ONE MORE TIME di Luca Casadei: Massimiliano Dona, un superconsumatore

www.repubblica.it www.repubblica.it 6/1/23 - Episode Page - 1h 47m - PDF Transcript

Il ricordo di certe serate nelle quali io uscivo da questa clinica, salivo sullo scooter,

lo scooter è avuto un ruolo nella mia vita, è un po' il mio destriero, perché lo scooter

era veramente quasi il mio cavallo che mi faccia finalmente sentire libero e io mi ricordo

Luca di certe serie che uscivo da questa clinica e andavo veloce con la bocca aperta per respirare,

cioè è una cosa ancora un ricordo che ho impressionante, l'ho fatto per lungo tempo e

quindi tra i 30 e i 35 anni ho avuto questa fase in cui uscivo tutte le serie e uscivo

tutte le serie era lunga e faticoso perché però era il modo per stancarmi, cioè per non pensare,

vedere mia madre, il simbolo nella mia testa della persona efficiente così indebolita era

devastante. Dall'altra parte il mio padre non lo diceva ma credo soffrisse e forse si vergognasse

anche un po', vergognasse il senso buono e il termine, sai? Le malattie mentali non sono

facili nemmeno per chi è l'ipicino, il senso di vergognia un po' è qualcosa con il quale fari conti.

Purtroppo non esiste una scuola che ti insegna gestire il successo e per questo deciso di realizzare

questo podcast che parla di rinascita facendo un viaggio nella vita di personaggi noti che mettono

a disposizione la loro storia per aiutarci a cadere meglio. Oggi avremo il piacere di fare un viaggio

come a similiano Dona, inamorato di suo padre, decide di portare avanti la sua devozione per

il diritto dei consumatori facendolo in una chiave molto contemporanea. Per non perderli

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viverti l'esperienza anche in video trovi la versione integrale tutti martedì nelle

piattaforme gratuite. Se ti interessa vedere contenuti inediti ne renti al podcast puoi trovarli

sul nostro profilo Instagram One More Time Podcast. Se voleste vedere invece contenuti che

riguardano più la mia persona vi aspetto sul canale Telegram attraverso il link in bio di

tutti i nostri social. Io sono Luca e questo è One More Time.

Il fattico momento è arrivato. E' già. Partiamo dall'inizio. Tanto tu lo conosci,

anzi io e te ci siamo conosciuti al festival del podcast in quando io cominciai a fare podcast solo

in audio quindi non mi ascoltava nessuno ma tu sì. Mi avevi chiesto anche dei consigli su

l'offman su come portare a teatro cosa che poi tu hai fatto e sei sempre stato molto determinato

il tuo mondo e quindi eravamo sul rito, lo conosci molto bene il rito del partiamo dall'inizio.

Ti sento particolarmente teso e non devi perché è chiaro che fare un viaggio molto introspettivo

è una sensazione nuova. Normalmente lo facciamo a sprazzi, a tratti perché dobbiamo spiegare

una cosa a qualcuno a cui teniamo quindi li facciamo capire con la profondità quanto quella

cosa è preziosa per noi ma qua parliamo di te. Forse per ammarti ancora tu di più, per

capire perché tu oggi sei così quindi magari guardare le radici, guardare da dove provengono

certe cose, certi modelli molto offmaniano come te. Non l'hai fatto ancora? No, non l'ho fatto

ancora. Non ti sei preso quel tempo per te? Un giorno se te lo regali me lo racconti. Lo farò,

non lo farò. Io sono addicted di one more time quindi l'ho ascoltato tanto anche se per colpa

tua da quando mi ha invitato non lo ascolto più nello stesso modo perché pensavi al momento in

cui… risponda tutte le domande, risponda tutte le domande.

Però ci sciogliamo e cerchiamo di conoscere il massimiliano, quindi dove nasci?

A Roma, 9 settembre 1970, nasco in una famiglia felice, benestante, ricordo tanta gioia nella

nostra casa e tante feste, tanto tempo con papà, con mamma e nasco a pane consumatori

perché mio padre era all'epoca un giornalista economico già molto conosciuto che aveva avuto

questa intuizione. Quindi non un avvocato, ma un giornalista. Esatto, un giornalista

che aveva avuto questa intuizione di occuparsi di consumatori dagli anni 50.

Quando lui è bella intuizione, era il primo? Sì, i consumatori non esistevano, tanto meno

le loro rappresentanze né in Italia né in Europa e lui pensa scopre il consumatore

viaggiando, perché per pagarsi gli studi lui faceva scienze politiche, faceva l'accompagnatore

turistico alla guida turistica e quindi gli era capitato di andare in Scandinavia e

di scoprire lì che i consumatori avevano delle tutele che oggi sono banali e scontate

anche per noi, non lo so, avere su un prodotto alimentare la lista degli ingredienti che ci

spiegano che cosa andiamo a mangiare o… Prima non era obbligatorio. Prima non era obbligatorio,

queste leggi non esistevano e lui in Scandinavia, in Svezia, in Danimarca scopre questo soggetto

destinatario di diritti. Torna in Italia, dice, ma da noi non c'è nulla, non ci sono

norme, non ci sono leggi. Per darti un'idea erano gli anni 50, oggi tutti noi pensiamo

che i consumatori siano figli dell'Europa, beh, negli anni 50 non esisteva nemmeno l'Europa

come la conosciamo oggi, i trattati di Roma sono del 57, lui nel 1955 aveva 25 anni,

perché mio padre era del 30, fonda la prima associazione in Italia e una delle prime in

Europa e quindi da cittadinanza raccontare di creare… Cioè divulgare… di creare la tutela,

cioè in qualche modo è stato un creator anche lui perché andavano proprio costruiti assetti,

anche il prima di battersi per il rispetto delle norme andavano costruite le norme,

non esistevano letteralmente, non c'era nessuna attenzione alla qualità dei prodotti, era pieno

di sofisticazioni alimentari, beh, lui si inventa questa bellissima storia, diventa un leader,

diventa un iniziatore, un capostipite, un pioniere…

Come fa a farsi conoscere?

Andando a esplorare terreni nuovi, le persone intorno a lui, i giornalisti per primi,

erano incuriositi da questo signore che raccontava di mondi che loro non conoscevano,

raccontava quello che succedeva in Scandinavia, ma anche quello che stava succedendo al di là

dell'oceano. In quell'epoca, negli Stati Uniti, operava un avvocato in quel caso, Ralph Nader,

ancora vivo, il pioniere del consumerismo, come si dice americano, è un neologismo che

deriva da consumerismo, è proprio da non confondere con il consumismo ovviamente,

è il movimento dei consumatori. Pensa, quest'avvocato scelze tra i suoi nemici,

l'industria automobilistica, negli anni 50 il boom, questi macchinoni, tutti cromati,

e la sua prima battaglia fu nei confronti di General Motors, immaginati un gigante,

sostenendo che tutte le auto a quell'epoca fossero pericolose, pubblica un libro che si intitola

Un Safe at any speed, pericolosa ad ogni velocità, per dire che quelle auto così belle erano invece

molto disattente in termini di sicurezza. E quindi il mito di questo personaggio arriva al di qua

dell'oceano e mio padre si innamora di questo soggetto, il loro punto di contatto è nella

comunicazione, perché lui mi diceva sempre, vedi, Nader non ha fatto quello che ha fatto con le

cause, con i processi, con le denunze, ma scrivendo un libro, quel libro che si intitolava

Un Safe at any speed, che in Italia è arrivato per bombiani l'auto che uccide, credo ci siano

pochissime copie, in giro un titolo scioccante. E quindi ha seminato, ha contaminato, ha cambiato

la società comunicante. Quindi lui fin da giovane mi ha raccontato questo, che oltre a farle le cose

bisogna divulgarle, bisogna portarle fuori dal chiuso della tua stanza, del tuo studio e

sedurre il più grande numero possibile di persone. Quando una persona è così appassionata,

come trassù della tua racconto, questa appassione normalmente è anche drogato di lavoro. No,

te lo domando, visto che stiamo parlando della tua infanzia e quindi stiamo parlando di un padre

che già era addicted e lover dell'argomento, prima che tu nascessi, che padre è stato?

Cresco a pane consumatori perché sì, ma più che addicted indossava degli occhiali,

lui va tutto attraverso quelle lenti. E un po' questo l'ho ereditato. Io mia moglie dice

che noto tutto. Effettivamente si parla di deformazione professionale.

Cioè ha imparato a farti le domande sin da giovane?

Sì, perché forse la sua eredità è proprio lo spirito critico. Ti dico che quando vedevamo

le prime pubblicità in televisioni, io faccio delle domande banali per un bambino in 5-6-8 anni,

c'era uno spot all'epoca con qualcuno che esce dal supermercato, si avvicina a un tipo,

offre due fustini in cambio di quello che aveva. E la pubblicità giocava sul fatto,

questo deterzivo è così straordinario che io non voglio nemmeno cambiarlo con il doppio

del prodotto. E io, a mio padre chiedo, ma perché non accetta? Era folle.

E lui ti raccontava tutto quello che si celava dietro alla comunicazione?

E lui mi dice, beh, proprio per esaltare la qualità del prodotto che oggetto nello spot,

oppure sembrerò un appassionato di detersivi, ma un altro dei claiming che mi avevano colpito da

giovane, bianco che più bianco non si può. E io dico, ma papà, che foltiere bianco? Cioè,

che pubblicità è? E lui è liperbo, le pubblicitarie. Cioè, per evitare di denigrare

qualcun altro, tu dici qualcosa che è in sin da cabile, perché lava bianco che più bianco non si

può. Però questa controllettura mi ha educato a farmi delle domande. Un giorno a tavola l'ho

raccontato anche a Teatro, forse tu mi hai ascoltato, avevo questa maglietta che andava di moda all'epoca,

una di quelle magliette blu elettrica con il logo di un'azienda sportiva di adi da

possiamo dirlo enorme sul petto. E lui così, mentre sceniamo, mi fa, ma spero che ti paghino

abbastanza per tutta questa pubblicità che stai facendo. Io mi guardo intorno, dico,

ti riferiscia alla mia maglietta? Naturalmente non replica in nulla, non potevo replicare in

nulla, andai via, ma pensai al fatto che noi stessi consumatori siamo protagonisti di questa

dinamica. E va bene, questo non va contestato, è importante esserne consapevoli. Le regole del

gioco si possono anche accettare, mai subire, basta sapere quello che c'è dietro.

Come si conoscono i tuoi genitori? I miei genitori si conoscono sul lavoro,

si conosco sul lavoro perché mia madre, giovanissima, credo forse neppure maggioreenne,

si candida a lavorare con mio padre e quindi va a fare un colloquio. Mio padre appunto aveva

fondato la nostra associazione, l'Unione Nazionale di Consumatori e cercava una segretaria. Mi madre

arriva da quello che mi racconta, trova una fila enorme poi dall'uffice di pretendenti. Lei dice

tutte ragazze giovani e piacenti, ma insomma il racconto di quella che sarebbe diventata sua

moglie. E da lì fondamentalmente ti faremo sapere, scelgono lei e come fanno a coppiarsi.

Cominciano a frequentarsi, lei è innamorata... C'è differenza di età? 14 anni, quindi una

grande differenza di età. E mia mamma mi racconta che ha subito fin dal primo giorno il fascino di

questo siciliano perché mio padre appunto è nato in Sicilia, seppur poi ha vissuto a Casale Monferrato

e si è trapiantato definitivamente a Roma, quindi ha girato tutta l'Italia e quindi

ne subisceney subito il fascino e ma dice che mio padre era troppo distratto,

fondamentalmente dal lavoro, era appassionatissimo del suo lavoro e sembrava non guardare niente altro,

ma mia madre è molisana, quindi io dico un orso marzicano, una persona molto tosta,

non ha mollato la preda e alla fine lo asse d'otto. 6 figliunico? No, dopo di me 4 anni dopo di me

nasce Manuela, mia sorella. Ok, quindi mi hai appena confermato che tuo padre

era molto molto dentro al suo lavoro e questo come si converte nel vostro rapporto familiare,

che tu mi hai detrui, ho avuto un'infanzia felice, lascia stare il cieto sociale, parliamo di

coccore, parliamo di gioco, parliamo di tempo fisico passato insieme. Che padre e madre

hai avuto entrambi? Te lo chiedo per entrambi perché entrambi lavoravano?

Entrambi lavoravano, lavorano anche molto, ma erano molto molto presenti. Devo dire,

io ho questi ricordi di mio padre che è tornato dal lavoro, appunto elegante,

giacca cravatta, ma che poi si chinava a giocare con me, passava del tempo con me.

Questo appartiene alla mia primissima infanzia. Poi ho un po' la sensazione che qualcosa stia

cambiando, io comincio a passare molto più tempo con i nonni. Ma verso i 4 anni?

Ma perché succede qualcosa nella tua famiglia per cui c'è meno tempo? Per quale motivo?

Ho scoperto solo dopo che era successo una cosa importante, un incidente importante nella

vita professionale di mio padre. Mi raccontano che nel 1974 lui è stato arrestato. Era stato

arrestato nel momento della sua massima notorietà. Mio padre era veramente sempre presente in

televisione, in radio, lo fermavano. Era il sinonimo dell'argomento del consumo?

È proprio così. È accusato ingiustamente, sarebbe stato prosciolto di lì a pochi mesi,

neppure con un processo, oggi diremmo, nella fase delle indagini da queste accuse,

mosse da un dipendente infedele, una persona che poi ho saputo, mio padre aveva licenziato e

che lo aveva poi calugniato portando a queste accuse.

