Daily Five: La non pensione dei 40enni. Maternità surrogata, primo sì al reato universale. Migranti, Meloni fregata dai suoi amici. Le carceri italiane

CNC Media CNC Media 5/31/23 - Episode Page - 19m - PDF Transcript

In questi giorni la politica sta molto tornando a parlare di pensioni, questo perché? Perché

a dicembre scade la cosiddetta Quota 103, attualmente in vigore, che permette di andare

in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi e il governo si sta mettendo al lavoro già

da adesso, dal momento che ha solo 6 mesi di tempo per decidere cosa fare.

In caso contrario, se non ci saranno ulteriori interventi, una volta scaduta Quota 103 a

dicembre si tornerà in automatico al cosiddetto regime della riforma fornero che, come sapete,

prevede invece un'età per andare in pensione di 67 anni. La legge fornero, infatti, a differenza

di ciò che hanno fatto credere in questi anni alcuni politici non è mai stata cancellata e quella,

la legge in vigore, realmente in Italia, solo che in questi anni le sono state affiancate

tutta un'altra serie di sistemi, come appunto le varie Quota 101, Quota 103, eccetera, che hanno

permesso comunque, nonostante la fornero, di andare in pensione prima. Queste soluzioni però,

queste varie quote, queste alternative che permettono agli italiani di andare in pensione con qualche

anno di anticipo, rispetto ovviamente alla fornero, chiaramente hanno un costo e di volta in volta

bisogna trovare i soldi per finanziarle. La legge fornero con l'aumento dell'età pensionabile

è stata varata più di dieci anni fa non per sadismo del governo Montio, per malvagità,

ma proprio per questo, per salvare conti pubblici che tengono in piedi il Paese,

perché il sistema pensionistico in Italia, col passare del tempo, con l'aumentare

dell'aspettativa di vita, con l'aumentare del numero di anziani, con l'aumentare dell'invecchiamento

della popolazione e con il continuo calo delle nascite e dei giovani, pesa e costa ogni anno di

più. E prima la gente va in pensione, più il costo aumenta col rischio che nel volgere di pochi

anni l'intero sistema non riesca più a reggersi e tutto collassi. A spese di chi potrebbe avvenire

questo collasso? Beh ovviamente di chi oggi è più giovane, di chi oggi ha 30 o 40 anni e non sa

che quando toccherà a lui andare in pensione a lui o a lei chiaramente, fra 20 o 30 anni,

soldi probabilmente non ce ne saranno più. Proprio in questi giorni la Corte dei Conti ha

stilato una proiezione basata sui da Timps molto indicativa proprio in tal senso, cioè la Corte

dei Conti si è chiesta chi oggi ha un'età di 40 anni in Italia? Quanto percepirà quando andrà

in pensione? Siccome ovviamente molto dipende anche dal tipo di lavoro svolto per rispondere a questa

domanda la Corte dei Conti ha preso in considerazione 11 figure tipo. Bene di queste 11, 11 lavoratori

tipo, solo due avranno un trattamento pensionistico che potremmo definire dignitoso, ovvero chi oggi

lavora nelle forze ermate e chi oggi lavora nella sanità. A tutti gli altri, soprattutto lavoratori

e lavoratrici autonome, toccherà invece una vecchia aglia di stenti e sacrifici. Come evitare

allora questa prospettiva addirittura? Come fare in modo che questa prospettiva non peggiori? Per

la Corte dei Conti non ci sono alternative. Bisogna smetterla con questa storia delle cuote che oggi

fanno andare in pensione prima i lavoratori e lasciare sostanzialmente intatto l'impianto della

legge fornero salvo, precisa la stessa Corte dei Conti, correggere i punti di eccessiva rigidità.

Ecco spesso quando si parla di pensione si tirano in ballo la politica, le idee, le opinioni, etc. Ma

l'argomento pensioni, prima di essere un discorso politico, è un discorso aritmetico, è un

discorso matematico. Quella delle pensioni è una coperta che può essere solo spostata, non

ingrandita con una bacchetta magica. I soldi sono quelli e saranno quelli perché le nascite,

le morti, i flussi migratori, salvo stravolgimenti e quindi poi le entrate e le uscite dello Stato

sono e saranno quelli per i prossimi decenni. E bisogna solo decidere se tirare tutta la coperta

da una parte, quella delle generazioni presenti ad esempio, lasciando però scoperte le future

generazioni, oppure se fare l'esatto contrario o se infine trovare una soluzione che distribuisce

tra le varie generazioni sacrifici e benefici senza lasciarsi manipolare da politici che in cambio

del voto cercano, tra l'altro senza troppi scrupoli, di mettere i padri contro i figli

perché tanto entrambi il pericolo che stiamo correndo ancora non lo hanno capito.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media, per comprendere

l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è mercoledì 31 maggio e proprio nel primo pomeriggio di oggi la Commissione Giustizia della

Camera ha dato il primo via libera alla legge che rende la gestazione per altri, cosiddetto

volgarmente parlando utero in affitto, un reato universale. Cosa significa? Allora la gestazione

per altri o utero in affitto o maternità surrogata e quella modalità di fecondazione assistita che

sia quando una coppia o heterosessuale o omosessuale si accorda diciamo così con una terza

donna per mettere al mondo un figlio a cui poi la donna stessa rinuncia per affidarlo alla coppia.

