le autualità di Mosca hanno

immediatamente attribuito all'Ukraine, per loro quei due droni sono stati inviati sulla

capitale russa e in particolare sul cremlino allo scopo di uccidere Putin, nel quale

nemmeno però era presente nella residenza che spetta al capo dello Stato.

Commentando la notizia, oggi è la principale notizia di apertura di tutti i giornali,

però commentando l'aieri vi dicevo che questa ricostruzione fornita da Mosca che accusa

l'Ukraine di essere la responsabile del lancio dei droni per uccidere Putin, puzza parecchio

di bruciato.

Un simile attacco da parte di Kiev non avrebbe alcun senso, lo abbiamo anche detto ieri

visto che non avrebbe mai potuto avere successo e avrebbe fornito solo a Putin una scusa in

più per giustificare la guerra in Ukraine e per suadere i russi a stringersi ancora

di più al loro leader.

Ecco, a distanza di 24 ore questa ipotesi della messa in scena sta prendendo sempre più

piede.

A rafforzarla c'è il fatto che Mosca non ha intanto ancora fornito alcuna prova che

dimostri che i droni in questione fossero ucraini e come se non bastasse questa mattina

la versione russa è già un po' cambiata.

Per Dimitri Peskov porta voce di Putin dietro quei droni adesso ci sarebbero perfino gli

Stati Uniti, il che potete immaginare suona perfino stupido visto che Putin ucciso soprattutto

in quel modo non farebbe altro che mitizarlo, martirizarlo, creare ulteriore instabilità

e portare al governo della russia frange perfino più estreme di quelle che governano oggi

il Paese, quindi non si capisce specia per quale motivo gli Stati Uniti avrebbero dovuto

suicidarsi in questo modo.

Per venire a capo allora probabilmente di questa vicenda dovremmo farci la più classica e la più

ovvia delle domande.

Ma a chi è convenuto questo presunto attentato con i droni?

Alcune risposte a questa domanda le fornisce oggi Lawrence Corb ex-assistente del secretario

alla difesa degli Stati Uniti d'America, quindi sicuramente lo diciamo una voce che può essere

ritenuta non in parziale ma che nel bollare come una messa in scena questa storia dell'attacco

a Putin o con i droni porta una serie di ragionamenti, di motivazioni che invece possiamo definire abbastanza

oggettive.

Le accuse a Kiev, leggo da Repubblica, non reggono per motivi pratici e politici.

Come prima cosa spiega Grob gli Ukraini non hanno la capacità militare di lanciare un

attacco sul Kremlin e uccidere Putin, forse al massimo un'azione dimostrativa, ma soprattutto

non avrebbero alcuna convenienza a farlo, perché darebbero a Mosca la scusa per scatenare

una rappresaglia e irriterebbero allo stesso tempo gli Stati Uniti di cui hanno assolutamente

bisogno per continuare a combattere.

Va considerata, aggiunge Corba, la possibilità che qualche dissidente russo interno alla

Russia abbia la volontà di eliminare il leader del Kremlin, ma non è facile che abbia

la possibilità concreta di farlo e certamente non nel modo in cui abbiamo visto dal video

del presunto attacco dell'altra sera.

Quindi potrebbero essere stati gli stessi russi a inscenare questo finto attacco?

Le motivazioni, leggo ancora da Repubblica, per un'operazione di propaganda russa ci sono

tutte e sono anche spiegabili.

Come prima cosa, spiega Corb, non c'è dubbio che le forze armate di Mosca siano in grande

difficoltà e abbiano subito molte perdite.

Inoltre tutti si aspettano l'inizio della controffensiva Ukraina, che minaccia di liberare

altre parti dei territori occupati legalmente dopo l'invasione.

In più andiamo verso la celebrazione del 9 maggio, che è il più grande appuntamento

patriottico per il Paese, per la Russia.

In queste condizioni, è logico supportare che Putin voglia galvanizzare la popolazione

consolidando il supporto per una guerra che gli sta sfuggendo di mano.

Un attacco degli Ukraini al Kremlin sarebbe l'evento perfetto da usare per recuperare

il consenso perduto sulla guerra.

Ora non è detto che gli obiettivi del governo russo siano limitati alla propaganda, oltre

a questo elemento politico con Clude Corb c'è anche quello militare.