Qual è l'accusa? L'accusa di aver favorito, lui era in un comitato ministeriale, quindi aveva

il ruolo di pubblico ufficiale anche, mio papà, Vincenzo. Un comitato che va a che fare con i

prezzi dei prodotti e l'accusa era quella di aver favorito l'olio d'oliva, cioè all'epoca si

parlava di calmirare i prezzi, cioè di imporre dei prezzi dati per evitare che l'inflazione

mettesse in difficoltà le famiglie. L'accusa era stata quella di aver favorito l'esclusione

dell'olio d'oliva da questo pagniere e quindi diciamo di…

Che non avrebbe avuto i prezzi controllati.

Non avrebbe avuto i prezzi controllati. Questa era l'accusa, rivelatasi poi falsa. Era un'epoca

nella quale il sistema processuale era diverso da come è fatto oggi. L'accusa e le decisioni

sulle misure cautelari le prendeva lo stesso soggetto, si parlava di pretori d'assalto,

perché facevano praticamente tutto loro. Oggi c'è un pubblico ministero che muove delle

accuse e poi c'è il valio di un giudice. Il sistema è cambiato poi negli anni con la

riforma della loro codice di procedura penale. Ti dico soltanto che quel magistrato che

lo accusò falsamente fu poi rimosso dalla magistratura, perché si dimostrò che quelle

accuse erano, forse dovute anche alla politica. Mio padre stava ottenendo in quegli anni la

provazione di una legge che avrebbe riconosciuto le associazioni dei consumatori, avrebbe previsto

persino dei finanziamenti strutturali, avrebbe potenziato una volta per tutte il movimento

dei consumatori. Ti dico solo che quella legge poi è arrivata a vent'anni dopo, quindi

quel fatto, anche se poi risolto da un punto di vista processuale, in pochi mesi ha segnato

uno stop indelebile. Questo cambia anche la mia vita familiare, così risponde la tua

domanda nel senso che mi accorro che l'ambiente domestico diventa elettrico.

Ti ne accorgi a quattro anni? Beh, me ne accorgo, diciamo…

Che questi due genitori così presenti che giocavano con te non lo erano poi più di tanto che

c'erano dei problemi. Hanno altro da fare, hanno cose più importanti

da fare, questo è una cosa che negli anni mi sento ripetere spesso.

E anche tra di loro, mia madre da segretaria, come era stata assunta, era diventata il

braccio destro di mio padre. Vedo anche la loro relazione professionale sempre più

conflittuale, come se quel momento che nella storia della nostra famiglia viene chiamato

il 74, senza dargli un nome, è l'anno. È come se quel momento avesse cambiato per

sempre anche la storia della nostra famiglia. Tra di loro, che erano sempre stati solidali

in tutti i loro progetti, è come se si inneschi una biforcazione, una divaricazione del loro

modo di vedere. Mio padre con ancora più forza di prima voleva ricostruire, voleva ripartire,

seppur da zero, la famiglia aveva subito anche economicamente un collasso, mia madre mi racconta

che avevano portato l'argento all'epoca, no, quando ti sposi ti regalavano l'argento

al monte dei pegni per impegnarlo e aver i soldi per andare avanti, per pagare gli

avvocati. Quanto tempo stai in carcere tuo papà?

Mio papà sta in carcere una quindicina di giorni.

Quindi tua madre ha costruito la difesa con i legali?

Bravo Luca, mia madre ha costruito la difesa per i legali, ha ricostruito tutte le carte,

ha trovato un avvocato, ha scelto il migliore dell'epoca, un avvocato che poi è diventato

l'artefice di quella riforma del processo penale per cui un pretore d'assalto non può

più metterti in gattabuia e andare in vacanza come fece questo soggetto. Quindi mia madre

cerca il migliore, mi racconta che chiama al telefono l'avvocato Bassalli, sarebbe stato

poi, credo, forse anche presidente della Corte Costituzionale parlamentare, cioè veramente

una personalità, e la seguitaria gli risponde, guardi signora, l'avvocato non accetta tutti

gli incarichi, le faccio sapere fra qualche giorno. L'avvocato invece accettò la difesa

di mio padre, mio padre è una persona molto esposta, molto nota, e mio padre mi racconta

con commozione, spero di riuscire a raccontare io più sovriamente di quando andarono a pagare

il conto perché non avevano veramente i soldi per pagarlo. Allora, vanno in macchina,

mia madre lo aspetta sotto lo studio, i miei padre sarei su ed erano angosciatissimi, insomma,

perché era un personaggio dalle parcelle a più zeri.

Il fattempo era stato prosciolto. Il fattempo era stato prosciolto, sì, sì, era conclusa

la sua vicenda giudiziaria e lo vede uscire al portone con le lacrime agli occhi, quindi

mia madre si dispera, li corre incontro. Invece, la commozione di mio padre ha dovuto al fatto

che l'avvocato non gli aveva fatto pagare la sua opera, dicendo lì è stato un onore

per me difendere un gallantuomo e, anzi, consideri questo mio piccolo contributo come un indennizzo

al danno irrisarcibile che le hanno fatto. Penso che mio padre era in Europa, insieme

ad altri pionieri come lui, a creare le condizioni anche a livello europeo per un'associazione

di consumatori europei. E questa vicenda rappresentò uno stop di tutto quello che aveva costruito

fino a quel momento. Ma tu hai deciso di fare l'avvocato perché

quando te l'hai raccontato avresti voluto difenderlo tu?

No, io ho deciso di fare l'avvocato perché io avrei voluto fare il giornalista. Quando

ho deciso che facoltà fare volevo fare il giornalista ma ho pensato faccio giurisprudenza

per arricchire ulteriormente. Visto che dovrò difendere, forse, occuparmi dei diritti, un

background giuridico può servirmi. Poi durante la mia carriera universitaria era il tempo

di falcone, di borsellino, quindi la lotta verso un nemico che danneggio alla società

era veramente, lo sentivo davvero nel mio cuore.

Facciamo un passo indietro. Perché ti emozioni quando mi racconti questa cosa di tuo padre

che trattieni le lacrime? Perché quando tu mi hai parlato e da lì abbiamo deciso di

fare queste interviste insieme e stavamo parlando normalmente, ci stavamo bevendo una birra insieme

e quando abbiamo toccato l'argomento stavi per scoppiare le lacrime e difendi molto

tuo papà. Quando parli di lui anche nella preintervista ho visto le parole che hai utilizzato.

Lo proteggi come per farsi che tutti abbiano un bel pensiero rivolto nei suoi confronti.

Che cosa c'è che ti rende così sofferente quando parli di questo?

Forse quanto ha sofferto in casa. Ti stavo raccontando di questo momento in cui la loro

visione si divarica. Lui prova a ricostruire con la stessa innocente forza della prima

volta quello che aveva perduto e dall'altra parte mia madre che è sempre stata l'anima

più concreta, più organizzativa dell'associazione dice già ci sei caduto una volta, non sbagliare

ancora e quindi diventano nel mio immaginario e forse questo conflitto è quello che tu

leggi il sognatore e il materialista che è un po' il conflitto che vivo forse anch'io.

Nel senso che tua madre le diceva se continui a schierarti verso i consumatori avrai sempre

tanti e troppi nemici e capiteranno molte altre occasioni come quella che appena è caduta

per l'olio d'oliva, per il prezzo controllato. Questo intendeva?

Sì, aveva paura che avendo ripreso importanza alla sua battaglia questa potesse essere di

nuovo usata contro di lui. Però mio padre aveva in camera la lettera al figlio di Kipling

che le va regalato sua madre nel momento di difficoltà e uno dei passaggi di questa lettera

dice se saprai fare fagotto di tutte le tue vittorie e giocarle in un sol colpo, se saprai

usare le cose che le persone usano contro di te e non ascoltarli e comunque perseverare

sarai finalmente un uomo. E lui alla fine mi raccontava anche l'esperienza del carcere

in modo molto elegante, molto sobrio. Per lui era così importante che non gli avessero

messo le manette per farlo uscire di casa. Ma le attenzioni che lui ha ricevuto in carcere,

non soltanto dai, diciamo, gli addetti alla sicurezza ma anche dagli altri detenuti, forse

erano quella forza che mia madre non poteva leggere, non poteva capire. E quindi questo

eterno conflitto tra il darsi e il metter a sistema insomma le cose, anche da un punto

di vista economico, gli ha accompagnati per sempre al punto che mia madre, ti dicevo,

è diventata un po' più assente dentro casa perché aveva delle cose importanti da risolvere

ma ogni tanto tornava. E tornava nei momenti in cui il loro conflitto diventava insanabile.

E mia madre e mio padre litigavano al punto che mia madre si licenziava. Credo che almeno

quattro-cinque volte si sia formalmente licenziata. E tu prima mi hai chiesto perché io mi prendo

cura di mio padre, perché la sofferenza che deve aver provato, un sognatore nel vedere

che il suo braccio destro lo lascia per strada, diciamo così. Mia madre aveva fatto tabula

rasa intorno a mio padre. I collaboratori erano tutti i collaboratori di basso livello, c'erano

tante segretari, tanti addetti, perché il concetto di mia madre che si poteva fare

in due è proprio anche in forza dello scandalo che aveva avuto origine in un rapporto con

un collaboratore che aveva delle aspettative che mio padre non aveva rispettato. Quindi

ancora una volta mia madre li rimproverava che tutto il 74 era nato dal fatto che lui

non era stato trasparente con questa persona che gli aveva fatto credere, che poi forse

lo avrebbe dovuto licenziare. Prima insomma questa continua la narrazione di rimprovero.

Quando mia madre si licenzia, torna a casa per dei mesi e a casa ci siamo noi, io e mia

sorella, e si nesca con mia madre un rapporto strano per verso.

Nel frattempo tuo padre continua a fare il suo lavoro come lo faceva prima, ritorne

in televisione o questo episodio del carcere a livello di reputazione gli ha tolto qualcosa?

No, mio padre riconquista quella notorietà, ritorna la sua vita di prima, uno degli

effetti collaterali che nel giro di qualche anno, verso la fine degli anni 70 esplode

e la presenza di nuove associazioni dei consumatori. Oggi arriviamo a quella estrema

polverizzazione e oggi le associazioni riconosciute sono venti. Probabilmente nascono anche sulla

scorta di quelle difficoltà anche economiche che valano la nostra realtà. E come ti dicevo

quando loro liticano, mia madre si licenzi e torna a casa e il rapporto un po' per verso

che si stavra tra me e lei è un rapporto da grandi.

Di che anno parliamo? Quindi 74 è il fatto, tua madre torna subito dopo? 75?

Sì, 76, 77, 78. È il 56, 78 anni.

Diciamo che dai miei sette anni all'adolescenza io vivo questa presenza a corrente alternata

di mia madre, quindi tutta d'edita al lavoro, a ricostruire insieme a mio padre fino alla

crisi che la porta a tornare a casa per sei mesi, sette mesi. E parlo di un rapporto

per verso perché mia madre mi tratta come un pari e invece io 8 anni o 10 anni.

Quindi anziché andare a raccontare tu a lei la tua giornata i tuoi problemi, lei raccontava

i suoi e quindi eri la sua spugna e quindi ti facevi anche i tuoi problemi dei grandi.

A chi posso raccontarlo se non a te? Non mi ascolta nessuno se non tu.

Ma che genere di problemi ti confindo? Ma anche questa frizione con mio padre,

vedi perché lui non l'ha capito, non gli è bastata la lezione, adesso non sa gestire

questo rapporto, non sa gestire quest'altro, è un sognatore, si fa prendere in giro, lo

stanno usando, io divento il suo confidente ma appunto non in una relazione tra pari,

un bambino di 8 anni non è in grado di... Esprimevi opinioni o incassavi se lo soli racconti?

No, non avevo la capacità di dialogare. Soffrivi per tuo padre quando lei ti dica

queste cose? Sì, quando tornava a casa era come se

non gli volessi rivelare quello che io sapevo per lo che mi era stato raccontato, quindi

è come se io l'avessi voluto proteggere, immagino un bambino di 8-10 anni che vuole

proteggere il papà di 15 anni. Lo fai ancora adesso quindi mi è molto chiaro.

Lo faccio ancora adesso? Quindi è una cosa molto bella.

C'è stata una fase Luca in cui ero già più grande, avevo più di 30 anni in cui non

so per quale ragione io andavo a peggiarlo, cioè lui stava bene, non aveva problemi di

saluto. Cioè mentre dormiva?

Io mi svegliavo la notte, andavo di la vedere se respirava e poi io ho psicanalizzato tutto

questo e sto facendo una utilissima terapia psicologica per capire da dove arriva anche

questa sofferenza, questa voglia di riscattore, di riscattare qualcuno che ho delle storie

che non hai vissuto personalmente. Tra gli approdi di questi ragionamenti c'è forse il

pensiero che io avessi quasi ad un certo punto, più là negli anni ho avuto paura di perderlo

perché in qualche modo lui era anche la mia salvezza nei confronti di questa mamma che

negli anni si avvita anche su se stessa, prima con una sofferenza da burnout e poi

dopo i miei 30 anni con una depressione molto grave. Quindi c'era questo paradosso per

cui il figlio va a vegliare i genitori, normalmente succede il contrario. Poi mia madre era anche

molto severa per la mia educazione scolastica, quindi nei periodi in cui era a casa io lo

voltavolo con lei e lei era come se sfogasse in qualche modo su di me, riversasse su di

me tutta quella capacità organizzativa che io le riconosco che non poteva esprimere

in ufficio perché se ne era privata dell'ufficio. Mio padre in alcune di queste situazioni perché

ti ripeto è successo 3-4-5 volte negli anni chiaramente in 10-15 anni, qualche volta anche

provato a tenerdura e ho detto ora basta, allora la terza volta che tu mi aiuti e poi

dopo mi molli perché non condividi una scelta magari di attività, di strategie, di io adesso

provo a fare a meno di te, ma un po' perché profondamente innamorato, un po' perché

convinto della straordinaria efficienza di mia madre.

