Fare un fuoco: Le storie che ci hanno fatto amare le storie

Lucy - Sulla cultura Lucy - Sulla cultura 7/21/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

Una volta chiesero a William Faulkner, da dove gli era venuta l'idea per scrivere

l'urlo e il furore, lui rispose da un'immagine mentale, allora non mi resi conto del suo

valore simbolico. Era l'immagine di un paio di mutandoni infangati all'altezza del sedere.

Erano di una bambina che stava su un albero di pere da dove riusciva a vedere attraverso la

finestra la stanza in cui stavano facendo il funerale a sua madre e lei riferiva ciò che

vedeva al fratellino che stava ai piedi dell'albero. Mentre spiegavo chi erano qui due e cosa facevano

lì e come si erano infangati ai mutandoni della ragazzina mi risiconto che sarebbe stato

impossibile mettere tutto in un racconto e che avrei dovuto farne un libro. Cosa accende la

nostra immaginazione? Care e cari che avete seguito fare un fuoco e avete seguito l'intero

progetto di Lucy nel corso del suo primo anno di vita. Vi ringraziamo innanzitutto del vostro

ascolto, del vostro affetto, della vostra vicinanza e poi siamo alle soglie della pausa estiva con fare

un fuoco ma prima di salutarci abbiamo immaginato questa come una puntata corale chiedendo a chi ci

segue, cioè a voi, qual è la prima storia che ha acceso la vostra immaginazione? Comincio io e racconto la mia.

I miei genitori e i miei nonni vengono da Capurso. Capurso è un piccolo paese vicino

bariche quando io ero piccolo era un paese prevalentemente agricolo. Ogni tanto quando avevo

quattro e cinque anni venivo lasciato a Capurso in casa di alcune vecchie. Vici lasciavano mia madre

mio padre oppure i miei nonni quando avevano da fare. Ora io ho avuto la fortuna di trascorrere

molto tempo con i vecchi del paese, per meglio dire le vecchie. All'epoca i miei nonni avevano

intorno ai 65 anni, queste vecchie invece avevano fra i 70 e i 90 anni, insomma molte di loro erano

nati alla fine del XIX secolo. Si riunivano a casa di una di loro e facevano per ore i

cavatelli o le orecchiette su degli enormi tavoli di legno. Ora io non so se voi sapete come si

fanno i cavatelli o le orecchiette. Si taglia a pezzettini la massa fatta con la farina e per

questi pezzettini con le dita come se fossero dei colpi da sommuteo avrebbero detto quelli

dalle mie generazioni si trasformano con un colpo di dita in orecchiette o cavatelli. Ora mentre

facevano i cavatelli o le orecchiette queste vecchie si raccontavano delle storie. Erano per

lo più storie fantastiche in cui i morti facevano visita ai vivi. Erano storie in cui la voce dei

morti risuonava nelle stanze, nei corridoi, nei sogni, sostenevano di tutte quanti loro.

Questi morti che cosa facevano portavano messaggi dall'aldilà, erano a volte messaggi molto

brevi, altre volte erano lunghe cronache, profezie, annunci di sventura, pure magari

semplici consigli su alcune scelte da compiere in tempi brevi. Tra l'altro a volte non erano

semplicemente voci ma veri e propri morti dagli occhi di fuoco che comparivano al cospetto di

queste vecchie e facevano a lunghi discorsi sulla vita, sul passato, sul futuro. Queste vecchie non

si limitavano a raccontare le storie con convinzione, la loro non era semplice abilità narrativa,

non raccontavano come scrittorio, come croniste, raccontavano o meglio riportavano come shamane,

facevano i capatelli ed erano possedute da forze altre, forze sotterrane, forze provenienti

da chissà dove o forse dovrei dire da chissà quando. Erano insomma forze di innegabile potenza,

simili a un vento che risale da una grotta, quindi molto percepibili. Io allora tornavo a casa,

e nel frattempo non è che nella mia testa fosse semplicemente scoccata la scintilla dell'immaginazione,

c'era un vero e proprio fallo che forse non sia ancora spento.

Io sono Nicola la gioia e questo è fare un fuoco, il podcast di Lucy che racconta come

le storie continuano ad accendere la nostra immaginazione. Adesso è il vostro turno di

raccontare qual è la prima storia che ha acceso a vostra immaginazione.

