Daily Five: La storia dietro quella foto. Anche Saviano fuori dalla Rai. No, nel 1967 non faceva così caldo.

CNC Media CNC Media 7/26/23 - Episode Page - 21m - PDF Transcript

Forse in questi ultimi giorni vi sarà capitato di vedere la foto straziante dei corpi senza

vita di una mamma e della sua bambina strette in un ultimo abbraccio, con i volti affondati

nella sabbia del deserto, dove sono morte di stenti, di fame e di sete.

Quella foto è diventata il simbolo della nuova crisi umanitaria dei migranti in corso,

però era appunto solo questo una foto.

Non sapevamo nulla di questa donna e di sua figlia, nel nome, nell'età, nella storia

che si poteva solo intuire.

Oggi, però, grazie alle ricerche di refugees in Libia sappiamo qualcosa di più ed è doveroso

raccontare qualcosa di più, perché è l'unico modo che abbiamo per capire chi sia questa

gente, chi siano queste persone che per noi, quando va bene, sono semplicemente migranti

e quando va meno bene sono dei clandestini o dei criminali a prescindere che vogliono

la sostituzione etnica.

Ma soprattutto capire le loro storie, raccontarle, ci serve per capire chi siano i dittatori con

cui anche nelle scorse settimane stringiamo e abbiamo stretto accordi, perché ci tengano

questa gente fuori dalle scatole.

Scrive Alessia Candida sul Repubblica, volto affondato nella sabbia, ammazzate dalla fame

e dalla sete, con i loro corpi disidratati hanno raccontato cosa stia succedendo al

confine tra Tunisia e Libia dove da settimane centinaia se non migliaia di subsariani vengono

deportati e abbandonati in una terra di nessuno, costretti a vagare in cerca di acqua, cibo,

aiuto che non c'è.

Ma Fatidosso e la piccola Marie, una storia dei sogni, dei progetti, delle gammi li avevano,

li ha rialacciati la rete di refugees in Libia ascoltando compagni di viaggio e sventura

raccogliendo pezzi di vita da chi le ha incrociate, una foto che le ritrai sorridenti e ancora

vive.

E c'era anche un uomo nella loro vita, compagno per Fati, padre per Marie, si chiama o si

chiamava Bengui e Crepin, ma per tutti era semplicemente pato, nessuno sa dove si è

finito, se lo abbiano preso i libici o se anche lui sia morto nel deserto, che avevano

cercato in vanno di attraversare alla ricerca di acqua e aiuto, di lui non si hanno notizie,

di Fati invece c'è chi qualcosa può raccontare, dicono fosse partita dalla costa d'avorio

da un piccolo villaggio dell'Ovest che l'in zona conoscono come Mann.

Fati però il Mann da anni se lo era lasciato alle spalle, dopo la morte dei genitori come

tanti si era messo in viaggio alla ricerca di un futuro, prima tappa la Libia.

Li aveva conosciuto Pato, Camerunenze e Coetanio, li avevano deciso di resistere insieme a

quell'inferno di detenzioni arbitrarie e abusi e da lì avevano inutilmente tentato di fuggire

in Europa, insieme alla loro piccola che avevano deciso di chiamare Marie.

Ma ogni tentativo di attraversare il mare si è rivelato vano, allora avevano deciso di passare

la frontiera a provare a costruire un'esistenza in Tunisia dove fino a qualche mese fa una

grande comunità di subsariani viveva e lavorava senza il timore di deportazioni e violenze.

Poi, il 25 febbraio, il presidente Tunisino Caissaïed ha bollato tutti i subsariani come

persone non grate perché strumento di un piano di sostituzione etnica per cambiare

l'identità araba del Paese e lì sono cominciate le violenze.

Qui apro una piccola parentesi, lo so forse non vi suonano nuove queste parole, sostituzione

etnica, la sostituzione etnica è quella tesi del complotto secondo cui in un Paese si

vuole sostituire l'etnia principale di quel Paese con una più povera.