Quando l'ha fatto lei come ha reagito, invece si è riavvicinata volendo ritornare, ho detto

va bene così. Forse mia madre cominciava a manifestare un po' di bipolarismo già all'epoca,

cioè nel momento in cui era in ufficio era il braccio destro perfetto, era quello che

compagnava tutti i sogni di mio padre e in questo senso la sofferenza che provo per lui

è questa, quella di non sapere mai cosa aspettarsi e quello che oggi vivo anch'io ancora con

mia madre che invece purtroppo è molto malata di depressione e quando apro la sua porta

non so cosa mi aspetta e credo che da piccolo i miei pomeriggi fossero fatti così, passassero

nel giro di poche ore, dai facciamo i compiti, giochiamo insieme al nervosismo, non capisci

niente, la performance per lei è tutta la velocità, lei era la contabile, l'amministratore

dell'associazione, quindi per lei i numeri erano tutto, io forse per questo oggi detesto

i numeri, io quando devo ripetere il mio IBAN o un numero di telefono credo di avere forse

veramente un blocco psicologico, sai quando devi mettere il dito sui numeri perché probabilmente

il frutto di questa sua invece super performance, per lei la velocità era tutto e io sono cresciuto

con questo idolo, quello della performance della velocità, del parlare veloce, dell'essere

sempre precisi, dal giorno in cui mi sono messo una pochette nel taschino, non c'è stata

una volta, una volta, Luca è preoccupante, in cui nella mia vita sono uscito di casa

dimenticandomi la pochette nel taschino, cioè è qualcosa che ti spaventa se ci pensi,

cioè non è normale una cosa così.

Quindi avrei avuto immagino negli studi grandi performance ma il bambino non l'ha mai giocato

se non da solo, cioè l'adolescenza da un punto di vista ludico la stai vivendo oggi

in età matura?

Il bambino gioca adesso, il teatro è un gioco, gli social forse sono un gioco, ho la fortuna

di conoscere talmente bene il terreno nel quale comunico faccio contenuti che è tutto

gioco nel senso più bello del termine, non ho giocato, non so se posso definirmi un

bambino invisibile perché in realtà non ero invisibile, era questa alternanza tra l'essere

importantissimo, sei il confidente di tua madre, sei superimportante, un attimo dopo

vai a letto presto, lo dicevi tu a te stesso, se lo dicevo io a me stesso, un attimo dopo

però vai a dormire presto perché domani c'è scuola, allora io cosa sono, sono il bambino

che deve andare a dormire presto, sono il tuo confidente, chiaramente non era una domanda

che potevo fare o immaginare a quell'epoca, ma oggi la vedo e a spola andavo bene, sono

tra le primi della classe, sì la performance è sempre stato un idolo e che rischia di metterti

in crisi questa visione perché se tu credi di essere apprezzato per quanto dai, ecco

il lato positivo della medaglia è che sei un perfezionista, diventi un perfezionista,

ma è sbagliato, io oggi so quanto sia sbagliato, mia madre mi diceva sempre prima il dovere

poi il piacere, io non lo dirò mai a mio figlio perché è proprio la logica che non va, per

lei ero amato nella misura in cui non davo problemi, in cui ero il bravo ragazzo, ero

educatissimo a tavola e lei raccontava di me alle persone in questo modo, vedete quanto

è educato, vedete cosa fa e invece io avrei voluto essere amato per quello che ero, non

per quello che davo e questa logica permane, ce l'ho ancora, io voglio essere amato da

tutti, dal gommista, dal portiere del mio stabile e non è narcisismo, io do tantissimo

a tutti e quindi spesso vengo accolto in maniera sorprendentemente empatica.

Hai mai detto tua madre, quello che tu hai vissuto nella tua infanzia e nella tua adolescenza,

li hai mai spiegato queste cose?

No, non l'ho fatto perché come ti dicevo dai miei trent'anni non è più lei a questa

depressione molto forte, con la quale convive anche oggi.

Quindi lei vive sola, dentro casa non ha compagnia?

Lei vive sul mio piano rotto, lo viviamo sullo stesso piano perché abbiamo suddiviso la casa

familiare che era abbastanza grande e quindi io sono rimasto lì e questo…

Quindi tu respiri quest'atmosfera ogni singolo giorno nella tua vita?

Sì, infatti questo è un altro insegnamento, i figli sono fatti per andare il più lontano

possibile dai genitori.

Quando scopri l'universo femminile, visto che tu hai avuto così tante regole e sei stato

un po' chiusi in una scatola, quando è che scopri quel mondo?

Molto tardi, anche perché quella classe di cui ti parlavo era una classe solo maschile.

Era una scuola… è una scuola di religiosi, una scuola cattolica, delle fratelli, delle

scuole cristiani lasagliani, fratelli che nascono in Francia, tra l'altro.

Parliamo del liceo?

Parliamo di sì, in elementari, medie, liceo.

Ha tutto il percorso?

Tutto il percorso.

L'educazione religiosa era molto forte e sulla sessualità all'epoca parliamo degli

anni 80, c'era molta rigidità.

La mia prima fidanzatina fu un rapporto lungo, ma incompleta, diciamo così, astenzione dai

rapporti fisici perché lei era arrivata in quella scuola che nel frattempo, ma delle

classi inferiori si stava aprendo anche alle femminucce e quindi siamo stati insieme

un anno, avrò avuto 16 o 17 anni in castità, ma devo dire non era una privazione, entrambi

molto convinti di questo.

Poi piano piano mi sono aperto, ma senza essere mai troppo smart, il concetto è che dovevo

essere molto serio, molto rigoroso anche nei rapporti con l'altro sesso.

Scopro la convivenza anche quotidiana con il mondo femminile negli anni dell'università,

ma non grazie all'università, perché dopo la scuola solo maschile vado a fare giudisprudenza

alla Louis, un'università privata a Roma, dove eravamo un centinaio di persone, quindi

non c'era tutta questa promiscuità e poi comunque era un ambiente anche molto posato.

Accade che dopo essere andato bene a scuola comincio discretamente bene anche l'università,

ma al primo anno incontro il mio primo scoglio, forse uno dei miei primi fallimenti, perché

con l'esame che spaventa tutti le matricole di giudisprudenza, cioè diritto privato,

ho una prima defianza, c'era un professore conosciuto per essere molto severo, al primo

appello non si passa mai l'esame, in effetti il mio primo appello non lo passai, ma davo

per scontato di essere nella normalità.

Al secondo appello prendo un voto basso e lo rifiuto e torno a casa dicendo che avevo

rifiutato il voto e mia madre mi chiede come mai hai preso 23, che è una domanda da non

fare in senso che come mai, avevo fatto il meglio che potessi fare e questa cosa veramente

mi fa arrabbiare perché vedo che la sua logica è soltanto quella del risultato, cioè non

senza scavare e capire cosa ci stia dietro.

Quindi mi ricorderevamo a tavola, sbatto i puni, scappo via, un po' era il mio codice

dell'epoca, quello di interrompere le discussioni, non affrontarli, scapparevi, accorro in camera,

mi tutto in camera sul letto, abbracciando il cuscino così e dico ma io l'audio tutta

questa infrastruttura, tutta questa gabbia nella quale mi trovo, certo un certo sento

la porta che si apre leggermente dentro dei passi, cioè mi preparavo a urlare, a mandare

fuori tutti e poi sento questi passi che retroscedono, la porta ci richiude, dico ma.

Mi giro e vedo appoggiato sul cuscino una toppa, una patch, una di quelle che si usavano

per i jeans con una macchinina dove mio padre aveva scritto quattro parole che sarebbero

state la forza di tutta la mia vita, tuttora quella patch la conservo perché mi scrive

Dai che vai forte, scrive appena lui Dai che vai forte su questa patch dove c'era questa

macchinina così e mi ricordo di essere rinato, probabilmente io in quel momento ti ha tolto

l'ansia della prestazione e ti ha detto guarda che vai benissimo così, bravo, senza vedi

dal come mai che rappresentava l'inferno al Dai io ci credo, fai tu cioè non era,

non chiedeva nulla quel messaggio, anzi lui me l'aveva dato veramente in punta di piedi

ed allora esco anche dalle logiche della casa e comincio a studiare proprio da quel momento

in biblioteca all'epoca a Roma si poteva andare a studiare in biblioteca comunali dove c'erano

delle comunità molto più heterogenea rispetto a quelle alle quali ero abituato, quindi entro

in questo nuovo mondo e rinasco letteralmente perché capisco di essere fico, cioè capisco

di piacere a tutti, in biblioteca c'era quello che vendeva il fumo, c'era quello che organizzava

nei locali, c'era quello che teneva il picchetto, c'è prendeva le scommesse, c'era quello che

ci veniva solo per fare queste cose non per studiare, c'era quello che passava la sua

giornata a giocare a carte e io ero lì, andavo alle 8, mi sedevo alle 8, mi alzavo alle 11

per fare un break poi e la gente mi guardava così, ma come fai sei in una bolla di vetro

ma io ero felicissimo perché ero apprezzatissimo da tutti, cioè anche le, diciamo i capo

un branco, avevo il consenso, avevo il consenso anche di persone molto diverse da me e questa

cosa dico, cavolo, ma non avrei mai pensato di trovarmi al mio, il primo giorno che entro

lì e lì la prima volta non me lo dimenticherò mai, sento l'odore di una donna seduta vicino

a me, è quella cosa, è stata impressionante.

Cioè il tuo switch avviene esattamente in quel momento in cui tuo padre ti fa credere

in te stesso?

Sì, avevo 20 anni e capisco che se esco dal mio ambiente ho successo e tutte le volte

in cui io ho fatto questo passaggio, mi sono immerso nella vasca a canto, ho accresciuto

questa mia consapevolezza e io veramente, io faccio l'università surfando.

Quindi facile?

Facile, facilissimo, perché avevo capito che l'intuito, la logica, ti aiuta a fare tutto.

In questo forse devo dire grazie al latino, al greco, che quando gli studi io ho fatto

il classico, non li capisci, che dico ma perché devo tradurre una...

Però vai alla radice della questione sempre, no?

Mio professore di greco, era un religioso, era un frère, rai mondo, lo ricordo ancora

con affetto, ci diceva nel tradurre una versione di greco che tu non la capisci perché una

scatola chiusa è scritto anche in modo diverso il greco, il latino più o meno ti può risuonare

ma il greco non lo capisci, leggete la tutta fino alla fine, scoprirete il senso, quello

che l'autore vuole dire.

Nessuno tra i miei compagni di classe aveva capito questo trucco, era meraviglioso, io

intuivo magari un puntino e su quel puntino facevo rotare tutta la storia, alla fine era

una favoletta della morale che tutti noi avevamo letto, la favoletta del lupo, del

Agnello, delle cose, e io da quella parola, da quella intuizione che avevo ricostruivo

tutto, allora la chiave è unire i puntini e farsi guidare dall'intuito, è una cosa

che non si può insegnare, o ce l'hai o ce l'hai, io colgo il fuoco delle cose e oggi

mi serve sui social, io leggo 100 direct al giorno, ma non li leggo, io...

Capisci il succo velocemente.

Lì fotografo.

All'università io capivo al volo che cosa il professore voleva da me e sono arrivato

a un punto, Luca, in cui forse un esame, un esame piccolo da 100 pagini, sono riuscito

a prendere 30 senza comprare il libro, perché io andavo ad ascoltare le domande, le risposte,

non sentivo le risposte del ragazzo, dello studente, ma guardavo le facce del professore.

Cosa faceva se si distraeva mentre ascoltava la domanda?

Quali erano le sue fissazioni, cioè solo surfando sull'intuito e su quest'onda io

faccio l'esame d'avvocato che rappresentava un altro scoglio, poi farlo a Roma era un

concorso, un esame molto affollato, io lo faccio facile, facile, facile, ed ero convinto

di averlo passato già dopo gli iscritti, risultati di dargli un anno dopo, io ero convintissimo

di farcela, perché avevo capito come si andava al nocciolo delle questioni, come quando

leggi un articolo di giornale, non è che lo leggi nel dettaglio, vai a cercare la notizia

che ti interessa, questo colpo d'occhio secondo me è una dota pazzesca che mi aiuta in tutte

le relazioni, perché sapere cosa vuoi tu da me ancor prima che tu muova un dito è un

grande vantaggio.

È un grande vantaggio.

Quindi ti laurea 24, 25?

Mi laurea 23 anni, divento avvocato a 27, comincio ad esercitare, lo faccio perché vuoi

sempre fuggire dal già visto, non nell'ambito del diritto dei consumatori, ma mi innamoro

del diritto penale, un po' anche perché come ti dicevo all'epoca…

Per difendere più deboli.