La prima storia che ha acceso alla mia immaginazione è stata sicuramente Pinocchio di Collodi che

ha un grande valore affettivo per me essendo stata la storia che mio padre mi leggeva ogni

sera prima di andare a dormire quando ancora non sapevo leggere, ma al di là del valore

affettivo che ha per me questa storia ho sempre trovato il racconto di Pinocchio estremamente

potente nella sua capacità di saper creare dei mondi e di evocare degli scenari visivi,

nitidi e pieni di vita. Infatti ricordo ancora adesso le immagini che si costruivano nella

mia mente da bambina mentre ascoltavo il racconto e questo ha fortemente influenzato il mio modo

di immaginare, di pensare e di raccontare ed è quello che credo dovrebbe fare ogni storia,

saper evocare dei mondi vivi e vicini. La prima storia della mia immaginazione è stata

inventata da mio nonna per tenere lontani i suoi figli da un pozzo. Questa storia è stata

tramandata successivamente a tutti noi, i suoi 36 nipoti di primo grado, storia alla

quale abbiamo continuato a credere per anni e che tutto oggi continuiamo a tramandare alle

nuove generazioni. Trascorrevamo la nostra estate, le nostre domeniche invernali in un

villaggio in Calabria e le nostre case erano tutte quante dentro la stessa corte, al centro della

quale vi era un pozzo col modacqua. Lì dentro viveva Don Nakala, una renda strega, vestita di

nero quasi come una comara che era riuscita a sfuggire da un rogo ardente, rintanandosi nel

nostro pozzo. Nella notte di San Silvestro i cugini grandi si armavano di minerve e minicicceli e

carichi come un esercito marciavano verso il pozzo per bombardare Don Nakala e difendere noi,

i piccoli, da questo rendo mostro che viveva nel nostro cortile. Mia nonna inventò questo

personaggio fantastico facendo semplicemente riecheggiare la sua voce nel pozzo.

Quando ero piccolo, mio padre mi raccontava le storie dei tre personaggi, Pildo, Paul de

Baffoubleau. Pildo e Paul de Baffoubleau erano tre amici che ogni volta si imbarcavano in una

nuova avventura. Ricordo come avevo molto quelle storie, magari non ricordo più dettagli,

ma le sensazioni che mi provocavano sì. Molteni dopo però ho scoperto che Pildo, Paul de Baffoubleau

non erano personaggi inventati da mio padre, ma dall'acqua a recoaro. Erano infatti i

protagonisti del carasello che pubblicci già vanno l'acqua. All'inizio ci rimasi male,

ma poi più avanti e ripensandoci, capì che mio padre senza volerne mi aveva insegnato che le

storie possono essere fondate su una buzia, di piacerci lo stesso. A volte possono piacerci,

persino di più.

La prima storia che ha stimolato la mia immaginazione non è una storia, ma una raccolta di storie. Era

una enciclopedia di favole dei fratelli Grimm e di Perrot edita negli anni 30-40, con delle

immagini stupende e i testi originali di queste favole che a volte sono crude, ma quando mia mamma

cominciava con il Cera una volta, quello era il momento in cui potevo chiudere gli occhi e uscire

dalla mia stanza e da quel momento tutto poteva accadere, fate che se sei buona ti regalano in

dono di sputare perle piuttosto che gatti che parlano, piuttosto che mariti cattivi che compiono

femminecidi e tutte queste immagini sono ancora così vive nella mia mente adesso da adulta che

ancora stimolano la mia immaginazione.

La prima storia che ha colpito la mia immaginazione è quella del minotauro,

era una storia chiusa in un libro che era appoggiato sul comodino della stanza di mio padre che era

un luogo proibito, allora io saltavo sul suo letto, rubavo il libro e leggevo di questo mostro

che mi spaventava tantissimo, metà animale, metà uomo che vangiava 7 fanciulle, 7 fanciulle

ogni anno e con mia sorella giocavamo da Rianna e Tezeo, il gomitolo lo sfilavamo sotto il tavolo

per casa e la scopera la spada e insieme a quel modo sgominavamo il mostro.

