ONE MORE TIME di Luca Casadei: Maria Luisa Rotondo, la scalata di una mamma coraggiosa

www.repubblica.it www.repubblica.it 10/19/23 - Episode Page - 2h 2m - PDF Transcript

Io non vedo niente di più di quello che ho adesso, nel bene e nel male, perché ho in

questo periodo una profonda fede che io sto andando esattamente nella direzione che mi

sono prefissata prima di venire su questa terra. Forse l'unico desiderio profondo che ho è sempre

lo stesso, riuscire a continuare a svelare di me è cosa che di me non conosco perché è la cosa

che mi entusiasma di più perché tutte le volte che io scopro una parte di me io vedo il mondo

diversamente quindi ho capito che la chiave di lettura è dentro di me il mondo può sembrare

più bello solo se io dentro di me mi vedo più bello e mi sento più bello.

Purtroppo non esiste una scuola che ti insegna a gestire il successo e per questo ho deciso

di realizzare questo podcast che parla di rinascita facendo un viaggio nella vita di

personaggi noti che mettono a disposizione la loro storia per aiutarci a cadere meglio.

Oggi avremmo il piacere di fare un viaggio con Maria Luisa Rotondo, una donna forte che dai

piani sotterrani ha lavorato con grande introspezione per arrivare sul tetto del suo grattacelo.

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dalle ore 13 su youtube. Se vuoi vedere contenuti inediti merenti al podcast,

puoi trovare su nostro profilo instagram One More Time Podcast. Se voleste vedere invece

contenuti che riguardano più la mia persona, vi aspetto sul canale telegram attraverso

il link in bio di tutti i nostri social. Io sono Luca e questo è One More Time.

Allora, lo so che fa un po' paura sedersi da questa parte. Tu sei una di quelle che ha visto

quasi tutte le puntate, credo. Faccio una premessa. Mi chiedono spesso perché non porti

persone sconosciute, quindi oggi rispondiamo anche a questa esigenza. Noi ci conosciamo dal

primo di agosto di 15 anni fa. Ricordo la data perché io e te eravamo due neofiti del

metodo Hoffman. Ci siamo trovati al Camorra in provincia di Padova e li abbiamo vissuto

delle emozioni incredibili. Abbiamo vissuto delle emozioni che in una amicizia intera

volte non si riescono a toccare, no? Abbiamo pianto insieme, abbiamo giugito insieme, ci

siamo guardati profondamente, ci siamo fidati l'uno dell'altro. Mi ha fatto un viaggio

introspectivo molto alto e forse molto di quel insegnamento me lo porto in One More Time.

Io conosco molto della tua vita, ma l'altro giorno quando parlavamo che non ci basta mai

il tempo, no? Ci diciamo sempre, ci diamo due ore, tre ore, poi vogliamo toccare tanti

argomenti, poi apriamo una parentesi e ci fermiamo lì. Ma riusciamo a toccare dei livelli

incredibili, riusciamo ad arrivare molto alti e quindi ti ho detto, stoppiamoci, facciamo

un'intervista, perché vorrei condividere con gli altri il nostro modo di andare aritroso

nelle cose, no? Spesso vediamo ciò che ci accade e quindi analizziamo solo quello, ma

quello è figlio di una cosa che magari ha un'altra madre, una madre superiore e lì

quando capisci la radice del problema puoi lavorarci su. E tu sei molto allenato, noi

abbiamo fatto insieme il Q2, abbiamo fatto insieme l'Avatar, ma tu hai continuato il

tuo percorso introspettivo. Sei una persona molto bella, molto fragile, oggi lo stai

dimostrando per me fragilità, non vuol dire debolezza, ma vuol dire bellezza, meraviglia.

E quindi tu sai che si parte dall'inizio e quindi vai, dimmi in che anno sei nata, in

che contesto, familiare, sei nata e così via. Allora, sono nata il 5 settembre del 68, 55

anni fa, sono nata in un contesto particolare, nel senso che i miei agitori erano molto

poveri, sono due persone che in qualche modo sono scappati dal luogo di origine, quindi

sono venuti a Milano scappando senza soldi. Mia madre che era molto giovane aveva già

mio fratello, che aveva tre anni, quindi mi ha avuto a vent'anni praticamente a cavallo

tra i 20 e i 21, quindi molto giovane con già una responsabilità. Non mi aspettavano,

nel senso che non mi volevano o perché non volevano un altro figlio, diciamo che non era

il momento in cui loro desideravano avere un altro figlio, non c'era il contesto adatto

per prendersi una nuova responsabilità. Questo lo capisco oggi, perché come hai detto tu

nell'introduzione, in realtà soprattutto dall'off, ma in realtà prima anche senza quella consapevolezza

muori e rinasci continuamente, non sei la stessa persona, tutti ci trasformiamo anche

chi non lavora consapevolmente su di sé. In realtà comunque la vita è quello che ti

succede, ti trasforma. Ma tu come fai a sapere che non eri stata cercata, perché te lo dicevano

in un momento di iera e quindi era quasi un modo per farti sentire in colpa o perché te l'hanno

raccontato con amore in momenti diversi? Allora diciamo che me l'hanno raccontato, ok? Ma in

realtà per come ero io da piccola e come ho vissuto la mia infanzia è una cosa che percepisci,

che quando sei piccola non percepisci il perché, senti quell'attrito, quella resistenza, quella

poca accoglienza, quella poca accettazione. Da parte di entrambi? No, sicuramente più da parte

di mia madre. Oggi mi rendo conto anche il perché era comunque la persona che in quel momento si

sentiva più le responsabilità, ok? Diciamo che era un po' più seriosa, era molto più

preoccupata di mio padre su come andiamo avanti. Come tirarsi la famiglia e come campare?

Mio padre era un po' più leggero, ecco, mettiamola così. Ma allora in che contesto

familiare sono cresciuti? Beh i miei giri intorno sono entrambi figli e legittimi, quindi in realtà

nessuno dei due ha conosciuto il proprio padre, un po' più mia madre ha avuto qualche rapporto

con suo padre, ma in realtà il padre assente c'era, ok? Perché non portano nessuno dei due

il cognome del proprio padre, mio padre proprio assolutamente non l'ha conosciuto. Mio padre

rimasto Orfano a tre anni perché il loro contesto era sia mio nonno da parte di padre che da parte

di madre erano due soggetti gestiti in qualche modo dalle proprie famiglie, in meridione c'è molto

matriarcato. Quindi da parte di mio padre, mia nonna, che è morta a 33 anni, 34, io porto il nome

e il cognome di mia nonna, mia nonna si chiamava Luisa Rotundo, è morta per l'ennesimo aborto,

perché mia nonna con questo uomo che io scoperto da poco anche il nome, non sapevo nemmeno come si

chiamasse, si chiamava Carlo, ha avuto tre figli, ma in realtà la sorella di mio nonno non voleva che

si sposasse con mia nonna, perché mia nonna era un po' la serba della casa, i miei nonni erano ricchi,

ok? E quindi all'ennesimo figlio e l'ultimo è stato mio padre, la sorella di mio nonno gli ha detto se

rimane ancora incinta un'altra volta ti butto fuori e quindi mia nonna era preoccupata perché non

sapeva poi come mantenere i figli perché giustamente questi uomini non hanno contribuito al dallevare

sia mia madre che il mio padre, mia nonna purtroppo rimane nuovamente incinta perché ha i tempi non

è che si capiva bene, non so, vorrei chiedere se avessi qua mio nonno mi farai la domanda ma come è

possibile questa cosa perché anche prima di mio padre c'è stato un aborto, ok? Dopo mio padre

mia nonna rimane ancora incinta e muore per le complicazioni di aborti che tu sai benissimo

che molto tempo fa non erano autorizzati e quindi muore molto giovane, lasciando tre figli e

mio padre è molto piccolo che viene allevato per un po' dalla nonna quindi dalla mamma di mia

nonna e poi muore anche lei e quindi il mio padre si ritrova in mezzo alla strada senza avere

nessuno che lo guida, quindi questo è già un bel contesto, forse quella leggerezza con il

bambino che aveva perché poi si è trasformato il mio padre era anche a causa del fatto che

nessuno gli ha insegnato a crescere quindi diventare maturi e è cresciuto come un animale selvaggio,

ok? Però è sempre stato un cucciolone, non l'ha incattivito? No, non l'ha incattivito la vita fino

a un certo punto perché poi il mio padre... Per cucciolone intendo una persona dolce,

non me lo hai detto subito? Sicuramente mio padre è quello che ho scoperto anche da poco per delle

cose che sto facendo, in realtà è da mio padre che l'ho imparato ad amare, il modo in cui non

che mia madre non l'ha insegnato però sicuramente quando sei piccolo vai a istinto e la persona che

era più amorevole nei miei confronti era mio papà, mio papà era felice che fosse nata una femmina,

era proprio contento, mia madre non ho mai capito all'inizio se fosse più un problema culturale

perché comunque la discendenza predelige gli uomini nella famiglia, la mia nonna,

l'unica nonna che ha conosciuto che è la mamma di mia madre stravedeva per suo figlio,

mio zio, poi stravedeva per mio fratello e poi stravedeva per mio figlio che era un maschio per

fortuna e le donne sono sempre state trattate un po' male nel ceppo. Io ti ho fatto questa

domanda perché questo ce lo insegnano molto all'offman che a volte per capire perché i

nostri genitori si sono posti, si sono comportati in un certo modo con noi bisogna capire in che

contesto sono nati loro perché magari gli hanno insegnato esattamente le stesse cose ma in

nessuno gli ha mostrato uno scenario differente per agire in una maniera più amorevole, in una

maniera diversa rispetto a quello che noi abbiamo ricevuto da parte loro. Sì secondo me l'offman

è andato al via a questo modo di vedere perché secondo me l'offman il vero valore che ti dà è

ti fa vedere, ti dà una consapevolezza e in un certo momento quando sei lì hai proprio come se

si levassero tutte le tende che hai davanti, poi a poco a poco si richiudono e negli anni le togli

e le sfili, un pezzo alla volta come se tu avessi bisogno di tempo per elaborare quello che hai

visto o quello che hai sentito perché l'offman in realtà lavora nel tempo e forse ti dà modo anche

quando cresci per l'età che avanza di vedere quello che sei in grado di vedere. Quando è il

momento giusto di vedere? Questo è una cosa che io sto imparando veramente ultimamente a essere

più gentile con me, io sono sempre stata molto esigente anche per il tipo di infanzia che ha

avuto a dire non sei perfetta, si hai sbagliato ancora, non sei stata brava in quell'occasione ti

sei comportata male o potevi affrontare quella situazione diversamente e poi adesso comincio a

dirmi l'ho fatto come era in grado di farlo e l'importante è che mi renda conto e

sia consapevole che quella cosa è avvenuta ma sono molto più gentile, mi perdono molto più

facilmente mentre prima era più difficile e questo secondo me l'offman ti porta a vedere nel

tempo riuscire a encasellare quelle cose con una consapevolezza che però secondo me arriva nel

tempo a piccole dosi perché se no non saremmo nemmeno qui. Ritorniamo alle radici dell'infanzia

visto che è una domanda forse la più ricorrente di one more time, come rimessa Coccole? Avevano

avuto un padre dolce e una madre un po' più dura? A Coccole io ti dirò l'ho anche all'offman,

è successo, io ricordo molto poco della mia infanzia, soprattutto a tratti, ho degli spot così

ogni tanto ma non ho un ricordo esatto. L'offman o in un'altra esperienza che abbiamo fatto insieme

non mi ricordo se era lavata l'ULQ2 e mi ricordo che a un certo punto avete fatto un esercizio dove

sei tornati dentro nel tempo e avuto una reazione lavata era. Era lavata, hai avuto una reazione

tosta che ti ha frastornata molto? Sì, quello devo dire ha dato una botta fondamentale alla

mia crescita, lavata in quel caso con quell'esercizio ho discreato, lavata parla di creazione,

discreazione, discreato un pensiero talmente profondo che era diventato trasparente proprio sull'amore

perché mi ero messa in testa quindi da piccola, non succede, non me lo ricordavo più, che chi ti ama

in qualche modo ti può fare male, perché questo avevo dentro e scoprirlo, oltretutto è stato

un momento di quell'esercizio se ti ricordi bene che io non avevo più voglia di continuare,

che detto va bene, dai allora lo faccio questo esercizio a me, se no non mi lasciate andare e

invece poi quando ho iniziato quell'esercizio io sono stato molto male, ti ricordi c'era

qualcun altro che mi allenava, a un certo punto proprio perché avevo tutte queste reazioni

che in avata si chiamano in una certa maniera, hanno cambiato l'allenatore perché chi avevo

di fronte era talmente agitato della mia reazione che faceva fatica ad allenare e invece poi

intervenuto a Angelo che oggi è uno dei miei migliori amici e devo dire lì mi ha veramente

tolto un tappo, perché alla base di tutto c'è come ami. Chi ti ha insegnato che l'amore può far male?

