Daily Five: Manu e Mina. Perché la bandiera italiana è così? Abbiamo sempre meno Canadair. Un ringraziamento.

CNC Media CNC Media 7/28/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

Non so quanti di voi abbiano visto la serie Gomorra, quella di Roberto Saviano, in realtà

credo in molti visto il suo successo e io sono uno di loro e con nella prima stagione di

quella serie fatta di episodi e omicidi davvero atroci ce ne fu uno che per me fu più sconvolgente

di altri ed è, alerta spoiler, lo dico per i pochi che non l'abbiano vista, visto dando

il tempo di interrompere, l'omicidio di Manu, la fidanzata di Daniele.

Manu nella serie è una ragazza completamente estrania alle logiche dei clan e una ragazza

come tante altre colpevole solo di avere una storia con un giovane che invece in quella

logica di morte ci è finito, ovvero Daniele.

A un certo punto ciro uno dei boss e dei protagonisti della serie, Padrino e Tutore

di Daniele decide di uccidere proprio Daniele per via di alcune cose che il giovane ha scoperto

e che non doveva scoprire.

Daniele a quel punto lo capisce Straight in tempo e riesce a nascondersi, ciro lo cerca

in lungo e largo, non lo trova, però riesce a imbattersi in le, riesce a trovare le, riesce a

trovare Manu, la fidanzata di Daniele, con l'inganno ciro fa salire Manu nella sua macchina, prova a

far si dire prima con le buone dove sia Daniele, poi passa alle cattive.

Quello che la serie mostra e poi lascia solo immaginare per Manu per questa povera ragazza un epilogo

a troge estrazziante, la ragazza viene portata in un luogo abbandonato isolato, legata a una sedia

e da quel momento brutalmente interrogata, picchiata, minacciata e torturata, pur di farla

parlare ciro le rompe e le ossa con una mazzetta, ma non serve, alla fine ucciderà questa ragazza

innocente e ignara di tutto e si sbarazzerà del suo cadavere, dandolo alle fiamme all'interno

di un auto, così come se si trattasse di un oggetto senza valore, come se non fosse una vita

che chiedeva solo di vivere, di realizzare i suoi sogni, di tornare a casa dai suoi cari.

Qualcuno di voi a questo punto si dirà, e me lo sono detto anche io in realtà, ma beh

è solo un film e il potere in fondo delle opere di fantasia che non hanno limiti nemmeno

alla ferocia e alla crudeltà, eppure questo non è un film.

Manu è davvero esistita e quello che Roberto Saviano ci racconta e ci mostra in quell'episodio

della serie TV è davvero accaduto. Manu, altri non è che Mina, Gelsomina Verde. Mina

aveva 21 anni, viveva scampia, lavorava in una fabbrica di pelletteria e faceva addirittura

volontariato. Era una ragazza volontaria sia in un dopo scuola che per i bambini sia in

carcere. In passato questa ragazza però aveva avuto una relazione con un ragazzo che si

chiamava Gennaro Notturno. E Gennaro Notturno, tempo dopo quella relazione, proprio come

il daniele della serie TV, sarebbe diventato uno dei più infallibili e inafferrabili

sicari di uno dei clancamorristi. Per fermarlo e ucciderlo i suoi nemici avevano bisogno

di sapere dove si nascondesse, però prima di questo avevano bisogno addirittura di sapere

che faccia avesse, perché Gennaro Notturno non aveva volto. Non era solo infallibile

e inafferrabile, era proprio invisibile. Nessuno conosceva la sua faccia, a parte chiaramente

chi lo aveva conosciuto prima della sua carriera da killer. E una di queste persone era purtroppo

appunto Mina Verde. Un giorno siamo nel 2004, questi killer trovano Mina, entrano con l'inganno

nella sua auto, la portano in un luogo abbandonato, la interrogano ma Mina non parla. Forse non

per proteggere tanto il suo ex, diventato nel frattempo un killer, ma per proteggere

la sua famiglia, perché parlando Mina sapeva che avrebbe sposto chiunque la conoscesse

alle ritorzioni dell'altro clan. Mina sarà quindi picchiata, sarà minacciata e sarà