Questa pratica in Italia come sapete è già illegale, per chi la pratica sono previsti

fino a due anni di carcere e una multa che può arrivare addirittura a un milione di euro,

però in altri stati anche europei non è illegale. Quindi cosa accade oggi?

Beh accade che una coppia diciamo così per aggirare il divieto italiano si avvale di questa

tecnica di fecondazione assistita all'estero dove appunto non è reato per poi tornare in Italia

col bambino e tenerlo legalmente come proprio. Ecco per impedire a queste coppie di avvalersi

della gestazione per altri anche all'estero il governo Meloni ha deciso di rendere questa

modalità di fecondazione assistita un reato universale, cioè anche se lo fai fuori dal

territorio italiano dove appunto l'Italia non ha giurisdizione una volta rientrato in Italia

il fatto sarà comunque considerato reato. Il carattere di universalità di un reato come

potete immaginare è una eccezione alla legge ed è un'eccezione che in Italia esiste già come

anche nel resto del mondo però si applica a reati che sono particolarmente gravi ed efferati

come ad esempio i crimini di guerra o i crimini contro l'umanità. Parliamo di reati talmente

gravi che lo sono anche per gli altri stati e che di solito danneggiano anche altri stati. Ecco qui

con questa legge del governo Meloni si va a mettere il concepimento e la gestazione di un bambino

fuori dalla coppia al pari di un crimine di guerra e lo si considera reato universale anche se per

moltissimi stati per fine europei reato non lo è affatto. Ecco perché per molti giuristi probabilmente

questa legge anche qualora dovesse passare non potrà mai essere davvero applicata. Reste il

fatto che intanto un primo passo è stato già compiuto. La legge è stata approvata come vi dicevo

questa mattina dalla Commissione Giustizia della Camera però dovrà anche affrontare i passaggi

in Parlamento prima di diventare legge dello Stato. Poco fa leggevo su alcuni siti di informazione

che il reato che la maternità surrogata adesso è il reato universale. No non è ancora diventata

legge ma se le posizioni della maggioranza resteranno quelle e solo questioni di settimane

perché diventi appunto legge e se da una parte la maggioranza oggi chiaramente esulta per questo

primo passo le opposizioni ovviamente criticano la proposta con forza e già la considerano

destinata a essere bocciata dalla Corte Costituzionale proprio per i motivi che vi dicevo prima.

Anche se c'è da dire che su questo l'opposizione non è del tutto compatta anche nel partito

democratico stesso oltre che in tutto il centro sinistra in molti sono contrari alla

maternità surrogata anche se non sono concordi sul renderla reato universale. Non è un caso

scrivere pubblica che tanti democratici abbiano sottoscritto l'appello contro la gestazione

per altri così detto utronaffitto lanciato da Aurelio Mancuso ex presidente nazionali

di Arcighei, dalla senatrice Valeria Fedeli al sindaco di Bergamo Giorgio Gori, dall'ex

ministro Vannino Chiti a Goffredo Bettini oltre i cattolici Silvia Costa, Pierluigi

Castagnetti, Maria Pia, Garaviglia, Gero Grassi, Marcello Granelli, Roberto Zaccaria

hanno sottoscritto una petizione online della rete no alla gestazione per altri proprio

contro la maternità surrogata. Il testo scrive ancora Repubblica a 500 primi firmatari

e invita il Parlamento ad un'azione a livello di Unione Europea e di Nazione Unite per

la messa al bando della gestazione per altri. Un testo netto che anche la capogruppo de Verdi

Sinistra, Luana Zanella, Feminista Storica ha deciso di sottoscrivere. L'appello della

rete no GPA che, richiamando la Corte Costituzionale, define la maternità surrogata, un'offesa

della dignità della donna che emina nel profondo le relazioni umane, richiama il Parlamento

e la politica tutta a confermare il divieto di maternità surrogata nel nostro paese obiettivo

pienamente condivisibile. Insomma, a Sinistra molti si appongono alla legge manifesto della

destra sulla maternità surrogata come reato universale, però restano contrari alla maternità

surrogata. Nel Partito Democratico la secretaria Elish Line continua Repubblica come Alessandro

Zan e favorevole a quella altruistica, ma a livello personale altruistica significa che

non c'è scambio di denaro. Nessuna intenzione però di impegnare il Partito su questa posizione.