No, non credo che me l'abbiani insegnato volontariamente nessuno, diciamo che il rapporto

che mia madre aveva con me mi portava a pensare a determinate cose, secondo me non le pensavo

nemmeno, però quando tu hai davanti tua madre che è la persona che dovrebbe amarti più di

tutte e dovrebbe accettarti e volerti così come sei, non vorrebbe qualcun altro, quando avviene che

non è così, secondo me comincia a credere di essere sbagliata tu, no? Mi fai pensare

una cosa un giorno e mi hai raccontato che tua mamma spesso ti paragonava ad altre, ad altre

bambine, altri bambini, quindi faceva sempre un confronto con altri, questo ti faceva sentire

invisibile, in che stato stavi quando lei faceva questa cosa? Secondo me, ripeto, non credo che

facesse niente consapevolmente, mia madre era molto giovane, ho pensato varie cose, non mi

faceva sentire per niente bene, mi faceva sentire sbagliata, non mi faceva mai sentire all'altezza,

mai del suo amore, dal suo attenzione, no? Magari una rabbionda come bella e quindi io non mi

sentivo bella, non ho mai messo l'attenzione infatti sul mio aspetto fisico, ho iniziato a

capire molto tardi che ero anche una bella donna oltre ai 40, quindi credo che lo facesse un po'

perdomarmi perché non sono stata una bambina facile, forse anche a causa di questo conflitto

che era destinato a esserci per la mia crescita, ma in realtà in quel momento faceva molto male,

faceva molto male e mi ha fatto sentire totalmente sbagliata fino a che mi sentivo

invisibile poi per il mondo, no? Anzi, facevo un modo che tutto il mondo dicesse sei invisibile.

Il ruolo di tuo papà quando vedeva queste cose in casa?

Mio padre adesso sta cambiando ma io l'ho sempre visto, non quando ero piccola,

no, però da quando ricordo mi sono sempre sentita io di dover proteggere il mio padre perché mia

madre è sempre stata una donna tosta quindi non lo era solo con me, lo era anche con mio padre,

diciamo che in famiglia c'era proprio un match, papà e luisa, mamma Antonio,

Antonio e mio fratello, c'erano questi schieramenti, no? E quindi mio padre cercava di fare qualcosa,

il padre a parole era sicuramente più gentile, no? Però sai tu non ti direzioni verso chi in

qualche modo senti che quell'amore è pulito e non ci sono resistenze, io cercavo l'attenzione,

l'amore di mio padre e quindi tutto partiva da lì. Mio padre quando ci provava anche quando

magari il padre per gestirmi magari mi picchiava però poi mi rendevo conto che interveniva e quello

che succedeva che mio padre poi se la prendeva con mio padre quindi avevo capito che era meglio

tenerlo fuori. Io quando ero più piccolo il mio padre con me era perché ero come tero

ribelle, magari mi ribellavo alle modalità e quindi lui a suo modo cercava di educarmi ma

questo l'ho già spiegato nell'intervista me stesso in diversi momenti però era un po'

arrabbiato, semplicemente perché ero immaturo, non ero lucido, con mia madre perché non c'era

nessuno che mi potesse proteggere in quel momento, che potesse fermarlo e quindi ce l'avevo un po'

con lei quando ero piccolino, poi ovviamente crescendo ho capito che non era proprio possibile.

E' arrabbiata con tuo padre per il fatto che lui non fosse il tuo protettore in casa

e che tu fosse un bersaglio così facile da parte di tua mamma o no?

Allora non te lo so dire esattamente perché è difficile perché quando mori e rinasci è come se

quella persona che sono stata non fosse più così chiara ok? Per me è stata una sopravvivenza

morire e rinasce, nel senso che quando ogni volta che vai oltre in qualche modo abbandoni

parte di quella sfumatura di te, quindi poi non rimanendoci più attaccata, in qualche modo

tutto diventa sfocato, sì però credo di essere mi arrabbiata molto con mio padre perché lo vedevo

debole. Oggi capisco che era la sua fragilità, mio padre non ha avuto una struttura, mia madre

era molto forte, era difficile tenere lì testa anche perché mia madre era molto emotiva quando

era giovane, era veramente tanto giovane con tante responsabilità e questa emotività sfociava di

solito in situazioni non belle da vedere quindi anche le volte che mi imbicchiava in realtà solo

oggi capisco che era un suo modo per controllare la situazione e controllare una bambina che era

argento vivo era ero particolare era sicuramente impegnativa e in qualche modo o nel bene o

nel male attiravo la sua attenzione dopo un po' di anni ho avuto un'altra figlia dopo 17 anni

è capitato per sbaglio anche questa volta è stata voluta è stata cercata è stata cercata da tutti

noi fatti poi io dopo qualche anno ho avuto mio figlio e mi è stato anche rifacciato tu volevi

una sorellina e alla fine io sono uscita di casa 18 anni quindi hai vissuto niente con tua sorella

la rona neonata? Poco diciamo che i primi due anni era sempre con me perché mia madre lavorava

poi ha smesso di lavorare quando io tornavo da scuola da cura oio quindi mi sono goduta i primi

due anni infatti mi con mia sorella comunque abbiamo un rapporto particolare a volte ho la

sensazione di essere più simile da una mamma che è una sorella maggiore ti sei sempre sentita

protettrice di tutti no? L'hai detto nei confronti di tuo padre nei confronti di tua sorella perché?

Una volta non mi rispondevo a questa domanda anzi diciamo che la vivivo anche male perché a volte

mi sentivo anche un po' usata no perché tendo lo faccio anche nel mio lavoro proteggo all'ennesima

potenza a 360 gradi è una cosa più forte di me quando non lo faccio e mi è capitato ultimo

ovviamente di non doverlo fare con mio figlio per un passaggio che entrambi dovevamo farlo per

me è come legarmi e un percorso che sto facendo ora ho scoperto che è la mia natura. Tu stai

dando quello che non hai ricevuto il protettore che non hai avuto vuoi essere nei confronti

dell'universo o delle persone che ami? Sono qui per questo in senso ho bisogno di proteggere le

persone intorno a me e nella mia natura se non lo faccio sto male e quindi è così ormai l'ho

accettato. Per chiudere il capitolo sui tuoi genitori poi facciamo un percorso nella tua

di vita personale. Cosa hai capito oggi di loro? Eh che non hanno avuto una vita semplice

io che sono diventato anch'io madre a vent'anni solo ultimamente ho compreso e fatto il mio capolavoro

soprattutto con mia madre. Nel senso che lei detto che la amavi? Lli ho detto grazie,

li ho detto profondamente grazie cioè negli anni ho tolto pezzettini di quella rabbia profonda

perché di rabbia ne avevo tantissimo, cresci e rabbiato e con quella rabbia in certo punto quello

che è cambiato al posto di subirla e quindi essere l'invisibile ho cominciato a usarlo come benzina

quindi tutta quella roba che ho fatto che ogni tanto mi guardo indietro e dico come cavolo

ho fatto a fare tutte queste cose che magari per qualcuno sono nulla ma per me sono tanta roba era

quella rabbia quella voglia di rivincita nel mondo era il mio modo di dire io esisto e sono

una bella persona no? Quando non te lo senti dire da chi dovrebbe amarti profondamente questo non

vuol dire che mia madre non mi amava profondamente l'ho capito solo da non molti anni. È precedito

la mia domanda però stavo per chiesto. Assolutamente però in certo punto devi fare in modo

di sentire quella cosa e per molti anni il mondo era il mio riflesso no? Io sono brava perché quella

persona mi dice che sono brava, sono bella perché quello mi dice che sono bella fino a che a un

certo punto magari non ti basta più perché capisci che sei in balia di quello che è intorno a te,

non nasce da te no? E allora capisci che la rabbia non serve più, non è più quella benzina che ti

aiuta, non è più funzionale e allora devi cercare qualcosa altro e cercare qualcosa altro è la

relazione profonda con te stessa che non è semplice se non ti hanno insegnato a farlo,

non puoi sapere il miele che sapore ha se nessuno te l'ha mai fatto assaggiare. Quindi tu hai un

idea e devi trasformare quell'idea e incarnarla, è un lavoro duro come andare verso l'illuminazione

diciamo così, l'illuminazione non in senso religioso ma neanche secondo me è spirituale ma anche se è

molto spirituale non è facile, è veramente utile, è l'unica ragione per cui io faccio delle

cose e resto qua. Entriamo nella tua vita, quindi hai detto che esci di casa a 18? A 18 anni. Quindi

finisci il percorso scolastico, prendi la maturità e da quel momento esci di casa e che fai?

Esco di casa in malo modo, ovviamente. Esco di casa e entro e scelgo di entrare in scentologi.

Ok. Ok. Chi te ne parla per la prima volta? In realtà non me ne parla nessuno,

retorno indietro nell'adolescenza, io cerco un modo per uscire da quelle invisibilità,

da quella sensazione sgradevole di essere marginata, non vista. Sì, una reietta.

Una reietta, ok, tra virgolette, perché poi non era sempre così perché poi io vivevo contesti

totalmente diversi, facevo le scuole da una parte, quindi stavo con i ricchi, ma gli europeo. Però i tuoi

genitori a un certo punto ce l'hanno fatta? Assolutamente, e lì hai cambiato tutto.

Quanti anni avevi quando hanno sovvertito la loro stabilità finanziaria?

Diciamo che è stata una scesa lenta, ok, però diciamo da quando siamo usciti dalla casa di

ringhiera dove viviamo in quattro, in due stanzi senza bagno, arrivare alle case popolari che per

me sembrava un paradiso. Un grande santo di qualità, certo. Aveva una stanza anche solo per me,

due bagni, cioè... Un regalo. Ok, wow, si sono diventati ricchi, invece poi solo dopo,

capito che non era così, poi da lì intorno ai quindici anni ce ne siamo andati, mia madre

ha comprato una casa in una zona totalmente diversa, perché vivevo in una zona che ai tempi

era il primo posto per lo spaccio di droga, quindi era una zona difficile che anche la Polizia

faceva fatica entrare, che era la Bicocca, non è la Bicocca di oggi, le case bianche. A quindici

anni ci siamo trasferiti, ha comprato una bellissima casa in una zona totalmente diversa e lì c'è stato...

Con che settore loro hanno fatto, diciamo, fortuna inteso,

hanno costruito la loro solidità? Allora, lì è stata un'intuzione di mio padre,

che fino a quel momento mio padre si arrangiava, aveva imparato fin da piccola ad arrangiasi,

mio padre vendeva giocattoli, faceva l'ambulante e quello io lo ricordo come sensazione, non ho

molti ricordi, tranne qualche filmino che ho visto, io mi divertivo un sacco, quindi io lo

vedevo fighissimo a questa cosa. Poi si è messo a vendere fernet branca, quindi faceva l'ambulante,

poi il mio padre era un tornitore, però mia madre era molto ambiziosa, è stata la fortuna

della nostra famiglia, mia madre è una donna veramente tosta a livello lavorativo, tutte le

mie capacità, le mie dotti lavorative le ho presa da mia madre, da mio padre ho preso più la creatività.