torturata, la riempiranno di botte, le romperanno il naso, le ossa, le torturano, addirittura

le torturano anche i lobbi dell'orecchie. Alla fine davanti alla sua ostinazione le

spareranno tre colpi di pistola in testa e si sbarazzeranno del suo corpo bruciandolo

all'interno della sua auto. Perché vi parlo di questa storia, di Mina, di questa storia

di 19 anni fa ricostruita nell'episodio di una serie tv andate in onda 9 anni fa? Beh,

sia per ricordare che la realtà è spesso altrettanto atroce rispetto alle opere di

fantasia più perverse, che la mafia è questo codardia e villaccheria e che non è vero

come spesso si sente dire che la mafia non tocca donne e bambini, la mafia non ha alcun

codice d'onore, gli mafiosi hanno bisogno di farsi chiamare uomini d'onore proprio

perché sanno di non avere onore, ma ve ne parlo soprattutto perché non è vero che lo

stato dimentica e ieri dopo quasi vent'anni da quella troce omicidio, quello reale, due

dei killer accusati dell'assassinio di Gelso e Mina Verde della povera Mina sono stati

finalmente arrestati, si chiamano Luigi de Lucia e Pasquale Rinaldi e sono stati consegnati

finalmente alla giustizia, loro hanno perso Gelsomina a vinto, resta però a questo punto

un ultimo passo da fare, riconoscere Mina Verde, vittima innocente della mafia, questo

fino a oggi come racconta al correre il fratello non è mai accaduto per la presenza in famiglia

di un lontano parente pregiudicato morto nel 2008, però Mina non aveva nulla a che

spartire con questo parente e nemmeno con il suo mondo, Mina è stata un simbolo di resistenza,

di lotta, a quella logica di morte, tant'è che sfidò i suoi killer dicendo ammazzatemi

io non sarò mai come voi e non lo è mai stata, quindi è ora che lo stato, prese

queste due persone accusate di quello omicidio se ne renda conto.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è venerdì 28 luglio e ieri si è tenuto il primo incontro alla Casa Bianca a Washington

tra la Premier Italiana, Giorgia Meloni e il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

Cosa è emerso da questo incontro?

Allora, in realtà nulla di particolarmente incisivo, almeno per quel che ne sappiamo,

più che con un colloquio finalizzato a prendere decisioni significative si è trattato di un

faccia a faccia interlocutorio quasi per conoscersi, diciamo, da vicino.

Biden e Meloni appartengono infatti a due schiaramenti diversi, uno centrosinistra, diciamo

così, l'altra destra e fino a pochi mesi fa entrambi hanno manifestato perplessita se

non addirittura reciproca diffidenza.

Meloni si è sempre apertamente schiarata dalla parte di Donald Trump, avversario di

Biden e a sua volta Biden davanti alla prospettiva che Meloni quasi un anno fa e la sua estrema

destra italiana potesse vincere le lezioni non nascose le sue preoccupazioni.

In questi primi dieci mesi da Presidente, però soprattutto sul fronte della politica

estera, Giorgia Meloni ha dimostrato di essere abbastanza diversa dalla Giorgia anti-europeista

e anti-americana della campagna elettorale, si è dimostrata fra le più filo atlantiste

d'Europa, si è allontanata nettamente dalle sue vecchie simpatie o ambiguità nei confronti

di Vladimir Putin, insomma si è molto istituzionalizzata da questo punto di vista, svolta che Biden

ha chiaramente apprezzato col tempo, incontro di ieri è quindi stata un'occasione per

ufficializzare questo reciproco, diciamo così, avvicinamento che però non potrà essere

considerato definitivo fino a che Meloni non deciderà cosa fare con la Cina.

Come sapete, l'Italia è l'unico paese del G7 ad aver firmato nel 2019 un'intesa

con la Cina sulla cosiddetta nuova via della SETA.

Per gli Stati Uniti questa decisione, assunta quattro anni fa dall'allora governo Lega

Cinque Stelle, fu una specie di tratimento del tipo ma che fa l'Italia, che combina,

che fa, passa dall'altra parte da quella del nemico, abbandona la globalizzazione americana

per entrare nella globalizzazione cinese per cui adesso Washington si aspetta, visto

che questo accordo è in scadenza, che il nuovo esecutivo non lo rinnovi.