Ossia avevo visto Giovanni Falcone nella nostra università, mi ero un po' innamorato di quella

situazione, nel frattempo mio padre che mi vede un po' uscire dal cono d'ombra, perché

mi…

Ok, e dal suo filone anche.

Dal suo filone in modo molto, molto intelligente, tiene viva una fiammella e la tiene nel modo

più smart, più elegante, più sobrio possibile, cioè facendo finta di non essere per nulla

interessato al fatto che io stessi guardando al trove.

Cosa faceva?

Mi portava ogni tanto la sera delle letterine che lui riceveva in associazione da parte di

consumatori.

Cioè vara, aiutami un attimo.

C'è questo che chiede questa cosa, è una cosa da avvocati, vedi un po' se riesci a

risolvere.

E io quindi mi appassionavo ad aiutarlo, a rispondere, poi mi portava alla risposta,

parliamo di un'epoca in cui ci si scriveva le lettere che si affidavano al postino.

Cioè guarda, ci ringrazia, lui non sa che mi ha aiutato tu e quindi mi, diciamo, mi

stimolava il mio, la mia indole da Problem Solver, dicendo, qua hai risolto, cioè qui hai

risolto il problema di una persona che non ti conosce, non sa, e questo era molto affascinante

per me.

E poi mi spinge in televisione.

Eh, mio padre frequentava intensamente gli studi televisivi.

Quante ne hai quando accade?

Guarda, la mia prima apparezzazione televisiva io non ero avvocato, perché mi ricorderò

sempre che nel sottopancia, sai che gli autori prima di andare, cosa mi detto avvocato?

Dico no, guardi, non sono avvocato, metto a Dott, perché sono dottore in giudice, non

sono avvocato.

Quindi avrò avuto 26 anni, ed esordisco in RAI a una mattina, quindi la porta principale.

Insieme a tuo padre, o hai preso, diciamo, era il passaggio del testimone?

Era il passaggio del testimone, lui mi dice, guarda, mi hanno invitato tra tre giorni a

parlare di questo argomento, tu lo conosci perché quello di cui mi avevi aiutato a risolvere

il caso.

C'era l'epoca, questa vera e propria truffa nei confronti di ragazzini, era l'epoca della

leva obbligatoria, quindi arrivavano a Roma del militare, arrivavano a Roma migliaia di

ragazzi da tutta Italia, spesso anche da zone un po' periferiche della penisola, e venivano

letteralmente sedotti da avviere le milizie, dove c'è il distretto militare, dove loro

quindi passavano queste giornate in attesa di fare la visita per il servizio militare,

i famosi tre giorni, si chiamavano, c'erano delle ragazzine che venivano mandate lì con

la scusa di farti una domanda sulla tua conoscenza della lingua inglese, poi alla fine verbalizzavano

le tue risposte e ti dicevano, guarda, puoi firmarmi qua il modulo, devo dimostrare al

capo che io ho fatto tot sondaggi, in realtà quello era un contratto impegnativo, mi ricordo

che costava un milione di lire per un corso di lingua, quindi questi signori non davano

le copie agli interessati, quindi questi tornavano a casa non sapendo di aver firmato un contratto

impegnativo e mesi dopo gli arrivavo una richiesta di partecipare a questo corso, di

pagarlo soprattutto questo corso e io avevo cominciato a interessarmi di questa cosa,

erano chiaramente i contratti capestre, lo truffaldini eccetera, quindi ero diventato

un grande esperto di questa cosa, ero diventato anche un piccolo filone perché davvero si

parlava di numeri importanti, quindi mio padre viene invitato a parlare di questo argomento,

dice che meglio di te, io passo una notte in sonne, l'appuntata era alle 7 e mezza del

mattino, già avevi l'ansia, lui ti dovevi consigli?

Lui mi dice, guarda, la matè che la conosci, racconta quello che racconti a me, come lo

stai raccontando a me, per lo che era facile, quindi io esordisco in televisione, mi ricordo

lo chiamo appena uscito all'alba dalla TV, come sono andato.

Tu ti sentivi che era andata bene?

Io mi sentivo che era andato bene, si era stato veramente a mio aggio, devo dire, nel

momento in cui si è accesa la lucina rossa della diretta, io ho perso ogni timore e mi

sono lanciato, quindi mi sono sentito…

E perché poi parlavi del tuo argomento, quindi…

Esatto, però sicuramente era la prima volta, quindi mi aspettavo anche che mi dicesse,

guarda, qui puoi migliorare, invece mio padre mi riempia di complimenti, mi dice bravo, bravo,

e questo bravo è rimasto negli anni, cioè io per anni finita ogni puntata, ogni traduzione

lo chiamavo, quasi in cerca di… non c'è mai stata una critica, io credo che se lui mi

avesse detto quel giorno bravo, però li avrei, forse avrei avuto paura di tornare in televisione,

invece è stato un bravo pieno, convinto, serio, poi magari giorni dopo mi… piano

piano mi indirizzava, mi dava dei consigli, non era un bravo, diciamo, ottuso, vuoto…

Però sono una parentesi, visto che tu sei un grande fan di tuo padre, tuo padre è un grande

fan tuo da quello che vi sei raccontando, quando in casa tua madre metteva i pantaloni,

comandava, era così severa, lui come interveniva, interveniva intanto?

Sempre, quando ci vedeva a discutere, lui era sempre dalla parte di mia madre, sempre, loro

erano un nucleo inscindibile.

Quindi malgrado il fatto che tu sentissi emotivamente che lui comunque ti appoggiava, era dalla tua

parte, era dalla tua parte, vuol dire che ti capiva, sapeva perfettamente perché era

accaduta quella cosa, erano coesi.

Verso l'esterno loro erano un muro…

Cioè in casa, nel vostro nucleo, nel vostro cepo familiare, quando succedeva un'endere

di discussione tra te e tua madre, lui si schiarava dalla parte di tua mamma, che ha

un senso nell'educazione, eh, per non dare due direzioni diversi, sono molto d'accordo,

e non veniva mai in un secondo momento da te, non cercava mai di farla ragionare, che

sentivi loro che parlavano ad alta voce, per smussare un pochettino quello che era accaduto

dicendo come si chiama tua mamma?

Fin'alba.

Fin'alba, sei stata un po' troppo dura, come a similiano, ce non succedeva mai in queste

cose.

A me non è arrivato.

Anzi, le volte in cui ho visto mio padre è più arrabbiato e quando io quasi lo, magari

lo chiamavo, nel lagone della discussione a tavola…

Lui non voleva che tu lo tirassi a mezzo.

No, io attaccavo mia madre e controbattevo con mia madre e diventavamo magari anche aggressivi

nel linguaggio, nei modi e lui sbottava e per lui il rispetto era fondamentale, era sempre

dalla sua parte, la parte di mia madre.

Ok.

Ritorniamo, scusami dove eravamo prima, a televisione, quindi lui diventa il tuo manager, nel senso

diventa il tuo consulente, diventa il tuo mentore, il tuo fan, diventa un po' quella

persona che ti carica quando tu lo fai, quindi che non ti dà mai dello sbagliato neanche

in una minima sfumatura, anzi ti incoraggia a continuare e dove ti porta questa carriera

televisiva.

Allora, nel frattempo, continui ad andarci, vuol dire quando diventi avvocato, quindi

quando passi l'esame di stato, continui a andare in televisione, poi arriveremo perché

so esattamente chi tu sei oggi, non, nel senso che tu hai lavorato su una leva diversa, consiglio

di tuo padre, la comunicazione oggi hai usato un modo moderno, il personal branding e social,

ma ci arriviamo dopo.

Quindi, come è il prosiego di questa cosa a livello televisivo?

Dove ti porta?

Io ero diventato uno dei massimi esperti di diritto dei consumatori in Italia e questo

anche grazie ad un altro stratagemma di mio padre che un giorno viene a casa e dice, guarda

mi hanno regalato un corso, sai, alle associazioni dei consumatori ci tengono che ci sia una

partecipazione da parte nostra, un corso molto costoso, molto impegnativo a Bruxelles,

dovresti fare questo summer program, giugno e luglio a Bruxelles, non so chi farlo fare

e quindi ti chiedo se vuoi...

Si stava riportando, belattamente dalla sua parte, perché stavi guardando al trove.

Esatto, stavo guardando al trove, voleva definitivamente forse far sì che io interrompessi la mia carriera

di penalista che in sé si stava esaurendo, nel senso che il diritto penale è molto

fascinoso, ma poi per farlo a un certo livello devi essere in uno studio importante, invece

mi ero subito emancipato ed ero diventato autonomo.

Tra l'altro avevo la fortuna di avere un campo dellezione dove come ti dicevo io ero

uno dei più affermati, perché sapevo cose che gli altri non sapevano, io ho cominciato

a studiare le norme della tutela dei consumatori che stavano prendendo forma in quegli anni

e quindi era un diritto tutto nuovo, non esisteva il codice del consumo all'epoca.

E in più mio padre perfeziona la mia cultura in materia regalandomi, nel tempo scoperto

che quel corso non li avevano regalato, che lui l'aveva pagato molto, era un corso molto

costoso a Bruxelles, però dicendo, guarda, me l'hanno regalato, non so proprio chi mi

mandare, era un peccato, non sprechiamo questa occasione, quindi io parto a Luglio, non ero

poco felice di farmi giugno e Luglio su a Bruxelles, anche se poi devo dire, per il

solito discorso del fatto che quando salto in una vasca nuova questo potenzia, la mia

autostima, entro in questo mondo di soggetti che venivano da tutto il mondo, diciamo degli

argentini, dei brasiliani, dei tedeschi, degli spagnoli, tutti giovani interessati a approfondire

il diritto dei consumatori e io sono nella culla del diritto dei consumatori, il diritto

dei consumatori nasce a Bruxelles, le norme che oggi sono vigenti in Italia, sono state

scritte in Europa e in quel tempo era il 98, il 99 venivano approvate le direttive più

importanti e io ad alcune di queste avevo partecipato proprio nella fase, si dice,

le ascendente, cioè quando le norme bangono scritte, quindi avevo una conoscenza della

materia che non era di Dascali, che non avevo studiato sui libri, le avevo vissute e quelle

cose, quindi in Italia cominciò ad essere un opinion leader in quel settore, io ho scritto

su libri tecnici, dei saggi giuridici di altissimo livello, dove ero di gran lunga il più giovane

degli autori che scrivevano su quella materia e non solo la conosciò da un puturista tecnico

perché c'erano sicuramente dei giuristi che la conoscevano, ma io avevo poi l'applicazione

pratica, cioè la cosa meravigliosa di quegli anni è che io avevo la possibilità di operare

sul corpo del reato, sulle situazioni più eclatanti e quindi mettevo in pratica quelle norme e

questo mi aveva reso appetibile per il mondo della televisione.

Ma dal tuo punto di vista, no, quando io vedo molti psicologi, vedo molti professionisti

verticali in dei mondi che vanno in TV e mi chiedo spesso perché ci vai, ci vai perché

porta ai clienti, cioè nel senso non penso che il cascete levisivo, dove molte volte non

esiste neanche, possa appagare nessuna sfera se non quella magari sì dell'ego emotiva

perché hai visibilità ma non la pecugna, quindi mi chiedo che ritorno da al business

andare in TV, fai in modo che tu possa avere più clienti, il personal branding parte anche

da lì, sono casse di rissonanza, no?

A che serve?

A me serviva per raccontare il mio mondo, a me serviva per divulgare, per far capire alle

persone in quello che stava succedendo, per raccontare loro che erano dei consumatori.

Il famoso consenso di cui parlavamo prima più amplificato nell'ir a tutti, cioè non

sono uno sproveduto, vi dimostro con i fatti che invece io sono cinturno nella era dell'orgometto

perché mi piace e perché lo pratico in quel senso.

In questo senso e poi in altra…

Ma porta nel business?

Dipende dagli argomenti dei quali ti occupi perché io so bene che se vado a parlare di

certi temi, poi il pomeriggio ci scrivono in associazione tutte le persone interessate,

se vado a parlare di altri temi questo non accade, quindi molto dipende dall'autore

televisivo pensa comunque di darti qualcosa, del motivo per cui l'esperto, almeno nel

nostro caso non viene mai retribuito, quindi ho fatto tutta la mia carriera televisiva quasi

tutta in modo completamente gratuito.

In più oggi, nel momento in cui io sono il presidente dell'associazione, è anche un

dovere istituzionale di dare visibilità alla mia sigla, alla mia realtà, alla mia

associazione e far capire che esiste.

E poi la televisione mi porta all'interno di un gioco televisivo perché a proposito

di escamotage usati da mio padre per coinvolgermi, una sera arriva da me e mi racconta che

l'ho accchiamato un capostruttura della RAI per chiedergli di andare a partecipare a

un gioco televisivo, naturalmente non da concorrente ma per certificare, testimoniare che tutto fosse

in regola.

E comincia lì la mia storia che mi lega ad uno dei più popolari giochi televisivi della

nostra TV, che è a Fari Tuoi.