A un certo punto il mio padre non ce la fa più, dice, mi voglio mettere in proprio e vuole

aprire un negozio di timbre e targe, apre questo negozio di timbre e targe e fa l'eccienziare

anche mia madre, quindi non più l'eccienziare. Che lei faceva che lavoro? E anche lei lavorava

nelle catene di montaggio. In fabbrica diciamo? In fabbrica. Un lavoro manuale? Esatto. Un lavoro

manuale di cui non era felice sicuramente, poi di dava poco spazio anche per curare noi,

io poi una piccola mi ammalavo spesso proprio per attirare probabilmente la sua attenzione,

per avere mia madre vicino, ero problematica, una piccola piccola, ero molto piagnocolosa,

mi ammalavo sempre insomma. A quel punto mio padre a questa intuizione aprono questo negozio e

cominciano a guadagnare. Poi mio padre si stacca, lo porta avanti lei da sola, infatti noi cresciamo

in negozio, non abbiamo la classica vita di due bambini che vanno a casa degli amici,

ti accompagno, vai a giocare, noi cresciamo in negozio e mio padre a quel punto si mette a

fare le targe, ok? Fino a diventare un grande serigrafo, adesso purtroppo smesso per questioni

di salute, ma le targe di mio padre erano dei pezzi d'arte e lì mio padre trova la sua vera

passione, però c'è un... iniziando a guadagnare cambiano anche loro, secondo me è lì che c'è

stata la vera trasformazione. Cosa cambia in loro? Cambia anche il denaro in qualche modo,

li porta più responsabilità, oggi non so. Gli erano più nervosi? Molto più nervosi. Molto più

nervosi, li digavano molto di più mia madre e mio padre e quindi è lì che secondo me mia madre ha

iniziato a far fatica a gestire casa, lavoro, mio padre e noi, perché mio padre è quella

inconscienza da ragazzino e l'aveva anche nel lavoro, quindi compriamo quel macchinario,

cioè si faceva prendere senza riuscire a gestire i budget di la famiglia, è sempre

stata mia madre, noi dobbiamo dire grazie a mia madre per tutto il benessere che è venuto dopo,

e lei l'amministratrice, lei che... è stata sempre una buona tesoriera, è stata bene la

cassa forte della famiglia. La cassa forte è stata una grande anche nel farli i soldi vero che in

quel contesto di quegli anni tutti potevano cambiare le proprie sorti, cosa che è molto più difficile

oggi, però a quel punto mio padre si stacca e lì secondo me ho iniziato la mia trasformazione da

bambina, piani un colone, sempre attaccata alle gonne di mia madre, cercando la sua attenzione,

io mi sono trasformata e sono diventata quella che poi chiamavano strega o selvaggia. Infatti

io non ti ho mai chiamata per nome, ma una cosa che non ho mai spiegato, visto che all'offman ci

si chiama con il nome da bambino, io per te sono sempre stato Sherry e tu per me sei sempre stato

strega, infatti quando dice via una persona che conosciamo in comune, hai visto Sherry, ti guarda

non mi prende la chiaia a Sherry e viceversa. Mi è capitato anche prima. Ritornando a

scentologi, senza entrare nella dinamica di che cosa sia scentologi, ma volevo sapere che cosa

ti avesse avvicinato a scentologi, nel senso tu più o meno da adolescente, cosa fai, vedi un film,

qualcuno te ne parla? Io quando esco praticamente nell'adolescenza in questo passaggio tra i 14

e i 15 anni, diciamo, così che cambiamo casa, quindi arrivo in un contesto diverso da quello

delle case popolari e cerco di non subire più quella rabbia, quella incazzatura che avevo nei

confronti di questo continu, continui scontri con mia madre, il suo svilimento, di farmi

sentire sbagliata. E a un certo punto ricordo proprio che io ho fatto uno switch ho detto

basta, perché poi succedeva che io mi trascinavo questo malore per tutta la giornata, quindi a

scuola, con gli amici, ho detto non è possibile, così lei vince, lei continua a vincere, perché se

io mi rovino la giornata lei è felice, perché non era facile tenermi. A un certo punto ho detto

basta posso trasformare questa cosa, io non devo più farla vince e ricordo comprai questo libro di

auto aiuto, molto simile, allora non c'era The Secret, la legge di attrazione, quindi

lavora su te stesso e smetti di dire guardando in alto ma perché a me, cerca di prendere quello

che c'è, e quindi inizia a leggere questo libro e li capì profondamente che in realtà,

lo diceva questo libro, ma è la portata di tutti come conoscenza, che noi usiamo il nostro

potenziale veramente al minimo, mi disse allora io farò così, io alzerò talmente tanto il mio

potenziale che io un giorno camminerò anche sulle acque, mi raccontavo questa cosa e da

lì secondo me è iniziato quello che in realtà si è accentuato poi in più tarda età, anche

perché avendo mio figlio Alessandro dovevo occupare anche di altre cose, la mia ricerca del viaggio

dentro di me, quindi di aumentare questo potenziale. Quindi entro in Scientology e conosco il papà di

Alessandro. Conosco Giancarlo. Conosci Giancarlo. Cosa ti è fascina e ti attrae di lui?

Allora sicuramente aveva un grande carisma. Quindi lì faceva l'oratore parlava, presentava?

No, lui era il direttore della sede di Vittorio Manuele. Poi quando sono entrata io, lui l'hanno

degradato e sono diventato direttore io. Quello non aiuta per dire la verità.

Dopo quanto tempo fate un figlio? Dopo pochissimo, tutto è successo in un brevissimo tempo,

in giro di sei mesi. Lui diciamo che all'inizio secondo me si è infatuato di me, lui aveva

già un figlio di tre anni con un'altra ragazza. Ma quindi la vostra è una relazione clandestina

o era ufficiale? Nel senso lui stava ancora con la mamma di suo signo? No, in realtà

se non lasciati da poco lo scoperto dopo. Però quando sono arrivata lì per me era come

dire, ho trovato il mondo che cercavo, un posto dove le persone vogliono migliorarsi

e credono nella crescita personale, nel rispetto degli altri. Solo dopo ho capito che non era

proprio così. Quindi Giancarlo secondo me cercava una via di fuga da Scientology. Non

so perché, non ho avuto tempo di chiedere, perché poi il trascurso è stato troppo movimentato

e poi è morto, quindi non ho avuto possibilità di confrontarmi con lui da adulta, perlomeno.

Ricordiamoci che avevo diecionne ove anni. E lui mi racconta in qualche modo che non

ci avevamo incontrati anche in un'altra vita, mia madre e mio padre erano molto spaventati

del fatto che io fosse entrata in Scientology. Mi mio padre ha cercato di capire, mi hanno

dovuto trovare tutto il resto e prendendomi con le buone, dicendo in qualche modo esci.

E mia madre invece ha lavorato di forza, quindi ha provato a portarmi via fino a che poi io

scoperto dopo che avevo assunto delle persone per rapirmi, non ce l'hanno fatta perché

una parte di me ha sentito di essere in pericolo e quindi quella sera non sono andata alla

cena in cui mi avevo un invitato. L'ho disdetta e solo dopo scoperto che c'era qualcuno che

mi aspettava. Grazie a Dio perché secondo me sarei morta, perché quelle persone ti

chiudono in una stanza finché tu non dichiari che te ne andrai la Scientology e lascii tutto.

Io soffro di castofobia, sarei sicuramente fatta. Quelle persone che mia madre aveva

assunto. Era perso i soldi perché a quella sera non sono andata e non mi sono più avvicinata.

L'ho scoperto mesi dopo dal mio miglior amico che cercava anche lui di portarmi fuori e

mio marito che poi ho sposato allora non ero. Tu diventi mamma a vent'anni? Divento mamma

a vent'anni con questa storia all'ina e tutto il resto. Capiscemito che i miei sono contrari

alla nostra relazione. In qualche modo era molto bravo, mi ha manipolato per farmi desiderare

un figlio. Lui era bravo, era molto bravo. China che io desidero avere un figlio.

Perché non era nei tuoi piani? No, prima di Gian Carlo, qualsiasi fidanzatino

un po' mi dava fastidio, io ero selvaggia. Così tutto in modo repentino, c'hanno già separato

in altre vite. Tutte queste storie che se tu credi di essere nel Paese dei Balocchi ci

credi, quindi mi racconta queste storie, desidero avere un figlio. Desidero avere un figlio e rimango

in cinta, rimango in cinta subito. Anche quando scopro, io sono andato via di casa, quindi

sono scappata, sono sparita per un po' e sono rimasta a casa della mamma di Gian Carlo. A quel

punto quando mi rendo conto che sono in cinta, gli lo dico, lui...

Gian Carlo e i tuoi? A Gian Carlo. Prima l'ho detto a Gian Carlo. Io già lì subito dopo

capisco per come mi tratta lui, per come cambia, che avevo sbagliato tutto. Ti ripeto, tutto

questo è successo in sei mesi. La cosa te ne rendi conto? Eh, mi ricordo per come mi trattava.

Mi lasciava spesso da sola, mi lasciava spesso da sola, non so dove andava, a casa di sua madre che

un po' particolare, ricordo una volta mi ha anche picchiato. Quella scena per esempio ce l'ho,

chiara. Vedere in cinta. Stavamo entrando... ero in cinta. Non so perché cosa, mi ricordo la scena,

mi ricordo il portone, perché stavamo entrando nel portone e lui mi spinge o mi tira un calcio e

lì ho proprio chiaro anche che avevo sbagliato tutto. Quindi mi ritrovo a fare una scelta.

Ottengo il bambino o no? Ottengo il bambino e mi assumo la responsabilità di averlo desiderato,

perché ripeto, non sono rimasta in cinta. Io l'ho desiderato. Lascia perdere se nel contesto in

cui mi hanno iluso, mi hanno manipolato, però io l'avevo desiderato o... scusa. C'è una pausa.

Se devi avanti a un bivio, nel senso che tu dici io l'ho desiderato, lasciassere le modalità che ti

hanno portata lì e quindi porto avanti questa cosa, forse consapevole di farlo da sola, quindi

non avrò un uomo al mio fianco per aiutarmi. Non pensavi neanche a questa cosa.

Ah no, avevo vent'anni. Quindi pensavi, tengo il mio bambino o no?

Tengo il mio bambino o no? Io in quel momento ho realizzato che avevo fatto un bordello,

avevo fatto del male i miei genitori, avevo dato in qualche modo ragione a mia madre anche,

no? Dentro di te, ma sei andata a chiedere aiuto a loro, ai tuoi in quel momento? Non ti è venuta

di andarti a rifugiare proprio nel tuo nido? Eh, perché io non ho mai sentito come un nido.

Ma non credi che ti avrebbero, forse per la prima volta, rispetto alle tue sensazioni,

non rispetto ai fatti, accolta, se tu l'avessi fatto? Oggi ti dico di sì.

Ma in quel momento non ti senti di al sicuro? S'avessi mostrato le mie fragilità, probabilmente

mia madre, come sono certa, mi avrebbe accolto, ma in quel momento forse anche una parte di me

d'orgoglio, no? Vado da lei e gli do la vittoria, no? Mi ha detto tutta la vita che non avrei fatto

nulla, che ero una fannullona, quindi cosa faccio? Prendo una decisione di fingere e dire ok,

lo tengo, parliamo del 1.000 tra l'88 e l'89, quindi dico come faccio a proteggere mio figlio da

questa etichetta che rischia di avere tutta la vita perché non ha un padre o non è riconosciuto

da un padre. Allora, decido di fingere e decido che mi voglio sposare. Ma tu perché vuoi sposarti?

Qual è l'obiettivo rispetto alla tutta era di tuo figlio?

Che sono una donna sposata e subito dopo la nascita di Ale avrei chiesto la separazione di Barzio.

