Daily Five: La Rai alla destra. Bombe sugli ospedali ucraini. Donna aggredita dai vigili, i fatti in ordine

CNC Media CNC Media 5/26/23 - Episode Page - 20m - PDF Transcript

Come era prevedibile, anche la giornata politica di oggi è stata scandita dalle polemiche

scoppiate ieri dopo le nuove nomine decise sostanzialmente dalla maggioranza di governo

a capo delle testate giornalistiche della RAI, polemiche che, come sapete, sono divampate

dopo l'annuncio della giornalista e conduttrice Lugi annunziata di lasciare la RAI e la sua

trasmissione perché ha spiegato la sua persona incompatibile con le idee e i modi dell'attuale

maggioranza di governo. Oggi si aggiunta l'indiscrezione data tra l'altro mattinata da Fiorello

che possa essere fatto fuori, tra virgolette, anche Amadeus dalla conduzione di Sarremo.

Ricordiamo che Amadeus nelle sue edizioni di grandissimo successo ha dato molto spazio

a una serie di tematiche che sono poco care alla destra che oggi amministre paese.

Fiorello sostiene di aver riportato le parole e le preoccupazioni dello stesso amico e conduttore

Amadeus, ma poche ore dopo è arrivata la smentita dei vertici RAI che hanno detto no, le cose

non stanno così. Anzi, stiamo già lavorando con Amadeus alla prossima edizione, però

resta il giallo, visto che a esprimere queste preoccupazioni, a dare questo sfogo è stato

lo stesso Amadeus all'amico Fiorello. Il fatto che Fiorello lo abbia detto pubblicamente

significa che quasi, senza dubbio, abbia avuto l'autorizzazione da parte dello stesso Amadeus.

Insomma, come potete immaginare, in queste ore si respira all'interno della RAI un'aria

parecchio pesante perché alla fine il problema sta tutto qui in un sistema di l'autizzazione

della televisione pubblica che già di per sé è insopportabile e pieno di falle, almeno

in Italia, ma che si aggrava particolarmente quando apprendere in mano la RAI sono partiti

che hanno già in mano altri tre canali televisivi più seguiti del paese, ovvero le rete mediaset,

un buon riassunto della situazione, riguardo alla RAI ovviamente in chiave critica, ve lo

premetto, lo dà oggi sul Repubblico Francesco Bey con un lungo editoriale che vorrei leggervi

e che lascia intendere anche perché certe nomine per certi delicati incarichi possono

essere un problema per la democrazia e la corretta informazione. Diciamoci la verità

scrive Bey sul Repubblico e da un quarto di secolo, da quando il proprietario del più

importante gruppo televisivo privato ha conquistato il governo che, tranne rare parentesi, il centro

destra controlla anche l'informazione e l'intrattenimento prodotti dal servizio pubblico. Anche la

tecnica è sempre stata la stessa, occupa tutto il possibile e poi piangi, strilla forte che la RAI

e telecabul che i conduttori di destra sono discriminati, che i giornalisti di destra non

hanno voce e potere, a Napoli con una locuzione di alettale un po' forte dicono chiagne fotti,

Giorgia Miloni arriva per ultima, la differenza forse sta nei modi, tra virgolette brutali,

dell'occupazione e nel profilo dei prescelti, tutti maschi peraltro nei posti che contano.

A partire dal neo-direttore del TG1 Gianmarco Ghiocci, che la destra nostalgica del movimento

social italiano considera una specie di eroe, da quando riuscì a colpire a morte Gianfranco

Fini con l'inchiesta sulla casa di Monte Carlo, i colonnelli di alleanza nazionale,

tutti più fedeli a Berlusconi che a loro capo godettero segretamente quando Fini,

il liquidatore del mio fascismo, cade sulla roba per la penna di Ghiocci, per non parlare poi di

Meloni che contro Fini e la sua svolta ha costruito fratelli d'Italia e benne poi il tempo di Berlusconi

e dell'Escort con il cronista Ghiocci, Ghiocci lo ripeto è il nuovo direttore del TG1 impegnato

in una contro inchiesta per provare a smontare i teoremi dei PM, fino a Ghiocci direttore

infine del tempo che, come ha ricordato su queste pagine Concetto Vecchio, sparò in prima pagina

Mussolini Uomo dell'anno. Questi sono i meriti di Ghiocci che si ritrova a dirigere il TG

principale del servizio pubblico senza aver mai fatto televisione in vita sua. Ma stiamo

divagando perché il problema non sono i singoli e il disegno complessivo, quello di stendere

finalmente una capo uniforme sull'informazione e l'intrattenimento eliminando le note stonate.

