Ma perché?: Ma perché Conte e Speranza sono finiti sotto inchiesta?

Radio Deejay Radio Deejay 3/7/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

Mi senti? Che ci fai ancora l'impalato in mezzo alla strada? Trova qualcosa per tenerti?

Molla la borsa, reggiti forte! Sta per scatenarsi un'intensa bufera balsamica.

Ho mangiato una Golia Active Plus.

Serti la potenza balsamica di Golia Active Plus. Nel naso e nella gola, respira Golia.

Chiunque cagiona per colpa un'epidemia mediante la diffusione di germi e patogeni è punito

con l'ergastolo. Questo è ciò che prevedono gli articoli 438 e 452 del nostro codice penale

per il reato di epidemia colposa. La Procura di Bergamo la scorsa settimana ha portato a termine

una lunga indagine proprio per il reato di epidemia colposa, ma anche per i reati di

omicidio colposo, omissione di atti d'ufficio e falso. Reati commessi appunto secondo la Procura

dai massimi vertici della politica e dalla pubblica amministrazione italiana nella prima

vera del 2020, periodo nel quale, come tutti sappiamo, la prima ondata di Covid ha colpito

la provincia di Bergamo, causando migliaia di morti. Come dimenticare quelle immagini.

Dicevo poco fa che a finire sotto inchiesta ci sono davvero nomi illustri l'ex-premier italiano

Giuseppe Conte che era premier proprio in quel periodo, l'ex-ministro della salute Roberto

Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l'ex-assessore al welfare sempre

della Regione Lombardia Giulio Gallera, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità,

Franco Locatelli, l'ex capo della protezione civile Angelo Borrelli, il direttore generale

della Sanità Lombarda Luigi Cajazzo e tre componenti del comitato tecnico-scientifico.

Questi sono alcuni dei 19 indagati appunto dalla Procura di Bergamo. Bene, la notizia

la conoscete tutti, Conte, Speranza e molti altri, come avete appena sentito, sono finiti

sotto inchiesta per la gestione dell'emergenza Covid nella provincia di Bergamo, con accuse

come avete sentito pesantissime. Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assia

macchine sapi di me, provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice

del mondo. Ma perché? Nella primavera del 2020 in Balzeriana,

in provincia di Bergamo, sono morte di Covid più di 4.000 persone. Le immagini delle barre

trasportate dai camion militari sono state forse il primo, vero, grande shock per il

pubblico italiano e non solo perché tra l'altro quelle immagini hanno fatto il giro

del mondo. Questo podcast, l'ho detto molte volte, nasce con l'intenzione di spiegare

il perché che sta dietro le notizie che leggiamo e la notizia dell'inchiesta della

Procura di Bergamo ha scatenato un grande dibattito. Ad esempio, Enrico Mentana, direttore

del TG La 7 ha detto, siamo sicuri che si sapessero le terapie giuste in quei giorni in cui

nessuno sapeva niente? Andrà Crisanti, invece, microbiologo e tra gli esperti più televisivi

della pandemia. Oggi, senatore del Partito Democratico e tra l'altro consulente della

Procura in questa vicenda, ha invece detto, in senso contrario, il governo sapeva, ma

non ha agito in tempo. Come vedete, quindi, attorno a questa notizia si è già detto tutto

e contrario di tutto. Contrapposizioni chiaramente legittime, ma che alimentano, io credo, confusione

tra le persone. Quindi, prima di giungere anche noi a conclusioni, facciamo un passo

indietro. La Procura di Bergamo ha portato a termine le lunghe indagini sulla gestione

della pandemia e provincia di Bergamo, mettendo sotto in chiesta i massimi vertici della politica

e della pubblica amministrazione italiana. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi

è Antonio Bravetti, giornalista dell'Agenzia Dire e collaboratore della stampa. Questa è

la risposta che mi ha mandato. Giuseppe Conte e Roberto Speranza sono indagati

dalla Procura di Bergamo per aver sottovalutato la pandemia di Covid nelle sue prime fasi.