Quindi il programmo questa cosa, la programma è talmente bene, ovviamente mia madre è contraria,

ma come si pensava allora? Contestualizziamo tutto a quei tempi che è vicino, ma non è così

vicino sotto alcune cose, mia madre accetta questa cosa. Faccio un matrimonio che sembrava più

un funerale che un matrimonio, nel senso che ero tristissima, perché io passo tutto quel tempo

in uno stato vegetativo, cioè io mi sono spenta, cioè devi pensare come ero io,

selvaggia, argento vivo, andavo a ballare quattro volte da settima, io ero un vulcano,

per reggere questa cosa, questa violenza che stavo facendo, ma lo stavo facendo per un bene

superiore. Ho dovuto proprio spegnami, io non ricordo assolutamente nulla di quel periodo,

ricordo due fatti importanti, nel senso che io mi alzavo, facevo, lui comincia, oltretutto già

lì comincio a intuire che qualcuno mi dice che lui ha cominciato di nuovo a farsi, lui prima di

entrare in scentologi era dipendente dall'eroina, entrati in scentologi a smesso, uscito e ritornato

nel suo contesto e ha ricominciato, soltanto che io non lo vedevo. Quindi è questo che lo rendeva

lunatico, aggressivo a volte? Può essere. Può essere. Quando tu sei rimasta incinte di Ale,

lui lo voleva ancora? Non te lo posso dire, diciamo che il fatto che fosse incinta gli ha

permesso di fare accettare da mia madre, mio padre, il fatto di sposarmi. Faccio una premessa

che non ho detto perché io lo dò per scontato, lui mi vedeva probabilmente come una benestante,

io sono stato la sua via di fuga probabilmente da scentologi, nel senso che non so per qual

motivo probabilmente non voleva più stare lì. Il fatto che i miei avessero i soldi nella sua

testa dice se io sto con lei, le ho un figlio, io porto a casa tutti i vantaggi, perché se rimane

incinte l'asposo, infatti lui ha lavorato anche nella dita di mio padre, in quel periodo perché

andavano d'accordo? Io non lavoravo. Diciamo che mio padre, e questa è la parte amorevole,

per il mio bene ha sempre cercato di... di fingere. Si aiutava lui, si peva a chi aiutava a me.

Quindi a quel punto ci sposiamo, lui capisce specia che i soldi che immaginava non c'era,

mia madre non mi dava nulla, non in un senso si rende conto che la gallina l'euro adoro non c'era,

comunque ci sposiamo, lui si fa, io non me ne rendo però conto, facciamo il matrimonio,

io la sera del matrimonio torno a casa da sola, lui sparisce per 4 giorni con tutti i soldi della bottiglia

che i miei parenti, sparisce 4 giorni, io non dico niente a nessuno, mi accompagno a casa

mio padre e mia madre, quindi io sempre spenta, perché ho ti ammazzi in quelle situazioni,

dico io che casino ho fatto, credo che volevo aver trovato il principe azzurro che mi rincorre la

vita e invece era tutto fasullo, arriva il momento in cui parto risco con alti e bassi,

nel senso cominciano a sparire delle cose da casa, il mio motorino, sai quando non vuoi vedere,

cioè come se il fatto che fossi spenta mi permettesse di non agire finché Ale non è al sicuro,

quindi fuori da me innanzitutto e tranquillo, quindi parto risco, torno a casa da sola anche con

sto bambino, mi ricordo un'altra scena che avrò sempre impresa da mescale della Mangiagalli

con sto bebè in mano, perché ovviamente non chiedo ai miei, perché la normalità dice che

dovevo tornare a casa con il mio marito e invece lui non viene, secondo me era troppo fatto per

ricordarsi, e torna a casa in trama, sto cosino, e io sono ancora in uno stato vegetativo,

io ricordo proprio che ero proprio un robot, cioè una macchina, un giorno, una sera, lui torna a

casa totalmente fatto, cosa che lì ho dovuto aprire agli occhi, perché non mi riconosce nemmeno,

straparla, a un certo punto Alessandro piange e lui prende e sbatte, stollettino improvvisato che

aveva contro il muro, lì mi sono svegliata, come se mi fosse stato vegetativo, mi fossi

svegliata e l'ho massacrato di botte, perché proprio il terrore che facesse qualcosa da Alessandro

mi ha fatto esplodere tutta quella rabbia e l'ho picchiato e l'ho buttato fuori e lì è iniziato

un altro incubo. Nel senso che ti ha perseguitata? Eh diciamo che per un po' mi ha perseguitata e

io non dicevo niente a nessuno, lui arrivava di notte col casco, dietro la porta, battiva,

cioè lui proprio mi spaventava e io non avevo paura per me. Ma per Alessandro? Ma per Alessandro,

cioè... Quanto è durato questo terrorismo psicologico? Non me lo ricordo, ricordo che

a un certo punto ho chiamato il mio padre. Dopo un anno, dopo un mese? No, no, è stato

qualche mese, anche perché devo dire la verità, io dovevo in qualche modo cominciare a pensare

al mio figlio, liberarmi di lui, ero terrorizzata e quindi ho chiamato il mio padre, gli ho detto

la verità. Lui cosa fa? E lui mi porta a casa. Dei tuoi genitori? Esatto, mia madre ovviamente

che reagisce alors che te la avevo detto, le solite cose, quindi come immaginavo,

io ho dovuto abbassare la testa perché è una cosa che non avevo mai fatto da una certa

tempo un po' e era abbassare la testa con mia madre. Per mio figlio ho imparato a farlo. È

stata una violenza ma mi ha insegnato anche quello che ci sono momenti in cui vi sta rezzita

anche per il bene di qualcun altro e quindi sono rimasta da loro per un po' non lavoravo fino

a ottobre del 1989 che invece inizia a lavorare e inizia a fare il lavoro che faccio tutt'ora.

Non lo sappiamo qual è? Io faccio il consulente immobiliare.

Però come cominci? Quindi è il tuo primo lavoro in anzi tutto?

Il primo lavoro sì. Mi ha mai approvato a farmi lavorare da un commercialista ma anche lì sono

era nella fase ribelle. Diciamo che ho capito istintivamente che la mia

natura non era stare a una scrivania. Se mi tieni ferma mi uccidi, era così alle

scuole e così nella vita. Ho scelto il lavoro che istintivamente ho capito che era nella mia

natura. Io devo stare in movimento, devo stare in mezzo alla gente.

Raccontami la tua escalation lavorativa. Quindi dove lavori per la prima volta?

Inizio a lavorare, inizio a lavorare. Il scelgo questo tipo di lavoro,

il mio fratello fa anche lui l'agente immobiliare, ha iniziato prima di me però non ho chiesto a lui.

Allora chiesi al fratello di una delle mie amiche che lo è tutt'ora che lavorava nello

stesso gruppo di mio fratello che era tecno-casa allora era la scuola tecno-casa.

Ok. Cioè ci si formava lì? Se volevi una formazione un certo tipo era lì e lui mi dice

eh però le donne in tecno-casa non sono ammesse. Però dobbiamo trovare il modo,

parlo io con il mio capo aria. Questo 89.90? Sì, 89. Io inizio a ottobre. In quel periodo dicevamo

però c'è il problema, per esempio ho detto infilami come segretaria, poi intanto cosa faccio

in tuo ufficio non lo sa nessuno, lo sappiamo io e te perché lui mi conosceva da quando avevo

14 anni. A quel punto entra tutta una discussione che c'era già in tecno-casa allora su le donne sì,

le donne no. Cioè chi era a favore e chi era non a favore, chi non era a favore era perché gli

uffici tecno-casa, a differenza di quello che oggi, erano pieno di ragazzi, cioè i conti in

uffici di 40 metri c'erano 7-8 ragazzi tutti giovani, in capo aria avevano 25 anni, quelli sotto

ne avevano 18-19-20. Ok. Quindi le donne creavano scompiglio perché 8 maschietti di 20 anni con una

ragazza capisci che l'orano preoccupati di questo. Quindi c'è stato questo match allora a un certo

punto decidono con Stasi, il mio capo aria, che devo moltissimo per la mia formazione, durissimo,

una delle persone più odiate che vedo in tecno-casa, lo dico ma lo sa, però grande maestro proprio

perché era durissimo. La base del mio lavoro mi ha dato a lui e lo ringraziova la vita. A quel

punto in qualche modo dico, facciamo un tentativo. Secondo me hanno fatto un tentativo con me perché

io ero il prototipo del fallimento, perché tu immagina gli agenti mobiliari allora lavoravano

tutta la settimana, molte volte la domenica è compresa. Non uscivi dagli uffici prima delle 9.30,

10.00, 11.30. Quindi una donna, tu dici, una donna come fa? Se ha famiglia, un compagno, poi non è che

lavori nel centro, lavori in periferie. Le donne non ce la faranno mai, no? Prendiamo,

perché avevano parlato di me, quindi io non avevo la patente, non avevo un marito, avevo un

figlio molto piccolo e quindi dice questa, così dimostriamo. A chi stava Alessandro quando

lavoravi? Alessandro dall'89, allora io ho iniziato l'Ottobre perché ho iniziato il nido.

Quindi avevi gli orari, non potevi andare oltre quegli orari? Dalle 8 alle 6.30 il mio bambino

stava al nido. Poi alle 6.30 lo andavo a prendere, a quel punto lo portavo a donare il visite.

Perché a volte con il tuo lavoro facevo i tardi? Facevo sempre. Ritorniamo all'inizio

del lavoro, quindi dicono proviamo Luisa. Proviamo, Luisa mi testa direttamente, non il mio amico,

chi mi voleva tutti i costi perché mi conosceva da anni, sapeva che avrei avuto successo in questo

lavoro, l'ha capito più lui che io, io cercavo solo, ok dove guadagna di più, in quel momento non

mi ponevo nemmeno il problema, non sapevo nemmeno cosa sarei andata a fare. Mi prova direttamente

massimo in questo ufficio che erano soci, lui e il presidente, inizio e di soppiatto faccio il

funzionario, quindi vado in zona, mi ricordo i soldi che prendevo, che erano 800 mila lire di

fisso, erano pari pari da vola babysitter, quindi io iniziavo a guadagnare solo se lavorano.

Quindi all'inizio dovevi andare più che vendere, dovevi andare a raccattare in modo di...

Eh sì, il lavoro della gente moglia è la base quella, se non sai fare quella, non sai fare

tutto questo. Prima trovi e poi vendi. Esatto, devi trovare la materia prima e poi venderla.

Come si trova il prodotto nel tuo mondo? Cioè si va dai portinai?

Beh, è cambiato tantissimo in questo. Però i tempi. A quei tempi, strada. Prometricamente noi

viaggiavamo con queste piante, prendevi una via e li facevi tutti i portoni. Ti facevi aprire,

salivi all'ultimo piano e porta per porta a bussare. Quelli che non ti aprivano vi insegnavi e li

impari tantissimo nella comunicazione. Cioè chi non ti apre tu devi riuscire a farti aprire e

non solo farti aprire e poi farli parlare con te. Quindi è un'abilità che impari solo se

continui a farlo, se continui a prendere quelle porte in faccia, se ti dicono, ti chiamo i

carabinieri, cioè gestire la comunicazione in pochi secondi, a ammagliare qualcuno, in

senso positivo ovviamente, qualcuno per farvi aprire. E lo impari solo prendendo tanti,

tanti, tanti, no. Porto in faccia. Esatto. E poi arrivi. Cioè l'obiettiva era domandarli se

volessero o meno vendere alla loro casa. O se conoscevano qualcuno nel palazzo. Ti ricordi

la prima che è acquisito? C'è la prima persona che ti ha detto di sì? Sì. I miei primi incarichi,

me li ricordo benissimo, mi ricordo anche il nome del proprietario che era un certo cazzanave,

che ringrazerò anche lui a vita, perché in realtà quelli incarichi, me li ha dati,

ma lui non aveva nessun'intenzione di vendere. Ma l'ho scoperto dopo tanto tempo, poi siamo

diventati amici. E cazzanave, che era un cambionista con una bellissima famiglia. Secondo me ha capito

che io ero... Prenditi il tuo tempo. Mi aggiungo i miei ricordi, Fischi.

Beh, fa bene. E liberi anche le sofferenze. No, ma c'è emozione. Sì, perché quella è una

cosa bella. Sì. Sei grata. Ho incontrato tanti persone, mi hanno aiutato. Mi hanno accolto.

Cioè secondo me hanno capito che io ero una ragazzina, ero una papì, adesso che ci pienso,

sono una ragazzina in difficoltà. E quindi mi dà tre incari. Lui aveva tre case. Mi dà tre cari.