Poteva essere il 1982 o il 1983, avevo 11-12 anni, era estate, faceva caldissimo e bitonto era

avvolta in una luce abbagliante, quel giorno niente male dovevo andare dal barbiere, dovevo

tagliarmi i capelli e il mio barbiere, abitonto negli anni 80, era Tonino il Mafioso, quel soprano

mi ha fibiato gli non per chi sa qual è frequentazione malavitosa ma per quel paio di baffi

austero e elegante ben definito su quel volto d'attore anni 70. Il barbiere è Tonino il Mafioso,

bitonto in una luce accecante, yes I know my way di Pino Daniele alla radio. Non so se questa

fotografia ha acceso la mia immaginazione, di sicuro mi ha precipitato nel pozzo senza fondo delle

storie. Ho imparato a leggere abbastanza presto, avevo 4 o 5 anni e amavo tu farmi nelle librerie

nei cassetti senza il controllo di un adulto per scoprire tutto ciò che potessi scoprire,

è così che mi sono imbattuta in un libro che ricapitolava lo scandalo più scandaloso

degli anni 90, ossia il sexgate, la questione Clinton Levinsky, per intenderci. Ovviamente

ero piccolissima, non capivo nulla di quello che stesse succedendo, ne potevo chiederla a

i miei genitori che sicuramente non l'avrebbero presa benissimo, ma ricordo nitidamente che

questa cosa qui ha acceso una scintilla molto precisa in me, che ha una curiosità morbosa

nei confronti di tutto quello che viene considerato proibito e disdicevole e poi mi piace pensare

che abbia un po' ispirato quelli che sono gli ambiti che mi interessano di più oggi, insomma

da osservare che è per esempio l'impatto dei media sull'immaginario collettivo, il rapporto

tra potere, narrazione, pregiudizi, insomma grazie sexgate hai forggiato forse la persona che sono.

Non so se sia la prima in assoluto, ma la più importante delle prime storiche

hanno acceso una mia immaginazione è stata sicuramente Sailor Moon. Per me Sailor Moon è

stata fondamentale perché nella mia famiglia che è composta esclusivamente da operai e

contadini, nessuno aveva l'interesse per la lettura o per il cinema, al di fuori un po' di mio

nonno che leggeva texto e basta. Quindi di fatto per me Sailor Moon è stata non soltanto la

porta sul mondo di Sailor Moon stessa che era straordinaria ed era incredibile, io robambinevo

otto anni, ma proprio la porta su degli immaginari nuovi, la porta sui fumetti o dai fumetti poi

ho cominciato a leggere i libri e sono diventato una scrittrice e niente sarebbe mai successo,

se non vi sei visto Sailor Moon ho otto anni e quindi per me rimane ancora adesso veramente è un

talismano per me, è proprio una cosa che è stata così formativa che faccio fatica a spiegare perché.

La prima storia che ha acceso la mia immaginazione non era una storia raccontata in un libro ma era

una storia raccontata in un fumetto, un fumetto di Andrea Pazienza che si intitolava Zanardi la prima

delle tre, è stata la prima volta che la mia mente, i miei occhi, la mia fantasia hanno capito che anche

l'Italia poteva essere lo scenario di avventure quotidiane e la mia quotidianità a quel punto è

diventata fumettistica, nel senso che ho pensato e ho visto il mondo attraverso il lo stile e il

modo di disegnare di Andrea Pazienza e questo sicuramente è stato un avvenimento importante,

molto importante.

La prima storia che ha acceso la mia immaginazione aveva come un protagonista una capra, la capra

Margolla a cui tutti chiedevano capra Margolla, capra Margolla, sei tu ben abbeverata e ben satolla?

E la capra rispondeva di sì o di no, ma ogni volta mentiva e le sue bugie provocavano

degli omicidi efferatissimi e io mi ricordo questa storia me la raccontava mia nonna e

inatea adulta era il tuo scoperto che è una storia regionale, toscana, maremmana per la precisione.

Io veramente non ho più palli idea di come mia nonna fosse riusciata a conoscenza di questa

storia perché nessuno nella mia famiglia è toscano ma io da piccola ricordo che avevo

degli incubi pazzeschi su questa capra Margolla anche perché forse non era abituata a sentire di

storie con dei finali così violenti e soprattutto l'ambiguità di questa capra, il regno animale

in cui da bambino si è abituato a vedere con grande affetto invece questa capra era cattivissima.

Allora, una storia che secondo me è influito tanto sul mio imaginario è stata Peter Pan della Disney.