Una modifica tuttavia è passata ieri sera in commissione, quale modifica quella di

circoscrivere il reato universale e quindi la perseguibilità solo ai cittadini italiani.

Questo perché? Perché chiaramente in caso contrario l'Italia si sarebbe trovata costretta,

si troverebbe costretta ad esempio ad arrestare un medico canadese che arriva in vacanza in

Italia con l'accusa di aver fatto qualcosa, cioè la cosiddetta maternità surrogata,

che però nel suo paese è invece legale. Proponente di questa modifica poi approvata

è stato il secretario di più Europa, Riccardo Maggi, che però sul resto della legge ha

rivolto alla maggioranza la seguente domanda. Al di là della oscena concezione del diritto

su cui si fonda la vostra proposta di reato universale per la gestazione per altri, concezione

che dovrebbe far abbrividire coloro che sono in questa maggioranza e si ritengono liberali

e garantisti. Voi, che cosa immaginate per le bambine e bambini nati dopo le entrate

in vigore di questo obbrobio, magari in paesi in cui non solo non è vietata ma è regolamentata

in forma solidale? Voi, quale percorso immaginate per loro? Non ritenete che sia profondamente

punitivo nei confronti di questi bambini, prefigurare una situazione in cui si trovano ad essere

non riconoscibili? Cosa immaginate per questi bambini? Non siate ipocriti e rispondete.

L'arresto dei genitori? E questa la vostra concezione di famiglia?

Un tema particolarmente caldo sul tavolo della politica resta, oltre a questo ovviamente

della gestazione per altri, anche quello dell'immigrazione. In Italia, come sapete,

ha sempre lamentato in questi anni di essere stata abbandonata a gestire un fenomeno,

quello appunto degli sbarchi, senza alcun aiuto da parte dell'Unione Europea e degli

altri paesi europei, quasi come se la questione di questi sbarchi non riguardasse tutti, quasi

come se quelle nostre coste non fossero anche le coste dell'Europa e quindi riguardasse

solo i paesi che per me era questione geografica, diciamo così, si affacciano sul Mediterraneo.

Ecco oggi, da Bruxelles, è arrivata una novità che sembra rispondere proprio a questa esigenza.

L'Unione Europea vorrebbe infatti risarcire gli stati che più si fanno carico del problema

migratorio con 22.000 euro per ogni immigrante arrivato. La misura scrive il corriere Emersa

nel corso dei negoziati fra ambasciatori europei. Di queste settimane, obbligherebbe i paesi che

non accettano una ricollocazione dei clandestini sui loro territori avversare un risarcimento

allo stato di approdo. Mettiamo ad esempio che Tott migranti arrivino in Sicilio in Calabria e

l'Italia abbia diritto a cederne una quota, per esempio, alla Polonia. Ecco, se Barzavia rifiutasse,

allora dovrebbe girare al nostro paese beni aiuti o denaro contante per appunto 22.000 euro per

ogni extracomunitario entrato nell'Unione Europea senza permesso. È questo uno dei dettagli

denegoziati di queste ore che si svolgono a Bruxelles sul nuovo patto in tema di migrante

in Silo e che in molti dei suoi aspetti piacerebbe, ovviamente, moltissimo al governo italiano.

Peccato che, non appena il dossier elaborato dalla Commissione e dalla Presidenza di turno

svedese, è arrivato sul tavolo proprio degli Stati Europei alcuni che vengono sopranominati come

appartenenti al cosiddetto gruppo di Visegrad, quindi parliamo della Polonia, dell'ungheria fino

alla Repubblica Ceca, quindi in teoria tutti stretti alleati di Giorgia Meloni si siano fermamente

opposti. E forse questa la dimostrazione osserva il corriere di quanto sia difficile arrivare un

equilibrio in tema di migranti di cui si discuterà di nuovo nel Consiglio Europeo di fine

mese a Bruxelles, ma è certamente un paradosso che Paesi, considerati amici della nostra diplomazia,

perché appunto conservatori o sovranisti come noi, siano i più fieri oppositori di una misura che Roma

sostiene invece con forza, ovviamente, insieme ad altri grandi Stati fondatori dell'Unione Europea

e che avrebbe il suo perno nel principio di solidarietà. I risvolti di alcune fasi del negoziato

attuale sono stati svelati oggi da politico. Il ministro dell'interno polacco ha reagito

all'ipotesi dicendo semplicemente che per il suo Paese non se ne parla nemmeno, né oggi,

né domani. E la stessa cosa dico nei primi ministri di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. I primi

due Paesi sono stati, come sapete, visitati da poco da Giorgia Meloni. Insomma, anche questo è il

sovranismo. Spesso si è immaginato, qui ovviamente riprendo la parola io, in questi anni l'idea di

un'Europa sovranista fatta di Paesi sovranisti, dove tutti i Paesi conservatori sono amici, sono

felici, sono contenti, ma un'Unione Europea sovranista, come dimostra questa vigenda, è una

contraddizione in termini, perché appunto il sovranismo di un Paese consiste proprio nello

steggiare il sovranismo degli altri. Parliamo ora di Stato di Diritto, Cibilità e Carceri,

perché come ogni anno l'Associazione Antigone, che si occupa, come sapete, di tutelare i diritti

delle persone che si trovano in Carcere, ha pubblicato un rapporto sulla condizione delle