Secondo me è per motivarmi. Dopo me lo ha anche detto, no? In modo che io tornassi in ufficio,

il primo visa con... Ho preso tre incari. Cioè è stato bellissimo, in senso che parti a ricominciare,

a creare la tua autostima, no? Che poi negli anni cerchi di trasformare in amore proprio. Però io ero

molto fragile sotto quel punto di vista. Cosa ti è emozionata di quella cosa? Perché ti sei

emozionata quando mi hai detto? Ma probabilmente mi emoziona a sapere che ho avuto tanti piccoli

angeli in custodia in verità. E mi emoziona, oggi li ringrazierei consapevolmente. Allora non

ero in grado di capire che erano degli angeli. Cioè hanno tracciato. E perché magari se non

avessi avuto quei tre incari dopo un po' avrestimo il lato e cambiato la vova. Asatto,

ma come tante altre persone prima. Io questo lo sempre devo dire grazie a tantissima

persone perché nel mio mondo sballato avevo dei miei riferimenti. Erano lì per me. Erano lì

perché mi vedevano. E forse quello che mi emozionai più è sapere che siccome non ero vista come

alla fine sono, ma allora non lo sapevo io, vedere che qualcuno vedeva mi emoziona perché

loro hanno visto prima di me la persona che sono diventata. Certo. E quindi da lì dici,

beh forse questo è il mio mestiere, riesci a venderli questi tre partenamenti. Perché lui non li

voleva vendere. Ok. Quindi non riesco dopo un annetto, credo, mi dicevo canzana, ma tu non

vuoi vendere dire la verità alla fine. Mi dice la verità un po' e lo scoperto. Però la prima

venite dopo quanto tempo? Eh beh credo presto, non me la ricordo. Però pochi mesi? Sì perché

se non lo mangiavo. Ecchia. Eh sì. Avevi il fisso di 800 mila lire, ma come detto prima. Io in inizia

guadagnano praticamente da subito. Sono comunque brava. E per quanto tempo lavori per terzi,

quindi lavori per qualcun altro? Allora lì in tecno casa dopo un po' che facevi funzionare,

ti istruivano anche perché noi avevamo una scuola formazione che era validissima per aprire

uffici e quindi dopo un po' ti portano a essere responsabile dell'ufficio e poi affigliato. Ok.

Per diventare affigliati, quindi aprire un'agenzia tua. In franchising. In franchising ci voleva

l'approvazione del tuo capo aria. Non so perché Massimo faceva intuire che questa approvazione

non me la avrebbe mai dato. Allora decideri uscire la tecno casa. Ma questo perché lì

faceva comodo il tuo fatturato nel suo come dire organico nel suo network? Per quale motivo?

Non l'ho mai chiesto, potrebbe essere questo, potrebbe essere, forse non reputava che fossi

pronta, forse non credeva che le donne potessero gestire un ufficio con un team. Non sai che

non l'ho mai chiesto. Allora quel punto, siccome dico, in tecno casa le strade sono chiuse,

altre società non ne valgono la pena. Perché erano stralider di mercato? Beh,

tecno casa diciamo che aveva la formazione più importante. Però tu ormai avevi già...

Poi c'era Gabbetti che era la prima classe del rimobiliare, però gli ti assumevano,

aveva un altro tipo di approccio. Io avevo bisogno del fatto di competere, come stessa,

non con gli altri, di dirmi ok, l'hai fatto e quindi sei bravo, avevo bisogno dell'esterno per

riconoscermi. Quindi decido, siccome c'era anche il movimento dei Mutui, decido di aprire una

società, a 21 anni, una società di Mutui, l'intermediazione del Mutui, con la mia ex

cognata, quindi con una finanzata di mio fratello. Quindi da una parte avevi li agenziemmobiliare che

ti davano lavoro e dall'altra avevi gli accordi con le banche. Esatto, io li conosco,

conosco anche come funzionavano i Mutui, perché ovviamente tutti i nostri clienti avevano bisogno

di Mutui in quel target. Quindi gli agenti li conosco, giro di agenzie, sono i miei ex colleghi,

e devo dire va abbastanza bene, ma poi in realtà la società tra me e mia cognata non va bene.

Io intanto una cosa che succedeva prima che era una civiglia da Tecnoncasa, che avevo vari

rapporti con i miei colleghi ovviamente, e ho un rapporto di grande amicizia con uno degli

affigliati, che poi è diventato mio finanzato. Quindi apro questa società, questa amicizia

diventa sempre più profonda e io inizio questa relazione con Roberto, che è ringrazio, è stata

una relazione lunga. Lo ringrazio per cosa? Lo ringrazio perché lui è arrivato che Ale non

aveva neanche un anno e lui è stata la figura maschile perfetta per Alessandro in quell'età,

perché Roberto giocava con Ale, era proprio innamorato di lui, era la parte l'udita di quel

momento, lui è stato quello per Alessandro, perché poi Alessandro alla fine non ha conosciuto suo

padre, purtroppo neanche dopo. Perché suo papà è venuto a mancare il tuo ex marito quanti anni

dopo la nascita di Ale, pur non vedendovi ovviamente. Allora se non ricordo male, intorno ai

15 anni, torno a quell'età credo, e lì è stata veramente dura, perché lui ne ha sofferto.

Beh diciamo che io per tutta la vita ho cercato di dire poco, poco e mai male,

ne ho sempre detto un giorno quando vorrei conoscerlo, ti ci porto, e lui aspettava il momento giusto,

è problema che l'ha fregato due volte perché è morto e quindi lui si è sentito abbandonato una

seconda volta, perché per quanto tu puoi sostituire le figure maschili con Roberto e Andrea,

che è il padre adottivo adesso di mio figlio, che sono stati degli ottimi padri, li ringrazio perché

come padri sono stati ognuno nel momento giusto il giusto padre per Alessandro, quindi Alessandro

credo che sia molto fortunato sotto questo punto di vista, la ferita dell'abbandonò ce l'hai,

quindi in quel momento la ferita dell'abbandonò si è aperta totalmente perché gli si è reso conto che

non avrebbe più potuto conoscerlo e quindi fa gli ne domande che magari si faceva e le risposte che

dà voi io non erano abbastanza. Quando ha conosciuto sua nonna invece la mamma di Giancarlo che cosa ti ha

detto quando è tornata a casa? Beh devo dire che Alessandro anche per tutto è i percorsi che ha

fatto, fa incontro tutti i percorsi che ho fatto io. Perché lui ha fatto l'offman a 18 anni?

L'ha fatto prima di me, tu sai che io all'offman... Anzi te la aveva chiesto lui? Esatto, me l'ha chiesto

lui e sono... C'è di farlo tu? Lui l'ha fatto l'anno prima di noi. Beh per lui è stato un bel viaggio

nel senso che in qualche modo soprattutto lo conosci non anche il fratello di Giancarlo è come se

avesse toccato parte di suo padre, sa benissimo che la visione che gli hanno dato è parziale nel

senso che ovviamente soprattutto proprio perché non c'è più gli hanno raccontato solo il bello

è giusto così. È una parte che... Poi non hanno vissuto quello che hai vissuto tu nelle muore

di casa quindi avete... Ma poi in realtà ti dico abbiamo passato talmente tanto poco tempo insieme

che in realtà se tu io ci ho pensato poi nel tempo io non sono mai stata veramente arrabbiata

con lui. Io mi davo io della stupida, vi è fatto abbindolare, questo mi dava rabbia ma non ce l'avevo

con lui da grande soprattutto dopo l'ofma ho capito lui aveva 26 anni, anche lui è ragione, 26 anni.

Ritorniamo alla caree del lavorativo quindi stavi con Roberto, hai detto ai Mutui dai 21 ai 23?

Esatto a quel punto decido di andare a lavorare per Roberto, dato va bene non diventerò mai...

Che era un affigliato come dicevi prima? Lui era un affigliato.

Cioè tu avevi accantonato l'idea di diventarlo oppure tu? Cioè di se so affigliata?

Lui non andava bene, lui aveva bisogno e sono andato a lavorare con lui sulla piazza di Bres.

Nel 1993 io lavoravo nel suo ufficio cambiano le regole quindi non c'è più bisogno del lo che

hai del tuo capo aria. Per diventare affigliato?

Per diventare affigliata e decidiamo io e Roberto di aprire un ufficio. Quindi chiedo alla sede di

farmi diventare affigliata, mi propongono dei vari piazzi, alla fine mi propongono un sesto

sanzio vanni e vado a lavorare al sesto. E lì comincia a creare la tua prima impresa?

Lì comincio a essere affigliata a tutti gli effetti, quindi a gestire il mio team con tutte le problematiche

di essere affigliata. Praticamente dopo Marisa sono diventata la prima donna a essere affigliata

in Tecnocasa. Quanto tempo dura l'esperienza di Tecnocasa a sesto?

A sesto sto fino al 97 perché entro anche in un progetto che poi non è andato in porto su Tecnocasa

all'estero e quindi dove vendevamo immobili all'estero agli italiani, io vendevo casa in Kenia,

poi lì anche lì mi è successo un fatto, mi ha scoperto nuovamente, ho perso tutto e ho dovuto

ricominciare. E hai perso tutto inteso al soldi? Ho perso tutto perché in quel periodo assumo una

persona che poi scopro essere un amitomane megalomane. Per questa persona praticamente ho pagato

il biglietto in business a 15 persone all'ultimo minuto, quindi immaginate che cifre, quindi ho

veramente speso tutto quello che non avevo e mi sono indebitata perché ho creduto a delle cose che

lei mi diceva e mi ha veramente distrutto, distrutto perché quando ti rendi conto che tutto

le scelte che hai fatto, lei fatte credendo a una matta che non è che è malata e quindi quello

che diceva era così convincente perché lei ci credeva. Quindi per la seconda volta vivi un

one more time esattamente come quando rimane incinte e dici cavolo, perso tutto un'altra volta.

Mi volevo ammazzare, io mi ricordo che ero sull'autostrada che aveva dirotto e volevo morire.

L'unica cosa che mi ha fermato è che avevo alessando il Mac. E come risorgi un'altra volta? Che

succede dopo? È stata durissima, ho preso anche delle botte da un cliente, ricordo l'Inkenia perché

poi io sono andata in Kenya perché oltre che ho pagato tutti i biglietti io sono dovuta andare

in Kenya per rendere conto a tutta questa gente che poi io gli davo il biglietto il giorno prima,

chiamavano in cazzà perché dovevo trovare i soldi, cioè un biglietto in business allora

costava a testa 6.000 a 7.000 euro, immagina, ho avuto un buco pazzesco e arrivo da questa cliente

e mi mena, mi mena perché è in cazzata nera che è partita un giorno dopo e io non potevo dire la

verità e io è una delle volte in cui non ho riegito, li ho prese. A quel punto decido,

esco da tecno casa, lì mi salva Pasquale perché Pasquale è presidente, tutti gli avvoltoi sono

pronti, mi sta scadendo il quinquennio perché tu sei affigliato per 5 anni e tutti gli avvoltoi

vanno da Pasquale e faglie lo scadere e poi lo prendo io. Invece Pasquale pur sapendo

che io ero ormai nell'estero che ormai comunque in qualche modo sei uscita, per darmi modo di vendere

non di cedere senza portare a casa dei soldi, lui me lo rinnova e quindi riesco a portare a casa

qualcosa. In quel momento io nell'estero riconosco perché conoscevo già Andrea che poi è diventato

padre d'ultimo di mio figlio e mio marito, Andrea che era all'estero con me, lui lavorava sulla

Florineggio sul Kenia, siamo diventati molto amici e poi siamo diventati i soci, abbiamo aperto

un nuovo ufficio con un nuovo marchio. Quindi esci da tecno casa? Esco da tecno casa. Non ti senti

in quel momento in colpa nei confronti di Pasquale? Assolutamente. Ti aveva rinnovato il

tempo in quegno? Non l'ha vissuto un contraddimento, sapeva che ti stava dando una mano per realizzarti

e poi avresti fatto il tuo percorso. Esatto, mi stimava, lo faceva impazzire perché ovviamente

essendo l'unica donna poi era un peperino lo faceva impazzire però mi stimava. Ok. E quindi tu e Andrea

fatti questo passo? Apriamo questo ufficio pieno di debiti perché io avevo i debiti che mi portavo

dietro al casino che era appena successo e lui si era separato da un annetto quindi l'ex moglie ha

portato via tutto casa e contocorrente quindi partiamo, mi ricordo, partiamo con meno 150.000,

riusciamo a aprire con dei fidi e apriamo la prima agenzia in Cinesio che poi invece si è

trasformata e poi è andata diventata MAH in Sampione nel 98. Quanto tempo stai con Andrea?