Il coro deve cantare all'Unisono Viva Giorgia e se qualcuno bravo come Fabio Fazio o bravissimo come

Luce annunziata, stecca la porta è quella, prego. Lo ha detto Maurizio Gasparri commentando le

dimissioni di Luce annunziata, forse la persona che più di tutti in questo momento incarna la

storia e l'identità dell'azienda pubblica dove ha lavorato per 30 anni. Si è dimessa, ha detto

Gasparri, il mondo va avanti. Invece bisognerà beleggerla bene la lettera di dimissioni di

annunziata, un documento molto politico e molto poco aziendale, perché se una giornalista del

suo calibro è costretta dichiarare la sua estraneità a un governo di cui non condivide

nulla, nessui contenuti, nessui metodi e per questa alterità si sente obbligata ad andarsene,

il problema non è della giornalista ma di chi dirige l'azienda, è un problema di credibilità

del servizio pubblico che sembra trasformato ogni giorno che passa in una fabbrica di agitprop

al servizio dei nuovi potenti. Stefano Coletta, fatto fuori dall'intrattenimento primetime,

è spostato alla innocua distribuzione per nominare un leghista e un altro esempio di prego si

accomodi. Non gli si perdona il saremo più di successo di tutti i tempi dove però Rosa Chemical

e Fedez avevano steccato rispetto al coro e Salvini aveva minacciato appunto una riflessione

sulla RAI. Ecco, hanno riflettuto. La destra è Egemon e RAI, adesso nessuno può più negarlo,

anche perché la presunta egemonia di sinistra non è mai esistita e gli autori considerati di

sinistra e RAI non sono mai stati al servizio del Partito Democratico, basti pensare a Bianca

Berlinguer, a Sigfried Oranucci o a Riccardo Iacona. La egemonia dei cosiddetti comunisti

esisteva solo nella propaganda di Berlusconi contro il TG3, caso unico nel mondo occidentale,

di un capo del governo che si scagliava contro i giornalisti e le poche trasmissioni non conformi.

Non possiamo più sopportare di Berlusconi che la RAI sia l'unica TV pubblica nel mondo che

con i soldi di tutti attacca il governo. Lo diceva e, nel frattempo, chiedeva Fiction su Barbarossa

per accontentare Bossi o raccomandava Trigia Trichette per conquistare i favori di qualche

senatore utile a far cadere prodi. Storie del passato, ma che dimostrano come il centro

destra in RAI ha sempre comandato. Certo, la battaglia per una RAI pluralista e lontana

dai partiti sarebbe più credibile se anche le opposizioni avessero le mani pulite, e invece

il Partito Democratico porta la macchia della riforma renziana che ha consegnato al governo

la nomina dei capi azienda, mentre Giuseppe Conte, che parla oggi di stati generali del

servizio pubblico, si accomoda a tavola con la destra e in cambio di qualche poltroncina

minore. Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five,

il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda, una

notizia alla volta. Oggi è venerdì 26 maggio e apriamo con un po' di notizie che arrivano

dal fronte della guerra russo-ocraina e che meritano una certa attenzione. La prima e

più drammatica parla di un attacco missilistico russo contro un'ospedale nella città di

Dnipro, il bilancio al momento è di un morto e quindi ci feriti. Le immagini riprese dopo

l'attacco mostrano con ridoi estanze dell'ospedale ridotti in Macerie e feriti che vengono trasportati

verso l'esterno. Spesso, come sapete, quando si parla di attacchi russi agli ospedali