Io arrivo proprio nella primissima stagione, perché il programma inizia nel 2003 con Paolo

Bonolis e mio padre arriva in camera e mi dice, guarda io non ci ho voglia di andare a fare

questa cosa, poi bisogna studiare il regolamento del gioco, che ne dici di andare tu e all'epoca

c'era una grande polemica tra questo programma neonato della RAI e striscia la notizia che

invece aveva già il suo storico e polemica non tanto di un conflitto, non tanto tra

le persone, Antonio Ricci da un lato e Paolo Bonolis dall'altra, ma perché la fascia

oraria nella quale quel programma andava era una fascia decisiva per gli esiti bilanci

di queste due grandi aziende, la RAI da un lato, media settelata, perché il cosiddetto

prime time che serve a tirare da un lato il telegiornale dall'altro il programma della

sera e striscia nota che arriva a questo programma, striscia non aveva nemici, non aveva avversari

in quell'orario lì, arriva a questo programma che anche grazie a Paolo fa boom e scattano

le polemiche sul fatto che questo programma potesse essere in qualche modo artefatto a

danno della trasparenza e il programma presidiato naturalmente da due notai, tra l'altro molto

conosciuti all'interno della RAI, quindi suonava un po' strano che la RAI chiamasse

in aggiunta ai notai semplicemente un rappresentante dei consumatori, però questo capo struttura

conoscia mio padre dai tempi in cui, appunto lui andava spesso in tv e conosceva l'autorevolezza

e l'ho invita, mio padre mi spedisce in trincea e io non dimenticherò mai quando arrivo lì

negli studi di Vieti Burtina e conosco Bonolis, temevo di trovarlo un po' in insomma irritato

da questa presenza scomoda, invece da genio della televisione qual è, lui fa un po' come

fanno gli architetti quando c'è una colonna in mezzo un open space, se non la puoi buttare

giù perché è portante valorizzala, non la nascondere e lui mi fa entrare nello show,

quindi era un programma seguitissimo, roba di 10 milioni di telespettatori seguivano

affari tuoi dall'altra parte, altri 10 seguivano striscia e mi valorizza e io divento l'avvocato

più bello del mondo. Nel senso che era il modo in cui ti ho presentato.

Sì, sì, sì, mi presenta così, oppure il casco blu dei consumatori perché voglio fare

l'osservatore, immaginati che avrebbe potuto dire abbiamo qui l'avvocato do una che controlla,

invece no, abbiamo l'avvocato più bello del mondo, quindi la gente non aveva più capito

qual era il mio ruolo e si innesca questa dinamica così, tra l'altro, Paolo è ex

alumno della mia stessa scuola, seppur 10 anni prima di me, quindi leghiamo molto e

mi coinvolge in questi lunghi pomeriggi di registrazione. Io vado lì a fare il mio

dovere, quindi studio il regolamento, cerco di capire se effettivamente c'erano delle

regolarità, nel frattempo arrivavano le bordate di strisciare la notizia, ma dall'altra

parte Antonio Ricci non quasi mai pone la sua attenzione su di me, perché lui non meno

diciamo geniale di Bonoli si aveva capito che insomma io ero un personaggio, se vuoi

da un lato secondario dall'altro poteva essere pericoloso mettersi contro un'associazione

dei consumatori, avevo fatto le mie verifiche e il gioco sembrava essere regolare, passano

le stagioni e io entro in questo personaggio e subisco un imbarazzo clamoroso perché dopo

aver costruito coin contenuti, tanta storia televisiva le persone cominciano invece a

riconoscermi per strada come quell'avvocato più bello nel mondo che sta da fare, quindi

mi fermano per strada persone che non sapevano minimamente chi o fossi e cosa facessi, arriviamo

al punto per cui qualcuno mi saluta a notario mentre io ero lì da avvocato anzi per mettere

sotto la lente di ingrandimento il notario. E questa cosa mi imbarazza tantissimo perché

persone vogliono fare la foto con me ma semplicemente per una questione estetica, cioè non estetica

che io fossi particolarmente piacente, ma di immagina, lui appartiene allo show e quindi…

Come vivi quei momenti?

Io provo a rivendicare anche con quello che mi ferma per la strada per farmi una foto,

mi ha visto un…

Perché quello è una bella dose di consenso, no? È superficiale perché non sanno neanche

chi sei.

Era scollegata rispetto ai miei contenuti, quindi trovo un grandissimo imbarazzo. Cioè

la mia domanda quando le persone mi fermano mi ha visto una mattina, no ad affari tuoi

quindi ho tutto deluso da questo fatto perché a uno mattina raccontavo cose.

Argumenti.

Lì era una presenza vuota se vuoi, ma erano tre secondi di inquadratura, ma che mi avevano

veramente esplode la mia community su Facebook, avevo solo gli amici, cominciano a essere

quattro, cinque mila persone, tante persone che mi scrivono e soprattutto io entro nel

gruppo, quindi comincio a conoscere tutto lo staff della produzione, era un prodotto di

Endemol, passano gli anni, passano le stagioni, arriva quella di Flavio in Sina e infine quella

di Max Giusti, cinque anni dopo la mia prima presenza lì, quindi ho cominciato nel 2004,

era il 2010, scopri in un modo casuale veramente da spy story che c'è qualcosa che non va.

E lo documento…

Ma come lo scopri?

Lo scopri in un modo molto, molto casuale, semplicemente vedendo un comportamento strano

di un concorrente, quindi tu immaginati dopo cinque anni, quando la routine ha preso il

sopravvento, quando io andavo alle feste di produzione, quando ero uno del gruppo, ero

uno dello show, con questa notorietà che all'inizio mi imbarazzava, ma poi comunque rischi anche

di farti sbagliare il fuoco, no?

Io che noto tutto, bravo ragazzo, vedo una cosa strana, un movimento minuscolo di una

concorrente, seguo una pista, non ti racconterò come va a finire perché ho scritto un libro

su questo dieci anni fa, ma insomma trovo una pista, fotografo e tu puoi immaginare lo

spirito con il quale io che andavo lì, a scherzare, a ridere, a partecipare dello show

mi devo trasformare in un agente segreto perché devo raccogliere la prova di questa cosa.

E cosa faccio?

Vado dalla RAI, perché era stata la RAI a invitarmi a controllare, vado dalla RAI dal quel capostruttura

che aveva invitato mio padre cinque anni prima, di riguardi, io ho scoperto questo, stanno

rubando soldi della RAI, mi avete chiamato per controllare e questo capostruttura mette

su una maschera e mi dice, no, ma simile non è possibile, sai come Eddie Murphy negare

sempre, no, non è possibile, guardi io ho visto che è successo questo, no, non è possibile,

non è possibile.

C'era di mezzo quest'altro soggetto il cui ruolo, cioè Endemol, la casa di produzione,

che aveva interesse semplicemente che il programma fosse un programma premiato dagli

ascolti, lì la truffa non era per aiutare questo o quel concorrente, lì il gioco consisteva

nel fare in modo che determinate serate fossero avvincenti e per essere avvincenti, quelle

un grande mercante in fiera oltre all'abilità del narratore che deve accompagnare, devono

arrivare per ultimi i due pacchi con i premi più succulenti o perlomeno la vittoria, il

premio importante e il nulla, ecco quella era la finale perfetta per loro perché teneva

incollate le persone fino all'ultimo momento, io ho scoperto come ciò poteva accadere.

Il capostruttura mi nega ogni possibilità di collaborare, allora io vado alla procura

della Repubblica, era mio dover, ho stato chiamato per controllare.

Tutto quell'ambiente che mi accoglieva in quel modo cambia completamente faccia, io divento

il nemico, anche i cameramen, mamma seminano perché hai fatto questa cosa, non dovevi farlo

e quindi racconto in questo libro che si chiama Fari Loro il disagio anche psicologico di

sentirmi quasi in colpa ancora una volta e il passaggio successivo dopo la procura è

striscia, ma prima di andare a strisciare la notizia io soffro tantissimo perché era il nemico che

avevo sempre fronteggiato al quale devo andare a fare delle rivelazioni e faccio una prima

intervista con Jimmy Ghione, poi Antonio Ricci chiede di conoscermi, ero a Milano e avevo un aereo

poco dopo, pensavo che in un'ora di chiacchierata la cosa sarebbe risolta, Antonio non mi molla

praticamente, va giù a fare la diretta alle 8 di sera di striscia e dopo gli aspettami ti prego

perché Antonio era completamente malato di questa storia, cioè a sua volta soffriva l'aver

visto un programma artefatto fare una concorrenza sleale alla sua creatura e quindi da lì nasce

questa relazione, vado tantissime volte non da svelo, non da strisciare la notizia, le prove di

quel che avevo scoperto, ci scambiamo con Antonio Ricci, io avevo un pacco regalato da Paolo,

io ne faccio dono e penso di averlo reso veramente felice, lui mi restituisci un tapiro con il suo

autografo che è ancora nel mio ufficio, quindi molti spesso mi chiedono al tapiro quando l'hai

preso, io non l'ho preso da Staffelli ma è un regalo di Antonio e il processo che si

nagura dopo le mie denunze viene archiviato ma viene archiviato con una motivazione ben chiara e

cioè il giudice, perché ci opponiamo la richiesta di archivazione che c'è una sentenza, dichiara

che il gioco si è svolto secondo regole inidoni a rispettare l'alea, cioè l'incertezza,

la casualità tipica di ogni gioco, ma era strutturato per procurare partite avvincenti.

Viene archiviato perché la responsabilità penale e personale non si era capito in quale

tassello, in quale momento del gioco fosse intervenuta questa mano a modificarlo. La storia

si conclude in modo ancora più importante da un punto di vista processuale perché uno

dei due notai, dopo che si è chiuso il processo, pensa bene, è un errore da non fare mai di denunciarmi

per diffamazione, il mio libro era il corpo del reato e quindi mi chiama a rispondere delle

mie affermazioni non va mai fatto perché a quel punto si apre un nuovo processo sulla verità

delle cose che ho scritto, perché io sarei stato colpevole di diffamazione se avevo scritto il falso,

viceversa. Ancora una volta il giudice in questo caso, archiviando la denuncia a mio carico,

afferma che la presenza del notario era a fine di spettacolo, cioè invece di attestare la pubblica

fede come prevede la legge, era lì semplicemente parte dello scioma, non faceva il suo mestiere

nei sorteggi. Quindi diciamo che è una storia aglietto fine dal mio punto di vista con un po' di

amaro in bocca. Ha un impatto tra te e la Rai nel sotturo. Ha un impatto clamoroso tra me e la Rai

perché io vengo bannato da tutte le trasmissioni televisioni della Rai, quindi io passo due anni,

ho stracizzato in forza di una circolare interna che prevede che se tu hai un contenzioso con la Rai

non puoi apparire in video piccolo particolare che io ho gridato al mondo, ma senza ascolto,

io e la Rai non avevamo un contenzioso perché io avevo fatto la denuncia e la Rai in quel processo

era persona offesa, cioè era dalla mia stessa parte, io avevo denunciato qualcuno che truffava la

Rai, quindi io e la Rai non eravamo, la Rai non era indagata, il procedimento era contrognoti tanto

che poi non si seppe chi era il grande responsabile di questo, diciamo, inganno e io la Rai eravamo

dalla stessa parte, vengo bannato dagli schermi televisivi, non posso più partecipare da nessuna

parte, mi chiamano gli autodicendo Massimilano, mi dispiace, ti vorrei invitare, non lo posso fare

perché la Rai ha deciso che tu non puoi andare in onda. Il ban con la Rai? No, è durato due

anni, è durato due anni, appena i processi si sono chiusi, ci siamo riconciliati, intanto trovo

ancora qualcuno che mi dà un bufetto, mi c'è quella cosa non la dovevi fare, in cui mi è

stata una battaglia tremenda, io non dormivo la notte, andavo uscivo dagli studi, andavo dal

mio avvocato e scrivevamo memoria e poi sono diventato questo libro scritto quasi in real time.

Penso che la mia vita era cambiata così tanto, io vado a lavorare in Moldavia per un anno,

c'erci sono dei bandi ogni tanto per esperti di varie branche del diritto.

Quanti anni hai quando succede quel fatto, diciamo, della Moldavia?

È il 2010, quindi ho 40 anni, partecivo a questo bando, vengo preso, erano bandi anche molto

ricchi, questi esperti vengono pagati molto bene per andare in questi paesi che si candidano a

diventare un giorno membri dell'Unione Europea per rafforzare la loro struttura giuridica.

Quindi sono stato chiamato a costruire il codice del consumo in un paese molto arretrato, da un

punto di vista anche economico, oggi tutti sanno bene dove è vista la crisi geopolitica, ma all'epoca

era veramente un salto nel buio. Io lavoro circa un anno lì e al mio ritorno, come ti dicevo,

comincio invece a lavorare in Mediaset, perché un autore di forum mi aveva notato e dicevano,

Massimino, non puoi stare senza fare nulla, vieni da noi come a forum, centro io con forum.