Con Andrea sto tanto nel senso che i soci siamo stati i soci 21 anni. Ok, tantissimo. E invece come

relazione sentimentale? Come relazione, in realtà stiamo insieme circa 12 anni. Ok. Quando tu mi

dici è il padre adottivo di Alea, nel senso che è quello che Alea ha sempre riconosciuto come

padre, cioè perché è avvenuto con lui? Chi l'ha deciso questo? Allora in realtà l'hanno deciso

loro due. Ale ci teneva e ci teneva anche Andrea. Andrea ha sempre detto io volevo un figlio ma non

volevo il pezzo dove pannolini, dove giocare, per questo ti dico alessando ha avuto il padre

perfetto in ogni tappa perché è come se si fossero avessero fatto una staffetta,

Roberto e Andrea, cioè a un certo punto quando Ale aveva 8 anni io mi sono lasciata con Roberto

con cui non vivevo e poi è arrivato Andrea che invece il saggio, quello che piace chiacchierare,

parlare, discutere dei massimi sistemi, quindi ci voleva più una parte intellettuale, perché

Ale non aveva più bisogno solo di giocare ma doveva crescere, stava per entrare gli medi,

insomma, ci voleva un altro tipo di persona, quindi come se il destino fosse messo lì tutti gli

scacchi al momento giusto. Loro si vedono ancora adesso in un rapporto stretto come un padre,

un figlio? Sì, sì, Ale ama molto Andrea, assolutamente, lo riconosce come suo padre.

La relazione lavorativa finisceopotente con lui perché? Finopotente con lui perché

dobbiamo tornare indietro, io faccio l'off man. E me lo ricordo bene. L'anno dopo l'off man lo fa,

no, due mesi dopo, l'off man lo fa lui, quindi io ho ancora un po' per aria,

è comunque un percorso tosto, quindi prima che riesce a leborare bene tutto ci vuole tempo,

quindi io ho ancora un po' per aria, Alessandro chiede a suo padre e via e farlo anche lui,

quindi Andrea va a fare l'off man. Alessandro lo chiede a te prima e a lui dopo perché voleva

portare un equilibrio che vedeva venire meno, per quale motivo ve lo chiede?

Sai che non glielo ho mai chiesto, non glielo ho mai fatta questa domanda. Credo sicuramente per

le motivi per me, dei motivi per... Perché sapeva che per voi comunque sarebbe stato un passaporto

della felicità per stare meglio, per vivere meglio, per confrontarvi bene.

Chiunque fa l'off man. Certo, porta una miglioria di grande l'apporto.

E se dicendo io dovrebbero farlo tutti in chi più che meno. Io poi sono arrivata all'off man,

che non è che venivo vergine da percorsi, soltanto che l'off man mi ha dato delle

chiave di lettura che non avevo visto, una profondità perché essendo esperienziale e

non qualcosa che leggi o ti raccontano, ma che vivi, ho visto delle cose che per esempio

nell'off man una cosa che non ho detto parlano dei miei genitori, che mentre ho sempre visto come

il diavolo, la mia mamma, in realtà all'off man ho scoperto che i modelli peggiori gli ho

avuti da mio padre, non da mia madre. Quindi per me è stata una rivenazione e lì ho visto la bellezza

di mia madre, cioè che per essere quella mazzone quanto stava sacrificando, perché poi io ho fatto

il suo stesso percorso, alla fine ho dovuto fare la cazzuta e magari dentro ero ancora una

bambina così e mentre il mio off man non ha schiuso esattamente tutto perché il destino

la vero per me inserbo qualcosa altro, qualcosa di più efficace perché con una lieva pessima come

me ci vogliono maniere molto dure, io il vero off man quindi tutto il tragitto di

favolgimento l'ho avuto quando è tornato a Andrea dal suo off man, perché Andrea mentre io sono

tornata molto tranquilla, tu mi ricordi io ho fatto l'off man molto zen, non arrivavo lì con

dei problemi profondi o perché mi aveva lasciato qualcuno, perché ero in crisi, sono arrivata

lì perché me l'ha chiesto a mio figlio quindi ero molto zen, mentre Andrea quando è tornato

già dalla prima telefonata che mi ha fatto, secondo me io sono un po' strega sotto sotto,

perché è una parte di me sentiva come un po' come l'ho detto, non sono andata a quella

ciena perché c'era qualcuno che è come se il mio io essenziale sapesse quando sta arrivando il

pericolo e ancora prima della telefonata io ero ero spaventata, quando ha fatto la

prima telefonata io dalla voce ho capito che c'era c'era qualcosa che non andava.

Cosa hai avvertito in quella telefonata?

In quella telefonata ho avvertito un'altra persona, era un'altra persona, oggi capisco

allora no perché lì lui ha aperto delle paure che non sapevo di avere quindi in quel momento il suo

mondo ha fatto in modo di farmi da specchio per qualcosa che io dovevo scoprire di me e che

non conoscevo l'esistenza. Andrea in qualche modo fino a quel momento secondo me aveva una

sovrastruttura talmente forte che non la riconosceva nemmeno più come sovrastruttura e mi ricordo

che prima di partire tu sai che devi compilare delle cose, il materiale preparatorio, sai che ci

sono tutti i modelli da segnare, io ricordo questa frase che c'era Alessandro che rideva

tantissimo e disse ecco perché devi fare l'offa perché lui guardava i modelli e diceva ma io

questa roba non ce l'ho. Lui aveva costruito dentro ma non scherzava, uno diceva una scherza.

Una sua corazza. Lui non riconosceva nulla di negativo in lui, lo diceva ma poi se diceve segna

qualcosa, segna, lui diceva di non riconosco e lì secondo me si è scoperto e secondo me

la prima azione, e ripeto secondo me non è successo a caso, la prima reazione che ha avuto è

vedere me, nel senso vedere tutti quei modelli e tutto quello che lui probabilmente era con me

che non era probabilmente se stesso, ok? Quindi la prima cosa che ha fatto è allontanare me da

lui, è quanto Andrea per conquistarmi ci ha messo anni di corteggiamento perché quando sei molto

amico confondi le cose non sai e non capivo se provava una certa emozione per lui, per riconoscenza

perché Andrea era la prima persona che veramente mi ha trattato bene, che era paziente, ha

sopportato delle cose da me che oggi veramente io dico solo per quello era un santo, però non era

così santo come poi io l'ho voluto costruire. Perché lo dici? Perché in realtà sono rientrata

in una modalità diversa in qualche modo nello schema che ho sempre avuto, io sono sbagliata perché

lui con questo modo quasi da Bonsa Maritano da Martire che aveva nei miei confronti perché io

ero bella sballata nel senso che comunque secondo me il fatto che lui mi ammasse in modo così

viscerale? Si, quello che faceva era così come un sacrificio, non so magari io ero innamorata di

un altro nel corteggiamento, lui non è che mi allontanava, lui era paziente, lui diceva tanto

tu sei la donna della mia vita, quindi io aspetto e quindi ti fa sentire, vedi, lui mi ama di più

di quello che lo amo io, io poi probabilmente inconsciamente, perché consapevolmente non ricordo

di aver fatto questo pensiero anche per Alessandro, in qualche modo gli davo stabilità, comunque avevo

un ottimo rapporto poi io volevo bene, poi per la prima volta c'era qualcuno che in apparenza

si occupava di me, quindi vivere con tutti che ti dicono, lui ti ama di più che a sentirti

sbagliata, vedi, quando c'è qualcuno che invece ti ama in una certa maniera tu non

sei in grado di amare abbastanza, quindi questa cosa, quando lui è uscito dall'offma e si è infatuato

di una persona che ha fatto l'offma con lui, cosa che può capitare in un corso così, soprattutto

se sei abituato a tenere chiuso il cuore e non mostrare le tue emozioni, che quando le apri

così tanto confondi l'ucciolo per all'odore, non sappiamo bene cosa succede lì e che alcune

persone possono pensare di innamorarsi di un compagno, di una compagno e poi si rendono conto

solo nel tempo che in realtà è perché quel momento è stato molto intenso, poi la vita è un'altra

cosa. Quindi tornando così, io ricordo che lo aspettavo, dopo questa telefonata ero terrorizzata

perché sentivo che c'era qualcosa che non andava, esco dal portone per vedere se è arrivato,

io vedo questa scena che vi ha portato negli abissi del mio inferno, di lui che sinchina davanti

a questa donna e li bacia la mano. Tu passa da una settimana prima, sei solo la donna della mia

vita, io avevo una scatola piena in lettere d'amore quando le ti chiavamo, lui scriveva, scriveva,

quindi immagina quanto lavoro per credere una cosa e poi tu ti rendi conto e tu c'è bastata una

settimana montano da me, ti crolla tutto, a me tremava la terra sotto i piedi perché oltretutto poi

io scoperto la dipendenza effettiva che è una delle caratteristiche su cui ho lavorato e ci

lavorerò ancora secondo me per un po' la dipendenza effettiva, lì mi sono resa conto che lui che era

un pilastro, lui è lì, mi avevo costruito, lui è perfetto, sono io che sono sbagliato,

sono io che mi arrabbi, sono io che è bastato uscire dal guscio.

E hai detto che ha bastato una settimana lontana da te, io credo che si ha bastato una

settimana vicina a sé stesso. Anche, vero sì. In senso che forse non sia mai conosciuto in quel modo?

Sì, sì, però ha avuto anche modo e stato costretto a relazionarsi con gli altri.

Quindi si è aperto di più all'universo?

Cioè, lui totalmente cambia, usciva, ti diceva, io esco. Cioè, totalmente concentrato su di lui,

no? Io ho uscita da due mesi, nell'off-mark, ti immagini quanto ero sensibile anch'io,

perché ero sensibile a chi mi toccava. Quindi, nel momento in cui ero più aperta in assoluto,

arriva una bella prova. Io dico sempre il mio off-mark l'ho iniziato con Andrea e da lì mi

trema a terra sotto i piedi, capisco, prima che lo capisca lui, che si era infatuato di questa

persona. Dopo l'ha capito anche lui e me l'ha detto. E mi ha detto, oggi l'ho incontrata e

ve lo voglia di baciarla. Io a quel punto la terra che tremava ha un terremoto. Mi ricordo,

ero sconvolta, ero sconvolta, perché è la dipendenza effettiva e come se ti togniessero la

droga nella battessù. Se ti immagratterà sotto i piedi, certo. Ricordo, mi parte un attacco di

panico, che allora non sapevo nemmeno cos'erano. Io quando mi sento in trappola, ho scoperto anche

perché scappo, voglio sparire. C'era Daniella che cercava di seguirci, ha proibito a lui di

incontrarla, perché l'ha detto, guardate che è normale. Quindi non vi vedete.

La Daniella solo per fare chiarezza. E' il patrono oggi dell'off-mark.

Oggi è il presidente dell'off-mark, allora era il vicepresidente. Daniella cerca di dire,

ok, tu non vedere più quell'altra, vediamo perché solo una questo e un momento e tutto

il resto. E lì scopro che mi dichiara, Micheil, Daniella mi ricordo quando in Svizzera, da

Lucci a Carona, andiamo sia io che lui, e lui mi dice tu hai una ferita del rifiuto che si

costruisce specia dai 0 e 7 anni a una certa dinamica e una delle caratteristiche delle ferite

è che quando tu apri la ferita, che c'è sempre in realtà si cicatriza ma appena vanno a stimolarla

e allora lì ho capito tutto una serie di migliori azioni al passato, ti parte un film.