Mosca forse cerca delle scuse per lanciare operazioni ancora più sanguinose di quelle

condotte finora.

Magari proprio per anticipare la controffensiva Ukraina o rispondere con la massima forza possibile.

Restiamo ancora un attimo sul conflitto russo-ukraino perché vorrei segnalarvi una

novità riportata oggi da alcuni giornaliche, se confermata, se dovesse davvero prendere

piede, potrebbe rappresentare una svolta forse determinante riguardo al conflitto.

E quale è questa novità?

La novità è che la Cina si starebbe stancando di questo conflitto voluto e trascinato dal

suo partner russo e potrebbe quindi seriamente questa volta collaborare perfino con gli Stati

Uniti nella ricerca di una soluzione pacifica.

Noi oggi sappiamo che la Russia, seppur isolata da tutto l'Occidente, ha trovato fino a oggi

nella Cina di Xi Jinping se non un paese alleato, almeno un partner che non gli ha

chiuso tutte le porte in faccia come hanno fatto altri.

Anzi forse è l'unico partner di rilievo che sta consentendo a Putin di non essere

del tutto isolato e alla Russia di sopravvivere economicamente.

Oggi Putin e la Russia sono di fatto dall'inizio della guerra, estremamente dipendenti dai

desiderata di Pekino e Mosca è anche consapevole che a Pekino sono legati poi altri paesi,

soprattutto in via di sviluppo, che stanno consentendo alla Russia di respirare nonostante

di solamento.

Insomma, per tagliarla con la cetta, Xi Jinping probabilmente è l'unico che può dire oggi

a Putin.

Caro Vladimir, ci hai provato, non ci sei riuscito, ti sei dimostrato un incapace, le

due forze armate che dovevano mettere paura al mondo dopo un anno di guerra non sono riuscite

nemmeno ad avere la meglio su un piccolo esercito come quell'Ucraino, adesso però basta, sediti

al tavolo della pace e negozia.

Allora ve l'ho fatta ovviamente cruda, ve l'ho fatta semplice, però alla fine nella

sostanza le cose stanno più o meno così.

Alla luce di questo viene da sé quindi che la collaborazione della Cina per trovare

una vera pace, dove per pace si intende una soluzione in cui non sia favorito solo l'amico

Putin ma si riconoscano anche le ragioni degli Ukraini, dicevo viene da sé che la collaborazione

della Cina, un'eventuale collaborazione della Cina per una vera pace sarebbe più

che determinante e questa possibilità oggi finalmente sembra davvero prendere piede.

Perché? Perché a parlarne in questi termini è una personalità che potremmo definire

al di sopra di ogni sospetto, ovvero il secretario di stato americano Anthony Blink,

cioè non proprio un amico della Cina, se vogliamo ancora semplificare potremmo dire

un avversario della Cina, uno che quando Xi Jinping ha presentato a febbraio scorso

il suo piano di pace in 12 punti ha liquidato questo piano come carta straccia, ora invece

qualcosa sembra essere cambiato. Nel corso di un'intervista Blinken ha detto che è sicuramente

possibile che la Cina abbia l'influenza per svolgere un ruolo nello sforzo per costruire

una pace giusta e duratura e ha definito addirittura positivi alcuni punti del piano

cinese, cioè lo stesso piano che appunto Blinken aveva scartato appena due mesi fa.

Blinken ha definito poi positiva la telefonata tra Xi Jinping e Zeneschi perché ha detto

il leader cinese ha voluto ascoltare finalmente il punto di vista della vittima e non solo

quello dell'aggressore. Lo so, mi rendo conto che possono sembrare queste frasi, delle inezie,

quasi delle dichiarazioni un po' di circostanza, ma nella dialettica particolare che da anni

e in corso tra Stati Uniti e Cina, ognuno ognuna di queste parole ha un peso enorme.