Per Giorgia Meloni chiaramente non sarà una scelta facile da prendere l'Italia con

la Cina a degli importanti rapporti, soprattutto commerciali, e rompere con questo affronto

i rapporti con la Cina potrebbe essere deleterio.

Però tutti gli attori in campo, diciamo così, sia gli Stati Uniti, sia l'Italia, sia la

Cina, sono consapevoli di questo menage attruasso, sono consapevoli che questa relazione

extraconiogale, questa scappatella dell'Italia con Pechino, di questi anni deve interrompersi

e tutti e tre sono ora impegnati a trovare un modo per salvare Caprecavoli, ovvero che

consenta all'Italia di interrompere l'accordo con la Cina mantenendo però un amichevole

rapporto con la Cina e che consenta alla Cina di accettare la fine di questo accordo

senza che questo passi per un fallimento delle relazioni diplomatiche di Xi Jinping.

Per il resto, l'incontro di ieri ha insomma prodotto poco altro, non ci sono stati particolari

annunci, se non un generico impegno reciproco sul fronte dell'energia e della lotta al cambiamento

climatico.

Restiamo un attimo sullo stesso argomento per una piccola nota di colore, nel corso della

stessa visita di cui vi ho parlato negli Stati Uniti, la Presidente del Consiglio Giorgia

Meloni ha incontrato anche i principali rappresentanti del Senato americano, tra loro il leader della

maggioranza democratica Chuck Schumer e della minoranza republicana Mitch McConnell.

Durante un saluto con i giornalisti per le tradizionali fotografie di gruppo, Schumer

ha chiesto a Meloni se potesse illustrargli il significato dei colori della bandiera italiana.

Dopo un attimo di imbarazzo, Meloni ha risposto meglio a balbettato qualcosa del tipo e così

per qualche motivo e per molte cose, molte cose, seguito poi da un interminabile silenzio.

Ora, ci sta che qualcuno su questo siparietto faccia dell'ironia e un po' di polemica,

in fondo stiamo parlando di Giorgia Meloni, della politica che ha fatto della parola

patria il suo slogan e che proprio lei non conosca il significato della bandiera della sua

nazione, soprattutto ora che riveste il ruolo di Presidente del Consiglio, può in effetti essere

motivo di schermo o comunque di qualche piccola reprimenda. E poi, diciamocelo, immaginate se

al suo posto ci fosse stato un Presidente del Consiglio diverso, uno qualsiasi magari del

centro-sinistra, probabilmente oggi avremmo le baqueche social inondate di post e di video

indignati di Giorgia Meloni che si straccia le vesti per l'ignoranza poco patriottica del

Premier in questione. Detto questo, la domanda però resta. Ma i tre colori della bandiera italiana,

in effetti cosa significano? La risposta esatta è l'esatto opposto di ciò che Giorgia Meloni ha

detto. Lei ha detto che quei tre colori significano molte cose. La risposta corretta sarebbe dovuta

essere che invece non significano un bel nulla, perché non significa un bel nulla. Oggi leggiamo

un po' in giro interpretazioni abbastanza fantasiosi, c'è chi dice che il bianco rappresenti la neve

delle Alpi, il verde la macchia mediterranea e il rosso il sangue dei patrioti, oppure c'è chi dice

che il bianco stia per i colori del papato, il verde per la speranza e il rosso per la

passione e l'amore che sono tipici del popolo italiano eccetera. E' tutto falso, tutto privo

di qualsiasi fondamento storico. Le sue origini, in realtà le origini della nostra bandiera e dei

suoi colori risalgono alla fine del 700 quando Napoleone in base il Nord d'Italia portando con

sé ovviamente la bandiera della rivoluzione francese, cioè quella che ancora oggi conosciamo,

blu, bianca e rossa. Le milizie italiane che nel nome della rivoluzione francese scelzerò di

combattere al fianco di Napoleone, adottarono anche loro la bandiera francese alla quale

sostituirono solo il blu con il verde, perché il verde, perché verde era il colore della divisa

della guardia civica milanese. Da quel momento questa bandiera rossa bianca e verde, o meglio

verde, bianca e rossa diventerà la bandiera ufficiale della neonata Repubblica Cispadana,

resterà un simbolo capace di resistere alla restaurazione che seguì alla caduta di Napoleone

per poi ritornare prepotentemente durante i moti del 48 e infine nel corso di tutto il risorgimento.

Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna, fece propria poi quella bandiera e quando il figlio

Vittorio Manuele II unirà con Garibaldi e Cavur tutta l'Italia, quella sua bandiera verde,

bianca e rossa diventerà inevitabilmente la bandiera di tutta l'Italia penanata.

Dopo le tante difficoltà di questi mesi, il governo Meloni alla fine ha deciso di rimettere

definitivamente mano al PNR, ma in che modo? Innanzitutto saranno esclusi dal piano e dunque

definanziati 9 progetti per un ammontare di spesa di circa 16 miliardi di euro. Parliamo di 6

miliardi che saranno tolti alla valorizzazione del territorio e all'efficienza energetica dei

comuni, 3,3 miliardi per progetti di rigenerazione urbana, 2,5 miliardi per i piani urbani integrati,

1,3 miliardi tolti per la gestione del rischio di alluvione ed il rischio idrogeologico, etc.

Tra le misure, poi oggetto di rimodulazione, scrive Open Online, ci sono una serie di

interventi sul fronte dei trasporti chiesti dallo stesso ministro Matteo Salvini,

escono quindi dalla scadenza del 2026 i lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria Roma

Pescara, due lotti della Palermo Catania e una parte degli investimenti per l'Europia

nel rail traffic management system. Le risorse, fa sapere, il ministero saranno comunque utilizzati

su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania. Il governo, leggo ancora da Open Online,

assicura comunque da un lato che le risorse corrispondenti saranno riprogrammate per sostenere

altri interventi coerenti e realizzabili nei tempi previsti, cioè in sostanza quelle

risorse saranno utilizzate per qualcosa di simile, ma non proprio per quello dall'altro lato che

gli interventi esclusi dal piano saranno rifinanziati tramite altri strumenti. Esecutivo

conterebbe in particolare di recuperare i quasi 16 miliardi sacrificati dal piano rafforzando

un altro piano, cioè il programma Repower You che conta su una dota iniziale per ora di 2,7

miliardi. Tra i progetti che potrebbero rientrarvi almeno nei piani del governo ci sarebbe un nuovo

ecobonus dedicato espressamente alle abitazioni private, cui dovrebbe andare una dotazione di

4 miliardi. La misura andrà in supporto alle famiglie a basso reddito, che in passato sono

rimaste esclusive dagli interventi di efficientamento delle abitazioni, fitto infine precisa che con

questi interventi non è stato eliminato alcun finanziamento, ma solo riorganizzato. In pratica,

quelli che sono stati tolti dal PNR sono progetti che secondo il governo non sarebbero mai stati

terminati entro i tempi stabiliti dallo stesso piano, per cui tanto valeva spostarli su altri fondi

che possono permettere di realizzarli con più calma. Come la presa infine l'Unione Europea,

poco dopo la fine della riunione della cabina di regia fa sapere Open Online la Commissione ha

fatto filtrare il suo apprezzamento per questa revisione. Per 169.000 famiglie, a partire d'agosto,

Scrivere Pubblica scatta lo stop al reddito di cittadinanza. Lo ha comunicato oggi direttamente

LIMPS ai nuclei interessati e lo ha fatto con un SMS. L'intervento Scrivere Pubblica è figlio

della stretta del governo sulla misura che prevede la sospensione del sussidio per i nuclei

nei quali non ci sono componenti di sabili minori o, verso 65, come prevede la nuova normativa.