Ci stiamo inventando, corritta dalla Chiesa una rubrica delle lettere e secondo me potrebbe

aver successo. Le prime due puntate le abbiamo scritte noi, cioè la lettera te la scrivi da

solo, più o meno, immaginando sull'esperienza di quelle che riceviamo. Da quel momento arrivavano

centinaia di lettere tra una causa e l'altra e questo pazzo di autore che veramente era

innamorato della mia capacità di improvvisare real time mi dice, guarda, ti puoi trattenere

oggi po' a merigio che volo fare un esperimento con te, chiediamo al pubblico di rimanere,

ti va di fare una puntata da Giudice. Faccio come da Giudice, c'è Santi Liccheri che per me era

una… sì, sì dai, facciamo questa cosa, vediamo come va, è un gioco, ma faccio questa cosa. La

sera stessa mi chiama Nino, non lo ricordo un grande affetto, Nino Spirli mi dice, Max, domani

giuriamo il numero uno. Faccio come il numero uno, si andiamo in onda, come Giudice, ma tu sei

pazzo, no? E io ho fatto il Giudice per una volta a Forum andando in onda e anche lì un altro

ambiente, Rita mi aveva portato a casa sua con tutta la famiglia del programma, anche quella

una bellissima community, ed ero diventato amico di tutti, di Marco Senise, di Fabrizio Braccogneri,

gli autori, cioè dietro Forum c'è uno studio chiaro, le cause prendono spunto da fatti veri,

poi sono recitati da attori. E perché lo fai solo una volta? Lo faccio solo una volta,

perché quella è una sliding door della mia vita, perché funziona benissimo e Nino,

te l'avevo detto che funzionava, va alla grande, dobbiamo svecchiare un po' e arrivano da Milano

per contrattoalizzarmi. Quindi una settimana dopo arriva questo alto dirigente di media,

ricordo, in una stanza completamente vuota, lì su la tiburtina, con la sua valigietta,

sua ventiquattro era per la vegetta, tirava fuori delle carte, mi comincia a raccontare,

io sapevo anche qual era il cascè di Sant'Iliceri, naturalmente, il quale faceva due cause al giorno,

quindi è la cosa che mi infastidisce di questa persona e che ci va troppo cauto, quindi mi hanno

parlato bene di lei, mi ha visto che ha funzionato, io invece stavo l'amordevo la schivania,

io pensavo di poter spaccare il mondo al giorno dopo e dice, se lei è d'accordo,

le propongo un contratto per una puntata al mese. In un escalation penso di essermi

trasformato, tanto che Nino, che era lì con noi questo avuto, dice, ma Massimino,

non ti ho riconosciuto come una puntata al mese. Cioè sei rimasso così tanto

deluso che hai avuto una reazione che non faccia parte del tuo perimetro di educazione?

Assolutamente no, questa persona avrà pensato che era un presuntuoso,

che era un ragazzino viziato, ma dico, da fare una puntata a settimana,

io mi aspettavo una, due puntata a settimana, a un al mese. L'ho sentita con proveniente come

un'offesa. In più, quando probabilmente mi arriva la proposta di forum, nella mia testa avrò detto,

beh, se devo giocarmi le mie carte, e ne vale la pena, comincio ad essere presente in questo

programma, ma tra l'altro il mio consiglio dell'ordine avrebbe avuto molto da ridire perché io andavo

a interpretare un ruolo da giudice, essendo io in realtà avvocato, con l'atoga addosso,

con tutta una serie di finzioni, anche sceniche, che sono tipiche del programma. Quindi, insomma,

forse c'era una mia intima volontà di far saltare quella proposta e così fu. Nino mi disse,

guarda, nonostante tu abbia fatto, ti sia trasformato in un mostro che non sei,

torneranno da te con una nuova proposta, non tornarono mai più perché veramente

ero stato ai limiti dell'offensivo.

Fino a 30 anni vivo felicemente a casa dei miei genitori, in questa…

Ah, tanto?

Sì, ma mia sorella si è sposata abbastanza giovane e quindi, diciamo, mi ha lasciato

campo libero. I miei genitori lavoravano tantissimo, avevamo una casa molto grande al punto che

oggi vivo nella casa di famiglia divisa in due, avevamo il giardino, mi sentivo molto

libero e poi ero così focalizzato su quello che stavo costruendo. La mia casa in realtà

era il mio ufficio. Io torno da Bruxelles e fondo, letteralmente un mese dopo, uno studio

legale al quale do un nome inglese, consumer law firm, quindi studio legale di diritto

dei consumatori, era una novità clamorosa, avevo 30 anni nel 2000 circa e volevo costruire

questa cosa e vivevo tantissimo tempo nel mio studio professionale. Era diventata un po'

il mio rifugio, il mio luogo. Avevo dei rapporti familiari, arrivo a dire, con i miei colleghi.

Ho sempre avuto tanti praticanti e la mia famigliare è diventata quella, cioè io avevo dei rapporti

molto confusi con queste persone, ero il loro padre, ero il loro mentore, ero il loro

amico, loro mi raccontavano le loro problematiche, eravamo una squadra e all'interno del mio

ufficio io vivevo, a volte mi capitava di uscire fare serata e tornare in ufficio due ore a

far delle cose, a pensare. E comandavano i rapporti interpersonali avendo una vita così

tanto dedicata al lavoro? Tanti amici, ho faticato ad avere delle relazioni profonde con le donne,

ho avuto anche rapporti a abbastanza duraturi, ma penso che le ragazze pensavano che io avessi

magari un appuntamento alle due di notte con un'altra, che nessuno poteva credere al fatto che

io, no, tanto da lavorare stasera non esco, non possiamo partire, perché la maggior parte delle

persone pensavano che io fossi un doppio giochista, in realtà non sono capace di fare il doppio gioco,

perché non ho tempo per il resto. Ma io in ufficio facevo, a un certo modo, avuto una fase nella

quale dipingevo, e quella era la fase in cui mia mamma ha cominciato a stare male, dicevo dopo i

miei 30 anni, e lì mi sono ancora di più chiuso nel mio ufficio, nel mio lavoro e lì forse si è

generata questa mia visione on-off della mia vita. Cioè io passavo del tempo con lei, l'assistevo in

tutto quello di cui aveva bisogno, siamo arrivati al punto di doverla ricoverare in delle cliniche,

diciamo, psichiatriche, quindi puoi immaginare la fatica anche di soltanto essere in quell'ambiente,

e quando uscivo dal ruolo del bravo ragazzo, del figlio che assista e la mamma in difficoltà e che

cerca di tenere il papà il più fuori possibile, io in certe situazioni, certe visite con gli

psichiatri le ho fatte io, lasciando a mio padre concentrato sul lavoro, e ho cominciato a, da

qualche parte dovevo scaricare tutta questa attenzione, e ho il ricordo di certe serate nelle

quali io uscivo da questa clinica, salivo sullo scooter, lo scooter è avuto un ruolo nella mia

vita, è un po' il mio destriero, a Roma se fai l'avvocato sei costretto a movert in scooter,

non hai, non hai chance, che devi fare delle cose, devi girare, poi io in più avevo questa vita,

insegnavo all'università, andavo in televisione, andavo in udienza, andavo in u... cioè la mia

giornata era fatta di 6 tappe, Roma è stesa quanto una regione italiana, quindi ho la fa in scooter,

e ti dicevo uscivo dalla clinica, salivo sul mio destriero, perché lo scooter era veramente quasi il

mio cavallo che mi faccia finalmente sentire libero, e io mi ricordo Luca di certe serie che uscivo

da questa clinica, e andavo veloce con la bocca aperta per respirare, cioè è una cosa ancora un

ricordo che ho impressionante, l'ho fatto per lungo tempo, quindi tra i 30 e 35 anni ho avuto

questa fase in cui uscivo tutte le sere, e uscivo tutte le sere, era lunga e faticoso, però era il

modo per stancarmi, cioè per non pensare, vedere mia madre, il simbolo nella mia testa della

persona efficiente così indebolita era devastante, da l'altra parte il mio padre non lo diceva,

ma credo soffrisse, forse si vergognasse anche un po', vergognasse nel senso buono e il termine,

le malattie mentali non sono facili nemmeno per chi è lì vicino, il senso di vergognia un po' è

qualcosa con il quale fari conti. Io andavo su questo destriero a Giro per Roma con la bocca

aperta proprio quasi, sai quando hai famo ed ossigeno, l'aria che mi entrava in bocca

potesse cambiare l'aria interna, davo nei locali e uscivo tutte le serie, quindi avevo tanti gruppi

perché le persone con cui io uscivo il venerdì e il sabato non sapevano che io uscivo anche il lunedì,

una volta ho fatto una cosa che non sappia nessuno, sono andato in tv dritto, dalla sera prima,

cioè ho fatto ufficio, mia madre, la serata e senza dormire, un programma che del sabato

della domenica sempre in rai, alle 6 e un quarto del mattino, io sono arrivato là, sono arrivato

con la, vado in onda come al solito l'ampadina accesa e mi prende la tacchicardia proprio e quindi mi

sono sentito, poi mi sono rivisto, il mio padre mi aveva insegnato a rivedermi sempre,

io mi sono registrato dai vecchi VHS, adesso un po' di meno chiaramente su, ma mi registravo e mi

rivedevo sempre, perché quello che non mi diceva il mio padre l'ho notavo io e quel giorno pensavo

di aver fatto una figura tremenda perché mi sentivo la voce che non usciva, poi nel rivedermi mi sono

un po' assicurato perché ho detto ma alla fine da fuori... Non si vede, non si persi, non si persi.

Ma io dentro stavo umore, avevo sudavo, volato a chicardia, ho detto vada questa cosa deve finire

anche perché era molto faticosa e poi non avevi rapporti umani perché ero tutte serate, finia a

se stesse, allo sfinnimento, conoscevo un mondo diversissimo dalle mie abitudini, incontravo delle

mie studentesse in giro che potevo insegnare all'università, avevo questo lato oscuro,

è stato molto faticoso e tutto è finito quando purtroppo abbiamo scoperto della malattia di

mio padre, io avevo 35 anni, il mio padre scopre di avere un linfoma, mia madre si riprende così

dalla depressione come spesso accade in questi casi e lo scopriamo a Palermo, eravamo io, io e lui,

questa cosa anche forse non è casuale e lui tiene un ultimo bellissimo discorso in pubblico perché

poi la sua presenza pubblica si è molto ridotta a Palermo da Siciliano, qual è anch'io mi sento

un po' e lì in solito comincia quest'anno un po' difficile in cui se ho capito bene la scelta era

tra gestire la malattia o essendo un tumore curabile intervenire e lì mia madre che ha sempre

preso il toro per le cornice, no ma dobbiamo per forza intervenire, non so se la scelta fu giusto o

meno perché poi dipende anche dalla qualità della vita che ti aspetta, poi tutta una serie

di sfortunate coincidenze lo portano nel 2006 a morire e dove sei il giorno in cui succede?

Succede d'agosto e un agosto nel quale avrei potuto partire ma decido di non farlo perché sento

che c'è qualcosa che non va e anche quella sera stavamo andando a casa salutandolo ma

sento che c'è qualcosa che non va, era ormai diciamo inconsciente da due tre giorni quindi si

aspettava del momento arrivasse e vedereva tutti e tre che con mia sorella lì ed è stato

tremendo ma bellissimo il subito dopo perché io devo correre a casa sul destriero per prendere

le cose che servono in questi in questi momenti e lì non ho avuto per la prima volta bisogno di

aprire la bocca, non avevo nulla da smaltire ma mi sentivo mio padre sulle spalle cioè

letteralmente uno zaino proprio una cosa cioè avrei giurato era il 27 di agosto e quindi faceva

caldo in t-shirt e quindi letteralmente sentivo una forza e da allora siamo stati in in synchrony

beh io considera per qualche mese facevo il numero per chiamarlo dopo gli avrei voluto raccontare

tante storie che ho vissuto ma era veramente lì con me e dovunque vado c'è qualcuno che mi

parla di lui e questa è una cosa bellissima e recentemente abbiamo saputo che il comune di

roma lì intesterà una via quindi anche se ci fosse bisogno un riconoscimento pubblico ma

veramente incontro tantissime persone giovani anziani che mi parlano di lui questa quando lo fanno

ti fa soffrire no no no si anche perché mi raccontano la cosa più bella cioè della sua

attenzione per le persone questa è una cosa meravigliosa dal microfognista della rai al giovane

che lo ha solo intravisto tutti mi dicono tuo padre era lì quando parlava con te non non era

ristratto e questo mi fa un po soffrire pensando a quanto viviamo noi distratti dai gadget della

telefonia sempre connessi a volte mi rendo conto di mentre mettono un microfono di pensare ad

altro invece mi piacerebbe davvero essere lì anche con con quella persona che sta sempliente

facendo il suo lavoro ma devo dire forse come quel giorno che mi ero sentito più brutto da

dentro di come in realtà ero poi risultato alla fine non devo essere poi così trascurato

perché mi regalano dei sorrisi bellissimi alle 7 del mattino quando arrivo in tv e quindi evidentemente

è un po una logica con la quale devo fare i conti insomma non vorrei uscire definitivamente dalla

logica del dovermi alimentare dell'amore degli altri vorrei che qualcuno si alimentasse

di me e che io sia qualcosa al di là di quello che do uscire un po da questa logica finché dai

amore ricevi amore quando conosci tua moglie dove?