Tu non vedi più che quel muro è bianco, tu vedi con gli occhi della ferita, quindi tu vedi quel muro con

tre macchie gialle e non c'è verso che tu gli spieghi che quel muro è bianco perché la ferita una

volta che la tocchi può andare avanti per giorni a avere quel film finché la ferita poco a poco si

richiude allora a quel punto torniamo a casa mi dice quella cosa io mi parte un attacco di panico e

prendo in piena notte chiamo titoletta che era roma titoletta masha è una ragazza che ha fatto

la forma con noi che ha oggi la mia migliore amica e ha fatto la forma con noi li dico che sto

male che devo scappare e ho bisogno che mi accolga ovviamente non penso perché era ancora giovane

non penso a mia madre mio padre come nido perché non non ce l'ho dentro non è il responsabile da

loro è qualcosa che non ho io ok e poi ho scoperto che anche loro a loro volta non ce l'hanno avuto

e quindi è difficile che pensiamo alla famiglia in quei casi a me viene più spontaneo pensare

agli amici perché gli amici mi hanno salvato nella mia vita e dico vengo a roma prendo la tt e

fatto roma mi ricordo continuo attacco di panico lei sta tutto sono 6 ore 5 6 ore di viaggio con

la nebbia non mi fermo cioè avevo le attacche e c'era una parte con nella nebbia l'attacco di panico

te immagini lo enfatizie all'ennesima potenza mi sembrava di vivere un film di un film ma non mi

potevo fermare invece a nebbia avevo paura ero totalmente fuori e arrivo di notte da titoletta

che mi accoglie grazie a Dio mi accolto perché avevo veramente bisogno di amore di amore di

qualcuno che mi venesse in tutta la mia fragilità e mi accogliese non potevo stare da sola cosa che

io invece tengo a fare quando sto male mi rifugio in caverna e me l'accavo da sola mi

sono in questo io e te siamo infatti tutti e due è una cosa che dovremmo affrontare me parleremo

e quindi niente sto a due giorni poi torno e decido come impegno ricordo da daniela io lo

disse io ad ora in poi voglio imparare ad amare me stessa perché questa cosa non mi deve più

succeda perché capisco che tutto nasce da quello la dipendenza effettiva la ferita e rifiuta quindi

comincio come una pazza a lavorare su di me in tutti i modi faccio di tutto contro persone tutti

quelli che potevano farmi stare meglio a farmi capire e concentro tutto il lavoro su di me

dimenticando che non è da sottovalutare il fatto di andrea che era inamorata di questa

persona o credeva di essere inamorata che per me era una froda però adesso tu mi parli di più o

meno novembre 2009 e vi lasciate nel 2011 sì per questo io se avessi usato le mie modalità

istintuali quindi di modelli ma anche diciamo a livello karmico elimino prima di essere eliminata

ok quindi la prima cosa che cerco anche all'inizio di fare ma in realtà la dipendenza effettiva non

mi porta a farlo è lasciarlo ok io sempre ho lasciato probabilmente prima di essere lasciato

in quel caso dico no io rimango cioè quando capisco come funziona la ferita e rifiuta che

ho la dipendenza effettiva gli attacchi di panica e tutto il resto dico se io voglio arrivare il

mio obiettivo che questa cosa non mi succede più che qualcuno si sposta e a mettere la terra

sotto i piedi devo rimanere e affrontare questa cosa in modo diverso non posso scappare come ho

fatto con mia madre che sono scappata 18 anni mi sono filata di un guai o cioè tanto ormai per

me era chiaro che in qualche modo se devi affrontare una cosa tu puoi anche spuggire che

cambiare le persone o i contesti ma alla fine quella cosa si ripresenta e ogni volta è sempre più

dura oltre tutto quindi probabilmente lì mi rendo conto che in tutte le altre situazioni era comunque

dipendenza effettiva e la ferita e rifiuta che lavorava sotto e decido che voglio concentrare su di

me in quell'anno è mezzo abbondante non hai paura che lui tradisca no perché devo dire una pregio di

Andrea e credo di tutti gli uomini che io ho scelto ok scelto da grande e persone oneste mi

sento che io posso essere stata complicata sono ancora una personalità complessa non è facile

stare al fianco la donna come me assolutamente non sono semplice ok però credo che in qualche

modo le persone che mi stanno di fronte sanno che mi merito quello che sta in quel momento in cui tu

stai comunque cercando di amarti stai soffrendo da una parte stai lavorando su te stessa dall'altra

cosa dici a tuo figlio di loro racconti quello che sta accadendo allora non è semplice nel

senso che ricordo poco di quei momenti mi ricordo quanto era intenso per me brutto è stato veramente

entrare nell'inferno o scelme quindi troppo nell'inferno crescere e migliorarsi ti porta ad avere

momenti a volte anche lunghi brutti ok dove sei cupa sei proprio nel lato scuro credo che Ale

cercasse di sminuire questa cosa non comprendeva forse totalmente che io ero in balia di una

ferita del rifiuto di una dipendenza effettiva perché non lo capivo io ci lui quindi io ero

emotivamente sicuramente sballata mentre andrea sempre comunque ha avuto quella plomb

esatto sempre molto composto e in più secondo me è una parte di ale forse inconsciente ha sempre

appoggiato più andrea anche nelle situazioni non si è mai schierato nella separazione meno che

meno ok in quel caso forse appoggiava un po più andrea forse perché una parte di lui sa che io

sono sua madre lo sarò per sempre ed è più forte di me credo di sapere che alle sa che io ci

sarò sempre ultimamente ne ha avuto un dubbio ma perché ho fatto dei passi indietro come mamma per

aiutarlo in un passaggio che doveva affrontare da solo e mi sono dovuta legare per non intervenire

nella sua vita ma per il suo bene dovevo farlo e lì secondo me ha avuto una parte di lui

arrabbiata il dubbio che io ci fossi no però lui ha la certezza che io ci sarò sempre mentre

ovviamente con andrea o delle altre persone che di sono vicino andrea in questo caso suo papà

da una parte spalleggiava più andrea secondo me è per paura di anche solo di perdere perché

lui ricorda che roberto quando ci siamo lasciati non ha più voluto vederlo lui era piccolo e non

lo capiva però lo sa da grande la non ha più voluto vederlo perché soffriva perché è soffriva

poi si rendeva conto se un giorno io avessi avuto un altro compagno lui un altro compagno come fai a

spiegare che tu vuoi vedere un bambino che è stato come un figlio ma non è tuo figlio è figlio di

un altro quindi è sicuramente la più maturo e questa cosa la capita subito no secondo me

avremmo potuto affrontarla in modo diverso ma io ero molto giovane quindi non ero consapevole

conseguenze che poteva avere al nissando ok però spalleggia secondo me andrea in alcune

situazioni o lo protegge perché in qualche modo è una persona che può esserci e non esserci

deve scegliere di essere genitore mentre io lo sono di fatto

andiamo avanti un po prima dell'ultima relazione quindi con andrea a quel punto si va verso il

2011 e la relazione finisce politica nel momento migliore della nostra relazione quindi nel periodo

che lavoro mi trasformo e anche la nostra relazione diventa meno conflittuale quindi diventa molto bella

nel momento migliore e decido decidiamo mentiamo una così non credo mai che sia uno a prendere

la decisione in realtà uno lo dice e l'altro in realtà sta realizzando anche lui la stessa cosa

magari non è consapevole quindi decidiamo e ci lasciamo nel momento migliore della nostra

relazione quello più tranquillo migliore vuol dire che avate riusciti a debellare tutte quelle frizioni

quegli abissi quegli inferi di cui hai parlato prima e avete ricostruito una relazione più matura più

consapevole diciamo che secondo me siamo ritornati al punto di partenza noi probabilmente non dovevamo

avere una relazione di coppia probabilmente dovevamo rimanere soci amici probabilmente saremmo ancora

amici è diverso stare secondo me con qualcuno oggi è la prova mio marito mi sono sposata di

nuovo un anno fa persona quelli voglio molto bene non che non apprezzassi andrea ma io sono

entrato come dire nella tua vita più o meno appunto due mesi prima il suo offman e poi dopo

c'era stata tutta quella parte lì mentre luca lo conosco ormai da dieci anni diciamo che luca

è la persona che ho scelto di sposare per me basta non c'era nient'altro non c'era

nessuna implicazione alle ormai era grande quindi è la prima persona per cui ho scelto ok

perché comunque sia il primo che il secondo matrimonio mio non ho mai creduto veramente al

matrimonio nel senso il primo l'ho fatto per quello che ho detto e secondo un po perché tanto

vivevamo insieme per l'addozione ci avevano consigliato di sposarci che avrebbe rivolato

l'addozione avevamo tutta una serie di questioni economiche insieme e quindi cosa cambia luci

teneva molto e quindi l'ho fatto devo dire che quando l'ho fatto mi sono risa conto di cosa

stavo facendo mi sarei tirata indietro in quel momento ma non perché non volevo bene andrea io

oggi io andrea non ci parliamo per altri motivi però io ho sempre amato andrea lo amo ancora

però non era quell'impegno che sapevo che avrei potuto portare avanti fosse una parte di me

sapeva che in qualche modo era legato anche ad alessandro nella parte lavorativa quindi chiudi

quel capitolo lui porta avanti il brand che avete costruito insieme ma h32 sì no in realtà

noi rimaniamo suocci ancora 8 anni ok mero per suo sopra c'è voi rimanete soci ancora 8 anni noi

rimaniamo soci 8 anni ancora soltanto che ha cambiato tutto nel senso che lui ha una nuova

compagna che è la ragazza dell'offman no no ha fatto l'offman che lei dopo però non è la

persona di cui parlavamo prima quella poi è andato dove doveva fare il suo percorso che era

quello che succede l'infattuazione di persone che magari avevano bisogno di sentire ancora

delle emozioni che non sentivano no rimaniamo soci altri 8 anni e la nostra relazione da

soci non siamo più né amici nel senso che la sua compagna diciamo che è un po' gelosa di

me pur non conoscendomi e solo dopo scopro che aveva difficoltà ad affrontare il fatto che io e

lui ci incontrassimo tutti i giorni quindi in quel momento per me non è così chiaro però

questa cosa mi infastidisce tapea nel senso che comunque ripeto andrea è stato prima mio amico

poi mio socio e poi è diventato il padre mio figlio e gli ho affidato la cosa più importante

dalla mia vita che è mio figlio quindi il vedere che per una relazione lui cambia ma non potevamo

nemmeno pranzare insieme non potevamo fare un aperitivo o festeggiare al di fuori dell'ufficio

un successo lavorativo con i ragazzi perché lui non voleva discussioni con lei vi ho promesso

probabilmente delle cose e questo che tu lo voglio o non ho detto riora anche la parte di lavoro

di la società che già eravamo in scontro perché lui è l'acqua io sono il fuoco quindi però mh

ha brillato negli anni anche per queste diversità no che dure lui non ha ma gli scontri io sono invece

molto passionale io credo in determinate cose nella dedizione al cliente le attenzioni insomma ci sono

tutta una serie di cose su cui ci scontravamo quello ha peggiorato le cose perché se ci dicevamo

due parole erano tanto e quindi sai se tu tagli punti parli tu ma l'altro non ti parla mai e in più

potevi parlare ma solo in certi contesti non era più naturale questo c'ha allontanato è una parte

di me ho scoperto che era molto ferita da questo perché in qualche modo era come dire basta così

poco per dimenticarti tutto quello che abbiamo passato perché io andrei a abbiamo passato dei

momenti durissimi dove non c'erano i soldi insomma tante tante tante robe io io ho conquistato la mia

indipendente aspetta aspetta perché per me questo è un argomento molto importante nel 2019 quindi

finite il vostro percorso professionale insieme si è il 2000 e tu hai 51 anni io 51 perché te lo

chiedo rimarco esattamente quel momento perché da quando ti conosco e questa soniglia molto

anche a gran parte della mia vita hai generato tanti soldi tantissimi ma sei sempre stato in

mezzo a casini indebitamenti fare la cosa avevi un ufficio meraviglioso è tutto bello ma sempre

senza mai avere esatto e quindi tu me lo dicevi prima quando abbiamo fatto una pausa io ho

raggiunto la mia indipendenza economica a 51 anni sì che poi vuoi dire che diciamo al conto

il rosso io so cosa vuol dire avere il conto con un più davanti da quattro anni da quando ho 51

anni cos'è cambiato come ci sei riuscita cos'è cambiato sicuramente la mentalità anche

nei confronti del denaro o è la quantità che ti ha gevolato alla modalità c'è cosa che mi è

cambiato due cose principale per arrivare a lasciare mh io ci ho messo tre anni mh era il mio

secondo figlio era la rappresentazione di me ci ho messo anima e corpo quella società in quella

agenzia e quindi staccarsi da qualcosa che hai creato ti crea anche delle difficoltà di

identificazione che tu dici ma chi sei senza mh e poi come lasciare un figlio cioè ci metti

alla fine un giorno è successo una bruttissima cosa io ero infelicioso ma mi stavo spegnendo e a quel

