ONE MORE TIME di Luca Casadei: Pablo Trincia, la sua storia in 5 minuti

www.repubblica.it www.repubblica.it 5/23/23 - Episode Page - 6m - PDF Transcript

In Liberia siamo andati a raccontare ebola e lì c'era sto bambino che era appena morto

l'avevano messo in un sacchetto di plastica, era un bambino piccolissimo e c'era la madre che

era una ragazzina appoggiata contro il muro che piangeva disperata e c'era tutta la famiglia

che piangeva disperata e io mi ricordo che c'era l'autrice, detto dai fai questi in quadratura,

fai quelle in quadratura, perfetto, totale, ok, resta così, vai sulla mamma, vai sul bambino,

bella, ce l'abbiamo, top, andiamo a mangiare. La sera sono tornato in albergo e detto no,

spettà un attimo, ma chi cazzo sei diventato? Cioè, sei tu il protagonista o è la storia

protagonista? Di cosa ti importa, di te stesso o di quello che stai raccontando?

Sono nato in una famiglia abbastanza tipica, perché non ero programmato innanzitutto,

sono figlio di un piccolo incidente, un bel benedio, sabato sera. Figlio unico?

Figlio unico, poi ho due sorelle, un fratello che sono venuti dopo quando i messi sono separati,

mio papà si è risposato, però sono cresciuto figlio unico. Niente, io ho mia madre che ha

una storia molto particolare perché i suoi genitori, i miei nonni, venivano dall'Iran e

mio nonno Materno era uno dei leader del partito comunista in Iran, tra l'altro c'è

addirittura su Wikipedia, si chiama Santa Maria, è stato un grande intellettuale, un grande

poeta, che però durante l'epoca dello Shadi Persi era scappato dall'Iran e si erano

trasferiti in unione sovietica dove avevano avuto come dire una sorta di asilo e mia

madre era nata lì, era cresciuta lì e poi loro si erano trasferiti in Germania est,

a Lipsia. A un certo punto ce l'ha stato lo tsunami,

tsunami devastante, mi pare nel 2004, il giorno di Santo Stefano, nel 2004, indonesia, malesia,

Tailandia, India e mi ricordo che dopo 9 giorni avevano trovato un, ero scelta la notizia,

hanno trovato un tizio aggrappato a un tronco che era stato per 9 giorni alla deriva e l'avevano

ripescato incredibilmente vivo anche se veramente quasi in fin di vita, in malesia. Esce

questa notizia sulla BBC, io mi ricordo che c'era mio collega alle vicine a me di faccio

dai cazzo, adesso lo chiamo, e lui mi fa, è come cazzo lo becchi, chiami il tronco,

tu sta a vedere, nel giro di 3 ore sta a voltelefono questo qua.

Andavo nei posti peggiori, hai bisogno dei peggiori bar di Caracas, pure i peggiori

hotel di Caracas, che sono cose che hanno senso se hai 20 anni e sei lì che giri il mondo per divertirti,

ma quando inizia da avere 30 anni, perché era il 2007 io avevo 30 anni, e vedi che non vedi una

prospettiva, non te ne accorgi quando la gente ti caga o quando la gente ti considera, quando la

gente ti chiede delle cose, ma se sei sempre tu a inseguire gli altri, poi ti guardi intorno,

io vedo i miei compagni di università che comunque dopo la laurea c'era chi lavorava alla

Croce Rosso Internazionale, c'era chi lavorava all'ONU, c'era chi lavorava e avevano degli stipendi,

avevano un lavoro vero e mi sentiva ancora... Sì delle sicurezze. Sì, io mi sentiva ancora

il sognatore, capito che voleva fare Tiziano Terzani, in un mondo che non era più quello,

perché erano cambiati i tempi, erano cambiato il mercato e quindi mi sono proprio messo lì a

dire ok, non voglio arrivare a 40 anni a dormire sui divani della gente per campare,

per scrivere un pezzo da qualche parte, non mi interessano, non voglio, so di valere molto

di più, mollo tutto, basta. Cioè non faccio più il giornalista. Non faccio più il giornalista.

Entro dentro e parenti come al solito aveva l'ufficio, non aveva, non c'aveva voglia di

alzarsi perché lui stava sempre seduto, sta sempre seduto con i piedi sul tavolo e quindi non

c'è mai voglia di alzarsi per andare ad accendere la luce, era tardo pomeriggio, era calato il buio,

lui era nella penombra, io entro nel suo ufficio e lo vedo al telefono e sento che

qualcuno gli sta parlando nella cornetta. Lui mentre questo qui gli parla mi fa dimmi tutto,

io ho detto cazzo, iniziamo bene. Insomma a fine facciamo questa conversazione un po'

surreale, io gli spiego che sono un giornalista, appena gli dico che faccio giornalista,

lui proprio disgustato mi fa ammester sul cazzo di giornalisti, ammester sul cazzo di

giornalisti, cioè io nei quasi in più bavi di lo... E un po' mi come dire mi butta via,

non so come dire, che io dico senti posso dirti una roba, cioè se devo uscire di scena,

prova a fanculo, esco di scena bene, metto i gomiti sul tavolo, gli ricovarano socchi,

cazzo è conosciuto, ma io sono molto bravo.

Se vuoi sentire l'appuntata integrale, cerca One More Time di Luca Casadei.

Stati Uniti, anni 50, siamo in piena guerra fredda, il governo americano è disposto a

tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle iniezioni

di plutonio sui soldati, fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.

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Nell’episodio di oggi ripercorriamo in 5 minuti i momenti salienti dell’intervista con Pablo Trincia. Clicca sul nostro profilo per ascoltare la puntata completa.

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