Ukraini, i filo-putiniani nazionali negano o parlano di effetti collaterali, quasi come

se si trattasse di incidenti, ma come ricorda oggi Marta Seraphini sul Corriere, quella

di Mosca contro gli ospedali dell'Ukraine, sembra più una precisa strategia che una

catena di sviste. Un rapporto realizzato da diverse organizzazioni umanitarie ha documentato

infatti come solo nelle prime due settimane dell'invasione, da 4 a 5 ospedali e cliniche

sono stati attaccati ogni giorno dai russi. Entro il 31 dicembre 2022 si sono verificati

ben 707 attacchi documentati con danni a 218 ospedali e cliniche, 181 attacchi ad altre

strutture sanitarie come farmacie, centri del sangue, cliniche identistiche e istituti

di ricerca, 65 attacchi alle ambulanze e 86 attacchi al personale medico con 62 morti

e 52 feriti. L'ospedale di Severodonetsk ha sempre stato colpito dieci volte tra marzo

e maggio 2022 e questo a testimoniare che quelle dei russi, gli attacchi scelerati contro

gli ospedali, contro degli obiettivi che non hanno nulla di militare e che non costituiscono

per i russi un pericolo, sono assolutamente deliberati, sistematici e non frutto di incidenti

o sviste. L'altra notizia, se così vogliamo chiamarla, se la vogliamo definire, è che

il Vice Presidente del Consiglio di Sicurezza Nazionale Russo Dimitri Medvediev, quello

che lo ricorderete dall'inizio della guerra da un anno e mezzo ogni giorno, guadagna le

pagine dei giornali minacciando l'uso di armi nucleari da un momento all'altro in

queste ore, tanto per cambiare, amminacciato di nuovo l'uso di armi nucleari da parte

della Russia. Però, e qui sta la novità, ha precisato che questo accadrà solo nel

caso in cui l'anato dovesse decidere di fornire a sua volta armi nucleari all'Ucraina, il

che, come potete immaginare, è abbastanza lontano e svela anche un po' il blef di questo

anno e mezzo da parte dei russi che dicevano che avrebbero utilizzato le armi nucleari

Visto che le forze occidentali si sono già dimostrate in questi mesi molto restie a

fornire carri armati aerei, figuriamoci bombe nucleari, come se non bastasse a far capire

quanto questo spettro del rischio nucleare tanto ventilato anche dai filo putiniani

italiani per convincere il governo a non cedere armi all'Ucraina sia di fatto inesistente,

non ci sono solo queste parole di Medvediev che ormai stanno raggiungendo toni quasi

comici e surreali, ma si aggiungono oggi anche le parole, questa volta serie, del vice

ministro degli esteri russo Riyabkov che dice, i nostri nemici speculano cynicamente su questa

situazione e cercano di attribuirci l'inesistente, ripeto inesistente, intenzione di usare armi

nucleari per quello che sta succedendo in Ucraina, ma non c'è stato alcun cambiamento nel nostro

approccio a questa difficile questione, insomma per l'ennesima volta il governo russo stesso

ribadisceзisce che non c'è da parte sua alcuna intenzione di usare armi atomiche,

chi lo dice come Medvediev lo fa in maniera quasi macchettistica da un anno e mezzo salvo precisare

che saranno usate solo se saranno usate prima dall'Occidente e questo non accadrà mai, quindi c'è

da sperare che i filo putiniani del nostro paese, quelli che dicono non siamo filo putiniani ma

solo pacifisti, almeno su questo la smettano di terrorizzare i cittadini italiani chiaramente

utilizzando un ricatto che perfino la russia smentisce, infine sul fronte diplomatico oggi si

distinguono un paio di notizie che lasciano intendere come i contatti diplomatici per trovare

una soluzione che vada oltre le armi ci sono sempre stati, ci sono tuttora e stanno perfino

iniziando a portare a qualcosa. Oggi ad esempio il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto che

sarebbe disponibile a un colloquio telefonico con Putin e il portavoce di Putin ovvero Dimitri

Pescova ha fatto sapere che Putin sarebbe disponibile a sua volta a parlare con Scholz.

Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca poi Johnny Kirby in un'intervista

alla CNN ha ribadito che gli Stati Uniti non appoggeranno e non appoggiano alcun attacco

dell'Ucraina in terra russa proprio per sottolineare che non è nell'interesse degli Stati Uniti,

dell'anato e dell'occidente provocare uno scontro diretto con la russia.

Infine proprio poche ore fa si è conclusa con la tappa a Mosca il tur diplomatico dell'emissario

della Gina, li cui che nei giorni precedenti ha fatto tappa in Ucraina, in Polonia, in Francia

e in Germania proprio per cercare una soluzione diplomatica al conflitto segna insomma del fatto

che anche la Cina, seppur a quanto pare sta proponendo delle soluzioni sì di pace,

ma che favoriscono l'annessione dei territori già occupati da parte della russia,

sta facendo sul serio perché il prima possibile si ha trovato un accordo di pace.

Due giorni fa abbiamo parlato di questa aggressione, probabilmente l'avrete vista,

di quattro agenti della Polizia municipale di Milano contro una donna trans presa a manganellate

mentre era terra disarmata e inerme. Come sapete a quel video hanno fatto seguito polemiche e

indignazione, ma un po' di fumo negli occhi è stato gettato sui fatti che hanno preceduto quel

pestaggio. Oggi prova a fare un po' di ordine sulla vicenda, il post, con un articolo che vado a

leggervi perché mette in fila i fatti, ma soprattutto smentisce certe voci sul conto della vittima.

Sulla base dei video che mostrano inequivocabilmente la violenza dell'aggressione, scrive il post,

gli agenti coinvolte nel pestaggio sono stati distaccati a servizi interni,

cioè arruoli d'ufficio che non comportano rapporti col pubblico, mentre la Procura di Milano ha

aperto un'indagine per lesione aggravate dall'abuso della funzione pubblica.

L'aggressione è avvenuta a mercoledì mattina attorno alle 08.30 di fronte all'Università

Bocconi di Milano. Quattro agenti della Polizia locale hanno immobilizzato la donna,

fermata poco prima, e uno di loro l'ha colpita ripetutamente con il manganello,

quello in dotazione vigili che è più precisamente un bastone morbido e con un calcio.

Sulla donna è stata apparentemente usata anche dello spray urticante,

l'episodio è stato filmato da alcuni studenti dell'Università che si trovavano affacciati

alla finestra sopra il marciapiede dove è avvenuta l'aggressione e i video hanno ricevuto

molta attenzione da giornali e commentatori per via della violenza degli agenti.

Della donna trans aggredita si sa che dichiara di avere 42 anni ed di origine brasiliane

e vive in Italia da 29 anni. In un'intervista data al Corriere ha raccontato che la polizia

intervenuta mentre lei si trovava al parco Trotter in un'altra zona della città e stava litigando,

dice lei, con 5 peruviani ubriachi che mi stavano insultando e che si è, dice sempre la donna,

arrabbiata perché hanno preso a me e non quel gruppo. Sempre secondo il racconto della donna

gli agenti l'avrebbero fatta salire in auto dove lei avrebbe cominciato a lamentarsi.

Allora ha raccontato la 42enne, ho dato testate contro il plexiglass che sarebbe quello che divide

i sedili posteriori da quelli anteriori nelle auto di servizio e quello che era il capo ha detto

di fermare l'auto. Adesso gli diamo delle botte, ha cercato di prendermi per i capelli per farmi

scendere ma io lo spinto via e sono scappata. Ho provato a nascondermi in una uola ma mi hanno

trovata. Qui è avvenuta l'aggressione mostrata dai video dopo la quale la donna è stata portata

all'ufficio centrale arresti e fermi di via Custodi dove è rimasta per 6 ore. Non è mai tuttavia

stata arrestata. Sempre al correre la donna ha raccontato che prima di rimettermi in auto mi

hanno spruzzato di nuovo con lo spray negli occhi il bruciore mi faceva impazzire. Nel pomeriggio

di mercoledì è circolato una ricostruzione diffusa del sindacato di Polizia Sulp e inizialmente ho

confermata anche dall'assessore alla sicurezza Marco Granelli. Diceva che gli agenti, queste

ricostruzioni, diceva che gli agenti erano intervenuti perché la donna stava importunando

all'unni e genitori all'ingresso della scuola di Via Giacosa, adiacente al parco Trotter,

ed istante una ventina di minuti in auto dall'Università Bocconi. Fino ora però non è stata

trovata nessuna conferma a questa versione e anzi diverse testimonianze l'hanno smentita.