punto da una brutta cosa sono entrate in un figlio in 30 secondi mi sono centrata mi sono

fermato ho detto basta questa è la volta buona è il segno che io qua piuttosto esco vado a fare la

donna delle impurizie ma questa vita non la faccio più non ne posso più sono infelice fare

soldi e basta non mi diverte perché se poi io lavoro solo per i soldi è la volta buona che

non li faccio nel senso che il denaro è una conseguenza di quello che io faccio ma non ci metto

mai l'attenzione quando comincio a metterci la testa entro in un meccanismo brutto ok anche

perché tu ricordati che come in parte per te il denaro io lo associavo a qualcosa di brutto

perché ai miei finché mio padre faceva l'ambulante mia madre faceva la dipendente secondo me loro

più sereni dopo si sono imbruttiti sono iniziate le eliti si iniziato tutto quello che quindi per

me denaro è brutto no una parte di me l'ha costruito così quindi a quel punto ho cercato di

lavorare su questa idea l'ha detto perché io continuo a costruire distruggere cioè vedi

anche quello che tu ho raccontato poi ci sono tanti altri piccole fasi c'è vado su e poi vado

giù vado su e vado giù c'è qualcosa che non va e capito perché e ho dovuto fare pace col

denaro ho dovuto fare pace col denaro perché il motivo per cui lo sperperavo era proprio perché

era un modo di snovbarlo c'è non mi importa tu per me non vali era un modo per esorcizzare

questa paura anche di trovarsi in difficoltà no cioè comunque per il denaro io sono visita in

qualche modo a crescere alle sani una certa maniera dagli delle possibilità che non avremmo

tutto dagli altrimenti e quindi ho lavorato in terapia con daniela su anche il rapporto che

avevo con denaro e ha cominciato a fare pace col denaro e un'altra cosa che ho capito profondamente

ma prima l'ho fatto e poi l'ho capito che io devo fare quello che mi piace fare quello che sento

e che mi fa esprimere che mi tiene viva perché se no divento quella cosa brutta divento in

bruttisco divento più dura pretendo più dagli altri viene fuori da parte più brutta di me

quindi ho imparato lo vedono anche con i clienti se io lavoro con un cliente che non mi piace

succede un bruebel hot cioè lavoro il triplo mi succedono delle cose che non mi succederebbero

mai quindi so che l'universo poi mi rimanda indietro non cose belle cioè io oggi è anche la scelta

per cui ho lasciato mh il carrozzone che mi devo portare avanti tutto il resto oggi lavoro con un

team ma principalmente sono io il team mi serve per completare le varie fasi e oggi scelgo di

lavorare e fare solo quello che mi piace facendolo con le persone che mi piace cioè se intervistassi

dei miei clienti ti direbbero uno appena fatto l'off ma uno dei miei clienti recenti è andato a

fare l'off ma nasce come mie cliente oggi siamo amici perché il lavoro è servito a conoscere

qualcuno qualcuno che ho aiutato veramente è capito essere lo scopo della tua vita conoscere

entrare nella vita delle persone che faccio aiutare a realizzare quei piccoli sogni aiutare di

fare prendendoli per mano a me da molta soddisfazione il fatto di vedere che l'altro oltre che ti

paga perché comunque ti pagano io io guadagno guadagno bene sono felici di aver tridati cioè

ti danno un valore in più credo che sia questo istinto naturale che ho di mettermi nei panni

degli altri di occuparmi dell'altro di percepire le emozioni che si provano ad acquistare a

vendere una casa le paure il fatto di sapere che hai qualcuno che fermo a volte io prendo

delle decisioni anche magari fermi contro l'opinione del mio cliente no magari dice no bene

dai adesso scindiamo così no aspettiamo io sono certa che arriviamo a quel risultato perché so

che magari quei 20 mila euro in più a quella persona possono fare la differenza cioè anche

a persone magari più ricche però credo che se qualcuno si comporta con te come vorrei probabilmente

che gli altri si comportassero con me quindi l'ha giusta attenzione entriamo nella tua matrimonio

attuale la tua relazione con luca quando comincia comincia nel 2012 per caso che poi non è a caso

che l'inizio è stata una relazione molto sofferta molto molto sofferto mi ricordo il tempo che

abbiamo passato insieme a giro è stato sofferta perché il viaggio che è iniziato con andrea

non l'off ma mi imparerò ad amare me stessa così imparerò ad amare il resto era ancora in corso

quindi ho incontrato luca mio marito e luca ha scoperchiato parti di me con il suo atteggiamento

in questo modo di amarmi che hanno aperto altri coperchi e molti mi chiedevano me le chiesto anche

tu forse perché rimani visto che stai così male perché ci stai io avevo questa cosa chiara

mi fidavo del fatto che se avevo incontrato lui e lui ricordavo vedevo molti modelli di mia

madre e mio padre quindi l'off ma e gli strumenti come vedete anche nel tempo continua a lavorare ho

detto l'illio ha subiti e sono scappato se ho incontrato lui c'è un motivo vuol dire che devo

rimanere e in qualche modo devo vedere dove mi mi porta cioè se lui mi fa così male perché non

è lui sono io che ho dentro qualcosa ancora che devo guarire per amarmi e devo dire che così oggi

io sono felice stra felici mi è la moglie di luca perché lui mi ha dato modo di essere sempre

più bella una livello fisico e dentro mi ha permesso di andare in fondo un'altra volta a una

parte del mio inferno ho toccato il mio lato oscuro quelli sono le cose belle di luca perché ti sei

inamorata di lui e molti pensano perché è un bellissimo uomo ma lui lo sa che non è la prima

cosa che mi ha colpito luca e penso una delle persone più buone che io conosca per buone

intendi gentile intendi pulita cosa intendi pulita luca è pulito è pulito dentro è molto simile a

me in questo ama e trova soddisfazione ad aiutare gli altri quindi a volte si prodiga per gli altri

anche più di quello che è necessario anche nel lavoro però devo dire che il lavoro poi lo

ricambia ha molto successo nel suo lavoro quindi è pulito e fermo lui è una roccia quindi per una

una come me che ha scelto di viaggiare dentro se stessa perché la relazione come stessa è sempre

stata la cosa più importante da quando ne sono esattamente consapevole da quando sono riuscita

a spostare un po mio figlio da me per aiutarlo ad andare e lasciarlo andare perché ho anche io che

non lo lasciavo andare ho messo l'attenzione più su di me ok quindi è più facile e lui è fermo

perché quando viaggi dentro di te le montagne russe sono normali cioè per vedere la luce devi

per forza entrare nel tuo buio e quindi ci sono magari periodi in cui il buio lo vede lui magari

non vedono gli altri alessandro è sempre stato molto al centro di tutte le tue relazioni invece in

questo caso come non è al centro perché quando conosciuto nunca avevo 43 anni e alleni aveva

23 era già andato a vivere da solo anche per staccarci un attimino io e lui no luca è entrato

nella sua vita non ti dico come un amico come un fratellone ecco ma come hai affrontato l'argomento

con tuo figlio per fargli capire che era arrivato il momento di essere magari più indipendente da

quel punto di vista no non l'abbiamo affrontato nel senso che non molto tempo fa alessando

avuto una serie di vicissitudini in cui stava molto male ha sofferto molto credo che succeda

tutte le madre ma a me succede se mi alessando sta male io sto male con sequenza anzi sta

doppiamente male perché tu sai delle cose per cui lo potrebbero far stare meglio perché non hai la

sua età ne hai i venti di più però non puoi fare nulla no tranne che stai lì vicino però quel

stare vicino diventa tossico per te perché stai molto male no e in più ti rendi conto che

avendo un rapporto io e allen ci amiamo molto abbiamo un rapporto non solo perché siamo madre

figlia ma perché io e lui siamo cresciuti insieme no quindi in qualche modo credo che lui mi stimi

anche come persona indipendentemente dal fatto che sono sua mamma cioè se mi conoscesse fuori

probabilmente come lui alessando frequente persone di tutta l'età quindi ha amiche della mia età

come io amici della sua età e mi frequenterebbe anche fuori quindi anche se non fossi sua madre

e la stessa cosa fare io con lui però a un certo punto mi rendo conto che io non posso più

stare così vicino quando sta male perché se gli voglio bene devo fare in modo che lui soffra

da solo sentire che non ci sono io dietro così in modo importante no perché forse non gli l'ho

mai detto è un po come se io sorbissi il suo dolore no quando gli sono vicino forse anche perché

abbiamo vissuto un po insimbiosi no perché c'è vent'anni siamo cresciuti insieme io non

facevo la mamma facevo quella che pensavo che fosse giusta fare la mamma e quindi è stata

molto dura perché io ero in un periodo brutto mi dovevo sposare innanzitutto e quindi io da

frate ma mia madre è stata malissima ha avuto un infarto esteso abbiamo rischiato di perderla

mio padre contemporaneamente si è ammalato era nell'altro ospedale quindi c'è stato un periodo

che avevo tutte e due i miei genitori in ospedale le complicanze e le preoccupazioni stavo cambiando

ufficio abbiamo comprato una casa che dovevamo comprare perché era molto interessante quindi

troppe cose quando va in tilt perché c'è troppe cose in più rispetto alla normalità e quindi forse

gli ho detto in malo modo no e gli ho detto la mamma deve fare un passo indietro ok la sostanza e tu

devi fare un passo avanti ok io devo essere una madre diversa da come lo sono stata adesso perché

è ormai sei grande e non posso più essere prenditi il tuo tempo che non ne abbiamo no

invece per queste cose ne abbiamo e penso che sarà importante per lui sentire queste cose

così fargli emozionare anche me e lui è ancora il mio punto debole

ma il grado sia meraviglioso mio figlio e tu sai lo sai che per me è così avrei voluto

da una parte dagli una vita diversa poi lo guardo dico in fondo non è venuto così bene cosa

avresti potuto fare di di più di quanto hai fatto l'hai detto prima no volte ci sentiamo

in colpa di quello che abbiamo fatto ma in fondo abbiamo dato il 100 almeno di quello che sapevamo

fare di quello che creavamo essere giusto fare è l'unico modo in cui riesco a calmarmi no

ma mi dici questo perché lui ti fa sentire sbagliato ti ci senti no no no al sandro perché io

so quello che lui pensa di te ed è meraviglioso quanto le stesse cose che pensi tu non ne abbiamo

mai parlato ma credo che sia mio primo fan mi ama profondamente ripeto non solo perché sono

sua madre poi gli sto antipatica come lui mi sta antipatico in alcuni momenti e ci sono momenti in

che non ci sopportiamo però sicuramente abbiamo una relazione profonda al di là di essere madre

figlia dobbiamo arrivare in fondo perché poi altrimenti l'intervista non finisce bene più io

te potremmo parlare ancora delle ore ti faccio un'ultima domanda qual è il tuo desiderio più grande

ora hai 55 anni è immaturato tantissimi processi è imparato da marti ha imparato ad amare imparato a

scegliere ha imparato a dare il tuo 100 per cento nelle tue scelte e qual è il prossimo passo allora una

parte di me oggi ti dice io non desidero niente di più di quello che ho adesso nel bene e nel male perché

ho in questo periodo una profonda fede che io sto andando esattamente nella direzione che mi sono

profissata prima di venire su questa terra e se me non chiedi in altri momenti dove non vedo la

stela porale magari io fosse l'unico desiderio profondo che ho è sempre lo stesso riuscire a

continuare a svelare di me le cose che di me non conosco perché la cosa che mi entusiasma di più

perché tutte le volte che io scopro una parte di me e muore un'altra e ne nasce un'altra io vedo

il mondo diversamente quindi ho capito che la chiave di lettura e dentro di me il mondo può

sembrare più bello solo se io dentro di me mi vedo più bene mi sento più bella mi ho finito

grazie mille se ti interessa vedere contenuti inediti ne renti al podcast puoi trovare su

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Oggi avremo il piacere di fare una viaggio con Maria Luisa Rotondo, una donna forte, che dai piani sotterranei ha lavorato con grande introspezione per arrivare sul tetto del suo grattacielo. Il dream team di One More Time è composto da: Giovanni Zaccaria, Mauro Medaglia, Samar Abdel Basset, Davide Tessari, Alice Gagliardi, Tommaso Galli e Francesco Lugato.

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