Ne parliamo o meglio ne abbiamo sentito parlare qui in Italia da politici come il Ministro

Lollobrigida ma precedentemente anche della stessa meloni che hanno raccontato la loro

tesi secondo cui la gente che arriva dall'Africa, in particolare dal Nord Africa,

arriverebbe in Europa sulla scorta di un piano fatto da ovviamente poteri forti per

sostituire gli europei con gli arabi con gli africani eccetera. Ecco è talmente stupida

questa ipotesi che addirittura poi in Africa questa stessa tesi del complotto viene utilizzata

sua volta contro la gente che viene dall'Africa ancora più meridionale, cioè i subsariani

rispetto alle popolazioni principalmente arabi dell'Africa settentrionale riprendo

a Legger Repubblica. Poi tre settimane fa a Sfax ed Intorni quegli abusi normalizzati

sono diventati rondeciviche e deportazioni istituzionali anche Fati e Marie sono state

prese e Pato era con loro, li hanno messi su un autobus e insieme ad altri scaricati come

pacchi senza valore al confine con la Libia quindi in mezzo al deserto. Terra Arza, terra di

nessuno dove alla fine Fati e Marie sono morte. Fati aveva 30 anni, Marie solo sei di Pato,

30 anni anche lui si stanno cercando notizie o almeno il corpo.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è mercoledì 26 luglio e apriamo rapidamente con una notizia che in realtà non è poi questa

gran notizia come appiamente previsto infatti l'aula del Senato questa mattina ha respinto la

mozione di sfiducia individuale al ministro del turismo Daniele Sant'Anche presentata dal

Movimento Cinque Stelle. Il partito guidato da Giuseppe Conte in pratica aveva presentato

questa mozione a seguito delle notizie e dell'inchiesta giudiziare per falso in bilancio e bancarotta

che coinvolge la ministra Sant'Anche. Il partito di Conte lo ha fatto senza che ci fosse in

realtà alcuna possibilità di spuntarla visto che per ottenere quella sfiducia molti e molte

parlamentari di maggioranza avrebbero dovuto votare contro la loro stessa ministra. Come

è andata a finire? Beh, chiaramente andata a finire che i voti favorevoli alla sfiducia

sono stati solo 67, ovvero quelli del PD dei Cinque Stelle, di Verdi e Sinistra Italiana,

azione Italia Viva invece hanno preferito non presentarsi al voto, i contrari invece

sono stati 111, nessuno si ha stenuto. Risultato, grazie all'assist dei Cinque Stelle, Daniele

Sant'Anche oggi può avvantare di aver incassato una vittoria, lei ha detto che è stata una

giornata bellissima e ha avuto l'opportunità di dire senza alcun problema di non aver in

realtà mai mentito e di essersi trovata a rispondere solo di accuse giornalistiche come

se non fosse indagata da mesi. Il programma ride di Roberto Saviano Insider, col quale

lo scrittore racconta, ha già raccontato anche nella precedente stagione, la criminalità

organizzata intervistando chi ne ha fatto parte non andrà più in onda sulla RAE,

lo ha annunciato oggi in un'intervista al messaggero l'amministratore delegato Roberto

Sergio sostenendo che alla base di questa decisione non ci sono motivazioni politiche

ma aziendali. In pratica, per la nuova RAE targata Governo Meloni, le parole usate in

questi mesi da Roberto Saviano contro il secretario della Lega Matteo Salvini non sono compatibili

con il codice etico che ispira il servizio pubblico. Alcuno potrebbe dire che si tratta

di una ritorzione in piena regola. Tu attacchi il governo, bene, allora niente più trasmissione

il RAE, però la dirigenza RAE ribadisce che non si tratta appunto di una ritorzione ma

di semplice applicazione del codice etico. Il correre della sera oggi fa notare che in

fondo è la stessa cosa fatta con Filippo Facci, giornalista di destra e filo governativo,

pochi che è stato escluso ugualmente dal palinze storai perché alcune sue esternazioni

non erano anche in quel caso compatibili con il codice etico. Però mi permetto di far

notare giusto due piccolissime differenze tra il caso Facci e il caso Saviano. Primo,