Francesco Muraro, preside della scuola di Via Giacosa, l'istituto comprensivo statale Francesco

Cappelli ha detto a Repubblica che non è stata la scuola a chiedere l'intervento dei vigili

e ha aggiunto che la donna aggredita è una persona nota nel quartiere ma non ho mai avuto notizie

di episodi spiacevoli legati ai bambini. A fanpage ha detto che nessun genitore mi ha riferito

di aver segnalato la presenza della donna alla Polizia. Il sito ha anche contattato alcuni

genitori che hanno detto di non aver saputo niente a proposito di presunte molesti e disturbi

davanti alla scuola quella mattina. Mercoledissera, al programma di Crona, Canera e Giudiziare chi l'ha

visto, la conduttrice Federica Sciarelli ha detto che, secondo la prima ricostruzione

della Procura di Milano, l'intervento della Polizia nella zona di Parco Trotter era dovuta solo a schiamazzi.

Ciudiamo tornando alla politica nazionale perché non ci sono buone notizie per il governo e per la

sua idea di riformare il fisco con misure che mirano a tagliare le tasse ma a danno della spesa

pubblica. Le notizie non sono buone perché questa volta le critiche non arrivano dalle

opposizioni o dalla stampa, ma da un organo tecnico e indipendente, ovvero l'ufficio parlamentare

di bilancio, ufficio il quale sottolinea come una simile riforma costerebbe talmente tanto al Paese

e rischierebbe di far saltare i conti del Paese che l'unica strada per realizzarla sarebbe quella

di ridurre drasticamente i servizi alle fasce più deboli ed escludere una grossa fetta di

popolazione. Dopo le forti perplessità espresse dalla banca d'Italia e le preoccupazioni

elencate dalla Commissione europea scrive il fatto quotidiano un giudizio severo sulla

riforma immaginata dal governo meloni arriva anche dall'ufficio parlamentare di bilancio che avverte

come in assenza di coperture strutturali e di modifiche su aspetti critici come le obsolete

rendite catastali la flat tax, il superamento dell'IRAP, la revisione della tassazione dei redi

di finanziari e l'applicazione della cedolare secca anche agli affitti di mobili commerciali

siano destinati a tradursi in un taglio del welfare. L'analisi parte da quello che secondo il governo

dovrà essere il punto di approdo della delega nell'orizzonte di legislatura una liquota unica

per tutti i contribuenti indipendentemente dal livello del redito, appunto la famosa flat tax.

Il passaggio dalla prospettiva a scaglione dell'IRAP fattuale a uno schema di progressività

a da liquota unica scrive l'ufficio parlamentare di bilancio determina effetti redistributivi

che penalizzano i soggetti con redditi medi e favoriscono quelli con redditi più elevati

a meno di rinunciare a un'elevata quota di gettito. Non è un caso del resto, riprende a scrivere il

fatto se la flat tax non è applicata in nessuna dell'economia avanzata ma solo in paesi in fase

di sviluppo con sistemi di welfare limitati o in piccoli paradisi fiscali e con questo per oggi e

per questa settimana ci fermiamo qui. Io vi saluto, vi ringrazio e vi do appuntamento alla prossima

settimana ma non al lunedì saremo assenti ma a martedì sempre al solito orario sempre alle 17 con

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Perché è (sempre stato) un problema la Rai nelle mani della destra.

Bombe sugli ospedali ucraini, ma anche spiragli di pace.

Donna aggredita a Milano da quattro agenti della Polizia Municipale, ecco cosa è accaduto prima.

Riforma fiscale, anche l’Ufficio parlamentare di Bilancio la boccia: a rischio i conti pubblici e il welfare.

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