Ah beh, one more time in ufficio come mio padre ma a differenza a loro non fu un colpo di fulmi

nel senso che io stavo partendo per la Moldavia anche se loro preferirebbero che io la chiamassi

Repubblica di Moldova per essere visto che un po di rumeno l'ho imparato e ho soprattutto imparato

il rispetto per questa gente che ne merita davvero tanto e stavo partendo e quindi lascio il mio

team e lei era arrivata da giovane stegista nell'area della comunicazione, lei era una

giornalista, Simona Edira Giocalabria ma studiato a Roma e quindi aveva fatto esperienze

di radio in televisione e c'era i tassicandi da lavorare da noi, io però con lo che non lo

fa come il secondo sì perché voglio avere sempre l'ultima parola sulle persone che entrano nel

nostro team e devo dire rimasi colpito dalle sue mani, dal suo gesticolare, dalle sue unghie

molto curatemi ma poi non so era finita lì anche perché all'epoca credo che io fossi fidanzato

anche se è brutto a dirlo un po' pigramente perché appunto avevo altre passioni e poi accade

ma in un modo un po' galeotto. Quanti anni avevi? Io avevo 42-43 anni e quindi state insieme

da 10? Sì siamo insieme da 10, ci festeggiamo i nostri 10 anni d'anno prossimo e succede ad una

cena di fine anno diciamo in cui ci ritroviamo con tutto il team andiamo a ballare e poi così

succede che ci basciamo poi partiamo per la vacanza ci separiamo e la cosa che mi ha colpito

di lei è la sua stabilità cioè lei ha capito forse mi conosceva appunto già da qualche tempo ha

capito cosa riempiva la mia vita e è entrato a farne parti in modo molto sobre molto molto stabile

io di lei apprezzo se penso simona penso ad una cuerccia piantata per terra e lei mi è cambiato

la vita perché io ho cambiato l'approccio rispetto al mio io familiare la mia non avevo mai pensato

ad un figlio tanto meno a sposarmi quindi comincia questa storia prima un po' all'insaputa dei colleghi

una storia che però disegna un altro mio tratto cioè che è la confusione dei piani e questa

confusione di piani è stata qualcosa che mi ha anche un po' alimentato in qualche modo anche lei

è entrata dalla porta del mio ufficio se vuoi perché era forse l'unica soccusa e con lei nasce

il desiderio di sposarci lo facciamo in tempi abbastanza rapidi negli un paio d'anni lo comunichiamo

ai colleghi che hanno accolto questa cosa tutti un grande gioia chiaramente senza gelosia la mia

fortuna è che non lavoriamo a strettissimo contatto perché ne lavora appunto nell'area di comunicazione

non segue social che lì segù un'altra persona quindi e poi lei è la è anche la fredda dei due

quindi io arrivo a casa con degli entusiasmi pazzeschi lei mi ascolta fa ma come vado a fare

one more time non che non ne gioisca ma lei è un po' quella dell'anche meno questa questa cosa

io l'ho anche usata sui social perché anche meno vuol dire sì ok va bene però pochino

meno di entusiasmo quindi mi modera pure essendo parte del mio primo consigliere e poi insomma è

nato vincenzo che è il numero di un padre e anche lui ci sta insegnando un sacco di cose quanti

e dia incenza sei anni è dolcissimo ogni tanto compare nei miei video e anche se non vorrei ma per

lui è troppo forte quando io al supermercato prendo il telefonino lui già si mette lì pronto a

chiosare il mio finale voi lo sapevate no e lì se non io lo faccio fare lo vedo che mi tira quindi

lo rendo partecipe di questa cosa credo sia un artista dentro di sé perché quando si cimenta si

balla in casa mi piace riprendersi fare delle ci sta insegnando tanto perché vincenzo ha i suoi

tempi io sono cresciuto nella diciamo così nel mito della velocità del bruciare le tappe del fare

tutto in fretta e vincenzo fino a qualche tempo fa dicevo arriva in ritardo nel senso che ha

cominciato a camminare tardi ha cominciato a parlare tardi oggi non dico più che è in ritardo

ha i suoi tempi perché giudicare la velocità con la qual un bambino si mette in piedi o decide di

parlare e questo è un insegnamento al quale io non posso resistere all'inizio fatti cosissimo

inizio fatti cosissimo perché dai per scontato che tutti vadano la tua velocità infatti questo

è stato anche fonte di conflitto con i miei collaboratori io li volevo tutti come me io li

parlavo di grinta di agonismo di morta e la scrivania perché era così e quindi con qualcuno

avuto dei anche degli screzzi molto forti perché io li volevo come me poi anche qui grazie alla

psicoterapia ho imparato che invece è bene circondarsi di persone che ti completino che

siano diverse e l'ho imparato in primi scommi a moglie e vincenzo mi sta insegnando tanto a

qualche problema di linguaggio le prime volte che lo sentivo balbettare luca avrebbe voluto

morire è un po anche ora come come senti perché pensi che perché non parla dai dirla quella

cosa perché esiti perché e accanto ai percorsi che in questo caso si devono fare con i

medici con gli esperti per capire scopri che non c'è un motivo che non devi andare a cercare

una ragione e da quando io ho mollato lui parla meglio come se vedesse che sono più rilassato

da quel punto di vista non è facilissimo gestire queste cose magari a qualcuno è

capitato perché oggi medicalizziamo tutto cioè oggi i bambini che non facciano logopedia

ce ne sono pochi no perché c'è appunto questa corsa ad essere il più performanti possibile

nel suo caso ci sono molti up and down quindi sono dei momenti in cui lui parla in modo estremamente

fluido dei momenti in cui invece sto cercando di capire a cosa collegarlo perché in quel momento

è cominciato a faticare e forse anche lì è una domanda sbagliata non lo so perché però

ecco io credo che se il destino dio chiamiamolo come vogliamo abbia deciso di insegnarmi

qualcosa abbia scelto di toccare i due tasti più efficaci e anche più violenti uno farti

insegnare queste cose da tuo figlio due toccarmi proprio sulla velocità e quasi sull'elogio cioè

per me è sempre stato un e forse in televisione ha funzionato per questo perché saper dire in modo

semplice ma veloce un concetto no e sono arrivato ad un punto per verso per cui vorrei che le

persone capiscano senza che io parli cioè il famoso esame fatto senza aprire il libro ero in una

fase nella quale arrivavo a pretendere al collaboratore che capisse senza che io lo raccontasse ed è

impossibile non è giusto e perché privarlo quindi anche questo vedi quanto lontano sta andando

l'insegnamento che mi dà vincenza cioè mi sta cambiando il mio modo di interagire nel mondo del

lavoro con me stesso forse anche perdonarsi anche fare pace anche e dall'altra parte c'è mia madre

che chiaramente continua perché come continua a viverla questa ma avete fatto tutte le visite

del caso si rimarca il problema invece il tuo switch è stato quando tuo padre dopo quell'esame

ti ha fatto capire che andava bene così hai carburato di più e tuo figlio sarà unico

speciale perché non sarà come te questa è la notizia spesso anche io con i miei figli

scat al comparativo no io sono così perché tu non lo sei semplicemente perché siamo diversi non fa

di loro persone più o meno belle competenti performanti rispetto al loro padre quindi quando

accetti questa cosa quando tuo figlio viaggia meglio nella sua velocità e perché non li metti

quella pressione perché sa che non affretta di fare quella cosa è semplicemente psicologico credo

cambiamo ancora onda e prendiamo l'ultima che è quella del lavoro attuale no dei social del

personal branding di cui abbiamo parlato prima come comincia la tua presenza sui social quando

decidi di usare lasciare facebook quello che hai spiegato prima che di inbound di riflesso sono

arrivate più persone a guardarti a scriverti ma oggi sei estremamente popolare estremamente

esposto quindi quando comincia a usare i social cosa succede per farsi che tutto questo funzioni

spiegami questi due momenti nel 2019 dopo l'estate mia sorella emmanuella mi dice ma vedo sarah la

figlia la mia nipotina che fa delle strani balletti davanti al telefono cosa sta facendo

sta su tiktok tu che sei un early adopter perché appunto lei mi vede molto tecnologico in effetti

sono curioso dai un'occhiata su tiktok vedi che io l'avevo studiato dal punto di vista si parlava

molto dell'impatto di questa realtà di questa piattaforma di condivisione che non è un social

network ma è una piattaforma di condivisione video aveva appena switchato dal da musica

li a tiktok mi scrivo e la uso perché secondo me le cose per poterne parlare bisogna capirle

da dentro e pubblico un video che do sulla tassa sulla pipì una cosa così scema e subito dopo mi

dimentico di controllare sarah che peraltro era illegalmente sulla piattaforma perché aveva

11 anni e mi ha rivelato che si era schitta grazie alla tata che le aveva prestato le credenze

insomma vedo che i miei video vanno virali e molto di più di quanto non accadeva sugli altri

social perché ero già su instagram ed ero appunto su facebook ma non erano community

attive cioè era gente che era lì punto semplemente perché mi aveva visto in televisione io postavo

il video della tv che ha un non senso perché nessuno che è sui social ti vede più importante ti

segue perché ha visto un video sulla televisione ma l'ho capito soltanto dopo quindi scopro che

c'è la possibilità di interagire anche seppur su tiktok la messaggistica non è il massimo ma

i commenti le cose quindi mi immergo in questo flow e devo dire mi trovo a mio aggio anche perché

mi viene facile fare video da 30 secondi all'epoca credo che quello fosse il limite dei video

quindi era un video autoconclusivo su un argomento su un argomento si si curiosi stavo in giro il

secondo era sulla coppetta o il cono gelato quanto gelato ti devono mettere su ma vedevo naturalmente

il livello dei commenti mi spiegava che era una community molto acerba cioè c'era quello che

diceva primo e solo dopo ho capito che era felice di essere stato il primo a commentare

quell'altro che diceva mi saluti o cose strane a un certo punto uno mi scrive wow sei nei per te

sei con numero sei nei per te io mando il messaggio a me in ipotesare dico sar che vuol dire sei

nei per te cioè mi sonava strano sei nei a voletto che non sapevo che essere nei per te vuol

dire essere in trend quindi essere e fa sì zio sei diventato famoso tutte le mie amiche dicono

che sei nei per te quindi i miei video erano diventati virali quindi mi esplode questa community

questo canale ed entriamo in pandemia perché mi sono iscritto a settembre 2019 la pandemia

arriva nella primavera dell'anno successivo io comincio ad usare un pochino di più i video

ma ancora in modo un po goffo cercavo la mia dimensione perché i video su tiktok mi venivano

facile ma cercavo dei video sul ligi tv c'era l'epoca noi i video un po più strutturati avevo

fatto qualche esperimento su youtube ma non mi funzionavano questi video poi sudavo in

camera cioè non ero me stesso non ero spontaneo erano video troppo posati ne faccio uno per

disavventura su una questione che riguardavo una raccolta fondi in tempo di pandemia che aveva

promosso fedez che era finita nella polemica perché si diceva che la piattaforma comunque

avesse preflaggata una opzione per diciamo rilasciare una mancia una fì a favore la piattaforma

stessa quindi fedez aveva fatto in perfetta buona fede la sua campagna ma la piattaforma che

tratta una piattaforma mondiale goffani che usano in tutto il mondo aveva questa opzione

già preflaggata e questo è illegale dal punto di vista dei consumatori perché le opzioni

devono essere vuote tu c'è chi se vuoi rilasciare la fì evidentemente si era arricchita molto

su questa iniziativa la piattaforma è anche su alta quindi faccio un video tecnico su

questa cosa raccontando che il preflag è illegale non so come in quel momento tra fedez e il

codacons un'altra associazione di consumatori c'era una polemica proprio su questo aspetto

quindi lui in una storia a un certo punto dice poi c'è questo avvocato che dice non

voglio entrare nel merito però in realtà stai entrando nel merito perché e qui dal

giorno alla notte mi arrivano 6.000 commenti tutta la sua shit storm tutta la sua fan base mi

attacca una pioggia di insulti di persone che evidentemente non avevano letto e capito ciò

di cui si trattava ma soprattutto mi arrivano 6 vocali di fedez sul mio instagram in cui no

perché tu dal quale percepisco come veramente questa persona stava soffrendo di questa polemica

perché stavano facendo lui e la moglie una cosa di beneficia e insomma che questa fosse

instrumentalizzata era molto colpito a che questa persona con la quale non ci conoscevamo pensasse di

dover interloquire con me al punto che siamo finiti poi dopo e tanti vocali a scambiarci

numeri a sentirci al telefono lui capisce tape che il mio era un intervento neutro da un punto

di vista che forse si era fatto prendere la mano naturalmente non capiva quali sono gli assetti

tra noi un'altra associazione dei consumatori il danno ormai era fatto io mi trovo 3000 follower in

più ma i direct pieni di dioffese commenti su tutti i miei post molto offensivi sul profilo di mia

moglie non avere proprio shitstorm a tutti gli effetti e da bravo ragazzo decido di rispondere a

tutti ma a tutti ma a tutti ad uno che mi scrive letteralmente spera di non incontrarmi per

strada perché ti faccio un buco in testa io rispondo scusami ma almeno hai ascoltato il mio

video il mio contenuto perché è un è un gtv lo trovi ancora lì non è una storia non è andata via

un'ora dopo si scusi avvocato credo di aver esagerato comunque complimenti per i suoi contenuti la

stessa persona allora li capisco che puoi convertirli con gli argomenti disinescarli e rispondere a

tutti diventa il mio mantra che ed è tuttora così quindi le cose cambiano la tecnica mi viene

in soccorso perché si allungano i video di tiktok nei mesi successivi diventano di 60 secondi oggi

sono anche di 10 minuti instagram lancia i rils che prima erano di 15 secondi ho provato a fare

dei rils di contenuto da 15 secondi missioni impossibile ma ci riuscivo poi sono diventati

di 30 alla fine di un minuto e oltre per cui potevo usare gli stessi contenuti di tiktok sui

rils è la fase in cui non sai meglio di me questa storia instagram in segue tiktok sui video

brevi quindi l'algoritmo valorizza i rils diventano virali anche i ril di instagram e dai dieci

mila follower che avevo all'epoca della cherelle confedez una crescita che non ha più non si è

più fermata tuttora prosegue nella quale mi vedo perché faccio delle cose che mi divertono cioè

io riesco a fare video ovunque ieri sera qui a cena a milano ho fatto un video su ciò che non

funziona nel menu del ristorante e sono tutti video con il sorriso cioè non sono mai contro