Dopo il crollo delle domande quasi dimezzatisi da inizio anno oggi, quindi la platea dei

percettori del reddito di cittadinanza da agosto si riduce ancora di più. A giugno le famiglie che

hanno ricevuto il reddito di cittadinanza o la pensione di cittadinanza sono state poco più

di un milione per un importo medio di 560 euro a famiglia da agosto, quindi saranno almeno 169.000

in meno. Da giorni, come abbiamo raccontato anche qui su DELIFIVE, il sud brucia. Vastissimi

incendi sono divampati in Sicilia, in Calabria, in Sardegna e in Puglia e c'è una circostanza che

ha riso il controllo di questi roghi più difficile del solito, ovvero la mancanza di canadero,

ovvero di quegli aerei che pescano tonnellate di acqua dai mari, dai fiumi, dai laghi e poi le

riversano in volo sul fuoco. Oggi il corriere si chiede come mai e la prima risposta che dà è

anche la più intuitiva. Semplicemente non ce ne sono più, si è interrotta la produzione. L'azienda

canadere leggo dal corriere. Inventò l'aereo amphibio 50 anni fa ed allora ne sono stati

realizzati di modelli 225 di cui 170 ancora in uso oggi. La maggior parte di essi è schierata

nel bacino mediterraneo tra Portogallo, Spagna, Francia e Italia che ha la flotta più numerosa

con 18 velivoli. Il XIX è andato perduto schiantandosi nell'ottobre scorso. Nel 1986 la

canadere è stata acquistata dalla Bombardere che nel 2015 ha deciso lo stop della produzione,

niente più aerei e perché non vengono, si chiederà a qualcuno, costruiti da altri questi aerei,

perché è la società ad avere il brevetto e quindi solo lei può costruirli in quel modo. Quindi i

canadere sono destinati a scomparire, forse no, la società è stata infatti acquistata nel frattempo

da un'altra azienda, sempre canadese, che sta lavorando per concludere i contratti con vari paesi

europei tra cui l'Italia e ricominciare quindi la produzione della nuova versione di questo aereo

amphibio. Il problema qual è? Il problema sono i tempi, il tempo d'attesa per l'Italia infatti

e di quattro anni, quindi i nuovi canadere saranno pronti per la stagione degli incendi non prima del

2027. Chiudiamo, non con una notizia, ma con un saluto e un ringraziamento. Come vi ho annunciato

martedì del i5 ad agosto, va in ferie e da settembre si trasferisce tape su la piattaforma

Storytel, dove troverete in esclusiva questo podcast, oltre a centinaia di migliaia di audiolibri,

i book e altri contenuti di questo tipo. L'abbonamento, come vi ho già spiegato per gli

ascoltatori di i5 costerà la metà, cioè 4,99 euro, e nei prossimi giorni spiegherò sulla mia

pagina Instagram come fare a iscriversi passo dopo passo senza troppe difficoltà. In questi giorni,

da quando ho comunicato questa novità, ho ricevuto da parte di tante e tanti di voi messaggi davvero

meravigliosi. In tantissimi mi avete scritto di aver compreso che un qualsiasi progetto editoriale,

soprattutto impegnativo, come del i5, non può vivere eternamente sul nulla e a bisogno di un

piccolo sostegno. Per cui, se del i5 potrà andare avanti, migliorarsi, offrire un'informazione

indipendente che risponda solo ai propri ascoltatori e non magari a qualche editore o a qualche grosso

e influente inserzionista pubblicitario, sarà solo grazie a voi che farete parte di questo progetto.

Quindi, senza dilungarmi troppo con discorsi lacrimevoli, non mi resta che ringraziare tutti voi

che mi avete seguito fin qui e che avete permesso a del i5 di crescere e affermarsi,

con chi vorrà continuare ad ascoltare e sostenere questo appuntamento di informazione quotidiana,

ci risentiamo il 4 settembre, sempre alle 17 su Storytel. Grazie e buone vacanze.

Del i5 è un podcast prodotto da CNC Media, ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17. Direzione

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Da Gomorra alla realtà: finalmente arrestati i killer di Mina Verde.

Meloni incontra Biden: l’incognita del memorandum con la Cina
Meloni non sa perché la Bandiera italiana sia verde, bianca e rossa. Già, ma perché?

Cambia il Pnrr.

Via il reddito di cittadinanza ad altre 169mila famiglie.

Abbiamo sempre meno canadair per spegnere gli incendi. Ecco perché.

Un ringraziamento e un saluto.



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