Allora adesso la domanda è, ma allora quando si potrebbe arrivare davvero a un intervento

anche della Cina sulla Russia per una soluzione diplomatica? Su questo non bisogna, diciamolo,

farsi troppe illusioni. Qualunque iniziativa diplomatica, dobbiamo saperlo, non arriverà

prima della ormai imminente e controffensiva Ukraina. Come sapete a breve entro la fine

della primavera, l'Ukraine tenterà una forte e forse definitiva controffensiva

contro i russi per provare a ricacciarli indietro. Questa tappa purtroppo è inevitabile. Fino

oggi per mesi russi e ukraini hanno portato avanti una guerra quasi di trincea in cui ci

si è massacrati a vicenda senza però che nessuno avanzasse di un passo. Prima di sedersi a parlare

quindi è necessario per i due contendenti un ultimo attacco su larga scala, un ultima prova

di forza, quella definitiva. Terminato questo attacco sarà finalmente più chiaro chi ha

ceduto terreno e chi lo ha coquistato e a quel punto si capirà se l'Ukraine può reggere o

addirittura avanzare, se i russi possono reggere o addirittura avanzare, se c'è un possibile

vincitore, un possibile perdente o se la guerra rischia di durare anni e anni. Quindi ognuno

con questa controffensiva che arriverà a momenti potrebbero volerci pochi giorni, poche settimane,

massimo un mese però alla fine di questa controffensiva ognuno pianterà la propria

banderina e attorno a quella banderina ci si siederà per negoziare alla fine del conflitto.

O meglio secondo quanto ci siamo detti fino a questo momento gli Stati Uniti imporranno all'Ukraine

di sedersi a trattare e la Gina lo imporrà alla Russia. Se le due superpotenze, quella americana

e quella ginesa faranno davvero insieme ognuna la propria parte forse se ne verrà a capo,

altrimenti è difficile. I segnali di una simile e pocale collaborazione e concludiamo ci sono tutti,

così come però ci sono anche, va detto, degli scetticismi. Perché c'è dello scetticismo?

Beh perché se la Gina dovesse rivelarsi con l'avvalo degli Stati Uniti fondamentale nella

mediazione per la pace, cambierebbe anche agli occhi del mondo e dell'Europa l'immagine della

Gina e a quel punto tantissime cose possono cambiare. La stessa Europa potrebbe a quel punto dire agli

Stati Uniti, beh, la Gina ha risolto questo enorme e pocale problema, quindi la Gina possiamo

considerarla finalmente non più tra i supercattivi, quindi possiamo tornare a fare affari con la

Gina e questa è un'eventualità che chiaramente agli Stati Uniti non farebbe piacere. Se anche

l'Europa si mettesse a fare affari di maggiore rilievo rispetto agli attuali con la Gina,

è chiaro che gli Stati Uniti perderebbero potere, perderebbero quote di mercato,

eccetera, quindi potrebbe allora non far piacere tutto questo. Quindi in conclusione però andiamo

con i piedi di piombo, prendiamo questi segnali come una positiva novità, come una ragione di

speranza, però anche senza farci troppe illusioni. Per ora la guerra va avanti e nelle prossime

settimane purtroppo arriverà la vera tempesta. Dopo di quella vedremo chi accadrà.

Mentre il registro sono da poco passate le 15 e arrivata da Francoforte la conferma a una notizia

che in realtà era già abbondantemente nell'aria. La banca centrale europea ha appena deciso di

aumentare di altri 25 centesimi i tassi di interesse nell'aria euro portando il tasso

di riferimento al 3,75%. Di cosa si tratta? Beh si tratta del settimo rialzo in appena 10 mesi

dopo che a luglio del 2022 dopo anni di tassi negativi la BCE aveva innalzato per la prima

volta il costo del denaro da 0% allo 0,5%. Oggi ripeto siamo al 3,75%. La corsa dei tassi

che si è registrata in questi mesi ricorda il corriere non ha precedenti nella storia da

quando esiste l'euro e ha riportato il costo del denaro a livelli mai più toccati dal 2008.

Ora che ce ne frega a noi della BCE che alza i tassi di interesse? Beh ce ne frega e tanto perché

è proprio in base a questo tasso di riferimento che si decidono poi le rate dei mutui soprattutto

a tasso variabile e dei prestiti. Più è alto questo tasso deciso dalla BCE, più costano mutui

e prestiti a famiglie privati e imprese. Ma allora perché la BCE vuole farci pagare di più? Beh

perché la banca centrale europea oggi ha la priorità di abbattere l'inflazione, l'inflazione come

sapete, come abbiamo reimparato dopo tanti decenni da un anno a questa parte è un enorme problema

perché con l'andare del tempo devora gli stipendi, devora le pensioni, devora i risparmi in banca e

purtroppo da oltre un anno come sapete in Italia e in Europa l'inflazione è molto cresciuta e