Roberto Saviano ha attaccato uno degli uomini più potenti della politica italiana, non una

ragazza di 22 anni colpevole di aver denunciato lo stupro di un figlio e di un potente, come

ha fatto Filippo Facci. In secondo luogo, Filippo Facci nel suo programma avrebbe dovuto parlare

di politica, mentre Roberto Saviano di criminalità organizzata, quindi paragonare le due cose come se

fossero appunto la stessa cosa, sembra un po' azardato. Tra l'altro le nuove quattro puntate

della serie del programma di Saviano erano già state registrate, già messe in programma da

novembre sul re3, però, ripeto, non se ne farà più niente. In conclusione, la lista dei giornalisti

non allineati al governo, non obbediente al governo, così detti fori usciti dalla RAI,

si allunga ancora di più, solo che, stavolta, sarà abbastanza difficile dire che sia stata una

scelta del fori uscito, nel caso di Roberto Saviano, come fatto per gli altri giornalisti messi alla

porta. Restiamo sullo stesso tema e, in realtà, sullo stesso articolo del corriere, perché, a un

certo punto, quell'articolo che parla di Saviano e di Facci dà conto anche delle trattative in corso

fra maggioranza e opposizioni per piazzare nelle varie reti della RAI le proprie donne e i propri

uomini di fiducia. Vorrei leggervelo così, proprio così come, senza alcun commento, perché forse non

tutti abbiamo una vera percezione di quanto la RAI sia per vasa dai partiti, da tutti i partiti e

dalla politica in genere. Ripeto, non farò alcun commento, vi leggerò soltanto questo pezzo

dell'articolo. Anche ieri è infuriata la battaglia intorno alla nomina dei 30 VICE direttori di TG1,

TG2, RAI Parlamento, Giornale Radio, RAI Sport e RAI News 24, che sono stati presentati in consiglio

di amministrazione e che hanno visto la promozione di 17 donne. Nella trattativa che ha preceduto la

riunione, il centro-destra ha fatto intendere alle opposizioni che avrebbe rivendicato, per sé,

la maggioranza dei posti disponibili finora detenuta dagli avversari. Un rimescolamento che ha

favorito i grillini, saliti sulla spinta del duo Conte Casalino, da due a cinque direzioni ma ha

svantaggiato il partito democratico che ha dimezzato i propri numeri, così adesso il partito

di Elishline, la mente che, avendo potuto indicare un solo nome al TG1, a parte Costanza

Crescimbeni, considerata però in quota Rensi, e avendo proposto quello di Elisa Ansaldo se

visto a Cassare Maria Luisa Busi, che però, secondo gli accordi, sarà recuperata in un ruolo

equivalente, e quello di Gianmarco Trevisi, già porta voce di Enrico Letta, che pure sosteneva

alla radio. Intanto, la lega piazza e suoi, e al GR1, guidato da Francesco Pionati, arrivano

volti come Monica Satta, Roberto Poletti e l'ex presidente della RAI, Marcello Foa,

ma anche per Peter Gomez, in quota grillina, spunto un ruolo da analista. Due giorni fa,

cioè il 24 luglio, quindi poche ore prima che la Lombardia e il Veneto venissero nuovamente

sconvolti dalle devastanti precipitazioni di acqua e ghiaccio e che la Sicilia andasse

contemporaneamente a fuoco, sul rete 4, il conduttore della trasmissione diario del giorno

mostrava sullo schermo le foto delle prime pagine di due giornali italiani del luglio 1967.