L'inchiesta nasce dalla lotta dei familiari delle vittime della prima ondata, quella che

falsidio la provincia di Bergamo. Sono i giorni di febbraio e marzo 2020. Ce li ricordiamo

tutti, abbiamo negli occhi gli automezzi dell'esercito che portano le barre fuori da Bergamo.

Dall'ora i parenti delle vittime non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia.

Così nasce questa inchiesta, che dopo tre anni arriva ad indagare 19 persone, tra cui

l'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro della Salute Roberto Speranza.

Insieme a loro ci sono altre 17 persone, politici e figure istituzionali di primissimo piano

che in quelle settimane furono chiamate a gestire la pandemia. Le indagini hanno portato

alla luce migliaia di mail, chat, messaggi, telefonate. In questi giorni sui giornali

ne stiamo leggendo molte, come quella in cui Silvio Brusaferro sottovaluta l'importanza

dei tamponi o quella in cui la regione Lombardia chiede a Conte di mantenere la più blanda

zona gialla per i comuni di Alzano e Nembro. Erano quelli giorni in cui si diceva la Lombardia

non si ferma e appunto politici e istituzioni erano chiamati a scegliere cosa fare.

Secondo i PM, il governo non diede ascolto agli allarmi lanciati a più riprese dall'Organizzazione

Mondiale della Sanità. L'esecutivo, sostengono i magistrati, si macchia di due mancanze.

La prima è non avere steso la zona rossa a tutta la Val Seriana. La seconda è di non

aver applicato il piano pandemico fermo al 2006, un piano che seppur vecchio avrebbe

potuto limitare i contagi. Queste mancanze, secondo i magistrati, hanno comportato una

catena di ritardi, di omissioni, che hanno poi determinato una diffusione incontrollata

del virus. Secondo il microbiologo dell'Università di Padova, Andrea Crisanti, che in quei giorni

era imprimissima fila contro il Covid, si sarebbero potute salvare oltre 4.000 vite

per la precisione, 4.148.

Grazie ad Antonio Bravetti. Vedremo come andrà a finire e vedremo appunto se si arriverà

poi ad un vero e proprio processo. Molto dipende da quanto i giudici riterranno affidabile

la ricostruzione della procura. La Corte di Cassazione ha stabilito in più sentenze questo

merita saperlo che il reato di epidemia colposa implica una condotta attiva, cioè l'indagato

deve attivamente aver commesso delle azioni che appunto hanno causato l'epidemia, casionando

come appunto recita il codice penale lo spargimento di germi patogeni e a occhio direi che in quei

giorni a spargere quei germi patogeni non siano stati né conte, né speranza, né altri.

Io vi ringrazio per avermi ascoltato anche oggi, se questo podcast vi piace mi raccomando

premete sul tasto segue e sulla campanellina, noi ci sentiamo domani. Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maisano? Riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

musici originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi,

una produzione One Podcast. Ascolta, parlo con te, trova subito qualcosa a cui aggrapparti,

reggiti dove puoi in casa sull'autobus salguinzaglio del cane, forte, fortissimo, sta per scatenarsi

un'intensa bufera balsamica! Ho mangiato una Golia Active Plus. Senti la potenza balsamica di

Golia Active Plus, nel naso e nella gola. Respira Golia!

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La procura di Bergamo ha concluso la lunga inchiesta sulla gestione dell'emergenza Covid in Valseriana. A finire sotto inchiesta nomi illustri: l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della salute Roberto Speranza, ma anche Attilio Fontana, Giulio Gallera, Franco Locatelli e molti altri. L'accusa è quella di epidemia colposa, omicidio colposo e omissione di atti d'ufficio e falso. Ovviamente si è scatenato subito il dibattito e in poche ore si è detto tutto e il contrario di tutto. Facciamo un passo indietro. Perché la Procura di Bergamo ha messo sotto inchiesta i massimi vertici della politica e della pubblica amministrazione del nostro paese? Ne parlo con Antonio Bravetti.

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