è arrivata a superare anche abbondantemente il 10% e questo va chiaramente combattuto con

ogni arma possibile. L'arma di cui dispone la BCE è appunto all'aumento del costo del denaro. Più

aumenta farsi prestare dei soldi, meno gente chiederà i prestiti, meno moneta ci sarà in

circolazione e quindi più l'inflazione dovrebbe ridursi. Funziona in genere sì e parzialmente ha

anche funzionato quest'anno ma non nella misura sperata. Proprio due giorni fa l'Istat ha diffuso

gli ultimi dati che hanno evidenziato come in Italia ad esempio dopo un breve periodo di

scesa l'inflazione si ha già tornata a salire. Si spera che questo ulteriore aumento abbia al

meno questo effetti più consistenti sulla battere l'inflazione, in quel caso forse la BCE

potrebbe decidere di non alzare ulteriormente tassi, in caso contrario resterà purtroppo una strada

quasi obbligatoria. Marte di mattina lo sapete a bel grado si è consumata una strage molto simile

alle sparatorie di massa nelle scuole che siamo abituati a vedere negli Stati Uniti. Costa

Kicmanovic di appena 13 anni ha ucciso 8 bambini e una guardia giurata sparando loro con due pistole

rubate al padre regolarmente però detenute da quest'ultimo. Il killer aveva pianificato tutto

da un mese appuntando ogni passaggio che avrebbe compiuto su un foglio A4 e stando a quanto ha

preso fino a questo momento avrebbe agito per vendetta contro i compagni che lo avrebbero emarginato.

E con nonostante la lucidità nel pianificare la strage, nonostante la freddezza nell'eseguirla,

nonostante questo 13 genne abbia ammazzato a sangue freddo 8 bambini e un adulto per lui

non si prospetta in alcun modo la reclusione in carcere o in qualsiasi altra cella. Costa

Kicmanovic, se ritenuto affetto da disturbi mentali, sarà curato in una struttura idonia e poi

lasciato libero dopo le cure, altrimenti, se sarà giudicato perfettamente sanotimente,

tornerà subito a casa immediatamente libero. Questo proprio perché il giovane stragista

compirà 14 anni solo a luglio. Attualmente ne ha ancora 13 e ciò per l'ordinamento giuritico

servo lo rende penalmente non responsabile del massacro che ha compiuto. Avere meno di 14 anni

non consente l'incriminazione, spiega a Repubblica l'avvocato della famiglia Kicmanovic. La sua

condizione è mentale e valutata in queste ore. Se viene fuori che sano sarà rilasciato subito

e sarà affidato a un tutore legale che potrebbe essere uno dei nonni, in questo caso sarà comunque

seguito dai servizi sociali. Al contrario, se dovessero giudicarlo mentalmente instabile,

sarà portato in un ospedale psichiatrico e dovrà sottoporsi a terapie fino a quando

non sarà considerato guarito. Comunque, mai in carcere, nemmeno nel carcere minorile. Il

fatto che abbia sparato ai suoi compagni di scuola, compresa una ragazzina di cui secondo i suoi

vicini di casa costa era innamorato, non avrà conseguenze pesanti. Chi invece rischia una pena

a 12 anni è il padre Vladimir Kicmanovic, famoso radiologo di Belgrado. L'uomo è in stato di fermo

per 48 ore e sotto indagine. L'esito più probabile spiega ancora l'avvocato della famiglia e che

venga accusato per aver messo in pericolo la sicurezza pubblica, un reato che nel peggiore

degli scenari, dovuto al fatto che non avrebbe custodito perfettamente le pistole, le quali

erano in una cassa forte di cui però il ragazzino conosceva la combinazione, dicevo potrà costare

all'uomo una detenzione per 12 anni. E con questo aggiornamento per oggi ci fermiamo qui. Io vi

ringrazio per l'ascolto, vi saluto e vi do appuntamento, come sempre, a domani alle 17 con Deli Five.

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La ragazza uccisa dal caricatore del telefono.

Presunto attacco di droni al Cremlino: si fa strada l’ipotesi della messa in scena russa.

Pace, la Cina forse fa sul serio. E a dirlo sono anche gli americani.

La BCE alza ancora i tassi. E non è una buona notizia per mutui e prestiti.

Il 13enne che ha ucciso 8 bambini a Belgrado non andrà in cella. Sarà affidato ai nonni.

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