Titolo del primo giornale, caldo record a Roma sfiorati 42 gradi, non era mai successo. Titolo

del secondo giornale, la grandine squassa Milano a Roma si soffoca 42 gradi. Nel mostrare queste

immagini, il conduttore di lette 4 commenta un po' ironico che insomma, alla luce di questi

articoli, il caldo e gli eventi atmosferici di questi giorni non sono poi questa gran notizia.

Caldo e grandine ci sono sempre stati nelle estate italiane anche 60 anni fa, quindi,

sulla storia del cambiamento climatico, e qui cito lui, la gente ci marcia parecchio. Ora,

niente di nuovo, è il solito giochetto, lo sappiamo, di cui abbiamo parlato anche qui su

dei live in passato, a proposito dei negazionisti o riduzionisti del cambiamento climatico.

Prendere una giornata con temperature alte del passato, dire che ha fatto caldo anche in

passato, e smontare così il dogma, come lo definiscono loro, del cambiamento climatico.

Ovviamente è un gioco frutto o di ignoranza o di mala fede. Il tema del cambiamento climatico o

meglio la prova del cambiamento climatico non sta nel record di temperature, ma sta nella sua

frequenza o meglio nella sua probabilità. Nessuno ha mai detto che il cambiamento climatico si

misura in base ai record. Faccio giusto un esempio, un paragone per intenderci. Una persona che

in un anno intero si becca un febrone da cavallo, che porta la sua temperatura corporea a 39 gradi

per un giorno intero, è una persona che ha avuto un febrone da cavallo. Una persona che invece in

un anno si becca quella stessa febbre, o magari anche un po' più bassa, tipo 38 gradi, ma ogni

settimana è evidentemente una persona che ha un problema di salute molto, molto grave. Ecco,

col cambiamento climatico è la stessa cosa, non è l'episodio in sé, ma la sua frequenza e la

sua intensità. Periamo che un giorno questa cosa così elementare sia capita anche dai giornalisti

di destra. Comunque qui la cosa tristemente divertente per citare caparezza è che nel caso di questa

trasmissione di rete 4 è sbagliata pure la premessa. Nel citare quei due giornali, infatti,

il conduttore di rete 4, che si chiama Andrea Giambruno e che non è un omonimo del fidanzato

di Giorgia Melonima, è proprio lui, cita pure un dato falso. A scoprirlo sono stati i fact checker

di fact news, che a differenza della redazione di rete 4 si sono presi la briga di leggerli quegli

articoli di cui Giambruno ha mostrato soltanto i titoli. Innanzitutto, e qui lego da fact news,

l'articolo posizionato in basso nel collage è stato originariamente pubblicato sul corriere

dell'informazione il 26 luglio 1967. All'interno dell'articolo si legge che il giorno precedente,

la città e la provincia di Milano erano state colpite da un violento nubifraggio e da coppiosa

grandine. In quelle stesse ore continua l'articolo il record italiano del caldo per questo torrido

scorcio di stagione è stato registrato a Roma dove il termometro è continuato a salire. In

particolare, scrive il giornale, ieri nel centro della città sono stati registrati 42 gradi

all'ombra e 38 al centro di osservazione di Roma Nord. Lo stesso articolo dunque spiega che i 42

gradi, quelli di cui parla anche Giambruno, non corrispondono a una misurazione ufficiale ma

sono il frutto di una non meglio definita registrazione tra virgolette all'ombra. L'autore

del pezzo chiarisceombra chiarisce mandate lui stesso inequivocabilmente che la

misurazione ufficiale del centro meteorologico corrispondeva a 38 gradi centigradi, non 42 gradi,

quindi a Giambruno non c'era 42 gradi, ma a Giambruno non c'erano un giorno a Milano. Per far

ulteriore chiarezza, la redazione ha contattato l'ufficio stampa del sistema nazionale per l'elaborazione

e la diffusione di dati climatici dell'ISPRA, che custodisce le serie temporali giornaliere delle