Per vari motivi ma in breve mi voglio concentrare sulle ombre perché prima di allora non avevo

mai fatto molto caso alla loro presenza invece sono sempre state delle vere e proprie presenze,

mi terrorizzava il fatto che potessero andarsene quindi mi ero resa conto di quanto fossero

importanti ma al tempo stesso avrei voluto che ogni tanto veramente potessero scegliarsi da noi

perché voleva dire che erano autonome e libere di andarsene nel loro mondo e magari di farci

lo scoprire comunque sì poi è un certo punto però avrei voluto che tornassero.

La prima storia che accessa la mia immaginazione è stata Nightmare on Elm Street di Wes Craven.

In giovannissima età nel essi la trama su un tv sorrisi e canzoni e per i mesi successivi credo

anche tipo negli anni successivi parliamo tipo dai 6 ai 9 anni puntualmente almeno una volta al

mese Freddy Krueger mi veniva a infestare i sogni per cercare di uccidermi e la mia immaginazione

era talmente strana e vivida e ne avevo anche uno strano controllo che riuscivo a organizzarmi un

giorno a settimana in questo caso il sabato per fare degli incubi dedicati proprio alla figura

di Freddy Krueger che aspettava solamente di uccidermi quindi mi doveva organizzare per

riassettare tutto il mio mondo onirico in modo che lo potessi affrontare e cercare di sconfiggere.

A volte riusciva a sconfiggere, altre volte lui riusciva a uccidermi e questa cosa cambiava

totalmente tipo il mio umore nel corso della giornata e è andata così per un po poi se ne è andato un po mi manca.

La prima storia che ha accesso la mia immaginazione l'ho letta quando avevo 12-13 anni era un giorno

d'estate e avevo finito di leggere piccole donne crescono. Ero scioccata, ero delusa, amareggiata e

dispirata perché l'ori e giò non si sono sposati perché come poteva essere possibile questa cosa?

Questo finale ha accesso la mia immaginazione perché mi ha fatto capire che oltre il lietto fine

scontato e ovvio che io avevo in testa e che secondo me era l'unico possibile si ce l'aveva

in realtà il mondo misterioso e multiforme di tutti gli altri gli etifini inimmaginabili e che

può sempre succedere qualcosa di bellissimo anche oltre quello che si pensa possa essere

l'unico finale possibile e quindi grande onore alla scrittrice.

Sicuramente una delle prime è stato il Barone Rampante, la storia del Barone Rampante.

Wow, bambino che manda a fanculo tutti, sale sugli alberi, non scende più, sta lì da solo,

passa ad un alberi all'altro, era un bambino, ero impazzito. Poi al solo sguardo mi guardi

intorno, sono in un bosco solo con il cane o si potrebbe dire solo come un cane. Sabato sera l'ho

passato a guardare l'ultima serie di zero calcare e mi rendo conto che voglio dire l'età,

il covid, l'isolamento del covid, no no io lo sono, se da piccolo ero impazzito per il Barone

Rampante, vuol dire che io così lo sono sempre stato, me ne devo fare una ragione, facciamo

ce n'ho una ragione.

Fare un fuoco e un podcast di Lucy scritto e condotto da me, Nicola la gioia. Le musiche

originale, il montaggio e il sound design sono di Sharon DeLorean, la cura editoriale è di già

d'Arena e Lorenzo Grammatica. Ci li sentiamo presto, dopo la pausa estiva, buone vacanze, buone letture,

buone visioni.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Qual è la prima storia che ha acceso la tua immaginazione? Sailor Moon o Zanardi? Freddy Krueger o Pinocchio? Nell’ultima puntata prima della pausa estiva, ascoltiamo le vostre voci e quelle della redazione di Lucy.

Ringraziamo Sofia R., Anastasia P., Lorenzo G., Camilla R., Marcella V., Paolo B., Giada A., Eleonora C., Francesco P., Irene G., Silvia M., Matteo G., Alida M. e Alex B. per i contributi audio.

Fare un fuoco è il podcast di Lucy scritto e condotto da Nicola Lagioia che racconta come le storie continuano ad accendere la nostra immaginazione. Le musiche originali, il montaggio e il sound design sono di Shari DeLorian, la cura editoriale è di Giada Arena e Lorenzo Gramatica.
Si ringrazia Spreaker per il supporto tecnico.

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