Carceri italiani. Bene, quali sono queste condizioni? Del rapporto scrive il post, emerge soprattutto

un dato che riguarda il sovraffollamento, affronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti,

cioè nelle nostre Carceri ci sono 51.249 posti, al 30 aprile erano detenute 56.674 persone,

quindi un aumento del 3,8% rispetto all'anno precedente. Il tasso ufficiale è medio dell'occupazione

delle Carceri e del 110,6%, ma se andiamo a conteggiare anche i posti non disponibili,

questo tasso sale al 119%. Le regioni dove la situazione è peggiore sono Lombardia,

tasso 151%, Puglia 145% e Friuli Venezia Giulia 136%. L'Associazione Antigone fa notare come sul

sovraffollamento pesi il ricorso all'acustodia cautelare in Carcere pari al 26,6% del totale

delle persone detenute in calo rispetto al passato ma più alto della media europea. Nell'ultimo

anno sono inoltre aumentate le pene di breve durata, cosa che accade sistematicamente quando

cresce il numero totale dei detenuti. Il rapporto fa notare anche come più della metà dei condannati

detenuti in Carcere debba scontare ancora meno di 3 anni, perché questo dato è da evidenziare,

beh perché in realtà chi deve scontare meno di 3 anni potrebbe tranquillamente accedere a misure

alternative al carcere contribuendo così a risolvere il problema del sovraffollamento. Però

questo accade in Italia ma solo in parte. Un dato drammatico rilevato poi dal rapporto scrive

ancora il post e poi quello dei suicidi. Il 2022 era stato l'anno con più suicidi in

carcere di sempre. Se erano uccise in carcere 85 persone su un totale di 214 morti, ovvero più

di una ogni 4 giorni. Di queste 85 persone 5 erano donne, 36 straniere e 20 senza fissa di mora.

L'età media era di 40 anni, la persona più giovane era un ragazzo di 20 anni, la più anziana

un signore di 71 anni. La maggior parte di queste persone che si sono tolte la vita s'erano uccisa

nei primi 6 mesi di detenzione, 21 persone s'erano uccisa addirittura nei primi 3 mesi e 16 nei primi

10 giorni e 10 addirittura entro le prime 24 ore dall'arrivo in carcere. 28 persone avevano

precedentemente messo in atto almeno un tentativo di suicidio e in 7 casi anche più di un tentativo.

Il rapporto rileva infine una serie di problemi strutturali delle carcere,

rigiudicate vecchie, anguste e in alcuni casi prive dei minimi servizi per rendere la vita

all'oro interno almeno accettabile. Nel 2023 Antigone ha visitato 97 dei 189 istituti di Piena

italiani e di questi il 20% era stato costruito tra il 1900 e il 1950 e un altro 20% addirittura

prima del 1900. L'articolo del post che riassume i dati principali di questo rapporto di Antigone

lo trovate appunto sul post e vi invito a leggerlo perché rende l'idea capire come estiano le

carcere italiane e rende anche l'idea di quale sia il grado di civiltà del paese, il grado del

nostro stato di diritto, quindi vi invito a leggere questo approfondimento del post. Con questo

per oggi noi ci fermiamo qui, io vi saluto e vi ringrazio come sempre, vi do appuntamento a

domani sempre alle 17 con Deli 5. Deli 5 è un podcast prodotto da CNC media,

ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17, direzione creativa e post produzione like a be creative company.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Corte dei Conti: i 40enni di oggi avranno pensioni dignitose solo se lavorano nelle Forze Armate o nella sanità.

Primo sì in Commissione Giustizia alla “maternità surrogata” come reato universale. Ecco cosa significa e cosa comporta.

L’Unione Europea vuole risarcire l’Italia con 22mila euro a migrante. Ma i paesi sovranisti “amici” di Giorgia Meloni si oppongono: “Né oggi né mai”.

Come stanno le carceri italiane. Spoiler: molto male.

Per scriverci: dailyfive@cncmedia.it
Seguici su Instagram:
@emiliomola1
@cnc_media

Daily Five, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle17:00 con Emilio Mola.
Una produzione CNC Media
Direzione creativa e post produzione Likeabee Creative Company
Musica Giovanni Ursoleo