temperature massime registrate dalle stazioni distribuite sul territorio italiano. La temperatura

massima registrata a Roma il 25 luglio 1967, la giornata alla quale fa riferimento l'articolo

del corriere di informazione è stata 35,6 gradi. Lo stesso ufficio stampa di Shia ha precisato

che valori di temperatura massima superiori a 40 gradi centigradi sono stati registrati a

partire dal 2005 in poi. Insomma, per riassumere, non solo le conclusioni

ironicamente sostenute dal conduttore di rete 4 sono forvianti e scientificamente inesatte, ma

pure le premesse da cui quelle conclusioni trevano spunto sono proprio false, nel senso che non è

vero che quel giorno del 1967 a Roma c'erano 42 gradi, c'erano 35,6. Quindi, andando a scavare si

scopre che con quell'articolo, citando quell'articolo, Giambruno ha dato ragione a quella gente che

dice lui sul cambiamento climatico ci marcia sopra. Repubblica oggi racconta di un cambiamento

in corso attualmente in America, al di là dell'oceano, ma che potrebbe presto riflettersi anche

nel resto dei continenti, ovvero il cambiamento in corso nel mercato della droga. E quale sarebbe

questo cambiamento? In breve, il fentanyl starebbe più o meno velocemente prendendo il posto della

cocaína. Il fentanyl è un analgesico usato in realtà in campo medico e veterinario, ma

da anni viene sintetizzato e venduto illegalmente sul mercato degli stupifagenti per i suoi effetti

psicotropi dal momento che provoca stordimento ed euforia ed è fino a 50 volte più potente

dell'eroina e 80 volte più potente dell'amorfina. Secondo questo articolo di Repubblica, la fortuna

del fentanyl che sarebbe testimoniata dal crollo del prezzo della cocaína in centro e sudamerica e

da una crescita di quello del fentanyl è strettamente legato alla pandemia. In pratica, i

consumatori che per me si sono stati rinchiusi in casa durante il lockdown, non sapendo che farsene

della cocaína e dei suoi effetti eccitanti, hanno iniziato a optare per il fentanyl. Risultato solo

negli Stati Uniti e solo nel 2021 ci sono stati almeno 110.000 morti causati dall'uso di questa

droga più della guerra in Vietnam. Per il presidente americano Joe Biden, la crisi causata

da questa che viene già definita la droga del millenio è così grave e urgente che quest'anno

per ben quattro volte in sette mesi ha spedito in Messico una delegazione governativa per cercare

di mettere appunto una strategia. Albertice scrive ancora Repubblica, si è per la prima

volta collegata anche la Cina e non è un caso. Pechino infatti è ritenuta corresponsabile di

questa tragedia dal momento che fornisce i precursori chimici ai cartelli messicani che si

sono tuffati sul nuovo corso del mercato. Si è discusso molto e a lungo e ognuno si è difeso

e ha respinto le accuse che gli venivano mosse. Gli Stati Uniti per le armi che vendono senza

scrupoli a tutti cartelli in testa e che alimentano la violenza indiscriminata in Messico. Il Messico

a sua volta perché inerte davanti i suoi 200.000 morti la Cina perché non controlla il flusso di

prodotti chimici spediti dall'altra parte del pacifico. Tutti insomma hanno delle colpe,

tutti hanno delle responsabilità e tutti hanno convenuto che bisogna reagire e ognuno si spera

farà la sua parte. E con questo per oggi noi ci fermiamo qui, io vi ringrazio per l'ascolto,

vi saluto e vi do appuntamento a domani sempre alle 17 con Daily Five.

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La storia dietro la straziante foto della donna e della sua bambina morte nel deserto.

Santanché, respinta la mozione di sfiducia.

Anche Saviano fuori dalla Rai.

La balla di Rete 4 sul cambiamento climatico.

La cocaina scende, il fentanyl sale.


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