qualcuno e questo forse un insegnamento anche di mio padre una delle citazioni che mi piacciono di

più di lui è risale agli anni sessanta dice noi dovremmo creare le condizioni per cui la

coesistenza leale e paritaria tra chi produce e vende dall'altra parte chi consuma sia un fatto

ovvio c'è una frase talmente semplice dire deve essere ovvio deve essere scontato che coesistano in

modo leale e paritario chi vende produce che svolge un ruolo nella società enorme tra l'altra

parte chi consuma questo equilibrio e nei miei sorrisi e questo colpisce tantissimo perché

invece i miei colleghi hanno questo approccio così torbo così arrabbiato così da pietre contro

l'azienda che è sull'altra sponda del fiume le aziende hanno tanta voglia di raccontarsi io

racconto in tantissimi miei video ci sono dei brand io non sono video branded nel senso non sono

non sono finanziati non sono finanziati ma racconto se un azienda introduce un tappo più

sostenibile al punto di vista ambientale se un formato cresce o diminuisce c'è stato un video

nello specifico che ha viralizzato più di altri e poi si è trainato tutto il resto beh su tiktok

c'è tutta la mia narrazione al supermercato sempre avuto molto successo e forse è il tuo set di

successo e forse i video sul carrello della spesa che appattiene veramente al nostro immaginario

sulla famosa ruota sbilenca del carrello sul pavimento le mattone alle grandi o piccole per

fare del rumore quindi farsi che il consumatore rallenti sono stati i primi ad andare virali

moltissime persone rimangono colpite poi dai miei video così diciamo destrutturati per esempio

un anno fa perché poi tutto ciò è successo negli ultimi due anni questo boom ho fatto un video

in vacanza sotto la doccia per raccontare tra l'altro ci sono tornato su questo argomento

recentemente sempre sotto la doccia per raccontare il trucco del buco del fuoco del sciampo e

questa cosa qua diceva vedere un avvocato che c'è tutto in saponato che fa un video

là per perché il mio format è stare dove le cose accadono cioè ho la fortuna di occuparmi di un

tema che non è astratto che tu lo puoi toccare con mano ce l'hai qui davanti a te e quindi io te la

faccio vedere e questo secondo me è premiato dal pubblico perché le persone mi vedono dove

sono state fino a dieci minuti prima o dove andranno dieci minuti dopo quindi questa cosa

diverte tantissimo questo video di cui parli che è estremamente recente che hai fatto sotto

la doccia no ti piace piacere? beh sì sicuramente ti direi una bugia se non ti dice sì che sono

vanitoso sì questo fa parte di noi spero di ogni essere umano soffrire tantissimo se qualcuno

si innamorasse della scatola e non del contenuto cioè mi piace tirare fuori da quella scatola

bella elegante precisa un contenuto wow ed è una doppia sfida se ci pensi no perché se la

scatola fosse poco poco accettabile poi tutti riforri un contenuto che comunque soddisfre

invece la scatola è super e il contenuto deve essere il doppio devi rimanere folgorato da quello

che ho dentro oggi che hai raggiunto un'ottima autorevolezza credibilità pubblico per il

contenuto perché sei utile nella vita degli altri sei uno strumento estremamente importante dove

vuoi arrivare facendo tutto questo oggi si crede che il consumatore sia ipertutelato tutti pensano

che sia destinato di tante norme di tutela la verità è che il consumatore è paradossalmente

debole cioè c'è un saggio bellissimo di un sociologo francese gilli poveschi che

si intitola una felicità paradossale ed è quella del consumatore che crede di essere

lì per consumatore il super consumatore ma non lo è perché poi la possibilità di

comprare un prodotto adesso in un negozio sulla quinta strada di ordinarci noi una

cina etnica che arriva fra un'ora qui ci fa credere di essere super potenti in verità

siamo estremamente deboli se perdiamo la percezione di noi dei nostri diritti il nostro spirito

critico tutte le volte in cui accettiamo le prove gratuite in cui accettiamo che qualcuno ci

sono ministri dei prodotti dei servizi che non ci servono che ci sia quel marketing vuoto allora

la sfida è far capire al consumatore che dentro di sé non fuori di sé arrivo a dirti che vorrei

uccidere la tutela del consumatore vorrei la parola la stessa consumatore mi dà noia ed è il colmo

perché ce l'ho tatuato addosso perché mio padre fondò l'unione consumatori perché il nostro

dominio è consumatori punto it perché tag consumatori in tutti i miei video ma è una

parola che mi disturba perché ha a che fare con qualcosa che sembra che consumi che usi che

invece mi piace pensare alle persone agli individui e allora l'obiettivo è impattare sui

consumatori e far capire loro che hanno già gli strumenti hanno già i super poteri la mia

comunità si chiama super consumatori perché io voglio istillare nella loro testa la consapevolezza

che bisogna essere semplemente un po più attenti non farlo diventare un lavoro quando un consumatore

comincia a faticare troppo cosa dice ma così diventa un lavoro e io devo rifuggire da quelli

non sarò mai di da scali con un insegnere mai come si fa la spesa io vado lì e te la faccio vedere

la sfida è quella di arrivare a tutti di parlare a tutti un giorno il tuo socio mi ha detto guarda

massimiliano sei sulla buona strada ma alcuni tuoi video sono un po prolissi un po lunghi video da

40 secondi però Giuseppe mi ha educato per reference e mi ha fatto vedere 5 video che dopo 30

secondi mi sembrano lunghi anche a me e siccome sono molto dirigente il giorno in cui incontrato

Giuseppe mi ha dato le lezioni anzi io vi voglio anche ringraziare per quel pezzo di strada fatto

insieme Luca perché quel giorno ci siamo conosciuti al festival del podcasting tu si mi è

dato dei consigli ma io poi non mi sono accontentato sono tornato da te e ti ho detto Luca ma dai facciamo

qualcosa insieme tu dici ma massimiliano non c'entri nulla con il mio mondo no e poi devo

averti importunato così tanto che tu un bel giorno in una colnia e tu guarda io non lo so che cosa

possiamo fare insieme la prima consulenza ti dico io sono in barazzo non so cosa chiederti ma

forfettizziamo e vediamo come va perché non l'ho mai fatto per nessuno normalmente lo faccio

per che fanno poi un viaggio con me che dura degli anni no un posizionamento ma farlo così a

pro chiudo non so se il mio e da lì mi si è aperto il mondo mentale delle consulenze proprio

facendo insieme ed è stato una bellissima esperienza e gli insegnamenti che ho ricevuto

in quel frangente io la sera stessa li ho attuati quando Giuseppe mi ha detto hai fatto un video sui

tuoi 100 mila sui no perché tu e qua l'insegnamento è lo stesso di mio padre non mi ha detto no

perché sbagliato mi ha detto no perché tu hai contenuti usa i tuoi contenuti non usare trend

non usare l'autocelibrazione non non usare la tua famiglia per dire semplicemente ero al mare

lì tu e talmente tanti contenuti che è una fortuna pazzesca usa i tuoi conti e mi ha illuminato

Giuseppe quel giorno perché mi ha così come mio padre mi ha rafforzato mi ha convinto ancora di più

di quanta opportunità e poi mi diverte poi sorrido questa cosa colpisce tantissimo le

persone ecco la mia missione questa è riconciliare creare un ambiente in cui armonicamente chi vende

da un lato e chi acquista dall'altro siano tante volte i consumatori brandiscono diritti che pensano

di avere ma non hanno il tema dei temi sul mio profilo è posso cambiare un prodotto acquistato

in un negozio no non ne hai diritto se rientra nelle polisi del venditore hai diritto di cambiare

quel prodotto e quindi conservi lo scontrino perché poca ama non si può cambiare il sabato

della domenica se quelle sono le regole del venditore tu hai stretto una mano hai fatto un

patto se il prodotto non è difettoso chiaramente o non hai acquistato online perché dice il previsto

per legge il diritto di recesso ma se tu entri in un negozio ma io ho solo sbagliato la taglia

hai fatto male i calcoli hai sbagliato tu consumatore riequilibrare anche spiegare ai

consumatori quali diritti non hanno così come spiegare che tutte quelle volte in cui ci sentiamo

frustrati da un diritto negato non mi fanno pagare con il post cosa faccio e cosa vuoi fare

vuoi dare fuoco al al no cosa fai non andare più in quel negozio uno dei tantissimi messaggi che io

do sui miei social è cambia venditore cambia fornitore qualche settimana fa un negozio di

giocattoli qui brand non cito sotto il mio ufficio uno dei miei negozi preferiti vedo offendere i

diritti di un consumatore il quale prende un giocolo porta alla cassa il cassiere dice guardi

il prezzo non è quello giusto abbiamo sbagliato a etichettare quindi sono 10 euro in più io

accendo il mio telefono perché ormai ho inaugurato questo questo format viva voce in cui naturalmente

inquadro meno inquadro la situazione e dico mi scusi se intervengo ma il consumatore ha diritto

di comprare al prezzo esposto ah ma qui da me non funziona così come guidate non funziona così

questa è la legge lei è il dovere di vendere al prezzo esposto beh io ho posato le cose che

voi mano l'ho detto guardi a parte tutto lei sta perdendo un cliente ma non di oggi io vengo qui mi

viene comodissimo sono i giochi preferiti di vincenzo non verro più per 10 euro ma perché sta

facendo questa cosa non sono riuscito a convincerlo lui ha incrociato le braccia ha detto per me

questa è la regola e mia moglie ogni tanto quando passiamo ad avanti fai qui tu non centerai me più

come lo racconterai vincenzo dire lo racconterò ultima domanda e poi il viaggio è terminato

la mia domanda è sei paura della morte devo rompere il ciclo della mia vita prima nel senso che

molte cose vedo che stanno tornando recentemente mi è successo una cosa molto scioccante e cioè

che il mio braccio destro dopo un anno in cui io ho spinto così tanto sui social forse ha sentito

la mia mancanza in associazione forse non gli ho saputo raccontare quello che stavo

facendo e soprattutto che lo sto facendo per l'associazione è stata una scelta quella di

dividere il business brand dell'associazione dal personal brand con sapevoli che una faccia

spacca molto di più il mio è un canale dell'associazione domani potrò condurre un mio

programma televisivo potrò persino magari accettare di fare politica ma non lascerò mai

l'associazione quello che mi è successo è che questa persona sia dimessa qualche mese fa e questo

quando è accaduto mi ha riportato indietro negli anni troppe cose stanno tornando e la mia sfida

prima di mollare consiste in questo io devo spezzare questa ciclicità mia madre mi ha raccontato

tante volte della necessità di portare l'argento al monte dei pegni o nella mia vita già una volta

dovuto mettere i miei soldi nell'associazione anche questa fragilità immanente perché se succede

tre quattro volte in cinquant'anni di storia vuol dire che tu sei strutturalmente fragile sei

pensato male il tema del no profit del business legato al no profit è un tema che mediterebbe di

essere esploso ma ora le sue dimissioni hanno significato molto per me io le ho istintivamente

rifiutata adesso noi abbiamo un patto con questa persona di lavoro ancora insieme non so se questa

ferita si rimarginerà se torneremo più forti insieme se invece possa esserci un momento

di rottura quello che è certo è che io ho capito che non voglio più fare la vita che è

stata fatta già da altri prima di me non voglio più trovarmi in quella situazione voglio voglio

emanciparmi uscire da questo circolo vizioso e l'anno scorso purtroppo è scomparso un mio

amico fraterno il padrino di vincenzo un abvocato più giovane di me di qualche anno andrea con tre

meravigliosi figli io sono il padrino di alfio del suo figlio più grande lui il padrino era il

padrino di vincenzo e scompare in un in un incidente stradale così in un colunque pomeriggio di

lavoro e questo ha lasciato un segno sulla precarietà delle cose per cui il conflitto nel

quale sono ora e nella fretta misurata però con i tempi di vincenzo perché non tutto può

correre di riuscire a sistemare delle cose con il tempo giusto e anche godendomi un po il viaggio

perché alla fine tutte queste sollecitazioni sono delle montagne russe bellissime ma devo dire che a

volte sono molto molto stanco e invece ho tanti sogni da realizzare mi nutro della

attenzione che le persone mi rivolgono e quella sui social non è niente affatto banale sentirsi

dire mi hai cambiato la vita nel mio piccolo mio minuscolo perché io insegno semplicemente

a essere consumatore un po più responsabili è un carburante pazzesco grazie messigliano

se ti interessa vedere contenuti inediti ne renti al podcast puoi trovare su nostro

profilo instagram one more time podcast se voleste vedere invece contenuti che riguardano più la

mia persona vi aspetto sul canale telegram attraverso il link in bio di tutti i nostri social

stati uniti anni 50 siamo in piena guerra fredda il governo americano è disposto a tutto

per dibattere il nemico dagli esperimenti con il porridge radioattivo alle iniezioni di plutonio

sui soldati fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile operazione midnight climax

il bordello psichedelico della cia lo puoi ascoltare sull'app di one podcast e su

tutte le principali piattaforme una produzione dream and dream per one podcast

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Oggi avremo il piacere di fare un viaggio con Massimiliano Dona, innamorato di suo padre, decide di portare avanti la sua devozione per il diritto dei consumatori, facendolo in una chiave molto contemporanea.

Il dream team di One More Time è composto da: Giovanni Zaccaria, Mauro Medaglia, Davide Tessari, Alice Gagliardi e Filippo Perbellini.

 

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